Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Oggi uno sguardo rivolto al passato con qualche anime classico quali Lady Oscar, Otoko Juku e Dragon Ball Z.
Per saperne di più continuate a leggere.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Oggi uno sguardo rivolto al passato con qualche anime classico quali Lady Oscar, Otoko Juku e Dragon Ball Z.
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Lady Oscar
10.0/10
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
Quando un nostalgico dell'animazione anni ottanta si mette a bofonchiare sull'inconsistenza delle generazioni successive di anime, mi viene da ridere. Per carità, Ufo Robot sarà stata per l'epoca una rivoluzione, ma a rivederlo oggi viene da ridere elencando i buchi di sceneggiatura, la bidimensionalità dei protagonisti e le animazioni fatte con l'accetta. Lo stesso dicasi dei mitici shoujo strappalacrime dell'epoca: se Georgie nel 1985 faceva scendere più di una lacrima, nel 2011 sembra una fiction di Canale 5.
In sintesi: se si sgombera il campo alla nostalgia dell'infanzia e di un decennio sicuramente più felice e spensierato, gran parte dell'animazione dell'epoca oggigiorno è datata, se non improponibile come seria visione.
Tuttavia Lady Oscar è l'eccezione che conferma la regola. Lady Oscar si vede nel 2011 con lo stesso identico trasporto che si poteva avere guardandolo nel 1985. Se gli anime dell'epoca infatti erano spesso raffazzonati e puntavano al risparmio, qui abbiamo un character design ottimo, che tocca punte di eccellenza quando Osamu Dezaki prende in mano la regia; sfondi frutto di un accurato studio degli ambienti dell'epoca; una colonna sonora che non si finirebbe mai di ascoltare.
Certamente qui si sta trattando di tutti quegli elementi tecnici di sottofondo che sono indispensabili per fare esprimere al massimo tutta la forza insita dentro la storia di Riyoko Ikeda. Tuttavia, rispetto al manga, l'anime di Lady Oscar ha una marcia in più - checché ne pensino i giapponesi, che invece non amarono alla follia la versione animata del loro Berubara. Il manga infatti tende ad esagerare, a indulgere troppo nel melò e ad appiattire i personaggi.
Nell'anime, in particolar modo negli episodi curati da Osamu Dezaki tutto è molto più rigoroso: dialoghi iperrealistici, nessuna indulgenza umoristica (che nel manga stemperavano la tensione), pochi fiori e psicologie molto più sfaccettate. Un esempio su tutti: quando il padre di Oscar nel manga vuole che la figlia si sposi, lo fa perché ha paura che Oscar muoia durante gli scontri a Parigi. Nell'anime lo fa perché è pentito di quello che ha imposto alla figlia di fare. Sempre in questa parte, se Oscar nel manga fa una lunga manfrina ringraziandolo di avergli permesso di vivere come "il figlio di Marte" (sic!), nell'anime Oscar dapprima non fa una piega dinanzi alla richiesta paterna, né si capisce fino alla fine cosa lei voglia fare fino a quando non si mostra al ballo indetto in suo onore in divisa dicendo ironicamente "Ma come? Si indice un ballo e non c'è nemmeno una donna con cui ballare?". Un'Oscar molto meno idealista e passionale rispetto al manga, ma di sicuro molto più affascinante.
Non so se esista un otaku che ancora non abbia ancora visto questo anime, ma in tal caso ne obbligo la visione perché fa proprio parte delle basi da cui cominciare. Un classico.
Quando un nostalgico dell'animazione anni ottanta si mette a bofonchiare sull'inconsistenza delle generazioni successive di anime, mi viene da ridere. Per carità, Ufo Robot sarà stata per l'epoca una rivoluzione, ma a rivederlo oggi viene da ridere elencando i buchi di sceneggiatura, la bidimensionalità dei protagonisti e le animazioni fatte con l'accetta. Lo stesso dicasi dei mitici shoujo strappalacrime dell'epoca: se Georgie nel 1985 faceva scendere più di una lacrima, nel 2011 sembra una fiction di Canale 5.
In sintesi: se si sgombera il campo alla nostalgia dell'infanzia e di un decennio sicuramente più felice e spensierato, gran parte dell'animazione dell'epoca oggigiorno è datata, se non improponibile come seria visione.
Tuttavia Lady Oscar è l'eccezione che conferma la regola. Lady Oscar si vede nel 2011 con lo stesso identico trasporto che si poteva avere guardandolo nel 1985. Se gli anime dell'epoca infatti erano spesso raffazzonati e puntavano al risparmio, qui abbiamo un character design ottimo, che tocca punte di eccellenza quando Osamu Dezaki prende in mano la regia; sfondi frutto di un accurato studio degli ambienti dell'epoca; una colonna sonora che non si finirebbe mai di ascoltare.
Certamente qui si sta trattando di tutti quegli elementi tecnici di sottofondo che sono indispensabili per fare esprimere al massimo tutta la forza insita dentro la storia di Riyoko Ikeda. Tuttavia, rispetto al manga, l'anime di Lady Oscar ha una marcia in più - checché ne pensino i giapponesi, che invece non amarono alla follia la versione animata del loro Berubara. Il manga infatti tende ad esagerare, a indulgere troppo nel melò e ad appiattire i personaggi.
Nell'anime, in particolar modo negli episodi curati da Osamu Dezaki tutto è molto più rigoroso: dialoghi iperrealistici, nessuna indulgenza umoristica (che nel manga stemperavano la tensione), pochi fiori e psicologie molto più sfaccettate. Un esempio su tutti: quando il padre di Oscar nel manga vuole che la figlia si sposi, lo fa perché ha paura che Oscar muoia durante gli scontri a Parigi. Nell'anime lo fa perché è pentito di quello che ha imposto alla figlia di fare. Sempre in questa parte, se Oscar nel manga fa una lunga manfrina ringraziandolo di avergli permesso di vivere come "il figlio di Marte" (sic!), nell'anime Oscar dapprima non fa una piega dinanzi alla richiesta paterna, né si capisce fino alla fine cosa lei voglia fare fino a quando non si mostra al ballo indetto in suo onore in divisa dicendo ironicamente "Ma come? Si indice un ballo e non c'è nemmeno una donna con cui ballare?". Un'Oscar molto meno idealista e passionale rispetto al manga, ma di sicuro molto più affascinante.
Non so se esista un otaku che ancora non abbia ancora visto questo anime, ma in tal caso ne obbligo la visione perché fa proprio parte delle basi da cui cominciare. Un classico.
Sakigake!! Otoko Juku
8.0/10
Recensione di The Narutimate Hero
-
Non è difficile, per chi ha visto quest'anime, immaginare questa scena.
Heihachi Edajima, il preside della Otoko Juku, dritto in piedi a un angolo della strada, osserva dei ragazzi che escono da una scuola superiore, qui in Italia. Il risultato, indubbiamente, lo porta a scuotere il suo liscio capo, in segno di disapprovazione. La stragrande maggioranza dei ragazzi è ahinoi divisa in due tipologie: da un lato, ragazzi infighettiti, con abiti firmati, occhiali da sole e gel nei capelli, dedita a divertimenti al di là dello studio, senza grandi aspirazioni se non essere "alla moda". Dall'altro lato, ragazzi con abiti e capigliature dalle tinte fosche, dall'aspetto poco energico se non addirittura depresso. Se dei fasci di muscoli fanno capolino sui corpi di questi ragazzi, non è certo per essere fisicamente preparati a diventare il "domani" del loro paese, bensì per semplice vanto.
Dopo questa amara constatazione, il nostro preside si gira, vedendo dietro di sé i suoi ragazzi: gli studenti della Otoko Juku, giovani che hanno sulle loro spalle il carico di essere il futuro del loro paese, il Giappone. A quel punto, con quella che era e nonostante tutto è la voce più possente del mondo del doppiaggio nipponico, se ne esce con un "Io sono Heihachi Edajima, il preside della Otoko Juku!", seguito da una fragorosa e inconfondibile risata.
Sakigake!! Otoko Juku è l'adattamento animato Made In Toei Animation dell'omonimo manga di Akira Miyashita.
Se darete un'occhiata alla scheda manga noterete subito qualcosa di strano: 20 volumi il manga, 34 episodi l'anime. Anche nella migliore delle ipotesi antifilleristiche, qui manca chiaramente qualcosa. Manca tanto, perché di 20 volumi italici (che rispetto a quelli Jap sono molto più corposi, tant'è che la serie originale ne conta 34) ne sono stati convertiti in animazione solo 6, peraltro dimenticando una saga per strada.
Questo è un po' un peccato, visto e considerato che nell'ultima saga animata quelli che erano tre splendidi combattimenti nel manga vengono raccontati in maniera sbrigativa per poi passare direttamente a quello finale.
Si sarebbe potuto evitare l'episodio filler finale fatto di immagini delle puntate vecchie, o il filler di apertura che mostra l'entrata del protagonista, Momotaro Tsurugi, nella scuola per gli uomini veri, che per quanto sia interessante come puntata, è superflua rispetto a scene che nel manga hanno luogo davvero.
Al di là di questi problemi però l'anime risulta estremamente divertente, specie se si ama l'animazione giapponese d'azione anni '80.
Tecnicamente parlando, l'elevata qualità delle animazioni è indubbia, mentre i disegni rispecchiano bene quelli del manga, seppur con alti e bassi. Il chara per molti degli spettatori moderni potrebbe sembrare troppo nerboruto, ma da una scuola di uomini veri penso ci sia d'aspettarselo, di avere studenti muscolosissimi.
Il lato sonoro della serie è indubbiamente uno dei più riusciti: le musiche di sottofondo, nel pieno stile dell'epoca, riescono ad essere evocative e adatte alle situazioni che descrivono, ma un'analisi a parte la meritano le sigle di apertura e chiusura.
L'opening, Yogorecchimatta kanashimi ni, e l'ending, Ikujidai Arimashite, entrambe eseguite da Issei Fuubi Sepia, risultano essere due perfetti simboli del rock anni '80, con leggere cadenze di musica tradizionale nipponica, risultando esplosivamente trascinante la prima (con tanto di cori del pubblico da concertone a San Siro nella full version) e più emotivamente introspettiva la seconda, ma è anche il testo ad essere interessante.
Entrambe parlano infatti di tristezza e rinascita, di difficoltà da superare per tornare a sorridere. Come a voler dire "Anche dopo la notte più buia, giungerà di nuovo l'alba".
L'alba, cioè il sole nascente, il sol levante. Il sol levante, cioè il Giappone, quella terra dove la gente non si arrende mai, né dinanzi alle guerre, o alle difficoltà, o alle calamità naturali, si va avanti, o si cade con onore.
È questo che, tra il serio e il faceto, racconta Otoko Juku, di ragazzi che saranno il futuro del Giappone, che frequentano una scuola che li renderà uomini veri, forse non particolarmente colti, ma di sicuro "maschi".
Chi si iscriverà a questa scuola dovrà affrontare difficilissimi allenamenti, al limite del disumano, e alla fine dei corsi sarà veloce com'è veloce il vento, un uomo vero, senza timore, potente come un vulcano attivo.
O morirà provandoci. Con onore.
In concluzione, Sakigake!! Otoko Juku si dimostra un anime perfetto per tutti coloro che vogliono tanta azione anni '80 condita con un umorismo demenziale e un cameratismo che trasporta e coinvolge anche chi sta davanti allo schermo.
Alcuni difetti (primo quello di coinvolgere solo meno di metà della trama del manga) lo rendono lontano dalla perfezione, ma gli fanno guadagnare un 8 pieno.
Heihachi Edajima, il preside della Otoko Juku, dritto in piedi a un angolo della strada, osserva dei ragazzi che escono da una scuola superiore, qui in Italia. Il risultato, indubbiamente, lo porta a scuotere il suo liscio capo, in segno di disapprovazione. La stragrande maggioranza dei ragazzi è ahinoi divisa in due tipologie: da un lato, ragazzi infighettiti, con abiti firmati, occhiali da sole e gel nei capelli, dedita a divertimenti al di là dello studio, senza grandi aspirazioni se non essere "alla moda". Dall'altro lato, ragazzi con abiti e capigliature dalle tinte fosche, dall'aspetto poco energico se non addirittura depresso. Se dei fasci di muscoli fanno capolino sui corpi di questi ragazzi, non è certo per essere fisicamente preparati a diventare il "domani" del loro paese, bensì per semplice vanto.
Dopo questa amara constatazione, il nostro preside si gira, vedendo dietro di sé i suoi ragazzi: gli studenti della Otoko Juku, giovani che hanno sulle loro spalle il carico di essere il futuro del loro paese, il Giappone. A quel punto, con quella che era e nonostante tutto è la voce più possente del mondo del doppiaggio nipponico, se ne esce con un "Io sono Heihachi Edajima, il preside della Otoko Juku!", seguito da una fragorosa e inconfondibile risata.
Sakigake!! Otoko Juku è l'adattamento animato Made In Toei Animation dell'omonimo manga di Akira Miyashita.
Se darete un'occhiata alla scheda manga noterete subito qualcosa di strano: 20 volumi il manga, 34 episodi l'anime. Anche nella migliore delle ipotesi antifilleristiche, qui manca chiaramente qualcosa. Manca tanto, perché di 20 volumi italici (che rispetto a quelli Jap sono molto più corposi, tant'è che la serie originale ne conta 34) ne sono stati convertiti in animazione solo 6, peraltro dimenticando una saga per strada.
Questo è un po' un peccato, visto e considerato che nell'ultima saga animata quelli che erano tre splendidi combattimenti nel manga vengono raccontati in maniera sbrigativa per poi passare direttamente a quello finale.
Si sarebbe potuto evitare l'episodio filler finale fatto di immagini delle puntate vecchie, o il filler di apertura che mostra l'entrata del protagonista, Momotaro Tsurugi, nella scuola per gli uomini veri, che per quanto sia interessante come puntata, è superflua rispetto a scene che nel manga hanno luogo davvero.
Al di là di questi problemi però l'anime risulta estremamente divertente, specie se si ama l'animazione giapponese d'azione anni '80.
Tecnicamente parlando, l'elevata qualità delle animazioni è indubbia, mentre i disegni rispecchiano bene quelli del manga, seppur con alti e bassi. Il chara per molti degli spettatori moderni potrebbe sembrare troppo nerboruto, ma da una scuola di uomini veri penso ci sia d'aspettarselo, di avere studenti muscolosissimi.
Il lato sonoro della serie è indubbiamente uno dei più riusciti: le musiche di sottofondo, nel pieno stile dell'epoca, riescono ad essere evocative e adatte alle situazioni che descrivono, ma un'analisi a parte la meritano le sigle di apertura e chiusura.
L'opening, Yogorecchimatta kanashimi ni, e l'ending, Ikujidai Arimashite, entrambe eseguite da Issei Fuubi Sepia, risultano essere due perfetti simboli del rock anni '80, con leggere cadenze di musica tradizionale nipponica, risultando esplosivamente trascinante la prima (con tanto di cori del pubblico da concertone a San Siro nella full version) e più emotivamente introspettiva la seconda, ma è anche il testo ad essere interessante.
Entrambe parlano infatti di tristezza e rinascita, di difficoltà da superare per tornare a sorridere. Come a voler dire "Anche dopo la notte più buia, giungerà di nuovo l'alba".
L'alba, cioè il sole nascente, il sol levante. Il sol levante, cioè il Giappone, quella terra dove la gente non si arrende mai, né dinanzi alle guerre, o alle difficoltà, o alle calamità naturali, si va avanti, o si cade con onore.
È questo che, tra il serio e il faceto, racconta Otoko Juku, di ragazzi che saranno il futuro del Giappone, che frequentano una scuola che li renderà uomini veri, forse non particolarmente colti, ma di sicuro "maschi".
Chi si iscriverà a questa scuola dovrà affrontare difficilissimi allenamenti, al limite del disumano, e alla fine dei corsi sarà veloce com'è veloce il vento, un uomo vero, senza timore, potente come un vulcano attivo.
O morirà provandoci. Con onore.
In concluzione, Sakigake!! Otoko Juku si dimostra un anime perfetto per tutti coloro che vogliono tanta azione anni '80 condita con un umorismo demenziale e un cameratismo che trasporta e coinvolge anche chi sta davanti allo schermo.
Alcuni difetti (primo quello di coinvolgere solo meno di metà della trama del manga) lo rendono lontano dalla perfezione, ma gli fanno guadagnare un 8 pieno.
Dragon Ball Z
2.0/10
Mi piace leggere le recensioni su Dragon Ball Z, il mio primo grande amore. Era il lontano 1992 e mentre visionavo in edicola i fumetti vidi nello scaffale una rivista "Japan Magazine". In copertina c'erano strane persone con dei capelli a punta e delle facce squadrate: in poche parole le caratteristiche principali che, per me al tempo, dovevano avere i manga. Era la prima volta che vedevo Dragon Ball Z. Comprai subito il volume (spendendo tutta la mia paghetta) e mi lessi il fumetto la suo interno.
Questo volume introduceva la versione cartacea del terzo film di Dragon Ball, non c'erano combattimenti, non c'era una storia, non c'era nulla... ma era tutto bellissimo! Dopo quasi un anno la Star Comics diede inizio a una piccola rivoluzione, importò il fumetto di Dragon Ball in Italia. Il momento non era dei più rosei, la Granata aveva appena fallito e nel mondo editoriale giravano brutte voci su possibili chiusure definitive di molte case di distribuzione. Cosa successe? Beh, Dragon Ball cambiò tutto. Il suo successo fu incredibile, in certe settimane quasi pareggio le tirature di Topolino, una cosa sorprendente per il mercato italiano tanto dedito a seguire le avventure del topo della Disney. Il fumetto fece cambiare per sempre il modo di vedere i manga e riniziò quel boom di vendite che contraddistingue il presente.
Naturalmente io sto parlando del manga, l'anime uscì dopo un po' su Junior TV e me lo vidi con piacere aspettando la soglia dello Z per vivere quei combattimenti esaltanti che potevo leggere sulle pagine del fumetto. Poi la palla passò a Italia 1 che riprese la serie e la rieditò secondo i suoi canoni.
Il manga di Dragon Ball è una pietra miliare da leggere assolutamente, essendo uno dei capostipiti degli shounen come li conosciamo ora; l'anime è una macchina per farcire soldi. La serie tecnicamente è orrenda, ma è comprensibile visto che l'unica idea dello Studio Bird era quello di ricavare il maggior numero di soldi con il minor sforzo possibile. I disegni cambiano da inquadratura a inquadratura deformando i personaggi. Il fumetto di Akira Toriyama è veloce e snello, non si perde troppo in particolari ma va al sodo, è diretto ed è questo una delle migliori caratteristiche del manga; l'anime si perde sempre tra urli che durano due puntate prima di tirare una "Kame-hame-ha" ed episodi assurdi che toccano il ridicolo stravolgendo la storia e i personaggi. Un vero appassionato di Dragon Ball quando vede Piccolo e Goku che cercano di prendere la patente vi assicuro che un po' sta male. Oppure tutte le scenette assurde di Gyniu che, trasformato in rana, vuole scambiare il suo corpo con Bulma... pura assurdità.
Dalla trasposizione in celluloide il manga è completamente deviato e si perde tutta la magia del fumetto. Dragon Ball Z anime è solo il primo esempio di come un ottimo manga (con i pregi e difetti di uno shounen) può diventare una gallina dalle uova d'oro. Il ragionamento è questo: perché perdere tempo a realizzare un buon prodotto quando il fumetto ha fatto un successo straordinario? Il pubblico c'è già, basta rendere tutto più infantile - per ricoprire una fetta più grossa di pubblico - e dilungare il brodo all'infinito, intanto alla gente non interessa se è un buon prodotto, gli interessa che assomigli molto lontanamente al manga. E così sia. Dragon Ball Z fu il capostipite di quest'idea che impregna oggi tutti gli anime dedicati ai manga di grande successo.
Cosa si può dire di questo scempio? Che Toriyama è diventato ricco e ora se la può godere tra prostitute e droga di tutti i tipi, beato lui. Ma come succede nel Faust, quando si vende l'anima al diavolo prima o poi qualcosa di brutto ti accade. Sto aspettando questo momento.
Non dimenticate che il manga e l'anime sono due entità completamente diverse e non c'è mai, e dico mai, da sovrapporre le due cose. Il manga è un capolavoro a suo modo, l'anime è un altra cosa, non ha fatto rivoluzionare nulla anzi è il colpevole di una certa tendenza che vuole l'anime solo un modo per massimizzare il profitto del fumetto: vergognoso!
Questo volume introduceva la versione cartacea del terzo film di Dragon Ball, non c'erano combattimenti, non c'era una storia, non c'era nulla... ma era tutto bellissimo! Dopo quasi un anno la Star Comics diede inizio a una piccola rivoluzione, importò il fumetto di Dragon Ball in Italia. Il momento non era dei più rosei, la Granata aveva appena fallito e nel mondo editoriale giravano brutte voci su possibili chiusure definitive di molte case di distribuzione. Cosa successe? Beh, Dragon Ball cambiò tutto. Il suo successo fu incredibile, in certe settimane quasi pareggio le tirature di Topolino, una cosa sorprendente per il mercato italiano tanto dedito a seguire le avventure del topo della Disney. Il fumetto fece cambiare per sempre il modo di vedere i manga e riniziò quel boom di vendite che contraddistingue il presente.
Naturalmente io sto parlando del manga, l'anime uscì dopo un po' su Junior TV e me lo vidi con piacere aspettando la soglia dello Z per vivere quei combattimenti esaltanti che potevo leggere sulle pagine del fumetto. Poi la palla passò a Italia 1 che riprese la serie e la rieditò secondo i suoi canoni.
Il manga di Dragon Ball è una pietra miliare da leggere assolutamente, essendo uno dei capostipiti degli shounen come li conosciamo ora; l'anime è una macchina per farcire soldi. La serie tecnicamente è orrenda, ma è comprensibile visto che l'unica idea dello Studio Bird era quello di ricavare il maggior numero di soldi con il minor sforzo possibile. I disegni cambiano da inquadratura a inquadratura deformando i personaggi. Il fumetto di Akira Toriyama è veloce e snello, non si perde troppo in particolari ma va al sodo, è diretto ed è questo una delle migliori caratteristiche del manga; l'anime si perde sempre tra urli che durano due puntate prima di tirare una "Kame-hame-ha" ed episodi assurdi che toccano il ridicolo stravolgendo la storia e i personaggi. Un vero appassionato di Dragon Ball quando vede Piccolo e Goku che cercano di prendere la patente vi assicuro che un po' sta male. Oppure tutte le scenette assurde di Gyniu che, trasformato in rana, vuole scambiare il suo corpo con Bulma... pura assurdità.
Dalla trasposizione in celluloide il manga è completamente deviato e si perde tutta la magia del fumetto. Dragon Ball Z anime è solo il primo esempio di come un ottimo manga (con i pregi e difetti di uno shounen) può diventare una gallina dalle uova d'oro. Il ragionamento è questo: perché perdere tempo a realizzare un buon prodotto quando il fumetto ha fatto un successo straordinario? Il pubblico c'è già, basta rendere tutto più infantile - per ricoprire una fetta più grossa di pubblico - e dilungare il brodo all'infinito, intanto alla gente non interessa se è un buon prodotto, gli interessa che assomigli molto lontanamente al manga. E così sia. Dragon Ball Z fu il capostipite di quest'idea che impregna oggi tutti gli anime dedicati ai manga di grande successo.
Cosa si può dire di questo scempio? Che Toriyama è diventato ricco e ora se la può godere tra prostitute e droga di tutti i tipi, beato lui. Ma come succede nel Faust, quando si vende l'anima al diavolo prima o poi qualcosa di brutto ti accade. Sto aspettando questo momento.
Non dimenticate che il manga e l'anime sono due entità completamente diverse e non c'è mai, e dico mai, da sovrapporre le due cose. Il manga è un capolavoro a suo modo, l'anime è un altra cosa, non ha fatto rivoluzionare nulla anzi è il colpevole di una certa tendenza che vuole l'anime solo un modo per massimizzare il profitto del fumetto: vergognoso!
Come che me ne viene? Sono stato assalito a male parole appena ho provato a dire qualcosa che poi non è piaciuto.
Se siete tanto tolleranti potevate lasciarmi stare.
Però chi si offende, è normale che quanto uno non è d'accordo si inizia una discussione almeno per chiarirsi. In fondo da posizioni diverse si può imparare qualcosa da tutte le parti, perché si tratta di estrarre informazioni da punti di vista diversi.
beh lo stesso commento che potremmo dire alle tue affermazioni..
Non provarci neppure. Con tutti i paragoni, spunti, chiavi di lettura che v'ho fornito.
Da parte tua ho sentito solo violenze verso la logica e verso l'informatica. Hai addirittura scomodato il teorema della non computabilità per poter dire che nessuno può dirti nulla. Solo a rilegge sta frase mi vengono gli occhi così @_@ Spero stavolta de aver capito male perché è assurdo.
Qua si chiede solo di saper distinguere tra un impressione ed un giudizio critico, e di non voler far passare il primo per il secondo. Io mi incazzo perché fin'ora state forzando la vostra personalissima impressione come metro di paragone universale, contro ogni logica.
Ora non ho tempo, continuo dopo....
:Edit:
Dicevo, differenziare tra impressione e critica oggettiva. Notate che io non ho mai postato impressioni personali, limitandomi sempre a qualche dato di fatto oggettivo.
La frase era: dato che DB incede nell'uso gratuito della violenza, deve essere giudicata negativa. Questa non è un'impressione, è una deduzione logica. Poi si può discutere o no dell'uso gratuito della violenza, come poi abbiamo effettivamente fatto.
Però questo è il metodo. Io non dico: "a me dragonball fa schifo al *bip* e tutti voi siete dei cogli0ni perchè vi piace". Non mi permetterei, mentre invece discuto della fattura portando esempi che possono anche essere smentiti ma almeno discussi.
La mia apparente inflessibilità si può piegare molto facilmente. Uno in questo post c'è riuscito. Sapete fare altrettanto?
No: I vostri argomenti sono: "DB è stupendo fighissimo ed un capolavoro". Ma quando io dico ecco ma però... mi date dello stupido. Allora ok, c'hairaggione te.
E' questo il discorso adulto che volete?
RyOgo, anche te. Sei stato neutrale fin'ora, ed ora te ne esci come i cavoli a merenda? Non ho fatto confronti, stimolato la conversazione. Abbiamo parlato di shonen, storia dell'animazione, girelle, addirittura di logica ed analisi critica.
Io direi che non è poco...
Volete che vi abboni sto capolavoro? Va bene, allora com'è che Eva è un capolavoro, Dragon Ball è un capolavoro, ma i robottoni, che hanno le stesse tematiche e lo stesso stile di dragon ball NON sono capolavori?
Davanti a qualsiasi confronto scappate tutti. Franz va sull'assolutismo, Geass cavilla di logica, Onizuka prova a forzare i dicorsi e Ryo li banalizza.
In cosa DB è meglio di un qualsiasi altro shonen?
Risposta:
Nei temi - uguali a quelli di un qualsiasi altro shonen),
nella poetica - azz chi l'ha fatto Kurosawa?
nei personaggi - tutti uguali
nella storia - che è un continuo riciclo, almeno nella Z
...
e ed in certo... 'mah non so che' ... che solo DB ha. " Ma questa, ke ve l'ha suggerita la signora dei Ferrero roche?
Ambrogio? Oggi avrei voglia di vedere, non so... uno shonen davvero poetico. Certo signora, c'è DB, signora
Ma va... C'è uno che mi fa un discorso ragionato? Uno...
<b>contesto</b>: <i>l'insieme delle parti di uno scritto o di un discorso in relazione tra di loro e con il senso del tutto</i>.
Da wikipedia:
<b>contesto</b>: <i>È l'insieme degli elementi di un testo (presenti o sottintesi) messi in correlazione fra loro</i>. Oppure: <i>Il contesto può anche essere considerato come lo sfondo della situazione di cui si sta parlando. Secondo alcuni, il contesto è un processo di relativizzazione dello studio di un determinato fenomeno.</i>
In generale il contesto propriamente detto, in relazione all'analisi di un'opera - l'argomento del mio discorrere -, è l'insieme degli elementi diegetici in rapporto tra loro.
Prima di continuare su questa falsa riga, ti chiedo una cosa. Qual è il tuo ambito di studi?
Sta tentando di forzare alcuni concetti di informatica al discorso. Insomma come tentare di far entrare una forma quadrata in un buco tondo.
In teoria non è impossibile, come dimostra una nota pubblicità...
Esatto. (E già risposto). Questo non abbassa il 'capolavoro' al livello di tanti altri shonen del genere?</i>
Devo ripeterti all'infinito le differenze tra Dragon ball e gli altri shonen? A quanto pare per te la qualità in uno shonen è solo la "giustificazione" della violenza, mah...
Potrei farti un copia/incolla di uno dei tanti wall-of-text che ho scritto prima...
<i>Assolutamente no, è solo che hai quello come riferimento, e continui ad applicarlo come metro di paragone a qualunque cosa di simile vedi.
Sarei curioso di sapere se sta cosa t'è pure capitata leggendo Saint Seya o Jojo?</i>
Ma io sto parlando degli shonen pseudo-nuovi, di quelli che sono nati da intorno alla metà anni '90 in poi, prendere in esempio Saint seiya e jojo è sbagliato perchè sono nati praticamente nello stesso periodo di Dragon ball (poco dopo, certo, ma non abbastanza dopo da subirne le influenze).
<i>E' la tua solita retorica di elogi improbabili mai suffragati da un qualsiasi confronto ne da riferimenti oggettivi</i>
Vero, riportare i fatti realmente accaduti nel manga è un ragionamento del tutto soggettivo.
Quant'è comodo farla franca con una frasetta buttata giù così, eh?
Di motivi per ritenere Dragon ball quello che è ne ho a palate e li ho pure detti, se ti piace guardare il mondo con due fette di salame sugli occhi continua pure.
<i>Un capolavoro un massimo esempio, qualcosa di assolutamente impareggiabile</i>
Invece per me non è questo un capolavoro, un capolavoro per me è qualcosa che eccelle in ogni suo aspetto, che può avere benissimo dei pari nel suo campo (che non è il caso di Dragon ball).
La tua concezione di capolavoro è quella che ho io per Dragon ball all'interno del campo shonen, difatti ogni volta che lo rileggo ripenso (è inarrivabile, poco da fare).
Anzi no, ripensandoci io non ho una definizione di capolavoro.
Semplicemente valuto con un punteggio, e da 9,5 in su reputo quel qualcosa un capolavoro.
<i>Dove sta sta perfetta fattura ed in confronto a chi?</i>
In confronto ad altri shonen.
<i>In base a cosa?</i>
In base a tutto quanto ho tediamente ripetuto.
Non sono certo io quello che manca di argomentazioni.
<i>a Heidi, che è stato il primo shoujo in assoluto</i>
Heidi shoujo? Andiamo bene
<i> Franz va sull'assolutismo</i>
Ovvero?
Se ho capito quello che vuoi dire, qui l'unico che va sull'assolutismo sei tu, altrimenti spiegati meglio.
Ora, sinceramente, che altro vuoi che ti dica per sostenere la mia tesi? Che devo fare di più? Mi devo spogliare e ballare la macarena? Devo fare seppuku?
Perchè mi devi far sempre ripetere le stesse cose? Se gli argomenti qui hanno un corso ciclico e ripetitivo è colpa tua che ripeti le stesse cose, Ryogo poi ha ragione...
<i>e ed in certo... 'mah non so che' ... che solo DB ha</i>
Esatto.
Questo "non so che" perlomeno io ho cercato di spiegarlo in tutti i modi, magari sarà dato dall'interazione di tutti i pregi che ho elencato sopra.
Altrimenti secondo te perchè solo in Dragon ball c'è questo "non so che"?
Non mi pare che anche in altre opere stiano in molti a dire che hanno "questo non so che".
E secondo te davvero questo "non so che" si limita alle mazzate adrenaliniche? Ma perchè non ti fai un'esame di coscienza prima di accusare gli altri di illogicità e inobiettività?
@Limbes: <i> come fa un capolavoro a essere più capolavoro di un altro?</i>
Per me ci sono capolavori e capolavori assoluti.
Come ho accennato sopra a Solaris, il capolavoro per me è un 9,5-10 scarso, il capolavoro assoluto è un 10 pieno.
<i>Infatti, ero un bullo laconico</i>
Non ne ho mai incontrati di bulli così XD.
Comunque non ci credo che un bullo diventa un'appassionato di anime e manga.
Un bullo è quasi sempre dotato di scarse conoscenze culturali e chiusura mentale, e questi 2 attributi rendono impossibile avvicinarsi così tanto al panorama dell'animazione giapponese
@micheles: ma esiste una vera e propria critica dell'animazione (a parte i riconoscimenti in Giappone)? Esiste qualcosa di accostabile a mymovies per i film, insomma un dizionario o un punto di riferimento qualunque? Perchè io non ne ho mai visti.
@Ryogo: prendere 11 pollici verdi al 293° messaggio è un record XD
PS
Franz, leggi <q>Panino al prosciutto</q> di </b>Bukowski</b>, scoprirai il lato nascosto del bullismo.
Ah, se cerchi delle buone fonti per una critica seria sull'animazione, c'è tanto per cominciare il blog di Yupa.
Come che me ne viene? Sono stato assalito a male parole appena ho provato a dire qualcosa che poi non è piaciuto.
Se siete tanto tolleranti potevate lasciarmi stare.
beh potrei rivolgerti le tue stesse frasi in questo quote..
Però chi si offende, è normale che quanto uno non è d'accordo si inizia una discussione almeno per chiarirsi. In fondo da posizioni diverse si può imparare qualcosa da tutte le parti, perché si tratta di estrarre informazioni da punti di vista diversi.
nonostante io abbia già imparato molto da tutti in questa mega conversazione...
ma quando maiiiii ?!?!??!
ma se all'inizio dicevi "a costo di prendervi a mazzate vi farò cambiare le vostre idee da girella" !!!
questa è una contraddizione bella e buona..
Con tutti i paragoni, spunti, chiavi di lettura che v'ho fornito.
a me (e non son l'unico) pare che ripeti le stesse cose da almeno a memoria 20 messaggi ?? chiavi di lettura ce ne sono ben poche..
Da parte tua ho sentito solo violenze verso la logica e verso l'informatica. Hai addirittura scomodato il teorema della non computabilità per poter dire che nessuno può dirti nulla. Solo a rilegge sta frase mi vengono gli occhi così @_@ Spero stavolta de aver capito male perché è assurdo.
beh se conosci la logica (forse ne devo dubitare) e quel piiiiccolo innoquo teoremuccio (ammesso e non concesso che prima lo conoscessi visto che non hai ancora detto qual è il tuo campo dell'ingegneria) qualche lampadina in testa dovrebbe accendertisi... ad ogni modo di violenze alla logica io non ne vedo: sono applicazioni di teoremi ^^ se mi porti a conoscenza delle fantomatiche "violazioni"..
Io mi incazzo perché fin'ora state forzando la vostra personalissima impressione come metro di paragone universale, contro ogni logica.
1. per me non esiste un metro universale (già detto a più riprese)
2. stiamo supportando non forzando.. sei tu che vedi forzature in quanto la tua tesi è la medesima del primo messaggio... è cambiata di molto poco
La frase era: dato che DB incede nell'uso gratuito della violenza, deve essere giudicata negativa. Questa non è un'impressione, è una deduzione logica.
sei convinto di quel che dici ?? logicamente parlando dovresti sapere che la tua affermazione è sempre vera (anche se le premesse sono false, e in questo caso sono FALSE) a meno che.. dai la sai la logica su..
però non vuoi accettare che ogni cosa che è stata detta dalla nostra "sponda" è frutto di deduzioni logiche (ok vi risparmio di tirar fuori altre termini tecnici)
I vostri argomenti sono: "DB è stupendo fighissimo ed un capolavoro". Ma quando io dico ecco ma però... mi date dello stupido. Allora ok, c'hairaggione te.
a me non risulta che i commenti si limitino a quella frase.. si vede che hai la memoria corta
Abbiamo parlato di shonen, storia dell'animazione, girelle, addirittura di logica ed analisi critica.
Io direi che non è poco...
ma se per te ho detto solo p****nate sulla logica!!
deciditi insomma... !!!
ma i robottoni, che hanno le stesse tematiche e lo stesso stile di dragon ball NON sono capolavori?
la mia risposta (ovvia) la conosci...
Davanti a qualsiasi confronto scappate tutti. Franz va sull'assolutismo, Geass cavilla di logica, Onizuka prova a forzare i dicorsi e Ryo li banalizza.
ognuno di noi ha esposto le cose in modo diverso e nessuno è scappato...
Ma va... C'è uno che mi fa un discorso ragionato? Uno...
beh le risposte più impegnative dell'antitesi le ho trovate solo in Limbes..
@Limbes
come vedi la mia definizione di contesto è molto più ampia e non si limita a quello..
EDIT per Limbes
Ma è possibile, come dici, Solaris, che nella sua facoltà ogni diramazione dello scibile, anche quella umanistica, sia subordinata all'informatica e al suo gergo.
affatto.. non mi reputo superiore agli altri...
visto che facevo fatica a capire quello che dicevi, ho semplicemente tradotto e applicato quanto insegnatomi, al tuo modo di ragionare (che avrai studiato nella tua facoltà di lettere o arte se hai fatto quella oppure di un'altra branca..)..
come forse avrai potuto capire sono metodi molto forti che possono essere applicati ad altre cose, all'apparenza scorrelate.. di sicuro quello che ci hanno insegnato non l'hanno inventato loro.. affatto!! sono frutto di anni di studio e ricerca compiuti (non da me ovviamente) e di sicuro derivano da un sacco di settori diametralmente diversi..
nonostante tutto non puoi non ammettere che quanto ho detto calzi completamente a ogni tuo step di ragionamento..
anzi io molto probabilmente non so se ci sarei mai arrivato, sono cose che derivano da uno sforzo non da poco (come affermavi tu nel tuo campo il processo di valutazione)..
mi sono state insegnate
e se ci pensi non sono affatto po**ate, tutt'altro !!
Ho solo letto di quanto ti stupisci di quante similitudini vedi negli altri fumetti leggendoli. Ma questo non è un confronto (se era questo il confronto che intendevi) Oppure la stupenda replica del messaggio 275 quando esordisci col quote a proposito dei personaggi di Ken, ed io finalmente mi aspettavo sto paragone, ed invece hai solo tessuto le lodi di come siano realistici e come crescano anche nel dettaglio... DB si estende su almeno 2 generazioni... volevi che Goku restasse bambino in eterno? Nel frattempo crepa e resuscita 2 volte. Qualche cambiamento in effetti c'è stato... Cmq si per chi voleva goku dei bei vecchi tempi, in effetti nel GT lo fanno tornar bambino con un'altra forzatura incredibile... Dimenticavo però che il GT non lo consideri nemmeno, quindi fai finta di niente.
Ok, appurato che di paragone non c'è un cavolo, vediamo quali sono i tuoi criteri ideali. Perchè ci saranno no? Cosa valuti in un opera? Risposta: tutto + 'un certo non so che'... Cos'è sto non so chè una specie di jolly?
Valutando il 'tutto' certamente ha molto senso trovare un capolavoro o due. Magari secondo il tempo o il vestito? Oggi mi sento che valutando quel certo non so chè DB è un capolavoro. Domani quell'altro non so ché è Eva... E' roba da matti.
Per questo dico che ti rifugi nell'assoluto: Il tuo giudizio è autoreferenziante. Non ammette replica se non un accordo o disaccordo perchè si regge solo su se stesso. Ed essendo senza regola, è o completamente negativo oppure completamente positivo. E questo ti porta, come in un loop di feedback infinito a giudicare tutto merda o capolavoro. Per questo non sai manco cosa sia un vero capolavoro. Non hai il criterio per definirlo, se non te stesso.
Il giudizio non è e non deve essere franzelion-centrico, come non deve essere Geas-centrico, ma manco, guarda un po' Solaricentrico. Il giudizio deve essere OGGETTIVO.
Quindi, quotando una frase a caso: "la caratterizzazione incredibilmente realistica dei personaggi di Dragon ball è un'altra cosa che sfugge alla maggior parte del pubblico"
Se mi parli di realismo me lo definisci, prendendo la definizione del vocabolario, e non inventandola, come hai fatto con la definizione di capolavoro, e mi dimostri con la logica come e quanto sti personaggi aderiscano a quella definizione. Visto poi che te 'la maggior parte del pubblico' sta cosa non l'ha proprio notata.
Poi, visto che stiamo parlando di capolavori, quindi di eccellenze mi dimostri anche che non si poteva far meglio. E qui si ESIGE un confronto. Se non con altre opere, almeno con un riferimento ideale universalmente riconosciuto e non facendosi le regole da se.
Dopo che hai fatto ciò possiamo iniziare a parlare.
Io direi che non è poco...</i>
Macchè neutrale, l'ho sempre detto cosa penso di DBZ, ovvero che anche per l'epoca non era il massimo (e io lo valuto insieme a City Hunter, Bubblegum Crisis, Patlabor, LOGH, Saint Seiya... insomma, le serie trasmesse in Giappone in quel periodo), e non mi piace per i motivi detti dalla recensione, e sono d'accordo nel dire che ha pochi contenuti, secondo me.
Ma è un motivo per continuare a insistere per 5 pagine nel far dire a chi pensa che i contenuti li ha (pure indicandoli) che invece non ne ha? Ok, manco io sono d'accordo col loro punto di vista, ma cercare di far dire a forza ciò che volete voi lo trovo... come dire senza essere offensivo? Ecco: arrogante.
Certo, anche loro che continuano a portare avanti una discussione del genere non è certo una cosa sana, però cavolo, che figura ci fate voi, se non quella di chi crede di detenere la verità assoluta solo perchè ha (fortunatamente) un bagaglio culturale superiore?
HINT: ripassare la discografia di Ivan Graziani, per cortesia, non siate pigri.
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Becar
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