Finale che spiazza, mah.
È la cosa più prevedibile della serie, io lo avevo pure già detto ad alcuni miei conoscenti come sarebbe finito un mese fa scommettendo con loro e ci ho preso.
Il finale è deludente e praticamente non risolve nulla della macro trama. Chiaramente Netflix si tiene porte aperte per eventuali sequel e spin-off ma ormai la serie ha già perso il suo smalto.

Finale che spiazza, mah.
È la cosa più prevedibile della serie

Ma infatti, il finale è scontato fin dal momento in cui compare il bambino.

Devo essere sincero: mentre leggevo la vostra recensione, ho percepito un entusiasmo che non riesco a condividere fino in fondo.

È vero, Squid Game 3 tenta di chiudere il cerchio con un messaggio sull’umanità, ma secondo me lo fa in modo fin troppo prevedibile. Il sacrificio finale di Gi-hun sembra più un atto dovuto che un vero colpo di scena. È costruito per farci emozionare, ma senza la profondità o l’imprevedibilità che ha reso grande la prima stagione.

La scena della bambina, il dialogo “non siamo cavalli”... tutto sembra progettato per colpire lo spettatore nel cuore, ma non nella mente. E Squid Game, per me, funzionava proprio quando riusciva a far entrambe le cose: emozionare e spaventare con una critica sociale dura e cinica. Qui invece, sembra che la critica sociale venga messa da parte in favore del melodramma.

L’impressione che ho avuto è che la serie volesse “piacere” a tutti i costi, invece che rischiare come aveva fatto in passato. Un finale che chiude tutto, sì, ma in modo quasi scolastico. E in una serie che parlava di imprevedibilità, questo stona.

Quindi no, per me non è un finale da ricordare, ma una chiusura che gioca sul sicuro. E in un gioco dove il rischio era tutto… è un peccato.

Tenendo conto che la terza stagione va accomunata alla seconda essendo due parti di un intero, si tratta di un eccellente seguito che cerca di portare avanti le tematiche sociali già viste nella prima stagione, utilizzando il medesimo canovaccio, come una sorta di rima che si ripete di una canzone, ma modficandone qui e lì prospettiva o ribaltamento di ruoli per dare quanto basta per un senso di freschezza, ma senza allontanarsi dagli elementi che hanno reso grande la serie originale. Per me i difetti sono per lo più nelle storie di contorno, non gestite bene e lasciate per lo più, ancora, in sospeso e forse lo resteranno per sempre. Detto questo, prodotto eccellente che riesce ad essere all'altezza dell'originale.

a me l'inizio della terza stagione è piaciuto molto, più della seconda. Il problema è la prevedibilità del finale, quando compare la bambina (come nei classici got talent dove si vince di tenerezza) sapevi già che sarebbero morti tutti. Rimaneva solo da capire come, ovvero nel modo più banale possibile, perché hanno fatto di tutto per non premere quel bottone rosso lol, peccato.

Poi va beh, il poliziotto che non capisce una sega stile dora l'esploratrice mi ha fatto molto ridere.

Mi pareva di aver letto che la troncatura sulle parole finali è già stata spiegata dagli autori. Hanno preferito fare così per non scervellarsi troppo a cercare di trovare delle parole adeguate. Come hai scritto tu, ognuno ci vede il significato che vuole.

Che dire? Mi è piaciuta nel complesso ma ho preferito la prima stagione.
Peccato per i personaggi secondari poco approfonditi e per i VIP totalmente insignificanti nella storia.
I giochi sono uno dei pochi aspetti positivi. (tranne il 2° quelli della seconda e terza stagione sono migliorati). Come ha scritto qualcuno era un finale prevedibile appena ha fatto comparsa 222.
Lascia amarezza perchè potevano sviluppare molto meglio. Poca tensione palpabile.

i VIP totalmente insignificanti nella storia.

Ma i VIP non sono mai stati dei personaggi e tantomeno significativi per la storia, sono solo la rappresenzazione di quel 0,1% che ha in mano il mondo e spende soldi per qualcosa di totalmente amorale e come tale si comportano, nella maniera più stereotipata che ci si può aspettare ed è giusto così. Non è impotante chi siano, lì sotto potrebbero esserci Bezos, Musk ecc... Non è importante.

Sono d'accordo su tante cose ma non sul finale che per me è molto amaro.. L’avidità e la disumanità sono radicate così a fondo da contaminare ogni legame, persino tra genitore e figlio. La società non solo ci costringe a scegliere tra sopravvivere e restare umani, ma trasforma ogni slancio di amore in un potenziale sacrificio. Quello finale del protagonista è un gesto nobile, certo. Ma è anche una triste ammissione: l’unico modo per spezzare il ciclo è immolarsi, svanire, eliminarsi dall’equazione in un mondo che rende la bontà un suicidio.

Insomma, tecnicamente impeccabile e tematicamente spietata, anche se è anche vero che più si va avanti, più sembra anche compiacersi del proprio sadismo (come molte opere coreane del resto).

Ottima recensione ma non mi attira