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Aznar

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Aznar

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
Anime un po' osé ma, personalmente, delizioso, in quanto Aznar è equilibrato e gradevole nella maggior parte degli aspetti. L'aplomb romantico ed erotico tra il protagonista maschile Ikki e la coprotagonista femminile Stella è perfetto. Non è molto harem, è decisamente ecchi, ma la storia è gradevole. I combattimenti sono ben eseguiti e il finale è giusto, a differenza di altri anime.
Confido che si faccia una seconda stagione, ma al momento è una speranza vana, dato che è del 2015 e non ci sono notizie a riguardo. Menzione particolare per la prima puntata e l'incontro tra i due protagonisti.


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Gald

Episodi visti: 12/12 --- Voto 2
“Rakudai Kishi no Cavalry - L'epopea del cavaliere ripetente” è un anime composto da dodici episodi, andato per la prima volta in onda in Giappone nell'autunno del 2015.

Beh, che dire di questa opera? O meglio, di questa disgustosa opera?

In un’epoca non ben definita e in un mondo alternativo, Ikki Kurogane frequenta l'accademia Hagun, con il sogno di diventare un cavaliere. Purtroppo però risulta essere abbastanza sprovvisto di potere magico, motivo per cui rientra nel rank F, ottenendo così il dispregiativo soprannome di Worst One e venendo bocciato al primo anno. Con l’arrivo della nuova preside Kurono Shinguuji, per Ikki ci possono essere delle speranze: se riuscirà a vincere nel “Seven Star Sword Festival”, un giorno si potrà diplomare.
La storia si impenna però quando incontrerà il futuro amore della sua vita, la principessa Stella Vermillion.

L'idea di base non è nemmeno troppo brutta, devo ammetterlo. Un mix di “robe scontate” e “robe che vendono” messe insieme in maniera talmente tanto banale che, leggendo solo un paio di righe di trama, potrebbero far sembrare l’opera (ehm, il prodotto in questione) degno di essere provato e gustato per quello che è: una banalità che può far passare il tempo tra un colpo di spada e l’altro. Il problema invece sorge dopo...
Iniziano ad essere buttate nel racconto delle sotto-trame ancor più banali della trama, iniziano ad emergere piccoli archi narrativi quasi totalmente fini a sé stessi e vengono lanciati nel racconto personaggi che non fanno altro che incasinare ancor di più la storia. Scontri, vita scolastica, fan-service, scontri, vita scolastica, fan-service, passato dei protagonisti, scontri, fan-service, fan-service, fan-service, scontri e... ancora fan-service. Diciamo che il racconto si svolge più o meno così.

Altro punto negativo dell’opera sono proprio i personaggi: tanti, troppi per un anime di dodici episodi con una trama così semplice e scontata.
I protagonisti sono sostanzialmente due, Ikki Kurogane e Stella Vermillion.
Ikki è lo stereotipo dello stereotipo del protagonista 'sfigato' ma forte, gentile ma determinato e con un passato triste ma con il volto sempre sorridente.
Stella, l’altra protagonista della storia che si innamora di Ikki, invece è lo stereotipo dello stereotipo della ragazza bellissima, fortissima, ricchissima, nobilissima e con un fisico che nella realtà non potrebbe esistere, se non dopo almeno quattro o cinque interventi di chirurgia plastica eseguiti da un buon dottore.
Poi emergono qua e là altri personaggi un po’ “banalotti” e non riusciti troppo bene, come la sorella incestuosa di Ikki, gelosissima del fratello, ricca e amata dalla famiglia, fortissima e con un carattere e un fisico ovviamente da bambina di quarta elementare. Gli altri personaggi fanno un po’ da contorno: non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo, ma le ragazze hanno praticamente quasi tutte il fisico di Stella, altrimenti come lo avrebbero venduto 'sto anime?

Beh, che dire? Non benissimo.
Unica cosa positiva in queste dodici puntate di tempo perso sono i combattimenti, spettacolari, ben fatti, non troppo scontati e con un pizzico di suspense qua e là.
In conclusione, che vi posso dire? Non guardatelo per nessun motivo, tempo buttato, tempo buttato ovunque.


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AnthonySoma-sensei

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Onestamente, quando ho iniziato a guardare “Rakuday Kishi no Eyuudan”, pensavo proprio si trattasse del solito anime pieno di fanservice e soprattutto senza trama, tuttavia ho deciso di non arrendermi e provare lo stesso a guardarlo... il risultato è che mi sono completamente ricreduto!

Sebbene la trama rispetti bene o male quasi tutti gli stereotipi (protagonista perdente che acquisisce improvvisamente popolarità e fama in poco tempo, ragazze che si innamorano o sono già innamorate del protagonista, il susseguirsi di tornei su tornei per decretare il migliore della scuola/accademia) che possiamo aspettarci di ritrovare all’interno di un anime a sfondo “fantasy” e “harem-ecchi”, quello su cui vorrei soffermarmi principalmente è la psicologia di alcuni personaggi, i quali sono indubbiamente fondamentali per lo sviluppo della narrazione.

Partendo dal protagonista, Ikki, che, nonostante la sua giovane età, dimostra una percezione di controllo e fermezza a livello comportamentale e mentale che chiunque invidierebbe: qualsiasi situazione gli si presenti dinanzi, riesce ad essere allo stesso tempo sia tremendamente giudizioso che razionale e intelligente nelle sue scelte. È incredibile pensare che sia riuscito a sviluppare una mentalità simile, sebbene sia stato categoricamente messo da parte dalla famiglia, in modo particolare dal padre, a causa della sua debolezza come cavaliere magico. Il rapporto con la figura genitoriale è stata costruita in modo brutalmente perfetto, non è facile sopravvivere e crearsi un proprio futuro con le sole proprie forze, e soprattutto con la consapevolezza che la persona a cui tieni di più non cambierà mai la sua posizione nei tuoi confronti, poiché ti ha etichettato a priori come un essere inutile con il quale non vale la pena neanche relazionarsi.
Partendo da questa premessa, entra in gioco la sorellina del protagonista, Shizuku, la quale è visibilmente molto legata al protagonista e alla sua storia. Erroneamente si potrebbe pensare che tutti i comportamenti considerabili “incestuosi” messi in atto da Shizuku siano dovuti al fatto che le piaccia suo fratello, ma non è affatto così... la ragazza ha sviluppato un attaccamento molto profondo a Ikki, perché ha tentato in tutti i modi di “sostituire” le assenti figure genitoriali. Di conseguenza anche la piccola Shizuku dimostra una maturità e soprattutto una sensibilità davvero encomiabili.
Una figura leggermente più controversa è quella della principessa Stella: non sono riuscito a costruire una precisa caratterizzazione sul suo personaggio, poiché sembra semplicemente variare in funzione di Ikki, un carattere ideato per supportare e gestire i continui cambiamenti del protagonista, tutto qui... oltretutto conosciamo davvero poco o nulla sul suo passato, mi sarei aspettato un approfondimento più preciso sulla sua nazione d’origine e sui suoi reali scopi all’accademia.
L’ultimo personaggio sui cui vale porre l’accento è la presidentessa del consiglio studentesco, Tohka: è stata presentata come il cavaliere magico più forte dell’accademia e con un potere magico fuori dal comune, però tutte queste premesse sono state tremendamente vanificate a causa della chiusura davvero troppo frettolosa di fine stagione. Davvero un peccato, poiché grazie al suo passato poco felice si è trasformata in una persona molto dedita agli altri e che si mette sempre in discussione. È giusto concentrarsi sull’esaltazione del rapporto tra Ikki e Stella, ma allo stesso tempo è uno spreco sacrificare e “distruggere” dei personaggi interessanti, a causa della mancanza di tempo da dedicar loro nella storia. A questo punto meglio ometterli direttamente ed evitare la presenza di comparse che poi si rivelano inutili e senza senso.

Estremamente significativo è il comparto grafico, davvero encomiabile, ci sono alcune sequenze di combattimenti dove i contrasti cromatici sono stupefacenti; non ho notato neanche dei clamorosi cali a livello grafico durante il loro svolgimento. A livello fisionomico non a tutti i personaggi è stato concesso lo stesso trattamento, ad esempio Ikki, Stella e Tohka sembrano essere stati realizzati meglio e con più particolari rispetto ad Alice, Shizuku e alcuni personaggi secondari.
Le sigle non mi sono piaciute particolarmente, mentre il doppiaggio mi è piaciuto tantissimo: il doppiatore di Ikki è riuscito correttamente a trasmettere la calma e tranquillità che lo contraddistinguono, mentre la doppiatrice di Stella è riuscita alla perfezione a interpretare il personaggio con la sua voce leggermente irritante e stridula.

Nel complesso si tratta di un anime da non sottovalutare nel modo più assoluto: è vero che la sua trama rispetti dei canoni piuttosto classici, ma la sua vera essenza può essere colta attraverso la caratterizzazione e l’analisi di alcuni personaggi. Consiglio vivamente di guardare l’opera e di non farsi ingannare dai generi come l’harem-ecchi, talvolta le vicende possono prendere delle pieghe completamente diverse da quelle che ci aspetteremmo.
Il mio voto finale è 8... avrebbe potuto ricevere anche mezzo voto in più con una caratterizzazione più completa di alcuni personaggi e con un canovaccio meno classico è più originale.


 3
Monotonia

Episodi visti: 12/12 --- Voto 4
Dopo una lunga dormita tutti hanno voglia di dare sfogo alla propria immaginazione e originalità. Quindi, rimbocchiamoci le maniche e scriviamo qualcosa di non troppo complicato (così può vendere) e attingiamo di qua e di là tutto quello che potrebbe starci.
Ma questo miscuglio ormai è omogeneo! Non si distingue più nulla! Mannaggia!

Storia: mettiamo qua un dramma familiare così da creare un protagonista più cupo, così è più 'figo' e noi ci affezioneremo a lui. Come odiare un povero 'sfigatello'? Mettiamo un po' di armi, così facciamo un po' di combattimenti, sfide e tornei che piacciono a tutti. Mettiamo una ragazza con due cose giganti sproporzionate, visto che anche quelle piacciono. Facciamoli combattere e facciamoli diventare una bella coppietta... lei che coppa avrà?

Personaggi: il protagonista è piatto e insopportabile, con la sua gentilezza che sembra superiorità e la sua faccia da prendere a schiaffi, come alcuni dicono. Però gli schiaffi li prenderei io... avete visto il suo fisico? Lo avete visto? Ora è un bel ragazzo muscoloso grazie al dramma familiare! Un'altra motivazione per diventare forte, no?
La protagonista femminile si chiama Stella, viene da un paese sperduto che ha a che fare con il fuoco, e per questo usa il fuoco, ha i capelli rossi, gli occhi rossi, ed è sempre rossa... per l'imbarazzo, perché sì, si imbarazza facilmente.
La sorella con i capelli bianchi? Nulla da dire. Il maschio che si comporta da femmina è l'unico personaggio normale. Sì, il ragazzo effemminato. Infine, la tizia con gli occhiali identica a tutti e altri personaggi che non hanno nulla di che.

I combattimenti sono guardabili e sono anche fatti bene, né l'opening né l'ending sono qualcosa di che.

Anche io voglio essere così mediocre, forse così diventerei muscoloso e circondato da ragazze altrettanto tali... non mediocri, muscolose.


 2
falcoblu

Episodi visti: 12/12 --- Voto 5
"Rakudai Kishi no Cavalry" è un anime plagio che attinge fortemente da "Mahouka Koukou no Rettousei", senza tutti i concetti della magia, e da "Bleach", senza gli elementi spirituali. L'idiozia con cui il protagonista riesca a crearsi il gruppo di amici e i suoi discorsi motivazionali che sembrano usciti da un generatore guasto di testi dei Baci Perugina fanno risaltare la prevedibile e scontata componente ecchi, anche se da quel punto di vista non si intravedono idee originali neanche con il telescopio spaziale Hubble. Gli archi di presentazione non si discostano minimamente dai canoni già visti e rivisti decine di volte negli ultimi anni. Ci sono palesi errori di logica e coerenza: per citarne uno, il sistema del torneo scolastico per selezionare i partecipanti all'evento nazionale, oltre a essere folle, inefficiente e inefficace, prevederebbe la presenza di almeno sei milioni di studenti all'interno dell'accademia. I combattimenti presenti sono realizzati discretamente, ma un'errata contestualizzazione degli scontri fa perdere loro sia intensità che tensione.
Voto finale dell'anime: 3 secco. E' un anime consigliato alla visione solo da ubriachi o con amici, per essere presi in giro, o meglio ancora tutte e due le cose assieme.

Il mio lavoro di recensore sarebbe stato facilissimo, peccato poi siano arrivati gli ultimi due episodi della serie. In questi due episodi si decide di dare una trama e, contro ogni aspettativa, la trama regge. Non solo regge, è buona. Non è originalissima, ma si vede che l'autore non è solamente un sensei nell'arte del CTRL C e CTRL V. Le idee ci sono e sembrano promettenti, la capacità da parte della regia di sperimentare e non rendere "Rakudai Kishi no Cavalry" un ennesimo prodotto capace di finire nell'oblio degli anime senza una propria identità nel giro di cinque anni pure.

Per quanto scritto sopra, bisogna valutare l'anime per quello che si è dimostrato in questi dodici episodi. Un'anime con una trama che potenzialmente potrebbe essere ottima, ma che potrebbe anche rivelarsi un fiasco colossale nelle potenziali stagioni successive. L'autore non ha voluto creare un prodotto vuoto fine a sé stesso, nelle ultime due puntate si è capito che ha chiara nella sua mente una storia articolata; peccato solo che la quantità di materiale inutile e di fanservice nel mezzo abbiano rubato minuti (ore) necessarie a svolgere della storia. Bisogna premiare i risultati degli ultimi due episodi o la pigrizia, l'incapacità e l'inettitudine dei precedenti dieci episodi? Per questo motivo e a malincuore devo assegnare un cinque all'anime, con una viva speranza che un suo eventuale seguito abbia il coraggio di mantenersi sui binari degli ultimi episodi e non ritornare sugli stereotipi degli anime harem-ecchi.


 2
Avventuriera

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
"L'anime è la trasposizione di una visual novel".

Una frase a cui gli appassionati di serie animate sono abituati: in un mercato povero di titoli originali, la contrapposizione principale si combatte fra adattamenti di anime e novel. Una lotta che continua da anni, la cui logica non è sconosciuta: i fan del fumetto o del libro sono un pubblico sicuro e i soldi a disposizione per creare un prodotto di successo sono sempre troppo pochi. Non è un mistero che studi d'animazione piccoli come Silver Link o Nexus, senza anime di grande fama alle spalle, abbiano focalizzato le loro energie sull'ennesima trasposizione: "Rakudai Kishi no Eyuudan" (arrivato di recente in Italia sotto il nome de "L'Epopea del Cavaliere Ripetente) è tratto infatti da una visual novel, la cui trama e le cui premesse si intersecano in modo sbalorditivo con "Gakusen Toshi Asterisk", anime dello studio A-1 Pictures.

La trama è di per sé identica, simile a moltissime altre visual novel presenti sul mercato: Ikki Kurogane è soprannominato "Worst One" dai compagni della prestigiosa Accademia Hagun, una delle numerose scuole che istruisce i Cavalieri Magici, persone in grado di materializzare la loro forza spirituale in armi definite Blazer. A seguito dell'arrivo della nuova preside Kurono Shinguuji, avvenuto durante un periodo difficile per l'istituto, Ikki riceve la possibilità di diplomarsi come i suoi compagni, se vincerà il "Seven Star Sword Festival", un torneo che vede competere le varie accademie di Cavalieri Magici giapponesi e che ridarebbe lustro alla scuola. Sebbene il ragazzo sia stato bocciato al primo anno e si trovi nel rango F, il livello più basso nel sistema ranking dell'Accademia Hagun, lui accetta la sfida, tuttavia il suo percorso scolastico potrebbe complicarsi con l'arrivo di Stella Vermillion. La ragazza è un prodigioso Cavaliere Magico, principessa di un Paese straniero giunta per studiare all'accademia, ma, scoprendo di dover condividere la camera da letto con un ragazzo dopo un incidente osé, lancia una sfida a Ikki: un duello il cui perdente sarà costretto a servire per l'eternità il vincitore...

Sebbene le somiglianze siano incredibili, Silver Link e Nexus scelgono di trattare con rispetto la materia prima, a cominciare dagli stessi protagonisti: Ikki Kurogane, sebbene abbia l'aspetto di tanti altri protagonisti di visual novel, risulta interessante per la strenua forza di volontà con cui si oppone alle difficoltà e per le abilità magiche limitate. Un uso prolungato del suo potere, infatti, prosciuga le sue energie al punto tale da farlo andare in infermeria dopo ogni scontro, impedendogli di poterlo utilizzare più di una volta al giorno. La sua scalata verso la vetta, contro un sistema ingiusto che non valuta le sue capacità effettive, si dipana solo sfruttando appieno la sua intelligenza e le sue abilità magiche al momento giusto. L'anime svela i vari ostacoli sul cammino alzando mano a mano l'asticella, creando un'atmosfera ricca di pathos che trasforma il climax in un traguardo entusiasmante: da uno studente di poco superiore a Ikki per arrivare ad avversari sempre più temibili, accompagnati dalle ingerenze esterne della famiglia del ragazzo, che da sempre ne osteggia la crescita. Per fortuna del nostro giovane eroe, dalla famiglia sopraggiunge anche l'aiuto gradito della sorellina, Shizuku Kurogane, mentre fra i coetanei potrà sempre contare sul supporto di Stella Vermillion, Nagi Arisuin (il misterioso compagno di stanza di Shizuku, dal cuore di "fanciulla") e di altri studenti che inizieranno ad ammirarlo e sostenerlo nel corso della suo cammino contro le avversità.

Purtroppo, Stella, la coprotagonista indiscussa della serie animata, non riceve lo stesso tipo di approfondimento: le sue motivazioni sono accennate nel primo episodio, ma il suo sviluppo personale si fermerà presto per fare spazio alla maturazione della relazione con Ikki, anche se quest'ultimo aspetto risulta uno dei punti forti dell'anime. Il rapporto fra i due ragazzi presenta elementi freschi e giovanili, la sceneggiatura mette in luce l'inesperienza di entrambi soprattutto nell'episodio dedicato agli allenamenti in piscina, dove le incomprensioni e i desideri dei due ragazzi rifulgono sotto la luce che filtra attraverso una piccola cascata artificiale. Un espediente pieno di romanticismo.

Rilievo maggiore rispetto alla personalità della ragazza si dedica a Shizuku: la sorellina vuole stare accanto al fratello in modo letterale, per usare un eufemismo, e, sebbene una scena in particolare stimoli brividi di freddo lungo la schiena per la sua sessualizzazione (fili di saliva compresi), la sua psicologia è ben esplorata. Non si ancora al facile stereotipo della ninfomane spudorata, ma segue una via più introspettiva tramite cui si assiste, come se fosse un ponte, agli abusi perpetrati su Ikki dai membri della famiglia. Il suo arco narrativo si conclude con il combattimento più bello e animato meglio di tutta la serie, in cui la tensione affrontata dalla ragazza si scioglie nella scelta di sostenere il fratello, anche se il desiderio di stare con lui potrebbe non realizzarsi mai.

E le battaglie in cui i ragazzi si imbatteranno ricoprono un ruolo fondamentale: le limitazioni nel dare vita a scontri sempre fluidi e ineccepibili spariscono di fronte alla caratterizzazione dei nemici, i cui poteri hanno regole e usi precisi. Lo stesso Ikki gode di una tecnica segreta di grande impatto, mentre fra gli avversari incontrati sul ring spicca su tutti il potere di Touka Toudou, la presidente del consiglio studentesco. Il tempo passato da Ikki per prepararsi ad ogni combattimento, per ottenere un posto fra i partecipanti al "Seven Star Sword Festival", diventa uno spazio in cui l'introspezione psicologica influenza persino l'aspetto visivo dell'anime, sprigionando tutta la sua potenza grafica nel caso della finale del torneo scolastico: la colorazione bianca e nera, in cui solo rari tocchi di colore compaiono ad accendere gli occhi dei personaggi e lo sfondo nei momenti drammatici, pare eccessiva ma capace di trascinare lo spettatore nell'ambiente angosciante e fargli sperare che Ikki riesca a superare le difficoltà, con le usuali forza e intelligenza.

Tuttavia una terribile piaga affligge questa trasposizione: le scene piccanti, con cui ormai tocca fare i conti in qualsiasi serie animata, in questo adattamento spuntano spesso con immagini al limite del pornografico. Impossibile dimenticare uno dei primi momenti dell'anime, dove sotto la lingerie striminzita di Stella si scorgono i capezzoli inturgiditi e particolareggiati con dovizia. Meno esplicito, ma sicuramente più fastidioso, il momento in cui la protagonista si spoglia sotto gli occhi di personaggi malvagi, le cui intenzioni paiono fin troppo chiare dai commenti eccitati e dagli sguardi iniettati di sangue. Una scena che sembra fare l'occhiolino allo spettatore, disgustando per la sua mancanza di concentrazione sull'orrore della situazione per evidenziare il corpo seminudo e voluttuoso di Stella. Nonostante ci siano scene osé funzionali alla progressione della relazione fra i ragazzi (come nel caso di una situazione avvenuta a metà serie), in generale ogni istante ecchi sprizza la parola "fanservice" da tutti i pori, suscitando qualche sorriso per il contrasto con il messaggio "moralista" sentenziato alla conclusione dell'anime da uno dei protagonisti.

In compenso, "L'Epopea del Cavaliere Ripetente" risulta una trasposizione avvincente, che di fronte alle difficoltà tecniche e ai cliché tanto cari alle visual novel odierne, emerge per il rispetto che riserva al pubblico. Silver Link e Nexus non relegano ogni aspetto a stereotipi o a battaglie senza un perché, ma cercano di trovare una chiave di lettura per ogni elemento. La sessualizzazione esplicita, però, delle ragazze e di certe situazioni discutibili, abbassa vertiginosamente la maturità dell'opera verso un pubblico di ragazzi in piena pubertà, rendendo anche priva di senso la morale presentata sul finale dell'anime. Nota di merito per la compensazione delle limitazioni tecniche con trovate interessanti, come la colorazione distopica o la focalizzazione sulla psicologia dei personaggi durante i combattimenti.

Sei, per la mancanza di originalità iniziale nella trama e nei personaggi, che porta aria stantia con le trovate erotiche eccessive e di discutibile presenza, ma che viene affrontata da Silver Link e Nexus con l'incrollabile volontà di presentare un'opera interessante, nonostante le mille difficoltà tecniche.


 2
giovmuga

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Ci ho messo un po' prima di capire se questa serie mi piaceva o meno, e questo dovuto al fatto che nello stesso periodo ci sono stati altri cloni dello stesso genere, quindi più o meno simili, anche nella trama e nel disegno. Quindi, ho voluto fare anche un rewatch prima di dare una valutazione significativa.
Analizzando che di fatto le serie di questo genere a me piacciono, devo dire che questa mi ha colpito, non per le forzate assonanze, ma per la spigliata originalità del protagonista.

L'anime ha una trama semplice e funzionale, che gioca con il carattere forte del protagonista, forgiato dal bagaglio emozionale del proprio passato; vedendo questo anime si nota come scorra la trama, ma lascia qualche lacuna a livello di sceneggiatura (la condensazione esagerata di qualche combattimento mi è risultata stonata): forse conciliare così fanservice e storia non deve essere facile, in soli dodici episodi.
L'idea di commedia (e non solo) ecchi si ha fin da subito, con i personaggi abbastanza fedeli a quelli che il genere richiede; da non sottovalutare comunque il lato romantico molto marcato con il protagonista, e senza fraintendimenti di sorta. Finalmente, come in altri sporadici casi, un personaggio che spicca per forza d'animo e spessore è proprio il protagonista, che spicca fin da subito a discapito della sua spalla, che comunque non si scosta mai dal suo essere fedele ai suoi principi (e voglie).
Non vanno sottovalutati neanche gli altri cooprotagonisti della storia, che sono ben caratterizzati e originali (sempre come chara, non come stereotipo). Nota di merito alla caratterizzazione degli antagonisti, che non risultano solo "cattivi", ma anche loro prendono un certo spessore in tutta la storia.

La parte tecnica di colori e animazioni è fatta bene; una piccola nota di merito per la opening dell'anime, veramente ben fatta sia stilisticamente sia musicalmente sia perché d'impatto, come non ne vedevo dai tempi di "Mirai Nikki".
Considerando il tutto e senza voler 'spoilerare' nulla, l'anime vale la pena di essere visto solo (e non) per gli ultimi due episodi, dove il protagonista esce veramente fuori. Molti a gusto, ma anche a ragione, a mio avviso l'hanno bistrattato e sbeffeggiato, quando comunque a mio avviso è un prodotto di livello.


 4
Anthony2772

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
Non conoscendo la light novel, quando mi sono approcciato alla visione dell'anime, ammetto di averlo fatto con qualche pregiudizio: pur attirato dal character design, temevo di imbattermi nella solita storia monotona in cui il protagonista guerriero fa innamorare di sé mezzo Giappone senza un motivo particolare.
Beh, non potevo allontanarmi più di così dalla realtà, "Rakudai Kishi no Cavalry" mi ha stupito sotto tutti i punti di vista, tanto che sinceramente non condivido l'opinione di chi lo considera un harem; il genere sentimentale, insieme a quello azione/fantasy, prevale nell'opera.

Il protagonista è Ikki Kurogane, un giovane rifiutato dalla sua nobile famiglia a causa della sua mediocrità, emarginato perfino nella scuola che frequenta, in un mondo in cui il talento magico è sinonimo di autorità. Dovrà quindi cercare di emergere con la sua mente brillante e una determinazione incrollabile frutto di innumerevoli umiliazioni. Egli è caratterizzato in maniera impeccabile, e riusciamo nel corso degli episodi a percepire tutto il suo trascorso di sofferenze e sacrifici celato dietro a sorrisi di facciata.
La presenza femminile è sostenuta principalmente da due personaggi, ugualmente interessanti e centrali nello svolgimento delle vicende. Entrambe sono innamorate di Kurogane, anche se le due tipologie di amore tracciate saranno differenti (sono rimasto volutamente vago per non rovinare la visione).

Ciò che più mi ha sorpreso di questa trasposizione animata è il realismo con cui sono dipinti sentimenti e pensieri dei protagonisti. Al di là della fittizia cornice fantasy, le persone sono vere, soffrono, amano, piangono e ridono come tutti noi. "Rakudai" è avanti anni luce rispetto ad alcuni anime in cui i personaggi sembrano davvero fuori dalla realtà, a causa della loro "stupidità" nei rapporti umani (gli esempi sono innumerevoli e ognuno di noi è stato testimone di almeno un'opera in cui l'attrazione tra gli interessati era stata percepita persino dai muri, ma non si concretizzerà mai in nulla…).
Lo stesso protagonista si accorgerà subito di essere innamorato e, udite udite... si muoverà in tale direzione già dai primi episodi. Quando ho percepito questo sviluppo mi è partito un applauso spontaneo, finalmente il protagonista è un ragazzo normale che non ha paura di dire quello che pensa a una ragazza e intraprendere con lei una profonda relazione sentimentale.

I combattimenti sono realizzati magistralmente e seguono una logica precisa e, come per tutto il resto dell'anime, nulla è lasciato al caso.
Essendo fedele alla light novel, è presente del fanservice, ma personalmente non l'ho mai trovato né eccessivo né fuori luogo, esso dal mio punto di vista è utilizzato sapientemente e porta una ventata di freschezza, per stemperare la tensione di un'opera che altrimenti sarebbe risultata per alcuni eccessivamente seriosa.

Il comparto tecnico ha effettuato davvero un ottimo lavoro, il doppiaggio è molto buono, la grafica è pulita e le animazioni sono ben curate, i colori sono vivi e ho apprezzato alcune coraggiose scelte registiche, ad esempio in un episodio i colori sono percepiti differentemente a causa della condizione mentale del protagonista. Questo per testimoniare che non hanno cercato di portare a casa il compitino, ma si sono impegnati per creare qualcosa di nuovo.
Le musiche non spiccano particolarmente, ma sono molto calzanti con l'atmosfera della storia e accompagnano abilmente lo spettatore durante la visione, l'opening non è niente di speciale, ma fa il suo dovere, mentre l'ending è apprezzabile, mi ha ricordato le atmosfere di "Code Geass".

La conclusione lascia soddisfatto lo spettatore, potete quindi approcciarvi alla visione sapendo che vedrete un finale degno di questo nome. In questa serie sono stati adattati i primi tre volumi su nove totali della light novel, quindi il materiale per una seconda stagione sicuramente non manca. Tuttavia, per coprire il successivo arco, sicuramente non basterebbero dodici episodi, spero vivamente in una seconda stagione, che sarebbe meritata, in luce dei buoni consensi ricevuti dalla critica.

In conclusione, consiglio vivamente questo titolo a chi predilige sentimenti reali nelle serie e anche a coloro che non amano particolarmente gli harem (se siete dei cuori romantici, non potete perdervela).
Dopo il primo episodio canonico di presentazione, la storia subirà un crescendo vorticoso di complessità, che raggiungerà l'apice nei coinvolgenti episodi finali. Questa è la mia prima recensione su questo sito, spero di essere stato chiaro e avervi chiarito le idee prima di approcciarvi alla visione.
Voto: 9


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Hatake Rufy

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
"Rakudai Kishi no Cavalry" è un anime prodotto nel 2015 che ha avuto un discreto successo, grazie aipersonaggi carismatici e ad una trama interessante.

La trama è ambientata in un mondo dove esistono dei maghi chiamati "cavalieri magici", che possono mostrare la loro magia attraverso delle armi spirituali chiamate "Balzer". Il protagonista è Ikki Kurogane, un ragazzo che frequenta l'accademia Hagun per diventare un cavaliere magico, ma per sua sfortuna non oltrepassa il grado F, ripetendo sempre il primo anno, ricevendo anche il soprannome "il peggiore". Tutto cambia quando diventa compagno di stanza di Stella Vermillion, principessa dell'omonimo regno, che sfiderà per decidere chi dovrà essere il servo dell'altro, a vita.

La storia incomincia bene e con molta azione, solo che inizialmente ad alcuni sembrerà solo un classico harem; poi però la vicenda prende forma e solidità, regalando ottime fasi della storia ricche di azione, comicità e drammaticità. Il grosso della storia verrà fuori verso le puntate finali, aprendo le porte a una attesissima seconda stagione.
I personaggi principali sono stati costruiti più che bene per la trama, mostrando subito i loro pregi e difetti; Ikki e Stella formano una bella coppia e grazie alla loro solidità si può notare come i personaggi secondari si armonizzano alla trama. Il passato del protagonista è più complicato di quel che sembra, infatti Ikki è un tipo molto gentile e disponibile che non cova rancore per nessuno, e verso la fine della serie avremo qualche anticipazione, ma per il resto dovremmo aspettare. Unica seccatura è come rendono i protagonisti maschili, ogni volta, troppo buoni d'animo verso una femmina in carne e ossa; però questo è ovviamente un aspetto generale degli anime, ma che ho voluto sottolineare dopo aver inquadrato il protagonista di questa serie.

Il comparto tecnico è da elogiare: ottima grafica e animazioni sempre pulite e fluide, mentre il comparto sonoro pecca molto - ad esempio le musiche di sottofondo non sempre rendono il momento, mentre le sigle sono inascoltabili; almeno il doppiaggio giapponese non delude, quello mai.
Chiudo questa recensione col consigliare questa serie, però ad essere sincero punterei sul manga, visto che ci sarà da aspettare, e non poco, per la seconda stagione.


 1
npepataecozz

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Per creare una sceneggiatura apprezzabile, una buona idea, da sola, non basta: bisogna saperla portare avanti e svilupparla in modo adeguato. E' questa l'unica spiegazione possibile di uno dei casi più bizzarri del 2015: due anime, di cui il primo è questo "Rakudai Kishi no Cavalry" e l'altro è "The Asterisk World", con delle storie talmente simili da far gridare al plagio riescono ad avere un grado di interesse e di trasporto diametralmente opposti. Non so dire "chi ha copiato da chi" e nemmeno m'interessa poi tanto; la cosa che mi ha stuzzicato maggiormente, invece, è la constatazione che le scelte fatte intorno al grado di complessità della trama, alla caratterizzazione dei personaggi, alla gestione di eventi importanti ma minori sono in grado di trasformare un brutto anatroccolo in un cigno o viceversa.

Come al solito cominciamo con alcuni cenni sulla trama: ci troviamo in un mondo in cui l'uomo è in grado di usare la magia e in cui esistono delle scuole il cui intento è quello di aiutare gli studenti a sviluppare nel miglior modo possibile il proprio potenziale magico. In questo contesto Ikki è il discendente di una importante famiglia di cavalieri magici, ma, contro tutte le aspettative, è dotato di scarsi poteri. Ignorato, per questo motivo, dalla sua stessa famiglia, il ragazzo deciderà di non arrendersi al fato e comincerà ad allenarsi da solo; al raggiungimento dell'età necessaria, poi, si iscriverà all'accademia Hagun, ma anche qui il suo basso potenziale magico farà di lui il peggiore allievo della scuola. In realtà Ikki si dimostrerà un combattente molto forte, in quanto da un lato riuscirà a fare un ottimo uso della poca magia in suo possesso e dall'altro sopperirà alla sua scarsa attitudine attraverso l'intuito e l'abilità con la spada. E con l'arrivo di Stella, la bellissima principessa del regno di Vermillion, anche i suoi giorni di vita in solitudine sono destinati a terminare.

Data la loro innegabile somiglianza, molte delle critiche che avevo rivolto a "The Asterisk World" valgono, ovviamente, anche per "Rakudai Kishi no Cavalry": se siete alla ricerca di un anime con idee originali, questo titolo decisamente non fa per voi. Anche "Rakudai", infatti, ha una trama molto simile a quella di tanti altri "harem con combattimenti"; tuttavia presenta alcuni elementi "anomali" che ne innalzano decisamente il valore complessivo e mitigano l'impressione di essere di fronte all'ennesima storia "già sentita".
Tra questi elementi balza immediatamente all'occhio la cura con cui sono stati creati i vari personaggi. La loro caratterizzazione, infatti, è decisamente riuscita: pur basandosi sugli stereotipi propri del genere, gli autori sono riusciti a conferire ai vari protagonisti una buona dose di carisma che, se da un lato non li rende certamente "indimenticabili", dall'altro li rende comunque attraenti quanto basta per potersi godere in pace l'anime senza cominciare a sbadigliare.
I combattimenti, poi, sono davvero avvincenti e ben disegnati; e, sebbene questi abbiano un esito scontato, il modo in cui si arriva alla vittoria è vario e appassionante.
Non ultime come importanza sono state anche alcune scelte all'apparenza minori ma che hanno invece un grande impatto, specie perché sovvertono quello che è l'andamento classico delle storie di questo tipo: in particolare vediamo che qui l'elemento "harem" è usato in modo molto blando e si risolve dopo pochi episodi; Ikki, poi, pur facendo il solito voto di castità, non appare come il classico asessuato, e alle nudità femminili reagisce con un'erezione, come è normale che sia; Stella, infine, se si escludono alcune moine che comunque contribuiscono al divertimento dello spettatore, si rivela a sua volta un tipo "tosto" e senza tutte quelle paranoie che affliggono le protagoniste degli anime dello stesso genere.
E concludiamo le lodi citando anche la grafica, che è davvero bella: lineamenti morbidi e colori caldi per me sono il massimo della vita. Negli ultimi due episodi, poi, c'è un improvviso cambiamento del tipo di grafica adottato: per sottolineare la drammaticità della situazione sono stati scelti colori più scuri, immagini sfuocate e uno schermo invaso da punti neri. Inusuale per un anime di questo tipo, ma come idea mi è piaciuta.

In conclusione, mi sento di promuovere "Rakudai Kishi no Cavalry" su tutta la linea. La speranza è che non ci facciano aspettare molto prima dell'annuncio della seconda stagione: sono proprio curioso di sapere come andrà a finire questa storia.


 7
Swordman

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
"Le dame, i cavalier, l'arme, gli amori..." mi parea che intonasse un certo nobile cantore di molto tempo fa. Casualmente è anche il "motu proprio" di codesto anime, Rakudai Kishi no Cavalry, meglio detto "La cavalleria del fallito cavalier", relegando nell'oblio profondo "epopee" e "ripetenti" spuntati non si sa ben da dove...
In un mondo ove si è riscoperta la magia e in auge sono tornati i duelli a singolar tenzone, si svolge la storia del peggior cavaliere Ikki Kurogane. Storia che si snoda tra cappe, spade, donzelle, amori, scontri, intrighi, complotti, cadute nell'abisso e miracolose resurrezioni.
"Ikki Kurogame... chi era costui?" Ultimo rampollo della più rinomata casata di cavalieri magici del Paese, ma nato senza alcun talento, arte o parte, e per questo, sfruttato, mal pagato, frustato e insultato. Un giorno, esausto, decide di fuggirsene nel bel mezzo di una tormenta, ma qui, proprio al limite dell'ipotermia, gli appare (una visione, presumibilmente) un vecchio saggio che lo esorta a percorrere la via del samurai. Questa lo porterà all'accademia Hagun per diplomarsi cavaliere magico (le ragazze semplici e gioiose tendono invece ad essere raccomandate...), ma lo farà anche sbattere contro i vecchi nemici della casta, che non vedono di buon occhio la sua ascesa, e contro Stella Vermillion, talentuosissima guerriera, bellissima fanciulla sempre magica e principessa "di un regno che non sai dov'è". È amore, e i due si prometteranno di convolare un giorno a nozze, non prima di essersi passati l'un l'altro per le spade nella finale del torneo dei tornei.

Dunque, Rakudai Kishi si imposta inizialmente sul binario del baldo giovane che per qualche motivo si trova in una scuola ove è un caso più unico che raro. Un incipit ricorrente che in questo caso è stato ancora di più manifesto, in quanto, nella stessa stagione televisiva, è uscito anche l'anime Gakusen Toushi Asterisk, sempre da una light novel, sempre di cappa e spada, sempre con un protagonista "uomo solo" e sempre con una bella partner al suo fianco.
"Rakudai" ha sofferto il confronto rispetto all'altra, simile e più quotata, produzione. Eppure alla fine emerge alla distanza mostrando le proprie peculiarità. Principalmente ha pagato la buona qualità con cui la Silver Link ha realizzato questa serie: una cura generale molto buona nei disegni di personaggi e sfondi diventa assai pregevole quando si tratta di animare i combattimenti. Qui la serie dà il meglio di sé, regalandoci alcuni degli scontri più belli dell'annata, soprattutto quello, molto combattuto, del decimo episodio. La grafica in generale usa una bella gamma di colori vividi ma anche caldi e non abbaglianti, ma è molto interessante poi l'uso in alcuni momenti come l'opening, ma non solo, di una grafica alla "Sin City" in toni di bianco e nero con impattanti inserimenti del rosso e di aggressive sfumature di grigio.
Merito anche della storia che alterna molto bene elementi divertenti, drammatici, action e sentimentali, sviluppandosi in tre principali archi narrativi intervallati da alcune pause di alleggerimento.

Peculiarità interessante di "Rakudai" è poi quella di non cedere troppo facilmente ai cliché del genere e anzi di dare allo sviluppo della storia una direzione ben precisa. Mi riferisco in particolare al fatto di registrare quasi da subito Ikki e Stella come una coppia di innamorati, pur con tutte le incertezze del caso dell'età adolescenziale. In questo il buon Ikki ne esce sicuramente meglio che non altri personaggi maschili, protagonisti ma ameboidi, di altri anime harem. E poi Stella, oltre che assai bella fisicamente, è anche un adorabile "tsunderona" che suscita molta simpatia.
Non mancano comunque anche dei classici momenti dedicati al fanservice, magari non sono molti (pochi potrebbe dire chi li cerca), ma costituiscono un buon contorno a una storia che procede diretta sui suoi binari.

All'apparenza uno dei tanti anime con harem ed ecchi tratti da una light novel (che poi alla fine anche questi hanno la propria dimensione e unicità, ma spesso le versioni anime ne mostrano solo una parte iniziale), Rakudai Kishi no Cavalry ha mostrato una storia solida, a tratti intensa, con una certa vena di romanticismo e impreziosita da accaniti combattimenti anche molto ben realizzati. In essa si muovono tre degni protagonisti, quali il prode cavaliere Ikki, l'adorabile principessa Stella e la devota sorellina Shizuku, più tutta una serie di figure secondarie funzionali e all'altezza, non approfondite solo perché non coperti dall'adattamento anime.
Secondo me, una delle rivelazioni della sua stagione.


 3
Nox

Episodi visti: 12/12 --- Voto 4
"Rakudai Kishi no Cavalry" è un anime di dodici episodi andato in onda dall'ottobre al dicembre del 2015.

La storia è ambientata in un universo alternativo, dove alcuni esseri umani, chiamati Blazer, hanno la capacità di manifestare la propria anima sotto forma di arma. Esistono sette accademie dove queste persone speciali si allenano e studiano, e che, ogni anno, organizzano il Festival delle Sette Stelle, per stabilire chi sia il combattente più forte. In una di queste accademie, Ikki Kurogane, soprannominato "the worst one", essendo appunto il peggiore, incontra la principessa Stella Vermillion, la più straordinaria di tutti i tempi, in una situazione, come dire, imbarazzante. Lo scontro che ne segue mostra le vere capacità di Ikki, le cui abilità nel combattimento sono eccezionali (chi l'avrebbe mai detto?) e il cui scopo nella vita è vincere il Festival per potersi diplomare e diventare ufficialmente un cavaliere.

Inizio dalla parte tecnica di quest'anime, che è veramente fatta bene. Le scene di combattimento, in particolare, sono caratterizzate da animazioni fluide ed effetti speciali sorprendenti, che le rendono davvero coinvolgenti.
Detto questo, tutto il resto è inguardabile.

La trama, divisa in mini-archi, è ricca di situazioni viste e riviste, ma lo squallore del tutto è portato a un altro livello. Ora, l'anime è un ecchi, quindi alcuni tipi di scene sono inevitabili, ma si potevano, certamente, gestire in modi migliori, senza scadere in espedienti davvero scadenti.

La vera tragedia di questo anime, però, sono i personaggi.
Il protagonista è stato vessato, umiliato, trattato come se non esistesse da tutta la sua famiglia, e questo tipo di trattamento continua anche quando si iscrive all'accademia. Io mi aspettavo un personaggio traumatizzato, dark, arrabbiato con il mondo intero, incapace di fidarsi, una cosa qualsiasi. Ikki, invece, sembra Babbo Natale, è sorridente, solare, e di un buonismo vomitevole. Non ha assolutamente senso. Non puoi uscire così, dopo una vita di traumi psicologici.
Ma le ragazze... Le ragazze sono quelle che mi hanno fatto saltare di più i nervi. Cominciamo dalla principessa (che è fondamentalmente l'unico interesse amoroso del protagonista, tutte le altre sono un contorno). Sei definita un genio, un talento naturale, sei fortissima, bellissima, altissima, purissima, levissima, ma allora perché ti comporti come un'idiota? Perché l'unica cosa che ti interessa è attirare l'attenzione del protagonista? A me cadono le braccia, giuro.
Secondo posto, meritatissimo, per l'incestuosa sorella minore. Anche lei straordinaria, bellissima, bravissima e quant'altro, ma allora perché la tua vita gira solo intorno a tuo fratello? Non hai degli interessi, un hobby, una cosa qualsiasi?
Sono tutte e due insopportabili, ridicole, senza un briciolo di interesse al di fuori del protagonista e mancano completamente di orgoglio personale.
Le altre due si vedono talmente poco che non vale nemmeno la pena di parlarne.

In conclusione, lo sconsiglio vivamente. L'impressione generale che mi ha dato è che non si è capito bene cosa si volesse realizzare. Se lo vuoi incentrare sui combattimenti e sui traumi del protagonista, allora fai una cosa seria, se vuoi fare un banale ecchi, allora fai un banale ecchi, ma deciditi.

Riassumendolo in una frase o meno: la parte dei combattimenti è splendida, il resto un'agonia.

Eversor

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
"Rakudai Kishi no Cavalry" è uno di quei titoli da cui mi aspettavo qualcosa di più che la classica commedia fantasy harem. Le premesse c'erano tutte e, per fortuna, anche i successivi sviluppi sono apparsi all'altezza delle aspettative. Dodici puntate assolutamente interessanti, che hanno saputo riprendere un genere visto e rivisto, puntando proprio sulle caratteristiche più utilizzate, ma elevandole in modo tale da portarle su un livello diverso rispetto a tutta la massa indistinta di anime fantasy-scolastico.

Ikki Kurogane è un ragazzo misterioso, iscrittosi già da un anno all'accademia per cavalieri. Fin da subito è stato bollato come ultimo in classifica e, ovviamente, costretto a ripetere l'anno. Tuttavia, come appare chiaro immediatamente, le sue qualità sembrano essere estremamente notevoli. Insomma, il classico protagonista, apparentemente imbranato, ma in realtà ben capace di badare a sé stesso.
E, come ogni buon protagonista, ha bisogno di una controparte femminile. Tale ruolo toccherà a Stella Vermillion, nuova recluta e promettente cavaliere. Per uno strano caso, si ritroverà a dividere la stanza proprio con Ikki (sembra ancora un mistero la possibilità di dormitori misti, ma sorvoliamo su questo piccolo dettaglio) e, naturalmente, le cose non andranno affatto bene. Di fronte al giovane eroe, Stella mostrerà un'assoluta reticenza. Lo sfida a duello per aggiudicarsi il completo possesso della stanza, ma, al di là di tutte le aspettative, lei, principessa di un regno lontano e migliore studente tra le nuove matricole, viene sconfitta in un battibaleno dal misterioso Ikki.

Parto analizzando i vari personaggi, complimentandomi per la loro complessità e completezza. Sebbene vengano usati frequentemente i cliché dell'animazione giapponese, questi non limiteranno affatto la crescita dei molteplici protagonisti. Il gruppo principale è composto da Ikki, determinato e intraprendente nel suo tentativo di essere riconosciuto come il più forte; Stella, alla costante ricerca di nuovi avversari; Shizuku Kurogane, sorellina di Ikki ed estremamente affezionata a quest'ultimo; Nagi Arisuin, compagno di stanza di Shizuku. Attorno a questi compariranno molti altri personaggi, più o meno secondari, che, in un modo o nell'altro, determineranno una continua crescita nell'animo dei vari protagonisti.
Sebbene "Rakudai Kishi no Cavalry" possa essere considerato come una serie harem, in realtà le vicende sentimentali appaiono chiare fin dall'inizio. Il gran numero di ragazze non produce alcuna molteplicità nelle storie d'amore. La coppia principale è, e rimarrà, quella composta da Ikki e Stella. Un'accoppiata vincente e, per quanto mi riguarda, piuttosto piacevole (cosa non da poco, visto anche il forte elemento tsundere presente in Stella). I due si conoscono e sviluppano quasi subito sentimenti reciproci. A differenza di molte altre opere, non ci saranno titubanze odiose o comportamenti ambigui: Ikki dichiarerà i propri sentimenti, e anche Stella pare felice di questi ultimi.
Dunque possiamo dire che il fattore sentimentale non delude, anzi, aggiunge un po' di pepe alla storia principale, che si dilunga tra una disavventura e l'altra. Molti scontri e battaglie, e dei flashback ben piazzati, capaci di raccontare il passato dei vari protagonisti senza spezzare il filo del racconto.

Proprio i combattimenti sono, a mio avviso, il punto forte di quest'opera. La grafica mostra colori chiari e puliti, ma sono gli scontri tra cavalieri ad emozionare maggiormente. I personaggi danzano in maniera fluida e spontanea, i disegni si muovono con frenesia, senza però cadere nel caotico. Anche le musiche risultano più che apprezzabili, soprattutto per la carica che danno durante la visione.
Ottimo il doppiaggio e altrettanto la regia, che è riuscita a creare una serie di dodici episodi priva di eccessive accelerazioni o rallentamenti. La trama principale si sviluppa in maniera ordinata, sebbene le ultime due puntate, inevitabilmente, abbiano risentito di una leggera carenza di tempo.

Il finale è ad impatto e, per certi versi, per nulla scontato. Si raggiunge il culmine del climax e, allo stesso tempo, si offrono interessanti spunti per una possibile seconda stagione.
"Rakudai Kishi no Cavalry", dunque, è riuscito a coinvolgere e appassionare sebbene il materiale iniziale possa essere considerato poco originale. Certamente la "scuola di magia" rappresenta un tema ripreso più volte, soprattutto negli anime tratti da light novel. Tuttavia tale opera dimostra ancora una volta come si possa trarre degli spunti originalissimi da una situazione considerata "classica". Il fattore ecchi c'è, ma in fin dei conti è anche giusto concedere un po' di spazio al fanservice, soprattutto se questo è accompagnato da una buona dose di risate e adrenalina.
Un anime completo, che non sfigura e lascia lo spettatore appagato e desideroso di vedere come andrà a finire la vicenda.

Voto finale: 8


 3
the22dragons

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Questo anime all'apparenza non porta nulla di nuovo nel panorama del suo genere, anzi buona parte della sua storia e dei personaggi sono pienamente parte dello stereotipo di anime di questo tipo.
Chi non ha mai sentito la storia del ragazzo senza talento, che è considerato da tutti un rifiuto in quanto ultimo tra gli ultimi, che sale verso la vetta solo grazie alla sua grande forza di volontà e impegno? Il classico protagonista che fa sempre la cosa giusta e che vince sacrificando sé stesso, nonostante l'iniziale inimicizia di tutti, per poi diventare un simbolo di speranza per gli ultimi?

Tutto questo è pienamente presente in "Rakudai Kishi no Eyuudan", "The Chivalry of a Failed Knight".
Detto questo, devo dire che, pur non offrendo molta innovazione dal punto di vista della trama, questo anime riesce pienamente in tutto il resto, ponendosi come esempio di come una storia trita e ritrita possa comunque essere ripresentata al meglio delle sue possibilità, intrattenendo lo spettatore dall'inizio alla fine e lasciandolo soddisfatto.

Il ritmo è ottimo, veloce ma costante, senza particolari forzature.
I disegni e le animazioni sono di alta qualità, così come il design dei personaggi (seppure anche questo richiami pesantemente altri anime dello stesso genere).
Il fanservice è presente, ma per fortuna non gratuito o eccessivo. La componente harem è relativa, ovvero sì, lui sembra andare a genio a tutte, ma solo poche sembrano davvero portare avanti un interesse sentimentale per lui, e comunque lui è piuttosto deciso riguardo chi contraccambiare.

Proprio questa è l'unica vera novità portata da quest'anime, i rapporti sentimentali.
Scordatevi i soliti personaggi indecisi, insicuri o troppo codardi per fare dei passi avanti tipici di questo genere di anime. In "The Chivalry of a Failed Knight" i personaggi non girano intorno ai loro sentimenti, 'tirano fuori le palle' e dicono quello che provano. L'anime riesce pure a sfiorare il tema sesso, senza che tutto si riduca alla solita faccia rossa come un peperone e ad uno svenimento con tanto di fumo dalle orecchie.

I combattimenti (quelli mostrati) sono belli e avvincenti, anche se si vede che non sono essi il focus dell'anime, tant'è che molti di essi vengono semplicemente "saltati", facendone vedere qualche breve scambio per poi annunciare il vincitore. Solo gli incontri più significativi vengono mostrati per intero, ma forse ciò è anche dovuto alla necessità di far rientrare tutto in dodici puntate.
Devo dire però che ho preferito questa opzione, piuttosto che mostrare troppi combattimenti e dare poco spazio allo sviluppo della trama e dei personaggi.

Il finale chiude in modo più che soddisfacente un ciclo, permettendo tranquillamente la visione della prima serie senza rimanere con l'ansia di vedere la seconda, ma ne apre un altro, chiaro segnale della possibilità che venga mandato in onda anche il seguito.

In conclusione, è un'anime che consiglio assolutamente a chiunque sia interessato anche a solo uno dei vari generi che esso include (fantasy, sentimentale, scolastico, azione e harem), in quanto, pur non brillando per originalità, lo si potrebbe tranquillamente collocare tra gli "esempi" di anime di questo tipo perfettamente riusciti nel loro obbiettivo.


 6
Kida_10

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
"Rakudai Kishi no Cavalry", letteralmente tradotto "La cavalleria del cavaliere fallito", è una serie della stagione autunnale 2015 composta da dodici episodi di durata canonica, tratta dall'omonima light novel scritta da Riku Misora e illustrata da Won.

I Blazer sono speciali esseri umani in grado di manifestare l'essenza della proprie anime sotto forma di armi, e sono dotati di straordinari poteri che li rendono unici ed estremamente pericolosi. Ikki Kurogane è un giovane ragazzo che mira, nonostante le scarse abilità e la completa assenza di talento, a diventare un cavaliere con i fiocchi. A causa di un'ingiusta metodologia di classificazione, egli è visto come un Blazer di rango F, e all'interno dell'accademia è conosciuto per essere il peggiore in assoluto. La sua vita cambia nel momento in cui Stella Vermillion, principessa di una nazione straniera e Blazer di classe A, si trasferisce all'accademia e diviene la sua compagna di stanza. In quel momento iniziano le qualificazioni per il "Festival delle sette stelle", una competizione volta a determinare i sette Blazer più forti, e Ikki non vede l'ora di poter mostrare il proprio potenziale al resto del mondo.

La trama è semplice, non brilla particolarmente per originalità, ma si sviluppa sorprendentemente bene. La storia si evolve rapidamente, senza troppi preamboli ma senza neanche eccessive accelerate di ritmo, e soprattutto senza alcuna forzatura. I personaggi presentati sono molti e, nonostante apparentemente possano sembrare stereotipati, col proseguire delle puntate assumeranno una personalità ben definita, e verranno analizzati discretamente anche sotto il profilo psicologico; ottima anche la loro interazione.
Il protagonista principale non è nulla di nuovo, le sue caratteristiche lo accomunano a una buona parte dei suoi colleghi presenti in altre opere delle stesso genere, tuttavia egli si dimostra particolarmente accattivante e determinato, al punto tale da entrare nelle grazie dello spettatore sin dalle primissime puntate, riuscendo in questo modo a rendere la serie coinvolgente e appassionante.

Fino a questo punto tutto nella norma, ma "Rakudai Kishi no Cavalry" si distingue per l'ottimo comparto tecnico, che dona un tocco in più alla serie, in particolare se rapportata alle sue rivali di questa discreta stagione autunnale. Il design dei personaggi è ottimo, i fondali sono estremamente dettagliati e arricchiti da spettacolari giochi di luce in grado di ricreare delle atmosfere perfette. I combattimenti sono eccelsi, fra i migliori che si siano mai visti per intensità, dinamismo, effetti speciali e originalità; seguire gli scontri delle eliminatorie si dimostrerà un vero piacere, e bisogna considerare che il bello deve ancora arrivare. Dal punto di vista del sonoro l'opera mantiene livelli standard: ottima la opening, adeguati il doppiaggio e le musiche d'accompagnamento.
Il finale ovviamente non conclude nulla, la light novel di riferimento è ancora in corso, e le speranze di vedere una seconda stagione non sono poi così remote.

In conclusione, "Rakudai Kishi no Cavalry" si è rivelata essere una piccola sorpresa, e sicuramente si è dimostrata al di sopra delle aspettative che aveva generato. Una delle classiche storie trasposte da light novel, ma arricchita da un comparto tecnico di prim'ordine e dotata di una trama semplice ma estremamente efficace, che non si dimentica di analizzare i personaggi e di definire i loro rapporti, oltre che propinare la solita dose di mazzate. Se siete alla ricerca di qualcosa di poco impegnativo ma allo stesso tempo appassionante, è un'opera estremamente consigliata.