legata all'animazione: alcuni show non vengono del tutto creati negli USA
legata all'animazione: alcuni show non vengono del tutto creati negli USA
Praticamente hanno gli stessi problemi dell'animazione Giapponese(anche sé per motivi diversi), dove molti anime giapponesi praticamente vengono (quasi interamente) realizzati in Cina in subappalto e non in Giappone.
non ho capito cosa hanno da lamentarsi
stanno vivendo il sogno americano dove il profitto viene prima di tutto
e chi appalta lo fa per avere più introiti
e non mi sembra che gli americani stiano votando per far cambiare le cose anzi
Bene che vengano implementate queste misure, ma tornare indietro credo sia ormai impossibile. Lasciamo stare le produzioni televisive, praticamente da sempre fatte in Asia (per il tradizionale) o Canada (per vettoriale o 3D).
La maggior parte dei grossi studi cinematografici, come quelli di Warner Bros., Paramount o Nickelodeon, affidano l'intera animazione a case terze (anche qui, Asia per il 2D, Canada o Francia per il 3D).
Le principali eccezioni sono:
- Sony Pictures Animation, la cui maggioranza dei film è animata dalla "sorella" Sony Pictures Imageworks...che è in Canada.
- Illumination, i cui film sono tutti animati dalla controllata Illumination Studios Paris...idovinate dov'è.
- DreamWorks Animation...ma che dopo l'acquisizione da parte di Universal ha iniziato un processo di esternalizzazione a studi terzi, interamente (Capitan Mutanda, Orion, Dog Man) o in parte (Il Robot Selvaggio era stato annunciato come l'ultima produzione interamente in-house).
- Walt Disney Animation Studios...ma che nel 2022 ha aperto una sede in Canada per le serie Disney+, ora riarrangiata per dare supporto ai lungometraggi (comunque animati principalmente in California...per ora).
L'unico studio che realizza l'intera animazione negli Stati Uniti è rimasto Pixar (ma quanto durerà? Per Elio si parla di 300 milioni...).
A parte Disney, Pixar e DreamWorks, tutti gli altri dovrebbero creare nuovi studi e rivedere completamente le loro meccaniche produttive ormai usate da più di 20 anni. Non penso sia possibile.
La situazione del Giappone invece è un po' diversa. Lì il problema non è tanto l'esternalizzazione fuori dal paese per questione di costi, ma proprio il subappalto in sé. La maggior parte dell'outsourcing avviene comunque all'interno dello stesso Giappone, e la necessità di affidare lavoro a studi cinesi o sud coreani (ai quali comunque si cerca di affidare fasi minori, come in-between animation e clean-up) deriva proprio dalla mancanza di manodopera all'interno del paese stesso.
L'unica vera eccezione come sappiamo è Kyoto Animation, che ha giusto un paio di studi fidati a cui subappalta processi minori, tenendo i principali come la key animation interamente interni.
Quindi la situazione è più o meno questa:
Studio statunitense -> appalta il lavoro ad 1 o 2 studi (terzi o controllati) principalmente tra Canada e Francia.
Studio giapponese -> fa parte del lavoro internamente e ne subappalta altro a decine di studi esterni principalmente tra Giappone stesso, Cina e Corea del Sud.
non ho capito cosa hanno da lamentarsi
stanno vivendo il sogno americano dove il profitto viene prima di tutto
e chi appalta lo fa per avere più introiti
e non mi sembra che gli americani stiano votando per far cambiare le cose anzi
Eh si, non perchè altrove si possono pagare gli animatori a 2 lire bucate all'ora...Se fanno prodotti scadenti e logico, tale risultato
Sì poi qua bisognerebbe fare una distinzione tra i classici e i direct-to-video della DisneyToon (Giappone e Australia se non erro facevano solo quest'ultimi). Ma è vero che anche per i primi impiegavano sedi estere (Aladdin era fatto per metà in Francia). Poi hanno ricentralizzato la produzione con il passaggio alla CGI, ed ora si sta facendo nuovamente marcia indietro...In compenso, per tutte le altre produzioni hanno sempre avuto studi all'estero. Ai tempi del Rinascimento, quando la produzione di serie, film e quant'altro era alla massima estensione, ne avevano addirittura quattro: in Canada, in Francia, in Australia e in Giappone.
Sì naturalmente la tendenza è quella di esternalizzare sempre di più. Toei è un po' un mondo a parte quando si parla di outsourcing e sedi estere, ma anche lì alla fine si parla di un lavoro di supporto che va a sommarsi a tutto il resto. Semplicemente c'è bisogno di sempre più gente, tra Asia e ora anche Occidente.Sul discorso del Giappone, è vero che in quel caso il problema è la mancanza fisica di manodopera più che il bisogno di contenere i costi, ma non sono sicuro riguardo la parte di limitare l'impegno degli studi esteri. La Toei ha uno studio nelle Filippine che si occupa principalmente di realizzare gli episodi filler di One Piece e il loro lavoro non si limita a fasi minori. Anche la A-1 Pictures ultimamente ha trasferito sempre più lavoro in Cina, soprattutto dopo che nel 2018-2019 un sacco di gente si è licenziata durante la produzione di Sword Art Online - War of the Underworld.
Anch'io ricordo che già nei credits dei cartoni animati di decenni fa si potevano leggere nomi "esotici". Ma probabilmente all'epoca il problema era meno grave perché la catena produttiva riusciva ancora a equilibrare l'offerta lavorativa nazionale.Lo dico senza offesa ma sembra che qui si sia scoperta l'acqua calda. È dagli anni 60 che i cartoni animati americani sono appaltati in Asia a livello di manodopera. Prima era il Giappone a fare i cartoni americani come Transformers, Scooby-Doo e GI Joe. Poi hanno scoperto che la Corea era ancora più economica (infatti lo stesso Giappone appaltava a loro). Perfino la Disney aveva degli studio in Giappone e in Australia per le serie animate e i film direct-to-video degli anni 90-primi 2000.
Gli animatori americani fanno bene a protestare ma in un paese fondato sul principio che il capitalismo è sacro e intoccabile, le loro proteste purtroppo saranno invane. Senza contare che ora ci si mette pure l'intelligenza artificiale con la quale non ci sarà più manco bisogno di appalto.
Non ho capito se ne sei già a conosenza e ironizzavi su quello, ma ha già annunciato dazi del 100% ahah (fonte).Macché incentivi, quelli sono brutti e cattivi. Aspettate che il Messia™ appena eletto applichi il (numero grosso a caso)% di dazi sulle produzioni estere e di sicuro si risolve tutto, senza neanche far sprecare soldi al povero e affamato governo americano.
Sì poi qua bisognerebbe fare una distinzione tra i classici e i direct-to-video della DisneyToon (Giappone e Australia se non erro facevano solo quest'ultimi). Ma è vero che anche per i primi impiegavano sedi estere (Aladdin era fatto per metà in Francia). Poi hanno ricentralizzato la produzione con il passaggio alla CGI, ed ora si sta facendo nuovamente marcia indietro...
In questo grafico si vede l'aumento (o la diminuzione) per i vari paesi (fonte), che rende bene l'idea
Anch'io ricordo che già nei credits dei cartoni animati di decenni fa si potevano leggere nomi "esotici". Ma probabilmente all'epoca il problema era meno grave perché la catena produttiva riusciva ancora a equilibrare l'offerta lavorativa nazionale.
Oggi col progredire delle prestazioni tecniche l'asticella della specializzazione si alza sempre di più, e di conseguenza l'offerta lavorativa si abbassa sempre di più.
La delocalizzazione in questo modo diventa un colpo mortale per le ricadute lavorative interne.
Col progresso dell'automatizzazione poi si ottiene la tempesta perfetta.
Se fanno prodotti scadenti e logico, tale risultato
è costata alla California 338 posti di lavoro diretti,
Ma guarda: lamentano la perdita nazionale in competitività nel settore animazione e per recuperare chiedono l'aiuto dello Stato.
Non sono riusciti a limitare neanche un po' la esternalizzazione in nome del profitto e del libero mercato e i dazi non li aiuteranno con l'avanzare della IA generativa, che impatta anche di più sui dati occupazionali rispetto al live action e paradossalmente potrebbe risucchiare quei soldi che gli arriverebbero se gli incentivi passano.
Serve una legge nazionale che garantisca una percentuale di produzione locale, non soldi e basta, quindi limitare il dissanguamento di posti, che è anche di competenze.
Ma guarda: lamentano la perdita nazionale in competitività nel settore animazione e per recuperare chiedono l'aiuto dello Stato.
Non sono riusciti a limitare neanche un po' la esternalizzazione in nome del profitto e del libero mercato e i dazi non li aiuteranno con l'avanzare della IA generativa, che impatta anche di più sui dati occupazionali rispetto al live action e paradossalmente potrebbe risucchiare quei soldi che gli arriverebbero se gli incentivi passano.
Serve una legge nazionale che garantisca una percentuale di produzione locale, non soldi e basta, quindi limitare il dissanguamento di posti, che è anche di competenze.
E' anche un problema di carattere culturale, per loro, ogni aiuto o incentivo statale e' visto con sospetto , se non con ostilita' tacciando il tutto per socialismo
Quando negli anni Trenta migliaia di americani facevano ore di fila per un piatto di minestra, gli interventi statali del New Deal non furono visti come una disgrazia a priori.
Certo non era la bacchetta magica, e c'era chi tacciava di comunismo anche questo, ma in generale molta gente non aveva tanta voglia di sputarci sopra.
Magari oggi non siamo esattamente come nella Grande Depressione, ma per una serie di contingenze e l'eterogenesi dei fini non siamo neanche agli antipodi.
Ah sì lo so che la loro mentalità ultraluterana li induce a equiparare sussidi o interventi pubblici a un furto se non a un abuso dittatoriale, una cosa "contro natura".conta che negli Stati uniti , perdi il lavoro, perdi tutto, non esistono quei ammortizzatori sociali, che in Europa, anche nei paesi piu liberisti sono presenti, per non parlare della sanita', ormai il capitalismo non e' piu un mezzo per loro, ma una pura ideologia, mascherata da democrazia.
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