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Emy89

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Sono arrivata un po' tardi a vedere questo film, non ne ero a conoscenza, e devo ammettere che sono rimasta non poco stupita quando mi è apparso davanti. Non credevo, veramente, di poter vedere il seguito, ciò che sarebbe successo a Naho e Kakeru dal tentato suicidio in poi. Curiosa come non mai, sono andata a vedere e... diciamo che sono rimasta soddisfatta, ma solo in parte.

<b>Attenzione: la seguente parte contiene spoiler</b>

Parto con il fatto che, nonostante abbia visto la serie TV sei mesi fa, appena è partito il riassunto delle puntate e di ciò che i nostri "eroi" hanno passato, ero già con le lacrime agli occhi, come se fosse passato meno di un nanosecondo da quando avevo finito la serie. Detto questo, la trama, come si evince da ciò che è stato scritto, è un riassunto/sequel della serie "Orange", ma, questa volta, dal punto di vista di uno dei personaggi che, a mio parere, meritava un gran bel e vissero felici e contenti, Suwa.
Partiamo dal presupposto che io Naho e Kakeru li ho sempre amati insieme, sono perfetti, e il finale mi ha lasciata soddisfatta proprio per questo: vedere Kakeru così sorridente mi ha procurato un'immensa gioia. D'altro canto, però, vedere Suwa da solo non mi è piaciuto affatto. Ha fatto di tutto per far sorridere felice Naho, ha annullato i suoi sentimenti per rendere felici lei e Kakeru, a discapito della sua felicità. Allora, perché non farci vedere un Suwa altrettanto felice con qualcuno che gli sta accanto e che l'ha scelto non perché aveva il cuore infranto ma perché era proprio lui che voleva? Certo, nel finale lo si vede che tiene felice in braccio il bambino dei suoi due amici - tra l'altro, un bambino che sprizza gioia da tutti i pori -, ma avrei preferito vederlo con in braccio il suo bambino, nato da un amore che ha trovato dopo quelle vicende. Avrei preferito, dopo tutto ciò che ha fatto, vederlo veramente felice, non solo di aver dato a Naho e Kakeru ciò che si meritavano, ma felice di ciò che si era meritato lui.

Detto questo, sono convinta che, a chi è piaciuto questo anime, sicuramente piacerà anche questo seguito che ci mostra ciò che è successo.
Voto finale: 8</b></b>


 3
Mirokusama

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7,5
Leggermente deluso dal contenuto ma soddisfatto dalla visione: curioso stato d’animo, immagino, eppure è così che mi ha lasciato la vista di questo film, “Orange -Mirai-“, che si pone a metà strada tra il riassunto e il sequel dell’omonima serie televisiva, a sua volta adattamento del manga di Ichigo Takano. Deluso perché, visto anche il “futuro” citato nel titolo, mi aspettavo di vedere più scene ambientate dopo la fine stabilita nell’opera originale, ma allo stesso tempo sono soddisfatto perché quel poco visto ha rispettato le mie aspettative, e aver approfondito ulteriormente la figura di un personaggio come Suwa aumenta i meriti attribuibili a questo lungometraggio.

La trama del film, che sono costretto a riportare interamente per dare logica alla recensione, è piuttosto semplice e riassumibile in poche frasi, anche perché, come già accennato, buona parte della pellicola mostra immagini già viste nella serie televisiva: le uniche differenze sono poche integrazioni fatte dal punto di vista di Suwa oltre che a diverse sequenze ambientate nel futuro, sia quello già conosciuto dove Kakeru è purtroppo scomparso e i cinque amici scrivono delle lettere alle loro controparti del passato per salvarlo, sia quello dove invece Kakeru si è salvato ed è cresciuto felice con Naho e il resto della compagnia.

Sicuramente, dal punto di vista narrativo sono queste le scene che possono interessare di più lo spettatore, quello che c’era da vedere nel passato dei sei personaggi principali infatti era stato già raccontato ormai, rivederlo con sequenze inedite dal punto di vista di Suwa può incuriosire, al massimo, ma non cambia la sensazione di vedere qualcosa che si conosce e che non può cambiare un finale che tutti hanno ormai assimilato. Vedere Kakeru cresciuto (e anche felice...) invece è un elemento di novità interessante; certo a un primo sguardo potrebbe sembrare semplicemente il sostituto di Suwa, visto che finisce per diventare marito di Naho e padre insieme a lei, ma in fondo è giusto che sia così e che, soprattutto, sia Suwa che Hagita, Takako e Azusa abbiano conservato uno strettissimo rapporto di amicizia con lui e con Naho, perché in fondo il messaggio di fondo della storia originale era proprio su come la forza di quest’amicizia, non solo dell’amore di Naho, potesse riuscire a cambiare il destino di un ragazzo solitario ed emotivamente instabile come ci è stato praticamente sempre presentato Kakeru. Il finale del manga/anime ci trasmette questo messaggio e questo film lo rafforza: Kakeru è un uomo adulto ormai, il sorriso non abbandona mai il suo volto e il tramonto arancione che i ragazzi avrebbero voluto mostrargli nel futuro dove lui non c’era stavolta è uno spettacolo di cui tutti possono godere per la reciproca soddisfazione loro e dello spettatore.
Soddisfatto è ovviamente anche Suwa, personaggio sul quale questo film è concentrato nelle parti non ambientate nel futuro, che si dimostra ancora una volta una persona di spiccata integrità e dallo spirito incrollabile, un uomo che non antepone la propria felicità al bene della donna che ama e dell’amico che può renderla felice: niente che non avessimo già avuto modo di vedere (e apprezzare) nella serie originale, ma integrato questa volta da sequenze intime dove possiamo vedere anche i suoi dubbi, il giudizio negativo che lui dà a sé stesso ma anche la sua decisa risoluzione nel trovare una propria felicità, regalando ad altri quella che lui sperava di riservare a sé stesso. Un individuo ammirabile, insomma, lo sapevamo già, e questo film non fa che rafforzarne anche in questo caso l’idea.

Parlando del comparto tecnico, invece ci sono pochi dubbi: Telecom Animation e TMS entertainment stavolta non cadono negli errori riservati alla serie, quando nella seconda parte assistemmo a un pauroso calo grafico. Il film conserva lo stesso staff della serie televisiva e presenta una veste grafica di buon livello per tutta l’ora scarsa che dura; di buona qualità anche le animazioni, aiutate dal fatto che le sequenze raccontate sono abbastanza statiche e relativamente semplici. Il film è un piacevole sguardo a cavallo tra presente e futuro, e scorre via senza problemi, accompagnato da colonna sonora e doppiaggio che conservano l’alto valore già apprezzato, e in questo caso interamente, nella serie televisiva, con un’unica eccezione rappresentata dalle due canzoni che facevano da opening ed ending (rispettivamente “Hikari no Hahen” di Yu Takahashi e “Mirai” dei Kobukuro), che in questo caso si scambiano i ruoli: la seconda infatti fa da apertura al lungometraggio, mentre alla bella versione integrale della prima è riservato l’accompagnamento dei titoli di coda.

Dal punto di vista soggettivo il giudizio su questo film è globalmente positivo, forse anche migliore dell’anime da cui è tratto, in quanto i difetti del primo, che ormai hanno composto la storia originale, non lo toccano molto, raccontando qualcosa di nuovo, e non risente del calo di qualità grafico che colpì invece la serie, pur essendo consapevole che è più facile mantenere un certo livello per un singolo prodotto di un’ora piuttosto che per tredici puntate diverse. Certo, come ho detto all’inizio, avrei preferito una quantità maggiore di parti ambientate nel futuro, ma ho comunque trovato piacevole quello che è stato proposto, “Orange -Mirai-“ è un film chiaramente indirizzato a coloro che hanno apprezzato la storia originale narrata da Ichigo Takano, è impossibile valutarlo per chi non ha seguito il manga/anime da cui è tratto, così come è difficile che possa piacere a chi non ha gradito l’opera originale; tutti quelli che non rientrano in queste categorie invece possono godersi la sua visione senza problemi, gli avvenimenti raccontati sotto la guida della stessa Takano arricchiscono il patrimonio emotivo lasciato dall’opera originale, senza stravolgerne né i contenuti né le intenzioni dell’autrice.