"il giocatore non vuole niente di innovativo, vuole giocare la stessa cosa che ha già giocato migliaia di volte " (semicit.)
Secondo me oltre a quello che è stato giustamente scritto c'è anche il fatto che negli ultimi anni i videogiochi hanno aumentato molto la loro longevità e il casual gamer, il neofita e perfino il vecchio gamer con poco tempo possono sentirsi sopraffatti dalle mappe di gioco immense e dall' elevato numero di missioni proposti... inoltre la moda dei souls like e dei rogue like ha dato un'impennata al livello di difficoltà, fatto che probabilmente scoraggia le suddette categorie, facendole appunto "rifugiare" nel multiplayer online o in esperienze di gioco che già conoscono...
Da giocatore che non prende in mano un controller da anni posso confermare che le motivazioni dei trenta/quarantenni sono empiricamente fondate. Non sapevo però che ci fosse addirittura un trend in calo.
Personalmente non ho mai sperimentato il paradosso della scelta, e non mi riesce difficile credere che per alcuni abbia un peso, però nel mio caso ciò che mi dissuadeva dal proseguire o dal cominciare certe cose era la difficoltà (anche regolando quando possibile i livelli da principiante). Sarà che sono pigro ma personalmente mi passava la fantasia se dovevo mettermi a fare una specie di corso di studi supplementare per giochi che non erano neanche concepiti come enigmistica o RTS.
negli ultimi anni i videogiochi hanno aumentato molto la loro longevità
Quindi saresti d'accordo nel ricominciare a produrre titoli con meno ore di gioco ma una qualità più elevata (diciamo per fare un esempio, come gli ultimi remake di Resident Evil)?
Eppure ci sono tantissime persone che parametrano la qualità di un titolo o meno esclusivamente da quante ore servono per completarlo (e questo è figlio dell' "educazione" data negli ultimi anni dagli sviluppatori stessi).
nel mio caso ciò che mi dissuadeva dal proseguire o dal cominciare certe cose era la difficoltà (anche regolando quando possibile i livelli da principiante).
Ecco perché abbiamo avuto questo Final Fantasy XVI (confermato da Yoshida stesso proprio a me), come ho scritto nell'articolo. Però forse così facendo fai il giro e sbuchi dall'altra parte, perché un GDR che puoi completare premendo un tasto per attaccare ed uno per schivare diventa eccessivamente impoverito.
Ogni mese aspetto con ansia la notizia con i giochi per avere un'idea di quelli da comprare e solo per la scelta ci impiego ore.
Non esistono più giochi come Final fantasy 7, Lucifer Call, Suikoden V, Legend of Legaia 2 (l'ultimo sfido chiunque a completarlo al 100%) e neanche quest grandiose come quelle di final fantasy XII...(i 50 mostri, precisiamo, tutti diversi tra loro da affrontare) Giochi semplici come The Quarry, per quanto duri poco, ci ho giocato talmente tante volte da impiegarci complessivamente centinaia di ore. Quindi più che il tempo per giocarci mancano giochi degni di giocarci.
Le mappe di gioco immense sarebbero interessanti ma spesso non vengono sfruttare a dovere, ho molato diversi giochi dove mi sentivo "ingannato".
Ora stacco che sta arrivando la Diavola (e non è una battuta XD).
Nel 2021 eravamo ancora in pandemia, e notare un calo mi pare naturale. Il paradigma della scelta è sensato e giusto , ma cosa si stà cercando per non saper scegliere? Il costo ? Sì , ci sono quelli gratis , quelli scontati, indie e quelli sul pass. È saggio investire questi 80€ in un gioco nuovo che potrebbe non piacere ? Bisogna stare attenti ai tempi per il rimborso . Perché si dovrebbe cambiare moba, fps, tps o altro games as sarvice per uno nuovo ? Magari sono stati spesi dei soldì e del tempo in quell'account , denaro ed ore buttate ? Perché imparare nuove armi e meccaniche se alla fine le modalità di gioco sono le stesse ed eventuali miglioramenti sono minimi ? Giocare nuove storie, e quanto tempo si deve perdere in quest inutili, inconcludenti e poco sensate con dialoghi prolissi, ed il gioco non ti aiuta a ricordare cos'è accaduto sessioni prima, ma per ripetere cos'è stato detto nello stesso discorso sì ..... Cambiare è difficile e lo si sapeva già dalla pubblicità dei fustini del detersivo. Non è necessariamente colpa della troppa scelta.
Eppure ci sono tantissime persone che parametrano la qualità di un titolo o meno esclusivamente da quante ore servono per completarlo (e questo è figlio dell' "educazione" data negli ultimi anni dagli sviluppatori stessi)
So che ci sono tantissime persone che la pensano così, ma siamo davvero sicuri che queste "tantissime persone" rappresentino la maggioranza dei giocatori? Se così fosse allora tutti giocherebbero ai tripla A e non a Fortnite (che ok, tecnicamente è un tripla A, ma spero che abbia capito cosa intendo dire...).
Ecco perché abbiamo avuto questo Final Fantasy XVI (confermato da Yoshida stesso proprio a me), come ho scritto nell'articolo. Però forse così facendo fai il giro e sbuchi dall'altra parte, perché un GDR che puoi completare premendo un tasto per attaccare ed uno per schivare diventa eccessivamente impoverito
Secondo me è sbagliato che lo sviluppatore decida a priori che un gioco sia solo facile come nell'esempio che hai fatto tu o solo difficile come nei souls like e rogue like... capisco che calibrare la difficoltà sia difficile, ma in linea teorica dovrebbe essere data la possibilità a tutti di scegliere come affrontare il gioco (poi prova a toccare l'argomento con un fanboy dei souls/rogue like e apriti cielo, verrai certamente bruciato al rogo per eresia!). Alla base del marketing, in qualsiasi ambito, c'è il cercare di rendere il prodotto più inclusivo possibile, in modo da ampliare il più possibile il target e conseguentemente vendere di più... bisogna soddisfare sia un casual gamer che un hardcore gamer, ma ormai non ci sono più mezze misure e probabilmente ecco perché si parla di crisi nel mondo del gaming...
Io rientro nella percentuale del 27% dei giocatori compresi nei 5 Titoli citati, ma non per pigrizia o mancanza di fondi. Semplicemente come analizzato è dovuto alla mancanza di tempo da dedicare. ARAM (All Random All Middle) dura circa 20-30 minuti ...una partita veloce in mezzo ad uno stacco pomeridiano. Ci gioco molto? Non direi proprio, 3 ore alla settimana quando gioco. Ci sono mesi in cui non tocco nulla, semplicemente rimane installato perchè è uno Svago "mordi e fuggi", come potrebbe essere una partita a fraggare con un FPS o una partita a carte. Questo non significa che ho smesso di giocare o che ho perso lo stimolo in mezzo all'universo di titoli che continuano ad essere buttati fuori. Infatti ho sempre avuto diversi giochi installati contemporaneamente, oggi nel mio Desktop conto 17 Icone di Giochi. Restano solitamente Installati fino a quando non mi stufo di vederli o decido di mettere una parola fine alla sessione di gioco. Quindi, in mezzo alla moltitudine è normale trovare giochi Veloci e giochi che richiedono più investimento di tempo. Non sono tipo che si fossilizza su UN SOLO GIOCO ma possono anche passare anni prima di Disistallare qualche titolo.
Non gioco più a giochi come gli MMORPG o i Browser game perchè l'investimento di tempo è troppo oneroso, sono giochi che ti rubano tutto il tempo a tua disposizione. Ho smesso di giocare anche su Server Privati dove si Ruolava perchè sempre le stesse persone, sempre i soliti problemi e gli stessi battibecchi logorano. Quella che era un ritrovo diventa una seconda vita e alla fine ti rendi conto che per quanto ti impegni e per quanto ti dai da fare e tempo buttato. Socializzare su Discord o TS non è più una mia priorità, i giochi di cooperativa mi piacciono ancora ma apprezzo maggiormente quanto è Single Player, perchè nei Single Player la sfida è personale e non condivisa. La maggior parte delle persone usa i Canali vocali semplicemente per compagnia o sparare minchiate, i giochi che li richiedevano per coordinazione sono quelli che oggi vengono evitati.
Unica cosa che non condivido è la Bella storia di Larian che citate sul finale. Sicuramente un gioco che ha impressionato molti, ma sperei veramente di non trovare ancora titoli simili, un buon passatempo nel 2023 ma da non rimanerci fossilizzato su schemi visti e rivisti di crescita statistica (D&D) e ambientazione (ho una trentina di manuali, basta veramente....mi leggo quelli che sono meglio). Preferisco ambientazioni originali e migliori di Forgotten e RPG che a distanza di anni anche se poco conosciuti avevano idee migliori (come Arcanum). Che poi fate passare la qualità per quella che è stata palesemente l'accontentare il pubblico che voleva solo storie d'amore...e scopare. Insomma tempo limitato con qualità? Mi sembra tutto il contrario quello che ha fatto Larian. Poi per carità, si vede che la gente quello voleva...
Sulla questione dei Troppi titoli, è come per i manga o gli anime. C'è chi spreca una vita intera, mezzo fissato al limite del malato (come qualcuno qua su AC) e chi lo fa con moderazione. I giochi sono simili c'è chi smanetta e continua a provarne e chi se li gusta piano dedicandoci qualche mese e prendendosi lunghe pause...Sono troppi? In entrambi i casi almeno c'è la possibilità della scelta, nel peggiore dei casi si torna in Confort Zone fino a quanto in lontananza non si scorge qualcosa di buono o di proprio gusto.
Mi accodo dicendo che sono ormai anche io un casual gamer che soffre di tutto ciò che si elenca nell'articolo. Principalmente non amo i video spiegoni, i filmati da un'ora, gli aggiornamenti, i DLC, la mancanza di immediatezza nel gioco, perché appunto voglio sedermi in un attimo di pausa mentale e semplicemente giocare. Per questo motivo viro su giochi sportivi (anche qua in alcuni casi portati alla complicazione) o su "giochini" tramite app oppure ancora su vecchi titoli che mi fanno da confort zone. In sostanza la qualità indubbia di tanti titoli è stata nel mio caso superata dalla svogliatezza mentale di mettermi d'impegno dopo un'intera giornata di stress mentale e fisico.
Secondo me bisogna tenere conto anche di un fattore culturale: la svalutazione del videogioco come opera singola. A causa del free to play, degli abbonamenti, del gioco ovunque grazie/a causa degli smartphone, la massa si è abituata all'idea che non ha senso spendere tanti soldi per un gioco singolo. Un po' come era già avvenuto per cinema e musica, ma qui la fossa hanno contribuito a scaversela da soli.
Ci sarebbe poi un discorso lunghissimo da fare sul perché a causa di internet e soprattutto dei social, la gente ha l'impressione di potere sapere tutto di tutto, ma poi nei fatti rimane nella totale ignoranza. Non c'è ricerca, non c'è la volontà di informarsi, di scoprire qualcosa di nuovo. E quindi si gioca sempre alle stesse cose, ma stancandosi sempre di più.
Questi ragionamenti ovviamente si applicano al pubblico di massa, non agli appassionati che però ovviamente sono un'esigua minoranza che da sola non basta a tenere in piedi il mercato. Io parlo da giocatore che bene o male gioca quasi tutti i giorni e nell'arco di un mese gioca a 2/3 giochi nuovi. Provo tutti i generi, di tutte le epoche, per tutte le piattaforme. Ma anche io ultimamente avverto delle difficoltà. Spesso nelle recensioni che ho scritto negli ultimi anni mi lamentavo delle durate eccessive di certe esperienze che allungano il brodo per soddisfare quella massa che se spende i soldi vuole giocare per decine e decine di ore a prescindere.
C'è poi stata la diminuzione del mercato fisico. Se sono in giro e vedo dei giochi mi faccio ingolosire più facilmente. Spendere soldi per i giochi digitali onestamente mi ha stancato e comunque se entro nei vari store lo faccio perché so precisamente cosa voglio, non mi metto a guardare altra roba come farei in un negozio. E quindi anche lì, zero ricerca, zero scoperta. L'industria dei videogiochi non è al capolinea, ma si è esaurita l'idea che fosse un mercato in costante ascesa.
L'argomento è super complesso, per me che videogioco da quando avevo 6 anni e non ho mai smesso, il vero problema si riduce interamente a una sola parola: tempo. Da quando ho scoperto i giochi di ruolo ho sempre seguito il principio che più ore di gioco mi garantiva, più era meritevole, anche di una spesa a prezzo pieno. Purtroppo però con l'avanzare degli anni la cosa si è invertita, oggi faccio davvero fatica ad approcciarmi ad un gioco lungo (seppur in cuor mio sia contenta) perché so che mi impegnerà per molti mesi, avendo adesso molto meno tempo da dedicarci. Magari il gioco mi piace, mi ha appassionata, ma vado avanti combattendo tra il "che bello, ci giocherei per sempre" e il "ma quando finisce? Mi sta portando via troppo tempo, il resto della pila mi guarda male!". Il che è stressante su più livelli e toglie un sacco di divertimento, anche perché io che ho sempre giocato tutto in modalità "normal", adesso, se ho un po' di guai, ad esempio con un boss, abbasso la difficoltà per "non perderci tempo", ma così se ne va anche la sfida che è parte integrante dell'esperienza. E purtroppo è un problema che ritrovo in tutte le altre mie passioni: i manga, gli anime, i film, i libri... sono strapiena di pile, di cose messe in lista, continuo a comprare cose che so che non vedrò/leggerò/giocherò mai perché non mi basterà il resto della mia vita... però continuo a comprare e/o pagare servizi. E' una maledizione che sono ben consapevole di lanciarmi addosso con cognizione. Ovviamente in tutto questo c'è pure da considerare la vita reale, lavoro a parte, fatta di tante altre cose da fare "fuori casa" (ma anche in casa, qualcuno dovrà pur cucinare e fare le pulizie). Tornando ai videogiochi nello specifico, non soffro tanto l'insoddisfazione della troppa scelta, anzi sono ben contenta che ci sia (anche con i manga visto che ormai arriva di tutto), soffro nel non avere il tempo materiale di poter fare tutto, o almeno la metà delle mie priorità. Io poi ho il brutto vizio di iniziare più cose contemporaneaente, per esempio adesso ho in corso un Tales of e un Project zero, perché mi dico che cambiare genere mi tiene più attiva... e invece no, finisco per trovarmi con due cose in sospeso invece di una! La soluzione al massimo sono quei giochini da pochi euro e da due ore al massimo che davvero danno uno stacco (solo che lì la domanda che mi sorge spesso è "ma era davvero necessario comprarlo?"). In sostanza qui il problema sono gli anni che avanzano, l'obiettivo ormai è arrivare alla pensione per avere tempo di fare tutto (ma manco da pensionata ce la farei).
In sostanza qui il problema sono gli anni che avanzano, l'obiettivo ormai è arrivare alla pensione per avere tempo di fare tutto (ma manco da pensionata ce la farei).
Quindi, ragionando dall'ottica dell'industria, il problema è che non c'è un ricambio generazionale? Perché se noi 30/40enni abbiamo il problema del tempo, per i più giovani il problema sembra proprio essere l'essere fagocitati da quei pochissimi titoli.
In sostanza qui il problema sono gli anni che avanzano, l'obiettivo ormai è arrivare alla pensione per avere tempo di fare tutto (ma manco da pensionata ce la farei).
Quindi, ragionando dall'ottica dell'industria, il problema è che non c'è un ricambio generazionale? Perché se noi 30/40enni abbiamo il problema del tempo, per i più giovani il problema sembra proprio essere l'essere fagocitati da quei pochissimi titoli.
Mi son chiesta precisamente questo, perché il 30/40enne di tempo ne ha poco, invece teoricamente i giovani ne avrebbero di più?! Se così fosse allora il punto è che appunto non c'è ricambio generazionale, e noi con il nostro poco tempo non riusciamo più a pompare l'industria. Però mi pare troppo fatalista come ipotesi, non so... sarebbe bella un'analisi sociologica e comparativa per capire tutto questo!
Però mi pare troppo fatalista come ipotesi, non so... sarebbe bella un'analisi sociologica e comparativa per capire tutto questo!
Chiaramente non abbiamo i mezzi per approfondire, ma empiricamente sembra essere proprio così. Giovanissimi presenti solo su GTA, Fortnite ed altri battle royale, sportivi e qualche sparatutto multiplayer e totalmente disinteressati dal resto.
Aggiungo altre due cose. Tra i vari giochi installati nel PC ne ho diversi datati o vecchi. Non sono e non mi ritengo un nostalgico dei tempi passati, se sono presenti è perchè non ho avuto modo di giocarli prima, perchè il PC non me lo permetteva (scheda grafica) o semplicemente perchè una volta non ci stava la smania di comprare tutto quello che usciva per provarlo. (anche se credo che tali giochi fossero fatti con più cuore rispetto ai titoli moderni, oggi creati strizzando l'occhio per consenso e per fare grana) Non ho mai buttato via soldi per l'ultima scheda Grafica o un nuovo PC per giocare e quindi mi sono dovuto accontentare di quello che si aveva. Quando si era più piccoli e NON si era fieri portatori di portafoglio la spesa si limitava a quello che interessava veramente (o veniva regalato dopo infinite suppliche) e lo si giocava fino ad esaurimento mentale. Non si aveva disponibilità di tutto e si apprezzava maggiormente qualsiasi cosa capitasse per mano. Oggi ci sono più titoli e varietà, e inoltre siamo cresciuti diventando autonomi con più disponibilità. Non è più un problema spendere 60 Euro per un nuovo gioco e le scontistiche ci hanno trasformato in accumulatori...Quello che piace lo si prende e prima o poi lo si prova. L'avvento di Internet inoltre ha dato una svolta e uno strattone ai giochi Single Player, nel senso che ha aperto un mondo verso i giochi di cooperativa con il multiplayer online. Oltre questo ha reso molto più facili le informazioni, perchè un tempo non si conosceva il gameplay (se non per visto da un'amico) e neanche l'eventuale soluzione. Capitava di trovare risposte frequentando i pochi forum. Questo ti portava a spenderci molto più tempo per risovere spinose questioni e non ti interessava particolarmente la sequenza di gioco giusta ma bastava arrivare in fondo provando tutte le solzuzioni possibili. Oggi invece è tutto alla portata di un click, compresa la diabolica Wiki uscita il giorno dopo. Se malauguratamente aperta ti rende schiavo di quella che è la VIA più BREVE e quella del Miglior modo di Farlo....
Per quanto riguarda i giovani non credo che i costi siano il problema perchè solitamente hanno qualcuno in casa che è interessato quanto loro o che comunque cede alle piagnucolanti richieste mosso a compassione (non entro nel capitolo genitori moderni perchè io non l'ho sono, ma probabilmente causa mia educazione non sarei permissivo, ma molto severo). Se una volta si sperava 1 volta all'anno che Babbo Natale portasse il castello medievale della Lego oggi si spera che porti Fornite come Sufficienza della Verifica di Matematica. Vedere Giovani menti crescere e plasmarsi non mi rende molto felice sopratutto se si fermano su giochi come Fornite. Diaboliche cuffie e microfono con risate e sproloqui, giochi in cui della testa si usa ben poco e ci si limita a premere tasti e cliccare con il mouse (possibilmente in maniera più veloce degli altri). Non voglio sminuire il gioco ma c'è strategia per modo di dire... Se ne te esci che la cosa più importante che hai appreso è il balletto del personaggio siamo alla frutta.
Concludo con Larian nuovamente. Non sono detrattore ne del titolo ne dello Studio. Li conosco involontariamente da una vita. Ho giocato pure ai primi titoli come Divine Divinity. Baldur Gate 3 non è brutto gioco, era un gioco che mancava da tempo. Non mi è piaciuto per come poi è diventato dispersivo e si è perso su stupidate che voleva l'utenza. Alcune cose saltate e modificate hanno reso l'esperienza a prova di stupido. (Mi viene in mente il Talento che praticamente "sminchia" il gioco) Fanno sicuramente bene a rifiutare un Capitolo 4 perchè non sarebbe più la stessa cosa. Baldur Gate 3 era atteso e hanno saputo con la loro esperienza renderlo piacevole e sfruttare la giusta finestra di tempo. Fanno bene ad andare avanti per la loro strada è investire sul loro materiale originale perchè ne hanno, slegandosi dal solito mondo conosciuto. Sputare sul fatto che loro non Licenzieranno a differenza delle altre case, ecco li spero per loro che non faranno una figuraccia su tali dichiarazioni...
Come menzionato da altri, penso che non sia unicamente una questione di quantità di videogiochi, ma anche di longevità. Adesso si stanno diffondendo anche al di fuori del Giappone i gacha o più in generale quei giochi basati su micro transazioni e continui aggiornamenti atti a trattenere il giocatore per più tempo possibile. Il tempo libero è molto limitato, soprattutto quello degli adulti, di conseguenza nel momento in cui si prende l'abitudine di loggare spesso allo stesso gioco creato per essere perennemente in corso fino a quando la compagnia non lo riterrà più abbastanza remunerativo, si trascurano i nuovi giochi. Una volta, complice l'assenza di internet, i giochi avevano un inizio e una fine. Quando il giocatore giungeva alla conclusione, aveva di nuovo tempo libero e procedeva all'acquisto di un nuovo gioco. Se però il gioco non finisce mai, il tempo libero a disposizione rimane sempre quello quindi non è possibile iniziare nuovi giochi e confrontarli tra loro.
Poi sicuramente incide anche la quantità di videogiochi, ma in realtà non ne conosco moltissimi. Posso solo fare un paragone con gli anime in cui noto di seguirne molti meno rispetto ad alcuni anni fa perchè ne escono così tanti di simili (sì isekai, sto guardando voi) che a volte sembra di guardare la stessa serie con personaggi esteticamente diversi visto quanto poche differenze ci sono.
Minecraft è uno di quei giochi che potrei giocare per sempre... se non fosse che la visuale in prima persona mi fa girare la testa. Peccato...
Dei big five citati non ne gioco nessuno. Li ho provati tutti almeno una volta, ma non li possiedo, non mi ci sono mai dedicato e non nutro particolare interesse verso nessuno di loro. Mi piace cambiare genere abbastanza spesso e provare un po' di tutto, mi piace lanciarmi su giochi/film/serie guardando solo la copertina o dopo aver visto poco o nulla perché non avere idea di cosa aspettarmi è uno degli aspetti che mi motivano di più nel proseguire. Se poi un titolo mi conquista, ottimo, lo approfondisco finché non mi stufo altrimenti quando la scintilla si affievolisce lo lascio lì, in attesa, nella speranza di portarlo a termine per un qualche senso di completezza o per una ritrovata voglia... oppure finisce che lo cancello per fare spazio ad altro XD Con questo approccio mi sono trovato a superare il centinaio di ore su diversi giochi, a finirne al 100% meno di quanti avrei voluto e ad averne provati tanti. La crescita ha dilatato i tempi, ma non variato lo stile e... boh, chissà, il futuro è bello perché incerto, magari finirò per appiattirmi su un solo genere o su un paio di titoli ma ora come ora una visione del genere mi appare limitante, molto distante da me.
Non mi trovo a pieno con la statistica sulle persone giovani. Nella mia esperienza è vero che si attaccano ad uno-due titoli fino allo sfinimento (in genere Fortnite per giocare con gli amici) però su cellulare cambiano molto spesso e sono ben contenti di buttarsi a capofitto [cit.] sull'ultimo titolone di turno. Penso che il problema grosso generato dai cataloghi infiniti non sia tanto il rifugiarsi nella comfort zone o la mancata voglia di esplorare quanto una grossa difficoltà nel saper come cercare/filtrare le informazioni. Questo sia per i giochi che per contesti più importanti. Per i giovani (e non solo) è più facile seguire il consiglio dell'influencer simpatico di turno* che non capire e provare perché il tutto-e-subito non è una comodità ma l'unica strada che conoscono. Se per le generazioni precedenti la seconda pagina di Google era un mondo mai visto, per le nuove lo è già il terzo-quarto risultato della prima pagina. *il quale consiglierà per lo più titoli molto famosi perché sono i nomi che macinano più numeri.
Le industrie dovrebbero pensare ad abusare meno delle strategie accalappia-ludopatici e pensare a metodi migliori per limitare i costi invece che spingere freneticamente verso il "di più" perché, a mio avviso, sostenibilità e calma sono ciò di cui il mondo ha più bisogno in questo momento.
Secondo me oltre a quello che è stato giustamente scritto c'è anche il fatto che negli ultimi anni i videogiochi hanno aumentato molto la loro longevità e il casual gamer, il neofita e perfino il vecchio gamer con poco tempo possono sentirsi sopraffatti dalle mappe di gioco immense e dall' elevato numero di missioni proposti... inoltre la moda dei souls like e dei rogue like ha dato un'impennata al livello di difficoltà, fatto che probabilmente scoraggia le suddette categorie, facendole appunto "rifugiare" nel multiplayer online o in esperienze di gioco che già conoscono...
Non sapevo però che ci fosse addirittura un trend in calo.
Personalmente non ho mai sperimentato il paradosso della scelta, e non mi riesce difficile credere che per alcuni abbia un peso, però nel mio caso ciò che mi dissuadeva dal proseguire o dal cominciare certe cose era la difficoltà (anche regolando quando possibile i livelli da principiante).
Sarà che sono pigro ma personalmente mi passava la fantasia se dovevo mettermi a fare una specie di corso di studi supplementare per giochi che non erano neanche concepiti come enigmistica o RTS.
Quindi saresti d'accordo nel ricominciare a produrre titoli con meno ore di gioco ma una qualità più elevata (diciamo per fare un esempio, come gli ultimi remake di Resident Evil)?
Eppure ci sono tantissime persone che parametrano la qualità di un titolo o meno esclusivamente da quante ore servono per completarlo (e questo è figlio dell' "educazione" data negli ultimi anni dagli sviluppatori stessi).
Ecco perché abbiamo avuto questo Final Fantasy XVI (confermato da Yoshida stesso proprio a me), come ho scritto nell'articolo. Però forse così facendo fai il giro e sbuchi dall'altra parte, perché un GDR che puoi completare premendo un tasto per attaccare ed uno per schivare diventa eccessivamente impoverito.
Non esistono più giochi come Final fantasy 7, Lucifer Call, Suikoden V, Legend of Legaia 2 (l'ultimo sfido chiunque a completarlo al 100%) e neanche quest grandiose come quelle di final fantasy XII...(i 50 mostri, precisiamo, tutti diversi tra loro da affrontare) Giochi semplici come The Quarry, per quanto duri poco, ci ho giocato talmente tante volte da impiegarci complessivamente centinaia di ore. Quindi più che il tempo per giocarci mancano giochi degni di giocarci.
Le mappe di gioco immense sarebbero interessanti ma spesso non vengono sfruttare a dovere, ho molato diversi giochi dove mi sentivo "ingannato".
Ora stacco che sta arrivando la Diavola (e non è una battuta XD).
Il paradigma della scelta è sensato e giusto , ma cosa si stà cercando per non saper scegliere?
Il costo ? Sì , ci sono quelli gratis , quelli scontati, indie e quelli sul pass. È saggio investire questi 80€ in un gioco nuovo che potrebbe non piacere ? Bisogna stare attenti ai tempi per il rimborso .
Perché si dovrebbe cambiare moba, fps, tps o altro games as sarvice per uno nuovo ? Magari sono stati spesi dei soldì e del tempo in quell'account , denaro ed ore buttate ? Perché imparare nuove armi e meccaniche se alla fine le modalità di gioco sono le stesse ed eventuali miglioramenti sono minimi ?
Giocare nuove storie, e quanto tempo si deve perdere in quest inutili, inconcludenti e poco sensate con dialoghi prolissi, ed il gioco non ti aiuta a ricordare cos'è accaduto sessioni prima, ma per ripetere cos'è stato detto nello stesso discorso sì .....
Cambiare è difficile e lo si sapeva già dalla pubblicità dei fustini del detersivo. Non è necessariamente colpa della troppa scelta.
So che ci sono tantissime persone che la pensano così, ma siamo davvero sicuri che queste "tantissime persone" rappresentino la maggioranza dei giocatori? Se così fosse allora tutti giocherebbero ai tripla A e non a Fortnite (che ok, tecnicamente è un tripla A, ma spero che abbia capito cosa intendo dire...).
Secondo me è sbagliato che lo sviluppatore decida a priori che un gioco sia solo facile come nell'esempio che hai fatto tu o solo difficile come nei souls like e rogue like... capisco che calibrare la difficoltà sia difficile, ma in linea teorica dovrebbe essere data la possibilità a tutti di scegliere come affrontare il gioco (poi prova a toccare l'argomento con un fanboy dei souls/rogue like e apriti cielo, verrai certamente bruciato al rogo per eresia!).
Alla base del marketing, in qualsiasi ambito, c'è il cercare di rendere il prodotto più inclusivo possibile, in modo da ampliare il più possibile il target e conseguentemente vendere di più... bisogna soddisfare sia un casual gamer che un hardcore gamer, ma ormai non ci sono più mezze misure e probabilmente ecco perché si parla di crisi nel mondo del gaming...
Infatti ho sempre avuto diversi giochi installati contemporaneamente, oggi nel mio Desktop conto 17 Icone di Giochi. Restano solitamente Installati fino a quando non mi stufo di vederli o decido di mettere una parola fine alla sessione di gioco. Quindi, in mezzo alla moltitudine è normale trovare giochi Veloci e giochi che richiedono più investimento di tempo. Non sono tipo che si fossilizza su UN SOLO GIOCO ma possono anche passare anni prima di Disistallare qualche titolo.
Non gioco più a giochi come gli MMORPG o i Browser game perchè l'investimento di tempo è troppo oneroso, sono giochi che ti rubano tutto il tempo a tua disposizione. Ho smesso di giocare anche su Server Privati dove si Ruolava perchè sempre le stesse persone, sempre i soliti problemi e gli stessi battibecchi logorano. Quella che era un ritrovo diventa una seconda vita e alla fine ti rendi conto che per quanto ti impegni e per quanto ti dai da fare e tempo buttato. Socializzare su Discord o TS non è più una mia priorità, i giochi di cooperativa mi piacciono ancora ma apprezzo maggiormente quanto è Single Player, perchè nei Single Player la sfida è personale e non condivisa. La maggior parte delle persone usa i Canali vocali semplicemente per compagnia o sparare minchiate, i giochi che li richiedevano per coordinazione sono quelli che oggi vengono evitati.
Unica cosa che non condivido è la Bella storia di Larian che citate sul finale.
Sicuramente un gioco che ha impressionato molti, ma sperei veramente di non trovare ancora titoli simili, un buon passatempo nel 2023 ma da non rimanerci fossilizzato su schemi visti e rivisti di crescita statistica (D&D) e ambientazione (ho una trentina di manuali, basta veramente....mi leggo quelli che sono meglio). Preferisco ambientazioni originali e migliori di Forgotten e RPG che a distanza di anni anche se poco conosciuti avevano idee migliori (come Arcanum). Che poi fate passare la qualità per quella che è stata palesemente l'accontentare il pubblico che voleva solo storie d'amore...e scopare.
Insomma tempo limitato con qualità? Mi sembra tutto il contrario quello che ha fatto Larian.
Poi per carità, si vede che la gente quello voleva...
Sulla questione dei Troppi titoli, è come per i manga o gli anime. C'è chi spreca una vita intera, mezzo fissato al limite del malato (come qualcuno qua su AC) e chi lo fa con moderazione.
I giochi sono simili c'è chi smanetta e continua a provarne e chi se li gusta piano dedicandoci qualche mese e prendendosi lunghe pause...Sono troppi? In entrambi i casi almeno c'è la possibilità della scelta, nel peggiore dei casi si torna in Confort Zone fino a quanto in lontananza non si scorge qualcosa di buono o di proprio gusto.
Ci sarebbe poi un discorso lunghissimo da fare sul perché a causa di internet e soprattutto dei social, la gente ha l'impressione di potere sapere tutto di tutto, ma poi nei fatti rimane nella totale ignoranza. Non c'è ricerca, non c'è la volontà di informarsi, di scoprire qualcosa di nuovo. E quindi si gioca sempre alle stesse cose, ma stancandosi sempre di più.
Questi ragionamenti ovviamente si applicano al pubblico di massa, non agli appassionati che però ovviamente sono un'esigua minoranza che da sola non basta a tenere in piedi il mercato. Io parlo da giocatore che bene o male gioca quasi tutti i giorni e nell'arco di un mese gioca a 2/3 giochi nuovi. Provo tutti i generi, di tutte le epoche, per tutte le piattaforme. Ma anche io ultimamente avverto delle difficoltà. Spesso nelle recensioni che ho scritto negli ultimi anni mi lamentavo delle durate eccessive di certe esperienze che allungano il brodo per soddisfare quella massa che se spende i soldi vuole giocare per decine e decine di ore a prescindere.
C'è poi stata la diminuzione del mercato fisico. Se sono in giro e vedo dei giochi mi faccio ingolosire più facilmente. Spendere soldi per i giochi digitali onestamente mi ha stancato e comunque se entro nei vari store lo faccio perché so precisamente cosa voglio, non mi metto a guardare altra roba come farei in un negozio. E quindi anche lì, zero ricerca, zero scoperta. L'industria dei videogiochi non è al capolinea, ma si è esaurita l'idea che fosse un mercato in costante ascesa.
Da quando ho scoperto i giochi di ruolo ho sempre seguito il principio che più ore di gioco mi garantiva, più era meritevole, anche di una spesa a prezzo pieno. Purtroppo però con l'avanzare degli anni la cosa si è invertita, oggi faccio davvero fatica ad approcciarmi ad un gioco lungo (seppur in cuor mio sia contenta) perché so che mi impegnerà per molti mesi, avendo adesso molto meno tempo da dedicarci. Magari il gioco mi piace, mi ha appassionata, ma vado avanti combattendo tra il "che bello, ci giocherei per sempre" e il "ma quando finisce? Mi sta portando via troppo tempo, il resto della pila mi guarda male!". Il che è stressante su più livelli e toglie un sacco di divertimento, anche perché io che ho sempre giocato tutto in modalità "normal", adesso, se ho un po' di guai, ad esempio con un boss, abbasso la difficoltà per "non perderci tempo", ma così se ne va anche la sfida che è parte integrante dell'esperienza.
E purtroppo è un problema che ritrovo in tutte le altre mie passioni: i manga, gli anime, i film, i libri... sono strapiena di pile, di cose messe in lista, continuo a comprare cose che so che non vedrò/leggerò/giocherò mai perché non mi basterà il resto della mia vita... però continuo a comprare e/o pagare servizi. E' una maledizione che sono ben consapevole di lanciarmi addosso con cognizione.
Ovviamente in tutto questo c'è pure da considerare la vita reale, lavoro a parte, fatta di tante altre cose da fare "fuori casa" (ma anche in casa, qualcuno dovrà pur cucinare e fare le pulizie).
Tornando ai videogiochi nello specifico, non soffro tanto l'insoddisfazione della troppa scelta, anzi sono ben contenta che ci sia (anche con i manga visto che ormai arriva di tutto), soffro nel non avere il tempo materiale di poter fare tutto, o almeno la metà delle mie priorità. Io poi ho il brutto vizio di iniziare più cose contemporaneaente, per esempio adesso ho in corso un Tales of e un Project zero, perché mi dico che cambiare genere mi tiene più attiva... e invece no, finisco per trovarmi con due cose in sospeso invece di una! La soluzione al massimo sono quei giochini da pochi euro e da due ore al massimo che davvero danno uno stacco (solo che lì la domanda che mi sorge spesso è "ma era davvero necessario comprarlo?").
In sostanza qui il problema sono gli anni che avanzano, l'obiettivo ormai è arrivare alla pensione per avere tempo di fare tutto (ma manco da pensionata ce la farei).
Quindi, ragionando dall'ottica dell'industria, il problema è che non c'è un ricambio generazionale? Perché se noi 30/40enni abbiamo il problema del tempo, per i più giovani il problema sembra proprio essere l'essere fagocitati da quei pochissimi titoli.
Mi son chiesta precisamente questo, perché il 30/40enne di tempo ne ha poco, invece teoricamente i giovani ne avrebbero di più?! Se così fosse allora il punto è che appunto non c'è ricambio generazionale, e noi con il nostro poco tempo non riusciamo più a pompare l'industria. Però mi pare troppo fatalista come ipotesi, non so... sarebbe bella un'analisi sociologica e comparativa per capire tutto questo!
Chiaramente non abbiamo i mezzi per approfondire, ma empiricamente sembra essere proprio così. Giovanissimi presenti solo su GTA, Fortnite ed altri battle royale, sportivi e qualche sparatutto multiplayer e totalmente disinteressati dal resto.
Tra i vari giochi installati nel PC ne ho diversi datati o vecchi. Non sono e non mi ritengo un nostalgico dei tempi passati, se sono presenti è perchè non ho avuto modo di giocarli prima, perchè il PC non me lo permetteva (scheda grafica) o semplicemente perchè una volta non ci stava la smania di comprare tutto quello che usciva per provarlo. (anche se credo che tali giochi fossero fatti con più cuore rispetto ai titoli moderni, oggi creati strizzando l'occhio per consenso e per fare grana)
Non ho mai buttato via soldi per l'ultima scheda Grafica o un nuovo PC per giocare e quindi mi sono dovuto accontentare di quello che si aveva. Quando si era più piccoli e NON si era fieri portatori di portafoglio la spesa si limitava a quello che interessava veramente (o veniva regalato dopo infinite suppliche) e lo si giocava fino ad esaurimento mentale. Non si aveva disponibilità di tutto e si apprezzava maggiormente qualsiasi cosa capitasse per mano. Oggi ci sono più titoli e varietà, e inoltre siamo cresciuti diventando autonomi con più disponibilità. Non è più un problema spendere 60 Euro per un nuovo gioco e le scontistiche ci hanno trasformato in accumulatori...Quello che piace lo si prende e prima o poi lo si prova.
L'avvento di Internet inoltre ha dato una svolta e uno strattone ai giochi Single Player, nel senso che ha aperto un mondo verso i giochi di cooperativa con il multiplayer online. Oltre questo ha reso molto più facili le informazioni, perchè un tempo non si conosceva il gameplay (se non per visto da un'amico) e neanche l'eventuale soluzione. Capitava di trovare risposte frequentando i pochi forum.
Questo ti portava a spenderci molto più tempo per risovere spinose questioni e non ti interessava particolarmente la sequenza di gioco giusta ma bastava arrivare in fondo provando tutte le solzuzioni possibili. Oggi invece è tutto alla portata di un click, compresa la diabolica Wiki uscita il giorno dopo. Se malauguratamente aperta ti rende schiavo di quella che è la VIA più BREVE e quella del Miglior modo di Farlo....
Per quanto riguarda i giovani non credo che i costi siano il problema perchè solitamente hanno qualcuno in casa che è interessato quanto loro o che comunque cede alle piagnucolanti richieste mosso a compassione (non entro nel capitolo genitori moderni perchè io non l'ho sono, ma probabilmente causa mia educazione non sarei permissivo, ma molto severo). Se una volta si sperava 1 volta all'anno che Babbo Natale portasse il castello medievale della Lego oggi si spera che porti Fornite come Sufficienza della Verifica di Matematica.
Vedere Giovani menti crescere e plasmarsi non mi rende molto felice sopratutto se si fermano su giochi come Fornite. Diaboliche cuffie e microfono con risate e sproloqui, giochi in cui della testa si usa ben poco e ci si limita a premere tasti e cliccare con il mouse (possibilmente in maniera più veloce degli altri).
Non voglio sminuire il gioco ma c'è strategia per modo di dire...
Se ne te esci che la cosa più importante che hai appreso è il balletto del personaggio siamo alla frutta.
Concludo con Larian nuovamente.
Non sono detrattore ne del titolo ne dello Studio. Li conosco involontariamente da una vita.
Ho giocato pure ai primi titoli come Divine Divinity. Baldur Gate 3 non è brutto gioco, era un gioco
che mancava da tempo. Non mi è piaciuto per come poi è diventato dispersivo e si è perso su stupidate
che voleva l'utenza. Alcune cose saltate e modificate hanno reso l'esperienza a prova di stupido.
(Mi viene in mente il Talento che praticamente "sminchia" il gioco)
Fanno sicuramente bene a rifiutare un Capitolo 4 perchè non sarebbe più la stessa cosa.
Baldur Gate 3 era atteso e hanno saputo con la loro esperienza renderlo piacevole e sfruttare la giusta
finestra di tempo. Fanno bene ad andare avanti per la loro strada è investire sul loro materiale originale perchè ne hanno, slegandosi dal solito mondo conosciuto.
Sputare sul fatto che loro non Licenzieranno a differenza delle altre case, ecco li spero per loro
che non faranno una figuraccia su tali dichiarazioni...
Una volta, complice l'assenza di internet, i giochi avevano un inizio e una fine. Quando il giocatore giungeva alla conclusione, aveva di nuovo tempo libero e procedeva all'acquisto di un nuovo gioco. Se però il gioco non finisce mai, il tempo libero a disposizione rimane sempre quello quindi non è possibile iniziare nuovi giochi e confrontarli tra loro.
Poi sicuramente incide anche la quantità di videogiochi, ma in realtà non ne conosco moltissimi. Posso solo fare un paragone con gli anime in cui noto di seguirne molti meno rispetto ad alcuni anni fa perchè ne escono così tanti di simili (sì isekai, sto guardando voi) che a volte sembra di guardare la stessa serie con personaggi esteticamente diversi visto quanto poche differenze ci sono.
Minecraft è uno di quei giochi che potrei giocare per sempre... se non fosse che la visuale in prima persona mi fa girare la testa. Peccato...
Mi piace cambiare genere abbastanza spesso e provare un po' di tutto, mi piace lanciarmi su giochi/film/serie guardando solo la copertina o dopo aver visto poco o nulla perché non avere idea di cosa aspettarmi è uno degli aspetti che mi motivano di più nel proseguire. Se poi un titolo mi conquista, ottimo, lo approfondisco finché non mi stufo altrimenti quando la scintilla si affievolisce lo lascio lì, in attesa, nella speranza di portarlo a termine per un qualche senso di completezza o per una ritrovata voglia... oppure finisce che lo cancello per fare spazio ad altro XD
Con questo approccio mi sono trovato a superare il centinaio di ore su diversi giochi, a finirne al 100% meno di quanti avrei voluto e ad averne provati tanti. La crescita ha dilatato i tempi, ma non variato lo stile e... boh, chissà, il futuro è bello perché incerto, magari finirò per appiattirmi su un solo genere o su un paio di titoli ma ora come ora una visione del genere mi appare limitante, molto distante da me.
Non mi trovo a pieno con la statistica sulle persone giovani. Nella mia esperienza è vero che si attaccano ad uno-due titoli fino allo sfinimento (in genere Fortnite per giocare con gli amici) però su cellulare cambiano molto spesso e sono ben contenti di buttarsi a capofitto [cit.] sull'ultimo titolone di turno.
Penso che il problema grosso generato dai cataloghi infiniti non sia tanto il rifugiarsi nella comfort zone o la mancata voglia di esplorare quanto una grossa difficoltà nel saper come cercare/filtrare le informazioni. Questo sia per i giochi che per contesti più importanti.
Per i giovani (e non solo) è più facile seguire il consiglio dell'influencer simpatico di turno* che non capire e provare perché il tutto-e-subito non è una comodità ma l'unica strada che conoscono. Se per le generazioni precedenti la seconda pagina di Google era un mondo mai visto, per le nuove lo è già il terzo-quarto risultato della prima pagina.
*il quale consiglierà per lo più titoli molto famosi perché sono i nomi che macinano più numeri.
Le industrie dovrebbero pensare ad abusare meno delle strategie accalappia-ludopatici e pensare a metodi migliori per limitare i costi invece che spingere freneticamente verso il "di più" perché, a mio avviso, sostenibilità e calma sono ciò di cui il mondo ha più bisogno in questo momento.
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