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Con tutti i difetti che questa opera porta con sé (di cui molti non per colpa dell’autore, dal momento che tutti sanno come il finale sia stato forzato), ho sempre sostenuto che "Bleach" fosse un’opera sottovalutata, specialmente per tutta una serie di significati profondi come solchi che si porta dietro e che riguardano la vita e soprattutto la morte, da sempre un tabù per l’essere umano. Questa complessità la ritroviamo in tutta l’opera, basti pensare ai canti degli hado, la struttura dei bankai e al rapporto dicotomico tra bene e male, che spesso viene scardinato. In tutto questo, alla quale sono profondamente legato per ragioni personali, trovo che "Bleach" sia un’opera che presenta una delle più accurate caratterizzazioni mai viste su scala così grande e le OST siano qualcosa di magistrale.

Non è un caso che nonostante il finale discusso del 2016, negli anni, abbia saputo trovare nuova linfa e sia stata capace di ottenere una seconda giovinezza, ovviamente anche grazie al ritorno dell’anime che tutti aspettavamo. Mi rendo conto che probabilmente questa è una recensione totalmente sconclusionata sotto molti punti di vista, e la soggettività la fa da padrone, però spero che molti abbiano provato ad approcciare l’opera sotto una chiave di lettura differente dal semplice battle shonen, a me ha aiutato molto.