In Giappone con Kotaro - Mostre, eventi, musei 2024 (parte 4)

Street Fighter x Tezuka, Touch, Kinnikuman, Wataru Yoshizumi, Tora-san

di Kotaro

Anche quest'anno, ho passato le vacanze estive in Giappone, facendo un lungo viaggio di addestramento per diventare Re del Karaoke. La strada è ancora lunga e dovrò ancora fare molti viaggi, girare di locale in locale sfidando (e perdendo miseramente) cinquantenni che sembrano persone normalissime ma in realtà fanno voice training per cantare alla perfezione la canzone del film di Gundam Seed appena uscito, ma non demordo.
Nel frattempo, ho avuto modo di vedere diverse mostre su manga/anime (non tutte quelle che mi ero prefissato, causa prenotazione online impossibile da fare, ma ne sono spuntate altre mille non prevenivate nel frattempo!), visitare musei a tema e partecipare a eventi interessanti, perciò eccovi qui il consueto report, diviso in più parti vista l'elevata quantità di contenuti (e dire che mi sembrava pure di aver fatto meno cose rispetto allo scorso anno...).
Quarta e ultima (per ora, che quando leggerete queste righe sarò già partito per il viaggio estate 2025 e avrò già accumulato altre cose da raccontarvi in futuro...) parte nella quale si ritorna a Tokyo, con una piccola puntatina a Shizuoka.

TOKYO - MOSTRA DI STREET FIGHTER X OSAMU TEZUKA

Nel 2023, sono andato a trovare un amico a Takarazuka, nella prefettura di Hyogo, ma sono arrivato molto in anticipo all'appuntamento, perciò, oltre ad essermi fatto un bagno in una delle migliori terme mai trovate in Giappone, sono anche andato a vedere il museo dedicato a Osamu Tezuka. All'interno, fra le altre cose, ho trovato anche qualcosa di inaspettato: una mostra dedicata a Street Fighter. Cosa c'entra con Osamu Tezuka? In realtà, nulla, se non per il fatto che nell'ultimo paio d'anni c'è stata una collaborazione fra Street Fighter e Tezuka consistente in una serie di illustrazioni collaborative, crossover e riscritture in stili differenti, fra i combattenti di Capcom e i personaggi del Dio dei Manga. Nulla di speciale, ma da fan di Street Fighter ho apprezzato tantissimo poter vedere in mostra diversi artwork.

 

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Sorpresa sorpresa, la mostra è tornata a Tokyo fra il luglio e il novembre 2024 in un formato differente, quindi ne ho approfittato per vedere anche questo "secondo round", fortunatamente un po' diverso da quello di Takarazuka. Innanzitutto il setting: la mostra si è tenuta al Tokiwaso, storico museo che riproduce la pensione in cui Tezuka, Shotaro Ishinomori, il duo Fujiko Fujio e altri pionieri dei manga convivevano e lavoravano insieme (ne ho parlato più nel dettaglio qui). Ci ero già stato nel 2023, ma rivederlo con i personaggi di Black Jack o con Ryu e Cammy che fanno capolino nelle varie stanze è stata una bella esperienza. La mostra era piccolina e non c'era molto se non qualche cartonato, artwork, la cronistoria di Street Fighter e una grossa esposizione di giochi e merchandise, ma da fan di Street Fighter ho apprezzato, poi il quartiere del Tokiwaso è proprio carino e mi piace sempre tornarci, quando posso.

TOKYO - MOSTRA DI TOUCH ALLA SEDE DELLA SHOGAKUKAN

Il quartiere di Jinbocho, a Tokyo, è noto per essere la Mecca delle vecchie librerie, ma non tutti sanno che ci sono anche le sedi di due importanti case editrici: Shueisha e Shogakukan.
Alla sede della Shogakukan si può arrivare direttamente dalla stazione della metropolitana, che è persino addobbata a tema, fra poster che annunciano il remake di Ranma 1/2 e due trofei celebrativi che festeggiano il cinquantesimo anniversario di Shounen Sunday e Shounen Magazine, con disegni e firme di Gosho Aoyama, Hiro Mashima, Leiji Matsumoto, Kazuhiro Fujita, Tetsuya Chiba, Mitsuru Adachi, Rumiko Takahashi e molti altri.

 

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Una volta entrati nella hall della Shogakukan (per procedere oltre serve un appuntamento, ma la hall si può visitare liberamente), vi ho trovato due poster che celebravano il sessantacinquesimo anniversario di Shounen Sunday, con firme e disegni dei suoi autori di punta, ma soprattutto una cosa molto bella che è stata fatta la scorsa estate nella hall dell'edificio: una piccola mostra di tavole originali degli autori Shogakukan di punta, che si alternavano di mese in mese. Purtroppo, non abitando stabilmente in Giappone tutto l'anno, non ho potuto vederle tutte, ma fortunatamente ho visto quella dedicata al mio manga preferito: Touch di Mitsuru Adachi.
Una mostra molto piccola, giusto una ventina di tavole. Ma non sono tavole qualunque, sono le tavole del capitolo decisivo della partita finale contro il Sumi, climax della storia, che in originale era composto da tavole a colori. Certo, sono tavole a colori di Adachi, quindi in realtà sono in bianco e nero con qualche pennellata di rosso qua e là, ma è un capitolo importantissimo per la storia, contiene l'illustrazione iconica del lancio decisivo (ancora rimpiango la sua mancanza nell'anime), di cui ho potuto ammirare la tavola originale.
Per chi ha l'edizione italiana uscita negli anni '90, si tratta dell'ultimo capitolo del volume 24, mentre per chi ha la recente Perfect Edition, è il secondo capitolo dell'ultimo volume, per capirci (quant'era bello in chiusura di volume e quant'è invece anticlimatico, buttato lì in un punto a caso del volume, ma è un problema di molti capitoli della Perfect Edition...).

 

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Chi mi conosce, sa quanto io ami Touch, quanto sia stato importante per me, quanto abbia influenzato la mia vita, perciò vedere le tavole originali di quella scena bellissima, lì, in Giappone, nella sede della casa editrice che le ha pubblicate, è stato come un sogno. Mi stupisce che le abbiano buttate lì, nella hall del palazzo, senza nessuno che se ne curasse, ed era possibile persino fotografarle (alle mostre più grandi non si può fare). Poco male, me le sono godute tutte io in santa pace!

TOKYO - POP UP SHOP DI WATARU YOSHIZUMI

In Giappone, non sono rari i "Pop up shop", negozietti temporanei dedicati a questa o a quella serie. L'anno scorso ne ho beccato per caso uno dedicato ai quarant'anni di carriera di Wataru Yoshizumi, che seguo sin dagli anni '90 e di cui ho letto quasi tutte le opere. Si trattava di una piccola stanzetta ad uno dei piano superiori del centro commerciale Marui di Ginza, che è sempre dedicato a mostre e negozi di manga e anime vari (due anni fa, ci hanno fatto la mostra del trentennale di Creamy Mami, mentre in contemporanea con lo shop della Yoshizumi c'erano anche un piccolo shop dedicato a The elusive samurai e una piccola mostra di illustrazioni di Riyoko Ikeda dedicate a Lady Oscar (sorry, ma era vietatissimo fotografarle, quindi niente report).

 

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Ci sono capitato l'ultimo giorno, quindi molti gadget erano ormai sold out, ma era possibile comprare un po' di tutto: cancelleria, portachiavi, acrilici, spille, borsette e borse varie. La cosa più bella, però, erano i molti poster con le illustrazioni a colori appesi alle pareti: da Marmalade Boy a Streghe per amore, da Cuore di menta a Random Walk, da Chitose Etc. a Marmalade Boy Little e via dicendo, con tanto di gigantesco cartonato di Yu e Miki. Non ero particolarmente interessato ai gadget (ho comunque comprato qualche souvenir), ma, circondato da tutte quelle illustrazioni, mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, ai tempi del liceo, e di avere al mio fianco la compagna di banco che mi prestava tutti i manga della Yoshizumi.

TOKYO - MUSEO DI OTOKO WA TSURAI YO

Abbiamo già parlato (qui) di Shibamata, piccolo quartiere al confine tra Tokyo e Chiba sospeso nel tempo, rimasto con la memoria all'era Showa, alla fine degli anni '60. Shibamata fa parte della cosiddetta "shitamachi", la "città bassa" che rappresenta la parte più autentica, antica e tradizionale di Tokyo. Sin dagli anni '60, Shibamata è legata a doppio filo a Otoko wa tsurai yo ("E' dura essere un uomo"), film del 1969 diretto da Yoji Yamada che riscuoterà talmente tanto successo da trasformarsi in una serie di cinquanta film, scolpirsi nella memoria collettiva e nella cultura popolare dei giapponesi e sopravvivere persino alla morte, avvenuta nel 1996, dell'attore protagonista Kiyoshi Atsumi, tanto che il cinquantesimo film Otoko wa tsurai yo: Okaeri, Tora-san ("E' dura essere un uomo: Bentornato a casa, Tora-san"), uscito nel 2019 per festeggiare il cinquantesimo anniversario, è costellato di filmati di repertorio dei film precedenti ma ha comunque riscosso un successo senza precedenti al botteghino giapponese.

 

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Otoko wa tsurai yo è la storia di Torajiro "Tora-san" Kuruma, un uomo scapestrato e bonaccione che ha abbandonato da ragazzo la famiglia in seguito ad un litigio col padre e ora gira il Giappone facendo il piazzista. Nel primo film decide di tornare a casa, a Shibamata, dove i suoi zii gestiscono un locale che vende dolci tradizionali e si prendono cura, dopo la morte del padre, di Sakura, sorella che Tora-san ricordava bambina e invece è adesso una donna in età da marito. Il fratellone si offre di aiutarla con gli incontri a scopo matrimoniale, ma è rozzo e imbranato e non le fa fare bella figura. Fortunatamente, di Sakura è innamorato il buon Hiroshi, che lavora in una fabbrica vicina al locale degli zii, e sarà lui a spuntarla. Nel frattempo, Tora-san si innamora della figlia del sacerdote del tempio, passano del bellissimo tempo insieme, ma non è ricambiato. Decide, perciò, di ripartire, abbandonando famiglia, amici e la sorella appena sposata, per tornare a viaggiare per il Giappone, vendendo cianfrusaglie per strada.
Otoko wa tsurai yo è così: in ogni film Tora-san viaggia qua e là per il Giappone, ma poi torna, combinando guai qua e là, sempre a quella Shibamata che, non lo ammetterà mai, è la sua casa, dalla famiglia con cui litiga sempre ma sotto sotto si vogliono un mondo di bene. In ogni film si innamora di una donna diversa, ma la cosa non va in porto per un motivo o per un altro, perché sono innamorate di un altro, perché hanno un promesso sposo, perché sono indecise e proprio Tora-san le spingerà fra le braccia del loro vero amore...

 

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E' un personaggio amatissimo dai giapponesi, il buon Tora-san: è rozzo, è semplice, ma è buono, farebbe di tutto per la donna che ama, per i suoi amici, per la sua famiglia, anche se nel farlo combinerà mille pasticci. Per i giapponesi è il simbolo di un Giappone che non c'è più, più semplice, più buono, più autentico. Lo stesso Giappone che si può ancora ritrovare a Shibamata, anche se oggi il quartiere se ne approfitta e si è trasformato in un vero e proprio tributo alla serie di film: già la stazione è decorata a tema, appena usciti dalla stazione ci sono due statue, di Tora-san e di Sakura, installate in modo tale che tu possa identificarti con Tora-san che torna a casa e avere Sakura che ti saluta quando torni alla stazione per lasciare Shibamata. Ovviamente, qualsiasi negozio di Shibamata vende souvenir di Tora-san: magliette, portachiavi, addirittura cappottini per cani ricalcati sul costume di Tora-san.

 

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Come se tutto ciò non bastasse, lontano dalla via principale, arroccato con vista sul bellissimo fiume che separa Shibamata da Chiba, c'è anche un grosso complesso museale dedicato a Otoko wa tsurai yo, con due ale. Una, più grande, è dedicata appunto ai film di Tora-san, di cui si possono trovare esposti poster, oggetti di scena, gadget, plastici interattivi che ricostruiscono (con tanto di voci) la storia del personaggio, una ricostruzione del locale degli zii e della fabbrica dove lavora Hiroshi, schemi che riassumono la complessa situazione familiare dei personaggi e fanno l'elenco di tutte le donne di cui Tora-san si è innamorato nei vari film. Soprattutto, un'ampia sezione è dedicata alla ricostruzione della Shibamata degli anni '60, attraverso plastici, oggetti d'epoca e locandine di vecchi film come Viaggio a Tokyo di Yasujiro Ozu. Il museo è un vero e proprio viaggio all'interno di un Giappone Showa ormai lontanissimo, che possiamo rivivere soltanto tramite vecchi film, davvero affascinante.
C'è poi una seconda ala, più piccola, che ospita un museo più generico dedicato al regista, Yoji Yamada, ai mille altri film a cui ha lavorato nel corso della sua lunghissima carriera (ormai è circa novantenne, ma continua a uscire un suo film, di tanto in tanto). Questo piccolo museo è più specifico e meno affascinante, se non si è addentro alle altre opere del regista, in quanto contiene solo poster, copioni, foto di repertorio e oggetti di scena dei vari film, ma non è immersivo come quello dedicato a Otoko wa tsurai yo.
Per concludere il giro, il museo ha anche una caffetteria, che ovviamente ha un menù nostalgico fatto di "flooto" e spaghetti Napolitan. La tranquillità di Shibamata fa sì che anche questo locale sia estremamente silenzioso e tranquillo, è davvero piacevole star lì. Personalmente, poi, vi ho trovato la bibita più buona del mondo: il flooto col té freddo. E' inaccettabile che non lo facciano da altre parti!
Per chi vuole un ricordo tangibile del museo, poi, c'è anche un piccolo shop che vende articoli di cancelleria, dvd, peluche Monciccì (giusto perché non siamo in un posto nostalgico) agghindati come Tora-san.

TOKYO - MUSEO DEI VECCHI GIOCATTOLI

Nella via principale di Shibamata, come se già non fosse abbatanza nostalgica di suo, c'è anche un negozio a due piani chiamato Shibamata Haikara Yokocho, che è un vero e proprio negozio retro.
Il piano terra vende caramelle, dolciumi, giocattoli, cancelleria. E' uno di quei negozi tradizionali, quelli che si vedono spesso quando ci sono protagonisti bambini che vanno a comprare i dolci in questi negozi, solitamente gestiti da vecchiette. Più o meno ogni centro commerciale, in Giappone, ne ha uno, ma questo è particolarmente grande e bello, vuoi perché è inserito nella cornice di Shibamata che già è nostalgica di suo. Ci si possono comprare dolci, articoli di cancelleria, cianfrusaglie a tema anime, ma anche cartoline di personalità dell'era Showa, libri sull'era Showa, ci sono anche vecchi giocattoli esposti, flipper, vecchi videogiochi. Riesce ad essere un posto nostalgico anche per chi non ha direttamente vissuto l'era Showa, ma non è finita qui, perché il piano superiore ospita un piccolo museo dei vecchi giocattoli che è ancora più nostalgico.

 

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Vecchi manga, vecchie riviste, pupazzetti vari, un Famicon, vari vecchi videogiochi, robottoni, modellini, trenini, poster vari. Il museo è piccolo e molto incasinato, sembra di stare in un mercatino dell'usato o in un vecchio magazzino stracolmo di roba sistemata a caso, ma l'atmosfera che si respira è bellissima e vale decisamente una visita!

NUMAZU - MUSEO DI KINNIKUMAN

La città di Numazu, nella prefettura di Shizuoka, nell'ultimo decennio è salita alla ribalta perché è stata teatro di Love Live Sunshine, perciò ancora oggi è tappezzata di tombini decorati, poster, collaborazioni con le nove Aqours, già anche solo all'interno della stazione. I fan di Love Live possono quindi divertirsi a girare per la città e trovare qua e là varie decorazioni con questi personaggi, ma c'è anche un altro elemento di interesse per gli appassionati di anime e manga.
Dall'anno scorso, infatti, vi si può trovare un museo dedicato espressamente a Kinnikuman.

 

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Il supereroe/lottatore creato dal duo Yudetamago nel 1979 l'anno scorso ha festeggiato il suo quarantacinquesimo anniversario in grande stile, con una nuova serie animata (Kinnikuman: Perfect Origin Arc) e una mostra itinerante (ne abbiamo parlato qui), ma come se tutto ciò non bastasse ci hanno aggiunto anche l'apertura di questo museo, che essendo permanente è diventato subito un punto di ritrovo importantissimo per i fan di Kinnikuman. E' stato aperto a Numazu invece che a Tokyo solo perché a Numazu è ambientata una delle saghe della storia, ma la sua collocazione è decisamente suggestiva: all'interno di una tradizionale galleria commerciale, in una cittadina di mare molto carina. L'edificio ha due piani e decisamente si fa riconoscere già dall'esterno, grazie alle pareti decorate coi vari personaggi della serie.
Il piano terra, accessibile gratuitamente, è dedicato ad un enorme shop che vende un sacco di merchandise di Kinnikuman, in particolar modo capi di abbigliamento. Dopo la chiusura dei vari negozi tematici sparsi per il Giappone, che sono stati chiusi nel corso del 2023, questo è rimasto un porto sicuro per chi vuole comprare gadget e vestiti di Kinnikuman. In particolar modo, è possibile trovarvi le varie magliette particolari create in collaborazione con questa o quell'azienda o compagnia di wrestling, che sono piuttosto rare.
C'è poi un piccolo bar che offre cibi e bevande "a tema", statue dei personaggi e installazioni che ricordano scene iconiche della serie e una piccola sala eventi, dove è possibile anche leggere i volumetti del manga e comprare gashapon vari alle macchinette.

 

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Il museo vero e proprio, a cui si accede pagando un biglietto, è al piano superiore e offre statue dei personaggi, tantissime illustrazioni originali del manga, schede dei personaggi, riassunti delle varie saghe, riproduzioni di scene iconiche o di oggetti particolari, vetrinette con esposti figure e gadget vari, photo spot dove è possibile ricreare da sé scene iconiche.

 

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Il Kinnikuman Museum in Numazu è quindi diventato subito un punto di riferimento per i fan della serie, ma anche un posto piacevole dove passare del tempo in famiglia. Era infatti pieno di famiglie con bambini anche molto piccoli, che probabilmente sono stati instradati a Kinnikuman dai loro genitori, ma che sembravano conoscere tutto e divertirsi molto.
C'è, tuttavia, un altro motivo importante per visitare il museo: il suo direttore è Ikuhisa "Minowaman" Minowa, famosissimo lottatore di MMA e wrestler professionista. E' una figura nota a chiunque si intenda anche un po' di arti marziali, in Giappone, e come lottatore di wrestling è stato allenato anche da Satoru "Tiger Mask" Sayama e ha avuto l'occasione di interpretare Tiger Mask V per un evento celebrativo del suo creatore nel 2010.
Più volte al mese, Minowa si reca personalmente al museo per coinvolgere i clienti in vari eventi, come la "ginnastica Choujin", esercizi di riscaldamento e scioglimento muscolare di base da fare in gruppo nella sala eventi. Sono andato apposta in uno dei giorni in cui il direttore presiedeva uno di questi eventi, che è stato molto divertente nella sua semplicità, e ho avuto l'occasione di conoscerlo di persona e parlarci un po', promettendogli che ci tornerò in futuro. Anche perché devo comprarmi la maglietta di Kinnikuman n°999999, e confezioni per un anno delle mie amate unagi pie (un dolce di sfoglia tipico della prefettura di Shizuoka)!
Da Tokyo a Numazu ci vuole un po' col treno, ma ne vale la pena. Kinnikuman in Italia non ha, purtroppo, molti fan, ma se lo avete scoperto con la serie più recente, o con la serie anni '90/2000 che da noi è arrivata in versione censurata col titolo Ultimate Muscle, andare al museo di Numazu può essere una bella esperienza.

 

RINGRAZIAMENTI

Un ringraziamento a Jonathan Lara Zepeda e Maria Brome per la compagnia alla mostra di Street Fighter e per avermi informato della mostra di Touch, a Masashi Katsuragi per la visita al museo di Otoko wa tsurai yo e a Ikuhisa "Minowaman" Minowa per la bella accoglienza ricevuta al museo di Kinnikuman



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