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Ho acquistato questo manga perché da bambino avevo dei ricordi positivi della serie animata, che però quando ho rivisto mi ha molto deluso. Infatti credo che l’anime sia piuttosto scarso, pieno zeppo di episodi filler e con un tratto che non riesce (per quanto somigliante) a rendere giustizia ai deliziosi disegni della Mizusawa.
Il manga di Hime-Chan no ribon infatti gode di un tratto molto pulito, omogeneo, delicato e preciso; perfetto per una storia majokko come questa. La semplicità dei disegni non tralascia comunque i dettagli, come sfondi, abiti e oggetti. Stesso dicasi per le espressioni dei personaggi, decisamente funzionali e d’effetto in ogni circostanza.
Senza soffermarmi troppo sulla trama, mi limito a indicare ciò che rende questa storia speciale. La nostra protagonista, Himeko, riceve in dono un fiocco incantato che le permette di trasformarsi ogni volta in una persona realmente esistente. Tuttavia c’è un limite a questa magia: Himeko deve riprendere le proprie sembianze entro un’ora dalla trasformazione, o manterrà il nuovo aspetto per sempre. Questo limite dato dal fiocco contribuirà a creare parecchia tensione all’interno delle vicende, dato che non sempre Himeko avrà la possibilità di ritrasformarsi entro lo scadere del tempo senza essere vista da qualcuno. Ed è proprio su questo limite che la serie riesce a dare il meglio di sé, raggiungendo l’apice e la drammaticità: Himeko infatti, a storia inoltrata, non riesce a ripristinare il proprio aspetto entro lo scadere del tempo ed è costretta a mantenere le sembianze della sua rivale in amore, Hikaru. Probabilmente non c’era persona peggiore della quale Himeko avrebbe preferito mantenere le sembianze e questo contribuisce a frustrarla. Questa parte della storia dà il suo meglio anche nella versione animata, proprio perché la situazione precipita e riguarda la sorti di diversi personaggi, fra i quali Erika, la ragazza magica che le ha donato il fiocco e prossima al trono di regina, che per aiutarla prenderà il suo posto in famiglia essendo anche la sua sosia in versione magica. Insieme ad Erika anche Daichi, il migliore amico di Himeko, la sosterrà come mai aveva fatto prima e le sarà sempre accanto. Stesso dicasi per Pokotà, il peluche di infanzia di Himeko che da quando ha ricevuto il fiocco ha preso vita. La tristezza di Himeko, l’autocommiserazione, la paura di non poter riprendere mai più in mano la propria vita, trasmettono al lettore delle emozioni forti. Che culminano quando Himeko sacrificherà la propria vita per salvare Erika da un incidente stradale, recuperando però al tempo stesso le proprie sembianze. Fortunatamente la situazione si risolverà con l’aiuto del regno magico e Himeko tornerà in vita.
Un’altra dinamica molto interessante riguarda il viaggio nel tempo che Himeko farà nei tre anni successivi, dove incontrerà la se stessa del futuro che senza anticiparle nulla, le dirà di stare tranquilla e che tutto andrà bene. Questa storia verrà poi ripresa in un fuori serie e verrà di nuovo raccontata ma dal punto di vista della Himeko del futuro. Vedere due punti di vista dello stesso personaggio in due momenti diversi della propria vita è molto originale e interessante.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e anche i rapporti fra gli stessi. Abbiamo una tenera amicizia fra Himeko e Pokotà, il peluche della sua infanzia che però dovrà perdere la facoltà di muoversi e parlare quando il fiocco dovrà essere restituito a Erika. Il già citato Daichi, ragazzo molto popolare nella scuola con cui Himeko avrà un rapporto molto forte e ambiguo, che sfocerà in un amore corrisposto nel finale. Hikaru la rivale in amore di Himeko, che mostrerà la propria umanità e lealtà alla nostra protagonista nei momenti più impensabili. Infine c’è Erika, forse il personaggio meno riuscito nonostante il ricco spazio all’interno della serie. Infatti fra lei e Himeko nasce quest’amicizia forte e leale, che però non è ben giustificata dagli eventi dato che trascorreranno la maggior parte del tempo divise e senza la possibilità di contattarsi. Il loro sembra un sentimento di affetto nato più per la circostanza che per reali motivi, forse dettato dalla giovane età di entrambe.
Un’altra critica che purtroppo devo muovere alla serie è il non aver saputo rispettare i propri stessi limiti all’interno della storia. Posso chiudere un occhio sul procrastinare la durata di utilizzo del fiocco da un anno a un anno e mezzo, così come sul tollerare che Daichi venga a conoscenza del segreto di Himeko senza apportare particolari conseguenze nonostante i patti fossero molto chiari sin dall’inizio. Però non giustifico due cose: la prima è che i ricordi di Himeko e Daichi sarebbero dovuti essere cancellati come pattuito, ma questo non accade per via un’assemblea nel regno magico che in via del tutto eccezionale farà quest’eccezione senza particolari motivi. La seconda è la sorte di Pokotà: dovendo lui tornare a essere un normale peluche, Himeko pensa bene di farlo andare nel mondo della magia separandosi da lui per sempre, ma permettendogli di avere la possibilità di parlare e muoversi e di vivere l’amore. Secondo me questo era il giusto compromesso da raggiungere per non riservare un destino troppo crudele al povero peluche. Tuttavia, qualche tempo dopo, Pokotà si ripresenterà di nuovo a casa di Himeko, dicendo che sempre in via del tutto eccezionale è stato ripristinato un varco segreto fra la terra e il mondo magico che lui potrà percorrere quando vuole per incontrarla. Inoltre Pokotà aveva la possibilità di muoversi solo quando Himeko indossava il fiocco, ma anche questo elemento viene eliminato senza particolari ragioni.
Io credo che queste soluzioni tendano a sminuire tutte le emozioni che i personaggi hanno provato proprio perché sapevano che si sarebbero dovuti dividere per sempre e rinunciare ai propri ricordi. Rinnegare le condizioni che l’autrice stessa ha imposto durante lo scorrere della storia, significa snaturare il tutto, scadendo in un finale troppo smielato. Anche se mi rendo conto che è molto difficile prendere delle decisioni crudeli nei confronti dei personaggi, un autore deve cercare di rimanere il più distaccato possibile e tutelare l’integrità della storia.
L’edizione bunko di Planet Manga è ben fatta, con pagine satinate, sovraccoperta e buon lettering. Nulla da dire, un piccolo gioiello a un buon rapporto qualità prezzo considerato il numero di pagine.