Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento all'insegna dell'azione, con il manga Jiraishin e gli anime King of Thorn e Akira.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi appuntamento all'insegna dell'azione, con il manga Jiraishin e gli anime King of Thorn e Akira.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
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Jiraishin
9.0/10
Dopo Tetsuwan Girl, con Jiraishin posso dire tranquillamente che Tsutomu Takahashi si candida a entrare nell'olimpo dei miei mangaka preferiti, che è posto assai poco frequentato. L'opera è un seinen discretamente violento, e si contraddistingue per l'assenza di un filo conduttore esplicito: ogni volume costituisce infatti una storia a sé, praticamente autoconclusiva, tanto che i rimandi tra un volume e l'altro sono pochi e privi di importanza. Le vicende si svolgono principalmente a Shinjuku, dove lavora il personaggio principale. Kyōya Iida è un ispettore di polizia solitario, freddo, a tratti spietato che si trova a dover risolvere i casi delittuosi su cui fa perno ogni storia. Non credo appropriato affermare, però, che Iida sia il protagonista delle storie. Piuttosto, sembra semplicemente un personaggio ricorrente che fa da perno alla narrazione. La struttura di ogni episodio e la gestione del punto di vista sono tanto singolari in quest'opera, che più di un personaggio risulta avere spesso un'importanza superiore a quella del presunto "eroe" (o "antieroe", se si preferisce).
Seguiamo dunque di volume in volume i tentativi, da parte di Iida, di risolvere il caso del giorno e consegnare il colpevole di un delitto alla giustizia. Nulla sembra in grado di distoglierlo da tale obiettivo, nemmeno il rischio concreto di perdere la vita. Sì, perché non solo il nostro non ha le idiosincrasie dei supereroi, ma nemmeno un qualsivoglia superpotere. I proiettili lo trapassano e le botte lo lasciano livido e malconcio come qualsiasi altra persona. Non ha né il piglio da vigilantes che prima spara e poi chiede, né il buonismo di chi vuole sempre salvare la vita di tutti, anche al proprio peggior nemico. Il suo agire è dettato da un certo disgusto per il crimine in sé e per le miserie dell'umanità, ma sembra il frutto di un calcolo più che di un sentimento, un lavoro più che una missione dettata da chissà quale istanza filosofica generale. Naturalmente ci sono un paio di eccezioni, quando i delitti lo toccano sul personale.
Come si nota in quest'opera, la particolarità dell'autore è la sua capacità di creare personaggi che risultano interessanti senza essere straordinari (nel senso di "fuori dall'ordinario"), veri senza essere "più veri del vero", come in molte opere di fiction. Inoltre le situazioni narrate affrontano tematiche difficili da un'angolazione non banale. Sono tutte qualità fondamentali per una storia che valga la pena di essere letta. E di certo Jiraishin lo merita, a maggior ragione se si considera anche il disegno. Se non bastasse quanto già detto sin qui, bisogna aggiungere che Takahashi ha un modo di illustrare estremamente accattivante e personale. Lo stile è aggressivo, tagliente, adattissimo alla crudezza delle vicende trattate, sia da un punto di vista fisico (sangue, sesso) che psicologico (odio, amore). Alcune tavole sembrano quadri e parlano più di mille vignette: si rimarrebbe ore a guardarle, a volte dopo un piccolo choc iniziale.
Da segnalare la presenza di due o al massimo tre volumi non all'altezza, che però danneggiano poco l'insieme. Perciò do un 9, da intendersi risicato. Jiraishin è un'opera che meriterebbe più riconoscimento, come altre opere destinate ad un target adulto: ma perché, dico io, i fumetti li leggono solo i ragazzini? Maledizione.
Seguiamo dunque di volume in volume i tentativi, da parte di Iida, di risolvere il caso del giorno e consegnare il colpevole di un delitto alla giustizia. Nulla sembra in grado di distoglierlo da tale obiettivo, nemmeno il rischio concreto di perdere la vita. Sì, perché non solo il nostro non ha le idiosincrasie dei supereroi, ma nemmeno un qualsivoglia superpotere. I proiettili lo trapassano e le botte lo lasciano livido e malconcio come qualsiasi altra persona. Non ha né il piglio da vigilantes che prima spara e poi chiede, né il buonismo di chi vuole sempre salvare la vita di tutti, anche al proprio peggior nemico. Il suo agire è dettato da un certo disgusto per il crimine in sé e per le miserie dell'umanità, ma sembra il frutto di un calcolo più che di un sentimento, un lavoro più che una missione dettata da chissà quale istanza filosofica generale. Naturalmente ci sono un paio di eccezioni, quando i delitti lo toccano sul personale.
Come si nota in quest'opera, la particolarità dell'autore è la sua capacità di creare personaggi che risultano interessanti senza essere straordinari (nel senso di "fuori dall'ordinario"), veri senza essere "più veri del vero", come in molte opere di fiction. Inoltre le situazioni narrate affrontano tematiche difficili da un'angolazione non banale. Sono tutte qualità fondamentali per una storia che valga la pena di essere letta. E di certo Jiraishin lo merita, a maggior ragione se si considera anche il disegno. Se non bastasse quanto già detto sin qui, bisogna aggiungere che Takahashi ha un modo di illustrare estremamente accattivante e personale. Lo stile è aggressivo, tagliente, adattissimo alla crudezza delle vicende trattate, sia da un punto di vista fisico (sangue, sesso) che psicologico (odio, amore). Alcune tavole sembrano quadri e parlano più di mille vignette: si rimarrebbe ore a guardarle, a volte dopo un piccolo choc iniziale.
Da segnalare la presenza di due o al massimo tre volumi non all'altezza, che però danneggiano poco l'insieme. Perciò do un 9, da intendersi risicato. Jiraishin è un'opera che meriterebbe più riconoscimento, come altre opere destinate ad un target adulto: ma perché, dico io, i fumetti li leggono solo i ragazzini? Maledizione.
King of Thorn
5.0/10
"King of Thorn" è stata una delusione, non troppo cocente in realtà, dato che già la sua versione cartacea non mi aveva entusiasmato nonostante alcuni spunti interessanti, a causa di una sceneggiatura non all'altezza.
Sulla Terra si diffonde un virus sconosciuto, quindi incurabile, denominato "Medusa", che lentamente pietrifica le persone. Una grande organizzazione farmaceutica, la Venus Gate, mette a punto un piano che prevede l'ibernazione di un centinaio di infetti in un castello, dove un computer di nome Alice controllerà il sonno di queste persone allo scopo poi di risvegliarli in un futuro quando la cura al virus sarà stata scoperta.
Al loro risveglio però i pazienti si ritrovano circondati da terribili mostri, con il castello avvolto da enormi roghi. Saranno in 7 a sopravvivere al primo attacco, compresa la nostra protagonista Kasumi Ishiki. Cos'è successo in questo luogo? E quanto tempo è passato realmente?
Gli appassionati di videogames si ritroveranno bene in quest'ambientazione stile survival horror con vari rimandi al cinema d'azione americano. L'inizio del film grazie all'ambientazione claustrofobica e ai numerosi interrogativi, è avvincente. Lo stupore cala però quasi subito. Se il primo attacco di mostri stupisce, il terzo e il quarto annoiano, considerata la pessima CG utilizzata per animare queste scene, che mal si sposa con l'animazione tradizionale.
Una maggiore cura da parte della Sunrise avrebbe sicuramente giovato a questa prima parte del film, dato che il resto, dal disegno dei personaggi alla loro caratterizzazione, funziona, e con il passare delle scene vengono lentamente a galla i misteri che la trama porta con sé.
Purtroppo nella seconda parte, nettamente diversa da quella del manga (voluta dall'autore stesso), il tutto avviene troppo velocemente, con una pellicola che dall'azione alla "Resident Evil" si sposta sul thriller psicologico con tinte fantasy-fantascientifiche. Un casino.
Insomma, "King of Thorn" fallisce prima nella spettacolarizzazione cinematografica puramente americana - un chiaro tentativo della Sunrise di accaparrarsi il pubblico occidentale -, con una realizzazione tecnica di certo non all'altezza delle sue ambizioni da sala, poi con un goffo tentativo di riavvicinarsi al concept originale, snaturando però i personaggi, con un susseguirsi di colpi di scena forzati in quella seconda parte che va via come un treno in corsa per poi portarci al tanto agognato finale, del tutto diverso da quello cartaceo.
Un buon cast di personaggi salva il film dalla mia bocciatura. Se visto con il cervello spento, senza troppe pretese, potrebbe anche divertire.
Sulla Terra si diffonde un virus sconosciuto, quindi incurabile, denominato "Medusa", che lentamente pietrifica le persone. Una grande organizzazione farmaceutica, la Venus Gate, mette a punto un piano che prevede l'ibernazione di un centinaio di infetti in un castello, dove un computer di nome Alice controllerà il sonno di queste persone allo scopo poi di risvegliarli in un futuro quando la cura al virus sarà stata scoperta.
Al loro risveglio però i pazienti si ritrovano circondati da terribili mostri, con il castello avvolto da enormi roghi. Saranno in 7 a sopravvivere al primo attacco, compresa la nostra protagonista Kasumi Ishiki. Cos'è successo in questo luogo? E quanto tempo è passato realmente?
Gli appassionati di videogames si ritroveranno bene in quest'ambientazione stile survival horror con vari rimandi al cinema d'azione americano. L'inizio del film grazie all'ambientazione claustrofobica e ai numerosi interrogativi, è avvincente. Lo stupore cala però quasi subito. Se il primo attacco di mostri stupisce, il terzo e il quarto annoiano, considerata la pessima CG utilizzata per animare queste scene, che mal si sposa con l'animazione tradizionale.
Una maggiore cura da parte della Sunrise avrebbe sicuramente giovato a questa prima parte del film, dato che il resto, dal disegno dei personaggi alla loro caratterizzazione, funziona, e con il passare delle scene vengono lentamente a galla i misteri che la trama porta con sé.
Purtroppo nella seconda parte, nettamente diversa da quella del manga (voluta dall'autore stesso), il tutto avviene troppo velocemente, con una pellicola che dall'azione alla "Resident Evil" si sposta sul thriller psicologico con tinte fantasy-fantascientifiche. Un casino.
Insomma, "King of Thorn" fallisce prima nella spettacolarizzazione cinematografica puramente americana - un chiaro tentativo della Sunrise di accaparrarsi il pubblico occidentale -, con una realizzazione tecnica di certo non all'altezza delle sue ambizioni da sala, poi con un goffo tentativo di riavvicinarsi al concept originale, snaturando però i personaggi, con un susseguirsi di colpi di scena forzati in quella seconda parte che va via come un treno in corsa per poi portarci al tanto agognato finale, del tutto diverso da quello cartaceo.
Un buon cast di personaggi salva il film dalla mia bocciatura. Se visto con il cervello spento, senza troppe pretese, potrebbe anche divertire.
Akira
9.0/10
La prima volta lo puoi guardare e subire, un anime così, la seconda volta provi ad aggredirlo, a vincerlo. La terza volta te lo gusti, e basta.
Così io, dopo qualche anno dall'ultimo arrembaggio in cui pensavo di potere sconfiggere quest'anime, mi sono ritrovato seduto in poltrona a mettere un DVD impolverato per guardare questo che è davvero un cult del genere fantascientifico, e che resta a mio parere la sintesi di una vera opera d'arte.
Sono imbarazzato nell'iniziare a recensire questo film, perché i paragoni sono troppi, troppo importanti, e non ho neppure idea di preciso da dove voglio iniziare. Di certo la cosa che colpisce, immediatamente, è il disegno. Tra i più belli e significativi che abbia mai visto. Pur non potendo mai competere con il manga (in cui si raggiungono sempre delle vette inarrivabili in un anime) "Akira" è davvero uno dei lavori in cui più ci si avvicina alla bellezza della versione cartacea, con dettagli minuziosi e con un dinamismo delle immagini che va oltre ogni aspettativa, battendo a mio parere nettamente quello che si prova a fare oggi con la computer grafica. Il disegno di "Akira" è senza dubbio realistico (anime, sì, ma di un realismo esasperato) e oggettivamente perfetto. L'espansione del fumo, uno schizzo d'acqua, una goccia di sangue, il dettaglio e la forma sono curati in maniera maniacale, cercando, con successo, di stupire.
A questo si affianca un character design importante, in cui i personaggi vengono inseriti e delineati. Il viaggio che si affronta è quindi da una parte visivo, dall'altra parte psicologico, con la formazione di un binario che prosegue lungo tutto il film. Così si incontrano i personaggi, si ritrovano dopo circonlocuzioni lunghe e complesse, e si formano i profili caratteriali di ogni personaggio, inquadrato nel sistema sociale al quale appartiene e che si interfaccia e completa con ogni altro personaggio, in un insieme intricato ma assolutamente gradevole che forma il film completo.
Le musiche diventano quasi secondarie in questo contesto, eppure ci sono e colpiscono, al momento giusto.
La storia credo che bene o male si conosca, un futuro post armageddon in cui i militari mantengono il controllo post ricostruzione. Ragazzi di strada e pubblico servizio, mondi distanti che si scontrano e s'incontrano. Akira come grande enigma al centro della storia. Un mondo ancora preda di falsi profeti, un popolo che, pur allo sbando, cerca la strada della tranquillità. Divario tra chi ha e comanda, e chi non ha e non conta nulla. Quel pessimismo che molto ha influenzato il pensiero dell'epoca.
E in fondo c'è il finale, perla orientale di sospensione e domanda, in cui ognuno può leggere e trovare ciò che più anela. Io, il mio finale, l'ho trovato, ovviamente chiunque ami gli anime e la fantascienza deve assolutamente vedere questo film e trovare il proprio.
Così io, dopo qualche anno dall'ultimo arrembaggio in cui pensavo di potere sconfiggere quest'anime, mi sono ritrovato seduto in poltrona a mettere un DVD impolverato per guardare questo che è davvero un cult del genere fantascientifico, e che resta a mio parere la sintesi di una vera opera d'arte.
Sono imbarazzato nell'iniziare a recensire questo film, perché i paragoni sono troppi, troppo importanti, e non ho neppure idea di preciso da dove voglio iniziare. Di certo la cosa che colpisce, immediatamente, è il disegno. Tra i più belli e significativi che abbia mai visto. Pur non potendo mai competere con il manga (in cui si raggiungono sempre delle vette inarrivabili in un anime) "Akira" è davvero uno dei lavori in cui più ci si avvicina alla bellezza della versione cartacea, con dettagli minuziosi e con un dinamismo delle immagini che va oltre ogni aspettativa, battendo a mio parere nettamente quello che si prova a fare oggi con la computer grafica. Il disegno di "Akira" è senza dubbio realistico (anime, sì, ma di un realismo esasperato) e oggettivamente perfetto. L'espansione del fumo, uno schizzo d'acqua, una goccia di sangue, il dettaglio e la forma sono curati in maniera maniacale, cercando, con successo, di stupire.
A questo si affianca un character design importante, in cui i personaggi vengono inseriti e delineati. Il viaggio che si affronta è quindi da una parte visivo, dall'altra parte psicologico, con la formazione di un binario che prosegue lungo tutto il film. Così si incontrano i personaggi, si ritrovano dopo circonlocuzioni lunghe e complesse, e si formano i profili caratteriali di ogni personaggio, inquadrato nel sistema sociale al quale appartiene e che si interfaccia e completa con ogni altro personaggio, in un insieme intricato ma assolutamente gradevole che forma il film completo.
Le musiche diventano quasi secondarie in questo contesto, eppure ci sono e colpiscono, al momento giusto.
La storia credo che bene o male si conosca, un futuro post armageddon in cui i militari mantengono il controllo post ricostruzione. Ragazzi di strada e pubblico servizio, mondi distanti che si scontrano e s'incontrano. Akira come grande enigma al centro della storia. Un mondo ancora preda di falsi profeti, un popolo che, pur allo sbando, cerca la strada della tranquillità. Divario tra chi ha e comanda, e chi non ha e non conta nulla. Quel pessimismo che molto ha influenzato il pensiero dell'epoca.
E in fondo c'è il finale, perla orientale di sospensione e domanda, in cui ognuno può leggere e trovare ciò che più anela. Io, il mio finale, l'ho trovato, ovviamente chiunque ami gli anime e la fantascienza deve assolutamente vedere questo film e trovare il proprio.
Sono pieamente d'accordo con quanto scritto su Jirashin: è un manga che mi è piaciuto moltissimo e Tsutomu Takahashi è indubbiamente un autore che adoro e soprattutto Tetsuwan Girl è una delle mie opere preferite in senso assoluto.
Per quanto riguarda King of Thorn a me il manga è piaciuto e la storia comunque mi ha preso. Certo, non è stato il manga del secolo ma comunque una lettura piacevole e scorrevole
Per quanto riguarda Akira il film a me è piaciuto ma non mi ha convinto al 100% anche perché trovo che il manga sia, e di molto, superiore.
Comunque complimenti a tutti e 3 i recensori
Passi la sua importanza "storica", ma in sé è ben lontano dall'essere quella meraviglia di film che tutti, o quasi, descrivono.
Akira devo prima leggere il manga, poi guardare il film.
sono d'accordo. Va bene i soldi spesi, va bene che i personaggi hanno i labiali sincronizzati con le frasi che dicono... però la storia fa acqua da tutte le parti. Insomma non puoi fare un film del genere prendendo spunto solo dal primo volumetto di un manga. Per me è sempre stata un'occasione persa Akira.
Su Akira concordo con chi dice che sia sopravvalutato e che ha diverse falle a livello di sceneggiatura e storia... il che è un vero peccato perché le animazioni sono ottime, anche considerando l'anno, e le potenzialità per un autentico capolavoro c'erano tutte.
Devo dire che l'incipit mi ispira molto e che quindi in ogni caso prima o poi mi leggerò il manga(che pare essere più gradito) o vedrò il film.
Akira...uno dei film che più mi voglio vedere da troppo tempo e che gode anche di grande fama...e che quasi non ci credo neanche io, ma appunto non l'ho ancora mai visto.
Ha quella tipica storia che già mi fa dire "è un filmone" e che fa per me (tant'è che mi è piaciuto pure il film Chronicle, che sicuramente ha preso spunto da qui...o così si dice).
Quindi direi che mi farò la mia prima visione al cinema, attendendo così un po', per vedere se ne faranno una nuova edizione in BD visti certi miglioramenti di cui parlano per la proiezione che avverrà a maggio. Sennò so che quella già esistente non è niente male.
di Akira devo recuperare sia manga che anime (in BR), al momento entrambi costano troppo.
Jiraishin è sull'elenco della spesa da tempo, se capita l'offerta la recupero subito.
A me è piaciuto parecchio, oserei considerarlo tra gli anime-film che ho preferito maggiormente negli ultimi anni (è del 2010), ammettendo di avere un debole per il genere survival horror. Anche se richiama molto lo stile dei film americani dello stesso genere, tra gli anime giapponesi è piuttosto originale invece.
Ma, ripeto, è un ricordo molto confuso di millanta anni fa.
Ho intenzione cmq di rivederlo
Jiraishin, il miglior manga hard-boiled degli anni 90, e tuttora uno dei migliori in assoluto nel suo genere.
Il manga è molto e ripeto MOLTO superiore, quasi a livello imbarazzante!
Quando cominci a leggere il manga, l'anime risulta riduttivo e privo delle scene d'azione più spettacolari, però graficamente migliore a mio avviso.
In sostanza, leggere prima il manga e vedere poi l'anime lascia il più delle volte delusi (la stessa cosa accade spesso con i film), è proprio per questo che faccio sempre l'opposto.
Akira concordo con chi definisce il film sopravvalutato e il manga di molto superiore (pur non riuscendo a definire neanche quest'ultimo un capolavoro del suo genere, mi sembra un action tirato come un chewing gum): animato magistralmente e uno spettacolo visivo di prim'ordine, ma scritto molto male.
King of Thorn concordo grossomodo con la rece di Twinkle ma personalmente ho dato una sufficienza al film, che è innocuo ma neanche particolarmente brutto, si fa vedere piacevolmente pur senza aggiungere nulla sull'argomento. Il manga parte che è una bomba ma si affloscia tremendamente negli ultimi due volumi, al punto tale da mandare in vacca quasi tutto. Grandissima occasione sprecata.
Senza polemica, per capire: cos'avrebbe del capolavoro Akira? No perchè non riesco a capirlo e anche dalla recensione qui sopra (anche se è l'anime) non emergono caratteristiche tali da renderlo speciale, l'unica cosa che mi ha colpito è il disegno.
Jiraishin mi ispira, è nella mia lista delle cose da recuperare.
Lo dovrebbero leggere tutti, tipo.
Sinceramente non so se recuperarlo o meno visto che alcuni mi dicono che è un'ottima opera e altri dicono che ha un finale che non c'entra niente col resto degli altri volumi...
Anche per l'anime la valutazione è identica XD misà che faccio prima a vedermelo
E devo vedermi pure Akira u.u
Di King of thorn ho visto solo il Movie, mi riprometto di recuperare il manga, e francamente non l'ho trovato così terribile: il chara è buono e le animazioni sopra la media; innegabile che la seconda parte diventi un pò confusionaria nella sceneggiatura ma nel complesso l'ho trovato un prodotto nella media per cui almeno la sufficienza se la meriterebbe.
Akira lo vidi la prima volta quando ero pischellino in un cineforum e devo ammettere che allora lo trovai disturbante tant'è che dovetti anche andare a dare di stomaco durante la seconda parte, ora cresciuto mi sento di dire che sì è un classico e una pietra miliare per l'animazione del Sol levante dato che è stato il primo Anime distribuito nelle sale italiane però nel complesso è un prodotto che è ben lontano dall'esser un capolavoro: i buchi nella sceneggiatura non si contano, soprattutto nella parte finale, rendendo la narrazione confusionaria e spesso inconcludente, il finale poi a mio avviso è abbastanza insoddisfacente...a parte questo è comunque un buon prodotto che però non si merita certo un 9 e per quanto mi riguarda nemmeno un 8 pieno, ma un 7,5 certamente.
In conclusione il manga è di tutt'altra pasta: un ottimo prodotto cui la trasposizione animata non ha reso piena giustizia.
Non entro neanche nel merito del paragone con il manga, cosa che trovo del tutto inutile e inconsistente, trattandosi di due media diversi e da analizzare in separata sede.
Complimenti agli autori!
Ma è proprio il genere che ha permesso ad Akira di espandere il suo successo oltre i confini nipponici. Tutto il periodo a cavallo tra gli anni 80 e gli anni 90 è pieno di produzioni anime che a livello tecnico sono eccezionali, regia compresa.
La spada dei Kamui, per esempio, non ha nulla da invidiare ad Akira, e gli è pure precedente di ben tre anni. Il punto è che Akira ha avuto molta più risonanza perchè basato su topoi più facilmente assimilabili dagli occidentali, a differenza di Kamui no Ken, che invece narra di un preciso periodo storico giapponese - quindi roba ben più indigesta per i gajin abituati ad un approccio casual verso gli anime (che saranno sempre la maggioranza, ricordiamocelo)
Si sa che il cyberpunk fa sempre presa, soprattutto negli USA. In tutti questi anni ci sono stati titoli di quel genere che il loro successo l'hanno più che meritato, tipo Ghost in the Shell, mentre altri sono sopravvalutati e basta, tipo Akira, per l'appunto.
Per quanto riguarda il manga di Akira, nessun paragone, almeno non da parte mia. Semplicemente consiglio direttamente la lettura del manga a chi, al giorno d'oggi, ancora non ha visto il film. Tempo risparmiato, tutto qua.
Complimenti a Micerino per la bella recensione!
E grazie.
Rimane un grandissimo film e alla sua uscita meritò il suo successo, ma boh, allo stesso tempo trovo più pregevoli i coevi Kiki's Delivery Service, Una Tomba per le Lucciole e i primi film di Oshii, ignorati per anni dai mercati occidentali.
Al contrario King of Thorn non sta resistendo per nulla al passare dei (pochi) anni. La CG dei mostri l'ho trovata terrificante, non so quale sia attualmente lo stato finanziario della Sunrise, ma mi aspettavo molto di più almeno sotto questo aspetto. Le vicende dei personaggi poi non mi hanno preso per niente, è la classica storia da B-movie dove è più divertente scommettere su chi morirà e come.
Jiraishin mi manca.
E ti sembra poco aver rinnovato e internazionalizzato il linguaggio degli anime contaminandolo con influenze esterne (letterarie e cinematografiche) e diffondendolo a livello planetario? Ha letteralmente aperto un porta e resta una visione imprescindibile anche solo per la sua portata storica. In fondo se oggi stiamo parlando di Kamui no Ken lo dobbiamo anche (o soprattutto) a film come Akira.
I meriti storici non sono sinonimo di marchio di qualità. In Akira tali suggestivi miscugli ci sono, ma son resi male.
In fondo se oggi stiamo parlando di Kamui no Ken lo dobbiamo anche (o soprattutto) a film come Akira.
Tuttora Kamui no Ken non è che sia un titolo chissà quanto conosciuto. Ad esempio Ninja Scroll, che è di genere molto simile, è molto più popolare, eppure a livello di contenuti non è certo un capolavoro: ha fatto successo per le belle animazioni e per le tette, ma di certo non perchè invogliava lo spettatore a fare grandi riflessioni finali.
Kamui no Ken l'ho nominato perchè è un esempio tra i tanti di come si potesse fare un lungometraggio animato di alto livello (non soltanto dal punto di vista strettamente tecnico) nel periodo di Akira, ma di certo non ha alcun debito verso quest'ultimo.
La domanda da porsi semmai è un'altra: ora staremmo a parlare di Ghost in the Shell se non ci fosse mai stato Akira? Per me la risposta è comunque sì.
Cioè, in pratica stai dicendo che è un capolavoro perché un mostro di tecnica (al di là di deficienze narrative) e perché ha sdoganato l'animazione nel mondo (fatto collaterale che esula dai suoi meriti o demeriti). E grazie tante, eh.
ci andrei piano prima di liquidarlo come semplice disaster movie per palati ammeregani, anche con tutti i difetti che può avere.
God, il fatto che un film di animazione giapponese (limitando il discorso al campo del cinema) abbia lasciato il segno anche oltreconfine mi sembra tutt'altro che collaterale anzi, penso che sia fondamentale per comprenderne lo spirito, l'estetica, e dia la misura delle sue caratteristiche.
E poi dove sta scritto che un buon film deve per forza avere una sceneggiatura granitica (ed è l'unico difetto che alla fine sembra emergere dalla discussione)? Un film è composto da molteplici elementi, di cui la scrittura è solo uno dei tanti, il dosaggio e la combinazione dei quali poi dipende dalla sensibilità e dagli intenti del regista. Esistono decine di capolavori basati (ad esempio) esclusiamente sulle trovate di regia e con uno script del tutto trascurabile (e non mi sembra questo il caso). Mai sentito parlare di Psycho?
Fosse soltanto la sceneggiatura il problema...
Io ricordo che in più punti Akira aveva un montaggio delle scene che mi ha fatto venire il mal di mare. E non perchè ci fossero adrenaliniche sequenze di azione, ma per il fatto che il tutto dà l'idea di raffazzonatura fatta alla meno peggio.
Comunque dovrei rivederlo per fare un elenco preciso di certe magagne, e quando mi capiterà qualche serata particolarmente noiosa, in cui mi verrà voglia di farmi del male, magari lo farò XD
Sia chiaro, non sto dicendo che è un filmaccio di serie B, nessuno mette in dubbio i suoi pregi, ma sono tutti superficiali. E un film siffatto ha ben poco da esprimere, ti lascia meravigliato per la qualità delle animazioni e per l'ambientazione, certo, ma una volta terminata la visione ti rimane ben poco da ricordare. E non voglio parlare dell'orrendo doppiaggio italiano, che sarebbe come sparare sulla croce rossa.
Ma questo è semplicemente "CULO", non necessariamente è attestato di qualità intrinseca. Akira è stato un mega-kolossal e, in seconda battuta, un titolo narrativamente vicino ai territori del cyberpunk, genere amatissimo in America. È uscito al momento giusto, insieme a Gits e Ninja Scroll. Come dice Karma non si può propriamente definire "filmaccio" un lungometraggio che ha visivamente influenzato generazioni di registi, ma bisogna saper ammettere che il suo successo è tutto basato perlopiù sulla potenza evocativa delle immagini e delle animazioni e che la storia di per sè fa decisamene acqua, scritta dannatamente male e confusionaria a dir poco.
Ho quasi tutto di questo autore...
Lo consiglio caldamente...
Come ho già detto nel mio precedente post non reputo Akira un capolavoro ma è sì una pietra miliare dell'animazione più che altro per il contributo portato alla diffusione dell'animazione made in Sollevante anche in occidente.
P.s.
Certe sequenze sono davvero disturbanti a livello fisico: come già da me detto, la prima volta che ho visto Akira ho addirittura dato di stomaco (avevo circa 10 anni).
"King of Thorn" non lo conosco, ma, fidandomi ciecamente dell'analisi di Twinkle, mi sa che lo metterò agli ultimi posti della mia lunga lista di opere da vedere.
Complimenti ai recensori!
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