Zombieland Saga: idol, zombie e follia - Recensione
Resuscitare e affrontare il proprio destino: riusciranno sette idol non-morte a conquistare il Giappone?
di tenshi5100
IDOL FROM HELL
“Ritenta la prossima volta, sarai più fortunato!”
“Impara dai tuoi errori e vedi che andrà meglio.”
“Non mollare, non arrenderti, continua ad andare avanti!”
Quanto spesso abbiamo ripetuto queste parole davanti allo specchio? Mettersi a contarle sarebbe solo una perdita di tempo. Sono innumerevoli le volte in cui si fallisce nella vita. Un esame non superato. Un due di picche. Un colloquio di lavoro rifiutato. Ogni volta c’è sempre qualche inconveniente che ci mette i bastoni fra le ruote e non ci permette di realizzare i nostri obiettivi. L’unica cosa che ci rimane da fare è riprovare. Ce lo diciamo spesso per farci coraggio, ma è davvero così facile tentare una seconda volta? Forse da vivi sì… ma quando si è morti e sepolti è tutta un’altra storia!
Zombieland Saga è un anime di 12 episodi andato in onda durante la stagione autunnale 2018 su Crunchyroll e nato dalla collaborazione fra lo studio di animazione MAPPA, la sofware house Cygames e la casa discografica Avex Pictures. Il risultato è stato la nascita di un franchise di idol 2D che tanto vanno di moda negli ultimi tempi in Giappone. Questa volta però non si tratta di normali cantanti ma di veri e propri zombie! Questo bizzarro esperimento degno del Dr. Frankenstein sarà solo l’ennesima trovata commerciale creata ad hoc per vendere qualche disco, oppure sotto sotto dobbiamo aspettarci qualcosa di interessante e degno di nota?
Cosa fareste se un giorno vi svegliaste in mezzo a un gruppo di ragazze zombie? Questo è ciò che è successo a Sakura, una ragazza che ha sempre desiderato diventare una idol e che si è trovata improvvisamente in un edificio spettrale abitato da zombie. Le sorprese però non sono finite qui perché questo singolare gruppo sembra essere stato riunito da uno stranissimo manager che aspira a fondare un gruppo di idol zombie. Inizierà così per Sakura una vita all'insegna del soprannaturale e della pazzia.
MUSIC, COME ON!
Sette ragazze appartenenti a diverse epoche storiche vengono resuscitate da uno strambo produttore musicale e dovranno fare squadra per formare un gruppo musicale, le Franchouchou, in grado di “invadere” la prefettura giapponese di Saga. Non aspettatevi qualcosa di terrificante e post-apocalittico come The Walking Dead o L’alba dei morti viventi. Zombieland Saga è un anime che si prende gioco degli elementi tipici del genere horror e li sfrutta in situazioni comiche e dissacranti. Le idol dovranno infatti nascondere a tutti i loro fan il loro status di non-morte; da qui partiranno gag e siparietti divertenti, il tutto condito da black humor e pura follia. Troverete teste rotolanti, vecchiette spaventate, polli impazziti e tanto altro!
Tutto questo è stato reso possibile grazie a un cast piuttosto variegato. Fra le ragazze abbiamo: Sakura, un’aspirante idol passata a miglior vita proprio durante il giorno del suo provino, le due ex-idol Ai e Junko, la biker teppista Saki, la cortigiana Yuigiri, l’attrice bambina Lily e la leggendaria Tae Yamada, ragazza avvolta da un’aura di mistero che non ha ancora recuperato la propria coscienza ed è rimasta uno zombie senza cervello. Metteteci anche un produttore eccentrico e svitato come Kotaro Tatsumi ed ecco pronto un potente cocktail di bizzarri individui che saprà strapparvi qualche sorriso.
Un anime sulle idol non può inoltre farsi mancare un ampio repertorio di brani musicali. All’interno della serie sono presenti i generi più disparati, quali ad esempio il rap, il metal e il pop, oltre ad un pizzico di musica tradizionale giapponese. Le insert song cantate dalle Franchouchou sono abbastanza orecchiabili: difficile togliersi dalla testa il ritornello di Mezame Returner oppure Flag o Hatemekasero. Per non parlare di Abadana Necromancy, la sigla che accompagna la grintosa opening dell’anime in pieno stile tokusatsu. Peccato solo per le sequenze di danza, prevalentemente realizzate con una CGI alquanto legnosa che non riesce a risultare gradevole agli occhi. Nel complesso le musiche composte da Yasuharu Takanashi (Naruto Shippuden, Fairy Tail, Sailor Moon Crystal) non deludono le aspettative e formano insieme una OST di tutto rispetto.
LIVE AFTER DEATH
Zombieland Saga non si limita soltanto a raccontare la storia di un gruppo di ragazze zombie diventate idol. Il percorso che affrontano le sette protagoniste è una catarsi verso una tanto agognata “resurrezione”. Non a caso abbiamo aperto questa recensione parlando di tentativi falliti e riscatto, perché sono proprio due temi portanti di quest’anime. Nel corso dei vari episodi, le nostre cantanti dovranno puntare a diventare delle star della musica allenandosi duramente ogni giorno per perfezionare il loro talento, ma faranno anche i conti con il loro passato e la loro vita precedente. Le Franchouchou impareranno che l’unico modo per continuare ad andare avanti è saper affrontare i limiti e le paure, senza fermarsi davanti al primo ostacolo che si para davanti oppure scoraggiarsi per colpa di qualche esperienza negativa vissuta in precedenza. Il regista Munehisa Sakai (One Piece, Sailor Moon Crystal) e lo sceneggiatore Shigeru Murakoshi hanno riservato molto spazio ai risvolti psicologici delle sette idol, dedicando una buona parte delle puntate alla loro crescita interiore. Purtroppo in soli 12 episodi non è stato possibile approfondire in egual modo tutti i personaggi primari e secondari, così come anche alcuni punti della trama principale sono stati lasciati in sospeso. La stessa Risa Taneda, doppiatrice di Ai Mizuno, ha ammesso che servirebbe una seconda stagione per dare più rilievo a chi è stato un po' messo in ombra durante l'anime. Per ora nessun sequel è stato confermato, ma i produttori hanno recentemente lasciato intendere su Twitter che qualcosa bolle in pentola per quanto riguarda il futuro della serie... Chi vivrà, vedrà.
Coraggiosa è stata inoltre la scelta di ambientare le vicende all’interno della prefettura di Saga, una piccolissima regione situata nel sud del Giappone, più precisamente sull'isola del Kyushu (per fare un paragone, è grande quanto la metà del nostro Molise). Un altro obiettivo di Zombieland Saga è quindi rivitalizzare il territorio: l’avventura del gruppo capitanato dal producer Kotaro comincia partendo dal basso, ovvero dai piccoli borghi rurali di Saga. Nell’anime vengono mostrati numerosi paesaggi, strade e cittadine della prefettura giapponese (qui potete trovare qualche esempio) e i fan della serie hanno già iniziato ad esplorare i vari luoghi chiave diventati famosi grazie al successo dei sette membri delle Franchouchou. Anche il numero sette non è casuale, essendo infatti un chiaro riferimento ai Sette Saggi di Saga, personaggi storici realmente esisti che hanno dato lustro alla regione. È già da un po’ di tempo che le varie produzioni giapponesi stanno provando a dare una notevole spinta al turismo locale; anche Zombieland Saga non si è fatto sfuggire quest’occasione importante che potrebbe incentivare l’aumento di un bel numero di iniziative commerciali.
THE END OF THE BEGINNING
Zombieland Saga si rivela essere un’inaspettata sorpresa all’interno della kermesse anime del 2018. Partendo con delle semplici ma bizzarre premesse, l’anime dello studio MAPPA è riuscito a giocarsi bene le sue carte senza mai strafare e rispettando gli obiettivi preposti. La serie strizza notevolmente l’occhio a quella parte di pubblico che mastica pane e idol dalla mattina alla sera, ma anche chi non è un grande fan del genere può trovare gradevole la visione dell’anime grazie ai suoi altri punti di forza quali l’humor irriverente e l’attenzione riposta nello sviluppo dei personaggi.
Il franchise è però ancora lontano dal raggiungere la piena maturità e ha ancora una lunga autostrada davanti. Cygames e Avex Pictures hanno fra le mani un ottimo punto di partenza dal quale si può costruire qualcosa di più ambizioso. Se il progetto Zombieland Saga continuerà a portare buoni risultati in futuro, parte del merito sarà soprattutto del lavoro svolto su quest’anime.