Addio a Kunichika Harada, il guru dei manga sul wrestling

Ci lascia un mito per tutti gli appassionati di wrestling giapponese

di Kotaro

Il 7 maggio 2025 si è spento, all'età di 73 anni e a causa di un attacco cardiaco, il mangaka Kunichika Harada.

Specializzato in manga che trattano di wrestling, il maestro Harada ha lanciato nel 1981 la sua opera più famosa, Puroresu Superstar Retsuden (da qui in poi solo "Retsuden" per comodità), pubblicata sulla rivista Shounen Sunday di Shogakukan fino al 1983, e poi raccolta in 17 volumi.

A curare la sceneggiatura dell'opera è il prolifico guru dei manga sportivi Ikki Kajiwara (Rocky Joe, La stella dei Giants, Tiger Mask, fra gli altri), che all'epoca lavorava, fra le altre cose, anche a Tiger Mask Nisei per una casa editrice concorrente. Pubblicato all'apice della "Golden Age" del wrestling in Giappone, Retsuden si fa portavoce di un nuovo modo di intendere il wrestling: non più uno scontro fra Oriente e Occidente, dove i lottatori giapponesi sono sempre buoni, leali, corretti e amati dal pubblico, e gli stranieri invece sono selvaggi, scorretti, violenti, buzzurri e fischiati. Negli anni '80, le compagnie di wrestling giapponesi pullulavano di lottatori stranieri famosissimi, che recitavano sì il ruolo dei cattivi sul ring, ma erano amatissimi dal pubblico, in alcuni casi anche più dei wrestler giapponesi, grazie a un carisma straordinario. Retsuden racconta tutto questo, dedicando volumi antologici (da un minimo di uno a un massimo di tre) ai maggiori lottatori giapponesi del tempo (Antonio Inoki, Giant Baba, Great Kabuki, Satoru Sayama/Tiger Mask), ma anche e soprattutto agli stranieri: Abdullah The Butcher, i fratelli Funk, Stan Hansen, Hulk Hogan, Bruiser Brody, Mil Mascaras, Ric Flair, Tiger Jeet Singh, André The Giant. Nomi grandissimi, che i fan giapponesi al tempo amavano e che hanno potuto ritrovare in racconti che ne narravano la genesi, le prodezze sul ring, le difficoltà nella vita, sia pure in maniera molto romanzata, esagerata e fantasiosa, come tipico della narrativa di Kajiwara.

Harada illustra queste biografie con uno stile realistico e moderno, che ritrae perfettamente i personaggi reali e mette in scena incontri spettacolari e dalla narrazione pulita e chiarissima. I personaggi non sono tozzi, caricaturali e semplicistici come nei manga di wrestling precedenti, né hanno i fisici esagerati di altri manga coevi o successivi. Sono proprio loro, e i fan sono stati felicissimi di ritrovare in questo manga i propri beniamini, finendo per appassionarsi e per credere a tutte le panzane che Kajiwara inventava sul loro conto, al punto che, nel periodo in cui veniva pubblicata la parte relativa a Satoru Sayama, il manga diventa il terzo titolo più popolare di Shounen Sunday (dopo Lamù e Touch), e perciò questa parte diventa la più lunga dell'opera, finendo raccolta in ben tre volumi.

L'arresto di Ikki Kajiwara in seguito a scandali vari, nel 1983, fa interrompere tutte le sue opere in corso di serializzazione, e fra di esse anche Retsuden, che non risente particolarmente dell'interruzione essendo una serie di storie auto-conclusive. Tuttavia, i destini del prolifico scrittore e del disegnatore si intrecciano ancora nel 1985, quando Harada si occupa di illustrare Otoko no seiza, l'"opera di ritiro" di Kajiwara, nonché sua autobiografia narrata attraverso il rapporto col padre del wrestling giapponese Rikidozan, per Manga Goraku della Nihon Bungeisha. L'opera rimane incompiuta al nono volume a causa della morte per malattia di Kajiwara, avvenuta nel 1987, ma è tutt'oggi considerata una sorta di "Sacro Graal" per gli appassionati dell'autore e del wrestling.

 

Kunichika Harada Opere



Negli anni '80, autore e lettori avevano continuato a condividere il sogno del wrestling attraverso le storie di Retsuden, e Harada ha poi continuato a sognare assieme ai suoi lettori dell'epoca, ormai cresciuti, con la serie Puroresu Jigoku-hen, racconti antologici atti a svelare i retroscena dei campioni e degli incontri più famosi del wrestling nipponico, pubblicati nel corso degli anni 2000/2010 su varie riviste tematiche e poi raccolti in una serie di volumi antologici. A Puroresu Jigoku-hen è legata la serie Kimura, realizzata fra il 2013 e il 2017 in 13 volumi totali. Si tratta di un adattamento a fumetti del romanzo Kimura Masahiko wa naze Rikidozan wo korosanakatta no ka? scritto nel 2011 da Toshinari Masuda, che racconta la biografia di Masahiko Kimura, judoka poi diventato wrestler, e del suo rapporto tormentato con Rikidozan, il padre del puroresu, che culminerà nell'infame match da essi disputato nel 1954.

Gli ultimi due maxi-volumi dell'opera escono nel 2017 con un titolo a parte, Rikidozan Puroresu Jigoku-hen. Si tratta di racconti per un pubblico adulto, ormai perfettamente addentrato nel mondo del wrestling, di cui conosce a menadito atleti, promoter, match, episodi e retroscena perché li ha visti dal vivo più e più volte. Laddove Retsuden era uno shounen e perciò mostrava gli atleti vincere e superare molte avversità in nome del sogno del wrestling, Puroresu Jigoku-hen non lesina di mostrare i lati più oscuri di quel sogno e non risparmia nemmeno il sacro padre del puroresu, che per Ikki Kajiwara era una divinità intoccabile, e qui viene invece visto in maniera più negativa.

Kunichika Harada


Il pubblico degli attuali adulti, cresciuto con la "Golden Age" del wrestling e coi sogni che Retsuden gli aveva regalato, si trova perfettamente a suo agio con queste nuove opere, e Harada continua ad essere considerato un autore importantissimo dai fan del wrestling. Per sua natura, Retsuden non ha mai avuto un adattamento animato (quel furbone di Kajiwara è comunque riuscito a far animare i capitoli di Abdullah The Butcher in Tiger Mask Nisei), perciò è noto solo agli adulti appassionati di wrestling che sono cresciuti negli anni '80, ma i suoi fan continuano ad amarlo in maniera incondizionata, al punto che è uscito in varie versioni nel corso degli anni (bunko, digitale, selezione di storie particolari ripubblicate con titolo differente) e le sue tavole hanno fatto il giro del web, arrivando anche agli occhi degli appassionati di wrestling stranieri, che si sono esaltati nel vedere che esisteva "il manga di Hulk Hogan". Tanto è l'amore che i giapponesi provano per Retsuden che pochi mesi fa, nel 2024, è uscito il volume speciale Puroresu Superstar Retsuden Hiroku, dove l'autore racconta numerosi retroscena sulla creazione della serie.

Kunichika Harada e Kenji Minomo

 
 
Nell'estate 2023, Harada ha partecipato a un mercatino delle pulci a tema wrestling che viene organizzato ogni anno in un magazzino a Koenji, Tokyo. Qui si riuniscono lottatori vecchi e nuovi, autori di manga sul wrestling, illustratori e fan per acquistare magliette, maschere, libri, fumetti e merchandise vario, anche con lotterie che mettono in palio cimeli come manga rarissimi o shikishi. In quell'occasione, Harada ha incontrato i fan e firmato uno shikishi in combo col collega Kenji Minomo, autore di Puroresu Star Wars, manga uscito per Shueisha nello stesso periodo di Retsuden e che utilizzava anche lui lottatori reali ma con uno stile molto differente, più votato all'esagerazione in stile Captain Tsubasa e Kinnikuman.

È stato proprio il sensei Minomo, col quale corrispondo sui social da anni e che avevo già incontrato a un evento simile nel 2020, a presentarmi in quest'occasione il sensei Harada, che nel sentirmi presentare come "un italiano che fa ricerche sui manga di wrestling" mi ha detto "Ma non hai muscoli!", frase alla quale io ho risposto "Eh, sono un ricercatore, non un lottatore...". Oggi è così che voglio ricordarlo, con questo sciocco scambio di battute fra un maestro dei manga amatissimo da tantissimi fan e uno dei due italiani che hanno letto i suoi manga. Molti adulti giapponesi oggi si sono dispiaciuti di non poter più incontrare il maestro Harada, che avrebbe dovuto partecipare anche all'edizione 2025 del mercatino ma ci ha lasciato una decina di giorni prima. Io in confronto ai fan giapponesi cresciuti con Retsuden non sono nessuno, ma l'ho analizzato nella mia tesi di laurea, è stato un argomento di conversazione che mi ha permesso di trovare nuovi amici giapponesi e ho avuto la fortuna di incontrarne l'autore. Lo shikishi che mi ha firmato in combo col sensei Minomo fa bella mostra di sé sulle pareti della mia stanza e oggi lo osservo con uno sguardo un po' più triste, ma anche con molta gratitudine per aver avuto la fortuna di incontrare di persona il maestro, di aver potuto studiare le sue opere che mi hanno guidato verso molte cose della mia vita, anche se sono solo un italiano qualunque senza muscoli.

Riposi in pace, e grazie di tutto, maestro Harada.



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