Il film Mulan prodotto da Disney, remake del celebre film d'animazione del 1998, come sappiamo doveva debuttare nelle sale cinematografiche statunitensi il 20 marzo 2020. Purtroppo la pandemia del COVID-19 che ha colpito tutto il mondo ha sconvolto i piani di Disney che lo ha reso poi disponibile sul proprio servizio di streaming Disney+, recentemente approdato anche in Italia, a partire dal 4 settembre, togliendo in parte la possibilità alle sale cinematografiche, ancora parzialmente limitate dalle disposizioni di ogni singolo Paese, di poterlo proiettare in anteprima come di consueto. Mulan è infatti stato distribuito al cinema solamente in pochi Paesi, tra cui la Cina, dove però il riscontro è stato molto negativo, forse per le limitazioni di accesso nelle sale, forse per la preoccupazione che attanaglia molte famiglie o forse appunto per la comodità e disponibilità del film su Disney+, facendo segnare ad oggi un totale di soli 37,6 milioni di dollari di incasso complessivo.


Tornando al servizio di streaming la visione del nuovo prodotto d'animazione richiedeva però agli abbonati a Disney+ l'ulteriore sottoscrizione di un accesso VIP al costo di 21,99 euro in Italia e 30 dollari negli Stati Uniti, oltre ovviamente al consueto costo dell'abbonamento standard e Mulan a quel punto sarebbe stato disponibile. Questa scelta ha generato un mix di perplessità e curiosità tra il popolo degli appassionati di film e di animazione. Da un lato c'è chi ha criticato Disney per la mancanza di sensibilità nei confronti delle sale cinematografiche, come detto già profondamente colpite nel portafogli dalla pandemia, così come per la scelta di aver chiesto un corrispettivo così marcato per un film in streaming; dall'altro lato c'è chi invece ha appoggiato questa decisione reputandola adeguata alla situazione del momento e credendola lo spartiacque di un'era che sembra volgere sempre più verso lo streaming, e che ha considerato il corrispettivo equo visto che Mulan è pur sempre un film a target familiare e il costo supportato da una famiglia che si reca al cinema è superiore a quanto richiesto con l'accesso VIP. 

Insomma le posizioni sono state molteplici e, a circa due settimane dalla distribuzione in streaming, è ora di fare un primo resoconto di questa scelta di Disney e di valutarne i risultati. Quanto sappiamo al momento di ufficiale è che gli abbonati a Disney+ sono aumentati del 68% nei giorni precedenti e successivi alla disponibilità del film e che, nel complesso, i registrati alla piattaforma di streaming hanno speso il 193% in più rispetto ai numeri canonici, facendo incassare al colosso di Burbank 35,5 milioni di dollari. Secondo però un'indagine ufficiosa di 7Park Data, il 29% dei già abbonati a Disney+ americani ha acquistato l'accesso VIP e, considerando che gli negli Stati Uniti si tratta di circa 30 milioni di persone, possiamo addirittura pensare che l'incasso complessivo sia di 260 milioni di dollari solo in madrepatria. Al netto di ciò che è ufficiale e ufficioso considerando che il film è disponibile solo da pochi giorni e che, di fatto, questi sono incassi netti e cioè senza spese legate alla distribuzione, si può certo dire che la scelta sia stata perlomeno ripagata.


Prima di andare alla conclusioni finali bisogna inoltre analizzare i dati legati a questo prodotto, così come quelli che lo hanno preceduto, Mulan è costato a Disney 200 milioni di dollari e nel 2019 i remake live action de Il Re Leone e Aladdin hanno incassato nei cinema di tutto il mondo rispettivamente 1,60 e 1,05 miliardi di dollari, così come Toy Story 4 che è riuscito a raggiungere il miliardo, insomma ben altre cifre rispetto a Mulan seppur con tutte le spese legate al marketing e alla distribuzione nei cinema. Tuttavia alcuni film, come ad esempio Maleficent - Signora del male e Dumbo, hanno fatto registrare cifre più relative fermandosi rispettivamente a 491 e 353 milioni di dollari, sostanzialmente in linea con quanto sembra abbia incassato Disney dalla sottoscrizione online, ma in quest'ultimo caso, come detto, sono da ritenersi incassi netti e senza spese aggiuntive.  

Possiamo quindi affermare che un riscontro positivo vi sia stato e non è dato ancora a sapersi se questo sarà stato un caso isolato, dovuto alla pandemia COVID-19, oppure se la casa di animazione prenderà in seria considerazione questa strada anche per il futuro. I cinema di tutto il Mondo pregano che quest'ultima via non venga battuta ma va anche sottolineato che il 2020 è stato un anno estremamente duro anche per Disney con la chiusura dei numerosi parchi a tema, il rinvio di tanti progetti non solo d'animazione ma anche legati a Marvel e una perdita di quasi 5 miliardi di dollari nel terzo trimestre fiscale 2020. Insomma al tavolo direttivo di Burbank era richiesta con urgenza una strategia o un diversivo per rimpolpare le casse ed aumentare le entrate. Il tempo dirà se questa scelta, come detto forzata dal periodo, sarà battuta anche in futuro cambiando radicalmente il nostro modo di percepire il cinema, oppure se rimarrà solo un'altra cosa di cui ci ricorderemo in futuro legata a questo tristemente indimenticabile 2020.  

Voi cosa pensate di quanto accaduto con il film di Mulan e delle scelte di Disney?

Fonti consultate:
BoxOfficeMojo
IlSole24Ore
ScreenRant
CBR.Com