Buondì amici dell'Italian Indie Comics Award! Ormai alle ultime battute di questa nostra rassegna vi presentiamo la seconda parte delle opere del Dayjob studio, un collettivo di 4 autori che scambiandosi ruoli e parti hanno prodotto opere dei generi più variegati. In questa notizia vi presenteremo le loro opere più filo-occidentali, ovvero I Am Spank e Restiamo sdraiati qui per sempre (realizzate da Alberto Massaggia, Maurizio Furini e Federico Chemello), siete pronti?
 
Il Dayjob Studio è un gruppo di quattro autori di fumetti che vivono in Veneto e che nel 2013 hanno aperto la loro pagina Facebook iniziando a pubblicare i loro primi webcomic. L’anno successivo hanno iniziato a collaborare con Devolver Digital, un editore di videogiochi statunitense, e insieme hanno realizzato i fumetti legati ai videogiochi di Hotline Miami 2, Gods Will Be Watching e Ronin. Nel 2015 hanno invece iniziato a pubblicare in Francia la serie per bambini Rosaviola, edita da Clair de lune, e ad autoprodurre in italiano alcuni dei loro fumetti, partendo con i primi volumi dei webcomic Training Quest e The Leaderboard, la graphic novel I Am Spank e l'edizione italiana dei fumetti di Hotline Miami 2. A inizio 2016 hanno inoltre pubblicato, in collaborazione con Lo Spazio Bianco, il webcomic Restiamo sdraiati qui per sempre, ma i loro progetti per l’anno non sono finiti certamente qui ed hanno infatti in cantiere due nuove opere per Devolver Digital, gli ultimi due volumi di Rosaviola, la continuazione di Training Quest e The Leaderboard e qualche altra succosa novità ancora da svelare!

Alberto Massaggia è sia disegnatore che sceneggiatore del Dayjob Studio. Disegna fumetti e inventa storie fin da quando ho memoria e le passioni per il disegno e per i fumetti, soprattutto, lo hanno presto portato ad approfondire e studiare questo fatastico medium. Come sceneggiatore, oltre a piccole storie nell'ambito del fumetto indipendente, ha sceneggiato una storia di Nathan Never per la Sergio Bonelli Editore mentre come disegnatore con il Dayjob Studio ha lavorato a I Am Spank, ad alcuni progetti con Devolver Digital e a Restiamo sdraiati qui per sempre.
 
Maurizio Furini è il vecchio saggio (ma non troppo) del Dayjob Studio. Nato nel lontano 1968 in Piemonte, ad Alessandria, vive da circa 13 anni in Veneto. Non ricorda un momento della sua vita in cui non abbia trovato nella scrittura un rifugio, ma è solo da quando si è trasferito in Veneto che ha cominciato seriamente a pensare di scrivere cose anche per gli altri. Per farlo ha fatto alcuni corsi di scrittura creativa e ha frequentato il corso di sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics di Padova. Ha quindi cominciato scrivendo narrativa per l'infanzia, partecipando e vincendo alcuni concorsi nazionali, da solo e in coppia con Gigliola Alvisi (una sua amica scrittrice che abita nel padovano). Successivamente ha pubblicato, sempre in coppia con lei, un paio di romanzi per l'infanzia, per poi dedicarsi esclusivamente ai fumetti. Ha conosciuto gli altri ragazzi del Dayjob alla Scuola Internazionale di Comics e in fumetteria, e da lì è nato il loro percorso condiviso.

Federico Chemello è nato nell'87 a Padova e ha una grandissima passione per i fumetti nata ancora prima di imparare a leggere, grazie alla madre che gli comprava Topolino già quando andava all'asilo. Ha sempre amato scrivere, ma per qualche motivo che sfugge anche a lui non ha mai pensato alla possibilità di sceneggiare fumetti fino a poco dopo i 20 anni. Ha quindi deciso di iniziare a sceneggiare più o meno nello stesso periodo in cui ha deciso di farlo Maurizio, così si sono messi a scrivere insieme e da allora non hanno più smesso.
 
Ecco di seguito la trama delle due opere di oggi:
 
I Am Spank (->) è la storia di Adam, un ragazzo sui 25 anni che lavora in un centro commerciale come intrattenitore nell'area bambini, indossando un costume da topo gigante e interpretandone il ruolo. La sua vita viene sconvolta quando un gruppo di giovani e ricchi spacciatori decide di fare una sorta di brutale gioco/esperimento sul povero Adam: rapirlo e provare a convincerlo di essere davvero Spank il topo.. cosa succederà al malcapitato?
 
Restiamo sdraiati qui per sempre (<-) è la storia incrociata di un poliziotto morto e di una coppia di ragazzi che trova il suo scheletro anni dopo. Si potrebbe dire molto di più ma è una storia breve e sembrerebbe fare un dispetto ai suoi lettori per cui sappiate solo che alla radice si tratta di una storia che parla di insicurezza, depressione, affetto e scelte sbagliate.

Come poter definire I Am Spank? La storia di un gruppo di ragazzi pazzi e spietati? La storia di una povera vittima di bullismo trasportata in un incubo senza fine? Oppure la storia di un disperato che a causa di eventi esterni si ritrova a vivere una nuova identità? E' molto difficile definirlo perchè gli autori stessi quando hanno creato quest'opera conturbante sono stati bene attenti a lasciare tutto alla libera interpretazione del lettore (come scoprirete anche leggendo la nostra intervista), limitandosi semplicemente a raccontare una storia bella, particolare e molto coinvolgente. Particolare, non solo dal punto di vista narrativo, ma anche grafico visto l'uso atipico che viene fatto dell'azzurro, usato come colore complementare ai classici bianco e nero in un continuo gioco di luci e contrasti che rimarrà facilmente impresso in chiunque si voglia cimentare nella sua lettura.
 

Restiamo sdraiati qui per sempre invece affronta le cose in maniera diversa rispetto all'opera precedente. Dentro di esso infatti vivono due storie: quella di una giovane coppia che trova le ossa, ormai ripulite, di un uomo e quella dell'uomo le cui ossa sono state ritrovate. Due storie, una di cui si sa già la conclusione, ma non lo svolgimento, e l'altra di cui si capisce fin da subito lo svolgimento, ma la cui conclusione è avvolta nell'incerto fino alla fine. Due modi di vedere le cose e di affrontare il mondo contrapposti, separati dallo scorrere del tempo ma uniti dallo spazio fisico in cui essi si svolgono, un piccolo acro di terra boschiva dove tutto ha fine o dove tutto ha inizio. E non diciamo altro perchè questo fumetto è più che capace di parlare per sè.

Ecco quindi l'intervista a Federico e Alberto:

Ciao ragazzi, benvenuti all'IICA! Siete pronti per la nostra intervista?
 
Federico e Alberto: Certo!
 
Qual’è il vostro maggiore riferimento artistico? Quali sono le vostre opere a fumetti preferite?
 
Alberto: Di sicuro il maggior riferimento che ha influenzato il mio modo di disegnare e raccontare storie arriva dal fumetto indipendente americano (Dark Horse, Image, DC Vertigo, ecc.). Inizialmente gli autori che ho seguito sono stati Mike Mignola, Frank Miller ed Eduardo Risso. I loro neri pieni, le atmosfere che riescono a creare e la loro capacità di sintesi per raccontare con essenzialità, mi hanno da sempre affascinato. Poi devo citare sicuramente autori come Gabriel Ba e Fabio Moon, Guy Davis, David Lapham, Taiyo Matsumoto, Darwyn Cooke e Frederik Peeters che dal punto di vista dello storytelling (ma non solo) sono senza dubbio quelli che attualmente considero tra i miei preferiti. Ma ce ne sarebbero molti altri...
 
Federico: In generale le mie più grandi influenze sono i seinen manga e il fumetto americano Vertigo/Image/Dark Horse, ma amo leggere di tutto o quasi. Tanto per nominare qualche autore direi Darwyn Cooke, Inio Asano, Joe Casey, David Lapham, Mohiro Kitoh, Ted McKeever e la coppia Koike/Kojima, anche se mi sento già in colpa per averne tralasciati moltissimi altri. Nominare qualche opera preferita è ancora più difficile ma provo a buttarne lì una manciata, limitandomi agli autori citati sopra: Lone Wolf & Cub, DC: The New Frontier, What a wonderful world!, Narutaru e Stray Bullets.

 

Alberto con che stile preferisci disegnare? Quali tecniche usi?
 
Alberto: A me piace raccontare storie. Questo significa che il disegno in sé mi interessa fino a un certo punto. Mi piace molto disegnare sia chiaro, lo adoro ed è la mia natura, ma quando il disegno è finalizzato a raccontare una storia allora raggiungo una specie di estasi. Quindi il mio stile predilige sempre la storia e non cerco virtuosismi tecnici che mettano in luce solo la mia capacità di disegnare, ma studio sempre le tavole in modo che ci sia una giusta sintesi di lettura. Dal punto di vista tecnico ho sempre usato matite micromina e i classici pennarelli a feltro per inchiostrare, ma da un paio di anni sono passato definitivamente al digitale, quindi Wacom Cintiq 12WX e Clip Studio Paint (ovvero la versione download di Manga Studio).
 

Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?
 
Alberto: La cosa caratteristica del fumetto secondo me è che puoi raccontare davvero qualsiasi cosa. Differentemente da altri media infatti, credo che il fumetto abbia pochissimi limiti, soprattutto a livello pratico: di base basta un foglio, una matita e qualche pennello o pennarello e puoi raccontare quello che vuoi. Certo ci sono diverse cose da imparare perché mette insieme sia disegno che scrittura, ma una volta che si fa un po' di pratica ti si apre un mondo potenzialmente infinito e puoi arrivare ovunque.
 
Federico: Mi trovo in difficoltà perché la mia risposta era sostanzialmente identica a quella di Alberto, quindi mi limiterò a dire che concordo pienamente con lui: l'aspetto che mi piace di più del fumetto è la sua grandissima versatilità!

 

Cosa vi piace del vostro lavoro come fumettisti? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate e una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del vostro lavoro.
 
Alberto: La cosa che mi piace di più è che faccio la cosa che mi piace di più... La cosa che mi piace di meno è che per farla spesso bisogna rinunciare alla vita sociale.
 
Federico: Quello che preferisco del lavoro da sceneggiatore è il potermi immaginare le cose e poi vederle letteralmente prendere forma, per quanto mi riguarda nessuno degli altri lati positivi batte questo semplice piacere. Per i lati negativi non saprei, forse la necessità di dedicare tempo e attenzione ai social network, sarebbe più bello poter pensare solo a fare i fumetti!
 
Com’è nata la vostra opera? Quali sono i vostri piani per essa?
 
Federico: I Am Spank è una graphic novel e racconta una storia che mi sono immaginato in una notte svariati anni fa, Maurizio e Alberto l'hanno da subito apprezzata molto ma per anni non siamo riusciti a realizzarla, fondamentalmente perché avevamo sempre qualcos'altro da fare. Un paio d'anni fa abbiamo deciso che era arrivato il momento di lavorare a questa storia e così abbiamo fatto, pubblicando le pagine su Facebook per promuoverla man mano che Alberto le disegnava e autoproducendo poi il volume nel Settembre 2015.
 
Federico: Restiamo sdraiati qui per sempre è una storia nata come esperimento, io e Alberto pensavamo di dedicarle un paio di settimane ma alla fine ci abbiamo preso gusto e ci siamo rimasti un mese, producendo così una storia di 52 pagine. Io ho improvvisato la sceneggiatura scena per scena, forzandomi di non pensare a cosa sarebbe successo nelle scene successive e a come sarebbe finita la storia. Alberto invece ha adottato uno stile diverso dal solito, concentrandosi sulla regia e la recitazione e non pensando molto ai dettagli. Siamo molto orgogliosi del risultato finale e in collaborazione con il sito Lo Spazio Bianco abbiamo proposto la storia ai lettori in 5 parti tra Gennaio e Febbraio 2016.
 
I am Spank è basato su una tematica particolare, quella dell’identità personale, che viene utilizzata come peculiare filo di narrazione per tutta la vicenda, da dove vi è venuta questa idea? Quale messaggio volevate trasmettere?

Federico: Quella dell'identità, insieme a quella della ricerca di un proprio posto nella società, è sicuramente la tematica centrale di I Am Spank, però onestamente l'idea per la storia mi è venuta durante una conversazione buffa con un'amica ubriaca, quindi niente di troppo nobile o ragionato.
Circa il messaggio, proverò a rispondere dicendo il meno possibile per non rovinare la lettura a chi leggerà quest'intervista prima della storia. Un messaggio singolo non c'è, è una storia volutamente ambigua che prova a far riflettere i lettori offrendo diverse possibili interpretazioni. Io ne ho sicuramente una mia, ma non è nemmeno detto che sia quella giusta. Credo di essere riuscito nel mio intento perché spesso parlo con persone che hanno letto la storia e hanno opinioni diverse sui toni, sui significati e soprattutto sul finale. C'è chi lo considera quasi un lieto fine, chi lo considera un finale molto negativo, io posso dire che sto un po' nel mezzo.
Restiamo sdraiati qui per sempre invece parla di tematiche molto delicate come la depressione e l’abbandono, come mai la scelta di questi temi?

Per parlare di una “scelta” dovrei mentire, Restiamo sdraiati è nato come esperimento e l'idea era proprio quella di fare un fumetto improvvisando completamente la storia. Ho scritto la prima scena che mi è venuta in mente, siamo partiti da lì e poi abbiamo creato la storia scena per scena, senza sapere dove saremmo andati a finire o nemmeno quanto lunga sarebbe venuta per cui tali temi sono venuti fuori spontaneamente senza costrizioni o volontà precisa da parte nostra. Anche il carattere della coppia di giovani protagonisti, lui incasinato ed insicuro e lei più bilanciata e con le idee molto più chiare, è nato man mano che lo realizzavamo: tutto è stato lasciato al caso e se sono uscite certe tematiche è probabilmente solo perchè la storia le desiderava nel profondo.
 

Sia I am Spank che Restiamo qui sdraiati per sempre godono di uno stile particolare da graphic novel, basato su un colore dominante, il primo sul blu turchese il secondo sul grigio, da dove arrivano queste scelte cromatiche? E cosa stanno a significare?

Alberto: Per quanto riguarda I am Spank la scelta del colore blu come secondo tono é avvenuta quasi per caso nel senso che sentivo la necessità di dare una marcia in più alle atmosfere del bianco e nero e avere più carica emotiva. Allora ho provato ad aggiungere questo blu acceso alle tavole per ottenere un effetto che "bucasse la pagina". Quando Federico e Maurizio hanno visto il risultato sono rimasti da subito colpiti in positivo e abbiamo deciso di continuare su questa strada perché in effetti sembrava perfetto per il mood di I am Spank. Per Restiamo sdraiati qui per sempre invece ho preferito usare un doppio tono classico come il grigio perché le intenzioni erano quelle di dare un senso di freschezza, una sensazione più di "leggerezza" e per interferire il meno possibile con la lettura lasciando spazio all'espressività dei personaggi.
 

Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?
 
Alberto: La cosa che preferisco di I Am Spank è il tono con cui l'abbiamo raccontata. È apparentemente una storia di vita quotidiana, ma in realtà c'è molto, molto altro. Parla di identità e di accettare il proprio posto nel mondo. Credo che siano temi fondamentali e sempre attuali. I Am Spank parla di questi temi andando un po' “sopra le righe” certe volte, nel corso della storia, ma credo che questo sia un valore aggiunto a tutta l'opera. E poi quel blu... wow, ogni volta che guardiamo le pagine ne sono sempre più colpito! Perchè votare I Am Spank? Perchè è una storia profonda ma narrata con una gran semplicità, capace di far innamorare del protagonista e di commuovere.
 
Federico: Sono fiero di Restiamo sdraiati qui per sempre perché penso che sia una storia molto particolare, è un lavoro sentimentale e intimista ma alla maniera mia e di Alberto, cioè due autori che amano sguazzare in acque molto più cupe e violente. Il risultato è un ibrido strano che però penso funzioni bene, scorra molto bene e dimostri un'ottima sinergia tra storia e disegni. Perché dovreste votarla? Per dimostrare che c'è spazio e interesse anche per storie sentimentali con un taglio diverso dal solito!
 
Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!
 
Federico: Grazie a tutti i nostri lettori, a chi è arrivato in fondo a quest'intervista e ad Animeclick!

Alberto: Ciao!
 
Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!