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"No Game no Life" è la combinazione di una serie di elementi generalmente apprezzati dal grande pubblico: una dimensione alternativa sulla falsariga dei vari "Sword Art Online" o "Log Horizon", sebbene ancora non ne è chiara la natura, giochi di svariato genere, fanservice sfrenato, moe, lolicon, citazioni, cliffhanger.
È una serie costruita sui gusti degli autori, ma ancora di più chirurgicamente sul relativo target di riferimento. In questo senso la si può definire un successo, vista la rapida presa che ha avuto sul pubblico, ma non è affatto oro quel che luccica.

Il tutto ruota attorno alla coppia di protagonisti Sora e Shiro, contraddistinta dal nickname "Blank" nelle loro partite online. Che siano inizialmente presentati come NEET non ha alcuna importanza, fatta eccezione per qualche gag, perché sono caratterizzati più che altro da un'intelligenza senza pari e dalla sfacciata invincibilità. Non esattamente il ritratto della simpatia, a meno che non si trovino divertenti i siparietti brocon o ecchi che porteranno avanti di tanto in tanto.
Tutte le vicende che seguiranno il loro trasferimento a Elkia sono legate proprio ai due tratti che abbiamo enunciato in precedenza. In un certo senso si ha un riscatto dei protagonisti, che possono far valere le loro capacità del tutto 'overpowered' anche al di fuori della loro cameretta, seppur attraverso il mezzo con cui si trovano a loro agio.

I giochi non rappresentano mai delle novità, ma sono delle varianti di giochi popolari, come per esempio gli scacchi piuttosto che il Reversi. Raramente le partite riescono a essere appassionanti nello svolgimento, a meno che non si rimanga preda delle spiegazioni "smart" attorno alle quali le stesse sono costruite.
Nel momento in cui ciò non dovesse avverarsi, la serie si rivelerà per quello che è: un prodotto costruito ad arte da un otaku per gli otaku, con un buon character design, una pessima caratterizzazione dei personaggi e una storia che fatica a ingranare.