ma perchè in Italia no, il manga è pluripremiato, non è un salto nel buio, è uno degli sol più belli in assoluto, boh...
Natsumi è uguale!!!
Il problema è la piattaforma: spiace dirlo, ma nella stragrande maggioranza delle persone streaming è sinonimo di Netflix e lì non è affatto raro trovare drama coreani, spesso nemmeno doppiati, finire nella top 10, come accaduto con il recente Bon appetit Maestà, ma anche il recentissomo Dynamite Kiss (almeno nella sua prima settimana). Poi, certo, il pubblico generalista lo acchiappi con i prodotti più "accessibili" e con meno peculiarità tipiche dei prodotti soliti di quei paesi. Su Prime video, vado a memoria, finirono nella top 10 Il Gioco della Morte e, soprattutto, Vuoi Sposare Mio Marito? per diverso tempo, quindi c'è sicuramente ricezione verso un certo prodotto in diversi casi. Comunque ciò che finisce nel catalogo di un determinato paese non è sempre colpa di quel che tira in quella determinata area, ma avolta anche da accordi preesistenti. Comunque per dire, quest'anno ho notato che sono fioccati diversi titoli coreani e non solo, tra film e serie, sul catalogo prime, quindi non penso ci sia una chiusura della filiale italiana della piattaforma.La NHK produce un sacco di serie e miniserie bellissime, con un'attenzione e una ricercatezza che molto spesso tra l'altro vengono premiate (sia in termini di ascolti che di riconoscimenti critici ufficiali).
Ha anche iniziato a diffondere le proprie serie in streaming su Prime Video sia in Giappone che all'estero, ad esempio in Inghilterra sono visibili.
Purtroppo per il momento l'Italia non è inclusa in questo elenco di Paesi, e io temo che questa esclusione possa un po' essere anche 'colpa nostra'; nel senso che i Paesi di lingua inglese come USA e UK sono ormai da decenni molto aperti e ricettivi nei confronti dei drama nipponici (di qualunque sorta e genere), ogniqualvolta lì arriva un titolo in streaming trova una fanbase pronta ad accoglierlo, idem in Francia e Germania.
In Italia non è (ancora?) esattamente così, anzi temo che il divario in questo senso rimanga a tutt'oggi di un certo tipo. Molti titoli che oggi arrivano in streaming in Italia, se non si chiamano Alice in Borderland o Squid Game, faticano a trovare il loro spazio, o magari impiegano 100 volte tanto il tempo di uno Squid, e non certo perché non siano meritevoli.
Non so se ci arriveremo mai, verso una ricezione più attiva, ma da parte mia sia come fruitrice sia come staffer non smetterò di fare promozione e divulgazione, perché penso che in primo luogo l'interesse e la curiosità passino averso la conoscenza e la presa di coscienza. Poi, pian piano, si può aver fiducia che arrivi anche il resto ^^
Il problema è la piattaforma: spiace dirlo, ma nella stragrande maggioranza delle persone streaming è sinonimo di Netflix e lì non è affatto raro trovare drama coreani, spesso nemmeno doppiati, finire nella top 10, come accaduto con il recente Bon appetit Maestà, ma anche il recentissomo Dynamite Kiss (almeno nella sua prima settimana). Poi, certo, il pubblico generalista lo acchiappi con i prodotti più "accessibili" e con meno peculiarità tipiche dei prodotti soliti di quei paesi. Su Prime video, vado a memoria, finirono nella top 10 Il Gioco della Morte e, soprattutto, Vuoi Sposare Mio Marito? per diverso tempo, quindi c'è sicuramente ricezione verso un certo prodotto in diversi casi. Comunque ciò che finisce nel catalogo di un determinato paese non è sempre colpa di quel che tira in quella determinata area, ma avolta anche da accordi preesistenti. Comunque per dire, quest'anno ho notato che sono fioccati diversi titoli coreani e non solo, tra film e serie, sul catalogo prime, quindi non penso ci sia una chiusura della filiale italiana della piattaforma.La NHK produce un sacco di serie e miniserie bellissime, con un'attenzione e una ricercatezza che molto spesso tra l'altro vengono premiate (sia in termini di ascolti che di riconoscimenti critici ufficiali).
Ha anche iniziato a diffondere le proprie serie in streaming su Prime Video sia in Giappone che all'estero, ad esempio in Inghilterra sono visibili.
Purtroppo per il momento l'Italia non è inclusa in questo elenco di Paesi, e io temo che questa esclusione possa un po' essere anche 'colpa nostra'; nel senso che i Paesi di lingua inglese come USA e UK sono ormai da decenni molto aperti e ricettivi nei confronti dei drama nipponici (di qualunque sorta e genere), ogniqualvolta lì arriva un titolo in streaming trova una fanbase pronta ad accoglierlo, idem in Francia e Germania.
In Italia non è (ancora?) esattamente così, anzi temo che il divario in questo senso rimanga a tutt'oggi di un certo tipo. Molti titoli che oggi arrivano in streaming in Italia, se non si chiamano Alice in Borderland o Squid Game, faticano a trovare il loro spazio, o magari impiegano 100 volte tanto il tempo di uno Squid, e non certo perché non siano meritevoli.
Non so se ci arriveremo mai, verso una ricezione più attiva, ma da parte mia sia come fruitrice sia come staffer non smetterò di fare promozione e divulgazione, perché penso che in primo luogo l'interesse e la curiosità passino averso la conoscenza e la presa di coscienza. Poi, pian piano, si può aver fiducia che arrivi anche il resto ^^
Spesso doppiati è un parolone, ma si, rispetto ad anni fa, c'è una percentuale in aumento, per quanto l'Italia resti sempre nel fanalino di coda, visto che spesso e volentieri, per ragioni ignote, viene esclusa a differenza della Germania. Se poi penso che su Disney+ l'ultima cosa doppiata è stata Gangnam B Side (e secondo me per un errore), mi sale un nervoso. In ogni caso il mio discorso resta il medesimo, perché a conti fatti, l'unica piattaforma, nel nostro paese che, benché a singhiozzo, che si impegna ad una distribuzione capillare e con localizzazione completa, lo fa solo Netflix, che gli altri che seguono a rilento, se lo fanno e su Netflix trovi tra i più disparati prodotti nipponici, cinesi, taiwanesi, filippini, thailandesi ecc... che nelle altre piattaforme. Io stesso sto seguendo settimanalmente The Golden Egg su Netflix, tanto per dire.
Sappiamo bene che i prodotti coreani già arrivano, spesso anche doppiati, sia su Netflix che su Prime; tuttavia nella notizia e nel mio commento ci si riferisce strettamente a titoli giapponesi, in questo caso prodotti da NHK. Che sinora, salvo novità, su suolo italiano non ha fatto approdare alcunché a differenza di altre nazioni europee; mi pare evidente quindi una assenza di accordo e/o di interesse pratico in tal senso.
Spesso doppiati è un parolone, ma si, rispetto ad anni fa, c'è una percentuale in aumento, per quanto l'Italia resti sempre nel fanalino di coda, visto che spesso e volentieri, per ragioni ignote, viene esclusa a differenza della Germania. Se poi penso che su Disney+ l'ultima cosa doppiata è stata Gangnam B Side (e secondo me per un errore), mi sale un nervoso. In ogni caso il mio discorso resta il medesimo, perché a conti fatti, l'unica piattaforma, nel nostro paese che, benché a singhiozzo, che si impegna ad una distribuzione capillare e con localizzazione completa, lo fa solo Netflix, che gli altri che seguono a rilento, se lo fanno e su Netflix trovi tra i più disparati prodotti nipponici, cinesi, taiwanesi, filippini, thailandesi ecc... che nelle altre piattaforme. Io stesso sto seguendo settimanalmente The Golden Egg su Netflix, tanto per dire.
Sappiamo bene che i prodotti coreani già arrivano, spesso anche doppiati, sia su Netflix che su Prime; tuttavia nella notizia e nel mio commento ci si riferisce strettamente a titoli giapponesi, in questo caso prodotti da NHK. Che sinora, salvo novità, su suolo italiano non ha fatto approdare alcunché a differenza di altre nazioni europee; mi pare evidente quindi una assenza di accordo e/o di interesse pratico in tal senso.
Il mio discorso verdeva a "smentire", molto parzialmente, che tali prodotti non penetrino nel nostro paese a livello di audience, mentre invece lo fanno in alcuni casi, solo che, come detto, la piattaforma fa il 90% del lavoro. Poi, che nelle alte sfere della filiale italiana della piattaforma se ne renda conto o meno è un altro discorso e anche qui volevo mostrare come Prime Video, nel suo piccolo, si sia aperta molto più che in passato alle produzioni di quell'area geografica, ma che non sfiora minimamente l'impegno di Netflix in tal senso nell'offrire un catalogo più ricco di quell'area geografica. In soldoni, non penso che prodotto X non arrivi nel paese Y (Italia) solo per sfiducia verso l'utenza locale, ma potrebbe esserci mancati accordi preesistenti. E' una mia ipotesi, poi magari sbaglio.
Per me il punto che volevo "confutare", diciamo, era la presunta impenetrabilità dei prodotti nipponici (e più in generale asiatici) nell'audience italiana, riportandoti esempi che vanno oltre i più main stream Alice in Borderland o Squid Game, così come volevo confutare che le piattaforme nelle filiali italiane (Prime Video e Netflix in primis) non si siano aperte a questo mercato, perché mi pareva di aver colto che sostenevi una certa chiusura commerciale da parte delle suddette perché non c'è pubblico interessato, che non è del tutto falso, ma volevo, ripeto, confutare che il pubblico c'è ed è anche in grado di portare nelle top settimanali della piattaforma titoli che, in altri tempi, non si sarebbero visti nemmeno con il cannocchiale, sia la volontà (per quanto andrebbero fatti ulteriori passi avanti) da parte delle piattaforme di metterci comunque un po' di impegno nel far arrivare anche nella solita asfiticca italia, titoli di quell'area geografica. Detto questo, di base sono d'accordo, ma dipingo semplicemente una situazione meno tragica, a livello generale.Spesso doppiati è un parolone, ma si, rispetto ad anni fa, c'è una percentuale in aumento, per quanto l'Italia resti sempre nel fanalino di coda, visto che spesso e volentieri, per ragioni ignote, viene esclusa a differenza della Germania. Se poi penso che su Disney+ l'ultima cosa doppiata è stata Gangnam B Side (e secondo me per un errore), mi sale un nervoso. In ogni caso il mio discorso resta il medesimo, perché a conti fatti, l'unica piattaforma, nel nostro paese che, benché a singhiozzo, che si impegna ad una distribuzione capillare e con localizzazione completa, lo fa solo Netflix, che gli altri che seguono a rilento, se lo fanno e su Netflix trovi tra i più disparati prodotti nipponici, cinesi, taiwanesi, filippini, thailandesi ecc... che nelle altre piattaforme. Io stesso sto seguendo settimanalmente The Golden Egg su Netflix, tanto per dire.
Sappiamo bene che i prodotti coreani già arrivano, spesso anche doppiati, sia su Netflix che su Prime; tuttavia nella notizia e nel mio commento ci si riferisce strettamente a titoli giapponesi, in questo caso prodotti da NHK. Che sinora, salvo novità, su suolo italiano non ha fatto approdare alcunché a differenza di altre nazioni europee; mi pare evidente quindi una assenza di accordo e/o di interesse pratico in tal senso.
Il mio discorso verdeva a "smentire", molto parzialmente, che tali prodotti non penetrino nel nostro paese a livello di audience, mentre invece lo fanno in alcuni casi, solo che, come detto, la piattaforma fa il 90% del lavoro. Poi, che nelle alte sfere della filiale italiana della piattaforma se ne renda conto o meno è un altro discorso e anche qui volevo mostrare come Prime Video, nel suo piccolo, si sia aperta molto più che in passato alle produzioni di quell'area geografica, ma che non sfiora minimamente l'impegno di Netflix in tal senso nell'offrire un catalogo più ricco di quell'area geografica. In soldoni, non penso che prodotto X non arrivi nel paese Y (Italia) solo per sfiducia verso l'utenza locale, ma potrebbe esserci mancati accordi preesistenti. E' una mia ipotesi, poi magari sbaglio.
L'hai detto tu stesso, L'Italia è fanalino di coda, che è precisamente quello che intendevo io sopra in termini di ricettività del prodotto. Qui non si intende mettere in discussione l'impegno e la capillarità profusi da Netflix (che, se negli anni passati distribuiva solo titoli dell'emittente giappa TBS, ora invece ha un calendario di produzioni proprie e ha iniziato a distribuire anche titoli di altre emittenti nipponiche, seppure molto a singhiozzo), bensì soltanto affermare che, nel caso dei prodotti di NHK, non si può dire che non ci sia interesse o volontà da parte dei giapponesi a distribuire il prodotto all'estero, vista la presenza di una collaborazione attiva e fattiva con Prime Video, sia per il Giappone che per l'Occidente. Purtroppo però noi come Italia in quell'Occidente non ci siamo, è un dato di fatto, che di certo dietro ha delle motivazioni.
Tutto questo cambierà? Non lo so, io me lo auguro perché più prodotti giapponesi arrivano, su più piattaforme possibili, e più c'è modo di diffonderne "il verbo", per così dire.
Per me il punto che volevo "confutare", diciamo, era la presunta impenetrabilità dei prodotti nipponici (e più in generale asiatici) nell'audience italiana, riportandoti esempi che vanno oltre i più main stream Alice in Borderland o Squid Game, così come volevo confutare che le piattaforme nelle filiali italiane (Prime Video e Netflix in primis) non si siano aperte a questo mercato, perché mi pareva di aver colto che sostenevi una certa chiusura commerciale da parte delle suddette perché non c'è pubblico interessato, che non è del tutto falso, ma volevo, ripeto, confutare che il pubblico c'è ed è anche in grado di portare nelle top settimanali della piattaforma titoli che, in altri tempi, non si sarebbero visti nemmeno con il cannocchiale, sia la volontà (per quanto andrebbero fatti ulteriori passi avanti) da parte delle piattaforme di metterci comunque un po' di impegno nel far arrivare anche nella solita asfiticca italia, titoli di quell'area geografica. Detto questo, di base sono d'accordo, ma dipingo semplicemente una situazione meno tragica, a livello generale.Spesso doppiati è un parolone, ma si, rispetto ad anni fa, c'è una percentuale in aumento, per quanto l'Italia resti sempre nel fanalino di coda, visto che spesso e volentieri, per ragioni ignote, viene esclusa a differenza della Germania. Se poi penso che su Disney+ l'ultima cosa doppiata è stata Gangnam B Side (e secondo me per un errore), mi sale un nervoso. In ogni caso il mio discorso resta il medesimo, perché a conti fatti, l'unica piattaforma, nel nostro paese che, benché a singhiozzo, che si impegna ad una distribuzione capillare e con localizzazione completa, lo fa solo Netflix, che gli altri che seguono a rilento, se lo fanno e su Netflix trovi tra i più disparati prodotti nipponici, cinesi, taiwanesi, filippini, thailandesi ecc... che nelle altre piattaforme. Io stesso sto seguendo settimanalmente The Golden Egg su Netflix, tanto per dire.
Sappiamo bene che i prodotti coreani già arrivano, spesso anche doppiati, sia su Netflix che su Prime; tuttavia nella notizia e nel mio commento ci si riferisce strettamente a titoli giapponesi, in questo caso prodotti da NHK. Che sinora, salvo novità, su suolo italiano non ha fatto approdare alcunché a differenza di altre nazioni europee; mi pare evidente quindi una assenza di accordo e/o di interesse pratico in tal senso.
Il mio discorso verdeva a "smentire", molto parzialmente, che tali prodotti non penetrino nel nostro paese a livello di audience, mentre invece lo fanno in alcuni casi, solo che, come detto, la piattaforma fa il 90% del lavoro. Poi, che nelle alte sfere della filiale italiana della piattaforma se ne renda conto o meno è un altro discorso e anche qui volevo mostrare come Prime Video, nel suo piccolo, si sia aperta molto più che in passato alle produzioni di quell'area geografica, ma che non sfiora minimamente l'impegno di Netflix in tal senso nell'offrire un catalogo più ricco di quell'area geografica. In soldoni, non penso che prodotto X non arrivi nel paese Y (Italia) solo per sfiducia verso l'utenza locale, ma potrebbe esserci mancati accordi preesistenti. E' una mia ipotesi, poi magari sbaglio.
L'hai detto tu stesso, L'Italia è fanalino di coda, che è precisamente quello che intendevo io sopra in termini di ricettività del prodotto. Qui non si intende mettere in discussione l'impegno e la capillarità profusi da Netflix (che, se negli anni passati distribuiva solo titoli dell'emittente giappa TBS, ora invece ha un calendario di produzioni proprie e ha iniziato a distribuire anche titoli di altre emittenti nipponiche, seppure molto a singhiozzo), bensì soltanto affermare che, nel caso dei prodotti di NHK, non si può dire che non ci sia interesse o volontà da parte dei giapponesi a distribuire il prodotto all'estero, vista la presenza di una collaborazione attiva e fattiva con Prime Video, sia per il Giappone che per l'Occidente. Purtroppo però noi come Italia in quell'Occidente non ci siamo, è un dato di fatto, che di certo dietro ha delle motivazioni.
Tutto questo cambierà? Non lo so, io me lo auguro perché più prodotti giapponesi arrivano, su più piattaforme possibili, e più c'è modo di diffonderne "il verbo", per così dire.
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