Ripensando alla connotazione che il mese di giugno riveste nell'ambito della comunità LGBTQ+, AnimeClick.it ha optato per proporre una panoramica di alcuni dei titoli più famosi e apprezzati che trattano tematiche ad essa inerenti: possiamo così apprezzare e scoprire -o, perché no, ri-scoprire appieno- opere che hanno contribuito ad avvicinare universi che sembravano inconciliabili.
Per tendersi la mano, verso un mondo che possa essere contraddistinto dal rispetto nei confronti dei sentimenti di ogni possibile colore.

**


Dedichiamo questo speciale appuntamento, in particolare, ad alcuni titoli del database di AnimeClick.it che propongono tematiche e personaggi LGBTQIA+ e ne affrontano le complesse sfaccettature a vario titolo.
 


Ricordiamo che l'articolo non pretende di essere interamente esaustivo nell'offrire tutto lo scibile realizzato in merito nel Paese del Sol Levante, bensì piuttosto un modo per rinvenire quei titoli pubblicati o proiettati su suolo nipponico -e talora disponibili su italico- che possono fungere da interessante approccio o approfondimento su tali argomenti.
Confidiamo, allo stesso tempo, che forniscano spunti interessanti per la nascita di discussioni, riflessioni e pensieri nell'ambito dell'utenza.

 
MANGA


My son is probably gay 
Tematiche: omosessualità, coming out, famiglia, quotidianità
Editore: Star Comics
QUI
le nostre impressioni
 
my-son-is-probably-gay
Chi si sente maggiormente affine alle tematiche LGBTQ+ avrà riflettuto più di qualche volta su come il fatidico momento del coming out possa essere spesso vissuto nell'angoscia più disperata da parte di chi si ritrova a doverlo affrontare.
Deludere le 'normali' attese della famiglia, degli amici e della società è un fallimento in primo luogo per l'individuo e in fattispecie in un contesto a tutt'oggi estremamente stigmatizzato come quello nipponico.
In quest'ambito si inserisce il manga My Son is Probably Gay di Okuraoriginariamente editato in patria da Gangan Pixiv di Square Enix dopo il successo ottenuto online.
In quest'opera il dramma non è assente, e tuttavia viene declinato in una maniera oltremodo accorta ed acuta.
Ovattata di humour e dolcezza, la commedia slice-of-life intende narrare di qualcosa di cui sentiamo parlare molto ma conosciamo invero ben poco, e lo fa adottando un punto di vista quantomeno atipico sul tema: quello di una madre che ama, e di un genitore che il genitore non può smettere di esserlo mai.
Le mini-peripezie familiari del liceale Hiroki sono così filtrate dallo sguardo della madre Tomoko, amorevole come forse in certi casi le madri di figli omosessuali non riescono ad essere, ed attraverso la sua pacata sensibilità, la sua pazienza e la sua discrezione, il lettore riesce piano piano ad inserirsi nel contesto di una famiglia come tante e di coglierne diverse sfaccettature.
"A causa" dell'orientamento sessuale non-eteronormativo che fa formandosi in Hiroki in maniera sempre più palese, da lui accettato ma non senza una certa rassegnazione per ciò che questa presa di coscienza potrebbe determinare nella sua vita futura, potrebbe scoppiare in qualunque momento il "dramma" di "avere un figlio gay in famiglia": tale dramma invece rimane per il momento del tutto all'interno ad Hiroki causandogli notevoli imbarazzi e momenti ripetutamente impacciati. Le aspettative che di norma si tende a riversare sulle altre persone sono cosa ben diversa dai desideri che quelle stesse persone nutrono per loro stessi.
Ecco che è allora mamma Tomoko a tendere al figlio una mano invisibile per trarlo dal suo incaglio, accompagnandolo con gentilezza verso i propri pensieri e attendendo con fiducia il momento in cui sarà, lei confida, lo stesso Hiroki a ritornare a lei con altrettanta fiducia in sé.


Ohana Holoholo 
Tematiche: coppia lesbica, bisessualità, famiglia arcobaleno, convivenza, problemi di coppia, quotidianità
Editore: Renbooks (in sospeso)
 
ohana holoholo
 
"Ohana significa famiglia", ci insegnano le pellicole Disney e non solo.
Michiru e Maya si sono amate, e si sono lasciate. Si ritrovano per caso quando Michiru reca per mano con sé il figlioletto Yuta, bussando alla porta di Maya alla ricerca di un tetto sulla testa, la quale accetta alla condizione "solo convivenza in amicizia, nessuna relazione".
Per una coppia interrotta è difficile ricominciare, a prescindere dal genere e dal colore dell'amore: con tatto e garbo, tramite crisi di nervi e di pianto, momenti di straordinario ri-avvicinamento, vicini di casa tanto misteriosi quanto encomiabili e la rappresentazione di una serena quotidianità intervallata da piccoli e grandi ottovolanti nel cuore, la storia dell'allieva di Chika Umino prende forma, ovattata e delicatissima, in una maniera non dissimile da quella che i lettori italiani hanno imparato ad amare in opere come Honey&Clover e Un Marzo da Leoni.
Le famiglie, in effetti, non sono solo quelle di nome e i legami si possono costruire intensamente anche nei modi più atipici: l'introspezione e la tenerezza la fanno da padrone in Ohana Holoholo, ricordandoci che là dove si ama e si è disposti a portare avanti un impegno sentimentale nel rispetto reciproco, nella consapevolezza dei propri spazi personali e delle piccole e grandi difficoltà di ogni giorno, non c'è bisogno davvero di nient'altro.



Sorairo Flutter
Tematiche: coppia gay, coming out, problemi di coppia
Editore: Renbooks (in sospeso)

Sorairo Flutter.jpg

 

Esordio di Okura, oggi affermato autore di My son is probably gay, con un webcomic a tematica gay che si è fatto conoscere su Internet diventando l'araldo di una nuova corrente di gay comics giapponesi, scritti da autori omosessuali per un pubblico omosessuale e pubblicati dapprima sul web, sui blog degli autori (spesso giovanissimi, esordienti o uomini impegnati in altri lavori che fanno fumetti per hobby) o su community di artisti come Pixiv, per poi entrare nel mirino delle case editrici.
Sorairo Flutter, che esordisce sul sito dell'autore nel 2009, è la storia di Noshiro, ragazzone buono e ingenuo che si trasferisce dalla campagna e, appena arrivato nella nuova scuola, fa la conoscenza di Sanada, che gira voce sia gay e per questo viene escluso dai compagni. Noshiro odia i soprusi, perciò si trova d'istinto a picchiare i compagni per difendere il nuovo amico... che però è davvero omosessuale e la cosa metterà in crisi il povero Noshiro, che dovrà non solo combattere tutti i suoi pregiudizi verso i gay, ma anche l'indefinibile sentimento che pian piano si forma nel suo cuore e che lo spinge a trovare Sanada attraente, ad essere geloso di lui, a voler stare al suo fianco.

Sorairo Flutter è una commedia romantica un po' vecchio stile, estremamente tenera e delicata in molti aspetti ma anche un po' troppo all'acqua di rose su altri più pesantini, che tuttavia colpisce per il suo essere scritta da un maschio gay, il quale vi ha inserito dentro diversi aspetti ed elementi tipici della cultura gay adulta: se Sanada è un giovane belloccio, infatti, il resto del cast maschile è di rimando composto da personaggi cicciottelli, robusti, muscolosi, barbuti, pelosi, adulti; i personaggi hanno gusti o fetish particolari, fanno sesso, si coccolano guardando porno gay in tv, si fanno battutine e un sacco di rimandi a tutta una serie di slang tipici della cultura gay giapponese.
Il cast è corale e sia pure nella sua brevità la storia riesce a colpire, trattando l'argomento dell'omosessualità, del problema di capire il proprio orientamento, accettarlo e farlo accettare dagli altri, con tenerezza e romanticismo, e tramite una serie di personaggi tutti diversi, ognuno coi propri problemi, tra cui spiccano il saggio Chiba, salaryman quasi trentenne, grande, grosso e barbuto, che guarda i due giovani protagonisti incamminarsi sulla strada dell'amore e dà loro buoni e saggi consigli, e il burbero Komae, bullo vecchio stile molto interessante nella sua ambiguità. L'opera è stata pubblicata in volume in Italia da Renbooks, che tuttavia non ha ancora dato alle stampe il terzo e ultimo albo (la storia è comunque leggibile gratuitamente sul sito dell'autore, ovviamente in lingua giapponese). Esiste anche un remake pubblicato da Square-Enix nel 2017 (inedito in Italia) e disegnato da Koma Hashii, che però ha un tocco molto meno personale, eliminando quasi tutti gli elementi più tipicamente "gay" che erano presenti nel webcomic originale e modificando molto l'aspetto e il ruolo di vari personaggi.
                         



Il gioco del gatto e del topo
Tematiche: omosessualità, introspezione, problemi di coppia, quotidianità
Editore: J-Pop
Correlati: film (2020)
QUI la nostra recensione

COVER gattotopo
Otomo è un uomo adulto e sposato che conduce una vita in apparenza inappuntabile: trentenne di bell'aspetto, educato e gentile, può vantare anche un ottimo impiego, la stima dei colleghi e di far sospirare molte donne che incrociano il suo cammino. A loro non sa resistere, ecco perché la sua vita è un susseguirsi di tradimenti coniugali, cui non attribuisce alcuna importanza fintantoché non sarà un uomo, il giovane Wataru Imagase, a entrare e uscire costantemente dalla sua vita turbando il suo orientamento sessuale e ogni sua convinzione in merito.
Andare a letto con una donna, andarci con un uomo, tornare con un'altra donna, tornare dal proprio unico uomo, senza capirci più nulla se non che a dispetto della ricerca spasmodica del piacere fisico, si tratta comunque di amore: un sentimento vivo, intenso e lacerante.
I temi di partenza e le premesse attingono appieno da svariati cliché non nuovi al Boys' Love, ma Setona Mizushiro li sfrutta con accortezza per proporre un ottimo racconto che trascende i confini del filone e scandaglia nella psiche umana e sulle connesse problematiche di identità sessuale e di genere, com'è prerogativa anche di altre sue opere: la storia evolve così rapidamente in qualcosa di molto diverso e ben più ampio di quanto le numerose ed esplicite scene di amplessi amorosi non inducano a pensare di primo acchito.
Addentrandosi in tematiche LGBTQ+ pur senza ambire mai a diventarne manifesto, Il Gioco del Gatto e del Topo è capace di tratteggiarne con perspicacia alcuni determinanti aspetti: l'eccellente ritratto fatto alla debolezza dell'essere umano, schiavo di un bisogno di affettività tanto recondito quanto oscuro e qui declinato nell'inesorabilità di un amore fisico imperante, l'adeguatezza di un amore diverso e non per questo 'minore', la difficoltà di muoversi ai confini di un'eterosessualità data per scontato. Pur senza mai dichiararsi bisessuale, Otomo arriva a chiedersi come sia corteggiare un gay anziché una donna, o se l'intesa tra due omosessuali possa essere più completa e profonda rispetto all'unione che un eterosessuale possa avere con chi appartenga ad un 'universo' diverso dal proprio.
I temi socio-psicologici siano dunque trattati con crudo realismo e acuta sensibilità, all'interno di un racconto d'amore atipico, forte e nondimeno sensuale, sublimato da tavole evocative, dialoghi vivi e penetranti, un'introspezione magistrale e un gradito pizzico di humour pungente e sottile.


Family Compo
Tematiche: famiglia atipica, figure transessuali, quotidianità
Editore: Star Comics

Family Compo

 

Parlare di Family Compo, seinen manga del 1996 di Tsukasa Hōjō, è allo stesso tempo facile ma anche molto complicato.
Nato come una commedia degli equivoci, rispecchia appieno tutti i cliché del genere, ma con un’aggiunta inaspettata e originale.
La storia, infatti, segue le (dis)avventure del giovane protagonista Masahiko Yanagiba: rimasto solo in seguito alla morte del padre, dato che la madre era venuta a mancare quando lui era molto piccolo, viene invitato dalla zia Yukari Wakanae (moglie del fratello della mamma di cui non ricordava l’esistenza) a trasferirsi da loro per permettergli di continuare gli studi. 
Venuto a contatto con la famiglia della zia fa la conoscenza del marito di lei, lo zio Sora mangaka famoso, e della cugina Shion, più giovane di lui di un anno.
Ma quella sensazione, ritrovata, di calore familiare, che gli riporta al cuore (ed alla mente) tempi lontani, viene interrotta nello scoprire la verità sulla loro famiglia: i ruoli sono infatti invertiti, dato che Yukari è in realtà una donna transgender MtF, ossia è “lei” il fratello di sua madre, e Sora è in realtà un uomo transgender FtM.
Dopo un inizio scombussolato, Masahiko deciderà comunque di trasferirsi nella loro casa imparando a conoscere e apprezzare piano piano la sua “nuova” famiglia.
Tralasciando i soliti cliché (o le solita battute) sul mondo LGBT+ presenti nell’opera, figlie purtroppo del periodo in cui è stato pubblicato, in realtà Family Compo rappresenta una novità per nulla scontata: ha debuttato in Italia nel lontano 2000 a opera di Star Comics, che con dolcezza, ironia e un pizzico di follia... ha portato all’attenzione un mondo sconosciuto ai più trattandolo con l’amore e il rispetto che si merita.
Le avventure della famiglia Wakanae sono sì divertenti e sopra le righe come le opere più celebri del maestro Hōjō, ma in particolare mostrano anche una quotidianità naturale e riconoscibile, che scardina tutti i tabù e le sovrastrutture che i benpensanti pensano di conoscere. Perciò sì, ci ritroveremo a vivere avventure crossdressing che coinvolgeranno anche la yakuza (!), ma vivremo soprattutto riappacificazioni, delusioni, prime cotte e la consapevolezza dei personaggi di essere quello che si è.
In tutte queste storie il tema portante sarà sempre l’amore in tutte le sue forme: per la persona amata, per la propria famiglia, per il proprio lavoro, per gli amici e infine l’amore per sé stessi, perché non importa quello che il mondo può dire, l’importante è essere il più possibile sinceri con se stessi e volersi bene sempre.

 

L'inverno del pescatore
Tematiche: coppia gay, quotidianità
Editore: Renbooks

L'inverno del pescatore.jpg

 

L'inverno del pescatore (titolo originale: Fuyu no banya, "la baita d'inverno"), volume unico uscito in Italia per Renbooks, segna un passo importante per la carriera di Gengoroh Tagame, il maestro dell'omoerotismo giapponese a fumetti. Nel 2014 ebbi l'occasione di intervistarlo al NipPop di Bologna, e alla mia domanda sul perché le sue storie fossero sempre incentrate su un erotismo molto forte e se mai avrebbe voluto realizzare qualcosa di più leggero e sentimentale, il sensei Tagame mi ha risposto con un grosso sorriso, indicando la pila di copie de L'inverno del pescatore. Che, in effetti, è il fondamentale anello mancante della catena tra le decine di manga a tematica omoerotica che Tagame ha disegnato nei decenni passati (e continua a disegnare) e il Tagame "mainstream" degli ultimissimi anni, autore di opere delicate, per tutti, pubblicate su riviste di manga non di nicchia e lette da chiunque come Il marito di mio fratello o Bokura no shikisai, dove il sesso non è presente e si parla di omosessualità in maniera delicata e poetica. 
In L'inverno del pescatore il sesso c'è, ma è ben lontano dalla violenza e dalla crudezza con cui viene rappresentato in molte opere precedenti. Viene anzi usato come mezzo per avvicinare i due protagonisti: un vecchio e burbero pescatore che vive da solo in una baita tra i ghiacci, con l'unica compagnia di una ragazza che gli portano una volta all'anno per "farlo divertire" nel futon e un ragazzo gay timido e gentile che quell'anno gli è stato portato al posto della ragazza che si aspettava. E' attraverso il sesso che i due protagonisti pian piano si sciolgono e si avvicinano l'un l'altro. In un primo momento è fatto controvoglia, col ragazzo a cui viene coperta la testa con un sacchetto per immaginare che sia femmina e il vecchio pescatore che guarda la foto di una ragazza per eccitarsi perché col ragazzo non ci riuscirebbe, man mano che proseguono nella rispettiva conoscenza invece fare sesso gli viene sempre più naturale e non hanno più bisogno di mezzucci. Il rapporto che si instaura tra i due protagonisti alterna le scene di sesso alla loro vita quotidiana fra i ghiacci, fra pesca, bucato e cucina, in una natura incontaminata e quasi fuori dal tempo dove i due possono imparare a conoscersi anche attraverso piccoli gesti, silenzi, sguardi, dialoghi, e scoprire che pian piano cominciano a volersi bene.
L'inverno del pescatore è una bella favola VM18 che parla di omosessualità con estrema naturalezza, dolce e rude allo stesso tempo e narrata da un maestro colto, intelligente, sensibile, che ha tantissimi interessi e li riversa continuamente in manga curatissimi e unici, disegnati con uno stile sobrio ed elegantissimo influenzato dall'arte occidentale più che dai manga giapponesi. Sicuramente un ottimo punto di partenza per scoprire il Gengoroh Tagame più tradizionale, in quanto uno dei suoi lavori omoerotici più leggeri e romantici, per chi vuole saperne di più del bravissimo autore che magari ha conosciuto con Il marito di mio fratello ma non vuole imbarcarsi in storie troppo pesanti o cupe.
(l'immagine a corredo è presa dal profilo Twitter dell'autore Gengoroh Tagame)



LIFE - camminando sulla linea
Tematiche: omosessualità, introspezione, vita e problemi di coppia, quotidianità
Editore: Star Comics
Correlati: drama (2020)

Life boxino

 

“…seguendo questa linea incontrerò una persona importante che prova i miei stessi sentimenti…”

Life - Camminando sulla linea è un manga di Miya Tokokura, edito da noi grazie a Star Comics, che narra dell’incontro tra due ragazzi, il serissimo Ito e il più infantile ed entusiasta Nishi. 
L’inizio è molto semplice: un semplice gioco da bambini (il camminare sulla linea del titolo) è la causa scatenante che fa in modo che le vite dei due protagonisti, appena adolescenti, si incontrino per dare inizio ad una forte amicizia, che si evolverà in qualcosa di più profondo. Di ritorno da scuola i due ragazzi, che percorrono la stessa riga ma in direzioni opposte, si trovano ad essere l’uno l’ostacolo dell’altro, ma una semplice soluzione farà in modo che i ragazzi riescano a superare questo ostacolo, senza che però questo incontro risulti privo di significato per entrambi.
Nei giorni a seguire, infatti, questo strambo rituale si ripete con regolarità, diventando per i due ragazzi una sorta di gioco nel gioco che provoca in entrambi una piacevole sensazione di felicità, la quale porterà ben presto ad un bacio rubato che getterà le basi per la loro relazione.
L’intero albo segue la crescita di questa relazione, divisa per capitoli che ne scandiscono lo scorrere del tempo: dall’accettazione nel chiamare un sentimento col proprio nome, alla difficoltà di trovare un proprio posto nella società, alla paura stessa di affrontare quella stessa società che non li riconosce come una coppia.
La paura, infatti, di non poter avere una “famiglia tradizionale” farà prendere ad Ito una difficile decisione nei confronti di Nishi.
Ma come in tutte le favole -perché possiamo benissimo paragonare Life ad una meravigliosa e agrodolce favola moderna- e complice anche un viaggio rinviato da tempo, i due ex innamorati diventati ormai più che adulti si rivedranno e capiranno finalmente che sono l’uno la metà mancante dell’altro, per poter infine vivere pienamente il resto della loro vita con una stabile coppia.
I disegni di Miya Tokokura sottolineano meravigliosamente bene le atmosfere e le emozioni che i due protagonisti vivono per tutto l’albo (bellissimi soprattutto i primi piani), riuscendo a rendere realistica una storia che all’inizio può risultare assurda ad un lettore poco attento e renderla, invece, una vicenda “comune” a cui tutti noi possiamo imbatterci e perché no anche vivere.



Ricordiamo inoltre:


 

NOVEL/ROMANZI


Io e Mr. Fahrenheit: She likes homo, not me 
Tematiche: omosessualità, coming out, omofobia
Editore: Panini Comics
Correlati: manga omonimo pubblicato da Panini Comics, drama (2019), film (2021)
QUI la nostra recensione

fahrenheit
Jun pensa che per un uomo sia normale sposare una donna, andarci a letto, avere una famiglia, dando così pace alla madre che lo ha cresciuto e al mondo che ogni giorno lo guarda con occhio attento. Jun si è convinto di essere anormale, disgustoso, un ingranaggio inutile nel grande meccanismo che regola il ciclo della vita degli esseri umani. Jun è omosessuale, ma non vorrebbe esserlo.
Sae Miura è una fujoshi, termine dispregiativo con cui si definiscono le ragazze appassionate di Boys' Love, ma si guarda bene dal farlo sapere in giro, perché una sua semplice passione le ha portato via le amicizie, l’ha resa oggetto di scherno e malevolenza.
Sae e Jun nascondono agli occhi del mondo una parte importante di se stessi, una porzione del loro essere che li definisce in maniera forte ma non totalizzante, un pezzo di sé che ne fa ciò che sono, ma non tutto ciò che sono. Eppure al mondo non interessa conoscere le sfumature, gli importa solo dare un’etichetta, semplificare, inventare delle regole che rendano più semplice, immediata e comoda la comprensione di ciò che non conosce o teme.
Tanto diversi quanto spiriti affini, i due compagni trovano in qualche modo un’intesa e il loro rapporto si fa sempre più intimo. Jun non è attratto da Sae, la trova carina ma il suo corpo e il suo cuore possono amare solo gli uomini, un dato di fatto che però si scontra con quel desiderio spasmodico di normalità che occupa la mente del ragazzo.

Il romanzo di Asahara ci guida tramite le parole e i pensieri di Jun e Sae in questo intenso percorso alla ricerca di sé, della normalità e della consapevolezza del proprio io.
La loro lotta, interiore e non, li porta alla consapevolezza più importante: amarsi e accettarsi per poi potersi mostrare al mondo, e da esso essere a sua volta accettati. Non senza difficoltà, non senza dolore, non senza perdite. 
Io e Mr. Fahrenheit - She likes Homo, not me è un romanzo forte e coraggioso, una storia che con parole semplici parla all’animo di chiunque cerchi se stesso, a coloro che lottano per accettarsi e farsi accettare. Parla a chi ha paura, a chi si nasconde, a chi pensa di essere sbagliato, a chi è in cerca del coraggio per mostrarsi fiero di ciò che è.
Una narrazione semplice e lineare ma chiara e diretta, tematiche attuali tra giovani e meno giovani, un dichiarato ed esplicito invito ad amarsi nonostante tutto.


La locanda degli amori diversi (Ito Ogawa)
Tematiche: famiglia arcobaleno, rapporto genitori/figli, coppia lesbica, omofobia
Editore: Neri Pozza
Correlati: di prossima uscita con Il Corriere della Sera
 
locanda amori diversi
Chi già si è approcciato ad altri romanzi della Ogawa, ritroverà in questo la medesima delicatezza priva di fronzoli che connota questa scrittrice: così, la storia di due donne che arrivano da esperienze di vita fallite e che trovano l'una nell'altra un nuovo senso da dare alla propria esistenza si colora letteralmente d'arcobaleno, come la locanda che le due avviano per accogliere ospiti di ogni genere e ogni amore.
E' una famiglia atipica, quella composta da mamma Chiyoko e mamma Izumi: alle due e ai loro due figli non mancherà di scontrarsi con l'omofobia, i pregiudizi e le paure, anche nella gemma di un Giappone rurale che sembra idealmente lontano da ogni sguardo violento.
Non verrà loro risparmiato nulla, e tuttavia il loro viaggio nella vita suscita nel lettore un persistente senso di pacata morbidezza. Ciò che resta nel cuore, è la consapevolezza di aver amato.


Ricordiamo inoltre:
 




 
ANIME


Hugtto Pretty Cure

Tematiche: crossdressing, stereotipi di genere, identità di genere, famiglie atipiche, personaggi LGBT
QUI la nostra recensione

HUGtto!PrettyCure..jpg

Hugtto Pretty Cure, uscita nel 2018, è la quindicesima incarnazione di un franchise di enorme successo (al momento attuale è alla diciottesima serie) creato da Toei Animation nel 2004. Il genere è il mahou shoujo, quello di Sailor Moon, e da Sailor Moon si riprende la struttura generale che cambia ogni anno con nuovi personaggi e nuove storie: ragazzine che si trasformano in guerriere per combattere nemici, demoni, alieni e mostri vari che minacciano la pace della Terra. Hugtto Pretty Cure contrappone un gruppo di ragazzine giovani e con molti sogni per il futuro (c'è chi vuole diventare un'attrice, chi una idol, chi una pattinatrice...) a un gruppo di nemici (i quali, tu guarda, hanno le fattezze di un'oppressiva e spersonalizzante kaisha giapponese) che invece al futuro non crede più, e vuole congelare il tempo degli esseri umani cristallizzandoli nel presente, ora che sono felici, evitandogli di crescere e andare incontro a delusioni e tristezza. Introdotta dal motto 「何でもできる、なんでもなれる」("Puoi fare ciò che vuoi, puoi essere ciò che vuoi"), Hugtto Pretty Cure si è subito imposta come una delle serie più belle e particolari del franchise, volutamente costruita in modo da toccare tematiche più adulte, dietro la sua facciata di serie per bambini atta a vendere giocattoli e costumini rosa, mettendo in scena numerosi tabù della società giapponese che vengono qui scardinati, messi a nudo, mostrati in un modo a misura di bambino che però non ha mancato di far riflettere numerosi adulti.

La serie mette in scena numerose situazioni non convenzionali nella società giapponese e sicuramente molto rare in una serie per un pubblico giovane: un ragazzo giovane che si trova ad accudire una neonata come un padre single; una famiglia dove la madre è un'attrice famosa e porta a casa i soldi mentre il padre pensa alla casa e alla famiglia; salaryman che lasciano la loro vita piatta e l'azienda che li sfruttava per reinventarsi come youtuber. Ha fatto scalpore sul web al tempo della trasmissione la sapiente trattazione della tematica dell'identità e degli stereotipi di genere, una delle tante sottotrame che si è dipanata lungo tutta la serie e che ha visto come centrale innanzitutto la piccola Emiru, bambina di famiglia ricca la cui strada sembra già segnata, scritta da una famiglia rigidissima che le impone cosa fare, come vestire, chi frequentare. Emiru non vuole suonare il piano ma la chitarra elettrica, che le dà più libertà, non vuole diventare una principessina che aspetti di essere salvata ma aspira a diventare lei stessa l' "eroe" (ruolo tipicamente maschile) che salva la gente in pericolo, e ci riuscirà, mostrando alla sua retrograda famiglia che ci sono diversi modi di essere donna e che anche una donna può essere un "eroe".
Allo stesso modo, il giovane Henri, sanguemisto francese belloccio ed effeminato, ama vestirsi da donna perché si sente più a suo agio con quei vestiti eleganti che trova carinissimi, e non gli importa degli sfottò dei compagni di classe (in primis di quelli di Masato, rigidissimo e retrogrado fratello di Emiru), non gli importa di finire in pericolo e di farsi salvare, come una principessa (ruolo tipicamente femminile) dalle eroine (again, ruolo tipicamente maschile) Pretty Cure, perché Henri è fiero di ciò che prova e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno né vuole sottostare a stereotipi decisi da qualcun altro. Con la sua determinazione, Henri riesce a far breccia nel cuore di chi lo prendeva in giro, diventarci amico (la serie non lo dice esplicitamente, ma è ampiamente suggerito che lui e Masato diventino una coppia omosessuale), finendo per essere un ottimo esempio positivo per i piccoli spettatori, che su certe tematiche ancora non sanno molto e devono ancora imparare a conoscerle. Ma Hugtto Pretty Cure dà a Henri un ruolo ancor più importante, quello di diventare il primo "Pretty Cure" di sesso maschile del franchise, mostrando che "Pretty Cure", status tipicamente femminile, è in realtà metafora di eroismo, buoni sentimenti, coraggio, fiducia e trascende il genere, l'età, tutto quanto, tanto da essere raggiunto, nell'emblematico finale della serie, da ogni personaggio (adulti, bambini, maschi, femmine, protagonisti, comparse) per prendere parte all'ultima battaglia.

Hugtto Pretty Cure non è una serie strettamente a tematica LGBT+, ma nel suo scardinare i retrogradi punti fermi della società giapponese, nel suo ribaltare gli stereotipi di genere, nel suo mostrare che, ogni tanto, non c'è niente di male ad esprimere se stessi scavalcando le oppressioni e le convenzioni della società che ci vorrebbe omologati a regole ormai antiquate che non sentiamo più nostre, è una produzione estremamente importante, soprattutto pensando che è rivolta ad un pubblico molto giovane, a cui parla con estrema delicatezza e in modo naturalissimo di tematiche adulte ed importanti con cui, crescendo, prima o poi si troveranno ad avere a che fare, insegnandogli a diventare adulti senza mai dimenticare se stessi, le proprie inclinazioni, i propri sogni.
                                                                                 Kotaro


Given
Tematiche: omosessualità, stereotipi di genere, bisessualità, quotidianità
Correlati: manga omonimo pubblicato da Flashbook, film sequel (2021), drama (2021)
Distribuzione: Crunchyroll
QUI la nostra recensione
 
Given-cover
La storia segue il classico canovaccio del 'Boy meets Boy', quell'incontro fatale dal quale scaturisce lo sblocco di un'impasse per ambo i protagonisti: il giovane Mafuyu si sente scuotere al suono dell'aria che vibra per la chitarra del compagno di scuola Uenoyama mentre questi, a sua volta, all'udire la voce limpida di Mafuyu sente vacillare ogni certezza.
Gravitando naturalmente l'uno attorno all'altro e maturando un'attrazione reciproca, pian piano ciascuno dei due ritrova ciò che aveva perduto, dall'ispirazione musicale alla forza di superare un amore finito tragicamente.
Non è la prima volta che nel contenitore NoitaminA di Fuji TV s'introduce una storia che preveda lo sviluppo di tematiche legate a sentimenti non eteronormativi, come accaduto anche in Banana Fish; a differenza di quest'ultimo, tuttavia, è indubbio che la scelta di collocare qui una storia apertamente classificata in origine come Boys' Love sia ancora meno usuale, e ciò fa di Given una "prima volta" nel catalogo, riconfermando NoitaminA come innovatrice in tal senso. 

La riuscita della trasposizione animata di Given è da leggersi sia nell'ottica di una ricercata attenzione a tanti piccoli -ma affatto trascurabili- dettagli musicali, oltre alla bontà di aver portato sul piccolo schermo una storia che parla sì di amore omosessuale e sfiora tematiche LGBT, ma lo fa senza gridare, senza voler fare scalpore, senza la necessità di doversi dichiarare tale per assumere una propria riconoscibilità.
Lo fa invece con molta naturalezza e semplicità, e senza per questo privarci dei drammi legati all'adolescenza, agli amori perduti ed alla scoperta di sé. Lo fa, soprattutto, facendo raccontare il tutto filtrato dalla musica, da sempre strumento catalizzatore di emozioni e da quest'ultime liberatorio, al tempo stesso.

Il come, il quando o con chi i personaggi vadano a letto non è il fulcro di Given che, invece, perlopiù risponde a domande assai diverse: cosa si cerca, chi si intende essere, come si vorrebbe diventare. Se c'è l'amore ad ispirarci e a spronarci, a farci muovere per diventare qualcosa di più e di meglio in primo luogo per noi stessi, allora non importa e non dovrebbe importare mai di che genere esso sia. L'unica cosa che conta è che sia amore.



Ricordiamo inoltre:

 
DRAMA/LIVE ACTION


IS - Otoko demo onna demo nai sai
Tematiche: intersessualità,  rapporto genitori/figli, identità di genere, disforia di genere
Distribuzione: amatoriale
 
otoko demo onna


 
Corre l'anno 2011 e la serie TV tratta dall'omonimo manga IS - Intersexuality di Chiyo Rokuhana affronta con coraggio e con limpida franchezza la condizione dell'intersessualità, vista attraverso le vicende dell'adolescente Haru.
Haru è nato come ragazza e così è registrato all'anagrafe; la giovane viene cresciuta tuttavia in famiglia come un maschio, nel rispetto del suo diverso sentire e della percezione straniante del proprio corpo. Al momento di iscriversi al liceo, tuttavia, Haru è costretto a frequentarlo con sembianze femminili, tanto nell'aspetto quanto nella divisa scolastica.
Una storia d'impatto che reca temi forti e quasi sconosciuti per l'epoca, capace di porre lo spettatore in empatia con la figura protagonista e di percepire il medesimo senso di impotenza e sconforto nel realizzare che, biologicamente parlando, c'è qualcosa di inaspettato e di diverso rispetto al proprio sentire. Non si tratta di una scelta di orientamento sessuale, bensì di qualcosa di molto più intimo che riguarda la costruzione e lo sviluppo della persona, e implica pertanto delle difficoltà continue nelle interazioni sociali di ogni tipo.



Joshi Teki Seikatsu (Life as a girl)
Tematiche: figura transgender, rapporto di coppia, quotidianità
Distribuzione: amatoriale
 
Delle figure e del tema del gender bender si è visto, si scrive e si racconta spesso in Giappone, cercando di allettare l'occhio attraverso la provocazione visiva, più che con una corretta introspezione sulla disforia di genere.
Passare dal 'fanservice' ad una rappresentazione più concreta e quotidiana di cosa significhi vivere una vita da transessuali è, pertanto, tutt'altra cosa: nel 2018 un personaggio transgender diventa protagonista di una miniserie televisiva trasmessa in quattro episodi, e benché l'attore Jun Shison non faccia parte del mondo LGBT, riesce tuttavia a pennellare il ritratto di Miki Ogawa nelle sue molteplici sfaccettature.
Miki è dovuta passare attraverso l'inevitabile transfobia, la violenza e gli abusi, ma non si nasconde più: è una donna forte, caratterizzata da una personalità prominente e un'identità precisa di cui lo spettatore apprende pian piano attraverso gli occhi di Goto (Keita Machida), ex compagno di classe di Miki che giunge a convivere con lei.
Grazie alla sceneggiatura della brava Riko Sakaguchi (La storia della principessa splendente) Il drama utilizza con cognizione di causa i 'termini tecnici' del mondo LGBT per identificare ciascuna delle peculiarità di cui racconta, e lo fa sempre con cautela e intelligenza: dalla ricerca della propria identità di genere alle relazioni sentimentali, dai problemi e dilemmi di tutti i giorni uniti al bisogno di trovare la propria strada nel lavoro e nella carriera, realizzando le proprie aspirazioni.
Perché non dovrebbe essere 'normale', dunque, che Miki aspiri a tanto esattamente come chiunque altra persona 'normale'?
Ci si ritrova a chiedersi che cosa sia davvero la 'normalità', e cosa non lo sia, in effetti, e proprio su tale concetto il dibattito politico e non, in Giappone, è a tutt'oggi piuttosto acceso.


Close Knit 
Tematiche: figura transgender, famiglia arcobaleno, rapporto genitori/figli, identità di genere, maternità
Distribuzione: proiezione cinematografica, vincitore del Far East Film Festival nel 2017
QUI la nostra intervista alla regista
 
Rinko sferruzza
 
Lo sguardo della regista Naoko Ogigami, che a lungo ha vissuto negli Stati Uniti e dunque a contatto con una realtà sociale variegata e dinamica anche in ambito LGBT, offre un approccio tenero, sensibile e nondimeno curioso attraverso la storia della piccola Tomo.
Il suo approdo all'interno della casa ove vive la coppia formata dallo zio e dalla fidanzata transessuale Rinko, superbamente interpretata da Toma Ikuta, farà diventare i tre una sorta di famiglia arcobaleno, all'interno della quale la solitudine non radica e l'affetto non ha il sapore di plastica degli onigiri del minimarket, con i quali la snaturata madre di Tomo ha sfamato la ragazzina da sempre.
E' uno sguardo obiettivo che non cerca né un ipocrita pietismo né illude a riguardo di una realtà familiare complessa, composta di tanti strati compresenti l'uno sull'altro.
La riuscita dello splendido film della Ogigami sta dunque proprio in questo: nel raccontare conducendo dolcemente per mano lo spettatore a osservare una convivenza che parte distaccata e diviene sempre più naturalmente autentica.
Senza fornire alcun giudizio di sorta, Close-Knit ci ribadisce che credere in un mondo che sia aperto al diverso deve essere possibile; non sarà per questo un mondo bucolico, bensì di certo un luogo in cui poter crescere radicando una consapevolezza di sé e degli altri del tutto rinnovata.


Ride or Die 
Tematiche: coppia lesbica, violenza domestica, relazione travagliata
Distribuzione: Netflix Italia
Correlati: manga omonimo
 
ride or die poster
Per definire Ride or die (titolo inglese di Kanojo) mi vengono subito alla mente una serie di aggettivi: intenso, disturbante, importante, adulto. E non basterebbero a definire un film che può ricordare nella trama e in alcuni momenti il ben più famoso "Thelma e Louise" ma che in realtà se ne discosta essendo molto più crudo ed esplicito, sia nella violenza che nella sessualità. Della pellicola americana richiama le tematiche (gli abusi familiari, la voglia di riscatto, la fuga come unica soluzione) ma le affronta a muso duro. Mostra il sangue, i lividi, i corpi nudi martoriati o amati alla follia. Ogni gesto, ogni decisione presa dalle protagoniste esplode sullo schermo in un su e giù emotivo che scuote all'improvviso lo spettatore. I lenti ritmi tipici del cinema orientale si fondono quindi con scoppi adrenalinici di gesti e di dialoghi.
Attori tutti molto bravi, anche perché non erano personaggi facili da gestire, così complessi e, se vogliamo, anche un po' contorti. Un film bello e importante che consiglio ma con un'avvertenza: non è adatto a tutti. I sentimenti e le azioni sono sbattute in faccia senza filtri. Poco importa che la coppia protagonista sia lesbica: il bello di questo film è anche quello. Parla di persone, dei loro sentimenti, delle loro emozioni. La coppia è formata da due donne? Okay, non è questo il vero problema nella loro vita. Forse è proprio questo il motivo per cui questo film mi ha colpito così tanto e il perché lo consiglio se volete vedere qualcosa di diverso dal solito.


Midnight Swan 
Tematiche: figura transgender, famiglia atipica, rapporto genitori/figli, identità di genere, maternità
Distribuzione: vincitore ai Japan Academy Prize, in proiezione al Far East Film Festival 2021
 
Midnight_Swan-incontro
Midnight Swan, pellicola premiata all'ultima edizione dei Japan Academy Prize, è in proiezione online e offline nel nostro Paese al Far East Film Festival di Udine fino al prossimo 2 luglio 2021.
La pellicola racconta la storia di persone in transito, o per meglio dire in trasformazione. Nagisa all'anagrafe si chiama Kenji, ma non si è mai sentito maschio, fin da piccolo. Sta risparmiando per potersi operare e diventare finalmente quel che desidera da sempre. 
Ichika è un'adolescente con una madre assente dal suo ruolo e per questo viene spedita a Tokyo, da Nagisa, suo lontano parente. L'incontro fra due anime in pena sarà dapprima scontro e poi forza. Un film intenso, pieno di dolore ma anche di riscatto. Dietro ai lustrini e alle facciate delle famiglie perbene si nascondono storie di sofferenza e smarrimento, da cui però può nascere amore e solidarietà. Perché la famiglia può essere dove meno te lo aspetteresti. Regia che in alcuni momenti sfiora il sublime, con accostamenti che fanno venire la pelle d'oca. Tutto è mostrato, perché non c'è vergogna dove c'è affetto.
Prove d'attore magistrali, senza sbavature, anche nei ruoli minori. Musica soprattutto classica a sottolineare i momenti topici della trama. Da vedere. Se ne esce migliori.


Cherry Magic! Thirty years of virginity can make you a wizard?!
Tematiche: omosessualità, mondo del lavoro, omofobia, rapporto di coppia, quotidianità
Distribuzione: Crunchyroll
Correlati: manga omonimo, drama special
 
New Cherry Magic
Tra i tanti drama che annualmente vengono prodotti nel Paese del Sol Levante, ve n'è uno che è una piccola gioia sia per gli occhi che per il cuore, ovvero Cherry Magic! Thirty years of virginity can make you a wizard?!: l'opera nasce dall’omonimo manga della fumettista Yū Toyota, il cui titolo originale è “30sai made Dotei dato Mahotsukai ni Narerurashii”, vede la luce nel 2020 ed è disponibile in Italia grazie a Crunchyroll, che ce lo propone con l’audio originale sottotitolato in italiano.
Cherry Magic è all’apparenza una classica storia Boys' Love ma che presenta al suo interno una buona dose di sentimenti, allegria e un pizzico di magia.
Il protagonista è Kiyoshi Adachi, il classico salaryman buono e gentile, che la mattina dopo aver compiuto trent’anni scopre di poter leggere i pensieri più intimi e profondi di chiunque sfiori: tale potere è dato da una sua peculiare caratteristica, quella di essere arrivato vergine a trent’anni. Questa nuova abilità provoca non pochi problemi socio-relazionali ad Adachi, soprattutto quando scopre che Yuichi Kurosawa, suo collega bello e pieno di virtù, ha una cotta segreta per lui.
Tra imbarazzi, paure, dubbi, ansie da prestazione, ironia e tanta confusione seguiremo la nascita di un sentimento a cui Adachi farà fatica a dare un nome e soprattutto esiterà ad affrontare. Il tutto è trattato sempre con una dolcezza che fa sembrare i vari personaggi quasi degli adolescenti alle prese con le prime cotte. 
Il Kurosawa meravigliosamente interpretato dall'affascinante Keita Machida, non lascerà molti dubbi allo spettatore su quale sarà per Adachi la migliore decisione da prendere, perché chiunque sarà immediatamente conquistato dalle innumerevoli qualità che Machida sfoggia per il suo personaggio per tutta la durata della serie: con impercettibili improvvisazioni ad aggiungere carisma caratteriale, egli arriverà a stuzzicare il povero Adachi e non solo, ma soprattutto farà pervenire al protagonista a più riprese cavallereschi e significativi cenni dell'importanza del consenso sui rispettivi sentimenti.
Anche i personaggi di contorno, seppur non sempre presenti, hanno una rilevanza ed una caratterizzazione ben definita, per questo ci troveremo senza accorgercene a tifare per il povero Masato Tsuge, che cerca in tutti i modi di fare colpo sul giovane corriere Minato, oppure ci innamoreremo della dolcissima Nozomi Fujisaki, il personaggio femminile di rilievo dell’intera serie, che con la sua sensibilità riesce a percepire l’infatuazione di Kurasawa per Adachi, aiutando quest’ultimo a fare chiarezza sui suoi sentimenti.
Quello che rimane alla fine della visione di Cherry Magic è una piacevolissima sensazione di serenità, perché mai come in questo drama gli autori e attori sono riusciti a raccontare così bene, con semplicità e ironia, una bellissima storia di accettazione ed affetto sincero tra due individui che si amano profondamente.
Inevitabile chiedersi se non esista una nota negativa in tutta la serie: forse l’unica risposta è proprio quella che, una volta concluso il drama, ci si ritroverà tristi nel non poter più seguire l’evolversi della relazione dei due protagonisti, pur se gli spettatori saranno appagati perché si è compreso che si tratterà di sicuro di un Happy Ending.


Ossan's Love
Tematiche: omosessualità, mondo del lavoro, quotidianità
Distribuzione: amatoriale
Correlati: drama special (2016), film sequel, drama remake (2019)
 
ossans 2018
La panoramica televisiva giapponese è sempre stata variegata e innovativa, ma per il genere Boys' Love si può dire che la vera svolta avviene nel 2018 con la trasmissione della serie tv Ossan’s Love su TV Asahi canale generalista. 
Nel 2016 ne era stato trasmesso uno speciale televisivo omonimo, che avendo riscosso un buon successo di pubblico, porta TV Asahi a creare una serie televisiva di 7 episodi. 
La serie nasce dall’idea della produttrice Sari Kijima, che voleva esplorare il mondo delle relazioni romantiche tra colleghi, e dello sceneggiatore Koji Tokuo che decise di portare su schermo l’amore tra due uomini. 
In Ossan’s Love non si trovano rappresentazioni di omofobia né si affrontano per bene le tematiche LGBTQ+, insomma non si vuole far bandiera di una comunità né risultare educativo in alcun modo, ma la serie ha la grande forza di trasmettere empatia e far capire che l’amore è qualcosa che prescinde il sesso di appartenenza
Il grande successo di pubblico sicuramente è dovuto anche al fatto che gli attori scelti sono nomi celebri del panorama cinematografico giapponese; troviamo Kei Tanaka (Gokusen, Library Wars) nei panni del protagonista che si ritrova al centro di un quadrangolo amoroso, Kento Hayashi (Boku dake ga inai machi, Seirei no moribito) il coinquilino che ha già ben chiare le sue tendenze e Kotaro Yoshida (Il terzo omicidio, Teiichi no Kuni) nei panni del capo, che dopo 30 anni di matrimonio, trova il coraggio di fare coming out con la moglie per dichiarare il suo amore al giovane protagonista.
In questo quadro così variegato i temi affrontati sono molteplici: matrimonio, divorzio, amore omosessuale, relazioni tra colleghi...
Questo  mix di ingredienti hanno fatto si che Ossan’s Love spianasse la strada per altri drama e film del genere su altre reti generaliste o nella cinematografia; cosa che fino a quel momento era stata prodotta per essere fruita perlopiù per un ristretto pubblico di fujioshi e specifici appassionati di Boys Love.  



Ricordiamo inoltre:
 
Vi invitiamo infine a scoprire le molte altre opere correlate presenti nel nostro database: si possono rinvenire attraverso la ricerca specifica per tag, quali ad esempio "temi-LGBT", "omosessualità", "intersessualità" ed altri ancora.

Si ringrazia CloveRed per la collaborazione grafica