Tatami Galaxy è una grandissima opera, e ci sarebbe molto da dire su di essa oltre a quello scritto nella recensione.
Una cosa però: in realtà la visione dell'opera non è del tutto fatalista, in quanto il protagonista, come scritto, "ha sempre quell'opportunità appesa di fronte a se".
riesce a cogliere, riuscendo a elevarsi dalla sua condizione, cosa che di certo non è compatibile con qualcosa di simile al ciclo dei vinti di verghiana memoria.
Quindi appare più come un'opera di formazione, con un protagonista incamminato verso "l'otakuizzazione" sempre più spinta (nel senso negativo del termine), dove uno dei messaggi è che "a volte la soluzione per questa spirale decadente è semplice e a portata di mano" (che forse può apparire un po' banale, ma infondo non è infrequente che il messaggio di un'opera di formazione lo sia, in quanto l'importante è il come ci si arriva).
@Meganoide. Concordo. Il fatalismo di cui parlo sta nel fatto che mi è parso di cogliere nell'autore la convinzione che il percorso di ogni uomo è tracciato a priori ed ogni tentativo atto ad allontanarsi da esso porta inevitabilmente al fallimento. Il protagonista nutre delle aspettative diverse rispetto a ciò che il fato ha deciso per lui e quando cerca di realizzarle finisce per andare incontro al disastro. Come detto mi ricorda molto il pensiero di Verga: anche i malavoglia se ricordi finisce più o meno così. Rispetto allo scrittore nostrano però c'è meno pessimismo: se si prende coscienza di sé e si accetta il percorso che ci è stato assegnato è possibile essere felici. Ed è questo ciò che accade al protagonista. Ma l'avevo detto in recensione mi pare
Visto anch'io The Tatami Galaxy, è veramente un capolavoro, condivido in pieno la recensione e il voto, un anime che ha saputo farmi riflettere molto e che si colloca di diritto nella mia top 10!
Tatami Galaxy mi ha emozionata tantissimo, la metafora dell'essere rinchiusi "nel nostro tatami da quattro piazze e mezzo" è qualcosa di geniale. Io lo ritengo un capolavoro, ma ammetto che ci sono ben pochi lavori del maestro Yuasa che non definirei capolavori. Uno di quegli anime che mi rimarrà impresso negli anni per la sua particolarità e bellezza.
Tre su tre! Che dire su Tatami Galaxy che non sia già stato detto!? Davvero un'opera da vedere, ricca di significato ed eseguita alla perfezione. Kikumana è uno dei primi corti di Yoshiura e, per quanto la sua durata sia esigua, riesce a mostrare l'abilità del regista che troverà conferma in Time of Eve La seconda stagione di TWGOK funziona da ponte fra una prima stagione media/sufficiente e la terza stagione,che personalmente ritengo la migliore della serie, per cui mi trovo d'accordo col recensore.
Complimenti a tutti e tre ma in particolare a "npepataecozz" per la sua recensione...mi ha conquistata e credo che prossimamente mi vedrò the tatami galaxy
Voti meritatissimi sia per Tatami Galaxy(seriamente, è geniale) e The world god only knows 2(delle tre è la mia preferita, Yokkyun, non ho altro da aggiungere, solo Yokkyun)
Innanzitutto ringrazio per aver scelto una mia recensione. Non conosco gli altri sue titoli, ma ho trovato entrambe le recensioni molto interessanti. Per quanto riguarda The world god only knows 2... Personalmente mi è piaciuto molto. Concordo sul fatto che si tratta di un ponte verso la terza stagione e, allo stesso tempo, dico che, per essere veramente completa, questa bellissima serie avrebbe bisogno di un ultima saga, quella finale.
@Kamivan ahahaha come non amare Yokkyun (ma Chihiro rimane la migliore!)
@Meganoide. Concordo. Il fatalismo di cui parlo sta nel fatto che mi è parso di cogliere nell'autore la convinzione che il percorso di ogni uomo è tracciato a priori ed ogni tentativo atto ad allontanarsi da esso porta inevitabilmente al fallimento. Il protagonista nutre delle aspettative diverse rispetto a ciò che il fato ha deciso per lui e quando cerca di realizzarle finisce per andare incontro al disastro. Come detto mi ricorda molto il pensiero di Verga: anche i malavoglia se ricordi finisce più o meno così. Rispetto allo scrittore nostrano però c'è meno pessimismo: se si prende coscienza di sé e si accetta il percorso che ci è stato assegnato è possibile essere felici. Ed è questo ciò che accade al protagonista. Ma l'avevo detto in recensione mi pare
Si, ma prima di mettere il paragone, il che potrebbe fuorviare (ma è una mera questione di ordine) Comunque apprezzo un tentativo di paragone con la cultura nostrana, anche se, giustamente, paragoni fra movimenti culturali molto diversi e senza nessun contatto fra di loro vanno sempre fatti con le giuste cautele e senza spingersi troppo oltre.
Poi questa è una di quelle opere che hanno un certo gradi di correlazione con il loro substrato culturale (in particolare della subcultura otaku), quindi non è un'opera di immediata comprensione.
È palese in avvenimenti come quello della "scelta" che a un certo punto dell'opera il protagonista è chiamato a compiere fra 3 ragazze (non proprio 3, in effetti ) Tale scelta parrebbe incomprensibile per chi è digiuno sulla subcultura sopracitata, ma diventa decisamente più chiara per coloro che hanno una minima padronanza dell'argomento.
@meganoide il paragone con Verga è solo concettuale ovviamente; poi è chiaro che ognuno di essi lo sviluppa tenendo conto della realtà e soprattutto dell'epoca in cui vive. Non bisogna essere necessariamente vicini di casa per esprimere concetti simili, e la storia dell'arte lo dimostra; ma usare Tatamy galaxy o altri per fare un paragone con la mentalità, il pensiero e lo stile di vita italiano è qualcosa che non è mai stato nelle mie intenzioni.
"Si, ma prima di mettere il paragone, il che potrebbe fuorviare (ma è una mera questione di ordine)" Non ho capito che intendi in questo passaggio.
"Si, ma prima di mettere il paragone, il che potrebbe fuorviare (ma è una mera questione di ordine)" Non ho capito che intendi in questo passaggio.
Ah, nulla di che. È solo che, mettendolo a fine rece, rimane più impresso dell'affermazione precedente sul fatto che, bene o male, il protagonista riesce a vincere la sua condizione dopo il percorso intrapreso. Era solo una piccolezza
Ho messo li il paragone perche' anche in Verga quando si capisce e si comincia a piegarsi alla collocazione che il destino ha scelto per l'individuo poi le cose cominciano a girare meglio. C'è da aggiungere che in confronto al pessimismo esistenziale di Verga the tatami galaxy è una commedia, e meno male!
Una cosa però: in realtà la visione dell'opera non è del tutto fatalista, in quanto il protagonista, come scritto, "ha sempre quell'opportunità appesa di fronte a se".
Opportunità che, alla fine,
Quindi appare più come un'opera di formazione, con un protagonista incamminato verso "l'otakuizzazione" sempre più spinta (nel senso negativo del termine), dove uno dei messaggi è che "a volte la soluzione per questa spirale decadente è semplice e a portata di mano" (che forse può apparire un po' banale, ma infondo non è infrequente che il messaggio di un'opera di formazione lo sia, in quanto l'importante è il come ci si arriva).
Uno di quegli anime che mi rimarrà impresso negli anni per la sua particolarità e bellezza.
Che dire su Tatami Galaxy che non sia già stato detto!? Davvero un'opera da vedere, ricca di significato ed eseguita alla perfezione.
Kikumana è uno dei primi corti di Yoshiura e, per quanto la sua durata sia esigua, riesce a mostrare l'abilità del regista che troverà conferma in Time of Eve
La seconda stagione di TWGOK funziona da ponte fra una prima stagione media/sufficiente e la terza stagione,che personalmente ritengo la migliore della serie, per cui mi trovo d'accordo col recensore.
The World God Only Knows II ...
8?
dev'essere uno scherzo
Per quanto riguarda The world god only knows 2... Personalmente mi è piaciuto molto. Concordo sul fatto che si tratta di un ponte verso la terza stagione e, allo stesso tempo, dico che, per essere veramente completa, questa bellissima serie avrebbe bisogno di un ultima saga, quella finale.
@Kamivan
ahahaha come non amare Yokkyun (ma Chihiro rimane la migliore!)
Si, ma prima di mettere il paragone, il che potrebbe fuorviare
Comunque apprezzo un tentativo di paragone con la cultura nostrana, anche se, giustamente, paragoni fra movimenti culturali molto diversi e senza nessun contatto fra di loro vanno sempre fatti con le giuste cautele e senza spingersi troppo oltre.
Poi questa è una di quelle opere che hanno un certo gradi di correlazione con il loro substrato culturale (in particolare della subcultura otaku), quindi non è un'opera di immediata comprensione.
È palese in avvenimenti come quello della "scelta" che a un certo punto dell'opera il protagonista è chiamato a compiere fra 3 ragazze (non proprio 3, in effetti
Tale scelta parrebbe incomprensibile per chi è digiuno sulla subcultura sopracitata, ma diventa decisamente più chiara per coloro che hanno una minima padronanza dell'argomento.
"Si, ma prima di mettere il paragone, il che potrebbe fuorviare (ma è una mera questione di ordine)"
Non ho capito che intendi in questo passaggio.
Ah, nulla di che.
È solo che, mettendolo a fine rece, rimane più impresso dell'affermazione precedente sul fatto che, bene o male, il protagonista riesce a vincere la sua condizione dopo il percorso intrapreso.
Era solo una piccolezza
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