FLOW: il nostro reportage del concerto a Milano sulle note di Naruto
Il 3 novembre ha fatto tappa in Italia il World Tour 2025 "Naruto the Rock", tra ricordi e amore smisurato per la serie
di marco97fe
Come annunciato in precedenza, dopo il tour mondiale del 2024, i FLOW sono al momento in giro per il mondo con FLOW World Tour 2025 – "NARUTO THE ROCK", il loro nuovo tour che sta toccando diversi paesi in tutto il mondo, per celebrare l'anime di Naruto e rendere omaggio alle sue iconiche sigle, tra cui l'Italia, dove il 3 novembre grazie a Vivo Concerti, si sono esibiti ai Magazzini Generali di Milano per una data unica e speciale per i fan italiani.
Noi di AnimeClick ci eravamo e questo è il racconto della serata. Nel frattempo, qui potete recuperare la nostra intervista con la band.

Il gruppo nasce nel 1993 quando i fratelli Take e Koshi iniziano a suonare insieme; successivamente si uniscono Keigo (cantante), Gotou (bassista) e Iwasaki (batterista). Nel 2001 rilasciano il loro primo maxi singolo e nel 2003, con Okuru Kotoba, stazionano per 7 settimane consecutive nella classifica Oricon. Il loro primo album, "Game", esce nel 2004 e nell'Aprile dello stesso anno rilasciano il singolo "Go!!!", utilizzato come quarta opening dell'anime Naruto. A esso fanno seguito tantissimi altri singoli e collaborazioni di grande successo.
Milano, una sera di novembre già intrisa di freddo, diventa improvvisamente arancione: non per un tramonto spettacolare, ma per l'arrivo dei FLOW. La storica rock band giapponese — tra le voci più riconoscibili dell'immaginario anime — porta nel nostro paese grazie a Vivo Concerti, e più precisamente ai Magazzini Generali, il loro nuovo tour mondiale. Un'operazione nostalgia? Forse. Ma, soprattutto, un colpo di elettricità collettiva che riaccende oltre vent'anni di ricordi legati ad una delle serie giapponesi più importanti di sempre.
Dentro alla location l'atmosfera sa di rito di passaggio: coprifronte con il simbolo della Foglia, magliette ufficiali, gadget, stick luminosi, cosplay e tanta, tanta passione. C'è più di una generazione in sala: adolescenti, preadolescenti e bambini accompagnati dai genitori, giovani adulti e adulti un po' meno giovani. La musica e Naruto sono crossgenerazionali, arrivano ovunque e a chiunque con la loro potenza espressiva.
Nessun preludio o retorica: solo un conto alla rovescia che pare rubato alla fase pre-scontro di uno shonen. E quando le luci si abbassano, scatta il "jutsu" quello vero. Il pubblico è parte integrante dello show: si canta, si salta, si balla e chi non conosce i brani sa comunque andare a tempo e accompagnare la band come se fosse una cosa sola.

L'ingresso è un atto di rispetto, quasi di umiltà: Take e Koshi aprono con il Main Theme di Naruto, per un inizio col botto e subito tutti a immortalarne il momento. Nessuno fa in tempo a orientarsi che già arriva la scarica elettrica con la seconda opening dell'anime, "Haruka Kanata", cover della band ASIAN KUNG-FU GENERATION. E ci si scatena.
Si continua a correre con "Viva★Rock", "Re:member" e "Yura Yura", con quella leggerezza che sa ancora di pomeriggi davanti alla TV, senza niente da perdere. Per la prima volta si sente davvero chi sono davvero i FLOW e il concerto prende forma.
Una scena dell'anime dietro la band (tutto lo show è accompagnato dalle scene ufficiali della serie) apre poi per un altro rito collettivo, costruito sulle note di "Hero's Come Back!!". L'atmosfera si fa elettrizzante e, quando la canzone vera e propria arriva, l'ingresso è devastante. Il ritornello scatta e la sala impazzisce in una cavalcata rock prepotente.

Con "Nagareboshi ~Shooting Star~" (Home Made Kazoku) ci si "riprende" un attimo, per poi cambiare registro già coi brani successivi, "Blue Bird" (terza opening di Naruto: Shippuden) e "Closer", con il pubblico che continua inesorabile a essere parte attiva dello spettacolo e mai spettatore.
Una breve parentesi strumentale — un'evoluzione rarefatta del tema di "Sign" — introduce la versione piano ballad della stessa canzone. È qui che la serata mostra il suo lato più emozionante: voci all'unisono e luccichio negli occhi da parte dei presenti. Brividi. Segue "Niji no Sora", quarta ending di Naruto: Shippuden.
Arriva poi il momento della presentazione della band, e qualche assolo. Take e gli altri si divertono e intrattengono il pubblico, ci sanno fare, parlano in italiano, inglese e giapponese, anche se è tempo di tornare alla scaletta: "Silhouette" (Kana-Boon) riaccende la sala come una miccia, ma l'urlo — quello vero — arriva quando parte "GO!!!".
È un pezzo talmente radicato nella memoria collettiva da sembrare un inno nazionale. Nessuno smette di cantare; nessuno vorrebbe smettere.

"Gold" prolunga la corsa — meno evocativa, ma solida, fisica. Dopo un altro intermezzo strumentale, che riprende i colori emotivi di "Kara no Kokoro", il cerchio si stringe con il bis di "Sign", questa volta nella sua forma originale, prima di lasciare spazio ancora una volta a "GO!!!", come a dire che questo brano vive indipendentemente dalla band, che appartiene ormai alla memoria collettiva. La band ringrazia, scatta foto e sventola il tricolore. È un tripudio. Il concerto è finito, ma il pubblico continua a cantare, applaude, ringrazia.
Nonostante un'acustica non magnifica, tutto è perfetto, tutti sono felici e carichi di gioia e gratitudine.

I FLOW non hanno proposto una playlist di hit anime, hanno proposto sé stessi e la passione di milioni di fan in giro per il mondo, per una vitalità e una sicurezza da veterani che non ha eguali, a quasi 30 anni dal loro esordio.
La band non si ferma mai, canta, balla, interagisce con il pubblico superando anche l'ostacolo della lingua. Proprio nella nostra intervista, alla domanda "Qual è la formula per superare le barriere linguistiche e permettere a tutti di godersi così tanto i vostri concerti?", avevano risposto "All'inizio eravamo un po' preoccupati per la barriera linguistica. Ma una volta sul palco, siamo rimasti stupiti nel vedere tutto il pubblico cantare in giapponese, sempre coinvolto ed entusiasta. La chiave è la musica stessa – il suo potere supera ogni confine e ogni lingua. Dando il massimo sul palco e trasmettendo la nostra passione, riusciamo a connetterci con le persone anche quando le parole non vengono comprese."
Ed è proprio vero, i FLOW, hanno creato una connessione con il pubblico che è andata oltre le parole ed è arrivata direttamente al cuore di tutti i presenti in sala.
Non è stato solo un concerto. È stato ricordare chi eravamo quando correvamo accanto a Naruto, e scoprire che, forse, un po' stiamo ancora correndo.