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"Siamo alla fine del ventesimo secolo. Il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche. Sulla faccia della Terra, tutti gli oceani erano scomparsi, e le pianure avevano l'aspetto di desolati deserti. Tuttavia, la razza umana era sopravvissuta..."

Tale incipit è, ormai, divenuto famoso tra tutti i fan di anime giapponesi quale introduzione della prima serie di Hokuto No Ken, meglio conosciuto in Italia con il titolo, banale, ma efficace, di Ken Il Guerriero. Ed è proprio alla prima serie di Ken che il film Ken il Guerriero - la Leggenda di Hokuto si rifà, rianalizzando la parte centrale denominata "Piramide del Sacro Imperatore".

Come già detto il film è interamente ambientato in un mondo privo di leggi, quella società sconvolta dagli attacchi nucleari popolata da uomini che aspettano impazienti l'arrivo di un salvatore che riporti la pace e metta fine alla paura, a testimonianza che "quando Nanto perde la sua lucentezza, Hokuto arriva per ricondurla sulla retta via". Ecco quindi entrare in scena i tre fratelli di Hokuto, con convinzioni diverse, accomunate, però, dallo stesso fato. Kenshiro, erede della millenaria e divina scuola di Hokuto; Toki, imperterrito soccorritore della popolazione in preda al caos e alle barbarie del temibile Sauzer; e Re Raoul, il maggiore dei tre, che sfrutta le dottrine della scuola di Hokuto per soddisfare la sua sete di potere. Ma quando i tre fratelli si ritroveranno uniti per sconfiggere Sauzer, solo Kenshiro scenderà in campo per lo scontro finale.

A una poca attenta analisi verrebbe da dire come, giustamente, sia Kenshiro il protagonista indiscusso della narrazione. Ma non è del tutto vero. Con l’inserimento dell’amore soffocato tra Raoul e Reina si affievolisce l'attenzione su Ken. Non è un caso, infatti, che le sue tristi vicissitudini romantiche siano del tutto scomparse. Rovesciando la medaglia, però, tale scelta potrebbe sembrare un punto a sfavore del film, caratterizzato da un persistente riassunto. Scelta, però, inevitabile per narrare, in un'ora e mezza, in primis i motivi che spingono Ken alla cruenta lotta con Sauzer, e in ultimo, cronologicamente parlando, lo scontro finale.

Quello che stupisce di più in questo lungometraggio è la totale mancanza di sudditanza alla violenza, cosa stana per uno dei manga più cruenti, o almeno etichettato tale, degli ultimi venticinque anni .
Le scene di combattimento sono infatti assai limitate rispetto alla durata totale del film, e sebbene non manchino momenti di fuoriuscita a fiumi di sangue, non sono mai inserite per il semplice gusto di farlo, ma solo se strettamente necessario.

Dal punto di vista tecnico il film è realizzato in maniera ottimale, sebbene nella prima parte della pellicola la storia pecchi di un'eccessiva pacatezza, soprattutto se paragonata alla dinamica e veloce narrazione del manga. Tale apatia viene trasposta anche nei disegni, che assumono, così, il compito di focalizzare principalmente l'attenzione sui dialoghi dei personaggi più che sulle loro azioni. Nonostante questo rimangono comunque ben realizzati, come dimostra il charter design, che rende più realistici i personaggi della storia.

In conclusione chi conosce il cartone animato faticherà ad apprezzare questa nuova versione, prima di una lunga serie, dell'erede di Hokuto, ma vale veramente la pena assistere a un capolavoro di analisi psicologica, che dona più profondità alla classica storia che i fan conoscono a menadito.