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"Guru Guru - Il girotondo della magia" era un anime dei primi anni duemila trasmesso su Rai 2. Fu uno di quei cartoni animati (che bello quando li si chiamava così a prescindere dalla provenienza) di buona qualità che la Rai portò in Italia, ma che pochi seguirono; vuoi perché oramai gli anime erano in declino nel nostro paese o perché la Mediaset era praticamente invincibile su quel fronte. Quello di cui parliamo perciò è un opera con vent'anni sulle spalle (considerando che il manga è uscito ovviamente prima).

La prima domanda che mi sono posto è perciò stata: ma riuscirà a catturare l'attenzione del pubblico come allora? Ma c'è una altra domanda a cui bisogna rispondere prima: perché fare un remake di "Guru Guru"? Il primo pensiero va al filone battezzato come "operazione nostalgia", in cui però di solito rientrano opere che hanno avuto grande successo e "Guru Guru" è un'opera più di nicchia. La risposta sta nel nuovo manga pubblicato in Giappone: "Guru Guru 2", seguito diretto delle avventure del primo. La pubblicità è l'anima del commercio e quale migliore opportunità di un remake per incentivare all'acquisto della nuova serie e, perché no, invogliare a recuperare il vecchio manga? Due piccioni con una fava. Con i buoni sentimenti non ci si riempie lo stomaco e in fondo "Guru Guru" si merita più incassi di quanti ricevuti, quindi ci può stare.

Torniamo alla domanda iniziale: come è invecchiato "Guru Guru"? Bene. Dannatamente bene. Complice anche l'attuale panorama degli anime, pieno fino all'orlo di Isekai e videogiochi, che sembra fatto apposta per essere ridicolizzato da Nike e compagnia. Filler esclusi, le serie originali e il remake sono identici, ma quello che in origine doveva essere una parodia di Zelda e simili calza perfettamente nei giorni nostri. Le risate sono tante e variegate per accontentare tutti i gusti. Dalla comicità spiccia fatta di pose buffe, imbarazzanti balletti e problemi intestinali, fino a quella più raffinata, come il boss che deve seguire un copione o ha bisogno del gobbo a suggerirgli le battute per combattere, o il valoroso guerriero che in realtà è di classe ladro e ruba nelle case degli altri, passando anche per del salutare nonsense. Non ridere è impossibile, ma non tutte le battute sono per tutti. Ahimè, questo è uno dei problemi di "Guru Guru". Anche se adattabile ai tempi odierni, mantiene la sua originaria natura di parodia dei videogiochi RPG, perciò chi non è un assiduo giocatore faticherà ad apprezzare a pieno alcune battute. La storia del valoroso guerriero (tradotto in "prode" in questa nuova versione) che non è né un guerriero né valoroso e della maga ingenua e con la testa fra le nuvole è sempre spassosa, ma mi sono reso conto che se avessi avuto un bagaglio di conoscenze sui videogiochi più ampio (ho dimenticato l'ultima volta che ho impugnato un joystick), l' avrei certamente apprezzata di più.

Con tutto questo parlare di parodie e risate si potrebbe pensare che "Guru Guru" manchi di contenuti, di validi argomenti su cui riflettere. Niente di più sbagliato. Dopo essersi asciugati le lacrime provocate dal ridere, ci si rende conto che l'opera è semplice e immediata, ma non scontata o superficiale, come il tema che tratta: l'infanzia. Argomento elementare, ma vastissimo e per questo insidioso, su di esso gira tutto la storia. Nike, Kokorí e i loro amici sono bambini che affrontano il mondo crescendo e facendolo come dei bambini farebbero e che, anzi, proprio nella loro fanciullezza trovano la loro forza. Come Kokorí, che può usare il Guru Guru proprio perché, in quanto bambina, i sentimenti del suo cuore sono ancora puri, o Nike, il cui grande potere è la sua schiettezza. Tutto ciò narrato magnificamente, con una leggerezza esemplare. In effetti, sto facendo tanti giri di parole logorroici, mentre la storia è veloce, incalzante, frenetica. E' un anime da guardare tutto d'un fiato. Per me e per tutti quelli che hanno visto le prime due serie, saltano subito agli occhi i tagli fatti alla storia. Non parlo dei filler, anche se i filler della prima stagione erano meravigliosi, ma di parti tagliate o velocizzate. L'addestramento magico di Kokorí, l'allenamento con la banda di ladri e tante altre parti rimosse non sono molto importanti, ma come Juju stessa dice "Si vede che hanno fretta di finire la serie". Fa rabbia pensare che tutto questo è per far entrare a forza l'anime in ventiquattro episodi, per cosa poi? Rispettare uno standard imposto dall'industria dell'animazione. Sarebbe stato così sconvolgente infischiarsene per una volta e produrre un numero di episodi adatto alla lunghezza della storia da raccontare, come logica e buon senso vorrebbero?

Togliendo questi piccoli difetti, "Guru Guru" è un' opera eccezionale e, nel suo piccolo, perfetta. Voto: 10, se quelli di cui vi ho parlato non li considerate errori, altrimenti un meritatissimo 9.