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Piccola delusione per questo titolo di Mitsuteru Yokoyama, che mostra nel comparto grafico tutto il peso degli anni che porta, al punto che la valutazione ne risentirà in modo sensibile.
Discorso diverso invece, per quanto riguarda la trama dell'opera, che, seppur afflitta da sbavature e mancanze, che poi andremo ad esaminare, offre comunque degli spunti validi e originali. Spunti originali sempre in rapporto al periodo storico in cui "Mars" fu pubblicato, naturalmente, e che contribuiranno a far approdare, faticosamente, questo manga almeno al voto di 5. Se, infatti, in questo periodo fioriscono lavori, soprattutto grazie al genio ispiratore di Go Nagai, in cui la fantascienza ha come leitmotiv il binomio essere umano (pilota) - mecha che insieme difendono la terra dagli invasori che vogliono impossessarsene, sia che essi vengano dalle profondità della Terra, che da una lontana galassia, "Mars" stravolge decisamente il concetto, offrendoci una visione dell'alieno invasore molto diversa, poichè il suo intento non è tanto quello di far proprio il nostro pianeta, quanto di controllarne preventivamente la crescita e la conseguente pericolosità bellica, nel timore che il violento genere umano possa esportare i suoi bellicosi istinti anche nella pacifica galassia. E poco importa se, come spesso accade nei lavori nipponici di quel periodo, le idee di bene e male alla fine si confondano decisamente, per cui gli inermi alieni che si professano difensori della pace nell' universo finiscono per diventare i più spietati carnefici dell'umanità. Altra innovazione del periodo, è il rapporto esistente tra Mars, il ragazzo protagonista del manga, a cui dà il nome, e Gaia, il suo mecha, che non piloterà come siamo stati abituati a vedere nei vari Goldrake, Mazinga, Gundam o altri, ma si limiterà a guidare dall'esterno, con semplici comandi vocali, un qualcosa, quindi, di più simile al vecchissimo e quasi sconosciuto per chi non è vicino ai quaranta, Astroganga.
Altra tematica che apprezzo molto in opere di questo tipo, è il messaggio pacifista che permea totalmente l'opera di Mitsuteru Yokoyama e che troviamo molto spesso presente in lavori dell'epoca.
E qui però, purtroppo, finiscono gli aspetti positivi. Infatti, a fronte di tutto ciò che è stato detto finora, il manga è appesantito da alcuni aspetti decisamente negativi, che ne inficiano inesorabilmente il valore. Il primo di essi è decisamente l'aspetto grafico. Siamo perfettamente d'accordo che ci troviamo di fronte a un opera di 36 anni fa, e che quindi lo stile per forza di cose non può essere attuale, ma lo stile grafico di Mitsuteru Yokoyama è decisamente inappropriato per il tipo di narrazione che ci viene offerto. Il tratto di quest'autore poteva essere adatto a manga umoristici, o comunque dai toni più disimpegnati e leggeri, ma non certo alle tematiche decisamente forti e drammatiche affrontate in questo manga. Per capirsi, anche Go Nagai non ha un tratto che fa gridare al capolavoro, ma se si guarda le sue tavole in Devilman, non si ha mai l'idea di inadeguatezza, che viceversa si prova, con estrema amarezza, di fronte a questo lavoro.
Se la parte grafica è decisamente carente, non va meglio sul fronte della caratterizzazione dei personaggi, dove se si eccettua (in parte, e dopo dirò perchè) il protagonista e, forse, il giornalista, si assiste a un nulla abbastanza assoluto, con comprimari piatti ed anonimi, e figure di secondo piano (tipo i militari di vario ordine e grado) che compiono azioni assurde e ai limiti del ridicolo.
E infine la trama: questa, pur non mancando di offrire svariati buoni spunti, subisce un'accelerazione ingiustificata nelle ultime pagine del manga, che finisce per propinarci il finale (piuttosto forte e drammatico, tra l' altro) in poche e misere tavole, con una mancanza di approfondimento abbastanza deludente. Anche da parte di Mars si assite a un totale cambio di intenti, visto che il nostro protagonista decide di ribaltare la propria scelta che aveva difeso fin lì con le unghie e con i denti. E, se è vero che si capisce da cosa ciò derivi, è comunque un cambiamento affrontato in modo troppo veloce ed approssimativo.
In conclusione un manga non prorpio felicissimo, che può valere la lettura per gli aspetti positivi che abbiamo ricordato, e per poter scorgere l'influenza che l'autore, Mitsuteru Yokoyama, ha ricevuto decisamente dal grande Osamu Tezuka.