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OSterEEd

Volumi letti: 5/5 --- Voto 9,5
Recensire un manga come "Phantom Blood", prima parte dell'epopea de "Le Bizzare Avventure di Jojo", è alquanto complicato , perché bisogna tener conto di diversi fattori come l'esperienza di Araki , che in questa parte è ancora piccola , rispetto a quella che avrà, ad esempio, in "Jojolion". Tenendo conto anche della lunghezza (5 volumi , 3 nella nuova edizione ) è davvero un manga molto bello , che nonostante appunto la lunghezza, riesce a darmi comunque tante emozioni ,più di quelle che magari , nonostante l'estrema lunghezza, mi da' "Stardust Crusaders", e riesce a farmi comunque amare i personaggi, principalmente i due protagonisti ( su cui si basa tutta la storia) e il misterioso e strambo Zeppelin.
Per il resto la maggior parte dei personaggi sono piuttosto di contorno e quindi di conseguenza meno approfonditi , ma comunque riusciti bene .Avendo letto tutta l'epopea, posso sicuramente dare un voto in più solamente grazie alla maschera e alla nostalgia , dopo 6 serie di stand, delle onde concentriche (che come ho detto anche in un'altra recensione, ne sono un amante).

Una cosa sicuramente ben riuscita sono i combattimenti, che sebbene pochi , risultano addirittura migliori di quelli della parte quattro (che ne ha molti di più). Ed è appunto secondo me la quantità il punto forza dei combattimenti , in quanto ci rimangono meglio impressi e diventano di conseguenza una componente che amiamo ancora di più.

Un'altra cosa che amo è la contrapposizione tra Jonathan e Dio , che invece di essere come lo Yin e lo Yang , sono il bianco puro ( la generosità pura ) e il nero puro ( la malvagità pura) . Da un lato il bianco , da un lato il nero . Da un lato Jonathan , da un lato Dio.


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Alucard88tnedjroq

Volumi letti: 5/5 --- Voto 7
Per recensire un manga come "Jojo Phantom Blood" bisogna tener conto anche della straordinaria importanza che questa piccola serie ha avuto nel mondo dei manga. Parte infatti da qui "Jojo", una delle serie manga più longeve di sempre, e che al momento conta 8 stagioni. Naturalmente è un'opera creata in un momento in cui Araki non aveva ancora raggiunto la sua maturità di mangaka, ma presenta lo stesso dei lati positivi da non sottovalutare.
Storia: 7.5
La storia la conosciamo tutti quindi non mi dilungo nel raccontare la trama. Non è nulla di troppo elaborato, ma introduce qualcosa di innovativo nel manga battle shonen, ovvero il combattimento tramite le onde concentriche, che stanno alla base di quelli che saranno gli stand nella terza serie. Inoltre il ritmo è abbastanza avvincente e incuriosisce il lettore a leggere i capitoli successivi. Non mancano i colpi di scena, specialmente nel riuscitissimo ed inaspettato finale, con il quale si riesce a chiudere molto bene questa prima serie. Molto ben costruita anche l'ambientazione ottocentesca.
Personaggi: 6.5
I personaggi non sono nulla di così elaborato, ma risultano comunque riusciti, specialmente i due protagonisti (Jonathan e Dio), e Zeppeli. Per il resto abbiamo personaggi abbastanza di contorno, d'altronde non era semplice approfondire così tanti personaggi in una storia così breve. Tuttavia dal momento che la serie è incentrata principalmente su Jonathan e Dio, direi comunque che la loro caratterizzazione è venuta su in maniera piuttosto buona.
Disegni: 6
I disegni della prima serie sono ben lontani dalle vette che Araki raggiungerà con "Steel Ball Run" prima, e con "Jojolion" poi. Infatti qui i disegni sono un chiaro rifacimento al tratto di Tetsuo Hara (Kenshiro), venuti anche abbastanza male perchè quasi sempre sproporzionati. I punti di forza stanno nelle buone rappresentazioni delle espressioni facciali, e nel fatto che i personaggi disegnati da Araki sono contraddistinti da un aspetto abbastanza particolare e "bizzarro". Infatti come detto prima, in questa serie siamo lontani dalle vette artistiche di Araki, tuttavia possiamo scorgere le prime peculiarità di un tratto che nel corso della sua carriera, lo contraddistinguerà dal resto dei suoi colleghi in quanto unico.
In conclusione "Le Bizzarre Avventure di Jojo: Phantom Blood" resta una lettura fondamentale per gli appassionati del mondo dei manga, ma va letto con la consapevolezza che pur essendo un buon titolo, si tratta soltanto dello stato embrionale di quello che sarà in seguito Jojo.
Voto:7

Utente132024

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Utente132024

Volumi letti: 5/5 --- Voto 7,5
"JoJo no kimyo na boken" di Hirohiko Araki è uno dei più longevi manga battle shonen di sempre, serializzato sulla rivista Shonen Jump a partire dal 1986 fino ad approdare sulla rivista Ultra Jump nel 2004, con la settima serie del filone ovvero "JoJo Steel Ball Run". La caratteristica più vistosa delle JoJo series e che ha dato loro un posto di rilievo nella cultura popolare influenzando i mangaka delle successive generazioni, sono i combattimenti che, grazie al genio dell’autore, sono bizzarri e visionari, basati su tecniche in grado di deformare e giocare con la realtà e con gli stessi corpi dei protagonisti (le onde concentriche e gli stand), e anche dotati anche di un incredibile componente strategica che in ogni duello mette in risalto l’arte del combattente, l’astuzia e i colpi di scena. Più che la supremazia di un personaggio o l’ottenimento di un potere in grado di incrementarla (come accade in moltissimi altri manga di combattimento), Araki esalta e pone al centro delle sue storie l’abilità di osservazione della realtà, che consente di trarre vantaggio dal più piccolo dettaglio.
Il vero espediente che ha consentito di proseguire quasi senza interruzioni dalla fine degli anni Ottanta a oggi è quello della saga generazionale: la storia infatti è divisa in cicli, ambientati ciascuno in un periodo storico diverso, e ha come protagonisti i vari discendenti della famiglia Joestar (ognuno caratterizzato dallo stesso nomignolo, JoJo), coinvolti in una lotta plurisecolare contro Dio Brando, o con le conseguenze delle sue azioni. Questo filo conduttore permette all’autore di giocare costantemente con i suoi personaggi, con le ambientazioni, le idee e i contenuti di ogni ciclo, variandoli e mantenendo comunque una forte autonomia di base. Ciò si nota soprattutto dalla terza serie in avanti, in cui la saga inizia a diventare un laboratorio di costante sperimentazione, nel quale Araki si diverte a raccontare storie sempre diverse, infilandoci dentro le influenze culturali più disparate: cinema, musica, curiosità scientifiche, storia dell’arte, aneddoti provenienti da mezzo mondo. Nelle mani dell’autore ogni lato della realtà, osservato nei suoi aspetti più inconsueti, diviene stimolo per risvolti surreali nelle trame e nei combattimenti.
Nonostante la bizzarra ambientazione, la trama segue le classiche impostazioni delle storie di vendetta: allenamento/ricerca del cattivo/scontro finale. C’è però l’inserimento delle onde concentriche, un’idea che inizia a spostare il centro dell’interesse di Araki verso la componente strategica. Le onde non sono dissimili da altre forme di energie interiori viste in altre storie d’avventura e fantasia. La differenza principale sta nel fatto che si basano su una trasmissione di energia, con effetti imprevedibili e pseudo-scientifici sulla materia circostante. Ciò rende possibile eseguire tattiche complesse, con l’uso di materiali conduttori sempre più inusuali. La prima parte di questo lungo ciclo di manga senza dubbio non fornisce il massimo che Araki può offrire, i concetti di base che reggono l'opera sono ancora molto semplici e seguono i canoni, ma i personaggi e la trama sono accessibili e offrono molte emozioni, consigliata la lettura prima dell' approccio alle serie successive in cui prevale la sperimentazione e la follia tipiche delle bizzarre avventure di JoJo.


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Fabbrizio_on_the_Road

Volumi letti: 5/5 --- Voto 8
“Phantom Blood” è la prima parte de “Le bizzarre avventure di JoJo”, una vera e propria epopea che sotto forme e stili diversi giunge fino ai giorni nostri. In essa è possibile riscontrare alcuni elementi che si riveleranno essere fattori chiave anche nelle serie successive, ma allo stesso tempo vi sono notevoli peculiarità esclusive di questa prima parte. Indubbiamente si tratta di un inizio molto riuscito. Molte delle serie successive, a mio avviso, saranno in grado di raggiungere livelli di qualità superiore, ma disponendo di un numero di capitoli ben più generoso. Qui parliamo di una storia che nella sua relativa brevità è in grado di regalare molto.

La trama infatti è davvero interessante, inizialmente si sviluppa su due fronti che poi però finiscono progressivamente per coincidere. Da un lato vi è il mistero della maschera di pietra in grado di donare poteri sovrumani. Dall’altro il rapporto di odio e rivalità che si verrà a creare tra i due personaggi principali, Jonathan Joestar e Dio Brando. Quest’ultimo è senza alcun dubbio il vero motore della storia. Se il protagonista e il resto dei personaggi principali sono stati realizzati complessivamente bene, Dio è stato realizzato divinamente. Viene caratterizzato nel profondo fin dai primi capitoli. Le sue intenzioni, i suoi modi, la sua intelligenza risultano chiari agli occhi del lettore in modo inequivocabile. Ma Dio non è solo questo. Se c’era una cosa che l’autore voleva trasmettere era l’odio profondo provocato dal suo carattere e dalle sue gesta. E ci è riuscito perfettamente. Il rapporto protagonista-antagonista viene quindi sviluppato in modo molto efficace ed è certamente uno dei pilastri della storia. Decisamente ispirata è anche la componente horror di questa prima parte, molto suggestiva. L’ambientazione storica è stata ricreata degnamente ed è ricca di dettagli interessanti. JoJo è però anche un manga d’azione e anche su questo piano non si può che parlarne bene. Ottime le scene di combattimento, straordinarie a livello visivo e formidabili sul piano concettuale. La serie infatti sarà sempre più caratterizzata da una componente strategica negli scontri, che questa prima parte ha avuto il merito di far esordire. Ho trovato un po' discutibili i punti nei quali vengono piazzate certe spiegazioni o flashback, spesso nelle scene più concitate. Inoltre la parte centrale della storia è leggermente sottotono rispetto all’inizio e alla fine, forse proprio per la momentanea uscita di scena di Dio. Ma questi ultimi sono punti sui quali si può tranquillamente passare sopra. Il disegno è eccezionale sul piano artistico, meno su quello tecnico, ma anche qui ci saranno futuri miglioramenti.

In definitiva ritengo questa prima parte di JoJo molto valida e originale, grazie ad un’ottima storia, grandi personaggi e un ritmo incalzante. Chiunque voglia iniziare a leggere JoJo dovrebbe partire da questa serie. Non tanto perché le altre risulterebbero altrimenti incomprensibili, ma perché e di per sé un’ottima storia, appagante e interessante ancora oggi.


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Linkinparma46

Volumi letti: 5/5 --- Voto 6
Su consiglio di un amico ho incominciato a leggere "Phantom Blood" per introdurmi nel magico mondo del "Le Bizzarre avventure di JoJo". Tutto nasce da questi 5 volumi che hanno dato inizio ad una delle saghe più longeve del fumetto giapponese. Un manga acerbo come il suo creatore che già nel lontano 1987 qualche intuizione l'aveva avuta. Jonathan e Dio... due fratellastri divisi da un odio profondo… delle schermaglie arricchite da una maschera misteriosa proveniente da una civiltà antica… un dualismo che condizionerà l'intera serie e che si forgia su filosofie risolute e inconciliabili. "Phantom Blood" ha come miglior pregio quello di essere profetico, lasciando intuire che il meglio deve ancora arrivare e che Araki si sta preparando per stupirci con qualcosa di pirotecnico. I disegni sono ben curati anche se è inevitabile cogliere delle similitudini con lo stile di Tetsuo Hara (Ken il guerriero), soprattutto nella caratterizzazione del protagonista (Jonathan Joestar) che ricorda fortemente Kenshiro. Sul fronte narrativo "Phantom Blood" non è proprio originalissimo e sembra attingere dalle ben più note opere (parlo soprattutto del genere "picchiaduro/arti marziali") che, negli anni '80, stavano esportando l'arte giapponese in tutto il mondo. Presa singolarmente, questa prima serie, non è da inserire negli annali del manga giapponese ma il mio consiglio è di leggerlo comunque e di non fermarvi con "Le Bizzarre Avventure di JoJo" per poter cogliere la portata e il contributo del lavoro di Hiroiko Araki (dalla terza serie in poi vi stupirà).


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tmsstr

Volumi letti: 3/5 --- Voto 5
Inizierò questa recensione cercando di motivare un voto così basso rispetto alla media.
Dopo aver letto diversi manga degli anni 90 e dell'ultimo decennio ho deciso di provare JoJo invogliato dai tanti commenti positivi. Devo dire che sono rimasto un po' deluso da questo manga, proprio perché troppo lontano dagli standard ai quali gli ultimi manga ci hanno abituato.
La storia, che di base ha una buona complessità, risulta troppo compressa e si sviluppa in maniera troppo frettolosa, tralasciando molti aspetti che potevano essere approfonditi maggiormente.
I disegni hanno uno stile puramente anni 80, molto scuri e ricchi di dettagli (Araki strizza un po' l'occhio a Ken) e non sono facili da apprezzare per chi, come me, è abituato a stili più puliti.
I personaggi, invece, li ho apprezzati molto. Sono ben caratterizzati sia dal punto di vista grafico che caratteriale, sarà infatti facile ricordare nome e aspetto di ognuno di loro.
In conclusione non consiglio la lettura di questo manga a chi cerca un'opera completa e matura che lo faccia restare a bocca aperta, bensì a chi vuole dare un'occhiata al passato per apprezzare le fondamenta degli shonen moderni.
P.S. Non ho ancora letto le saghe successive, per cui il mio giudizio è limitato a "Phantom Blood", sperando che l'opera migliori nei prossimi volumi.


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giacgiac

Volumi letti: 5/5 --- Voto 8
"Le bizzarre avventure di JoJo" e più in generale l'opera di Hirohiko Araki rappresentano una vera e propria rivoluzione nel panorama shonen del fumetto nipponico, una rivoluzione fatta di originalità, teatralità, violenza, una dose abbondante di tamarraggine e tanta, tanta genialità da parte dell'artista.
Primo volume di questa saga ormai quasi trentennale e ancora in corso, uscito per la prima volta in Giappone sulla rivista Shonen Jump nel lontano dicembre 1986, è appunto "Phantom Blood"; c'è da precisare che col passare degli anni, e quindi delle numerose serie di cui "Le bizzarre avventure di JoJo" è composto, il disegno, la regia e lo stile dell'artista cambieranno in maniera abbastanza sensibile, influenzati dalle esperienze culturali e personali di quest'ultimo e divenendo quindi capaci di dare sempre un'aria nuova a una serie che, in 28 anni di onorata carriera, riesce sempre e comunque a stupire ogni numero che passa.
"Phantom Blood" è il prologo, l'inizio della storia, di un'avventura ultracentenaria iniziata nel 1888 e avente per protagonisti la famiglia Joestar e l'occulto mondo antico. Protagonisti di questo primo atto sono Dio Brando, ragazzo scaltro e opportunista, cinico e violento, che per un vecchio credito del padre con George Joestar, ricco nobiluomo inglese, si trasferisce a villa Joestar alla morte del genitore per essere istruito da George; qui Dio cresce assieme a Jonathan, figlio di George e soprannominato JoJo, giovane viziato e al contempo ingenuo, ma molto attento a valori come onore e amicizia. JoJo e Dio entrano inevitabilmente in contrasto, vista l'ingenuità del primo e l'altezzosità del secondo, venendo spesso e volentieri alle mani. Cardine della narrazione è la maschera di pietra, un oggetto mistico creato da una civiltà precolombiana, avente apparenti poteri magici. Dio farà di tutto per impossessarsene e liberarsi di JoJo e del proprio padre adottivo, al fine di ereditare tutto il patrimonio dei Joestar. Ma JoJo capisce tutto, ed è questo il momento in cui tutta la storia ha inizio.
I disegni di Araki peccano ancora sotto diversi aspetti: le proporzioni non vengono quasi mai rispettate, fioccano gli errori di prospettiva nella rappresentazione dei volti e dei corpi dei personaggi e la regia stessa non ostenta ancora quella genialità intrinseca che già nell'arco successivo, "Battle Tendency", la fa da padrona. I personaggi sono irrealmente grossi, come fossero stati presi dal manga di "Hokuto no Ken", tutti alti almeno due metri e con muscoli che fanno fatica a essere trattenuti dalle membra; l'estrema plasticità di Dio, JoJo e gli altri acquista importanza fondamentale durante gli scontri, in cui i personaggi esplodono in mosse - e in parte anche in pose, sebbene questo elemento sia sviluppato maggiormente sempre a partire da "Ballte Tendency" - spettacolari, bizzarre appunto e dai nomi originali, accompagnati dai caratteristici "hora hora hora" e "wryyy", grida di battaglia di Jonathan e Dio, mentre un'abbondante dose di violenza estrema condisce il tutto, sfociando spesso nello splatter e nel gusto per l'orrido.
In definitiva "Le bizzarre avventure di JoJo: Phantom Blood" è un buon manga, senza ombra di dubbio, ma è lontano ancora dalla precisione del tratto e dalla brillantezza e genialità di alcuni archi successivi; è un manga innovatore, ma come tutti gli innovatori, nello sperimentare si porta dietro alcune imperfezioni. Giudizio complessivo più che discreto e voto 8.


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Anonimo Sulla Terra

Volumi letti: 5/5 --- Voto 7
Pochi avrebbero immaginato che questa mini serie potesse essere solo l'inizio di una delle serie shounen più famose, longeve e migliori al mondo; Phantom Blood rappresenta il punto cardine della futura e longeva saga di JoJo, dove tutto ebbe inizio e le conseguenze di tali eventi si percuoteranno anche nelle serie successive, o meglio fino alla sesta serie.
La trama, conosciuta ormai da tutti e ben descritta nella prefazione del sito, è molto semplice,lineare che riprende tutti gli elementi del genere shounen/avventura degli anni 80, emulando classici del tempo come Hokuto no Ken: l'eroe buono che affronta molte difficili prove prima di poter sconfiggere il suo rivale/nemico e salvare il mondo; la presenza di un mentore e di compagni pronti ad aiutarlo; il sacrificio di una persona cara al protagonista. Ciò nonostante la lettura è piacevole, di buon intrattenimento grazie alla presenza di buone scene drammatiche cariche di pathos e combattimenti dinamici dove si coniugano forza, intelligenza, astuzia e buon spirito di osservazione; Araki fornirà sempre esaustive spiegazioni logiche sull'uso ed sugli effetti di determinati poteri, con la consapevolezza che rimaniamo sempre in un contesto fantastico.
Ma il vero punto di forza di Phantom Blood sono i personaggi principali, e fin da subito Araki mostra la sua abilità nel creare personaggi con personalità ben definite e relazioni assai complesse tra di esse: il protagonista Jonathan Joestar è l'incarnazione dell'uomo buono, onorevole e gentile, che è diventato così dopo aver vissuto e superato momenti tristi e dolorosi della sua vita forgiandone il carattere, regalandoci un personaggio con cui immedesimarsi e meno statico di quanto non appaia. La sua controparte è un altro personaggio di grande spessore, uno degli antagonisti più carismatici, iconici e famosi nella storia dei manga: Dio Brando.
Ambizioso, manipolatore, carismatico e di una bellezza classica, Dio è sia l'incarnazione del male oscuro e affascinante che un uomo che ha sofferto molto e con una gran voglia di riscatto, rendendolo un personaggio affascinante e complesso allo stesso tempo. La relazione tra i due personaggi comincia fin da quando erano bambini ed è decisamente difficile e conflittuale fino a culminare in una tragedia, anche se alla fine riusciranno in un certo senso a rispettarsi e provare rispetto l'uno per l'altro. La caratterizzazione degli altri personaggi è altrettanto buona, specialmente quella del mentore Zeppelie, personaggio celebre per la sua bontà, intraprendenza e dagli atteggiamenti talvolta buffi, tipo mettersi sempre in posa.
Il disegno di Araki è molto simile, almeno inizialmente, a quello di Tetsuo Hara: personaggi maschili molto muscolosi, con conseguente cura nel disegnare i personaggi, e infatti Jonathan da grande assomiglia vagamente a Kenshiro.
Il disegno è molto pomposo, ma molto curato e dettagliato, anche nel disegnare i paesaggi; basta vedere le sue tavole dove disegna i bassifondi di Londra per notare una certa attenzione per i dettagli. C'è da specificare che questo è il primo lavoro di Araki e pian piano il suo stile cambierà e si evolverà in qualcosa di molto diverso.
Phantom Blood è un manga semplice e genuino con una trama forse troppo simile ai classici di quel tempo (Hokuto no Ken), benché qui vi sia una forte componente horror dovuta alla presenza di zombie e vampiri, quindi non molto sorprendente ma solida e scorrevole, anche se il finale è molto intenso e commovente allo stesso tempo; i personaggi non sono tanti, ma ben caratterizzati, specialmente i due personaggi principali.
Forse molti non lo troveranno emozionante per la sua brevità e per i motivi sopracitati, ma già da qui si intravede il talento di questo mangaka, che maturerà sempre di più negli anni successivi, fino ad esplodere e a creare una serie shounen così avvincente e assai imitata, ancora oggi dopo ventisette anni dall'uscita della prima serie di JoJo.


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ward-ed94

Volumi letti: 3/5 --- Voto 8
Le Bizzarre Avventure di JoJo Phantom Blood è la prima saga del manga creata nel lontano 1987 da Hirohiko Araki. Per chi non lo sapesse, le saghe in totale dovrebbero essere nove, con la penultima ancora in corso e, grazie a Star Comics, è possibile recuperare tutta l'opera grazie a nuovi formati che racchiudono la serie con una modica cifra di 7 euro.

Dopo aver accumulato "esperienza" con gli shonen dei nostri giorni, ho deciso di guardarmi indietro, verso le opere che hanno fatto la storia. D'altronde, negli anni' 80 sono presenti manga come Dragonball, Saint Seiya , Ken Il Guerriero che hanno fatto da base per l'attuale generazione e JoJo sicuramente non è da meno.

Trama:
"La vita di Jonathan Joestar comincia il lungo viaggio verso l'oblio. La sua esistenza fa parte del lato oscuro della grande storia. Il mondo non conoscerà mai le gesta di quest'uomo valoroso, ma il suo coraggio sarà di certo ereditato da chi verrà dopo di lui."

Tutto incomincia nell'Inghilterra del 19esimo secolo. Il casato dei Joestar accoglie nella propria famiglia Dio Brando, ragazzo oramai orfano di padre e madre ed adottato per via di una promessa tra i loro genitori. Ed è così che Jonathan Joestar, o per meglio dire JoJo, farà la conoscenza di colui che cercherà di spodestarlo dall'eredità mettendolo in cattiva luce di fronte a tutti ed emarginandolo, e farà tutto ciò che è possibile per farlo. Ma il loro destino verrà sconvolto da un'antica maschera di pietra Azteca.
Fino a qui potrebbe risultare banale, ma in realtà siamo di fronte ad una storia curata nei minimi dettagli e guidata con una tale maestria da far rabbrividire gli shonen moderni. Non per nulla è un'opera ancora in corso dopo tutti questi anni, e già qui mostra il suo valore e la sua qualità. Ambientato nell'epoca vittoriana, verremo immersi in una Londra cupa rappresentata egregiamente con magioni, castelli e leggende del tempo a farne da padrone. Nel corso degli eventi, vedremo come Dio Brando cercherà di assumere il potere del casato entrando nelle grazie del padre George Joestar screditando il povero JoJo, e di come quest'ultimo bloccherà il fratellastro e il potere della maschera di pietra. Lode all'autore nel farlo terminare al momento giusto senza allungare il brodo inutilmente, mai banale e imprevedibile fino all'ultimo.

Disegni:
Ad un'occhiata veloce i disegni potrebbero apparire strani, e invece siamo davanti ad un lavoro fatto a dovere, molto accurato e dettagliato. I corpi, seppur sproporzionati e con un'anatomia fuori dal comune voluta apposta e con una piccola somiglianza a quelli di Ken Il Guerriero, dal mio punto di vista è la cosa migliore di questo manga. Le pose che fa assumere ai personaggi sono come un espressione del viso, un mix di mascolinità e amarezza che rientra perfettamente nel contesto dell'opera. I combattimenti sono strutturati molto bene ricordando vagamente Ken Il Guerriero, senza nessun power-up a sconvolgere e sbilanciare le sorti di uno scontro; solo la tenacia e la classe la spuntano. Nonostante Londra sia rappresentata in modo impeccabile, soprattutto gli interni delle magioni, il rivedere di nuovo l'epoca vittoriana mi rende scontento perché già usato in molte altre opere.

Personaggi:
Malgrado la povera presenza di personaggi, ognuno di essi è ben delineato. JoJo è un gentleman, coraggioso e responsabile ragazzo di famiglia benestante, non il solito pacifista da due soldi e lo stereotipo dell'eroe buono, mentre Dio Brando è l'antagonista per eccellenza. Egli si presenta fin da subito privo di moralità e sentimentalismo, con una psicologia più forte del protagonista. Ogni suo pensiero e gesto è intrinseco di pura malvagità. L'intento è quello di essere odioso e ci riesce in pieno.

In conclusione, Le Bizzarre Avventure di JoJo si prospetta molto interessante e non avendo letto le altre saghe sicuramente l'intento è quello di recuperarle, anche perché è troppo poco giudicare la serie da una sola saga. D'altra parte ha fatto la storia e nella sua interezza è un titolo che merita. Se volete uno shonen originale e vi siete stufati di quelli moderni, questo è quello che fa per voi.


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DesWyvern

Volumi letti: 5/5 --- Voto 6
Le Bizzarre Avventure di Jojo è sicuramente uno dei manga che più hanno influito sull'evoluzione moderna dei manga, e può essere considerato, insieme a Dragon Ball e Saint Seiya, uno dei tre capostipiti dello shonen. Forse la serie di Jojo più difficile da giudicare è proprio questa, la prima, denominata Phantom Blood.

Ambientata nella reale Europa ottocentesca, Phantom Blood si fa subito notare per i toni cupi e gotici, quasi tendenti all'horror. I protagonisti della storia saranno Jonathan Joestar e Dio Brando: la rivalità che nascerà fra i due si protrarrà anche nelle successive generazioni della famiglia Joestar, in una lunghissima e appassionante epopea.

Quest'opera risale agli anni '80, e onestamente si nota parecchio il fatto che Hirohiko Araki non avesse, all'epoca, molti modelli a cui ispirarsi. Soprattutto il segno dell'"età" si fa vedere nello stile narrativo: sicuramente pesante, datato, poco scorrevole e poco gradevole. E a volte diventa davvero fastidioso, in particolare con le telecronache di Speedwagon, inutili e mal fatte. Per fare un esempio che sarà familiare a tutti, Phantom Blood soffre dello stesso problema dei Promessi Sposi: per quanto la storia sia ben strutturata, lo stile narrativo vecchio e pesante rende la lettura per molti poco godibile.

Il disegno è molto particolare, soprattutto per quanto riguarda il fisico dei personaggi maschili. Pensate che i personaggi di Dragon Ball siano troppo "pompati"? Non avete mai letto Jojo. Qualche difetto a livello di anatomia e di prospettiva, ma per il resto il tratto di Araki non è niente male, soprattutto per il periodo a cui risale: buona definizione dei volti, particolari ben curati, prospettiva discreta.

Ho trovato il primo potere che compare in quest'opera, quello delle Onde Concentriche, piuttosto confusionario, gestito discretamente e spiegato non troppo bene (anche se dettagliatamente), oltre che poco credibile, in quanto Araki ha tentato di dare a questo fenomeno una spiegazione fisica verosimile, con scarso successo. Sicuramente niente a che vedere con i geniali stand che compariranno più avanti e che consacreranno Jojo come vero padre degli shonen moderni e capolavoro assoluto.
Oltre a questo, non ho gradito per niente i poteri di origine ignota posseduti da alcuni dei rivali che appariranno più avanti. Quando un manga è ambientato in un mondo pseudo-realistico, sarebbe sempre bene dare una spiegazione sul perché ci siano persone in grado di muovere i propri capelli a piacimento.

Insomma, questa prima serie si può definire un diamante allo stato grezzo. Il vero talento e la genialità di Araki sbocceranno più avanti, nel corso della seconda serie, per perfezionarsi nella terza e arrivare alla completezza nelle successive. Per questo il mio voto non andrà oltre il sette: Phantom Blood è solo il primo passo che porterà alla nascita di quel capolavoro assoluto che è l'intera saga de Le Bizzarre Avventure di Jojo.


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Marco Onizuka

Volumi letti: 5/5 --- Voto 8
L'inizio di una delle migliori saghe shonen di tutti i tempi, cominciata nei lontani anni ottanta ed ancora in prosecuzione. Ho trovato questa serie piuttosto grezza rispetto alla quarta, quinta, sesta ed un pò della settima che ho letto, questo perché l'autore in quegli anni, quando ha cominciato, doveva ancora raggiungere la sua evoluzione finale che porterà Jojo nell'olimpo dei manga. Cos'ha di meno questa serie rispetto alle altre e cos'ha di più? Per cominciare, non ci sono gli stand, il più geniale potere del mondo dei manga, ma le onde concentriche, un potere abbastanza simile al chakra, all'aura e al nen, da cui sicuramente alcuni autori hanno preso spunto. Un potere abbastanza originale per l'epoca, ma sicuramente non variegato come gli stand, quindi le battaglie non sono all'altezza delle serie che contengono gli stand, ma non sono sicuramente male. Comincia ad intravedersi un pizzico di strategia nelle battaglie, seppur ancora da levigare e piuttosto basica, che regala però buone battaglie sicuramente bizzarre e diverse dagli altri shonen. Il disegno è tipico di quel'epoca, abbastanza datato, che si avvicina molto al tratto presente in Ken il guerriero, ma che nelle serie a venire si evolverà a prenderà una strada tutta sua, diventando lo stile che io reputo perfetto. L'atmosfera di questa serie è sicuramente la più tenebrosa di tutte, a tratti quasi horror, i personaggi sono caratterizzati abbastanza bene, soprattutto Jonathan Joester e Dio Brando, il miglior antagonista di tutte le serie di Jojo, nonché uno dei migliori di tutti gli shonen. E' presente molto trash, che non guasta per niente ma aggiunge bizzarria al tutto e la trama è una delle più interessanti delle serie. Per ora questa è la serie che reputo meno bella di tutte quelle di Jojo, ma ovviamente non intendo dire che è brutta, anzi, ma qui l'autore deve raggiungere ancora il picco massimo della sua abilità, che verrà consolidata nel tempo rendendo questo manga una serie migliore della maggior parte dei manga vecchi e nuovi.


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David-Raiden

Volumi letti: 5/5 --- Voto 8
Mi sono avvicinato a questo manga sapendo poco o niente sul suo conto. Avevo semplicemente letto "è il vero erede di Ken il guerriero!" e altri commenti di questo tipo, quindi giunto in fumetteria mi sono lasciato ammaliare dalla nuova (e piuttosto lussuosa) ristampa de "Le bizzarre avventure di JoJo". Si comincia subito con una ambientazione piuttosto affascinante e poco utilizzata nel settore, l'inghilterra dell' 800, e ci vengono presentati i protagonisti (e l'antagonista) ovvero Jonathan Joestar ed il perfido ed affascinante Dio Brando. L'autore riesce a proporre una serie di personaggi assolutamente fuori dagli schemi, come il ladro gentiluomo Speed Wagon o l'eccentrico Zeppeli, ognuno dei quali meriterebbe un paragrafo intero. Però il personaggio che mi ha colpito sin dall'inizio è stato proprio il cattivo di turno Dio Brando, con il suo essere uomo normale, sprovvisto di poteri o qualsivoglia mutazione di qualsiasi tipo (almeno all'inizio) e ciononostante malvagio, perfido, senza scrupoli ma non privo di carisma e savoir faire.
Inoltre bisogna spendere qualche parola per il protagonista, ovviamente. Jonathan è un gentiluomo di famiglia nobile, ed è molto interessante notare la sua evoluzione. Infatti il manga inizia narrandoci una buona fetta della sua infanzia (vissuta tra l'altro proprio con il suo acerrimo nemico Dio) in una serie di flashback che ci mostrano come da ragazzino impacciato e quasi sottomesso alla figura del fratellastro, diventi un uomo forte ed intelligente, deciso a fermare le diaboliche macchinazioni del nemico.

Per quanto riguarda la trama, l'autore riesce a raccontare una storia sicuramente appassionante, che se letta oggi potrebbe sembrare un pò banale, ma bisogna considerare che si tratta di un fumetto con trent'anni alle spalle e che ha ispirato parecchie opere successive. Ciononostante il buon Araki non riesce sempre a spiegarsi nel migliore dei modi, qualche passaggio non è stato approfondito con la dovuta attenzione, e qualche spiegazione mi è sembrata un pò frettolosa e poco esaustiva (come la questione delle onde concentriche).

Per quanto riguarda il disegno, bisogna dire che vi è qualche difetto. Sicuramente le anatomie sono volutamente esagerate, ma non si può nascondere il fatto che vi siano tanti, tantissimi errori anatomici, così come alcuni muscoli disegnati da Araki sono completamente inventati (soprattutto i quelli delle braccia e della schiena; basta guardare un qualsiasi atlante anatomico anche una foto di un culturista per accorgersi che alcuni muscoli dal Nostro disegnati semplicemente non esistano). Per quanto riguarda la prospettiva e le ambientazioni, nulla da dire, anzi l'autore riesce a riprodurre tutto il fascino dell' Inghilterra ottocentesca conferendo alla sua opera un'atmosfera di grande impatto. In ogni caso, l'influenza di Tetsuo Hara e del suo "Ken il guerriero" è grande, come del resto lo stesso autore ha sempre ammesso.
Qualche parola sui combattimenti: se siete come me tra quelli che amano le botte e gli scontri fisici e muscolari, sarete a cavallo. I combattimenti sono la parte migliore del manga (essendo del resto il fumetto basato su di essi), sempre dinamici, appassionanti ed estremamente violenti.

In definitiva, questo manga tratta di tematiche piuttosto comuni come l'amicizia (qui portata ai massimi livelli) e l'onore, senza disdegnare un pò di romanticismo. Mi sento di consigliare questo manga soprattutto a chi ama i fumetti basati sui combattimenti, ma merita comunque un'occhiata dai non estimatori del genere, anche soltanto per il fascino dell'ambientazione e del periodo storico, ma soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi (e del cattivo) a cui è impossibile non affezionarsi sin da subito.


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ISOxGIS

Volumi letti: 5/5 --- Voto 8
Questa prima saga del " Le bizzarre avventure di JoJo " è un manga forte e soprattutto di un gran impatto visivo, ambientato nell'Inghilterra del fine Ottocento.
La trama è intrinseca di salti temporali sia nel passato che nel futuro, ricca di situazioni emozionanti e coinvolgenti. La storia gira attorno a tre personaggi/oggetti che assieme costituiscono la vera essenza del fumetto: Jonathan Joestar, il protagonista della serie; Dio Brando, l'antagonista principale; e la "Maschera di Pietra", una maschera appunto che, creata da un'arcaica popolazione sudamericana, dona a chi la indossa il sovrannaturale potere di diventare un sanguinario vampiro. Per un presunto debito che il padre di Jonathan ha nei confronti di un vecchio alcolizzato, alla morte di quest'ultimo suo figlio viene adottato dalla nobile famiglia Joestar: il nome del figlio adottivo è Dio. Dio Brando, forse, è il personaggio di "Phantom Blood" meglio caratterizzato in assoluto e, a partire dalle azioni che riesce a compiere a discapito del povero ed ingenuo Jonathan fin da bambino, lo considero uno degli antagonisti della storia del fumetto più spietati e brutali di sempre: è di una ferocia sovrumana e questo mi ha fatto innamorare del personaggio e del manga stesso.
Altri personaggi di riguardo sono Speedwagon, un malvivente di Londra divenuto amico del protagonista in seguito a uno scontro con lui, e Lord Zeppelie, un misterioso personaggio che assume verso Jonathan il ruolo di aiutante, di assistente per prepararlo allo scontro finale contro Dio, il quale, dopo aver indossato la Maschera di Pietra ha seminato il panico e raso al suolo villa Joestar. Zeppelie è di vitale importanza perché padroneggia l'unica forza che può contrastare la maschera, forza che il protagonista dovrà saper controllare al meglio prima di fronteggiarsi col fratellastro: le "Onde concentriche", un'arte del combattimento nata da monaci in Oriente che consiste nel focalizzare la forza spirituale di un organismo affinché si possa usare sia a scopo offensivo, potenziandone le capacità fisiche, che difensivo. Apparentemente questo potrebbe sembrare uno di quei power-up che continuamente si inseriscono negli shonen moderni, ma non è così. Infatti in "Phantom Blood", così come nelle altre saghe di "JoJo", i combattimenti sono caratterizzati magistralmente da una componente strategica, dove alla forza fisica spesso prevalgono l'astuzia, l'ingegno e pure la fortuna all'interno degli scontri diretti. È presente anche una storia d'amore tra Jonathan ed Elena, una ragazza che lui conosce fin da quando era bambino, molto romantica anche se viene (giustamente) messa da parte all'interno dello sviluppo della storia per dare più spazio alle componenti horror e di azione. Nei disegni il manga è veramente fatto bene, lo stile del mangaka è molto personale, soprattutto nelle rappresentazioni dei corpi maschili dove il corpo e la testa risultano assolutamente sproporzionati in alcune vignette.
Insomma, quel geniaccio di Haraki, nell'ormai lontano 1987 ha sfornato su WSJ un prodotto veramente notevole da ogni punto di vista. Valutazioni:

Disegni = 9
Trama = 9
Personaggi = 9
Morale = 7
Totale = 8


 8
Shaoranlover

Volumi letti: 3/5 --- Voto 8
<b>Attenzione: questa recensione contiene spoiler sull'opera.</b>

Premessa: i tre volumi a cui si fa riferimento sono quelli della recente ristampa Star Comics.

In principio fu una maschera di pietra. Realizzata da un popolo azteco come supporto centrale per i suoi famigerati sacrifici umani, la maschera ha il potere, quando sulla sua superficie viene versato del sangue, di penetrare nel cranio di chi la indossa con degli aculei ossei che trasformano la persona in una sorta di zombie-vampiro, un essere a metà tra la vita e la morte dalle sovrannaturali doti fisiche che può rigenerarsi assorbendo il sangue delle vittime che mieterà durante la nuova esistenza. L'obiettivo degli aztechi era sottomettere il mondo tramite questo potere del dominatore, ma non ebbero successo. Scomparsi misteriosamente dalle pagine della Storia, la maschera seguì la sorte dei suoi creatori, finendo dimenticata tra i ruderi della loro civiltà per secoli e secoli.

Inghilterra, 1880. Il nobile George Joestar accoglie nella propria casa l'orfano dell'uomo che - Joestar crede - ha salvato la vita sua e di suo figlio in seguito all'incedente in cui morì sua moglie. Così, fatalmente, si incrociano le strade di Jonathan Joestar, figlio biologico di George Joestar, e di Dio Brando, suo fratellastro.
Jonathan Joestar (per gli amici e il lettore Jojo) è l'archetipo del perfetto gentleman, che traspone la sua indole retta e proba nella lotta: determinato, onesto e coraggioso, Jojo è l'espressione pura della propria forza di carattere. Dio Brando è, invece, tutto l'opposto: infido e corrotto di natura, Dio intende approfittare della bontà di George Joestar per migliorare la sua condizione e ottenere l'eredità del padre adottivo. A questo fine, deve screditare totalmente Jojo agli occhi del padre, cosa che fa sottraendo al fratello tutto quanto ha caro: uccide il suo cane, umilia la ragazza che ama e da cui è contraccambiato, Erina, e commette altre innumerevoli cattiverie assortite. Come coronamento decide di sfruttare la maschera di pietra, per Jojo ricordo - un po' macabro in verità - della madre defunta. Ovviamente Dio non conosce tutte le funzioni del manufatto: sa soltanto che esso estrae degli artigli che si conficcano in testa e con questi crede di poter uccidere Jojo, ma ignora la trasformazione corporea che innesca. O per lo meno ne è all'oscuro finché non la sperimenta su una cavia. Trovandosi costretto ad affrontare i temibili effetti indotti dalla maschera, si accorge che è cosa buona e giusta (e fonte di salvezza) utilizzarla a proprio vantaggio, e non su Jojo. Per cui, Dio progetta di invertire i ruoli del rito sacrificale in suo onore: al posto di fare di Jojo la sua vittima, adesso intende eliminarlo e ricorrere al suo sangue per scatenare la propria mutazione; Dio ha intenzione di superare la condizione umana uccidendo il suo odiato e al contempo rispettato fratello Jojo.
Ha così inizio una rocambolesca serie di eventi tragici (tra cui morti epiche e il progetto di Dio di formare un proprio esercito di non morti a partire da Jack lo Squartatore, che rende un divoratore di uomini) e di combattimenti, interamente concentrati sul destino di amore-odio fraterno che unisce Jonathan e Dio. Più volte i due scontrano, e ogni volta tutti pensano che il male sia stato debellato definitivamente.
Ma le vie di Dio (Brando) sono infinite.

La caratteristica che personalmente ho più apprezzato de "Le Bizzarre Avventure di Jojo: Phantom Blood" è l'incastrarsi di numerose storie parallele e complementari. Tra queste ultime mi hanno colpito maggiormente la vicenda del Barone Zeppeli e dei personaggi femminili del manga.
Cominciamo dalla prima. Zeppeli è l'uomo che in gioventù rinviene la maschera di pietra, da quel momento la scia di morte seminata dall'oggetto ricomincia. Per rimediare alla sua colpa (il ritrovamento della maschera è stato fortuito, di certo Zeppeli non ne conosceva le potenzialità e meno che mai voleva seminare morte e distruzione) l'allora ragazzo abbandona la sua famiglia e parte per un lungo viaggio al fine di trovare un modo di contrastare gli effetti nefasti della maschera. Giunto in Tibet, apprende dal Lama Tompetty la Via dell'Eremita, un metodo positivo di utilizzare il sangue e la respirazione che si contrappone a quello negativo rappresentato dalla maschera. Avendo in comune l'obiettivo di fermare Dio, Zeppeli diventa il mentore di Jonathan. Ciò che mi ha colpito della sua figura, a parte il suo valore in sé, è come si sovrappone al ruolo di George Joestar: se quest'ultimo è per Jojo una fonte di ispirazione ideologica, Zeppeli si inserisce nella storia proprio quando Joestar padre è uscito di scena, e ne riprende la funzione diventando non soltanto modello ma mentore e compagno di battaglia al fianco di Jojo. È Zeppeli a fare di Jojo il guerriero che sconfiggerà Dio Brando. Ammiro tantissimo la maniera in cui l'autore, Hirohiko Araki, reitera certe tematiche sviluppandole a un certo punto per poi riprenderle da capo con variazioni e portandole a picchi di epicità sempre più alti.
Questa qualità si ritrova anche nelle donne che appaiono nel fumetto. Anche se sulle tavole compaiono poco in prima persona rispetto alle controparti maschili e le loro azioni rimangono un po' in ombra, sono comunque importanti. Si tratta di tre donne: la madre di Dio; Erina, la fidanzata di Jonathan; e Peggy, la sorella di Poko. La prima è in compagnia di Dario Brando, il padre di Dio, quando questi scopre la carrozza dei Joestar che ha appena avuto un incidente, ed è lei che salva Jojo; la seconda è innamorata di Jojo fin dall'adolescenza, ma un'insolenza di Dio li separa per un po' di tempo, tuttavia non provoca una spaccatura profonda: al momento del bisogno Erina c'è sempre per Jojo. La terza è un po' il calco di Erina nei confronti della parodia normale di Jojo, come il protagonista sarebbe stato se non avesse ricevuto un'educazione aristocratica, Poko: mentre Jojo ed Erina si incontrano per la prima volta quando il ragazzo la difende da dei bulli per puro spirito cavalleresco - dice lui -, tra Peggy e Poko è Peggy a insegnare il senso dell'onore a Poko, e come Dio molesta Erina e ne resta umiliato, così fa Peggy nelle battute finali della saga. In generale, le donne in "Le Bizzarre Avventure di Jojo: Phantom Blood" sono fonti di ispirazione per i protagonisti uomini: un compito un po' vetusto (l'amore angelico che si prova per una donna è un tema superato), però qui lo trovo usato con intelligenza e coerenza rispetto al messaggio di fondo, l'importanza della lealtà e della dedizione a una causa. Questo vale anche per Dio, i cui rari attimi di umanità (anche se sempre caricaturali e trasposti in chiave negativa) sono infatti innescati dai sentimenti che prova per la madre, morta a causa del comportamento ignobile del marito, e per Jojo, un legame che effettivamente unisce i due - come George Joestar accoglie Dio presso la sua dimora, la madre di Dio salva la vita di Jojo. Non a caso, alla fine Erina salverà un bambino orfano che prenderà con sé come erede di Jojo proprio come la madre di Dio fece in apertura.
Appunto queste storie complementari sono ricche di sfaccettature, e riconoscerle è stata una delle esperienze più soddisfacenti di questa lettura.

Una componente del titolo che, al contrario della precedente, reputo usata a volte con profitto, altre in maniera dannosa, è l'enfasi esagerata della narrazione. Il tipo di narrazione adottata in "Jojo: Phantom Blood" - e in generale dal mangaka, mi pare di capire - è molto trash: ora, personalmente non amo il trash, tuttavia qua è integrato coerentemente con la struttura base del manga, lo si ritrova in ogni suo aspetto e dunque riesce a convincere e ad appassionare; basta considerare il personaggio di Speed Wagon, il commentatore ufficiale della serie. Però, alcuni elementi come il vino che trasmette il Vento dei Vichinghi e certi punti di volgarità e assurdità non richiesti - Poko che mostra il sedere per farsi beffe di altri personaggi, per esempio - sono talmente ridondanti che l'epicità voluta mi sembra più ironia inconsapevole. Quindi il narrare, per quanto efficace nel complesso, ha delle oscillazioni qualitative.

Il discorso cambia ancora per quanto concerne l'ambientazione: l'Inghilterra cupa e gotica del XIX secolo è uno sfondo ideale per le avventure di Jojo - d'altronde è l'habitat ideale per le creature nemiche che i nostri devono affrontare.
Questa scelta si armonizza con lo stile di disegno di Araki, che predilige personaggi dai corpi giganteschi e muscolosi, essi hanno un certo non so che di michelangiolesco e un tratto globale che, come di moda all'epoca della pubblicazione, fa un forte uso del contrasto tra il bianco degli sfondi e un nero molto carico.
Questa grafica trovo sia ben resa dalla riedizione Star Comics, proposta in tre corposi volumi dalla carta un po' grigia che è una buona base per le tavole di Araki.

"Le Bizzarre Avventure di Jojo: Phantom Blood" è un titolo che ha fatto storia, e non sorprende: anche se determinati elementi sono un po' stereotipati e schematici, la serie è un ottimo riassunto delle qualità del manga shounen degli anni '80 che rielabora e presenta in maniera personalissima e che a sua volta saranno tratte da altre produzioni, a riconferma del valore dell'opera.


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Gordy

Volumi letti: 5/5 --- Voto 7
JoJo è un manga unico nel suo genere e uno dei più grandi e bei shonen di sempre. Siamo ormai all'ottava serie e oltre 100 numeri son stati pubblicati. "Phantom Blood" è la prima e più breve tra tutte e otto. Siamo solo all'inizio di un lungo viaggio che durerà secoli e ci porterà in giro per il mondo intero. L'autore è a una delle sue prime pubblicazioni, ma fin da subito fa capire le sue enormi potenzialità. I personaggi sono caratterizzati benissimo, soprattutto Dio Brando che, dopo 25 anni, è ancora uno degli antagonisti più carismatici e migliori di sempre. JoJo è uno shonen assolutamente atipico o, meglio, di altri tempi: assolutamente crudo e drammatico senza falsi moralismi o protagonisti sognatori. "Phantom Blood" è la prima serie, è breve, il tratto è ancora acerbo e il protagonista nell'aspetto ricorda un po' Kenshiro eppure mi ha preso parecchio. Non mancano i soliti allenamenti perché il protagonista possa risvegliare i suoi poteri e competere con il suo nemico né gli scontri abbastanza tattici anche se sotto quest'ultimo aspetto solo nelle serie succesive Araki darà il meglio di se.
Ottima serie e ottimo punto di partenza per quello che sarà un grandissimo fumetto.
Il voto che gli assegno è, però, solo 7 perché altrimenti non saprei che giudizio dare alle serie successive :)


 9
Kabutomaru

Volumi letti: 5/5 --- Voto 9
Letti una buona quantità di shonen moderni, il mio interesse si è spostato verso le serie manga più d'annata, andando alla ricerca delle opere che hanno fornito agli autori di oggi molta ispirazione. Quindi la saga generazionale dei Joestar creata dal genio di Hiroiko Araki, "Le Bizzarre Avventure di Jojo", è quello che faceva a caso mio. La riedizione dell'intera saga da parte della Star Comics, cadeva proprio a fagiolo visto che ripropone tutte le serie in formato da corposi volumi. La prima serie, Phantom Blood è stata rieditata in 3 maxi-volumi da 300 pagine ciascuno comprendente una sovra-copertina e degli schizzi dell'autore ed il tutto al prezzo di 7 euro.

Nell'Inghilterra del diciannovesimo secolo, in piena epoca vittoriana, il giovane Dio Brando in seguito alla morte del padre viene accolto in casa di George Joestar. Il ricco esponente della nobiltà inglese, per sdebitarsi nei confronti del padre del giovane per avergli salvato la vita tempo fa, decide di provvedere al ragazzo accogliendolo nella propria famiglia. Dio Brando in realtà mira ad ottenere a qualsiasi costo tutta l'eredità dei Joestar e per farlo rende la vita impossibile al figlio naturale di George, Jonathan Joestar, tentando di metterlo in cattiva luce davanti a tutti e privandolo a poco a poco di tutti i suoi affetti più cari (amici, cane, ragazza etc...). Jonathan, più debole sia psicologicamente che fisicamente rispetto a Dio Brando, sprofonda in solitudine, finchè non decide di reagire quando la cosa che gli è più cara gli sta per essere portata via…
La trama non è molto complessa, però Araki la gestisce in modo a dir poco magistrale, non dilungandosi e scegliendo di terminare il manga al momento giusto. La storia è immersa nell'atmosfera cupa-noir della Londra Vittoriana, descritta realisticamente con i suoi vicoli oscuri e le leggende dell'epoca. Ciò fornisce al manga una delle più originali ed intriganti ambientazioni che il sottoscritto abbia visto.
I personaggi non sono molti, però quei pochi che vi sono sono tutti caratterizzati alla grande, a cominciare da Jonathan Joestar che riesce a reggere il ruolo di protagonista, vestendo alla perfezione i panni dell'eroe vittoriano, mentre suo padre George Joestar interpreta il ruolo del ricco filantropo conforme alla morale vittoriana fino ad arrivare all'eccentrico Zeppeli e al simpatico Speedwagon. Il miglior personaggio per caratterizzazione psicologica è sicuramente Dio Brando, malvagio fino al midollo e disposto a tutto pur di raggiungere il suo obbiettivo, non importa come. I suoi comportamenti, gesti, pensieri sono intrisi di malvagità allo stato puro con azioni anche molto crudeli, che porteranno molti lettori a detestarlo perché troppo cattivo e quando ciò accade, vuol dire che l'autore è riuscito nell'intento di creare un grande antagonista.

Insomma ragazzi, per soli 21 euro vi porterete a casa uno dei migliori shonen di sempre. Non fatevi spaventare dalle 300 pagine poiché la narrazione è molto scorrevole, azione, combattimenti, spacconate, sentimenti forti e tamarrate la fanno da padrone rendendo Phantom Blood molto gradevole. I disegni forse vi tratteranno dall' avvicinarvi a tale serie, ma il sottoscritto vi invita a provare. Non si può negare che lo stile sia molto old-school, strizzando l'occhio a Hokuto No Ken, ma poco a poco vi ci abituerete. Inoltre Araki fa vestire i suoi personaggi in modo strampalato e bizzarro, ritraendoli in pose bizzarre e anatomicamente impossibili. I disegni saranno anche vecchi ma rispetto agli shonen di oggi disegnati in modo abbastanza scarno, Araki è molto dettagliato e accurato nel rappresentare le sue tavole. Immergetevi nella lettura e vi assicuro che Phantom Blood non vi deluderà, visto che è considerata dal sottoscritto (contro il parere dei fan), la migliore delle serie di Jojo.


 2
Ais Quin

Volumi letti: 3/5 --- Voto 8
(Nota: i tre volumi a cui si fa riferimento sono quelli della recente riedizione.)

A un lettore di manga dei giorni nostri la beata ingenuità di questo primo arco della celeberrima saga della famiglia Joestar può risultare, quantunque non priva di fascino, anacronistica e indigesta. Non è un'opera a cui ci si può avvicinare a scatola chiusa: occorre prima inserirla nell'apposito contesto culturale, altrimenti si farà fatica ad apprezzarla. Io non sono una grande estimatrice dei fumetti d'azione, ma ci sono opere che, per i loro meriti storici e artistici, vale la pena di leggere indipendentemente dall'età e dal genere di appartenenza, e "Phantom Blood" è senza dubbio una di queste.

Nell'Inghilterra dell'Ottocento nascere nella famiglia sbagliata poteva condannarti a un'esistenza grama e senza scopo; al contrario, a coloro che avevano la fortuna di appartenere all'élite veniva risparmiata l'umiliazione di conoscere la fame, gli stenti e la disperazione. Alla morte del padre il giovane Dio Brando, brillante ma privo di mezzi, si ritrova con un esclusivo lasciapassare per il successo: è venuto infatti il momento di riscuotere il debito contratto anni prima dal facoltoso Lord Joestar a beneficio del genitore, a cui il galantuomo crede - erroneamente - di dovere la vita. Il ragazzo, ormai solo al mondo, viene quindi accolto in seno alla sua famiglia in qualità di figlioccio.
Jonathan detto Jojo, erede legittimo del casato e coetaneo di Dio, non vede l'ora di fare amicizia con il fratello adottivo, ma quest'ultimo gli è ostile fin dal principio. L'unica cosa che gli sta a cuore è il patrimonio dei Joestar, per ottenere il quale deve fare in modo che l'altro ne venga estromesso. Egli è l'unico a cui il ragazzo mostri il suo vero volto, pur stando attendo a non compromettersi più del necessario. Conscio di non avere le prove per poterlo sbugiardare Jojo cerca di tenergli testa come meglio può, sperando che prima o poi gli si presenti l'occasione per far sì che suo padre apra gli occhi su quanto sia abietto Dio in realtà.
Crescendo i due sembrano sembrano essersi definitivamente buttati alle spalle i dissidi che hanno caratterizzato le fasi iniziali della loro convivenza, ma Jojo continua a non fidarsi del fratellastro. Nel frattempo, la famelica ambizione di Dio ha portato quest'ultimo a nutrire un malsano interesse per la Maschera di Pietra, un artefatto di origine precolombiana capace di conferire a chi lo indossa qualcosa che nessun uomo, per quanto ricco, potrebbe mai comprare: la vita eterna. Sarà compito di Jojo, affiancato dall'eccentrico maestro di lotta Will A. Zeppeli e dal delinquentucolo Speedwagon, impedire a Dio e ai suoi ferali tirapiedi di conquistare il mondo.

La sceneggiatura è acerba, ma non in maniera eccessivamente esasperante, al punto che si può chiudere un occhio più o meno volentieri sulla maggior parte dei difetti ravvisabili nell'intreccio. Non mi sento di essere altrettanto generosa, invece, nei confronti degli onnipresenti "info-rigurgiti", che pur essendo necessari ho trovato, per frequenza e lunghezza, piuttosto fastidiosi. Tuttavia bisogna riconoscere che man mano che la storia entra nel vivo le varie stonature, pur non estinguendosi del tutto, si diradano in maniera significativa, conferendo alla narrazione un incedere più sicuro.

Una volta tanto il protagonista non è il classico "buono perché sì", né uno di quei finti pacifisti che, quando il gioco si fa duro, si trovano sinistramente a loro agio nei panni del giustiziere. Quanto a Dio, per quanto la sua figura sia al limite del caricaturale rispetto agli standard odierni carisma, intelletto e savoir faire fanno di lui un antagonista indimenticabile.
Ottima anche la resa di Zeppeli, al contrario di quella di Speedwagon che, rimasto da solo a sventolare il non edificante vessillo della "Squadra dei normali", fa quello del suo meglio senza mai riuscire ad emergere del tutto. Si potevano gestire meglio anche Tonpeti, Dire e Straits - ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è sfacciatamente intenzionale - entrati in scena troppo tardi e per troppo poco tempo; dalla parte di Dio, invece, spiccano i cavalieri Bruford e Tarkus, anche se il ritratto che Araki ci fornisce della loro signora, la leggendaria Maria Stuarda, è forse un po' troppo clemente.

Omaccioni dalle spalle larghe con dei prosciutti al posto degli avambracci e delle cosce, muscoli guizzanti, pose assurde, proporzioni grossolane, capigliature ribelli, mises stravaganti, tavole grezze e confusionarie: benvenuti nel magico mondo degli shōnen degli Anni Ottanta! La dirompenza del tratto di Araki, che nel corso degli anni ha dato prova di una grandissima duttilità, supera brillantemente la prova del tempo, giungendo fino a noi in tutto il suo splendore. Potrà anche non piacere, ma di sicuro non lascia indifferenti, come del resto l'opera in tutta la sua interezza. E dopo venticinque anni di successi chi ha bisogno di comprarsi l'immortalità per mezzo di una una maschera misteriosa quando si può contare su un tesoro inestimabile quale il talento?


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Dvd96

Volumi letti: 3/5 --- Voto 10
La prima volta che sentii il nome di questa serie mi venne da ridere e feci l'enorme errore di giudicarla anticipatamente senza alcuna base. Questo fumetto di Hirohiko Araki sa coinvolgere emotivamente il lettore con un'abilità fuori dal comune e i personaggi sono caratterizzati in modo sublime. Sin dal primo momento amiamo Jonathan Joestar (Jojo) e dall'altra parte tiriamo fuori tutto il nostro odio nei confronti di Dio Brando, mentre in Speed Wagon e Zeppeli troviamo dei compagni insostituibili. Devo dire che ci mostra l'orrore umano con un'eleganza impareggiabile, lo consiglio vivamente a chiunque abbia voglia di leggere qualcosa di leggermente più impegnato di un semplice shonen. La riedizione della Star Comics è un'edizione tipica di questa casa editrice che soddisfa pienamente i requisiti per il prezzo di 6 euro. 

Dvd96

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Dvd96

Volumi letti: 3/5 --- Voto 10
La prima volta che sentii il nome di questa serie mi venne da ridere e feci l'enorme errore di giudicarla anticipatamente senza alcuna base. Questo fumetto di Hirohiko Araki sa coinvolgere emotivamente il lettore con un'abilita' fuori dal comune, i personaggi sono caratterizzati in modo sublime. Sin dal primo momento amiamo Jonathan Joestar (Jojo) come dall'altra parte tiriamo fuori tutto il nostro odio nei confronti di Dio Brando, mentre in Speed Wagon e Zeppeli troviamo dei compagni insostituibili. Devo dire che ci mostra l'orrore umano con un'eleganza impareggiabile, lo consiglio vivamente a chiunque abbia voglia di leggere qualcosa di leggermente più impegnato di un semplice shonen. La riedizione della Star Comics è un'edizione tipica di questa casa editrice che soddisfa pienamente i requisiti per il prezzo di 6 euro.

kujo jotaro

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kujo jotaro

Volumi letti: 5/5 --- Voto 10
"Phantom Blood" è la prima parte della lunghissima opera "Le bizzarre avventure di Jojo".
Il tratto è molto classico e ha uno stile retrò molto simile a quello di "Ken il guerriero" e altre opere degli anno '80. Il protagonista è Jonathan Joestar, rampollo dell'omonima casata, che dovrà combattere contro il malvagio fratellastro Dio Brando, divenuto vampiro grazie alla maschera di pietra, un misterioso manufatto azteco. Il piano di Dio è tanto semplice quanto crudele: trasformare il mondo in un covo di vampiri e divenirne il capo incontrastato. Sarà compito di Jonathan fermarlo, aiutato da Will Zeppeli, enigmatico lord dotato del potere delle onde concentriche, e da Speedwagon, ladro astuto e intelligente, ma a tratti anche un po' codardo.
I combattimenti si basano sulla tecnica delle onde concentriche, ovvero l'energia del sole, che nel corpo umano viene riprodotto controllando il flusso di sangue e ossigeno, ed è anche l'unico metodo per abbattere i vampiri.
Il tratto è abbastanza sporco, ma comprensibile; c'è una forte componente splatter che potrebbe turbare i più sensibili e in questa prima serie l'horror è quanto mai più presente rispetto alle successive parti.
"Phantom Blood" è un'opera da leggere assolutamente, perché è da qui che è partita l'avventura della famiglia Joestar ed è nato uno dei migliori manga mai creati.

Ningen

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Ningen

Volumi letti: 5/5 --- Voto 7
Prima di parlare di questo manga, ci tengo a sottolineare che la mia opinione è quella di una persona che non ha seguito il manga alla sua uscita, d'altronde dovevo ancora nascere, ma di recente sono riuscito a leggere tutti i volumi di quest'opera.
Iniziando la lettura si capisce subito, sopratutto dal disegno, che il manga è del 1987. Infatti a differenza di altre opere dello stesso periodo, come Berserk il disegno è inferiore, un po' troppo simile a Ken il guerriero per certi versi. Osservando il disegno si ha come l'impressione che tutto sia eccessivamente "statico". Questo si avverte molto nei combattimenti, che a dire il vero sono molto pochi. Capita poi che il disegno risulta confusionario, e non si capisce bene cosa sta succedendo. L'ambientazione è affascinante ed a mio parere molto ben resa.

La storia parte lenta, praticamente all'inizio c'è una lunga introduzione che si sviluppa per molti capitoli, che ho trovato un po' noiosa. Non appena le cose iniziano a farsi serie, la trama diventa molto più interessante e vi divorerete i capitoli tutti insieme.
I personaggi principali sono 3 a mio giudizio, il protagonista Jojo, Zeppeli, e l'antagonista Dio Brando, tutti ottimamente caratterizzati. Attorno a questi 3 girano i personaggi secondari, non tutti caratterizzati in modo adeguato, anzi alcuni completamente inutili, sopratutto i "buoni", come ad esempio Speedwagon o i tizi amici di Zeppeli che compaiono in una manciata di pagine. Migliore sorte è toccata ai servi di Dio Brando, che sono caratterizzati in modo migliore.

Riassumendo:
Storia: 7
Colpi di scena: 8
Temi trattati: 6
Disegni: 6
Personaggi: 7
Ambientazione: 9
Combattimenti: 6

Nel complesso un 7, buon manga da leggere e che intrattiene a dovere, non eccessivamente lungo. Ora credo che leggerò la terza serie che è ritenuta la migliore visto che le impressioni per il momento sono positive, considerando anche l'età del manga è un ottimo risultato.


 2
BioNeon

Volumi letti: 5/5 --- Voto 9
Nostalgia. Jojo è stato il mio primo vero manga. Anzi, il mio primo manga: amore a prima vista. Questa è la prima serie che ha reso celebre il sensei Araki, e con personaggi quali Zeppeli , ma soprattutto, a mio avviso, la nemesi più ben riuscita della storia dei fumetti, Dio Brando, Johnathan Joestar è riuscito a ricreare un universo ottocentesco molto cupo ma signorile, molto vicino ad un'opera di Stokeriana memoria. La maschera di pietra, quante volte in principio di lettura vi sarete chiesti "ma cos'è sto incipit?" - che poi è stato l'incipit a 3 serie che sono state una migliore dell'altra. Non posso dare dieci a questa serie per qualche motivo come la durata, troppo breve, il finale che sembra tagliato, pochi personaggi che a volte, come nel caso degli amici di Zeppeli, compaiono per poco e a fare niente. Insomma a parte queste pecche il tratto è ancora acerbo, ma già si vede la bravura del sensei. Ma soprattutto si vede una cosa che ai mangaka moderni manca: fantasia. Sì, Araki ha fantasia da vendere. Giovani, comprate la ristampa, io ho sia la prima serie che la ristampa, e merita ogni euro speso!


 5
Vadis

Volumi letti: 5/5 --- Voto 10
Dire che questo è il manga più bello di sempre vi può sembrare scontato, ma non è così. Questa è davvero la storia più bella che abbia mai letto, e mi sono reso conto che non solo questa storia (Phantom Blood) è bellissima ma ha una storia bel strutturata personaggi con caratteri forti che riescono a farsi distinguere per caratteristiche e personalità.

L'idea più bella di questo manga è l'inizio della storia, con l'arrivo del nemico principale nella vita del nostro JoJo, che vivrà momenti non molto felici.
I personaggi sono ben istruiti e nei combattimenti non si utilizzano i consueti power-up, ma solamente tattiche di lotta che permettono di vincere i combattimenti con un tocco di classe. I protagonisti che dovranno lottare contro il nemico principale sono tre (non dirò i nomi per evitare spoiler), e i nemici sono personaggi già conosciuti in precedenza.
Il finale è qualcosa di assolutamente incredibile. La storia non è per niente banale, i combattimenti pieni di azione e i disegni sono superbi

Il mio consiglio è quello di prendere la ristampa, poiché vi sono aggiornamenti riguardo le onomatopee nei disegni e nei dialoghi; ogni numero della ristampa contiene 2 numeri del manga, il prezzo sembrerà eccessivo ma ne vale la pena, perché è stato fatto un buon lavoro.


 1
ShinichiMechazawa

Volumi letti: 3/5 --- Voto 8
Phantom Blood è l'inizio della lunghissima saga delle Bizzarre Avventure di Jojo, saga che può tranquillamente essere considerata come uno degli apici del fumetto d'azione giapponese grazie all'indubbio carisma e alla personalità che Hirohiko Araki riesce a infondere nelle sue tavole e nei suoi personaggi.

Ma andiamo con ordine: i cinque volumi (tre per chi ha comprato la recente ristampa ad opera della Star Comics) che compongono questo primo arco narrativo raccontano la storia del giovane Jonathan Joestar, nobile sia di lignaggio che di animo, nonché del suo fratellastro, l'infido, ambizioso ma indubbiamente carismatico Dio Brando.

L'Inghilterra vittoriana diventerà quindi teatro di scontro tra i due rivali, con i primi capitoli che servono a descrivere i protagonisti e le loro intenzioni con delle atmosfere che ricordano fortemente uno shojo d'annata con la povera orfanella protagonist, con la differenza che qui l'orfanella è un omone muscoloso con dei propositi poco raccomandabili.

Da questo punto di partenza si passa immancabilmente alle mazzate: qui Araki si rifà un po al già allora leggendario Hokuto No Ken ma riesce a metterci del suo evitando di sembrare derivativo. Altro punto a favore è l'aspetto grafico, che seppur ancora grezzo e con delle anatomie traballanti in qualche frangente mostra una notevole personalità che si manifesta tra scene di lotta dinamiche, vestiti stravaganti e pose da tarantolati.

Ritmo serrato, storia ben raccontata e un finale un po' annacquato ma indubbiamente ben scritto sono le ultime cose da rimarcare per Phantom Blood. Possiamo considerarlo come la "prova generale" della lunghissima saga di Araki, ma è innegabile che questo breve ma delizioso shonen sa camminare anche con le sue gambe.


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Davi 90

Volumi letti: 3/5 --- Voto 8
Premetto che ho collezionato l'edizione ultima della Star Comics che è al dir poco stupenda.
Ora posso dire che mi sono ritrovato tra le mani un manga che ha fatto, sicuramente, la storia. Un manga generazionale; un manga unico; un manga che ha ispirato molti autori, come fece Dragon Ball. Ma adesso passiamo alla descrizione vera e propria di questo manga.

I disegni, seppur risultino vecchi, sono davvero dettagliati e ben fatti. Si deve dire, però, che Araki si è ispirato a "Ken il Guerriero" nel realizzare questo stile che, pian piano, si evolverà.
La trama di questa prima serie è ben studiata e il personaggio più mitico è Dio Brando, il nemico per eccellenza, il male in persona. La sua rivalità con Jojo sarà davvero incredibile, ricolma di colpi di scena e con un continuo crescendo che porterà ad un finale davvero unico e per nulla scontato.
Anche Jonathan non sarà per nulla male, come personaggio. Un protagonista che mi è piaciuto per la sua personale crescita, sia caratteriale che fisica. Abbandonerà le fattezze da bamboccio viziato per diventare un vero uomo.

Comunque, questa prima serie a mio avviso non raggiunge il picco massimo dell'intera opera di Araki. Il primo numero è davvero bello, ma dal secondo perde colpi rialzandosi un po' verso la metà del terzo.
Ma allora cos'è che rende questa prima serie leggibile? Sono i personaggi, tutti carismatici e ben caratterizzati; il must tra horror e splatter unito ad atmosfere lugubri; la rivalità tra Jojo e Dio; la trama originale; il potere delle Onde Concentriche; la Maschera di Pietra. Questi sono tutti aspetti davvero ben riusciti che vi invoglieranno alla lettura, appassionandovi.

Il voto finale che gli assegno è 8. Ho dato questo voto e non uno più alto perché, dopo il primo numero, mi ha colpito meno, ma anche perché non è, come già detto, il picco massimo de le "Bizzarre Avventure di Jojo". Di certo, resta una bella lettura. Consigliato a tutti i lettori di manga!


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GeassOfLelouch

Volumi letti: 3/5 --- Voto 9
Le Bizzarre Avventure di Jojo è un manga di combattimenti, avventura e fantasy scritto e diretto dal maestro Hirojiko Araki.

Phantom Blood è la prima serie di questa lunghissima serie tutt'ora in corso e ci racconta le avventure londinesi del giovane erede della nobile e ricca famiglia Joestar, Jonathan, e del suo rapporto di amore/odio nei confronti del fratellastro acquisito Dio Brando.
Inizialmente il padre di Jojo, Lord Joestar, viene salvato da un brigante ed in cambio promette di sdebitarsi, così, prima di tirare le cuoia, il brigante Brando suggerisce al figlio Dio di insediarsi a casa Joestar; in segno di riconoscenza Lord Joestar decide di accudire Dio.
Ma il freddo e impassibile Dio brama il patrimonio dei Joestar, prendendosi le simpatie del padre, e pian piano supera il fratellastro Jonathan nello studio, rubandogli anche le amicizie. Così il forte e di buon animo Jojo si rifugia nella sua unica passione l'archeologia, studiando le vecchie civiltà antiche. Ed è proprio a tal proposito che conosce e studia una strana maschera di Pietra di un'antica civiltà che sembra reagire al sangue su di essa versato.
Nello stesso periodo Jojo fa la conoscenza di Elena, una ragazza carina della quale subito s'innamora, ma Dio Brando e il suo astio per il fratellastro rivale sono dietro alle porte, e non perde l'occasione di venire a conoscenza sia delle ricerche sulla Maschera sia dell'amore di Jojo.
Un giorno il giovane Dio decide di provare la Maschera di Pietra che lo renderà per sempre un vampiro e un essere dotato di incredibile forza nonché del dono dell'immortalità. Questo porterà Dio Brando a crearsi una folta schiera di scagnozzi grazie al potere della Maschera rendendoli dei vampiri e degli zombi; risveglierà infatti il temibile Jack lo Squartatore e numerosi altri temibili guerrieri con cui Jojo si dovrà battere insieme a Speedwagon e al maestro Zeppeli, amico di Lord Joestar. Quest'ultimo si propone di insegnare a Jojo una tecnica essenziale per poter sconfiggere le creature generate dalla Maschera e per avere delle chances contro Dio: le Onde Concentriche. Infatti i due fratellastri si scontreranno in mortali scontri nei quali Jojo scopre la nuova natura di Dio e i suoi oscuri piani.
Ma Dio è destinato ad essere ucciso? E Jojo ce la farà contro il temibile ed immortale Dio? Riuscirà a distruggere quella maledetta anticaglia portatrice di sventure?

La storia è indubbiamente originalissima anche ai tempi nostri, è narrata con uno stile unico, è emozionante, avvincente, possiede molti colpi di scena e situazioni estreme. I combattimenti sono ben fatti, stupiscono per la loro innovazione di tecniche e per la crudeltà dell'antagonista.
I personaggi sono molto curati caratterialmente anche se sono leggermente canonizzati e chiusi nella loro categoria, ma nonostante ciò i loro forti valori e le crudezze compiute li rendono unici agli occhi del lettore che apprezzerà anche le loro stranezze nel corso dell'opera.
I disegni e il tratto sono maniacali ed evidenziano i muscoli dei forti personaggi o le loro strambe peculiarità: l'evidenza dell'aspetto fisico e della cura del bello rendono i personaggi di una natura ambigua ed equivocabile.
Le tematiche che ricorrono nella serie sono le più variegate, ma l'attenzione è posta sul contrasto fra bene e male, entrambi con valori forti e contrastanti.

Quindi una sufficienza è d'obbligo per una storia innovativa nonché perla e precursore di molte altre.
Se avessi letto anche le serie seguenti sarei stato molto più in grado di valutare positivamente l'opera anche con il massimo dei voti, ma attualmente un 9 lo ritengo giusto.
Voto: 9.


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Francescoseinen

Volumi letti: 3/5 --- Voto 7
Dopo che la Star Comics annunciò la nuova edizione di questo manga, mi pervase una genuina soddisfazione. Infatti, ero conscio del valore intrinseco di quest'opera, e mi rammaricavo di non potermela gustare.
Ebbene, la lettura di questa prima serie de "Le bizzarre avventure di Jojo", Phantom Blood, mi ha suscitato sensazioni che mai un manga aveva mai fatto. Sarà per il fascino retrò del manga, sarà per le anatomie plastiche dei corpi, alla fine ne sono rimasto catturato e affascinato. Sì, penso che per descrivere Phantom Blood, non ci sia aggettivo più appropriato: affascinante.

La riedizione di questa serie, si completa in 3 corposi volumi. Nel primo di essi, ci viene mostrata l'inizio dell'epopea della famiglia Joestar, rampolli di una casata nobiliare inglese, che trascorrono placidamente la loro vita nella campagna inglese. L'esistenza della famiglia Joestar e del nostro protagonista, Jonathan, viene violentemente scossa dall'arrivo di colui che si rivelerà un temibile antagonista per Jonathan: Dio Brando!
La convivenza con Dio sarà difficilissima per Jonathan, egli finirà vittima delle macchinazioni e dei tranelli di Dio, facendolo quasi arrivare al punto di rottura. Ad ogni modo ciò che a Dio interessa davvero non è solo sbarazzarsi di Jonathan, ma anche la maschera di pietra.
La coesistenza di Dio e della Maschera di Pietra sotto lo stesso tetto, non è una coincidenza. Di ciò si rende conto anche Jonathan, che forse non per caso intraprende gli studi archeologici all'università. Scoprirà verità inquietanti, che rappresentano il punto di svolta del manga.

Conclusosi il primo, bellissimo, volume, i restanti 2 si incentrano sull'apprendimento da parte di Jonathan della tecnica delle onde concentriche, e sui successivi combattimenti. Gli scontri a colpi di onde concentriche diventeranno il cavallo di battaglia nella lotta contro Dio.
C'è da dire, con tutta onestà, che la dinamica dei combattimenti non è eccelsa, anzi risultano abbastanza confusi e banali, privi di una qualsivoglia tattica. Questo è per me il punto debole di questa prima serie: se la ricostruzione storica, le ambientazioni e la caratterizzazione dei personaggi è notevole, lo stesso non si può dire delle dinamiche dei combattimenti e della longevità della storia. Non per nulla, ritengo saggia la decisione di non prolungare eccessivamente questa serie.

Per quanto riguarda il disegno, io semplicemente lo amo. Mai un disegno mi aveva rapito così tanto, ispirato sensazioni fantastiche. I corpi plastici e dinamici, i volti espressivi e carismatici quando serve, e soprattutto un antagonista con fiocchi e controfiocchi, rendono questo, pur con i limiti che ho citato, un manga completo nel suo svolgimento.
Consigliato a tutti gli amanti degli shounen e delle belle storie.


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Robocop XIII

Volumi letti: 5/5 --- Voto 7
Sono stato attratto da questo titolo dal successo che ha riscosso e che continua a riscuotere, e dalla sua particolare struttura a "saghe".
Il manga mi ha ricordato moltissimo Ken il Guerriero, con cui condivide la violenza e lo stile di disegno, caratterizzato da personaggi dotati di una massa muscolare spropositata. Un'altra similitudine è l'idea di due stili di combattimento contrari ma complementari, come lo yin e lo yang.

Le Bizzare avventure di JoJo soffre della sua vecchiaia, rimane sì leggibile e scorrevole, ma mantiene una struttura molto classica, con colpi di scena ormai sorbiti più e più volte da un lettore moderno e sviluppi della trama ormai non molto originali.
I personaggi sono ben realizzati, sebbene nel 2011 il modo in cui Dio Brando recita il ruolo di cattivo possa sembrare la presa in giro della parodia dello stereotipo di un cattivone da fumetto, e più volte ci chiederemo il reale scopo narrativo di Speedwagon, personaggio ipoteticamente eliminabile senza avere nessuna ripercussione sulla trama (ovviamente con un paio di modifiche).

Seppure per ora abbia avuto modo di visionare solo questa saga, ho già letto commenti di molti utenti che la considerano la migliore di tutte, spero che questi pareri siano dettati solamente da un legame affettivo che li lega a quest'opera, perché sebbene sia un manga scritto bene, rimane comunque oggettivamente superato e se le saghe successive risultassero di un livello inferiore, ne rimarrei certamente molto deluso.
Il manga comunque sia - contestualizzandolo nel periodo in cui è stato scritto - si rivela una lettura piacevole, presenta dei poteri che aprono le porte a diversi e svariati utilizzi, e comunque possiede un potenziale che spero esploda nelle saghe successive.


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DaisukeKatashi

Volumi letti: 3/5 --- Voto 10
"La vita di Jonathan Joestar comincia il lungo viaggio verso l'oblio... la sua esistenza fa parte del lato oscuro della grande storia... il mondo non conoscerà mai le gesta di quest'uomo valoroso, ma il suo coraggio sarà di certo ereditato da chi verrà dopo di lui."

Le bizzarre avventure di JoJo: Phantom Blood è la prima saga dedicata alle Bizzarre avventure di JoJo, scritto e disegnato dal mangaka Hirohiko Araki a partire dal 1987 e conta in Giappone 5 volumi pubblicato dalla Shueisha, in Italia il manga è stato pubblicato dalla Star Comics, la prima edizione contava 6 volumi, mentre la più recente versione ristampata conta solamente 3 volumi. Dal manga è stato tratto nel 2007 un film d'animazione ed è stato proiettato nelle sale giapponesi a febbraio 2007.

La trama si svolge nell'Inghilterra di fine '800. Jonathan è l'unico figlio della nobile famiglia inglese Joestar, ed è destinato a diventare un gentiluomo. Il suo fratellastro Dio Brando, trascinato da una smodata ambizione, trama nell'ombra per sottrargli ogni cosa e impadronirsi del casato Joestar. Ma il loro destino sta per essere sconvolto dagli oscuri poteri di un'antica maschera di pietra...

JoJo - The Phantom Blood è la saga di Hirohiko Araki che preferisco. Inizialmente la saga può risultare noiosa, ma già dalla fine del primo volume (io ho l'edizione ristampata qui di recente), la trama viene stravolta e decisamente inizia ad essere intrigante ed interessante. La trama potrebbe ricordare vagamente quella di Ken il guerriero, ma viene smentita con l'avanzare della trama. I personaggi principali sono fantastici, indimenticabili. Jonathan Joestar e Dio Brando sono i classici personaggi buoni e cattivi che apprezzi in egual modo, non riesci a schierarti da nessuno delle due parti, le apprezzi allo stesso modo. Anche altri personaggi come il ladro Speedwagon e Zeppeli sono indimenticabili. Il tratto è quello classico degli anni '80, ma troviamo una leggera maturazione del tratto durante l'avanzare inesorabile del manga. Il manga non è un classico manga sui vampiri anzi, è un manga che fa di combattimenti dei veri e propri capolavori. Il manga in sé si merita il 10, credo che Phantom Blood sia decisamente migliore rispetto alle saghe successive, compresa anche Stardust Crusader.


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esperienza88

Volumi letti: 3/5 --- Voto 7
Ho iniziato a leggere questo manga viste le innumerevoli critiche positive, infatti posso confermarle ma non mi sento di dare a quest'opera più di 7 anche se devo ammettere che i personaggi sono caratterizzati in maniera molto speciale e approfondita, inoltre la storia è buona. Diciamo che forse ho fatto fatica ad innamorarmi di questo manga semplicemente perché appartiene ad un'altra generazione e infatti ho impiegato un bel po' ad abituarmi ai disegni, che non sono affatto male ma diciamo un po' confusi per i miei gusti. Comunque merita davvero di essere letto soprattutto dagli amanti degli shonen, anzi, io continuerò a leggere i seguenti capitoli visto che secondo molti l'apice della storia si raggiunge alla terza serie e spero proprio di aumentare il voto.


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yadamain

Volumi letti: 3/5 --- Voto 9
Ho iniziato ad incuriosirmi di questo manga quando scoprii che l'anime omonimo non era altro che la trasposizione animata della terza serie di JOJO, così, incuriosito, recuperai la prima serie del manga, intitolata "Phantom Blood". Essa narra i misteri che si celano dietro una maschera di pietra rinvenuta nel territorio Maya, infatti la maschera dona a chi la indossa l'immortalità.

Un manga pieno d'azione, con dei buoni combattimenti e con tanti sentimenti, peccato solo per i disegni, un po' sporchi e grezzi. Consiglio a tutti la lettura di questo manga perché verrete letteralmente rapiti dalle vicende (bizzarre) della famiglia Joestar, e poi il cattivone di turno è Dio Brando, che da solo vale la lettura dell'opera per via della sua ottima caratterizzazione. Voto: 9.


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lawliet forever registrato

Volumi letti: 3/5 --- Voto 8
Le bizzarre avventure di JoJo: Phantom Blood è un titolo che mi ha sconvolto. Avvicinato grazie alla riedizione di Star Comics e attratto dai numerosissimi commenti positivi, quando ho aperto il primo volume mi sono innamorato. Inizialmente(le prime tre pagine)ero un po' stranito, dopo l'entrata in scena di Dio Brando incuriosito, e finito il primo capitolo è sbocciato l'amore. Araki imbastisce una storia all'apparenza semplice, che narra di due fratellastri che litigano furiosamente uno per rubare il patrimonio al padre l'altro per evitare che questo muoia. Questo conflitto tra due persone semplici porterà però il mondo vicino alla catastrofe per colpa della maschera di pietra, che dona immensi poteri a chi la indossa.

Il soggetto è quindi abbastanza basilare, ma riesce a farti emozionare grazie ad un'enorme e accurata caratterizzazione e la velocità con cui vengono narrati gli eventi, creando un ritmo narrativo serrato che non lascia spazio a capitoli riempitivi o ad una diluizione della vicenda principale in altre sottostorie. I combattimenti, largamente presenti, fanno uso di una brutale violenza, che caratterizza poi il cinismo sia di Dio Brando, l'antagonista, sia dei suoi terribili zombie. Essi sono di media lunghezza ma molto ben sviluppati e carichi di suspance. Il racconto è denso di emozioni, e in sole 900 pagine circa si riderà, si piangerà, e si proverà un livello di tensione narrativo-emotiva non indifferente. Veniamo catapultati infatti in una vicenda molto appassionante che non smetterà mai di sorprenderci o emozionarci.
Il disegno è di stampo occidentale, pieno di pose plastiche ispirate alla scultura greco-romana, ma ben fatto.

Concludo quindi consigliando questo manga a tutti gli appassionati di shonen e non, meritandosi il mio 8 pienamente. Purtroppo alcuni difetti ci sono, come l'ingenuità con cui vengono narrati gli eventi, alcuni piccoli errori nel disegno. Meno consigliato invece a chi non sopporta la vista del sangue e affini, perché ne colerà molto.


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canno

Volumi letti: 7/5 --- Voto 9
La prima serie del mio fumetto preferito di sempre. Con questo si potrebbe chiudere la recensione, ma visto che bisogna occupare almeno 500 caratteri, facciamolo!
Signori e signore, ci troviamo davanti alla prima saga di un capolavoro assoluto... inorridisco al pensiero di quanti abbiano paragonato quest'opera a Ken il guerriero unicamente per alcune, iniziali, somiglianze di stile.
Araki è un genio. Punto.
La prima serie pur difettando al principio per una non eccelsa qualità dei disegni, compensa tale mancanza con una straordinaria forza narrativa. La storia è bella, intrigante e viaggia a ritmi sostenuti. Si passa senza traumi da un genere narrativo ad un altro. I personaggi crescono, non solo fisicamente, ma soprattutto psicologicamente. Non potrete non essere fieri di Jonathan Joestar. Non potrete non essere affascinati dal diabolico Dio Brando. Non potrete non essere colpiti dall'umanità di molti dei personaggi "secondari" come Bradford, resucitato cavaliere e guardia fedele di Maria Stuarda.
Imperdonabile non avere ancora letto quest'opera d'arte.


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Golconda

Volumi letti: 3/5 --- Voto 9
Stimolato da un paio di amici, mi sono "fidato" a comprare questa doverosa ristampa di Jojo per due motivi:

1) In primis è talmente datata la prima serie che è quasi impossibile trovarla.
2) Motivi puramente di spazio... la raccolta ben comprime più volumetti riducendo così il bisogno di spazio.

Devo dire che mi ha piacevolmente colpito, non credevo davvero... certo essendo la prima serie, Phantom Blood risente di una buona dose di ingenuità e soprattutto nel disegno... conosco le ultime tavole di Araki (da tempo butto sempre uno sguardo su Steel Ball Run) e so quindi quanto il suo disegno evolverà negli anni... le pose plastiche che utilizza in modo veramente esagerato andranno un po' scemando ed è un bene... la caratterizzazione dei personaggi di per se è già buona; come in Kenshiro questi bestioni di due metri super dopati sono troppo facili alla lacrima! Come si dice... l'abito non fa il monaco. Dio Brando è davvero un degno Cattivo con la C maiuscola... bastardo e dannato fin dalla prima tavola. Senza buonismo dell'ultima ora... semplicemente un predatore vorace in cima alla catena alimentare. Bella bella bella! Sono ansioso di proseguire nella lettura di questa grande epopea della famiglia Joestar!


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Oni

Volumi letti: 3/5 --- Voto 8
I tre volumi letti si riferiscono alla recente ristampa edita da Star Comics.
Le bizzarre avventure di JoJo, insieme ad alcuni altri manga dell'epoca d'oro, ha tutto il diritto di sedersi sul trono col titolo di uno dei precursori al manga contemporaneo.
Possiamo iniziare a parlare subito della storia. Colma di fantasia e intrisa di originalità assoluta, la trama si presenta come "difficile" da inquadrare subito all'interno di un genere ben definito; sono infatti molteplici gli aspetti che questo manga riuscirà a toccare, prima di stabilizzarsi definitivamente: si parte dalla lotta in famiglia fino ai combattimenti a suon di onde concentriche, passando per tematiche come l'amore, lo sport, l'amicizia, e perfino l'archeologia e il mistero.
Spiegare le vicende di "JoJo: Phantom Blood" in poche parole, sarebbe impossibile e riduttivo, pertanto si può dire che la storia parte quando la vita della nobile famiglia Joestar, e soprattutto di Jonathan Joestar, viene sconvolta dall'adozione di Dio Brando, figlio di un ladruncolo defunto e che ora entra a far parte della signoria, nobile di spirito, è in realtà un perfido di prima categoria, assassino ambizioso che mira al patrimonio Joestar, e successivamente alla conquista del mondo, dopo il ritrovamento di un'antica maschera di pietra che trasforma in vampiri immortali al pari di un dio, e consente la creazione di spaventosi zombi killer.
Quindi, il manga si incentra sulla crescita di Jonathan, detto JoJo, a cui viene portato via tutto, dall'amore per la propria amata, all'affetto della sua famiglia, ma proprio così troverà la forza, insieme ai suoi compagni di viaggio, di sconfiggere il malvagio fratellastro.
Il disegno di Araki rappresenta la croce e la delizia per il lettore: in puro stile anni '80, sporco e, a volte, eccessivamente confusionario, dalle figure possenti e a volte esagerate (quasi impossibili e non di certo umane), può far impazzire i cultori dell'epoca che non potranno non gioire di fronte a questo tratto, mentre di certo potrà far storcere il naso a chi è abituato alle storie dell'ultimo decennio, aventi di sicuro tavole più limpide e molto più curate.
Unica lievissima pecca è il finale: a mio parere, leggermente allungato e potrebbe stancare, tuttavia viene dato lo spazio per la dar luogo a quelle che saranno le successive serie dell'universo di JoJo.
In conclusione, consiglio vivamente di provare questo manga, così come è stato consigliato a me, basteranno i primi capitoli per far sì che non vi si staccheranno più gli occhi dalle pagine: coinvolgimento allo stato puro!


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sensei 12

Volumi letti: 3/5 --- Voto 10
Un manga di cui avevo sempre sentito parlare, ma non avevo mai avuto il piacere di leggerlo.
Grazie a Star Comics e alla recente ristampa riesco a capire il motivo di tanto successo a livello internazionale.
JoJo è uno shonen non banale, anzi... è uno dei pochi shonen che si leggono con piacere, sempre intrigante, molti colpi di scena, personaggi bizzarri e combattimenti unici nel loro genere.
Mai come in questo caso ho amato i vampiri, visto che ultimamente sono gli esseri sovrannaturali più triti e ritriti nel cinema. Il personaggio di Dio Brando, il cattivone della serie, è uno dei personaggi più caratterizzati ed espressivi che si siano mai visti... una crudeltà senza fine, cinismo ad alti livelli, prepotenza in ogni dove. Anche JoJo, il protagonista è ben caratterizzato e incarna l'esatto opposto di Dio Brando.
Con l'entrata in scena del potere della maschera e del potere delle onde concentriche si assisterà ad un balzo sostanziale dei combattimenti sempre più spettacolari.
In breve: un manga da prendere al volo prima che finisca in fumetteria.


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Kotaro

Volumi letti: 5/5 --- Voto 9
Sono un lettore di fumetti un po’ strano, io.
Quando un fumetto mi colpisce, capita che me lo porti nel cuore, che lo svisceri in ogni sua parte, che lo legga e rilegga mille volte, che vi rimanga legato per anni e che questo si ponga come metro di paragone per le mie future letture.
La mia prima esperienza coi manga risale ormai a dodici anni fa, grazie a uno dei primi numeri dell’edizione Deluxe di Dragon Ball.
Cominciare a leggere manga negli anni ’90, grazie ad uno shonen d’azione degli anni ’80, segnò profondamente la mia esperienza in questo campo, al punto che a quel tipo di produzioni, ai manga che uscivano in quel periodo e agli shonen d’azione degli anni ’80 sono rimasto tuttora inscindibilmente legato.
Il mio primo numero di Dragon Ball lo ricordo benissimo, per quante volte lo lessi in ogni sua parte, pubblicità comprese, e proprio tra le pubblicità di quel volumetto di Dragon Ball incontrai per la prima volta il manga che prenderemo adesso in esame, che è sempre stato presente insieme a me man mano che mi addentravo nel mangamondo, seguendo tutte le mie evoluzioni come lettore, senza tuttavia incrociarmi mai personalmente, almeno fino a quest’anno: Le bizzarre avventure di Jojo.
Ultimamente, mi trovo deluso, in linea di massima, dagli shonen d’azione degli anni 2000, perciò vado costantemente alla ricerca di belle storie d’annata, comprandole quando vengono proposte oppure cercandole tra gli arretrati usciti negli anni ’90 e che mi ero perso perché all’epoca ero un lettore alle prime armi.
L’iniziativa proposta dalla fida Star Comics, che ha recentemente riproposto una ristampa in edizione lussuosa di questa serie così famosa del Jump anni ’80 a cui avevo sempre voluto approcciarmi ma non l’avevo mai fatto perché non mi andava di recuperare in arretrato cento e passa volumetti sottili, cadeva a fagiolo, per cui ecco che in quel di Lucca Comics mi ritrovai a comprare il primo numero di Phantom Blood, la prima miniserie della saga di Jojo.

La premessa è tra le più interessanti che abbiano mai introdotto un manga d’azione. Abbiamo un’ambientazione da Inghilterra del diciannovesimo secolo descritta con grande realismo e con parecchi occhi di riguardo verso la narrativa e gli stereotipi dell’epoca (si veda ad esempio la sublime rappresentazione dei vicoli di Londra, con tanto di Jack lo squartatore) e una storia quasi da shojo manga anni ‘70, con una grande e nobile famiglia, quella dei Joestar, un erede legittimo retto e bonaccione, Jonathan “Jojo” Joestar, e un figliastro adottivo che trama per rovinarla, Dio Brando.
Il ritrovamento di una misteriosa maschera di pietra, capace di donare a chi la indossa smisurati e perversi poteri, cambierà le carte in tavola e darà il “la” a Phantom Blood affinché si trasformi in una storia d’azione e combattimenti, con un Dio Brando trasformato in un vampiro potentissimo a capo di un esercito di orrendi zombie e morti viventi e un Jonathan desideroso di vendetta e pronto a sconfiggerlo.
Phantom Blood è dunque una serie molto forte, in linea con la tendenza degli autori degli shonen anni ’80 che creavano storie di grandissimo impatto emotivo. Già nella lunga premessa che occupa gran parte del primo dei tre volumi che compongono l’opera, l’autore non ci risparmia scene fortissime e gran "sboronate", cosa che poi andrà in crescendo col proseguire della storia ma che non infastidisce affatto il lettore, anzi è capace di tenerlo incollato alle pagine in maniera incredibile.
Partito come una sorta di bizzarro shonen manga d’azione con un’ambientazione da shojo manga, Phantom Blood mostra ben presto le sue carte e rivela personaggi dannatamente carismatici. Il protagonista Jonathan è un classico personaggio principale da shonen manga anni ’80: capelli scuri, fisico prestante, grande cuore e una grande forza pronta a scatenarsi nei momenti di rabbia. E’ interessante seguire la sua crescita e il percorso che lo porterà, da rampollo viziato di una famiglia nobile, a diventare un coraggioso guerriero esperto d’arti marziali e disposto a rischiare la vita pur di abbattere la sua nemesi. Nemesi che si presenta al lettore come uno dei personaggi cattivi meglio caratterizzati della narrativa a fumetti nipponica: Dio Brando è intriso di malvagità sino al midollo e terribilmente carismatico, non guarda in faccia nessuno e compie atroci malvagità con assoluta nonchalance, riesce ad attirarsi allo stesso tempo le antipatie e l’ammirazione dei lettori.
Attorno a questi due poli, ruota un manipolo di personaggi interessantissimi, dal ladro dal cuore d’oro Speedwagon ai rispettivi genitori dei protagonisti, dalla bella e inflessibile Erina che fa battere il cuore di Jonathan a Tarkus e Bruford, antichi cavalieri resuscitati come tirapiedi di Dio Brando, fino ad arrivare a Will A. Zeppeli, eccentrico gentleman dai sornioni baffetti e dal bizzarro cappello a cilindro che, con una flemma tipicamente “English” insegnerà a Jonathan i rudimenti di una strana disciplina marziale che lo aiuterà nella sua lotta per la vendetta.
Si tratta di personaggi carismatici sia a livello caratteriale sia a livello visivo, per cui vale tutto il termine “bizzarro” che accompagna il titolo del manga, che affascinano il lettore e si muovono in un universo vittoriano splendidamente ricostruito e ricco di dettagli ma anche dalle tinte oscure, surreali, misteriose e un po’ splatter ma indubbiamente di grandissimo effetto, dove si uniscono in uno splendido insieme vampiri, zombie, antichi ordini cavallereschi medievali, serial killer, oscure pagine della storia britannica, tecniche marziali orientali, santoni indiani, farmacisti cinesi, maledizioni legate agli antichi popoli precolombiani, combattimenti mortali e sentimenti molto forti.

Un bell’applauso, dunque, a Hirohiko Araki, che è riuscito a creare un universo intrigante e originale in cui muovere personaggi altrettanto azzeccati e convincenti. La nostra storia sarà narrata con uno stile di disegno che si inserisce nel solco già tracciato all’epoca dai colleghi Tetsuo “Ken il guerriero” Hara e Akira “Otoko Juku” Miyashita, il cui tratto viene qui spesso e volentieri ricordato, per quanto i disegni di Araki trovano quasi subito una loro personale dimensione, soprattutto nella resa dei personaggi più importanti. Corpi dalle muscolature possenti eppur flessuosi, leggiadri, capaci di contorcersi e di assumere posture davvero surreali, capelli che ondeggiano al vento, abbigliamenti stravaganti e copertine di grandissimo impatto visivo, scene d’azione estremamente dinamiche. E’ uno stile sporco, a tratti sgradevole, che sicuramente potrebbe far storcere il naso a molti lettori moderni, ma che personalmente mi ha fatto impazzire e a cui tutto si può dire tranne che non sia adatto al tipo di storia che accompagna.
Hirohiko Araki non delude i suoi lettori, ma li prende per mano e li trascina in un’avventura straordinaria, concisa, passionale, piena zeppa di citazioni musicali (si va dai Dire Straits a Tom Petty, passando per i Led Zeppelin), di esagerazioni e tamarrate tipiche del periodo in cui la storia è stata scritta e di personaggi strambi ma dannatamente affascinanti che, ci scommetto, saranno stati di grandissima influenza in produzioni successive. Ad esempio, è sin troppo palese la somiglianza, in alcune illustrazioni, di Jonathan e Dio con Ryu e Ken, i due personaggi principali della serie di videogiochi Street Fighter della Capcom, che esordiva nelle sale giochi nipponiche proprio nello stesso anno di questa prima serie di Jojo, e sapendo che alla Capcom amano ispirarsi a qualsiasi cosa per la creazione dei loro personaggi il dubbio rimane legittimissimo e sarebbe peraltro un gran piacere assodarlo.

Phantom Blood mi è piaciuto, insomma. E’ strano da dire, dato che si tratta di un’opera degli anni ’80, ma ha rappresentato una bella boccata d’aria fresca in un panorama di shonen d’azione attualmente pubblicati nel nostro paese troppo simili fra loro, troppo sciocchi a livello di storia e con personaggi troppo poco virili o carismatici. Un po’ di sano spirito anni ’80 con personaggi grezzi, tamarri, combattimenti appassionanti e ambientazioni tremendamente d’atmosfera ci voleva proprio, per ricordare i vecchi tempi in cui i primi manga giunti nel nostro paese erano appunto opere di questo genere (se non, appunto, questa stessa opera).
Dal momento che i vecchi lettori suppongo lo abbiano già nella sua prima edizione, non posso che consigliarlo ai neofiti. Una volta metabolizzato lo stile di disegno, che potrebbe inizialmente risultargli indigesto, troveranno ad accoglierli una splendida storia fatta d’azione, passioni e scontri all’ultimo sangue che, ci scommetto, vorranno divorare in un sol boccone e difficilmente dimenticheranno.
Personalmente, mi sono ritrovato a leggere i tre volumi della riedizione con una grandissima voracità, a tifare per Jonathan, a commuovermi e appassionarmi alle sue vicissitudini, ad arrabbiarmi con Dio ma anche a rimanere impressionato dal suo carisma e ad attendere con spasmodica ansia la relativa uscita del numero successivo. Era da tempo che un manga non mi prendeva in questa maniera, e ne sono ben felice, così come sono contento che a farmi questo effetto sia una serie degli anni ’80. Significa che il mio primo amore, la mia prima esperienza coi manga, non l’ho mai dimenticata ma è ancora viva dentro di me, che i miei gusti non sono poi cambiati, anche se col tempo si sono allargati, e che sono nuovamente pronto a farmi incantare.
Perciò, in quanto amante degli shonen d’azione anni ’80 che si trova a iniziare solo adesso la sua avventura nel bizzarro mondo di Jojo, non mi resta che promuovere a pieni voti questa prima miniserie, che si è già guadagnata un posto d'onore nel mio cuore e nella classifica dei manga che più ho amato in tanti anni di lettura e iniziare, trepidante, a fare il countdown per l’uscita della seconda.


 2
GrandeReBestiaKiba

Volumi letti: 7/5 --- Voto 10
[<b>Attenzione, contiene spoiler sulla prima parte del manga</b>]
Che dire, delle (per il momento) 7 serie di Jojo, questa è quella che preferisco, il disegno è certamente un po' grezzo, ma il carisma dei vari personaggi e la trama di questo eccelso manga, fanno si che il disegno passi in secondo piano. Phantom Blood ha in se molti elementi di Hokuto no Ken, quello più evidente è il disegno, che tuttavia nelle serie successive evolverà divenendo qualcosa di totalmente diverso. Anche le dinamiche delle battaglie devono molto ad Hokuto no Ken, non per niente la tecnica dell'Hamon (in Italia tecnica delle onde concentriche) ricorda molto le varie tecniche usate da Kenshiro. La storia inizia nell'inghilterra del 1800, quando George Joestar adotta Dio Brando, figlio di un criminale che tempo addietro, sfruttando un incidente in cui venne coinvolta la famiglia Joestar, si fece passare per il loro salvatore (in realtà voleva derubarli). Dio si dimostra subito poco amichevole con il figlio di George, Jonathan Joestar (da qui il titolo "JoJo"). Dio tenterà in tutti i modi di diventare il legittimo erede della fortuna dei Joestar, la sua strategia sarà quella di far impazzire JoJo screditandolo agli occhi degli amici e del padre, arrivando a bruciare vivo Danny, il cane, nonché miglior amico di JoJo. Dopo vari avvenimenti, Dio indosserà una maschera di pietra (reperto archeologico custodito nella collezione dei joestar) che bagnato con il sangue rende un vampiro colui che la indossa, per ottenere questo potere Dio tenterà di accoltellare JoJo, ma George si metterà fra i due per difendere il figlio, purtroppo, la maschera assimilerà il suo sangue rendendo Dio immortale. Nella villa degli Joestar divampa un forte incendio e proprio in questo momento vediamo Jonathan tentare di vendicare in ogni modo la morte del padre, sfruttando il fuoco, JoJo crede di aver sconfitto Dio, ma non è così...
anche se in molti conoscono il continuo della storia, vorrei evitare di fare ulteriore spoiler, in attesa che nuovi lettori possano scoprire questa fantastica opera, anche perché finalmente la mitica Star Comics si è decisa a ristampare il manga in un' edizione di lusso! Per restare in tema, concludo la recensione con un bel: HORA HORA HORA HORA HORA!


 5
Morrisex

Volumi letti: 5/5 --- Voto 10
[<b>Attenzione, contiene spoiler</b>]
Molto difficile parlare di "Le Bizzarre Avventure Di JoJo" senza gridare ed urlare elogiando l’amore che provo verso il geniale autore Hiroiko Araki, capace di creare una delle più belle saghe fumettistiche di sempre (non solo per quanto riguarda il fumetto giapponese), ma soprattutto senza scrivere una introduzione all’intera opera. JoJo è il penultimo lavoro in linea temporale per Araki, già autore dell’ottimo seppur acerbo Baoh, o ancora Gorgeous Irene o Magical BT e tutt’ora all’opera su Steel Ball Run.

Di JoJo mi innamorai subito, scoprendo come un semplice fumetto d’azione potesse diventare il fumetto d’azione per eccellenza. Fumetto che copre ben sei miniserie, rispettivamente rinominate più avanti, in ordine, Phantom Blood, Battle Tendency, Stardust Crusaders, Diamond Is Unbreakable, Golden Wind e per finire Stone Ocean.
Queste serie possono essere lette anche separatamente, ma è nella completezza che si scopre tutto il potere dei personaggi, della saga generazionale più intelligente, nonché del già citato Hiroiko Araki, un uomo che della genialità e delle assurdità ne ha fatto uno stile, creando ed inventando serie dopo serie, stili di disegno diversi nonché storie sempre fresche ed innovative, piene di citazioni musicali, modaiole e quant’altro, non perdendo mai l’originalità che lo ha sempre contraddistinto.
Anche se nelle prime serie troviamo molte affinità con il già famoso Hokuto No Ken, questo non lo si deve assolutamente vedere come una forma di copia o plagio, bensì un omaggio; bisogna sapere infatti che i due autori, Araki ed Hara, son sempre stati non solo colleghi ma grandissimi amici, e fin da sempre si son scambiati idee e pareri.
E da un inizio stilistico molto alla Kenshiro, ci ritroviamo già dalla terza serie un raffinamento dello stile che raggiunge l’apice nella quarta, per poi trasformarsi ancora in Golden Wind per tentare di nuovo un altro stile nell’ultima serie di JoJo che, a parer mio, è anche la più brutta, ma di questo ne parlerò più avanti.
Lo stile grafico cambia ancora in "Steel Ball Run", con dei disegni sublimi, anche se molte tavole le trovo sempre un po’ troppo caotiche. Personalmente poi considero questo un manga a parte, e non l'ultima serie di JoJo, anche se l’autore stesso afferma il contrario. Perciò è solo di Le Bizzarre Avventure Di JoJo che parlerò. Cominciando proprio dalla prima serie, Phantom Blood.

La prima serie di JoJo vede protagonisti, Jonathan Joestar da cui JoJo e Dio Brando, nemico che diverrà poi uno dei più cattivi personaggi della storia dei manga. Siamo nell’Inghilterra del 1868, una carrozza si è trovata coinvolta in un incidente, ed è proprio grazie a quel fatidico incidente che si incrociano i rispettivi padri dei nostri personaggi principali, George Joestar e Diego Brando, vecchio ubriacone che appena vide la carrozza dei ricchi Joestar volle, credendoli tutti morti, commettere sciacallaggio. Quando però George si riprese, credendo Brando suo salvatore, gli promise aiuto in qualsiasi momento, ringraziandolo per averlo soccorso e per aver soccorso il bambino, il futuro JoJo, ancora fra le braccia della defunta madre.

Siamo nel 1880, prossimo alla morte, Diego Brando invita il proprio figlio, Dio, a presentarsi a casa Joestar, sapendo che lo avrebbero ammesso in casa come un figlio, dopo l’incontro accaduto 12 anni prima. E così fu: Dio schifando la vita del padre, alla sua morte partì per casa Joestar da Londra, e già dal suo primo arrivo cominciò a creare casini nella vita del nostro protagonista Jonathan, un ragazzotto semplice con il sogno di essere un gentiluomo ma con maniere un po’ troppo dozzinali. Tutto il contrario di Dio, freddo, calcolatore, educato, intelligente sopra ognuno, forte come nessun altro, ma soprattutto malvagio. L’ambizione di Dio di impossessarsi di tutti gli averi dei Joestar, porterà alle azioni vigliacche e vili, che lo faranno odiare ai più. Ed è proprio l’odio verso Dio Brando che lo rende così cattivo, così malvagio e così fastidioso.

JoJo si trova ben presto privato degli amici, dell’amore, sia del padre che della bella Elena Pendleton, che rivedremo più avanti, e che scatena l’ira di JoJo cominciando a picchiare Dio, che fino ad allora gli era superiore, e finendo per scoprire un segreto che li porterà al più drammatico degli eventi. La Maschera Di Pietra, un antico monile ritrovato in Messico, appartenente al popolo azteco e col potere di assorbire il sangue umano e di azionare un meccanismo particolare, fatto di aghi che spuntano e che si infilano nel cervello. Ancora presto per queste ricerche JoJo, solo come un cane, si troverà a vivere tutta la sua giovinezza all’ombra di Dio, respinto e cacciato persino dal proprio padre, pensando e studiando archeologia, ispirato dalla visione della Maschera Di Pietra che prende vita.

Arriviamo così al 1888 ed ormai JoJo e Dio, passando tutta la loro giovinezza assieme, sono ora grandi amici ma sarà davvero così? Presto si scoprirà che non è ancora sparita l’ambizione di Dio Brando come non è ancora guarita la ferita al cuore di JoJo. Così che durante un viaggio di JoJo a Londra dove incontrerà uno dei suoi migliori amici, personaggio importante per tutte le prime serie, Robert E.O. Speedwagon, Dio scopre i segreti della Maschera Di Pietra, nascosti nella scrivania del nostro archeologo in forma di appunti. Portandola così in giro e trasformandosi indossandola, in una specie di vampiro, un essere immortale, che trascende la realtà, un essere superiore, proprio quel che è sempre stato Dio Brando, quel Dio Brando, superiore a tutti, con il suo ego estremo ed elitario.

JoJo si troverà quindi a scontrarsi con Dio per la seconda volta, ma non sarà certo l’ultima. Un JoJo acerbo che è riuscito a scampare al demonio Dio solo con il suo spirito coraggioso ed il suo immenso amore per la vita. Ma è grazie ad Elena Pendleton, futura moglie di Jonathan che quest’ultimo torna a camminare, e ferito incontra Will A. Zeppeli, suo maestro poi nell’arte delle Onde Concentriche, tecnica respiratoria che permette di uccidere zombie e vampiri creati dalla Maschera Di Pietra. Venendo a sapere da Zeppeli che Dio è in realtà ancora vivo, arriviamo alla parte principale della serie, dove si scopre qual cosina di più sulla maschera e sul modo per distruggerla, le già citate Onde Concentriche, che ritroveremo in tutte le serie anche se in modo differente. JoJo affronta così un duro allenamento che lo porterà ad affrontare personaggi come Jack lo squartatore, divenuto zombie per mano di Dio, vecchi cavalieri medievali tornati in vita, ed infine lo stesso Dio Brando. Per la seconda volta il re indiscusso della malvagità è, vivo e pieno di forze, pronto ad uccidere JoJo per liberarsi del suo passato una volta per tutte, ma non sarò così facile, in quanto su JoJo grava il peso dell’umanità intera, non può lasciarsi sconfiggere. Ma Dio sarà morto? Durante il viaggio di nozze di Elena e JoJo, potrà quest’ultimo vivere finalmente in pace, con colei che ha sempre amato, la sua vita senza male al mondo? Chissà…

Questa la trama principale, ho voluto parlarne più in dettaglio in quanto è l’inizio di tutta la saga JoJesca e merita quindi particolare attenzione, a rischio spoiler. Di Phantom Blood è stato tratto un film animato cinematografico, inedito in Italia, ed un gioco d’avventura per Playstation 2. Il manga ha un disegno molto acerbo, come per Baoh, ma già dai primi capitoli notiamo il cambiamento, rimanendo un tratto molto anni 80, quindi semplicistico, un po’ come Go Nagai, un po’ come Tezuka, Araki ha piano piano lasciato da parte la semplicità per produrre disegni sempre più tecnici, con personaggi ben delineati, forzati nella loro muscolatura per esprimere al meglio le potenzialità degli stessi, un po’ come in Hokuto No Ken per l’appunto. Rappresentare la forza con personaggi forzatamente forti (perdonate il gioco di parole), era un po’ uno stile in voga a quei tempi che altri manga usciti dopo han preso ad esempio e come spunto, anche per farne parodia, come ad esempio Otoko Juku.

La storia di JoJo è ben scritta, e da vita ad uno shonen classico molto particolare. Il lettore può rimanere sempre in tensione durante la lettura di JoJo. I personaggi poi sono parte viva e vincente di quest’opera, la loro caratterizzazione è ottima, come già detto in precedenza odierete Dio Brando come mai avete odiato altri, vi dispiacerete per il dolore provato da Jonathan, riderete assieme a Zeppeli e Speedwagon, è questo ciò che mi aspetto io da un fumetto. Poter capire i sentimenti dei personaggi, e affezionarcisi, seppur in soli 5 volumi.

Consiglio JoJo veramente a tutti, anche alle ragazze, in quanto questo shonen, è in grado di piacere a chiunque, ed è l'unico manga a cui darò sempre 10.
Il successo in patria di JoJo è indiscusso e già alla prima pubblicazione, ossia Phantom Blood, Araki dovette correre immediatamente a crearne un seguito, in quanto i lettori di un tempo, vollero sempre di più, si innamorarono di questa storia come me ne innamorai io, e fu così che nacque Battle Tendency, seconda serie di Le Bizzarre Avventure Di JoJo, con protagonista Joseph Joestar, nipote del caro Jonathan, ma di questa storia ve ne parlerò nella prossima recensione.