Intervista tratta dal magazine Shin-Q Vol.2 2017.
Prima di tutto, ci piacerebbe sapere come mai sia stata scelta quest’opera per un adattamento anime. Violet Evergarden è un titolo che è stato pubblicato dalla KA Esuma Bunko, etichetta legata alla Kyoto Animation, giusto?
Si, è un lavoro che era stato scelto all’unanimità come vincitore di un concorso sponsorizzato dallo studio, i Kyoto Animation Awards. Vincitore di un grande concorso... Suona davvero bene. (ride)
Ha battuto la concorrenza di molte altre opere.
Proprio così, praticamente ha vinto la medaglia d’oro, è stato l’unico titolo ad ottenere quel riconoscimento. Ero uno dei giudici, ma il risultato era stato oggettivamente frutto del consenso generale e tutti quanti credevamo che meritasse la vittoria. Era inevitabile che si decidesse di animarlo.
Abbiamo saputo che durante quel periodo lei desiderava ardentemente diventare il regista di Violet Garden. Conferma?
Più che desiderare, direi che stavo già spingendo per poterne essere il regista. Mentre lo staff della Kyoto Animation vagliava le possibilità tra i vari titoli, io continuavo a pressare sulla scelta di quest’opera. Il mio pensiero era sempre “cavolo, sarebbe fantastico poter lavorare su Violet Evergarden!”. Dopo poco mi chiesero di diventarne il regista e quindi eccomi qua.
Violet Evergarden vinse il premio più importante, venne pubblicato, ne fu annunciato l’adattamento animato e infine lei venne scelto per dirigerlo. Quali sono stati i punti sui quali riteneva di dover lavorare con grande attenzione durante l’adattamento animato?
Come dice il titolo, la storia intera ruota intorno alla protagonista, Violet, quindi credo che la chiave fosse tirar fuori un suo vero e proprio autoritratto. È probabilmente esagerato dire che questo titolo si focalizzi solo su di lei; diciamo che è più un insieme di storie ed episodi, che inevitabilmente hanno lei come epicentro. Ovviamente il modo in cui viene rappresentato un personaggio nelle novel e nel visual è differente, quindi la mia preoccupazione maggiore era che il personaggio di Violet potesse perdere qualcosa nell’adattamento animato. Ho sempre tenuto a mente ciò che mi trasmetteva l’opera leggendola, per poter rendere al meglio le mie sensazioni.
Certamente questa storia ruota interamente intorno a Violet, ma ci sembra un po’ scorretto etichettarla come una semplice storia di crescita personale.
La stessa Violet è un personaggio un po’ effimero. È la protagonista, ma nonostante la storia giri intorno alla sua crescita, la sua presenza è abbastanza incostante. Ti chiedi continuamente se ci sia o meno. Proprio perché si tratta di questo tipo di personaggio, non puoi portare avanti la storia in modo lineare ed ortodosso; bisogna includere anche delle parti che mostrino le diverse percezioni che lei ha del mondo. Penso sia una delle cose più interessanti di questo titolo. Un membro dello staff disse “sembra che Violet sia un prisma”, riferendosi a quante cose passano attraverso di lei e si disperdono. Più che avere un effetto
sugli altri, lei trova costantemente il modo di crescere attraverso gli incontri con queste persone, riuscendo ad iniziare a cambiare sé stessa. Lei è quel tipo di personaggio.
Leggendo le novels, ho avuto l’impressione che l’amore fosse ben presente nella storia. Invece guardando i primi due episodi all’anteprima, mi è sembrato non ci fosse solo quello. Piuttosto una più ampia varietà di sentimenti ed emozioni.
Assolutamente, senza alcun dubbio. Puoi prendere una serie di emozioni ed amalgamarle in svariati modi, ottenendo cose tipo “una triste felicità”, ma in realtà è solo una parziale espressione di ciò che sentono i personaggi e non puoi trasmettere tutto questo in modo semplice. Nonostante questo devi essere in grado di categorizzare e di riassumere tutto questo nel tuo lavoro. Quando riesci a farlo e in seguito riesamini il tutto, sei in grado di notare sfumature che prima ti erano sfuggite? Quello è stato il mio approccio lavorando a questo titolo. Questa serie è una raccolta di storie, dove ogni settimana mostreremo qualcosa di diverso. Violet è proprio questo.
Quindi l’idea di “qualcosa che non si può esprimere in modo semplice” è un tema presente in questo titolo?
Si, anche se non è semplice da spiegare.
Ci indichi gli aspetti fondamentali della versione cartacea che ha voluto mantenere.
Volevamo che Violet fosse alla costante ricerca del significato di una certa frase detta a lei da Gilbert, in questo modo pensavamo di poter scavare più a fondo nell’interiorità della protagonista e di scoprire sempre qualcosa in più su di lei. Questo è il punto centrale della serie.
Prima ha detto che le novel di Violet Evergarden sono una raccolta di storie e racconti. Ha usato questo aspetto a suo vantaggio per realizzare il suo lavoro?
Certo. Sono partito dalla bellezza del format stesso. Dopotutto è divertente andare in viaggio attraverso posti diversi, in uno scenario stile road movie. Ho pensato a come poter usare al meglio tutto questo nella serie. Durante gli incontri di lavoro sulla sceneggiatura, ci siamo soffermati su quanto sarebbe bello se anche noi, nell’aldilà, potessimo attraversare il mondo come lei. Violet è quella che le persone chiamano “una ignorante del mondo”, è forte ma non in modo eccezionale e sembra più “vicina” a ciò che siamo anche noi. Per questo parte per un viaggio senza una vera meta e sarebbe bello seguirla in quel percorso; ecco perché penso che non avessimo altra scelta se non ritrarre la protagonista utilizzando tutti questi
luoghi differenti. È diventata pian piano una parte fondamentale dello show.
Nella versione animata appaiono anche due personaggi originali, non presenti nelle novel, Erica e Iris. È stata un’aggiunta a cui avete pensato successivamente all’iniziale pianificazione del lavoro, vero?
Onestamente, inizialmente non pensavo ci fosse la necessità di avere personaggi extra. Come ho detto precedentemente, questa è una serie di racconti che ruotano intorno alla figura di Violet, quindi è gia ricca di personaggi che lei incontra settimana dopo settimana. Ritenevo inutile l’aggiunta di altri personaggi. Però dopo aver parlato con la creatrice della serie, Reiko Yoshida, ho capito che in realtà entrambi volevamo dei compagni per la protagonista che fossero presenti nel luogo in cui lei alla fine ritorna sempre. Abbiamo pensato che avere persone legate a lei, che le permettessero di poter confrontare le proprie sensazioni quando incontra degli sconosciuti, fosse il modo migliore per mostrare i suoi sentimenti. Altrimento penso che Violet sarebbe stata fin troppo vagabonda! (Ride)
Erica e Iris sono semplicemente delle amiche, con cui è facile empatizzare vista la loro vicinanza con la protagonista. Da un lato più pragmatico, è poco realistico che Cattleya lavori completamente da sola nella divisione di scrittura della CH Mail Services, dove lavora anche Violet.
Quindi alla fine la CH Mail Services è diventata più grande del previsto.
Volevo fosse più piccola, famigliare, ma avevo anche bisogno di creare l’atmosfera di un’azienda nella quale chiunque potrebbe lavorare. Man mano che il contenuto della storia è andato in crescendo la stessa cosa è avvenuta per l’azienda, sfortunatamente. Lo stesso edificio è sembrato crescere di dimensione dopo aver aumentato il numero di personaggi che si occupano del lavoro di scrittura delle lettere.
Mi piacerebbe parlare anche del design e di vari aspetti dell’animazione. Akiko Takase si è occupata delle illustrazioni per le novel e anche di tutto il design dell’anime, inoltre è stata anche la direttrice del comparto animazione. Di cosa avete discusso durante il processo di design?
Durante quel processo non ero minimamente coinvolto. Dopotutto, la stessa Takeda, che già aveva letto la storia, aveva già un’idea sulle immagini da creare e si è occupata sempre lei del character design. Ha fatto un lavoro molto personale.
E quando è arrivato il momento di revisionare il design per l’anime? Takase ha continuato a lavorarci da sola?
Abbiamo creato un paio di pubblicità anche per le novels, ma per queste abbiamo pensato di usare gli schizzi che lei stessa aveva creato per le illustrazioni. Invece quando è arrivato il momento di animare la serie vera e propria, ci ha chiesto di rimpicciolire un po’ gli occhi.
Voleva rendere il tutto un po’ più reale e meno fantasy. Tenendo conto della sua opinione, abbiamo modificato i vari designs anche quando ci siamo occupati delle pubblicità per le novels. Io dico “noi”, ma essenzialmente il lavoro di disegno era praticamente tutto suo.
Parlando del chara-design, di solito si tende a ridurre la quantità di linee dei disegni, ma sembra che in questo caso non sia così.
Per la maggior parte non le abbiamo ridotte. Le illustrazioni delle novels davano un’identità ben distinta al lavoro e sarebbe stato un errore eliminare quella caratteristica, di conseguenza abbiamo lavorato duramente affinchè potessimo mantenere il tutto così com’era.
Quando ho visto gli schizzi del character design sono rimasto impressionato dal numero di linee che erano ancora presenti. Erano praticamente identici a quelli del lavoro originale.
Se le andiamo a comprare con quelle utilizzate nella pubblicità delle novel, sono addirittura diminuite un po’. Non cambiammo assolutamente nulla allora, fu un vero inferno (Ride).
Disegnammo persino le linee sotto i vestiti! Inoltre era tutto disegnato a mano, senza alcun tipo di traccia o ricopiatura. Furono tutte cose che ci potemmo permettere perché si trattava di uno spot pubblicitario, ma per la serie tv abbiamo dovuto limitare alcune cose, come potrete immaginare.
Ha fatto alcune richieste a Takase durante il processo di animazione?
Non sono intervenuto durante il processo di design, ma quando è arrivato il momento di disegnare le key animation ho voluto che il punto focale del lavoro fossero le sopracciglia di Violet. È un personaggio che non comprende le emozioni e i sentimenti delle persone, ma questo non significa che le manchi qualcosa che tutti noi abbiamo. È l’ambiente in cui si trovava a non averle insegnato queste lezioni di umanità, per questo non conosce questi aspetti. Anche se non riesce ad esprimerle più di tanto, lei possiede le nostre stesse emozioni. Nella novel Gilbert le dice “Provi anche tu tutte queste emozioni, altrimenti, perché avresti quello sguardo?”, quindi ci deve essere sicuramente qualche scampolo di emozioni in lei. Quando ho pensato alla parte del corpo che meglio poteva esprimere questo concetto, ho scelto di utilizzare le sopracciglia piuttosto che gli occhi perché mi sembravano più adatte. Ci siamo poi concentrati su come gestire le ombre in quella zona, per poter ottenere l’effetto voluto.
Tutti questi piccoli dettagli sono un’altra cosa bellissima della serie.
Abbiamo davvero lavorato duramente sulle sopracciglia. Sono una semplice linea, ma le abbiamo costantemente revisionate e modificate per poter ottenere il miglior effetto possibile, per esempio nel modo in cui si inclinano ecc.
Guardando il prodotto finale, la parte visual è veramente incredibile.
Ho pensato che tante persone, leggendo le novel, si immaginassero le città in uno stile Londinese o quantomeno vittoriano. Non solo la tipica nebbia di Londra, ma quella solenne sensazione di calma e grigiore tipica di questa città. Ma mentre discutevo vari dettagli con Yoshida lei mi disse “Violet potrebbe effettivamente trovarsi in questo tipo di ambiente ma non ci sarebbe alcun disagio per lei, sarebbe troppo ordinario”. Da quel momento abbiamo rivisto tutto il lavoro sull’ambientazione e tirato fuori varie idee. Il tofu appare nella novel, quindi siamo dovuti partire dal concetto che fosse presente un commercio orientale, proveniente dall’Asia attraverso la Via Della Seta. Partendo da lì abbiamo elaborato diversi mix particolari di varie culture, aggiungendo per esempio le rive del Mar Mediterraneo.
L’immagine stoica di Violet avrebbe creato dei problemi con ciò che la circonda e alcuni personaggi si sarebbero un po’ persi in questa cosa. Ci siamo davvero impegnati per mostrare al meglio questo ambiente caldo e accogliente.
È tutto molto legato alle ombreggiature e ai vari effetti, giusto?
Abbiamo utilizzato tecniche che avevamo già usato, ma per alcuni punti, che richiedevano una particolare brillantezza, abbiamo inserito tantissimi colori individuali. Non era di per sé un voler mettere in risalto questi punti, ma più che altro riflettendo la luce su di essi potevamo dare un effetto di maggiore ombreggiatura. Inoltre durante la scannerizzazione delle key animation e in altre fasi del lavoro, potevamo aggiustare le linee. Non le abbiamo sbiadite, ma piuttosto abbiamo aggiustato il colore con una tonalità simile per poter emulare un riflesso. Se è una linea delle pelle allora si usa una tonalità di colore della pelle, se è una linea di un vestito allora si utilizza una tonalità simile a quella del vestito. Così facendo i colori delle linee cambiano molto, dando più profondità a quell’elemento specifico.
Ora ho capito. Anche se una linea dell’illustrazione è marrone, non significa assolutamente che tutte le linee vicine debbano esserlo.
Esatto. Nello stesso momento si è anche lavorato per rendere le linee più marcate. Lo staff ha lavorato duramente su tantissimi elementi.
C'era fin dall’inizio l'intenzione di applicare a tutta la serie questo tipo di processo?
In realtà c'è stato un momento particolare, durante l’uscita dei video promozionali e mentre lavoravamo al primo episodio, in cui è partito tutto. Mentre davo un'occhiata al materiale completo dissi qualcosa del tipo “le linee sono grosse e ostruttive, non è proprio bello da vedere”. Quindi qualcuno ha iniziato a chiedersi come poter affrontare quel problema e si è offerto volontario per sistemarlo. Sembravano tutti una truppa di soldati, piuttosto che uno staff.
L'intero visual è veramente fantastico e non solo per il design dei personaggi. Tutto l'insieme è un capolavoro.
Non vediamo delle linee di contorno spesse guardando agli oggetti giusto? Ecco perché abbiamo lavorato in modo meticoloso affinchè questi disegni risultassero tangibili. Non è solo il risultato delle mie idee, sono stato fortunato ad avere un grande staff che si è impegnato in modo incredibile per questo lavoro.
Ci indichi alcuni punti particolari o aspetti che dovremmo ricercare nel primo episodio.
È un episodio relativamente lineare, quindi non aspettatevi grandi sorprese. Se proprio devo indicare qualcosa, vi consiglio di guardare attentamente la presentazione di Violet. Abbiamo creato questa serie intorno al suo personaggio, ma nonostante la mia intenzione di metterla sotto i riflettori, credo che gli spettatori potranno trovare anche altri aspetti da potersi godere durante la serie. Non è un assortimento di soli dolci, c'è molto di più da scoprire nella scatola!
Visto che Violet non conosce granché il mondo esterno, è bello vedere Hodgins e Benedict condividere le proprie conoscenze con lei. Un po’ come un genitore che con impegno educa sua figlia.
In effetti potrebbe essere un altro aspetto da osservare, dei genitori che cercano di insegnare qualcosa alla loro figlia. Mi piacerebbe che i papà di tutto il mondo guardassero questa serie, si ritroverebbero sicuramente in questi personaggi. Probabilmente saranno troppo impegnati e non avranno tempo, ma penso che questa sia una serie che tutti coloro che hanno cresciuto un figlio potranno apprezzare.
Per questa serie si sono tenuti eventi di presentazione in tutto il mondo. Com'è andata?
Quando siamo andati negli Stati Uniti, era la prima volta in cui altre persone avrebbero visto questo lavoro, quindi ero estremamente nervoso. Consapevole della differenza di cultura, pensavo che la loro reazione sarebbe stata diversa dai giapponesi, ma hanno reagito con grande entusiasmo dopo aver visto l'episodio. Ho sentito tantissimi “whoa!”, ma onestamente non so se fossero dovuti all'episodio appena visto o alla bellezza dell'evento in sé. Dopo la proiezione, una persona gentilissima che controllava l'entrata del backstage, mi ha mostrato il suo smartphone dove aveva appositamente tradotto un messaggio che diceva “è stato fantastico!”. Dopo aver visto quanto fosse contento di poter comunicare con me, mi sono sentito così felice e grato di aver potuto lavorare a questo show. Ho pensato che gli Stati Uniti fossero un bel paese, dove qualcuno poteva apertamentamente dirmi certe cose.
Doveva semplicemente controllare il backstage, ma ha addirittura voluto mostrarle la sua reazione. Immagino l'abbia resa felice.
Ci puoi scommettere! (ride). Ho provato una cosa simile anche quando siamo stati in Germania. La reazione entusiasta della folla fu la stessa, ma l'interazione avuta con lo staff di supporto mi ha lasciato un segno ancora più profondo. Mentre rispondevo ad alcune domande per una rivista anime, la donna che mi stava intervistando mi disse che secondo lei il primo episodio era semplicemente eccellente. Non conosco il tedesco, quindi non potetti risponderle in modo appropriato, ma fui veramente felice per quel messaggio che arrivava dritto dal suo cuore.
Concludendo, un messaggio per tutti coloro che stanno leggendo questa intervista e aspettano con trepidazione la messa in onda.
Sarò sincero, Violet Evergarden può apparire inizialmente come un'opera pesante, ma è una serie che si rivela ogni episodio sempre più un’esperienza da provare. Guardatela tutta e spero davvero che vi trasmetta tanto a livello emozionale.
Prima di tutto, ci piacerebbe sapere come mai sia stata scelta quest’opera per un adattamento anime. Violet Evergarden è un titolo che è stato pubblicato dalla KA Esuma Bunko, etichetta legata alla Kyoto Animation, giusto?
Si, è un lavoro che era stato scelto all’unanimità come vincitore di un concorso sponsorizzato dallo studio, i Kyoto Animation Awards. Vincitore di un grande concorso... Suona davvero bene. (ride)
Ha battuto la concorrenza di molte altre opere.
Proprio così, praticamente ha vinto la medaglia d’oro, è stato l’unico titolo ad ottenere quel riconoscimento. Ero uno dei giudici, ma il risultato era stato oggettivamente frutto del consenso generale e tutti quanti credevamo che meritasse la vittoria. Era inevitabile che si decidesse di animarlo.
Abbiamo saputo che durante quel periodo lei desiderava ardentemente diventare il regista di Violet Garden. Conferma?
Più che desiderare, direi che stavo già spingendo per poterne essere il regista. Mentre lo staff della Kyoto Animation vagliava le possibilità tra i vari titoli, io continuavo a pressare sulla scelta di quest’opera. Il mio pensiero era sempre “cavolo, sarebbe fantastico poter lavorare su Violet Evergarden!”. Dopo poco mi chiesero di diventarne il regista e quindi eccomi qua.
Violet Evergarden vinse il premio più importante, venne pubblicato, ne fu annunciato l’adattamento animato e infine lei venne scelto per dirigerlo. Quali sono stati i punti sui quali riteneva di dover lavorare con grande attenzione durante l’adattamento animato?
Come dice il titolo, la storia intera ruota intorno alla protagonista, Violet, quindi credo che la chiave fosse tirar fuori un suo vero e proprio autoritratto. È probabilmente esagerato dire che questo titolo si focalizzi solo su di lei; diciamo che è più un insieme di storie ed episodi, che inevitabilmente hanno lei come epicentro. Ovviamente il modo in cui viene rappresentato un personaggio nelle novel e nel visual è differente, quindi la mia preoccupazione maggiore era che il personaggio di Violet potesse perdere qualcosa nell’adattamento animato. Ho sempre tenuto a mente ciò che mi trasmetteva l’opera leggendola, per poter rendere al meglio le mie sensazioni.
Certamente questa storia ruota interamente intorno a Violet, ma ci sembra un po’ scorretto etichettarla come una semplice storia di crescita personale.
La stessa Violet è un personaggio un po’ effimero. È la protagonista, ma nonostante la storia giri intorno alla sua crescita, la sua presenza è abbastanza incostante. Ti chiedi continuamente se ci sia o meno. Proprio perché si tratta di questo tipo di personaggio, non puoi portare avanti la storia in modo lineare ed ortodosso; bisogna includere anche delle parti che mostrino le diverse percezioni che lei ha del mondo. Penso sia una delle cose più interessanti di questo titolo. Un membro dello staff disse “sembra che Violet sia un prisma”, riferendosi a quante cose passano attraverso di lei e si disperdono. Più che avere un effetto
sugli altri, lei trova costantemente il modo di crescere attraverso gli incontri con queste persone, riuscendo ad iniziare a cambiare sé stessa. Lei è quel tipo di personaggio.
Leggendo le novels, ho avuto l’impressione che l’amore fosse ben presente nella storia. Invece guardando i primi due episodi all’anteprima, mi è sembrato non ci fosse solo quello. Piuttosto una più ampia varietà di sentimenti ed emozioni.
Assolutamente, senza alcun dubbio. Puoi prendere una serie di emozioni ed amalgamarle in svariati modi, ottenendo cose tipo “una triste felicità”, ma in realtà è solo una parziale espressione di ciò che sentono i personaggi e non puoi trasmettere tutto questo in modo semplice. Nonostante questo devi essere in grado di categorizzare e di riassumere tutto questo nel tuo lavoro. Quando riesci a farlo e in seguito riesamini il tutto, sei in grado di notare sfumature che prima ti erano sfuggite? Quello è stato il mio approccio lavorando a questo titolo. Questa serie è una raccolta di storie, dove ogni settimana mostreremo qualcosa di diverso. Violet è proprio questo.
Quindi l’idea di “qualcosa che non si può esprimere in modo semplice” è un tema presente in questo titolo?
Si, anche se non è semplice da spiegare.
Ci indichi gli aspetti fondamentali della versione cartacea che ha voluto mantenere.
Volevamo che Violet fosse alla costante ricerca del significato di una certa frase detta a lei da Gilbert, in questo modo pensavamo di poter scavare più a fondo nell’interiorità della protagonista e di scoprire sempre qualcosa in più su di lei. Questo è il punto centrale della serie.
Prima ha detto che le novel di Violet Evergarden sono una raccolta di storie e racconti. Ha usato questo aspetto a suo vantaggio per realizzare il suo lavoro?
Certo. Sono partito dalla bellezza del format stesso. Dopotutto è divertente andare in viaggio attraverso posti diversi, in uno scenario stile road movie. Ho pensato a come poter usare al meglio tutto questo nella serie. Durante gli incontri di lavoro sulla sceneggiatura, ci siamo soffermati su quanto sarebbe bello se anche noi, nell’aldilà, potessimo attraversare il mondo come lei. Violet è quella che le persone chiamano “una ignorante del mondo”, è forte ma non in modo eccezionale e sembra più “vicina” a ciò che siamo anche noi. Per questo parte per un viaggio senza una vera meta e sarebbe bello seguirla in quel percorso; ecco perché penso che non avessimo altra scelta se non ritrarre la protagonista utilizzando tutti questi
luoghi differenti. È diventata pian piano una parte fondamentale dello show.
Nella versione animata appaiono anche due personaggi originali, non presenti nelle novel, Erica e Iris. È stata un’aggiunta a cui avete pensato successivamente all’iniziale pianificazione del lavoro, vero?
Onestamente, inizialmente non pensavo ci fosse la necessità di avere personaggi extra. Come ho detto precedentemente, questa è una serie di racconti che ruotano intorno alla figura di Violet, quindi è gia ricca di personaggi che lei incontra settimana dopo settimana. Ritenevo inutile l’aggiunta di altri personaggi. Però dopo aver parlato con la creatrice della serie, Reiko Yoshida, ho capito che in realtà entrambi volevamo dei compagni per la protagonista che fossero presenti nel luogo in cui lei alla fine ritorna sempre. Abbiamo pensato che avere persone legate a lei, che le permettessero di poter confrontare le proprie sensazioni quando incontra degli sconosciuti, fosse il modo migliore per mostrare i suoi sentimenti. Altrimento penso che Violet sarebbe stata fin troppo vagabonda! (Ride)
Erica e Iris sono semplicemente delle amiche, con cui è facile empatizzare vista la loro vicinanza con la protagonista. Da un lato più pragmatico, è poco realistico che Cattleya lavori completamente da sola nella divisione di scrittura della CH Mail Services, dove lavora anche Violet.
Quindi alla fine la CH Mail Services è diventata più grande del previsto.
Volevo fosse più piccola, famigliare, ma avevo anche bisogno di creare l’atmosfera di un’azienda nella quale chiunque potrebbe lavorare. Man mano che il contenuto della storia è andato in crescendo la stessa cosa è avvenuta per l’azienda, sfortunatamente. Lo stesso edificio è sembrato crescere di dimensione dopo aver aumentato il numero di personaggi che si occupano del lavoro di scrittura delle lettere.
Mi piacerebbe parlare anche del design e di vari aspetti dell’animazione. Akiko Takase si è occupata delle illustrazioni per le novel e anche di tutto il design dell’anime, inoltre è stata anche la direttrice del comparto animazione. Di cosa avete discusso durante il processo di design?
Durante quel processo non ero minimamente coinvolto. Dopotutto, la stessa Takeda, che già aveva letto la storia, aveva già un’idea sulle immagini da creare e si è occupata sempre lei del character design. Ha fatto un lavoro molto personale.
E quando è arrivato il momento di revisionare il design per l’anime? Takase ha continuato a lavorarci da sola?
Abbiamo creato un paio di pubblicità anche per le novels, ma per queste abbiamo pensato di usare gli schizzi che lei stessa aveva creato per le illustrazioni. Invece quando è arrivato il momento di animare la serie vera e propria, ci ha chiesto di rimpicciolire un po’ gli occhi.
Voleva rendere il tutto un po’ più reale e meno fantasy. Tenendo conto della sua opinione, abbiamo modificato i vari designs anche quando ci siamo occupati delle pubblicità per le novels. Io dico “noi”, ma essenzialmente il lavoro di disegno era praticamente tutto suo.
Parlando del chara-design, di solito si tende a ridurre la quantità di linee dei disegni, ma sembra che in questo caso non sia così.
Per la maggior parte non le abbiamo ridotte. Le illustrazioni delle novels davano un’identità ben distinta al lavoro e sarebbe stato un errore eliminare quella caratteristica, di conseguenza abbiamo lavorato duramente affinchè potessimo mantenere il tutto così com’era.
Quando ho visto gli schizzi del character design sono rimasto impressionato dal numero di linee che erano ancora presenti. Erano praticamente identici a quelli del lavoro originale.
Se le andiamo a comprare con quelle utilizzate nella pubblicità delle novel, sono addirittura diminuite un po’. Non cambiammo assolutamente nulla allora, fu un vero inferno (Ride).
Disegnammo persino le linee sotto i vestiti! Inoltre era tutto disegnato a mano, senza alcun tipo di traccia o ricopiatura. Furono tutte cose che ci potemmo permettere perché si trattava di uno spot pubblicitario, ma per la serie tv abbiamo dovuto limitare alcune cose, come potrete immaginare.
Ha fatto alcune richieste a Takase durante il processo di animazione?
Non sono intervenuto durante il processo di design, ma quando è arrivato il momento di disegnare le key animation ho voluto che il punto focale del lavoro fossero le sopracciglia di Violet. È un personaggio che non comprende le emozioni e i sentimenti delle persone, ma questo non significa che le manchi qualcosa che tutti noi abbiamo. È l’ambiente in cui si trovava a non averle insegnato queste lezioni di umanità, per questo non conosce questi aspetti. Anche se non riesce ad esprimerle più di tanto, lei possiede le nostre stesse emozioni. Nella novel Gilbert le dice “Provi anche tu tutte queste emozioni, altrimenti, perché avresti quello sguardo?”, quindi ci deve essere sicuramente qualche scampolo di emozioni in lei. Quando ho pensato alla parte del corpo che meglio poteva esprimere questo concetto, ho scelto di utilizzare le sopracciglia piuttosto che gli occhi perché mi sembravano più adatte. Ci siamo poi concentrati su come gestire le ombre in quella zona, per poter ottenere l’effetto voluto.
Tutti questi piccoli dettagli sono un’altra cosa bellissima della serie.
Abbiamo davvero lavorato duramente sulle sopracciglia. Sono una semplice linea, ma le abbiamo costantemente revisionate e modificate per poter ottenere il miglior effetto possibile, per esempio nel modo in cui si inclinano ecc.
Guardando il prodotto finale, la parte visual è veramente incredibile.
Ho pensato che tante persone, leggendo le novel, si immaginassero le città in uno stile Londinese o quantomeno vittoriano. Non solo la tipica nebbia di Londra, ma quella solenne sensazione di calma e grigiore tipica di questa città. Ma mentre discutevo vari dettagli con Yoshida lei mi disse “Violet potrebbe effettivamente trovarsi in questo tipo di ambiente ma non ci sarebbe alcun disagio per lei, sarebbe troppo ordinario”. Da quel momento abbiamo rivisto tutto il lavoro sull’ambientazione e tirato fuori varie idee. Il tofu appare nella novel, quindi siamo dovuti partire dal concetto che fosse presente un commercio orientale, proveniente dall’Asia attraverso la Via Della Seta. Partendo da lì abbiamo elaborato diversi mix particolari di varie culture, aggiungendo per esempio le rive del Mar Mediterraneo.
L’immagine stoica di Violet avrebbe creato dei problemi con ciò che la circonda e alcuni personaggi si sarebbero un po’ persi in questa cosa. Ci siamo davvero impegnati per mostrare al meglio questo ambiente caldo e accogliente.
È tutto molto legato alle ombreggiature e ai vari effetti, giusto?
Abbiamo utilizzato tecniche che avevamo già usato, ma per alcuni punti, che richiedevano una particolare brillantezza, abbiamo inserito tantissimi colori individuali. Non era di per sé un voler mettere in risalto questi punti, ma più che altro riflettendo la luce su di essi potevamo dare un effetto di maggiore ombreggiatura. Inoltre durante la scannerizzazione delle key animation e in altre fasi del lavoro, potevamo aggiustare le linee. Non le abbiamo sbiadite, ma piuttosto abbiamo aggiustato il colore con una tonalità simile per poter emulare un riflesso. Se è una linea delle pelle allora si usa una tonalità di colore della pelle, se è una linea di un vestito allora si utilizza una tonalità simile a quella del vestito. Così facendo i colori delle linee cambiano molto, dando più profondità a quell’elemento specifico.
Ora ho capito. Anche se una linea dell’illustrazione è marrone, non significa assolutamente che tutte le linee vicine debbano esserlo.
Esatto. Nello stesso momento si è anche lavorato per rendere le linee più marcate. Lo staff ha lavorato duramente su tantissimi elementi.
C'era fin dall’inizio l'intenzione di applicare a tutta la serie questo tipo di processo?
In realtà c'è stato un momento particolare, durante l’uscita dei video promozionali e mentre lavoravamo al primo episodio, in cui è partito tutto. Mentre davo un'occhiata al materiale completo dissi qualcosa del tipo “le linee sono grosse e ostruttive, non è proprio bello da vedere”. Quindi qualcuno ha iniziato a chiedersi come poter affrontare quel problema e si è offerto volontario per sistemarlo. Sembravano tutti una truppa di soldati, piuttosto che uno staff.
L'intero visual è veramente fantastico e non solo per il design dei personaggi. Tutto l'insieme è un capolavoro.
Non vediamo delle linee di contorno spesse guardando agli oggetti giusto? Ecco perché abbiamo lavorato in modo meticoloso affinchè questi disegni risultassero tangibili. Non è solo il risultato delle mie idee, sono stato fortunato ad avere un grande staff che si è impegnato in modo incredibile per questo lavoro.
Ci indichi alcuni punti particolari o aspetti che dovremmo ricercare nel primo episodio.
È un episodio relativamente lineare, quindi non aspettatevi grandi sorprese. Se proprio devo indicare qualcosa, vi consiglio di guardare attentamente la presentazione di Violet. Abbiamo creato questa serie intorno al suo personaggio, ma nonostante la mia intenzione di metterla sotto i riflettori, credo che gli spettatori potranno trovare anche altri aspetti da potersi godere durante la serie. Non è un assortimento di soli dolci, c'è molto di più da scoprire nella scatola!
Visto che Violet non conosce granché il mondo esterno, è bello vedere Hodgins e Benedict condividere le proprie conoscenze con lei. Un po’ come un genitore che con impegno educa sua figlia.
In effetti potrebbe essere un altro aspetto da osservare, dei genitori che cercano di insegnare qualcosa alla loro figlia. Mi piacerebbe che i papà di tutto il mondo guardassero questa serie, si ritroverebbero sicuramente in questi personaggi. Probabilmente saranno troppo impegnati e non avranno tempo, ma penso che questa sia una serie che tutti coloro che hanno cresciuto un figlio potranno apprezzare.
Per questa serie si sono tenuti eventi di presentazione in tutto il mondo. Com'è andata?
Quando siamo andati negli Stati Uniti, era la prima volta in cui altre persone avrebbero visto questo lavoro, quindi ero estremamente nervoso. Consapevole della differenza di cultura, pensavo che la loro reazione sarebbe stata diversa dai giapponesi, ma hanno reagito con grande entusiasmo dopo aver visto l'episodio. Ho sentito tantissimi “whoa!”, ma onestamente non so se fossero dovuti all'episodio appena visto o alla bellezza dell'evento in sé. Dopo la proiezione, una persona gentilissima che controllava l'entrata del backstage, mi ha mostrato il suo smartphone dove aveva appositamente tradotto un messaggio che diceva “è stato fantastico!”. Dopo aver visto quanto fosse contento di poter comunicare con me, mi sono sentito così felice e grato di aver potuto lavorare a questo show. Ho pensato che gli Stati Uniti fossero un bel paese, dove qualcuno poteva apertamentamente dirmi certe cose.
Doveva semplicemente controllare il backstage, ma ha addirittura voluto mostrarle la sua reazione. Immagino l'abbia resa felice.
Ci puoi scommettere! (ride). Ho provato una cosa simile anche quando siamo stati in Germania. La reazione entusiasta della folla fu la stessa, ma l'interazione avuta con lo staff di supporto mi ha lasciato un segno ancora più profondo. Mentre rispondevo ad alcune domande per una rivista anime, la donna che mi stava intervistando mi disse che secondo lei il primo episodio era semplicemente eccellente. Non conosco il tedesco, quindi non potetti risponderle in modo appropriato, ma fui veramente felice per quel messaggio che arrivava dritto dal suo cuore.
Concludendo, un messaggio per tutti coloro che stanno leggendo questa intervista e aspettano con trepidazione la messa in onda.
Sarò sincero, Violet Evergarden può apparire inizialmente come un'opera pesante, ma è una serie che si rivela ogni episodio sempre più un’esperienza da provare. Guardatela tutta e spero davvero che vi trasmetta tanto a livello emozionale.
Seguirò il consiglio speranzoso allora, grazie per aver riportato questa lunga e interessante intervista.
È la stessissima cosa che mi viene da pensare, graficamente è un anime ottimo ma inizialmente lo sto trovando pesante come racconto, ma la cosa credo ripaghera alla lunga distanza
Concordo, però ci sono delle piccole sbavature che potrebbero essere evitabili (ad esempio quando inviano la lettera di Violet senza manco rileggerla o anche il fatto che non sembra minimamente che sia appena finita una guerra).
Complimenti anche allo staff per l'ottimo lavoro di traduzione dell'intervista
Sicuramente è un ottimo anime, ha qualche problemuccio riguardo la lentezza della trama (ad esempio nell'episodio 4 non è che succeda molto, in fin dei conti), ma ci si può passare sopra.
Starei intere giornate a leggere articoli e interviste sulla Kyoto Animation, quello dell'animazione Kyoani è veramente un mondo da scoprire. Grazie davvero per il vostro lavoro staff
Grazie per la traduzione di questo lungo approfondimento ^^
Sono molto contento che vi sia piaciuta, l'ho trovata molto interessante e la serie mi sta piacendo tantissimo!
Ti faccio i miei complimenti anch'io
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