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"Saint Tail" nasce dalla matita di Megumi Tachikawa nel 1994, diventando un anime di quarantatré episodi nel 1996, prodotto dalla Tokyo Movie Shinsha. In quest’opera possiamo notare subito i molti riferimenti religiosi, dal titolo, che tradotto letteralmente è "Santa Coda" o "Sacra Coda", dai personaggi principali della storia, fino alle confessioni dei fedeli e alle preghiere della protagonista che recita prima di entrare in azione. La scelta di rendere quest’opera molto religiosa è stata proprio della Tachikawa, in quanto molto credente ha voluto appunto mettere questo suo aspetto in "Saint Tail".

Trama: Meimi Haneoka è una ragazzina di quattordici anni che frequenta l’istituto religioso Saint Paulia; di giorno è una ragazzina come tante, ma di notte si "trasforma" nei panni di Saint Tail, misteriosa ragazza che ruba ai ladri per riportare il maltolto ai legittimi proprietari. Le sue missioni sono seguite e indirizzate dalla sua amica Seira, suora novizia, che attraverso le confessioni dei fedeli riferisce a Meimi quando e dove andare in missione. Nonostante le sue opere di bene, Saint Tail inizia a sfidare la polizia attraverso trucchi di magia, i quali non le renderanno vita facile, in quanto la polizia stessa cerca di scoprire l’identità della misteriosa ragazza, diventando essa stessa una sorta di celebrità. Ad aggiungere ancora più pepe alla storia, vi sarà l'affascinante investigatore Daiki Asuka Jr., figlio dell’investigatore Asuka, che nonostante la sua giovanissima età viene incaricato dal sindaco stesso di catturare la misteriosa ladra, tanto da donargli una medaglia di riconoscimento per compiere la tanto agognata missione! Di lì Asuka, durante la prima “lotta” tra i due, chiederà a Saint Tail non solo di avvisarlo tutte le volte che andrà in missione, ma anche che sarà solo lui a catturarla e che non deve permettere a nessun altro, escluso lui, appunto di arrestarla.
A differenza di tutte le altre majokko, Saint Tail non lo è, pur assistendo alla classica trasformazione di rito che di solito hanno le maghette per cambiarsi dagli abiti civili, assumendo il travestimento da eroine. Saint Tail è solo una prestigiatrice, infatti recita la preghiera attraverso il suo cristallo/ciondolo per cambiarsi d’abito, per poi diventare esso stesso una spilla che si attacca sul fiocco che porta sul petto. Un’altra diversità dalle altre maghette sono gli attacchi magici, lei adopera solo trucchi di magia, utilizzando lo zaffiro rosso incastonato sul suo scettro.

L’anime è abbastanza fedele al manga, sia come storia che come character design, infatti Junko Abe è riuscito al meglio a rendere lo stile molto bello, pulito e grazioso. Le animazioni sono davvero bellissime, lo stesso vale per le musiche; la differenza tra anime e manga sono alcuni allungamenti negli episodi, a differenza dell’opera principale che è molto più veloce, tanto da darti l’idea del voler essere troppo sbrigativa. Come ogni opera di quei tempi, l’anime presenta molti episodi filler e spesso autoconclusivi, ma che nonostante tutto rendono gradevole e simpatica e alquanto rilassante la visione di questo anime. Ho apprezzato molto le caratterizzazioni, la tranquillità di Seira, l’astuzia e simpatia di Meimi e l’impulsività di Daiki, e soprattutto il personaggio di Saint Tail riesce a farti innamorare proprio della sua furbizia, la bellezza e l’agilità nel non farsi beccare ogni volta da Daiki che la insegue per poi arrabbiarsi. Anche gli altri personaggi che incontriamo nella storia rendono tutto ciò spensierato e divertente. Pur mancando di colpi di scena accattivanti, i personaggi che appaiono nella storia sia nelle puntate riempitive sia non danno continuità alla storia, e riescono a intrattenere e far continuare a proseguire, senza perdere il ritmo grazioso e comico.

Ahimè, anche questa perla graziosa è finita nelle mani di Mediaset, che ha fatto il suo fantomatico lavoro, cambiando molti elementi chiave dell’opera. Tutti i riferimenti religiosi sono stati eliminati, infatti il titolo diventa "Lisa e Seya un solo cuore per lo stesso segreto", la graziosa opening "Toki wo Koete" e la spensierata "Ashita e to Kakedashite Yukou" vengono sostituite (idem per le meravigliose e rilassanti ending) dalla ridicola nonché terribile sigla nostrana, come di consueto cantata appunto da Cristina D’Avena, a cui si legano delle scene spezzettate che troveremo nell’anime. Ovviamente, essendo che l’opera è di per sé religiosa, il personaggio di Seira, ovvero la suora novizia, amica del cuore di Meimi, ebbero la geniale idea di farla sdoppiare come personaggio, poiché nell’anime in abiti da civile è una normale studentessa, finite le lezioni si reca in chiesa, ed essendo appunto una suora novizia, lei “studia” appunto per proseguire la sua strada da sposa di Dio. Seira quindi in Italia diventa sia Mara (amica del cuore di Lisa, cioè Meimi, che conosce la doppia vita della sua amica) e Sara (ovvero la suora novizia, che in questo caso non è a conoscenza del segreto di Meimi). In poche parole Seira si sdoppia, diventando due personaggi diversi, ovvero le due sorelle gemelle Mara e Sara! Daiki Asuka Jr. diventa Alan, e ovviamente Meimi diventa Lisa, e Saint Tail viene chiamata purtroppo Seya. La cosa ancor più ridicola della censura, oltre ai dialoghi banali, infantili e spesso ridicoli, come la voce narrante a fine episodio, il doppiaggio che personalmente non sopporto minimamente, in quanto le voci non sono affatto adatte ai personaggi, sono le censure della trasformazione e la preghiera finale! Quando si trasforma, lei invoca il Signore, recitando “Signore perdonami per i trucchi e gli inganni che userò”, sostituito dalla banale formula “Che la giustizia trionfi nei nostri cuori”. Ovviamente a fine trasformazione sia Saint Tail che Seira pregano il Signore affinché vegli su di loro, “Che la benedizione di Dio sia con noi": quest’ultima scena viene completamente tagliata.

Personalmente, io amo follemente quest’opera, tanto da essere uno dei miei anime preferiti, per diversi e svariati motivi; come voto do un 8 meritato per i motivi che appunto ho detto poco fa. Nel mio cuore, tuttavia ha un 10, ma per obiettività diventa un 8 completamente meritato.