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Il Giappone è uno dei pochi paesi sopravvissuti a un terribile disastro ambientale. Questo è stato possibile grazie agli studi su un particolare tipo di tecnologia, che si rivela fondamentale per la ripresa del paese. Ripresa che però non è a vantaggio di tutti: solo le persone che effettivamente sono al potere beneficiano di questa ripresa, mentre i poveri vengono emarginati e tenuti al di fuori delle mura cittadine.
Le autorità governative, usufruendo del proprio potere, decidono di utilizzare le nuove tecnologie in campo militare. Questa decisione li porta ad avere sì una grande potenza, ma proprio per questo motivo si scatena una rappresaglia da parte dell'Unione Asiatica. Dopo innumerevoli perdite, le due fazioni decidono di porre fine al conflitto, e le forze militari giapponesi vengono dirottate al controllo dei poveri del paese che provano a ribellarsi.
È in questo clima di repressione che assistiamo alla disperata fuga di una coppia, un ragazzo e una bambina, Jin e Sana, attraverso le strade della città. Questa fuga si risolverà con il salvataggio dei due da parte di un secondo ragazzo, Jo.
Da queste premesse prendono il via le avventure narrate in Innocent Venus.

Il character design di questa serie è nella norma, essendo semplice e gradevole, senza però avere particolari punti di forza, con personaggi forse troppo standardizzati e piatti. Così come è standardizzato e piatto il mecha design, che non offre spunti di particolare interesse, ma che in ogni caso si fa apprezzare per le scelte stilistiche semplici ma efficaci, come la realizzazione dei mecha Gladiators. Per questi, come per tutti gli altri mezzi meccanici, si è optato per un'animazione in CG, di livello discreto, ma nulla più, che rende i movimenti dei mezzi, siano essi mecha o semplici veicoli, un po' rigidi e impacciati.
Le musiche le ho trovate anonime e senza personalità, a parte forse l'opening, che dovrebbe essere una sorta di pop elettronico. È orecchiabile ma nulla di più. Diciamo che è più facile che la si dimentichi piuttosto che rimanga in testa.
Nota positiva per l'uso dei colori, la maggior parte delle volte scuri e pesanti, a sottolineare bene l'atmosfera cupa e oppressiva che si respira.

Fin qui sembrerebbe che Innocent Venus sia da evitare, invece trovo che, a parte certi piccoli difetti, la serie sia piacevole da vedere, almeno per passare un po' di tempo. La trama scorre senza intoppi e senza particolari punti morti, e ciò è dovuto anche alla durata della serie, la quale in alcuni punti propone anche degli interessanti sviluppi che di certo non lasceranno indifferenti.
In definitiva Innocent Venus è un anime che si lascia guardare senza pretese, offrendo un paio d'ore d'intrattenimento. Insomma, Innocent Venus si potrebbe definire con le parole che ho usato anche in precedenza, e che ne riassumono le caratteristiche: semplice ma efficace.