praticamente in italia se fai una fila trovi 88zeldafun si vocifera che ieri fosse in coda alla posta di rozzano cercando l'autografo della direttrice dalla sede
Una bella storia, curiosamente fatta con l' autrice di un manga dove la protagonista si svena pur di seguire e sostenere la sua Idol, Ayumi si è immedesimata fino in fondo , mi fa molto piacere che sia andata anche meglio di come si aspettasse
praticamente in italia se fai una fila trovi 88zeldafun si vocifera che ieri fosse in coda alla posta di rozzano cercando l'autografo della direttrice dalla sede
Commento dell' anno XD, il padre l' avrà mandato al comune già che c'era...
Che bella cosa, speriamo che le sia rimasto anche una bel ricordo del nostro paese 💜
praticamente in italia se fai una fila trovi 88zeldafun si vocifera che ieri fosse in coda alla posta di rozzano cercando l'autografo della direttrice dalla sede
praticamente in italia se fai una fila trovi 88zeldafun si vocifera che ieri fosse in coda alla posta di rozzano cercando l'autografo della direttrice dalla sede
Sono mezzora che rido per questo commento, hahahahaha...
Certo che è quasi assurdo che mangaka non facciano sessioni di firme in Giappone ma solo all'estero.
I mangaka degli ultimi dieci anni (soprattutto quelli delle riviste principali) sono molto riservati e forse in futuro sarà difficile fare gli eventi. Fino alla generazione 2010 i mangaka si mostravano senza problemi e partecipavano agli eventi anche internazionali. Adesso anche volendo non si può invitare Gege Akutami, Kouji Miura, Yuto Suzuki ecc ecc non si mostrano e quindi non vengono.
Pensa che Osamu Tezuka rispondeva alle letterine dei suoi giovani appassionati.
praticamente in italia se fai una fila trovi 88zeldafun si vocifera che ieri fosse in coda alla posta di rozzano cercando l'autografo della direttrice dalla sede
Tu scherzi, ma io per degli autografi ho fatto 2 file in vita mia, a Lucca 2022. Una per Yagi e una per Zerocalcare. Alla seconda avevo letteralmente davanti a me 88zeldafun.
Certo che è quasi assurdo che mangaka non facciano sessioni di firme in Giappone ma solo all'estero.
I mangaka degli ultimi dieci anni (soprattutto quelli delle riviste principali) sono molto riservati e forse in futuro sarà difficile fare gli eventi. Fino alla generazione 2010 i mangaka si mostravano senza problemi e partecipavano agli eventi anche internazionali. Adesso anche volendo non si può invitare Gege Akutami, Kouji Miura, Yuto Suzuki ecc ecc non si mostrano e quindi non vengono.
Pensa che Osamu Tezuka rispondeva alle letterine dei suoi giovani appassionati.
La cosa che trovo "assurda" non è tanto quello quanto che lo stesso autore/autrice sia disposto/a a sobbarcarsi viaggi dall'altra parte del pianeta per fare una cosa che in patria non fa, e che tra l'altro sembrava una cosa normale (ma evidentemente come dici i tempi sono cambiati).
Che sia per scelta personale o dell'editore, se dipenda dai fan nipponici più "ingestibili" di quelli occidentali o chissà cos'altro non provo neanche ad ipotizzarlo.
Ci vuole una passione davvero enorme per fare questo genere di sacrifici. Tanto di cappello ad Ayumi che spero si porti in Giappone qualcosa di bello che le rimanga per sempre.
Non l'avrei mai detto. Ma oggettivamente si sente di fan che farebbero cose ben più assurde pur di accaparrarsi un qualcosa dei loro idoli. Sicuramente per lei la mangaka vale il disturbo. Spero che l'esperienza in Italia l'abbia colpita in positivo soprattutto per la solidarietà ricevuta dagli altri fan.
Che sia per scelta personale o dell'editore, se dipenda dai fan nipponici più "ingestibili" di quelli occidentali o chissà cos'altro non provo neanche ad ipotizzarlo.
Molto più semplice di cosi': E' comunque un lavoro considerato "sconveniente", al di là di certi casi piu' mainstream. E lo si vede anche fuori dalla parte manga (si vedano certi sviluppatori "non famosi" che fanno di tutto per non farsi riconoscere). Poi c'e' la voglia di anonimato, ed è per questo che la legge sui freelancer che è entrata in vigore in Giappone ha generato tanto rumore.
Che sia per scelta personale o dell'editore, se dipenda dai fan nipponici più "ingestibili" di quelli occidentali o chissà cos'altro non provo neanche ad ipotizzarlo.
Molto più semplice di cosi': E' comunque un lavoro considerato "sconveniente", al di là di certi casi piu' mainstream. E lo si vede anche fuori dalla parte manga (si vedano certi sviluppatori "non famosi" che fanno di tutto per non farsi riconoscere). Poi c'e' la voglia di anonimato, ed è per questo che la legge sui freelancer che è entrata in vigore in Giappone ha generato tanto rumore.
Continua a non spiegare la cosa.
Se vuoi mantenere l'anonimato non vai neanche all'estero a farti vedere, ormai il mondo è mediaticamente globalizzato, notizie, foto e video girano alla velocità della luce.
A meno che non vogliono evitare a tutti i costi proprio i FAN giapponesi.
Se vuoi mantenere l'anonimato non vai neanche all'estero a farti vedere, ormai il mondo è mediaticamente globalizzato, notizie, foto e video girano alla velocità della luce.
A meno che non vogliono evitare a tutti i costi proprio i FAN giapponesi.
La Shirahama ultimamente si sta facendo un giro assurdo tra Stati Uniti, Francia e Spagna per promuovere Atelier of Witch Hat prima dell'uscita dell'anime con inviti da parte dei vari editori nazionali, magari c'è proprio una differenza di interesse ad organizzare eventi del genere a livello di editori giapponesi.
Se vuoi mantenere l'anonimato non vai neanche all'estero a farti vedere, ormai il mondo è mediaticamente globalizzato, notizie, foto e video girano alla velocità della luce.
A meno che non vogliono evitare a tutti i costi proprio i FAN giapponesi.
Il plurale di aneddoto (i mangaka che vanno all'estero a promuovere) non è dati.
Peraltro, basta ricordare che Toriyama non si era praticamente fatto vedere da millenni prima della morte (e non credo solo per i fan). Per vari motivi conosco (sempre aneddotica e' ovviamente, quindi vale uguale al tuo commento) un po' di illustratori giapponesi che ben si guardano dal farsi vedere in giro e fan parte di quella cerchia che si guadagna si da vivere con la propria arte ma che non "sfonda". Fare questo lavoro, per molti, non è "socialmente accettabile", anche se ci vivi o addirittura ci fai i soldi.
Specialmente viene ritenuto un lavoro non sicuro per i giovani.
Ma se vediamo quelli meno mainstream sono gli autori che più vengono in Italia alle varie fiere. Kan Takahama per esempio nessuna follia di mettere la maschera o non farsi registrare. Se vediamo il passato un grandissimo come Monkey Punch negli anni Novanta a Lucca era entusiasta del calore dei fan italiani.
Specialmente viene ritenuto un lavoro non sicuro per i giovani. .
Ma non solo loro. Kenichi Sonoda adesso gestice l'azienda di famiglia (dolciaria, se non erro), Yoshiki Takaya (l'autore di Guyver) si vocifera abbia cambiato lavoro dopo la morte del suo assistente...
Specialmente viene ritenuto un lavoro non sicuro per i giovani. .
Ma non solo loro. Kenichi Sonoda adesso gestice l'azienda di famiglia (dolciaria, se non erro), Yoshiki Takaya (l'autore di Guyver) si vocifera abbia cambiato lavoro dopo la morte del suo assistente...
I motivi non sono semplici da capire potrebbero anche essere molteplici ma ci sono diversi mangaka che all'inizio della carriera hanno chiesto scusa ai genitori per la scelta di fare i mangaka. Poi ci sono anche casi particolari come Masashi Kishimoto che da giovane si faceva "supervisionare" i manga dal padre da inviare ai vari concorsi.
P. S. Non sapevo la scelta di Yoshiki Takaya quindi Guyver non proseguirà più.
Madonna che storia, io ancora non ho incontrato nessun/a mangaka al romics...sarò io il pezzente che non vivo al nord ahahaha
No è che al romics gli ultimi buoni sono stati pre pandemia con Reki Kawahara ed ABEC di Sword Art Online, poi quasi nulla. Ormai le fiere buone per incontrare gli autori sono solo: Napoli Comicon Lucca Comics Milano Games Week & Cartomics
Madonna che storia, io ancora non ho incontrato nessun/a mangaka al romics...sarò io il pezzente che non vivo al nord ahahaha
No è che al romics gli ultimi buoni sono stati pre pandemia con Reki Kawahara ed ABEC di Sword Art Online, poi quasi nulla. Ormai le fiere buone per incontrare gli autori sono solo: Napoli Comicon Lucca Comics Milano Games Week & Cartomics
Eh vabbè, al Lucca Comics no perchè è praticamente l'inferno in terra...cercherò di andare almeno ad uno degli altri due entro l'anno prossimo
Quando sono venuti a trovarmi dei miei amici giapponesi sono stati felicissimi di vedere quanto spazio fosse dedicato al Giappone, sia a casa mia, sia le fumetterie, sia I reparti in libreria. Capisco quindi il suo stupore. Italy loves Japan.
E' veramente incredibile che una fan giapponese per incontrare la sua mangaka preferita abbia dovuto fare un viaggio intercontinentale (il mio viaggetto in macchina da Firenze a Bologna sprofonda nel ridicolo ahah).
Ma voglio dire, lo capisco. In Giappone il mercato è talmente sovrabbondante e gli autori sono talmente tanti che l'editore dovrebbe organizzare firmacopie ogni giorno, e magari non sarebbero nemmeno così gettonati (perchè si sa, se una cosa c'è in abbondanza si perde l'interesse).
Auri Hirao, come detto incontrata a Bologna (gentilissima e bravissima) e di cui sto leggendo con passione Oshibudo, è da ritenere comunque una mangaka di nicchia. In Italia, indipendentemente dalla fama, qualsiasi autore avrà sempre comunque molto più riscontro rispetto al Giappone (in proporzione) perchè banalmente arrivandone pochissimi (una dozzina a Lucca, 2/3 a Napoli e a Milano e poi alcuni casi isolati nelle fiere più sparse) la gente si concentrerà per forza di cose su lui/lei.
Io spero che questo grande affetto che viene mostrato ad ogni autore nelle varie fiere e che molti giapponesi non si aspettano affatto, come diceva Ayumi (e come dissero anche Mashima e Miki Yoshikawa), possa creare una buona fama dell'Italia, così da portare sempre più autori e ospiti.
..."le facce che si vedono in quei particolari momenti fieristici sono quasi sempre le stesse"... Cioè? Resellers?!
Secondo me questo mercato dei famosi resellers è molto più ingigantito di quanto sia in realtà. Ovviamente ci sono, ma a giudicare dagli annunci e dalle vendite si parla di una percentuale davvero bassa. Uno Shikishi dell'autore più mainstream arrivato in Italia dal dopo pandemia (Hiro Mashima), quindi con più potenziale mercato, è rimasto invenduto si Ebay per un anno e passa...
Mi chiamo Ayumi. Parlo solo un po' di italiano, quindi sto scrivendo questo messaggio utilizzando uno strumento di traduzione! Volevo scrivervi per esprimere la mia gratitudine a tutte le persone che ho incontrato in Italia.
Sono una grandissima fan della Sensei Auri Hirao e sono venuta al MGW da Tokyo. Anche se sono già stata a Milano diverse volte, era la mia prima esperienza al MGW, quindi ero molto nervosa. Tuttavia, tante persone mi hanno aiutata, e grazie a loro ho passato un momento meraviglioso e ho creato ricordi indimenticabili. Mi hanno anche dato una tavola da disegno per la dedica, e ne sono rimasta davvero sorpresa. Grazie di cuore!
È successo molto più di quanto avessi immaginato. I fan italiani della Sensei Auri Hirao sono persone incredibili, e sono davvero felice di aver potuto interagire con voi. Lo ripeto ancora una volta: grazie di cuore.
Continuiamo a supportare insieme la Sensei Auri Hirao!
si vocifera che ieri fosse in coda alla posta di rozzano cercando l'autografo della direttrice dalla sede
Spero che Ayumi si porti nel cuore questa bella esperienza vissuta in Italia da condividerla con altri amici giapponesi.
Commento dell' anno XD, il padre l' avrà mandato al comune già che c'era...
buon per lui
Sono mezzora che rido per questo commento, hahahahaha...
Bella storia anche se certi estremismi non mi piacciono molto ma se la ragazza è felice dell'autografo tanto meglio.
Certo che è quasi assurdo che mangaka non facciano sessioni di firme in Giappone ma solo all'estero.
Ne fanno, ma solo con l' uscita del primo volume in qualche store. Non moltissime a quanto ha detto
SPQG
I mangaka degli ultimi dieci anni (soprattutto quelli delle riviste principali) sono molto riservati e forse in futuro sarà difficile fare gli eventi.
Fino alla generazione 2010 i mangaka si mostravano senza problemi e partecipavano agli eventi anche internazionali.
Adesso anche volendo non si può invitare Gege Akutami, Kouji Miura, Yuto Suzuki ecc ecc non si mostrano e quindi non vengono.
Pensa che Osamu Tezuka rispondeva alle letterine dei suoi giovani appassionati.
Tu scherzi, ma io per degli autografi ho fatto 2 file in vita mia, a Lucca 2022. Una per Yagi e una per Zerocalcare. Alla seconda avevo letteralmente davanti a me 88zeldafun.
Comunque storia tenerissima!
Non immaginavo che ci fossero Giapponesi così folli da andare in un Paese straniero per l'autografo di un loro connazionale XD
La cosa che trovo "assurda" non è tanto quello quanto che lo stesso autore/autrice sia disposto/a a sobbarcarsi viaggi dall'altra parte del pianeta per fare una cosa che in patria non fa, e che tra l'altro sembrava una cosa normale (ma evidentemente come dici i tempi sono cambiati).
Che sia per scelta personale o dell'editore, se dipenda dai fan nipponici più "ingestibili" di quelli occidentali o chissà cos'altro non provo neanche ad ipotizzarlo.
Cioè? Resellers?!
Sicuramente per lei la mangaka vale il disturbo.
Spero che l'esperienza in Italia l'abbia colpita in positivo soprattutto per la solidarietà ricevuta dagli altri fan.
Storia incredibile comunque.
E ti sei perso l'MVP di tutta la fiera. Hirao simpaticissima e faceva qualsiasi cosa le chiedessi.
Molto più semplice di cosi': E' comunque un lavoro considerato "sconveniente", al di là di certi casi piu' mainstream. E lo si vede anche fuori dalla parte manga (si vedano certi sviluppatori "non famosi" che fanno di tutto per non farsi riconoscere).
Poi c'e' la voglia di anonimato, ed è per questo che la legge sui freelancer che è entrata in vigore in Giappone ha generato tanto rumore.
Continua a non spiegare la cosa.
Se vuoi mantenere l'anonimato non vai neanche all'estero a farti vedere, ormai il mondo è mediaticamente globalizzato, notizie, foto e video girano alla velocità della luce.
A meno che non vogliono evitare a tutti i costi proprio i FAN giapponesi.
La Shirahama ultimamente si sta facendo un giro assurdo tra Stati Uniti, Francia e Spagna per promuovere Atelier of Witch Hat prima dell'uscita dell'anime con inviti da parte dei vari editori nazionali, magari c'è proprio una differenza di interesse ad organizzare eventi del genere a livello di editori giapponesi.
Il plurale di aneddoto (i mangaka che vanno all'estero a promuovere) non è dati.
Peraltro, basta ricordare che Toriyama non si era praticamente fatto vedere da millenni prima della morte (e non credo solo per i fan).
Per vari motivi conosco (sempre aneddotica e' ovviamente, quindi vale uguale al tuo commento) un po' di illustratori giapponesi che ben si guardano dal farsi vedere in giro e fan parte di quella cerchia che si guadagna si da vivere con la propria arte ma che non "sfonda".
Fare questo lavoro, per molti, non è "socialmente accettabile", anche se ci vivi o addirittura ci fai i soldi.
Ma se vediamo quelli meno mainstream sono gli autori che più vengono in Italia alle varie fiere.
Kan Takahama per esempio nessuna follia di mettere la maschera o non farsi registrare.
Se vediamo il passato un grandissimo come Monkey Punch negli anni Novanta a Lucca era entusiasta del calore dei fan italiani.
Ma non solo loro. Kenichi Sonoda adesso gestice l'azienda di famiglia (dolciaria, se non erro), Yoshiki Takaya (l'autore di Guyver) si vocifera abbia cambiato lavoro dopo la morte del suo assistente...
I motivi non sono semplici da capire potrebbero anche essere molteplici ma ci sono diversi mangaka che all'inizio della carriera hanno chiesto scusa ai genitori per la scelta di fare i mangaka.
Poi ci sono anche casi particolari come Masashi Kishimoto che da giovane si faceva "supervisionare" i manga dal padre da inviare ai vari concorsi.
P. S. Non sapevo la scelta di Yoshiki Takaya quindi Guyver non proseguirà più.
No è che al romics gli ultimi buoni sono stati pre pandemia con Reki Kawahara ed ABEC di Sword Art Online, poi quasi nulla. Ormai le fiere buone per incontrare gli autori sono solo:
Napoli Comicon
Lucca Comics
Milano Games Week & Cartomics
Eh vabbè, al Lucca Comics no perchè è praticamente l'inferno in terra...cercherò di andare almeno ad uno degli altri due entro l'anno prossimo
Ma voglio dire, lo capisco. In Giappone il mercato è talmente sovrabbondante e gli autori sono talmente tanti che l'editore dovrebbe organizzare firmacopie ogni giorno, e magari non sarebbero nemmeno così gettonati (perchè si sa, se una cosa c'è in abbondanza si perde l'interesse).
Auri Hirao, come detto incontrata a Bologna (gentilissima e bravissima) e di cui sto leggendo con passione Oshibudo, è da ritenere comunque una mangaka di nicchia.
In Italia, indipendentemente dalla fama, qualsiasi autore avrà sempre comunque molto più riscontro rispetto al Giappone (in proporzione) perchè banalmente arrivandone pochissimi (una dozzina a Lucca, 2/3 a Napoli e a Milano e poi alcuni casi isolati nelle fiere più sparse) la gente si concentrerà per forza di cose su lui/lei.
Io spero che questo grande affetto che viene mostrato ad ogni autore nelle varie fiere e che molti giapponesi non si aspettano affatto, come diceva Ayumi (e come dissero anche Mashima e Miki Yoshikawa), possa creare una buona fama dell'Italia, così da portare sempre più autori e ospiti.
Secondo me questo mercato dei famosi resellers è molto più ingigantito di quanto sia in realtà. Ovviamente ci sono, ma a giudicare dagli annunci e dalle vendite si parla di una percentuale davvero bassa. Uno Shikishi dell'autore più mainstream arrivato in Italia dal dopo pandemia (Hiro Mashima), quindi con più potenziale mercato, è rimasto invenduto si Ebay per un anno e passa...
Mi chiamo Ayumi. Parlo solo un po' di italiano, quindi sto scrivendo questo messaggio utilizzando uno strumento di traduzione! Volevo scrivervi per esprimere la mia gratitudine a tutte le persone che ho incontrato in Italia.
Sono una grandissima fan della Sensei Auri Hirao e sono venuta al MGW da Tokyo. Anche se sono già stata a Milano diverse volte, era la mia prima esperienza al MGW, quindi ero molto nervosa. Tuttavia, tante persone mi hanno aiutata, e grazie a loro ho passato un momento meraviglioso e ho creato ricordi indimenticabili. Mi hanno anche dato una tavola da disegno per la dedica, e ne sono rimasta davvero sorpresa. Grazie di cuore!
È successo molto più di quanto avessi immaginato. I fan italiani della Sensei Auri Hirao sono persone incredibili, e sono davvero felice di aver potuto interagire con voi. Lo ripeto ancora una volta: grazie di cuore.
Continuiamo a supportare insieme la Sensei Auri Hirao!
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