Appena terminate le avventure di Creamy lo Studio Pierrot lancia subito una nuova eroina majokko, in linea con il nuovo format confezionato dalla Takada e da Kobayashi; nasce, nel 1984 Mahou no yousei Perushya, o come sarà poi nota in Italia: Evelyn e la magia di un sogno d’amore.

La serie, composta da 48 episodi, andò in onda su Nippon Television dal 6 luglio 1984 al 31 maggio 1985. Quest'anno infatti si festeggia il 40° anniversario. In Italia fu acquistato da Mediaset, sull'onda del successo incredibile di Creamy, e fu mandato in onda nel settembre 1985 all'interno del contenitore Ciao Ciao su Rete 4, non ottenendo però a quanto pare i risultati sperati. Fu così che non ebbe neanche tante repliche, tanto che l'ultima apparizione in chiaro su una tv nazionale ci risulta essere a luglio del 2000 su Italia 1.
 


Fa quindi notizia che questa serie tornerà in tv, sempre su Italia 1, a partire dall'8 aprile alle 7.05 dal lunedi al venerdi, all'interno dell'ormai storico contenitore Latte e Cartoni. Frutto della collaborazione tra Mediaset e Yamato Video, anche questa serie andrà in onda in una nuova versione rimasterizzata.

Qui di seguito la recensione della serie fatta dal nostro Kotaro
 

Premessa: la recensione si riferisce alla versione giapponese e non a quella doppiata in lingua italiana, dunque i nomi utilizzati saranno quelli originali e non farò menzione di doppiaggi o adattamenti nostrani.

Persha Hayami è una vivacissima ragazzina di 11 anni che ha vissuto la sua infanzia in maniera particolare: lontana dai genitori, nelle sterminate e assolate lande dell’Africa, in completa libertà e in compagnia del simpatico etologo Gouken Muroi e di molti animali selvatici, come il suo amico leone Simba.
Viene tuttavia per lei e per Gouken il momento di ritornare nel natio Giappone, dove Persha potrà ricongiungersi con la mamma e il papà, che gestiscono un negozio di alimentari, e il professore riabbracciare i due nipoti, i gemelli Riki e Gaku, cui peraltro Persha vuole un gran bene.
Durante il viaggio in aereo che li riporterà a casa, una turbolenza trasporta la bimba nella dimensione parallela di Lovely Dream, un tempo fiorente regno fatato retto dall’energia dell’amore e dei sogni del mondo umano e adesso ridotto a un inferno di ghiaccio.
La regina di Lovely Dream e i tre piccoli kappa Geragera, Mesomeso e Puripuri scelgono dunque Persha per un’importante missione. Con gli oggetti magici che le donano, la bimba dovrà aiutare le persone in difficoltà e raccogliere dunque energia d’amore che potrà sciogliere la morsa di ghiaccio che imprigiona Lovely Dream.
Per adempiere al suo compito, con una semplice formula magica, Persha potrà trasformarsi in una bellissima diciottenne esperta in qualunque campo (dalla programmazione di computer al wrestling, dal motocross alla recitazione, dalla sicurezza alla moda) e capace, all’occorrenza, di magiche facoltà, con le quali aiuterà i bisognosi e il regno congelato.

Ad accompagnarla nell’impresa, i tre kappa summenzionati ma anche Simba, il suo amico leone, che la bimba trasporterà in Giappone e trasformerà per magia in un simpaticissimo e innocuo gattone parlante.
Comincia dunque per Persha una nuova vita, e la ragazzina che correva libera per la savana dovrà adattarsi alla civiltà, alla scuola, alla vita in famiglia e in città, ma dovrà anche fare fronte a diverse problematiche che sino a quel momento non aveva mai considerato e che invece sono all’ordine del giorno per qualsiasi “normale” ragazzina della sua età, come ad esempio l’amore, incarnato dai due gemelli Riki e Gaku, diversissimi fra loro eppure ugualmente importanti nel cuore della bimba.
Fra nuove amicizie e poteri magici da utilizzare per una missione, Persha non si annoierà di certo, e neppure lo spettatore…

Seconda in ordine cronologico delle celebri serie majokko dello studio Pierrot, Mahou no yousei Persha (nota come Evelyn e la magia di un sogno d’amore in Italia) è una storia deliziosa, che fa dei personaggi il suo più grande punto di forza, a cominciare dalla protagonista.
Persha è un personaggio davvero ben descritto in ogni sfaccettatura, e risulta sin dalle prime battute molto ironico e prodigo di gags per il suo essere una ragazzina cresciuta in mezzo alla savana che dopo tanti anni si affaccia al mondo civile. Questo la porta a essere spontanea, iperattiva, decisa, ma anche dotata di un’ingenuità e di un candore disarmanti, che la mettono spesso nei guai ma al contempo la rendono adorabile.

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Come qualsiasi bambina di quell’età, Persha ha una vastissima gamma di emozioni, azioni e sentimenti: si scatena a giocare, si preoccupa se vede un amico giù di morale, si inalbera quando assiste a dei torti, fa i capricci, ride, arrossisce, digrigna i denti, piange, si ingelosisce, litiga con gli amichetti, si dispiace se qualcosa va storto, saltella qua e là, aiuta chi è in difficoltà, vuole bene ai genitori - ai quali però di tanto in tanto disobbedisce - e agli amici, usa i suoi poteri con leggerezza combinando guai a più non posso.
E' una ragazzina frizzante, iperattiva e tenerissima, capace di conquistare, con le sue ingenuità e allegria, alla quale fa da perfetto contraltare il suo alter-ego magico, che, conformemente allo stile in voga negli anni ’80, è una ragazza dotata di gran bellezza e di una bella linea, che dimostra diversi anni in più rispetto alla sua età effettiva e che è davvero un piacere ritrovare in nuove vesti in ogni episodio. E' un angelo dall’eterea bellezza e dal cuore gentile che appare dal nulla e nel nulla scompare dopo aver aiutato le persone in difficoltà e averle fatte tornare a sognare e ad amare. Decisamente un personaggio che avrà fatto battere il cuore a diversi spettatori, all’epoca, e il cui fascino mi sono ritrovato a subire anch’io a distanza di diversi anni dalla prima messa in onda della serie.

Ma, a dispetto del titolo, questa è una serie che non si regge soltanto sulla protagonista, bensì su un cast nutritissimo di ottimi personaggi comprimari, come ad esempio i due gemelli Muroi, lo sportivo e impulsivo Riki e il più calmo e sensibile Gaku, legati a Persha da una profondissima amicizia e da un bel sentimento che Persha ancora non comprende ma che la fa gioire e soffrire.
La storia trabocca di personaggi azzeccatissimi: il bonario e saggio professor Gouken; i due genitori di Persha; Sayo, l’irascibile spasimante di Riki; lo sfortunato insegnante di Persha e i suoi compagni di scuola (la “rivale” Yoyoko, perdutamente innamorata di Gaku, Kishin, fissato con la fotografia, e Touta, panciuto e bonaccione), ma anche i tre litigiosi kappa e l’esilarante Simba, un gatto “alla Giuliano” sempre pronto a fare battute e a provarci con belle ragazze di passaggio.
Sono questi personaggi vivi, simpatici, che mettono immediatamente a suo agio lo spettatore e lo fanno sentire a casa, in un mondo anni ’80 splendidamente costruito e inaspettatamente reale, conforme a quanto mostrato in molte produzioni animate di quegli anni - si vedano ad esempio i personaggi di Riki e Gaku, nel cui look e vestiario non si possono non riconoscere altri ragazzi animati dell'epoca come lo Shun Makabe di Tokimeki Tonight o i Saint di Masami Kurumada. Un mondo che ci regala tenerissimi momenti “slice of life” dove i personaggi possono esprimere i loro sentimenti, vivere e crescere con grande naturalezza e dove si narrano problemi comunissimi come compiti di scuola, rapine e sequestri, celebrità in fuga da una vita opprimente, nascite di fratellini più piccoli in famiglia, rapporti fra genitori e figli, trasferimenti, amori difficili, litigi fra innamorati, amici o parenti. Tali questioni verranno risolte “con un pizzico di magia” da parte della protagonista, la quale, fra una trasformazione e l’altra, crescerà, insegnando diverse cose anche allo spettatore.
Accanto a questa sotto-trama più intimista e quotidiana, poi, se ne sviluppa una più prettamente fantastica, che porta Persha a confrontarsi con diverse creature ultraterrene, come un conte vampiro o una yuki-onna, a viaggiare avanti e indietro nel tempo e dentro libri di favole, ma soprattutto a risolvere la crisi del congelato Lovely Dream, dietro la quale si nasconde qualcosa di più profondo rispetto a quello che si notava nei primi episodi.

Mahou no yousei Persha colpisce i suoi spettatori con la naturalezza della narrazione e la freschezza dei personaggi, è una storia che non ci fa mancare colpi di scena o momenti realmente emozionanti, fino ad arrivare a un gruppo di episodi finali forse un po’ aperti ma molto coinvolgenti e toccanti, laddove è chiaro e palese che i personaggi non sono più gli stessi dell’inizio della storia, ma diversi sentimenti si sono mossi nei loro cuori nel corso delle vicende e tutti quanti, a cominciare dalla stessa protagonista, sono un po’ cresciuti.
Ciò che colpisce, tuttavia, non sono soltanto trama e personaggi, ma anche il comparto tecnico. Sui disegni realizzati dalla bravissima Akemi Takada e dal suo staff, naturalmente, non si può mai eccepire nulla. Sempre curatissimi e gradevoli, capaci di riprodurre le più disparate emozioni e personaggi di qualsiasi genere e di donare gran fascino e simpatia a ciascuno di loro.
Animazioni e colori, a più di vent’anni di distanza, non appaiono il massimo, ma a mio avviso lo spettatore sarà talmente coinvolto che non ci farà neppure caso, e comunque sono più che soddisfacenti.

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Bellissimo è il comparto sonoro, che ci regala motivetti davvero curati e adatti ad accompagnare ogni tipo di situazione. “Mishiranu kuni no tripper”, la prima sigla d’apertura, è anche canzone portante della serie, e l’accompagnerà in diversi momenti topici contando anche su un ottimo arrangiamento eseguito al pianoforte. Si tratta di un brano dal sound tipicamente anni ’80 e dal ritmo coinvolgente, che s'imprime perfettamente nella mente di chi si approccia a Mahou no yousei Persha e si rende adattissimo ad accompagnare la serie nei suoi momenti salienti.
Segue poi “Lovely Dream”, la prima, frizzante sigla di chiusura. “Oshare Mesaruna”, la seconda sigla d’apertura, è forse l’unico punto debole della colonna sonora: un tipico motivetto pop anni ’80 senza arte né parte, fortunatamente controbilanciato dalla più briosa e simpatica seconda ending “Daisuki Simba” eseguita dalla doppiatrice di Persha.
Ulteriore punto di forza della serie è poi il doppiaggio giapponese, che schiera alcuni fra i più importanti ed acclamati nomi del campo, a cominciare da Miina Tominaga, tenerissima e assolutamente convincente come Persha bambina, e davvero dolce e sensuale nei panni di Persha diciottenne. Non mancano poi altri grandissimi nomi come Yuu Mizushima, Keiichi Nanba, Yuzuru Fujimoto, Shigeru Chiba, Hideyuki Tanaka, Rika Fukami, Gara Takashima, ma colui che va ricordato più degli altri è un sempre eccezionale Daisuke Gouri, qui nel ruolo di un Simba veramente, ma veramente spassoso.

Mahou no yousei Persha è una serie che s'incastra perfettamente nel fortunato filone delle majokko. Gli elementi caratteristici del genere ci sono tutti e in più abbiamo una maggiore ironia, dovuta all’inusuale protagonista.
Non è un anime perfetto perché prende qualche scivolone nella seconda metà della serie, con l'introduzione di un nuovo personaggio, il folletto Bon Bon, un po' fine a se stesso; con nuovi poteri per la protagonista, che prevedono un cambiamento grafico degli oggetti magici ma non un cambiamento effettivo dei poteri stessi; e con qualche episodio un po' traballante. Senza contare un lieve peggioramento nella colonna sonora dovuto all'introduzione della nuova, anonima, opening e delle sue versioni orchestrate in sottofondo a molte scene. Ma si tratta di piccolezze che a non incidono affatto su una visione piacevolissima.

Mahou no yousei Persha è una storia che mette allegria e buonumore, ma non manca di emozionare, toccare e, sì, anche commuovere.
Un anime davvero tenerissimo e delizioso in ogni sua parte, adattissimo a un pubblico infantile che potrà trarvi molti insegnamenti oltre che identificarsi perfettamente nella protagonista; ma piacerà anche ai più cresciutelli amanti dell’animazione anni ’80, dei majokko, o ai fissati del doppiaggio giapponese - il sottoscritto, che incarna un po’ tutte e tre queste tipologie di persona, se l’è davvero goduta, questa visione.
Potrà sembrare semplice o infantile, ma è una serie che ha moltissime frecce al suo arco e che si rivela inaspettatamente molto coinvolgente. Ai suoi personaggi, davvero, ci si affeziona, e il pensiero di doverli lasciare, nel toccante ultimo episodio, sarà quasi insostenibile.
Mahou no yousei Persha è una piccola perla dell’animazione anni ’80, curata in ogni dettaglio e veramente piacevolissima. Consigliato.



Fonte: teleboy.ch