Buona ultima settimana di concorso amici ed amiche dell'Italian Indie Comics Award! Visto che ormai ci stiamo avvicinando alla fine consoliamoci con un'opera macheronica e tutta particolare: Steam Pirates' Railroads di Matteo Aversano!
 
Matteo Aversano è nato nel 1984 ed ama definirsi come un "giovane vecchio", specialmente nel mondo del fumetto dove ogni giorno escono nuovi giovani talenti. A livello scolastico Matteo ha sempre fatto altro rispetto allo studio accademico: il Liceo Scientifico, prima, Scienze della Comunicazione, poi. Solo nel 2007 ha cambiato direzione alla propria vita entrando nella Scuola Internazionale di Comics di Torino. Nel 2009 invece grazie ad una settimana di full immersion estiva a InCuloAiLupi Comics, un workshop sui monti di Montepulciano tenuto da Massimiliano Frezzato, scopre ancora più sfumature della parola "Fumetto" accumulando preziosi insegnamenti e facendo addirittura amicizia con il maestro, aiutandolo nel suo adattamento di Pinocchio (i pinocchietti che fanno da capoverso ai capitoli della sua opera infatti li han fatti Matteo e sua moglie). Non contento, tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 prende parte ad un workshop di fumetto organizzato da Lucca Comics and Games che gli fa conoscere come insegnanti Giuseppe Di Bernardo e il compianto Lorenzo Bartoli, da cui ha avuto piccole ma fondamentali nozioni di storytelling e sceneggiatura, grazie ai quali riesce a creare la storia breve Nelle Lande dei Giganti, che viene poi pubblicata sul volume vincitore del Lucca Project Contest 2011. Ottenuto il diploma entra nella ManFont, con cui pubblica il suo primo lavoro, Etere Vs the Internet. Successivamente ha collaborato con pubblicazioni a fumetti di divulgazione sociale per Terre del Fuoco e Ingegneria senza Frontiere, la prima dedicata al dramma dell’Olocausto (su testi di Manfredi Toraldo) e la seconda all’importanza dell’acqua nei paesi in via di sviluppo (su testi di Roberto Cavalli). Recentemente ha inoltre realizzato un video musicale a fumetti per la band Poor Man Style (il singolo Tortuga, estratto dal loro ultimo album Rabbia Dub Style) e la copertina del disco stesso mentre all’ultimo Lucca Comics and Games ha visto la luce, sempre sotto della ManFont, l’opera di cui vi parliamo oggi: Steam Pirates’ Railroads. Per quanto riguarda ciò che lo ha ispirato, in quanti ultimi anni si è appassionato a disegnatori più sporchi nel tratto e nell’inchiostrazione: Sean Murphy, Matteo Scalera e Nicola Saviori su tutti. Come opere preferite invece svettano The Dark Knight Returns, Superman: Red Son e All Stars Superman, ma questo solo considerando i classici contemporanei, sennò la lista diverrebbe troppo lunga!

Ecco di seguito la trama di Steam Pirates' Railroads:
 
C’è un mondo, chiamato Continente, fermo in una sorta di Fine ‘800. Nel Continente le ferrovie spadroneggiano e sono capillari e diffuse quanto le strade del nostro mondo: su queste rotaie si affrontano equipaggi a bordo di grandi locomotive armate fino ai denti, tra pirati e ferrovieri. La locomotiva Clayton è la nostra protagonista: durante un arrembaggio, la ciurma della Deathwish trafuga un importante baule dalla sua stiva, mettendo in moto un inseguimento con ricadute che presto coinvolgeranno il Continente intero...

Steam Pirates' Railroads è una storia di avventura steampunk basata su questo strano, ma molto particolare, incrocio tra pirati e ferrovieri, ambientato in un mondo dove è normale vedere locomotive armate fino ai denti che girano su rotaie poste un po' ovunque. Quello di Railroads però è uno Steampunk "funzionale", ossia adattato a una realtà nella quale si muovono i personaggi: non ci sono orpelli superflui ed i nostri eroi si muovono in terre di frontiera dove l'essenziale è più importante di qualsiasi altra cosa: non hanno tempo di indossare abiti elaborati o scomode armature, ad esempio, ai pirati servono rostri, spunzoni e ingombranti "zaini a razzo" che permettano loro di lanciarsi da un treno in corsa all'altro con facilità, mentre ai ferrovieri servono uniformi, armi e locomotive armate fino ai denti ma sempre tenute in stato impeccabile. Se cercate la "ruota dentata come elemento decorativo" puro e semplice state guardante il fumetto sbagliato, con grande fierezza dell’autore.
 

Il ritmo adrenalinico e sul filo del rasoio ha caratterizzato anche la produzione, che ha portato a casa questo risultato sul filo di lana, poco prima di partire per il capoluogo toscano dei fumetti in cui è stato rilasciato per la prima volta. Ai testi e alle matite di questo progetto quindi troviamo Matteo, ma l'opera non è frutto esclusivamente del suo lavoro e troviamo alla china Carmine Cassese, ai colori Alessandro Alessi Anghini e Federica Zancato, una ciurma affiatata e determinata! Attualmente il secondo volume è in stesura per quanto riguarda i testi ed entro la fine dell’anno si procederà a realizzare i disegni, l'autore però ci preannuncia che sarà meno scanzonato, senza però perdere il guizzo ironico nei testi e nelle battute, ed avrà ancora più spunti tecnologici e di ambientazione puramente Steampunk per la gioia dei puristi appassionati al genere.

Infine ecco l’intervista a Matteo:

Matteo, benvenuto all'IICA! Adesso è tempo di rispondere alle nostre domande, pronto?

Pronto!

Con che stile preferisci disegnare? Quali tecniche usi ?

Come strumenti di lavoro al momento prediligo Mac e iPad Pro (con Apple Pencil) per il disegno, la colorazione e l’inchiostrazione digitale, mentre sul tradizionale amo le micromine blu per le bozze e delle belle mine Staedtler per la rifinitura.

Cosa significa per te fare fumetti? Che cosa differenzia per te i fumetti da tutto il resto?

I fumetti hanno la rara capacità di vivere come un film, avere la profondità letteraria di un grande romanzo ed evocare sentimenti e sensazioni come grandi canzoni. Tutto questo passando per la freschezza del disegno e della closure, lo “spazio bianco tra le vignette” dove il nostro cervello compie la vera magia e trasforma signore vignette in azioni, sequenze, storie. Per me fare fumetti è soprattutto raccontare e aver voglia di divertirmi facendo divertire i miei lettori.
Cos’è che ti piace del tuo lavoro come fumettista? E cosa no? Raccontaci una cosa che ami e una cosa che odi del mondo dei fumetti e del tuo lavoro.

Amo avere un budget infinito: stai realizzando il più incredibile dei film hollywoodiani con il cast che hai sempre sognato e le situazioni più assurde con le inquadrature più ardite, e non ti sei mai mosso da un tavolo da disegno. Questo è il vero spettacolo del fumetto, per me. Ciò che detesto è non essere mai abbastanza bravo: il drawback del pregio appena descritto è, spesso, avere idee troppo grandi perché tu possa tradurle efficacemente in segni e tratti di pagina in pagina. Fortunatamente, esiste una cura: esercitarsi di continuo! Nel campo però i miei due successi più grandi non sono fumettistici e rimangono il bellissimo matrimonio con Federica (illustratrice e suddetta colorista per Railroads) e il nostro iperattivo bimbo Pietro, un tornado di quasi due anni!
Com’è nata la tua opera? Quali sono i tuoi piani per essa?

Steam Pirates’ Rairoads è nato da un’immagine e una serie di bozzetti in cui immaginavo locomotive a vapore armate e agghindate come galeoni pirata. La storia si è evoluta piano piano andando a toccare temi e ambientazioni che mi “perseguitano” nei miei ragionamenti quotidiani.
I piani per Railroads vedranno due ulteriori volumi, sempre realizzati tramite l'associazione culturale ManFont, con cui ho realizzato il primo episodio, che completeranno l’arco narrativo lanciato dal primo volume, amplificando gli scenari, il numero di personaggi e incattivendo l’avventura che vivranno i nostri protagonisti.
Com'è nato invece il tuo amore per lo Steampunk? Cosa lo rende così speciale ai tuoi occhi?

Bella domanda! Lo Steampunk è un genere affascinante nel midollo, va a giocare con tre importanti fattori: il senso del mistero (lo spiritismo e l'ondata di amore per l'occultismo dell'epoca Vittoriana), il senso del prodigio tecnologico (le macchine volanti, gli automi, un'era in cui la scienza e la tecnologia possono tutto) e l'avventura, spesso declinata come una ricerca, un viaggio nel mistero, nell'inesplorato. Adoro tutti e tre questi aspetti, combinati con l'estetica stessa dello Steampunk, pur non essendone "schiavo": sono cresciuto con "Il Mistero della Pietra Azzurra" che ne prendeva solo gli aspetti meno radicali mantenendone intatto lo spirito e credo che sia una delle opere che mi hanno influenzato di più, assieme al film di Ventimila leghe sotto ai mari o opere più recenti come Laputa - Castle in the sky e Steamboy
 

Come giudichi finora la tua esperienza nel mondo dell'autoproduzione?

L'autoproduzione è doppiamente difficile perché ti impone una grande autodisciplina e una buona apertura mentale a critiche e consigli pratici: in ManFont, ad esempio, ogni progetto vede un editor assegnato d'ufficio, il che è ottimo perché, se funziona bene, dà un buon punto di vista professionale esterno al team di lavorazione, non solo per tenere il passo della realizzazione, ma anche per valutare eventuali scelte di sceneggiatura o, soprattutto, di disegno e colorazione. Senza una cura esterna il rischio è di avvilupparsi su se stessi, tralasciando errori e grossolanerie o, peggio, finendo per scrivere e realizzare fumetti che nessuno, in realtà, vorrebbe leggere davvero. L'autoproduzione è ottima perché garantisce un buon livello di rientro dei capitali investiti, specie se si lavora in gruppi affiatati e strutturati come la ManFont, ma richiede un impegno enorme che, ammetto, non ho ancora messo al 100% delle mie possibilità (mi divido tra essere padre di un diavolo della Tasmania e un secondo lavoro) e che richiederebbe assidua presenza a fiere, eventi e attività promozionali dirette. Autoproduzione non significa "fare ciò che si vuole e pubblicare quello che nessun editore ha mai avuto la lungimiranza di cogliere al volo", ma significa mettersi in gioco prima di tutto come professionisti autogestiti e mossi da una passione il più ieratica possibile. È un'esperienza incredibilmente formativa, anche se perlopiù dai propri errori, e appagante nel contatto col pubblico: le manca la potenza di fuoco dei vari social media manager delle case editrici più blasonate, quello va ammesso e rende la salita spesso più ripida del dovuto, ma è anche vero che la sensibilità del pubblico sta finalmente cambiando: se anche le produzioni creator-owned stanno marciando a passo spedito negli USA, non solo nel panorama underground e indie, è un segnale che, tutto sommato, io, la ManFont e gli altri coraggiosi "autoproducers" siamo sulla carreggiata giusta, nella direzione ottimale. Però che fatica...!
Cosa ami della tua opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?

È una storia che sfrutta lo Steampunk senza abusarne, raccontando una vicenda adrenalinica e divertente, con nel cuore l’omaggio a grandi narratori come Hayao Miyazaki. I disegni miei e di Carmine Cassese vogliono essere energici e travolgenti, così come i colori di Alessandro Alessi Anghini e Federica Zancato hanno lo spirito della fiaba e la forza del vapore.

Ringraziandoti per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: saluta il tuo pubblico!

Ci leggiamo tra le pagine di Steam Pirates’ Railroads! Arrrr! Ciao e grazie!
 
 
Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!