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7.0/10
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Serie fresca-fresca di inizio 2009, che piacerà a tutti i fan sentimentali di pupe e moto. Ma moto decisamente avveniristiche, simil transformer, con un design computerizzato ipersportivo e dalle prestazioni fuori dal comune. A ritrovarsi in sella a uno di ’sti bestioni è Rin Ogata, ex ballerina che ha mollato la sua passione – la danza classica – per un infortunio (brutta cosa, per chi ci è passato), e che in un giorno di pioggia si va a riparare dentro il capannone dei fanatici dei Ride Back, finendo per entrare a far parte del club comandato da tale Goblin – un body-builder con gli occhietti da talpa. Così inizialmente la nostra protagonista ritroverà il sorriso saltellando allegramente per la città a cavallo di Fuego (il Ride Back fuori serie che l’ha stregata), e successivamente verrà coinvolta nelle tensioni fantapolitiche fra il GGP (Governo dei Generali Pazzi. Ovvero: Il mondo è nostro) e i terroristi che lo avversano. E da qui inizieranno casini su casini che faranno versare un sacco di lacrime e tanto sangue e porteranno a cataste di morti ammazzati, introducendo tra le altre cose personaggi più o meno secondari che arricchiranno la vicenda con un sacco di tett… ehm, pardon, con delle presenza femminili di peso e delle figure maschili più o meno psicopatiche.
Visivamente parlando siamo su livelli discreti, con i pregi (colori e luci brillanti) e i difetti (animazioni legnose e disegni angolosi e rigidi) tipici delle serie Madhaouse, e con la CG utilizzata per i velivoli abbastanza ben curata e ricca di particolari e riflessi metallici. Carine le musiche e soprattutto molto belli alcuni pezzi stile dance fine anni ’90 (quanto ci piaceva… quanta nostalgia) che risultano decisamente ispirati.
Ora, la storia in sé è piuttosto risibile, dato che la futura situazione politica globale messa in scena è del tutto irrealistica, e gli sviluppi di governo che viene ad assumere sono assolutamente assurdi (una castrazione della libertà mondiale da parte di un nuovo Reich? Un esercito che sconfigge gli Usa e poi si fa battere da quattro gatti di terroristi sbandati? E tutto il popolo, i media e i governi del pianeta che non fanno niente?). Tuttavia, malgrado questo, i personaggi sono piuttosto ben delineati e affrontano con i loro caratteri peculiari le situazioni in cui restano coinvolti, maturando in modo coerente e non del tutto scontato ed effettuando delle scelte sempre conformi a quelle che sono le loro personalità. In particolare Rin si discosta da quelli che potevano essere i canonici sentimenti di rancore (anche giustificato), mostrando un senso di responsabilità che a tratti sfocia anche in complessi di colpevolezza, e rivelandosi non la tipica studentessa piagnucolosa ma una ragazza decisa e a tratti anche forte. Magari se avessero lasciato perdere tutta la questione dell’oppressione sociale (davvero una forzatura sconclusionata) e si fossero concentrati sulla riflessione riguardo alle diverse possibilità d’applicazione offerte dai Ride Back, e alla scoperta della gioia di guidare di Rin, sarebbe stato decisamente meglio. Ma tutto sommato non dispiace e risulta anche emotivamente coinvolgente.