Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi titoli ecchi, con gli anime Kiss x Sis (2010) e Love Hina e il manga Franken Fran.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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9.0/10
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"Fran,
se chiude gli occhi è per pensare,
fugge da questo mondo traditore
per studiare i misteri di Vita, Corpo e Amore
col suo gioco intellettuale."

E' un onore per me essere la prima a recensire questa serie manga, nella speranza che qualcuno, sfogliandolo distrattamente in fumetteria, decida di dargli una possibilità e magari trarne gli stessi punti di riflessione che ho incontrato anch'io.

Franken Fran non è un manga semplice, o meglio, è la classica storia che può essere letta a vari livelli di intensità, nonostante l'apparenza banalità della trama.
Il professor Madaraki è un uomo potente, solitario, misterioso...e il più grande scienziato che sia mai esistito. Malattie, mutilazioni, persino la morte! Non esiste un ostacolo che non sia stato in grado di affrontare nella sua carriera. Tutti conoscono il suo nome, ma quello che in molti non sanno è che da tempo il Professor Madaraki sembra essersi ritirato dal campo della medicina e al suo posto ha lasciato la migliore delle sue creazioni: Fran Madaraki. Come il suo nome suggerisce, la ragazza in questione è stata costruita cucendo insieme parti e organi di vari corpi ma, contrariamente al mostro di Frankenstein, la protagonista della storia è una ragazzina gracile e minuta, dall'espressione sognante e malinconica, quasi impercettibile, come se le emozioni e le preoccupazioni quotidiane non facessero parte del suo mondo, o potessero schiacciarla con la loro mole incombente. Più delle cicatrici, quello che colpisce del suo aspetto, sono gli enormi chiodi che spuntano prepotentemente dai lunghi capelli biondi. Ma Fran non è la semplice ragazzina che si vorrebbe proteggere costantemente, è la migliore opera mai creata dal Professor Madaraki e, come tale, la sua intelligenza è fuori dalla media, spaventosa quasi quanto la sua pressoché totale ignoranza per il mondo. Eh sì, perché Fran, chiusa come in uno scrigno nel suo enorme laboratorio, con le creature mostruose alle quali ha dato vita e al suo amico/assistente Okita, un essere con testa umana e corpo di gatto, che si addentra nei meandri della realtà solo per frequentare di tanto in tanto le lezioni scolastiche o per recarsi dove viene chiamata per le sue competenze, conosce ben poco l'amore, l'odio, le perversioni, le follie, le particolarità che caratterizzano ogni singolo essere umano. Ma Fran con la sua medicina può fare quello che desidera, sopperire ad ogni richiesta, sotto compenso oppure gratuitamente, e cosa potrebbe succedere se a questa ragazza, tanto potente quanto fragile, venissero proposte sfide oltre ogni limite? Chi di noi non ha mai desiderato cambiare qualcosa del proprio corpo, smussare qualche lato del carattere, sognato di essere più forte, di essere amato... Tutto questo e anche di più, Fran farà per poi, ma ovviamente a modo suo, cercando sempre di accontentare tutti e di dare il meglio di sé, ma spesso fallendo miseramente.

Cosa c'è di tanto speciale in tutto questo? Beh, nelle tante storie che compongono gli otto volumi della serie, ci renderemo ben presto conto che Fran è solo il tramite tra il concreto e l'irrealizzabile, tra i sogni e la realtà, e la consapevolezza di quanto spaventoso possa essere davvero l'intricato complesso di sentimenti che ci muove. Indubbiamente, ottenere qualcosa in breve tempo, è molto più allettante che lavorare duro per ottenerlo, ma qual'è il prezzo da pagare? La morte ci spaventa, non l'accettiamo...ma siamo veramente disposti a tutto pur di riavere la persona amata? E se, semplicemente, Fran interpretasse male il nostro desiderio più semplice, come ad esempio vederci meglio perché siamo un pittore e vorremmo provare a dare il meglio di noi?
Questo in sintesi è il surreale mondo di Fran Madaraki, dove sentimento, fantascienza e un soft guro unito ad un pizzico di ironia, ci trascinano in un universo che forse preferiremmo non conoscere. Paradossale, inquietante, a tratti crudele, Franken Fran ci mostra continuamente i due lati della medaglia, quello dell'avidità e della presunzione umana, e la strana percezione del mondo di Fran, totalmente amorale. Il resto dello spazio, sembra essere appositamente destinato alle riflessioni di noi lettori e alle conclusioni che ne vorremmo trarre.
Contrariamente a quanto appare dalle copertine del manga, non troverete nulla che riguarda l'ecchi, non troverete storielle a lieto fine e nemmeno un forte senso di realismo, ma gli spunti di riflessione ci sono...e sono tanti!

In molti non lo apprezzeranno, lo posso immaginare, le scene crude non sono per tutti e in tanti all'inizio faticheranno a trovarne il senso, ma invito tutti coloro che abbiano voglia, di tanto in tanto, di qualcosa di diverso, a dare una possibilità ad un manga quasi unico nel suo genere, se non nell'originalità della trama, per la particolarità della protagonista. Perché Fran credo non assomigli a nessuna!

"Fran,
silenziosa assistente di un dio insufficiente
è un'utopia che non puoi afferrare.
La trovi nell'odio e nell'invidia della gente
che non la riescono ad apprezzare.
Fran con mille braccia
in ogni mano ha una certezza."



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Scansando ogni superflua filippica sui rapporti incestuosi fratello-sorella (anche se nello specifico caso, a onor del vero, trattasi di fratellastri), per cui recentemente l'animazione giapponese sembra nutrire un morboso interesse, mi accingo in questa sede a passare al vaglio l'opera in questione - una rilettura del mito di Biblide e Cauno - impegnandomi a valutarla secondo canoni di giudizio quanto più possibile oggettivi.

Sì, sì, lo so, un esordio così pomposo mal si coniuga con la modestia di un anime insignificante come "Kiss x Sis", il quale, al di là del polverone che l'argomento trattato è in grado di sollevare - un tabù che, diciamoci la verità, chi scandalizza ancora al giorno d'oggi? - non ha granché da offrire.

L'aspetto più deludente di questa serie TV, constatabile sin dai primi episodi, è senza dubbio la trama povera di contenuti, totalmente priva di quegli sviluppi emotivi che potrebbero creare un minimo di interesse nello spettatore.
Filo conduttore virtuale delle dodici puntate è il desiderio delle gemelle Ako e Riko di far superare a Keita, il fratello più giovane di cui sono infatuate, gli esami di ammissione al liceo; a posteriori, l'intreccio si rivela però un abbozzo mal riuscito, più che altro una scusa per introdurre dosi massicce di scene ecchi in maniera (solitamente) forzata.
Sempre che non pensiate che situazioni come preparare un amuleto con un pelo pubico o debellare l'influenza con pratiche da Kamasutra siano invece da considerare scelte azzardate di un regista geniale.

Tuttavia, sull'indecente pochezza della trama si potrebbe pure chiudere un occhio, se almeno le scene più maliziose, che occupano in genere quasi la metà di ogni episodio, fossero pruriginose al punto giusto; peccato che il nostro povero siscon dagli occhi a mandorla, la cui libido quest'anime dovrebbe solleticare, avrà invece a che fare con trovate erotiche piuttosto infantili, che deprimerebbero la carica ormonale dell'hikikomori più allupato.
Trovate che, oltretutto, sfociano spesso nel cattivo gusto.
Baciapile! Bacchettone! In sottofondo mi sembra già di sentire i cori di protesta.
Non è mia intenzione convincervi del contrario, ma se, ad esempio, il protagonista di "Kiss x Sis" trova eccitante essere usato come tavoletta del WC da una sua compagna di scuola dagli evidenti problemi di incontinenza, perdonerete - spero - al sottoscritto, non incline a un certo feticismo, l'aver provato una punta di disgusto.

E' indubbio che si potesse far qualcosa di meglio anche sotto il profilo della caratterizzazione psicologica dei personaggi, egregiamente esemplificata dall'irritante dabbenaggine del protagonista Keita - che non si accorge nemmeno quando Ako e Riko si coricano nel letto con lui, rimanendo addirittura incosciente mentre lo molestano! - tanto che persino il più disperato dei nerd farà fatica a immedesimarsi in un simile invertebrato.
Se aggiungiamo poi due gemelle perennemente in calore, una maggiorata imbranata, una lolita esibizionista, degli amici sporcaccioni e un'insegnante depravata, ecco sfornato il cast al completo. Ovvero: i soliti cliché riproposti con scarsa fantasia.

E pensare che "Kiss x Sis", benché soffra di un character design piuttosto anonimo, graficamente non è neanche male, con animazioni più che accettabili per un prodotto televisivo.
Carine pure le sigle, con l'ending dignitosamente animata in cell-shading; tutti elementi che, insieme alle rare e striminzite risate che riesce a strappare, fanno levitare di un punto la mia personale valutazione del suddetto anime, il quale, sono sicuro, non ingombrerà per molto tempo l'hard-disk del vostro PC.



7.0/10
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Chi ha visto "Maison Ikkoku" e "To Love-RU" si accorgerà sicuramente di quante somiglianze ci siano in "Love Hina" con questi due anime. La storia è ambientata, come in Maison Ikkoku, in una pensione dove il protagonista è il gestore dello stabile; le situazioni narrate assomigliano moltissimo a quelle presenti in "To Love-RU" dove un ragazzo imbranato vive a stretto contatto con un nutrito gruppo di ragazze che - anche se spesso non lo ammettono - sono attratte da lui. Keitaro, proprio come Rito, tende sempre a cacciarsi in situazioni in cui fa involontariamente la figura del pervertito. Una delle gag ricorrenti vede il ragazzo scivolare e cadere addosso a una delle fanciulle, finendo immancabilmente per aggrapparsi al seno o ai glutei della poveretta che reagisce con violenza o fuggendo terrorizzata. Queste gag sono divertenti e mai pesanti, difficile classificare il prodotto come "ecchi": secondo me questi momenti sono più simili a una commedia surreale che a un momento ambito dagli amanti del fanservice.

L'elemento che incuriosisce, invece, è la ricerca da parte di Keitaro della misteriosa bambina a cui quindici anni prima promise di entrare insieme all'Università di Tokyo. Proposto come la curiosa e romantica idea di un ragazzo che rivive l'unico momento in cui una donna gli ha dichiarato il suo amore, durante la serie assume sempre più i contorni di una vera e propria caccia al tesoro. Le cose diventano poi sempre più intriganti quando si scopre che Mutsumi, una delle ragazze che frequentano saltuariamente la pensione, ha una storia speculare a quella di Keitaro: che sia lei la bambina misteriosa? Come se non bastasse Keitaro (poco portato per gli studi) nel frattempo ha promesso a Naru - la coprotagonista della serie, che lo aiuta negli esami di preparazione - di entrare insieme a lei all'università di Tokyo. Gli eventi che accadono nel dormitorio, legati alle due promesse, ci mostreranno i tratti caratteristici dei vari personaggi e l'evoluzione dei loro sentimenti.

I personaggi sono vari e ben caratterizzati: troviamo l'apatica e approfittatrice donna che cerca di emergere (Kitsune), la studentessa modello che si è sacrificata per due anni pur di esaudire il suo sogno (Naru), la maestra di arti marziali che ha dedicato la sua vita all'arte della spada e ora scopre i primi turbamenti d'amore (Motoko), la timida ragazzina che si innamora non corrisposta di Keitaro (Shinobu) e la pestifera ragazza abile con la tecnologia che proviene da un paese esotico (Kaolla). Il quadro si completa con Keitaro, la somma degli stereotipi associati agli imbranati, e con Mutsumi che in quanto a sbadataggine è addirittura peggio di Keitaro. Ognuno di loro custodisce un "segreto" che, nel corso della serie, viene mostrato rendendo i personaggi sempre più interessanti.

Una grossa pecca dell'anime è quella di interrompersi a metà rispetto al manga da cui è tratto. Non so quali motivi hanno portato alla sospensione del progettto dopo 24 episodi, ma è un vero peccato lasciare la storia ad un punto in cui le cose sembrano andare in una direzione senza però dare una svolta netta. Anche il doppiaggio non è entusiasmante, ho trovato scadente Ludovica Marineo/Haruka (per niente migliorata rispetto al deludente doppiaggio di Kyoko nella seconda parte degli episodi di Maison Ikkoku), poco espressive le voci di Shinobu, Kaolla e Motoko e curiosa l'intonazione data da Domitilla D'Amico a Kitsune. Unica piacevole eccezione Perla Liberatori/Naru, capace di passare nel giro di pochi secondi da un tono estremamente arrabbiato a uno molto dolce che riesce a rendere alla perfezione il carattere un po' altalenante del personaggio.

Opera divertente, da vedersi dopo aver terminato serie più complesse o se si ha voglia di qualcosa che possa far passare dei momenti spensierati senza impegno: un'occhiata la merita sicuramente anche se si rimane con l'impressione che sia stata sfruttata solo una piccola parte del potenziale racchiuso nel manga.