Al netto dell’intervista — che ho trovato molto interessante — di un’autrice che stimo molto e di cui vi consiglio soprattutto Il posto delle bambine, recente vincitore degli AnimeClick Awards 2025 come miglior volume unico, ci tengo a dire una cosa. Non mi espongo quasi mai in tal senso nei commenti, ma leggere sul web di persone indignate, che hanno addirittura insultato autrice ed editore perché a Lucca lo stesso editore aveva dichiarato che l’autrice non avrebbe disegnato/sketchato/"shikishikato" ma, “semplicemente” — come se fosse poco — avrebbe firmato il volume, mi ha davvero colpito. Ora, è vero che in questi anni gli editori ci hanno abituato bene, e che la smania dei disegni ha preso forse un po’ troppo il largo, ma il punto è che noi appassionati dovremmo essere grati anche solo di avere la possibilità di incontrare questi grandi autori e autrici, di poterli vedere durante uno showcase, di leggere le loro interviste esclusive. Ebine Yamaji, tra l’altro, si è anche prestata a qualcosa in più rispetto a quanto annunciato: ha firmato una cartolina, si è presentata di persona ai nostri Awards e ha pure accettato di essere ripresa durante la premiazione, cosa non affatto scontata. Bisogna quindi, secondo me, imparare a rispettare le scelte degli artisti, che non sono carne da macello alla mercé di tutti. Ci sono stati, infatti, casi in passato in cui gli stessi artisti, dopo un giorno di disegni, erano stanchi e non volevano proseguire con la fiera. Può capitare. Questo atteggiamento, sinceramente, mi ha dato molto fastidio, perché ho vissuto 15 Lucca Comics senza artisti giapponesi prima di vedere i primi autori venire in Italia — con mia grandissima gioia. Ora che finalmente li abbiamo, non diamoli per scontati. Se la vostra “coda” non vale la pena solo perché l’artista non sketcha, allora significa che di quell’artista vi importa una sega: un vero appassionato non è in fila per lo sketch, ma per avere l’onore di incontrarlo, anche solo per un minuto, e ringraziarlo per le emozioni che gli ha fatto provare. Il resto è un “di più” che, ripeto per l'ennesima volta, non va mai dato per scontato. Fine sfogo. Pace e bene.
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