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8.0/10
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Chihiro trascorre la vita come un normale bambino della sua età: va a scuola, fa i compiti, aiuta con le faccende domestiche e le commissioni, gioca con gli amichetti... vive con la sua mamma finché il destino non decide di portargliela via, come in passato aveva fatto col papà. Orfano di entrambi i genitori, viene raccolto dal fratello della madre come si fa con i gattini abbandonati. Madoka, lo zio di Chihiro amante dei felini, è uno stilista eccentrico che cammina sullo scorrere del tempo con il suo personalissimo passo. Assecondando il desiderio del nipote di lavorare per la sua tenuta, poiché il bambino si rifiuta di stare gratis con uno zio di cui conosce molto poco, Madoka confeziona per Chihiro una divisa da governante, trasformandolo in uno shōnen maid, ossia in un "ragazzo-cameriera". È così che questi due giovani uomini, che hanno visto la dipartita di una persona cara, si avvicinano nel ricordo; sono due solitudini che cercano di compensare le mancanze affettive contando l'una sull'altra, e riempiendo con i piccoli gesti d'amore quel vuoto che si trascineranno dietro per l'eternità.

"Shōnen Maid" (少年メイド), anime di dodici episodi della stagione primaverile 2016 prodotto dallo studio 8-bit, è l'omonimo adattamento dello shōjo manga di Ototachibana, che in patria conta all'attivo nove volumi. È una serie semplice, senza delle vere pretese, ma, forse proprio perché non mira a nulla, riesce con facilità a conquistare il cuore di chi guarda. Per un'opera che ha per protagonista un bambino, accattivarsi le grazie del pubblico potrebbe sembrare un'impresa di poco conto, perché è normale che i bimbi attirino la simpatia delle persone più disparate, soprattutto se vengono dipinti come dei gioiellini di maturità. Ma è perché ci sono state altre serie che hanno messo al centro la storia di un bambino, che "Shōnen Maid" ha dovuto dare quel qualcosa in più per lasciare un buon ricordo di sé. E devo dire che centra bene l'obiettivo, grazie soprattutto alla sensibilità adottata nella narrazione di un tema per niente facile.

È nelle donne, innanzitutto, che "Shōnen Maid" riesce a smuovere quell'istinto materno sopito, mostrando una tenerezza pari solo a poche altre opere di animazione. Aggiungendo l'elemento del crossdressing, caro a un genere che spesso non incontra il gradimento dei maschietti, "Shōnen Maid" punta i riflettori su questo ragazzino in divisa da cameriera, con tanto di merlettatura e grembiulino, che fa esplodere le spettatrici in un coro di «kyaaa» e «kawaii». Ma non si limita solo a questo! Alle persone che reputano questa serie uno scimmiottamento di uno yaoi, solo guardandone la locandina, voglio dire: avete proprio sbagliato portone! Il fanservice legato al crossdressing è quasi inesistente, resta un elemento di contorno sul quale ci si sofferma veramente poco. Va interpretato piuttosto come una peculiarità del protagonista, dettaglio datogli per distinguerlo da tutti gli altri, e che evidenzia la mania per la pulizia e l'ordine di Chihiro, sulla quale l'autrice gioca con scenette comiche e battutine sarcastiche.

Il cuore di "Shōnen Maid" è il tema della perdita. Sapete cosa significa per un bambino perdere un genitore in tenera età? Mi auguro che conosciate il più tardi possibile quello che il piccolo Chihiro ha vissuto a dieci anni, perché, per esperienza personale, qualcosa cambia completamente quando, da un giorno all'altro, ti ritrovi senza colei che ti ha messo al mondo. E tu sei piccolo, incapace di affrontare una situazione così grande. Fortunatamente Chihiro è un bambino intraprendente, pragmatico, coraggioso, che non si è crogiolato nel dolore come ho fatto io per tanti anni, ma che ha saputo subito darsi da fare, perché come dice il detto «hatarakazaru mono kuu bekarazu!» (働かざるもの食うべからず!), chi non lavora non mangia! Chihiro ha poi ritrovato nello zio, nei suoi amici, nella famiglia allargata che ruota intorno allo spensierato Madoka, un po' di quella serenità che è andata persa il giorno delle condoglianze. Madoka è forse la persona meno indicata a vestire i panni di un 'mammo', ma, quando nell'infanzia hai imparato cos'è l'amore, ti viene anche naturale darlo. Zio e nipote crescono insieme in questo rapporto a due, che nasce nella diffidenza e matura nella fiducia.

Io ho una naturale preferenza verso gli anime che mettono al centro della storia un orfano. È anche vero che per toccare il cuore di una persona che ha vissuto sulla propria pelle un certo tipo di dramma non basta il sentimentalismo gratuito di alcune produzioni degli ultimi tempi, dove abbondano orfani di tutti i tipi. Ecco perché quando arrivano piccole perle come "Shōnen Maid" me le prendo a cuore come se fossero mie figlie. Sia Chihiro sia Madoka hanno vissuto in maniera differente il distacco dalla figura materna, quindi entrambi conservano dentro una sorta di buco in petto incolmabile. "Shōnen Maid" insegna che non è riempiendo il vuoto che si smette di annaspare, ma è accettandolo e imparando a conviverci che si può andare avanti. O come recita l'opening "Innocent Promise" dei TRUSTRICK, già interpreti della sigla di apertura di "Ore Monogatari!!": «Anche se la forma dei pezzi che trovi non combacia con quella del buco apertosi nel tuo cuore, è sempre meglio di niente; e poi basterà solo aver fiducia in ciò che verrà».

È qui che magicamente interviene la struttura dello slice of life, che nella sua forma di commedia riesce a creare un'atmosfera di serenità più di ogni altro genere, illuminando le piccole cose di una luce diversa. Se solitamente rientrano nella normalità e nella monotonia, con gli slice of life a volte anche le cose che all'apparenza sembrano sciocchezze diventano un aiuto nell'andare avanti. "Shōnen Maid" si suddivide in episodi tranquilli, luminosi, che mostrano le attività quotidiane dei personaggi con qualche incursione di novità ogni tanto, come la gita fuori porta o la festività da onorare. È dal punto di vista di un bambino che tutto viene filtrato, quindi anche i sentimenti dolorosi e le situazioni negative, quelle su cui un adulto ci starebbe a pensare per più tempo, per un bambino hanno il sapore di una sfida. È vero che Chihiro viene dipinto come un bimbo maturo per la sua età, ma ci sono cose che da solo non è riuscito a capire e, anche se con riluttanza, ha dovuto chiedere aiuto a un adulto. Chiedere aiuto nel modo più semplice possibile, mostrando i propri sentimenti alla luce del sole, parlandone. Vivere appoggiandosi l'uno all'altro, come indica il carattere di «persona» in giapponese, hito (人), con due figure che si sostengono vicendevolmente.

Tecnicamente nella media, "Shōnen Maid" è ambientato nei posti frequentati comunemente da Chihiro: la scuola, il parco giochi, la viuzza per tornare a casa, la villa dello zio, la cucina, il salotto, la cameretta con letto a baldacchino, l'atelier di Madoka... Sono luoghi che ritornano sempre, creando un senso di familiarità. D'altra parte, questa è una caratteristica comune a tutti gli slice of life.
Il character design è tondeggiante e carino, ma anche questo nella media. Ammetto di non essere nemmeno una grande fan del tratto dell'autrice, quindi tutto sommato sono soddisfatta di come hanno reso i personaggi. Se permettete, Madoka e il suo manager Keiichirō sono dei bei figliuoli! Inoltre i bambini hanno tutti un visino dolce e tenero. Non tacciatemi di pedofilia, ma il migliore amico di Chihiro, Hino, è il vero "perfect husbandO" della serie!
Le musiche di accompagnamento sono le classiche da commedia, dove troviamo temi più delicati e lenti sulle scene romantiche e temi più allegri e spiritosi nelle fasi di vita quotidiana. Oltre alla carinissima opening già precedentemente citata, in chiusura abbiamo una sfiziosissima ending, intitolata "Zutto Only You", e cantata dal trio fittizio degli Uchōten Boys (有頂天BOYS). Anche se i tre giovani idol restano figure di contorno all'interno dell'anime, è stato simpatico lasciare la chiusura dell'episodio a Ryūji, Hayato e Ibuki, interpretati rispettivamente da Natsuki Hanae, Taku Yashiro e Kazutomi Yamamoto, perché è un'idea che dà quel tocco di diversità che non guasta e mostra quanto i doppiatori siano bravi anche nel vestire i panni dei cantanti.
Al doppiaggio abbiamo infatti una prova positiva. Ottima è stata la rookie Natsumi Fujiwara, che si è calata nel ruolo di Chihiro, avvicinandosi al microfono di una voce maschile, pur se di un bambino. Quasi irriconoscibile è invece Nobunaga Shimazaki nelle vesti di Madoka, conosciuto ai più come quello "Zakki" che ha doppiato Haruka Nanase di "Free!!". Dite la verità, non l'avevate riconosciuto, eh?

Un anime dolce, simpatico e tenero, strappa una risata e pure una lacrima. Delicato quando affronta il tema della perdita, semplice quando narra la vita di tutti i giorni del piccolo Chihiro e di suo zio Madoka. Personaggi ben caratterizzati per una serie che fin da subito si presenta come un cucchiaino di miele. Si può solo imparare da "Shōnen Maid", prendendo l'affetto che l'autrice di questa carezza animata ha nascosto dentro la trama. È una coccola, di quelle che hanno un calore che si scioglie in un pianto liberatorio. Non lasciatevi trarre in inganno dall'elemento del crossdressing, perché "Shōnen Maid" è tutto fuorché quello che appare.