logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 2
nana86

Episodi visti: 52/52 --- Voto 9
Il romanzo "Les Miserable" di Victor Hugo è stato riadattato in svariati film, serie TV e musical. Alla maggior parte di noi sarà capitato di vederne almeno una versione.

Con "Il cuore di Cosette" arriva la versione anime del celebre romanzo, suddivisa in ben cinquantadue episodi. Per quanto mi riguarda è la migliore versione che abbia mai visto!
La storia è fedelissima al romanzo e i cinquantadue episodi aiutano a rappresentare alla perfezione i vari personaggi, con tutti i loro pregi, difetti, sogni, emozioni e idee. Si ha tutto il tempo per imparare ad amarli o ad odiarli.
Nonostante sia un anime pensato per bambini, spesso anche le scene più cruente non vengono risparmiate e quelle poche modifiche o aggiunte fatte alla storia originale per renderlo adatto ad un pubblico così giovane le condivido a pieno.
Perfino i disegni sono fedelissimi alle illustrazioni del romanzo originale.
E in generale sui disegni nulla da dire... i paesaggi in particolare sono molto ben fatti ed è veramente un piacere gustarsi le rappresentazioni delle campagne, dei paesini e di Parigi della Francia dei primi anni dell' '800.
Siamo su un anime alla "Lady Oscar" per capirci. Anzi, più andavo avanti nella visione, più mi rendevo conto che l'ultimo anime sul genere storico-drammatico che mi fosse piaciuto così tanto prima de "Il Cuore di Cosette" fosse stato proprio "Lady Oscar" ormai tanti anni fa.

I dialoghi e le scene sono dosati alla perfezione. Nulla è superfluo e tutto ciò che viene fatto o detto si amalgama perfettamente nella storia complessiva.

Erano anni che non usciva un anime di questo calibro.
Lo consiglio vivamente.


 4
Misa&Ulalà

Episodi visti: 52/52 --- Voto 10
La Nippon Animation a partire dal 1975 diede vita ad un ambizioso progetto che prese il nome di World Masterpiece theatre (sekai meisaku gekijo). L'intento era quello di proporre le più grandi opere della letteratura mondiale in forma animata ed adattarle ad un pubblico infantile. L'impresa era veramente ardua anche perchè molti dei romanzi scelti avevano trame molto complesse e non tutte indicate per un pubblico così giovane. Il progetto però, concretizzatosi, diventò un vero e proprio successo, e le opere, contraddistinte da splendide animazioni e la semplicità che solo gli anime del tempo avevano, vennero amate da grandi e piccini. La grafica era ben diversa rispetto a quella a cui ci avevano abituato i giapponesi. I disegni, curatissimi, presentavano personaggi con caratteristiche fisiche europee e paesaggi spesso bucolici per accentuarne la genuinità. I personaggi avevano tutti psicologie definite e le trame erano molto consistenti rispetto alle opere offerte dalle altre case. Nacque così un nuovo genere per l'animazione: il meisaku. Grandissime menti si nascondevano dietro le quinte di queste nuove produzioni, come Takahata e Miyazaki.
Non sorprende, data la premessa, l'enorme successo del meisaku. Sulla scia della Nippon Animation tante altre case di produzione crearono prodotti nuovi, sempre appartenenti a questo genere.
Il successo durò fino alla metà degli anni Novanta , quando gravata dei debiti, l'azienda non aveva più i fondi necessari per offrire prodotti di qualità. Inoltre gli ascolti calavano sempre più e la concorrenza era spietatissima. Così, quello che per anni è stato uno dei generi più amati di tutta l'animazione giapponese, nel giro di pochissimo tempo morì. Le vecchie generazioni ne sentirono indubbiamente la mancanza, mentre le nuove, si appassionavano agli ultimi prodotti offerti dall'animazione, incuranti del passato.

Nel complesso panorama dell'animazione del 2007, inspiegabilmente, troviamo tra le centinaia di opere sfornate in quell'anno ,un meisaku. Di anime appartenenti a questo genere non se ne vedevano da almeno 10 anni. La Nippon Animotion decide di puntare tutto su un nuovo meisaku. E non uno qualunque!L'opera proposta è davvero complicata sotto tutti i punti di vista. Non solo la trama è tremendamente complessa ,data la molteplicità dei personaggi e delle sotto-trame, ma i colpi di scena e le morti, poco si adattano al pubblico tipico del meisaku. Eppure, puntando su un disegno semplicissimo e sui buoni sentimenti che impregnano il libro, la Nippon animation è riuscita nell'impossibile.

Chi scrive, di adattamenti de "I miserabili" ne ha visti moltissimi. Tutti dimenticabili. Certo, il musical e l'ultimo film uscito, quello che ha visto Anne Hateway nelle vesti di una memorabile Fantine, rappresentano in questo contesto un discorso a parte. Mi riferisco ad adattamenti meno recenti, prodotti prima del 2007. Da amante del libro al punto di recarmi a Parigi alla ricerca dei luoghi del libro, ho cercato in ogni adattamento non tanto l'aderenza alla trama (impresa quasi del tutto impossibile), quanto in qualche parte quello spirito che contraddistingue il romanzo. La mia ricerca è stata vana, fino a quando non mi sono imbattuta nel capolavoro della Nippon Animation. Non so spiegare perchè io sia tanto affezionata a questo titolo. I miserabili è un'opera che va interiorizzata. Descrivere il sentimento che mi lega ad essa a parole è quasi del tutto impossibile.

"Il cuore di Cosette" (in giapponese "Les Miserables: Shoujo Cossette") è un anime liberamente tratto dalla celeberrima opera di Victor Hugo. Dando uno sguardo ai primi episodi non si riesce a comprendere lo scopo dell'opera. L'anime, composto da 52 episodi va rigorosamente visto tutto per poterlo poi giudicare. La grafica è molto semplice e apparentemente poco adatta alla storia. In realtà circa lo stile grafico dell'opera si è fatto molto riferimento al musical. Inoltre gli occhi sono grandi e i tratti di tutti i personaggi più semplici, per sdrammatizzare. Il risultato è gradevole e l'opera viene molto alleggerita anche dalle numerose musiche spensierate. Alcune scelte fatte dagli adattatori sono risultate ai miei occhi necessarie.

La storia comincia un po' dopo gli eventi inizialmente narrati nel libro, che saranno però ripresi nel corso delle puntate. La giovane Fantine, madre di Cosette, rimasta senza lavoro a Parigi, si reca per i diversi paesini della Francia alla ricerca di una occupazione. Tuttavia nessuno è disposto a dare il lavoro ad una ragazza-madre. Così, per il bene di sua figlia, Fantine affida la bambina ad una famiglia di locandieri. E' da questo episodio che cominciano le loro sventure.
L'anime è molto fedele, tralascia del romanzo solo alcune parti descrittive. Tuttavia per rendere adatta anche a bambini, si è preferito cambiare alcune situazioni.

Come si fa a rendere un'opera tanto complessa adatta ai bambini? Il vero colpo di genio di chi ha preso parte a questo progetto sta nell'aver incentrato l'intera trama su di un personaggio che nel libro non è poi così centrale.
E' dai fanciulleschi occhi della giovane Cosette che lo spettattore vede intrecciarsi i destini di personaggi indimenticabili, dal redento Jean Valjean, al caparbio ispettore Javert, dalla disperata Fantine, ai terribili Thenardiere, dagli intellettuali Amici dell'abc, ai disgustosi membri di Patron Minette.
"Il Cuore di Cosette" offre uno splendida visuale della Parigi post-Napoleonica. L'opera abbraccia i circa venti anni di vita della giovane Cosette, protagonista indiscussa dell'anime. Nel romanzo al personaggio di Cosette, non viene data la centralità che caratterizza l'anime. Infatti Cosette vive sempre all'ombra di qualcuno e non è risoluta come nell'anime.
Cosette non è l'unico personaggio centrale nella vicenda. Altro protagonista indiscusso è Jean Valjean. Nel carcere in cui è stato rinchiuso per 19 anni ha conosciuto le tenebre. Un uomo, il vescovo di Digne, con un solo gesto gli ha fatto vedere la luce. Da quell'episodio è un uomo nuovo, votato al bene.

In sintesi "Il cuore di Cosette" è un'opera straordinaria, che fa ben sperare in un ritorno al meisaku, costellata di vicende e di personaggi, tutti, ricchi o poveri in un modo o in un altro miserabili.
La loro miseria infatti non deriva tanto dalla terribile povertà, sempre gravida nei fetidi vicoli di Parigi , quanto all'aridità del loro Spirito. Sotto le luci, lo splendore dei palazzi, delle cattedrali, negli abissi, i miserabili vagano alla ricerca di risposte. Lo Spirito dei miserabili è povero . Come un mendicante, Esso bussa alle porte altrui, ma viene perennemente respinto. Lo Spirito ha paura, è sempre freddo. Si lamenta, percuote il cuore e come un sussulto si ferma in gola. Non riesce a trovare quella pace che desidera. Nessuno lo coltiva, nessuno lo disseta. Il mondo è sordo, non ascolta le Sue grida soffocate, né si cura di lui. Decide allora di incamminarsi per sentieri oscuri, lasciandosi alle spalle la Luce.
Qualunque cosa sia accaduta nella tua vita, non guardarti indietro, troverai solo un'ombra allungata, tendente all'oscurità. Volta le spalle a quelle tenebre e guarda la Luce. Tutti possiamo redimerci. E' questo il vero monito di Victor Hugo.

Consigliato a chi ha amato il libro, a chi ha amato i meisaku e ha chi, disperato, è alla ricerca di una speranza. Perchè anche da un semplice anime si può ricavare un messaggio per poter andare avanti.

andrea micky

 1
andrea micky

Episodi visti: 49/52 --- Voto 10
Devo dire senza ombra di dubbio che questo é l'anime più bello che io abbia mai visto in vita mia. Inanzitutto, questo adattamento del capolavoro di Hugo "I miserabili" riesce a trasmettere le stesse emozioni che si provano leggendo il libro, ma sopratutto trasmette valori importanti e tratta temi ancora attuali, anche se l'ambientazione è la Francia post-napoleonica. Agli occhi dei giovani telespettatori potrà sembrare poco interessante ma io dico che questo anime dovrebbe essere visto da tutti per poterne trarre degli importanti insegnamenti.

micheles

Episodi visti: 52/52 --- Voto 9
Anno 1974: con Heidi di Isao Takahata, nasce il genere meisaku. È un successo fin da subito e da allora per oltre un decennio il meisaku (insieme al robotico) domina il panorama degli anime, specialmente in Italia, dove tutta l'animazione giapponese tra le fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta viene denominata informalmente con la locuzione "orfani e robot". Gli orfani si riferiscono principalmente ai meisaku, che arrivano in Italia due mesi prima dei robot e hanno pertanto l'onore della precedenza.

Anno 1997: il meisaku muore, ignominiosamente, con il Remì di Kozo Kusuba, remake del Remì originale di Osamu Dezaki. In quest'obbrobrio, non solo il sesso del protagonista viene cambiato, ma la storia viene del tutto stravolta e una più che ventennale tradizione viene gettata alle ortiche, strangolata dalla censura e dal buonismo. Tanto per citare un dettaglio significativo, noterò che per non offendere la sensibilità dei piccoli spettatori si decide di non far morire la scimmietta di Remì, la piccola Jolie Coer, mentre si lascia crepare tranquillamente il vecchio Vitali, tanto ai bambini il suo fato interessa ben poco e comunque viene mostrato in maniera così edulcorata che nessuno può starci male. I fan di lunga data del meisaku ci mettono una pietra sopra e imputano il disastro al cambiamento dei tempi. Viene abbandonata ogni speranza per una ripresa del genere.

Anno 2007: a sorpresa, senza nessuna avvisaglia, il meisaku resuscita. E non resuscita timidamente, con fatica, sommerso dai compromessi, ma in grande stile, con una serie ambiziosa in 52 episodi (da sempre la vera durata di un meisaku), tratta da uno dei più grandi capolavori della letteratura francese dell'Ottocento, I Miserabili di Victor Hugo. Un'opera che si distingue per il messaggio sociale e cristiano, per le scene commoventi e i buoni sentimenti, ma anche per le disgrazie, le morti, le guerre, le rivoluzioni; non mancano le storie d'amore, i segreti, i colpi di scena, in tutto il campionario del romanzesco ottocentesco. E tutto ciò coesiste con un intento politico di denuncia sociale.

Si tratta di un soggetto davvero difficile, perché I Miserabili non è un romanzo per l'infanzia e diventa quindi indispensabile adattarlo al tradizionale pubblico di destinazione del meisaku. Nel 2007 non è pensabile esporre i bambini alle scene più tragiche del romanzo; lo si faceva negli anni Settanta, anni in cui un meisaku poteva anche chiudersi con la morte del protagonista principale, ma quegli anni sono passati. Si apre quindi il problema di ridurre il carico di drammaticità, ma senza per questo stravolgere l'opera: idealmente andrebbero mantenute le scene principali del romanzo, il livello di pathos connesso e soprattutto lo spirito dell'originale. Mission impossible? Beh, direi quasi impossibile, visto che gli autori di Shoujo Cosette ci riescono. Certo, si perde la fedeltà completa al romanzo, ma si mantiene comunque un'opera di valore, commovente e che veicola lo stesso messaggio. Un compromesso più che accettabile per i tempi e per il target di destinazione dell'anime. Più che accettabile per un veterano del genere, naturalmente. Tuttavia probabilmente inaccettabile per le generazioni più giovani, che suppongo troveranno Shoujo Cosette eccessivamente drammatico, molto più tragico di una tipica opera per l'infanzia degli anni duemila. Perché gli abusi, gli atti di bullismo e le angherie sulla piccola Cosette non ci vengono risparmiati (in certe scene pare di rivedere le angherie di Irisa su Candy Candy); perché i morti sulle barricate nella Parigi in rivolta ci sono, e ce ne sono tanti - pare in certi punti di rivedere il finale di "Lady Oscar"; perché le morti tragiche per malattia, per fame, ci sono, e non sono edulcorate, anzi scene pure tristissime come la morte della madre di Peline nel famoso Peline Story sono superate in tragicità da Shoujo Cosette.

Visto il carico di morti e di ingiusti maltrattamenti, in tutto e per tutto paragonabile con quello dei più tristi meisaku del passato, ne sconsiglio decisamente la visione ai bambini e la consiglio invece agli adulti. Questi troveranno motivi di riflessione e d'interesse, perché a parte le puntate iniziali in cui Cosette è una bambina, la maggioranza della storia si svolge durante l'adolescenza di Cosette, e dedica ampio spazio alla sua storia d'amore con Marius sullo sfondo dei moti rivoluzionari del 1832. Shoujo Cosette tocca quindi temi estranei al meisaku classico, proprio per la maggiore età della protagonista nominale. Va specificato che il vero protagonista dell'opera, nonostante il titolo, non è Cosette ma il suo tutore, l'ex forzato ed evaso Jean Valjean, uomo che ha deciso di riscattarsi dinanzi a Dio seguendo la strada dell'amore verso il prossimo. Si tratta di un'opera corale, con un vasto cast di personaggi, tutti di grandissima levatura e in grado di rimanere impressi nello spettatore. Tra i migliori val la pena di citare la nemesi storica di Jean Valjean, l'inflessibile poliziotto Javert; inoltre il pericoloso e meschino locandiere Thénardier, perfetto nella sua grettezza e pochezza morale, padre dell'indimenticabile, bellissima e controversa Eponine, e del piccolo ma grande Gavroche. Ma anche tra i personaggi secondari che compaiono in poche scene ce ne sono di estremamente curati e di grande impatto.

Per quanto riguarda la produzione, basta dire che è della Nippon Animation, la casa che ha inventato il meisaku. I complimenti vanno al regista Hiroaki Sakurai, specialmente per il rispetto delle tempistiche pacate del meisaku classico; all'autrice della sceneggiatura Tomoko Konparu, veterana che si è formata alla scuola di Osamu Dezaki; a Hajime Watanabe e Takahiro Yoshimatsu, autori di un ottimo chara design, con uno stile moderno eppure retrò allo stesso tempo; ad Hayato Matsuo, compositore dell'eccellente colonna sonora. Immagini, sfondi e colori sono ottimi; le animazioni, piuttosto statiche, sono perfette per il genere di destinazione. Questa serie è un grande lavoro di cui si parla poco semplicemente perché è al di fuori del campo di interesse degli otaku moderni. Ma a chi si è stancato di guardare sempre le solite commedie scolastiche dico: fatevi un favore e date una possibilità a Cosette.


 2
Shaka_no_virgo

Episodi visti: 52/52 --- Voto 10
Nella versione italiana "I miserabili" è stato trasposto come "Il cuore di Cosette", titolo indicato per le vicende narrate che sono state edulcorate rispetto al romanzo di Hugo. La storia narra della vita della piccola Cosette, sino all'età adulta, dal momento in cui la madre Fantine la lascia presso i Thenardier, e va in un'altra città in cerca di fortuna. Su madre e figlia si abbatteranno sciagure varie sino a quando nella loro vita entrerà positivamente il sindaco Madeleine, uomo dal passato misterioso, che si farà carico della crescita di Cosette.
Questo a mio avviso è un ottimo anime trasposto da un romanzo bellissimo: "I Miserabili" di Victor Hugo. Più volte nel corso della visione si è commossi dalle storie dei protagonisti e le lacrime scendono copiose, perché non c'è nulla di trascendentale e incredibile, ma solo vita e storie umane, di povertà e dignità. Ci si affeziona a Cosette, a Jean Valjean, a Marius, a Gavroche; si soffre per la sfortunatissima Fantine; si odia l'implacabile ispettore Javert e i perfidi Thenardier. Nelle prime puntate viene a galla l'ipocrisia di un mondo che a coloro che si redimono non concede una seconda chance; nella seconda parte coloro che avevano creduto fermamente in ciò aprono gli occhi e a loro volta cambiano, perché se un uomo può cambiare, allora tutti gli uomini possono farlo.
Ottima secondo me è la ricostruzione di Parigi, il chara non è eccessivamente curato, ma ciò perché l'opera è finalizzata ai bambini.
Dopo tanti anni torna un produzione world masterpiece, in effetti l'anime lo è davvero. Da non perdere.


 3
starbucky

Episodi visti: 52/52 --- Voto 10
<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!</b>

Miseria e povertà fanno da sfondo nella Francia d’inizio XIX secolo. Una ragazza madre, Fantine, insieme alla sua piccola bambina Cosette, decide di lasciare Parigi per provare a cercare un lavoro in qualche paese vicino.
Arrivano cosi a Montreuil, dove incontrano la famiglia Thenardiers che gestisce una locanda.
In apparenza buoni e generosi ma in realtà interessati solo a guadagnare dei soldi, i Thenardiers si offrono di ospitare la piccola Cosette. Fantine, ben sapendo che le sarebbe difficile trovare un lavoro portando con sé la bambina, accetta a malincuore con la promessa d'inviare dei soldi per il mantenimento della bambina non appena si sarà sistemata.
Non appena Fantine parte, la signora Thenardiers mette la piccola Cosette a lavorare come sguattera. Senza lontanamente immaginare quello che accade alla sua bambina, la madre arriva a Montfermeil dove trova lavora in una fabbrica. La speranza di poter un giorno riabbracciare Cosette cresce finché improvvisamente si ritrova di nuovo senza lavoro e senza nemmeno i soldi per mangiare.

Prodotta dalla Nippon Animation, quest'adattamento de "I Miserabili" di Victor Hugo presenta temi come il lavoro minorile già affrontati negli altri lavori del WMT.
Cosette, una bambina allegra e generosa, ci viene presentata come una piccola Cenerentola (dorme anche in un camino) succube dei soprusi della signora Thenardiers e delle sue due figlie Eponine e Azelma. Soprusi che passano dall'obbligarla a fare i lavori più umili fino ad arrivare a prenderla a bastonate. Unico suo appoggio è Gavroche, figlio minore dei Thenardiers, considerato dalla sua famiglia quasi come un peso, e che Cosette è costretta ad allevare.
Situazione simile per umiliazioni e sfruttamenti ma, senza nessuno su cui poter contare, vive invece sua madre Fantine.
Al suo già difficile stato di ragazza madre che è stata costretta ad affidare sua figlia a degli sconosciuti, si aggiungono le invidie delle altre donne della fabbrica dove trova lavoro e una serie di sventure che la porteranno alla morte.

Pur essendo dedicato ai più piccoli, in quest’adattamento non ci sono filtri di nessun genere. L’intera triste vicenda viene raccontata senza alcun risparmio anche nelle scene più dure: ammetto di aver pensato, nella scena in cui la signora Thenardiers prende a bastonate Cosette, che la uccidesse sul serio.
I "miserabili" lottano contro un destino avverso e questo lottare spesso nemmeno basta. Molti sono quelli che muoiono sulla strada, così come molti sono quelli che non ce la fanno e abbandonano. Nessun cambiamento a opera di una misteriosa forza divina. Anche il pentimento dei cattivi arriva solo quando toccano il fondo o vengono irrimediabilmente messi di fronte alla dura e triste realtà.

I disegni sono in pieno stile WMT, semplice e diretto ma comunque curato soprattutto nelle espressioni dei protagonisti, atte ad esaltare i sentimenti che, giusti o sbagliati che siano, la fanno da padrone in quest’anime. Stesso discorso vale per la colonna sonora, composta per accompagnare e fare risaltare ancora di più le vicende. Essa che ha i suoi punti di maggior forza nelle due sigle interpretate da Yuki Saito.
In definitiva, Les Miserables: Shoujo Cossette è un prodotto di ottima fattura, nel complesso, che può vantare anche un adattamento italiano ben realizzato.

Ellehime

 2
Ellehime

Episodi visti: 8/52 --- Voto 6
Dopo avere letto e riletto il romanzo di Hugo, non credo di poter essere molto clemente nei riguardi di questo anime.
Sono conscia che, esattamente come per Romeo X Julietto (come la chiamano loro), non ci si possa aspettare un adattamento pedissequo della trama originale, ma sarebbe auspicabile che, per lo meno, si tentasse di ricrearne l'atmosfera.
In questo anime non si percepisce nemmeno lontanamente il tono complessivo del romanzo.
Se si prescinde da questo dato, occorre aggiungere che l'animazione è mediocre, le figure umane sono spigolose ed abbozzate, i fondali sono accademici e banali. Si inseriscono personaggi di fantasia più che patetici ed atti ad "allungare il brodo" e a destare compasione nello spettatore - vedi il cane raccatta oggetti.
Nel complesso Les miserables, a mio avviso, è un prodotto che raggiunge la sufficienza, solo perchè, conoscendo il romanzo, la narrazione sarà destinata a diventare avvincente e (spero) commuovente.

Naco

 1
Naco

Episodi visti: 5/52 --- Voto 8
Piccola premessa: io adoro questo romanzo. Amo da impazzire Hugo, così come tutti i personaggi che ruotano in questa vicenda (sì, persino Javert, lo odio, ma lo amo XD).
Per questo motivo, quando ho sentito nominare questo anime, mi sono fiondata a scaricarlo.
IN un primo momento, ho provato un po' di delusione: insomma, che era quella ROBA? Cosa c'entrava con il MIO romanzo?
A una prima impressione estremamente negativa, però, ne è subentrata una, se non positiva, ma almeno migliore.
Questa storia segue il filone di quegli anime tratti da romanzi, dove la protagonista vive peripezie inesistenti nella trama originale, che la forgiano nello spirito e nell'anima e dimostrano la sua bontà.
Con tutto questo, però, devo dire che almeno i passi salienti del romanzo, sono stati rispettati e questo fa onore alla storia; del resto, è indubbio che se avesse seguito per filo e per segno il romanzo, sicuramente molti avrebbero chiuso l'episodio per eccesso di patetismo e drammaticità da far accaponare la pelle: almeno i nuovi personaggi danno un tocco di movimento alla storia.
Le musiche mi piacciono: la prima finale, in particolare, è tenerissima, proprio come una ninna nanna.I disegni, non ho ancora capito se mi piacciono o meno; indubbiamente, adattissimi al prodotto che vogliono proporre. ^^