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No Game no Life è stata da molti considerata la miglior serie animata della stagione primaverile del 2014, ma merita davvero tale reputazione? A mio avviso no, si tratta di un'opera decisamente sopravvalutata.

La trama è incentrata sul diciottenne Sora, la sorellina undicenne Shiro, e la loro totale dedizione ai giochi, siano essi da tavolo, online o strategici. La conseguente inettitudine alla vita reale porta i protagonisti alla convinzione di essere nati nel mondo sbagliato. Ecco dunque che, dopo una partita a scacchi contro un ragazzo in cui non ci è dato sapere quale sia stata la mossa vincente, vengono trasportati in una dimensione fantasy, in cui i conflitti tra le 16 razze che vi abitano sono risolti attraverso giochi di qualsiasi genere, regolati da 10 comandamenti stabiliti dal Dio locale. I protagonisti appartengono all'umanità, la razza più debole, e decidono pertanto di sovvertire la situazione.

Le buone premesse, tuttavia, rimangono tali. Quello a cui veniamo messi di fronte è un anime limitato per contenuti per proprie responsabilità, principalmente a causa di due punti: 1) voler essere a tutti i costi quello che non si può essere; 2) fanservice esagerato.
Quest'ultimo punto credo non abbia bisogno di delucidazioni. Chiunque abbia già visto No Game No Life può confermare la presenza di diverse scene ecchi inutili per il tempo che occupano, soprattutto perché, ricordando sempre la trama e il genere (non solo ecchi), ci si sarebbe aspettati tutt'altro. Aprirei anche una breve parentesi sulle gag, a mio avviso poco riuscite. La maggior parte di queste verte attorno alla figura di Stephanie Dola, talmente ingenua da far sì che il suo stesso nome, per i personaggi, divenga sinonimo di "stupidità". Se la si immagina detta una volta può risultare anche simpatica, dopo dieci stufa.
Per il primo punto, invece, avrei parecchio da dire ma proverò ad essere sintetico. No Game No Life vuole evidentemente essere geniale, ma non lo è affatto, in particolare laddove i metodi di vittoria delle varie sfide tenute dai fratelli meriterebbero davvero spiegazione e non un semplice: "Sono dei geni!".
<b>(SPOILER)</b> Faccio particolare riferimento alla partita ad othello, dove sarebbe giusto sapere come Shiro potesse conoscere la posizione esatta delle pedine sulla tavola <b>(FINE SPOILER)</b>.
La struttura ciclica degli episodi trae in inganno, perché viene dato per scontato che dietro un trionfo ci sia l'intervento costante delle menti di Shiro e Sora. Ciò, insieme alla posta in palio della scommessa, che, in caso di sconfitta, causerebbe la fine istantanea dell'anime, rende anche scontati e prevedibili gli esiti finali. Inoltre alcuni giochi non necessitano di intelligenza (es. la variante degli scacchi) o sono più decisi dalla fortuna (es. la sfida a suon di sillabe).
Tralasciando questo argomento, vorrei ora fare una piccola menzione negativa sul tentativo di inserire una morale spicciola nella serie, partendo dalle improbabili frasi ad effetto su Dio e il mondo, passando per discorsi triti e ritriti sulla condizione del debole, e concludendo con l'ultimo episodio, dove viene soltanto ripetuta ad oltranza la medesima frase.

Dei personaggi non c'è molto da dire, in quanto sono davvero poco caratteristici e approfonditi. Tra le righe credo di aver detto quasi tutto di quelli principali.
Salvo invece il lato tecnico, ottimo specialmente per grafica, anche se troppo contornata di rosso.

Concludendo, ho trovato No Game No Life un minestrone di tanto e un succo di poco, in cui la strada principale della trama viene malamente persa e mai più ripresa. Se avete voglia di spegnere il cervello risulterà comunque un buon prodotto, ma se cercate qualcosa di serio vi inviterei a virare su altro.