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Regal_ec0

Volumi letti: 3/3 --- Voto 5,5
Dragon Slayer


Un umile fumetto che parla dell'arrivo dei draghi, creature leggendarie di cui si può prevedere l'arrivo con una scaglia di drago lavorata affinché non diventi una sfera, nel Giappone moderno.
Come incipit ci starebbe, non fosse che ci sono innumerevoli buchi di trama pur essendo 3 volumi (a cui poi arriveremo dopo) e non si approfondisce praticamente per niente i personaggi principali, ne tantomeno i secondari.
Senza considerare le continue censure (esempio quella dei capezzoli, che fanno effettivamente parte della trama) che prendendo un pò di coraggio potevano essere evitate rendendo leggibile l'opera.
Le tavole non mi sono affatto dispiaciute, o almeno quelle nei momenti importanti, poiché le altre erano abbastanza vuote e l'autore ha uno stile alquanto anonimo.
Il finale, senza fare spoiler, è incredibilmente avventato e quasi rovina il manga che già di suo non proprio un granché, considerando che non conclude il manga ma lo lascia con un vuoto finale incredibile.
Insomma, magari fossero stati una decina di volumi avrebbe potuto avere molto più potenziale, che invece è stato miseramente buttato.


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Focasaggia

Volumi letti: 3/3 --- Voto 5
«Dragon Slayers» (originalmente “Kyoryuu Senki”) è un manga, scritto e disegnato da Shingo Honda dalle buone premesse per poi scadere in un trash spinto, a tratti anche divertente, venendo infine semplicemente interrotto.

Hagane Ashihara è un ragazzo innamorato della sua amica di infanzia Shiori Minase che rifiuta in continuazione tutti i ragazzi che si dichiarano a lei. La timidezza di Hagane impedisce al giovane di dichiararsi, ma lo dovrebbe fare prima che sia troppo tardi…magari un drago potrebbe giungere dal cielo rovinando tutto.

“Quel “drago” è come una calamità. Non possiamo farci niente…”

L’autore, come in Hakaiju, la sua opera più longeva, mostra un interesse verso nemici dalle dimensioni tanto enormi da essere fuori (o quasi) dalla comprensione umana, mostri che in qualche modo devono essere affrontati. Un drago, un essere che ricorda favole e leggende, un mito quasi di invulnerabilità. Un qualcosa che fa vacillare la ragione umana minaccia la città e tutti i suoi abitanti, qualcuno deve fare qualcosa, ma quelli che potrebbero agire sono semplici ragazzi che conducevano una vita tranquilla e banale...

L’unica arma capace di danneggiare il drago sembra essere la spada di Murakumo, arma dalla caratteristiche bizzarre che dovrà prima scegliere un degno possessore per scatenare la sua forza nascosta.

Yamata no orochi, più volte nominato nel corso della serie, è un mostro dalle sembianze di un serpente con otto teste e otto code, che per placare la sua rabbia chiedeva in sacrificio delle vergini. Il drago si comporterà allo stesso modo nella storia. In fondo una delle parti più interessante del manga riguarda proprio l’approfondimento dei draghi/serpenti che si tiene durante uno dei discorsi dei protagonisti.

“Il nostro clan… ha custodito un mostro come questo per tutti questi anni?”

Altra leggenda che viene nominata nel corso della storia è quella riguardante i tre sacri tesori: la spada Ama no Murakumo (o Kusanagi), la gemma Yasakani no Magatama e lo specchio Yata no Kagami. Nella leggenda la spada Murakumo venne estratta proprio dal corpo di Yamata no orochi dopo la sua morte. Secondo i pochi riferimenti storici tale spada potrebbe trovarsi ancora al santuario di Atsuta. Peccato che nel manga la si trova in un altro santuario.

Un primo problema della storia è quel voler inserire forzatamente una qualche parvenza erotica. Il tentativo è malriuscito in quanto non è reso credibile dal contesto: chi si professa profondamente innamorato di una persona, che intenda salvarla o vendicarla, difficilmente si eccita pensando a una semplice scollatura di un’altra ragazza. Un trash involontario e sempre più immotivatamente marcato quello a cui assisteremo.

Il tratto è, come da consuetudine dell’autore, molto valido, pulito e comprensibile. Le varie scene di azione vengono sempre rese bene sulle pagine in grande formato della Dynit. Ci sono diverse scene (ma non molte) crude e violente, maggiori sono le scene con riferimenti sessuali spesso non espliciti.

Alla pagina 187 del terzo volume l’opera trova la sua conclusione. Le sedici pagine successive sembrano una sorta di promo di una seconda serie, continuo che al momento non è stata neanche annunciato. Un'aggiunta quindi evitabile che non giova alla lettura.

Fra i personaggi secondari forse dovrebbe risultare simpatico Shuji Makino ma fallisce miseramente nell'obiettivo, Koyoi Kamishiro che non trova di meglio da fare che chiedere al primo anziano che passa di portargli qualcuno che nutrisse un forte risentimento verso il drago non convince. Generalmente manca ai vari personaggi quel carisma necessario così come difficilmente si nutrirà una minima empatia persino verso i protagonisti. Forse il personaggio meglio riuscito nella sua semplicità è proprio Shiori.

Da raccomandare a chi, magari attratto dai riferimenti a interessanti leggende o dal bel tratto, conscio dei limiti e dei difetti dell'opera sopra espressi, intenda iniziarne ugualmente la lettura.