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VeganWarrior

Volumi letti: 13/13 --- Voto 8,5
“Chi ruba la vita altrui non può capire ma chi si è visto portare via quella dei propri cari non può dimenticare.”

Jigokuraku- Hell's Paradise.
La storia ha luogo in un Giappone feudale, dove lo Shogun decide di mandare un gruppo di pericolosi quanto straordinari condannati a morte per cercare di un elisir di vita eterna che si troverebbe su di un'isola dalla quale nessuno sia mai riuscito a fare ritorno. La ricompensa per chiunque riuscira' nell'impresa sara' la liberta'. Ogni condannato verra' affidato ad un tagliateste della casata Asaemon che si accertera' che i prigionieri non cerchino di scappare e portino a termine la missione.
Fra questi condannati conosceremo il nostro protagonista, Gabimaru "l'arido", lo shinobi piu' forte del villaggio ninja Iwagakure, che fara' di tutto per completare la missione, guadagnare la liberta' e tornare da sua moglie.
Fra le tematiche trattate, quella che mi e' piaciuta di piu', e' stata la crescita psicologica e la conseguente apertura mentale di alcuni personaggi secondari, cio' sara' favorito dalla convivenza forzata dei criminali ed i tagliateste. Verranno affrontati anche temi come l'amore e l'ossessione, senza mai diventare troppo ingombranti o pesanti per il lettore. L'autore ha fatto un ottimo lavoro anche per quanto riguarda i drammi personali dei personaggi secondari, mai scontati e dal mio punto di vista davvero gradevoli. Ottime anche le tempistiche fra scontri, momenti di spiegazione e flashback che aiutano la fluidita' della lettura senza mai essere troppo invadenti e pesanti.
Ed e' proprio riguardo i personaggi che l'autore mostra una cura ed un talento fuori dal comune. Quasi tutti i personaggi avranno un passato, una storia che li caratterizza, ed ogni personaggio avra' una forte personalita' e carisma. Questo e' stato possibile grazie anche all'ottima intuizione dell'autore che ha abbinato una guardia ad ogni condannato. Ora voglio precisare che non tutti i personaggi avranno un approfondimento eccezionale come i protagonisti di maggiore rilievo. Cio' nonostante credo sia comunque lodevole lo sviluppo dei personaggi in quest'opera, che ricordo tende ad essere piu' un action ricco di combattimenti, tecniche segrete devastanti e power up.
Artisticamente l'opera e' gradevole e sempre chiara dandoci sempre un'idea circa su quello che sta succedendo. Anche se dove l'autore riescira' ad esprimersi a pieno saranno le ambientazioni e le creature che riusciranno a dare al lettore questo senso costante di oscillazione dal candore taoista al grottesco.
Di fatto, credo che un po' tutta la storia sia basata sulla cultura buddista e taoista anche se prende ispirazione anche da altre religioni asiatiche.
Purtroppo l'opera non e' priva di difetti, primo fra tutti la quasi totale piattezza di carisma degli antagonisti. Difatti quasi tutti i Tensen sembreranno avere un carattere ed uno stile di combattimento molto simile l'un l'altro. Unica eccezione, Shija, ottimo personaggio, un nemico ben scritto con una psiche affascinante nella sua oscurita' macabra, che secondo me avrebbe potuto dare di piu', e cio' nonostante lo reputo il miglior antagonista. Altro difetto, ovviamente personalmente parlando, e' il finale, che non reputo brutto ma che non riesce a dare quella spinta finale in piu', non riesce a donare al lettore quel brivido memorabile che contraddistingue i capolavori.
In conclusione quest'opera ha una trama interessante, personaggi carismatici ed un'accortezza artistica distinta. La storia non e' troppo lunga, ne' troppo breve, non ha dispersioni inutili e mantiene alta la fluidita' nella lettura fino alla fine. Cio' nonostante fatica (anche se di poco) a dare quella spinta in piu' per diventare un lavoro imperdibile. L'opera e' buona ed in alcuni momenti ottima ma non riesce mai a raggiungere l'eccellenza, il che la relega ad essere consigliata ad un pubblico amante del genere senza troppe pretese che comunque cerca qualcosa di assolutamente valido. Personalmente, un buon acquisto.


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Gustavo69

Volumi letti: 13/13 --- Voto 7,5
Jigokuraku, un manga che per chissà che motivo non avevo scoperto fino all'uscita della recente serie animata, nonostante fosse stato pubblicato ormai da un bel po' in Italia. Ed è un peccato che non l'abbia scoperto prima, ma il mercato italiano è saturo di moite opere mediocri, e destreggiarsi tra tutte non è certo facile. Dicevo dunque che ho scoperto il manga grazie alla relativa serie animata: ed anche in questo caso è stato per caso, visto che mi sono imbattuto in degli spezzoni dell'anime su Youtube. A volte l'algoritmo funziona meglio di quello che si possa immaginare. Rimasi subito colpito dai combattimenti tra ninja, samurai e creature (quasi) immortali, combattimenti molto fisici, molto cruenti, lontani anni luce da quelli a base di "onde energetiche" di altri shounen manga. Per certi versi mi ricordava il mitico lungometraggio "Ninja Scroll", dove il povero Jubei doveva confrontarsi con nemici molto più forti di lui, ed in ultima analisi perfino con un immortale. Ovviamente si tratta di due opere profondamente differenti, ed impossibile fare un confronto tra le due. Anche la premessa di Jigokuraku è piuttosto originale (anche se mi era un po' familiare, ma non sono sicuro): un gruppo di condannati a morte viene mandato su un'isola misteriosa per recuperare un fantomatico elisir in grado di donare l'immortalità. A scortarli altrettanti samurai che devono sorvegliarli e eventualmente ucciderli se tentano la fuga o qualsiasi passo falso. Ovviamente sin dall'inizio le cose vanno molto male per il gruppo di esploratori: alcuni vengono uccisi quasi appena sbarcati da altri condannati a morte, altri vengono puniti dai samurai, e come se non bastasse strane creature attaccano i sopravvissuti. Un massacro degno del miglior film dell'orrore. Tra i condannati a morte spicca Gabimaru, ninjia molto forte e resistente, che grazie alle sue arti ninja è sopravvissuto finora a tutti i tentativi di esecuzione. Gabimaru logicamente è IL protagonista del manga, ma non è il solito protagonista da shounen manga: è infatti un giovane uomo cinico e poco interessato a chi gli sta vicino, anche se pian piano cambierà nel corso dell'opera. Gabimaru vuole terminare questa missione per ritornare libero a casa con sua moglie, l'unica persona che l'abbia mai fatto sentire davvero umano, e non semplicemente una macchina di morte. Per questo Gabimaru combatte fino allo stremo delle sue forze, guadagnandosi ampiamente il suo ruolo. Gli altri personaggi non sono male, sono tutti abbastanza carismatici ed interessanti, anche a mio avviso meno interessanti di Gabimaru. La prima parte del manga è appassionante ed avvincente. La seconda parte invece è forse un po' troppo da shounen manga: i personaggi cercano infatti di imparare e padroneggiare il "tao", l'unico modo per sconfiggere gli esseri immortali, e questa parte risulta un po' fiacca rispetto alla precedente. Senza contare che poi arrivano altri samurai quasi all'ultimo momento, tanto per intorpidire un po' le acque della narrazione. Avrei preferito che l'autore non li avesse fatti arrivare. Ci sono altri problemi comunque, come dei finti colpi di scena che fanno credere al lettore che quello che sapevamo riguardo ad un personaggio poteva essere tutto o quasi falso. Non credo che fossero necessari per migliore la storia. Anche il finale forse non è dei migliori, diciamo che rispetto alla premessa molto convincente, alla fine il manga si è un po' adagiato su sé stesso. Non che sia un brutto finale, ma poteva essere senz'altro migliore.
In ogni caso un manga da leggere senza remore, ne vale senz'altro la pena.


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Winry.R

Volumi letti: 13/13 --- Voto 9
Hell’s Paradise è una serie manga di 13 volumi, edita in Italia da JPop. È un'opera in cui ogni elemento è in un equilibrio vorticoso. È ricca di azione e combattimenti, ma anche di momenti riflessivi e di crescita personale. Entrambe le componenti si alternano e arricchiscono con naturalezza creando un equilibrio dinamico in un crescendo ipnotico.

Le vicende sono ambientante nel periodo del Giappone feudale. Il protagonista è Gabimaru l’arido, il più forte shinobi del villaggio di Iwagakure, e lo incontriamo mentre è imprigionato in attesa di ricevere la condanna a morte. Il cruccio del governatore è che nonostante i numerosi tentavi di eseguire la condanna, nessuna lama, fiamma o arma è riuscita a privare Gabimaru della vita. Il suo corpo temprato nello spietato villaggio ninja sembra resiste a qualsiasi cosa. Mentre i tentavi di condanna proseguono, Gabimaru fa la conoscenza di Sagiri Yamada Asaemon, una tagliateste dalla grande abilità di spada, inviata per valutare lo shinobi quale potenziale candidato per una missione ordinata dallo shogun: recuperare l’elisir dell’immortalità dall’isola di Paradise in cambio della completa assoluzione. Nonostante il nome, l’isola è un vero inferno da cui nessuna spedizione ha mai fatto ritorno ed è stato scelto di inviare dei condannati sacrificabili ciascuno accompagnato da un tagliateste del clan degli Asaemon in qualità sorvegliante.

I personaggi sono l’elemento cardine dell’opera. Il character design è minuzioso e curato, i personaggi sono facilmente riconoscibili e hanno una forte personalità.
Messi alle strette dall’ambiente ostile, durante il viaggio alla ricerca dell’elisir hanno tutti una crescita vertiginosa su più piani:
- Interiore. Acquisendo maggiore consapevolezza del “Tao” (un’energia che nasce dal fluire e dall’equilibrio tra Yin e Yang, forza e debolezza, rifiuto e accettazione presente in ogni essere) sviluppano una forza interiore che gli permette di fronteggiare un nemico millenario.
- Morale. La collaborazione tra Asaemon e criminali porta i primi a conoscere il lato umano dei condannati e i secondi a non autodefinirsi in base alle azioni criminose commesse. Nessun essere umano è buono o malvagio, in ciascuno di noi c’è un sottile equilibrio in continuo divenire.
- Sociale. I legami che si creano tra i personaggi pongono anche l’attenzione su questioni sociali e il concetto di giustizia. Il fatto che un’azione sia stata condannata dallo shogunato non determina automaticamente che quella persona sia malvagia, sebbene la società la identifichi come criminale.

L’ambientazione è molto particolare e di impatto. L’opera ha una forte presenza religiosa che rimanda ai principi del taoismo. Lo si intuisce subito allo sbarco sull’isola, dove la natura la fa da padrona e i mostri che la popolano hanno sembianze che ricordano le statue dei templi buddisti e taoisti. Lo si avverte ancora di più nella seconda parte dove vengono riprese le teorie tipiche del taoismo.

I Tensen, le entità che governano l’isola, sono dediti alla ricerca dell’immortalità e ciascuno lo fa seguendo una pratica diversa. La conservazione delle energie vitali e le tecniche per ottenere la 'lunga vita', costituiscono una costante della dottrina taoista, che prescrive a tal fine particolari tecniche di respirazione e di meditazione, nonché l'uso di medicinali o droghe.
Vengono riprese anche la dottrina dei cinque elementi (wuxing: acqua, fuoco, legno, metallo, terra) e la teoria del dualismo Yin-Yang, ossia la concezione della struttura antitetica, complementare e sequenziale di ogni accadere e di ogni forma di esistenza.
Tutti questi elementi sono infusi in tutto ciò che riguarda l’isola, dando corpo e struttura alla sua storia e a quella dei suoi abitanti.

L’opera ha un ritmo incalzante. L’alternanza tra scontri e momenti riflessivi è ben studiata e crea un’alchimia coinvolgente e appassionante. È una sorpresa continua, niente è scontato, né l’esito della missione né chi sopravvivrà fino alla fine e questo tiene incollati alle pagine fino all’ultimo.

Ho apprezzato molto il finale, l’ho trovato perfetto per quest’opera e visto che odio gli spoiler non approfondirò oltre.

Nel complesso è un’opera pregevole con un equilibrio perfetto. È ben studiata sotto tutti i punti di vista, dai personaggi all’ambientazione, dagli scontri ai momenti riflessivi. Consigliatissima!


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Domenico228

Volumi letti: 13/13 --- Voto 6,5
Hell's Paradise è un manga che non inventa nulla, ma che intrattiene in maniera più che piacevole rispettando quelli che sono gli stilemi più classici del genere: passando dalla trama lineare con pochi momenti orizzontali, non perde tempo, ti fa affezionare ai personaggi, ti fa capire le loro motivazioni, il loro legame alla religione e alla propria moralità, singolare per ogni protagonista. La costruzione delle tavole è pulita e schematica, il che rende molto scorrevole la lettura e l'intuizione dell'azione, sempre presente durante la narrazione, di fatto i combattimenti molto dinamici e d'impatto sono esaltanti e spezzano con un buon ritmo i momenti dialogati, spesso drammatici e di pianificazione dei personaggi.
Il manga ci illustra e ci inizia, in maniera anche superficiale, ad alcuni temi religiosi, che tuttavia non vengono approfonditi, forse volutamente per non tediare alcune tipologie di lettori, come se volesse lasciare alla nostra curiosità la ricerca in quell'ambito nel caso in cui ci avesse appassionato.
Le ambientazioni naturalistiche sono suggestive e si sposano perfettamente con quelle che sono le ragioni degli antagonisti, a volte un po' vuoti e simili tra loro, che tuttavia non annoiano.
In conclusione Jigokuraku è un'opera nè troppo lunga nè troppo breve, che asseconda i gusti di quei lettori che cercano un fumetto divertente, dai combattimenti piacevoli, che dà qualche spunto di riflessione e una leggere infarinatura sulla dottrina taoista.


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sarti02

Volumi letti: 13/13 --- Voto 9,5
Perfetto per chiunque sia alla ricerca di tanta azione e scontri memorabili.
"Hell's Paradise" non si perde in cose inutili e in breve ci butta nella missione principale dell'opera, facendoci conoscere tanti personaggi memorabili che terranno il lettore incollato alle pagine e soprattutto portandoti a fare il tifo per loro.
Ogni personaggio è ben caratterizzato e con abilità uniche e personali, rendendoli quindi tutti un pò diversi senza cadere in ripetizioni. Chi viene seguito dall'inizio alla fine sono Sagiri, unica tagliateste donna in classifica del clan Yamada, e Gabimaru, shinobi tradito dai suoi compagni e condannato a morte.

Tutto il manga sono sequenze di scontri e approfondimenti delle emozioni dei personaggi, così da dispiacersi per ogni vita troncata o tirare un sospiro di sollievo quando i nostri riescono a tirarsi fuori dai guai.

I 13 volumi di cui è composta l'opera filano via che è un piacere e anzi si arriva alla fine dispiacendosi che sia già finita.
Personalmente ho amato Sagiri più di Gabimaru e gli altri, e mi è dispiaciuto che nella seconda parte salvo qualche eccezione abbia avuto meno spazio, anche se forse è normale sia così.
Disegni particolari ma che a me sono piaciuti, e anzi aiutano a rendere l'idea delle difficoltà e delle emozioni che provano i vari personaggi.


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Focasaggia

Volumi letti: 13/13 --- Voto 7
«Jigokuraku - Hell's Paradise Jigokuraku » è un manga, scritto e disegnato da Yuuji Kaku, pieno di azione, coinvolgente e particolare, con buone idee non rese sempre al massimo.

Nel 210 a.C., Qin Shi Huang (nato con il nome di Yíng Zhèng , il celebre re in Kingdom) ordina a Xu Fu di cercare un farmaco che potesse donare l'immortalità, ma mentre l'uomo è in viaggio verso il Giappone con una grande flotta, una forte tempesta disperde tutte le navi. Di Xu Fu non si è mai saputo nulla. Se non fosse morto e avesse continuato a cercare quel farmaco alla fine trovandolo?

Da questa premessa nasce tutta l’opera. Quel farmaco sembra esistere e trovarsi in un’isola misteriosa tanto magica quanto pericolosa, chiunque viene inviato in quel luogo trova un destino peggiore della morte. Lo shogun non desiste nell’intento decidendo di inviare chi non ha nulla da perdere: dei condannanti a morte. A colui che gli porterà quanto richiesto gli verrà concessa la libertà. Una speranza a chi non aveva speranza.

“Possibile che io non voglia morire?”
Gamibaru l’arido è un ninja considerato il più forte e spietato che teme soltanto di perdere la sua identità, gli fa paura non essere considerato arido, privo di sentimenti, inumano, per lui significa rinnegare tutta la sua esistenza, ma di fronte all’amore forse quello che si guadagna è più di quanto si perderebbe. Tradito, catturato, condannato a morte, esecuzione più volta tentata senza esito. Non vuole accettare ciò che per lui è una debolezza, ma intanto nel suo inconscio rifiuta di morire, sposato con una donna che forse non esiste. Quel ricordo, quella che probabilmente è solo un'illusione sarà l’unica cosa che potrà tenerlo in vita. La via del ninja non è mai stata così romantica.

“Chi ruba la vita altrui non può capire ma chi si è visto portare via quella dei propri cari non può dimenticare.”
Insieme ai criminali per tenerli a bada vengono inviati dei tagliateste, appartenenti al clan Yamada, ritenuti tanto abili da poterli uccidere al primo movimento sospetto. 20 persone si addentreranno in un luogo pericolosissimo dove la minima distrazione può costare la vita, non importa l’abilità, il grado, morire in questo ambiente è fin troppo facile.

I vari personaggi sono ben caratterizzati, seguono il proprio codice di vita spesso contorto. Fra i più interessanti Shion, un maestro di vita che funge quasi da padre ai criminali più giovani, il determinato Aza Choubee e Sagiri che lentamente prende coscienza delle proprie abilità, crescendo e maturando in questo viaggio.

“Questo è il frutto dei nostri sforzi estremi e di tanti, troppi sacrifici. Tutto allo scopo di uccidervi. Ora venirmi a parlare di talento è una totale mancanza di rispetto.”
L’opera deve molto al Wu Xing, ovvero i cinque elementi (fuoco, acqua, legno, metallo e terra) e alle loro interazioni (Il legno impoverisce la terra che assorbe l'acqua che spegne il fuoco che fonde il metallo che spezza il legno) in pratica come se fossimo in un gioco di ruolo una determinata proprietà si dimostra più o meno forte rispetto a un’altra, non esiste una forza superiore in assoluto, la forza è equilibrio.

La parte più affascinante è la scoperta di quel luogo misterioso, pieno di segreti, che lentamente verranno chiariti durante la storia. Alcuni formidabili nemici all'apparenza invincibili saranno il maggiore ostacolo da superare, per affrontarli bisognerebbe creare una squadra, studiare una strategia, ma parliamo di criminali poco inclini a formare alleanze essendo di natura pronti a tradirsi, il peggiore nemico potrebbe essere la loro diffidenza.

I disegni sono generalmente ben realizzati a volte i tratti caotici quasi confusi non rendendo alcune scene di azione al loro meglio ma di norma tutto è reso in maniera comprensibile. Il tratto è particolare.

Si vede una certa inesperienza nella realizzazione: tecniche finali che vengono mostrate solo nell’ultimo numero e non quando si trovavano in situazioni mortali o tecniche combinate che hanno un'efficacia minore rispetto a tecniche basilari mostrate in precedenza. Il ritmo di narrazione cambia notevolmente verso la fine rispetto a quelli iniziali, forse diventando eccessivamente lenti. Buone idee ma non rese al meglio nell’esecuzione. Il finale è in linea con l'opera, non deludendo il lettore.

Consigliato a chi cerca un'opera di azione diversa dal solito.


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Hangedman

Volumi letti: 13/13 --- Voto 8
Yuji Kaku dopo il pessimo esordio con Fantasma torna con un nuovo manga decisamente più maturo e interessante grazie all’esperienza maturata come assistente di Tatsuki Fujimoto durante "Fire Punch".
L’incipit della storia è piuttosto semplice, un variegato gruppo di condannati a morte viene spedito su un'isola in cui si dice si trovi la ricetta per l’immortalità, chi riuscirà nell’impresa di recuperarla riceverà il completo perdono e assoluzione da parte dello shogunato, quindi ci troviamo in una sorta di battle royal almeno nelle fasi iniziali del manga, ma le cose cambieranno non appena la situazione sull’isola inizierà rapidamente a precipitare allo spuntare di nemici inattesi.

Più che nella storia il punto di forza di questo manga sta sicuramente nei personaggi, grazie soprattutto al “gioco delle coppie” messo come base per gli avvenimenti infatti ogni condannato è accompagnato da un boia, che ne deve seguire le azioni attentamente (in modo da impedirgli la fuga o altre azioni non permesse), l’accoppiata di due personaggi diversi tra boia e condannato costretti a collaborare permette al mangaka di far rapportare mondi e storie diverse, caratterizzando e facendo crescere ogni personaggio. Questo è ancora più evidente nella coppia dei due protagonisti Gabimaru e Sagiri, Gabimaru è un ninja considerato senza emozioni e in grado di uccidere in modo brutale senza mai cambiare espressione nel viso, Sagiri è una abile esecutrice piena però di dubbi e schiacciata dal peso delle vittime su cui ha eseguito le sentenze di esecuzione, peso che si porta continuamente sulle spalle... l’avventura porterà Gabimaru ad aprirsi di più con gli altri e i suoi sentimenti, mentre Sagiri accetterà sé stessa e il suo ruolo. Questo schema a coppie si ripete su diversi personaggi in maniera quasi mai scontata e banale, spesso anche molto commuovente.
Ovviamente parlando di un battle anche gli scontri hanno una grossa importanza, il manga ha elementi soprannaturali e un power system (basato sugli elementi) forse poco approfondito ma funzionale per l’opera, le scene d’azione sono spesso piuttosto brutali ed effetto ma soprattutto trascinate dall’ottimo tratto del mangaka, con un'ottima cura per i personaggi (molti diversi tra loro come charadesign), dell’ambientazioni e per degli effetti (fuoco, acqua e elementi naturali)

Il manga purtroppo non è perfetto è ci sono un paio di elementi che non gli permettono di raggiungere l’eccellenza, ho parlato di quanto ottimi siano i protagonisti purtroppo non posso dire lo stesso degli antagonisti principali, in un battle shonen gli antagonisti se possibile devono essere anche più carismatici del protagonista, il manga manca il bersaglio da questo punto di vista. Gli avversari principali sono tutti troppo simili tra loro (anche nel combattimento) e risultano decisamente poco interessanti, a dire il vero il mangaka si rende conto di questa cosa dato che a circa ¾ del manga aggiunge 2 nuovi antagonisti, questa volta davvero interessanti e insoliti, purtroppo questo accade in fase troppo avanza e risultano un po’ troppo distaccati dagli eventi della storia.
Un altro problema sta in una certa mancanza di coraggio del mangaka nella fase finale dell’opera, il finale è soddisfacente ma manca di sorprese ed è fin troppo buono nei confronti della maggior parte dei protagonisti, soprattutto in un manga di questo tipo risulta mancare di impatto... inoltre il mangaka sembra quasi aver aggiunto molti nuovi personaggi solo come agnelli sacrificali per proteggere il gruppo principale di protagonisti.

Concludendo Jigokuraku è un battle atipico, senza esagerazioni con un cast molto diversificato, nonostante il tema sovrannaturale l’autore è riuscito a far sentire i personaggi davvero molto reali dando una grande attenzione al lato umano anche durante gli scontri, merita di essere letto e molta più attenzione.


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Piotre

Volumi letti: 5/13 --- Voto 7
Ho letto questo shounen intrappolato dalla bellezza dei disegni, uno stile veramente pulito e dettagliato, (sicuramente uno dei miei preferiti), si nota sicuramente la cura, la passione e la dedizione che l'autore ci mette nei. L'arte è il pezzo forte di questo manga, la trama benché si sviluppi lungo un viaggio, non ha innovazione in sé, si seguono i soliti dettami del manga shounen:

Inizio ---> Combattimento ---> Power Up ----> episodio alle terme ----> Combattimento ----> semi sconfitta ----> Power up... ripetere questo ciclo fino alla fine del manga.

Onestamente questo tipo di trama è stancante, l'inizio prometteva bene, ma manca un vero e proprio sviluppo nella trama... Secondo me questo autore avrebbe avuto bisogno di un aiuto nel scrivere una sceneggiatura, probabilmente serviva un arco narrativo più corto, oppure serviva uno sviluppo migliore nel pathos.

Ho amato lo stile artistico del manga, ma nella narrazione si sente la mancanza di un coinvolgimento emotivo.
Per fare un esempio "Demon Slayer", manga sempre shounen d'azione, riesce nel creare una maggiore enfasi e incatena il lettore alle pagine rendendo davvero difficile non voler sapere come continua la storia, creando colpi di scena imprevisti. Cosa che invece il manga di Yuuji Kaku non riesce a fare, ahimé. Comunque se appassionati del genere vale la pena dargli una lettura se non altro per apprezzare lo stile di disegno di questo autore.

Lorenzo

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Lorenzo

Volumi letti: 8/13 --- Voto 10
Questo manga mi ha letteralmente rapito. I personaggi sono tutti caratterizzati in modo eccelso e ognuno di loro finisce per avere un ruolo importante nella trama. Ogni volume mi sorprende sempre e mi invoglia a continuare. Il tratto e le tavole sono perfette, il giusto equilibrio fra spazi neri e bianchi. È il caratteristico battle shounen ma molto più crudo e feroce. Il protagonista fin da subito si evolve e cambia drasticamente nel corso del manga. I combattimenti sono stupendi e la cosa più bella è che dopo fight epocali subito si presenta un altro villain e un altro problema da dover affrontare, senza lasciarti neanche il tempo di metabolizzare lo scontro precedente. Ed è una cosa innovativa rispetto ai soliti combattimenti dopo i quali ci sono mille filler per arrivare al prossimo scontro. A mani basse il miglior manga letto fin’ora.


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blackcat666

Volumi letti: 7/13 --- Voto 8,5
Arrivato al numero 7 di questo manga a dir poco sorprendente. La storia è molto particolare e narra di questa "terra paradisiaca" dove sembri esserci l'elisir della vita eterna, nulla di particolarmente nuovo quindi. Ma pagina dopo pagina la caratterizzazione profonda dei personaggi, i disegni che a parer mio sono veramente bellissimi e sanno trasmettere tutto ciò che andiamo a leggere, ti trasportano nel viaggio di Gabimaru e compagni in quella terra cosi strana e a tratti perversa e macabra.

Bellissimo anche il richiamo al legame dei personaggi con il periodo dell'epoca Edo, dove ogni ogni ordine superiore veniva visto come divinamente giusto e mai opinabile.

E ovviamente non mancano le battaglie come in ogni Shonen che si rispetti, disegnate molto bene, così da rimanerci di facile intuizione.

Per finire, non sarà un capostipite del genere, o almeno ora non lo è con 7 volumi editi in Italia. Ma "Hell's Paradise" si è rivelato per me una piacevolissima sorpesa, che ancora non ha avuto i clamori del pubblico perchè molto sottovalutata.