comprato ieri e quasi finito...splendido,non vedo l'ora di leggere il seguito ^___^ dovrò recuperare anche gli altri titoli dell'autore...merita davvero
complimenti per l'articolo e per la pubblicazione dell'intervista.
sapiente (anonimo)
- 13 anni fa
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Murakami è lo scrittore giapponese più sopravvalutato di tutti i tempi. batte persino banana Yoshimoto e ho detto tutto. Dove sono finiti Mishima e Tanizaki?!?!?
SiegAzreil (anonimo)
- 13 anni fa
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è uscito dall'11 novembre ma vabbe XD
è uscito l'11 novembre almeno qui a milano io l'ho comprato il 14
Già comprato e quasi terminato. Mi sta piacendo molto ma ho l'impressione di aver apprezzato di più altre sue opere...
@sapiente: Non ho intenzione di cominciare un flame o di dare corda ad una tale provocazione, che non tiene conto di gusti personali ma semplicemente dice una cosa senza dare argomentazioni (che siano valide o meno) ma semplicemente ponendola come un dato di fatto, ma per dire che Murakami sia inferiore a Yoshimoto ce ne vuole davvero. Yoshimoto è semplicemente una giapponese che, sì scrive bei romanzi, ma molto occidentalizzati. Anche io rimpiango Mishima, Yasushi o Akutagawa, ma i tempi sono cambiati e ora abbiamo autori che si adeguano e scrivono cose adatte all'era, la società, in cui vivono, e per quanto mi riguarda Murakami lo fa ottimamente. Guarda l'italia, siamo passati da Calvino a Moccia. Francamente preferirei Murakami, poi non so te, anzi poco mi importa.
Detto ciò, non ho intenzione di commentare oltre, qualsiasi cosa veda scritto. Francamente mi chiedo anche perché abbia scritto questo commento, non mi interessa poi tanto ciò che pensi tu, o gli altri in generale.
Tutta l'intervista dovrebbe essere incorniciata e appesa in ogni casa editrice e imparata a memoria da ogni scrittore. E' assolutamente vero: Murakami riesce a risvegliare emozioni di cui non si sa neanche l'esistenza ed è uno dei tanti motivi per i quali la letteratura costituisce un modo così meraviglioso e appagante. Ogni volta che leggo un romanzo di Murakami, mi perdo letteralmente nel mondo da lui creato: non esistono giorno e notte, caldo e freddo, buio e luce (se non quella per leggere). Trovo che riuscire a sbloccare queste sensazioni in un lettore, sia la vera realizzazione di uno scrittore.
Di suo ho letto solo "Kafka sulla spiaggia" e mi è piaciuto veramente veramente un sacco. Questo libro dalla descrizione mi attira, e ne sono molto interessato. È nella mia wishlist di libri che prenderò e leggerò di sicuro
Ahimè, io e i libri di Murakami non andiamo molto d'accordo, e a giudicare dall'anteprima temo che neppure 1Q84 faccia per me. Sono però contenta per chi aspettava da tanto il suo ritorno sugli scaffali delle nostre librerie e spero che la loro pazienza venga premiata.
Di Murakami ho letto "Kafka sulla spiaggia". Mi è piaciuto veramente molto, anche se ti lascia qualche dubbio a fine lettura. Mi piacerebbe leggere altre sue opere, prima di tutto "Norwegian Wood" di cui mi è stato parlato molto bene. Purtroppo non ho molti soldi quindi per adesso non posso comprarli T^T Spero di trovare almeno quelli vecchi in biblioteca.
Comprato come regalo per mia sorella, per quando a metà dicembre tornerà dalla Germania. ♥ Murakami è uno scrittore di cui mi hanno sempre parlato bene sia i miei conoscenti che i miei familiari, e se tra qualche anno finalmente sarò abbastanza matura da poter leggere le sue opere, beh, non vedrò l'ora!
Di autori Giapponesi ho letto solo i primi 2 romanzi di Takuji Ichikawa, questo autore non so invece se possa piacermi, anche se le tematiche che tratta (vite parallele ecc..) mi incuriosiscono non poco, però è troppo sofisticato per i miei gusti. Ormai sono abituato allo scrittore Giapponese malinconico che scrive storie d'amore in contesti affascinanti quanto felicemente reali. Ichikawa, ARIGATO!
Utente13076
- 13 anni fa
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@sapiente
Se avessi citato autori contemporanei ti avrei pure dato ragione
Anche se il prezzo è altino lo si compra quando ci sono i soldini,regola aurea!!
@Uccello Gira-Viti: ti quoto anche se veder leggere certi romanzi mi piange il cuore... Penso che ognuno debba scrivere come si senta di scrivere...punto!!!
Murakami è immenso! Ho una passione smodata per il suo stile e le sue storie maledettamente originali. Secondo me uno dei più grandi scrittori contemporanei. Ho letto quasi tutti i suoi libri, il mio preferito: La fine del mondo e il paese delle meraviglie. Anche stavolta, anche se sarà dura, aspetterò con pazienza zen l'edizione in brossura.
Grazie a DomenicoV per le sue news croccanti al punto giusto.
So che mi odierete e coprirete di insulti per questo, ma devo concordare con sapiente in parte: Murakami è sopravvalutato. Sotto Il Segno della Pecora mi è piaciuto moltissimo, ma Norway no Mori (che in Italia è stato pubblicato come Tokyo Blues) è uno dei romanzi più brutti che mi siano mai capitati a tiro. Non dico che la Yoshimoto sia meglio, in fondo scrive manga in prosa o poco più, ma quando penso a scrittori giapponesi mi vengono in mente ben altri nomi da prendere in considerazione. Tanizaki e Kawabata in primis.
Oddio, ma Animeclick legge nel pensiero e nelle azioni delle persone, io sono appena tornato da un giro al centro e ho approfittato dell'ultimo giorno dell'offerta Feltrinelli per comprare 1Q84 (anche se non so quando lo inizierò a leggere effettivamente). Su Murakami Haruki ne discutevo con alcuni amici sulla mia scheda giusto pochi giorni fa, quasi quasi riprendo il mio wall of text per dire la mia sull'autore, anzi lo faccio davvero (così dò ulteriore senso alla buona mezz'ora occorsa per scriverlo XD):
"Norwegian Wood: partiamo da qui, essendo il capostipite da cui Murakami trae i suoi motivi ricorrenti, i suoi 'marchi di fabbrica'. Norwegian Wood (con il titolo, in seguito sottotitolo, Tokyo Blues nell'edizione italiana) è, diciamo, il primo bestseller di Murakami, quello che lo ha reso noto al pubblico giapponese e internazionale e di cui hanno tratto pure un film poco tempo fa, ne sono comparse anche delle news qui su AC. La trama è piuttosto semplice e lineare: c'è un ragazzo (i nomi non li ricordo assolutamente, avendolo letto circa 2 anni fa) che, per frequentare un'università di Tokyo, si trasferisce nella capitale da solo; qui, vive una vita solitaria, senza l'aiuto dei genitori, e per questo ha non so quanti lavori part-time, trova pure il tempo di studiare, di procedere con gli esami, di avere una vita sociale, ma soprattutto di leggere, di farsi passeggiate interminabili, etc. etc. (sembra quasi che abbia scoperto il segreto per dilatare il tempo a suo piacimento).
Tra i suoi amici, ci sono due ragazze: la ragazza A è una vecchia amicizia, la fidanzata del suo migliore amico d'infanzia morto suicida. Suddetta ragazza A è timida, impacciata, figlia di genitori boghesi finto-moralisti e frequentante una prestigiosa istituzione scolastica femminile: l'incarnazione dello stereotipo femminile giapponese per eccellenza, insomma (trauma derivato dal suicidio del moroso a parte, quello è opzionale). Poi, totalmente random, compare la ragazza B, l'antitesi della A: questa infatti è moderna (porta i capelli rasati come un ragazzo e si veste in modo molto scollato e appariscente), sguaiata e disinibita (non fa altro che avanzare proposte oscene, tipo: "andiamo a vederci un porno insieme?") Non basta, c'è anche un amico del protagonista bellissimo, fighissimo e straricchissimo, che ha tutto e, grazie al suo carisma, può ottenere tutto dalla vita, pure una fidanzata altrettanto fayka come lui. Qui arriva uno dei cliché di Murakami che meno mi piacciono: l'accento posto sul fatto che le donne dei suoi romanzi preferiscono sempre il protagonista, parecchio strambo e atipico (loro stessi sono i primi a riconoscerlo), al tizio fichissimo. Perché questo? Perché questo secondo tipo ha tutto, ma manca di umanità, mentre il primo, il protagonista, è vero e autentico. Dicono le "eroine", a cui i dialoghi sono imposti da Murakami. Bleah, dico io, perché quest'ammissione non è data così su due piedi e sinteticamente, ma è costruita ad arte attraverso situazioni che VORREBBERO convincerti di ciò. Con me almeno non ci riesce, anzi, è tutto il contrario, perché mi dà spiccatamente l'impressione (e leggendo più di un suo libro l'impressione è quasi una certezza) di una sottotrama artefatta confezionata ad hoc con cui Murakami intende compiacere (a tutto vantaggio del suo conto in banca) il pubblico maschile a cui le opere sono principalmente rivolte, nonostante le millemila interviste in cui l'autore tenta di difendersi affermando di scrivere puramente secondo il suo estro, che le sue storie vendano o perché piacciano a lui non importa: insomma, il Murakami scrittore è calcolatore e ipocrita, secondo me.
Da qui in poi, i suoi romanzi si possono spiegare con questo presupposto, che pare rubato agli hentai: OGNI donna, giovane, vecchia, bisex, pansex e chi più ne ha più ne metta, è attratta dal protagonista ai cui piedi cade senza nessuna resistenza e inibizione (bellissima la parte finale di Dance Dance Dance in cui il protagonista-narratore dice alla bella di turno: "tu ora ti spoglierai e faremo sesso, e non potrai opporti perché questo è il nostro destino." Nel suo contesto, l'affermazione non è così forte e perentoria come può apparire qui, disgiunta dal testo, anche perché, ripeto, il racconto è tutto costruito di modo che la lei si sia innamorata a prima vista e ora abbia tutt'altra intenzione che sottrarsi alla 'lotta amatoria', ma comunque rende l'idea). Come non bastasse, in questi frangenti il protagonista si rivela una vera macchina del sesso, in quanto conosce a menadito ogni posizione del kamasutra, ogni nuova innovazione resa celebre da Youporn, oppure ha il suo 'istinto di maschio predatore' ("quando ero con il mio ex ragazzo, il nostro amico d'infanzia, non siamo riusciti a fare sesso, perché la mia vagina non si bagnava e faceva troppo male, ma con te mi basta vederti perché mi lubrifichi subito", afferma la falsa pudica bamboccia A di Norwegian Wood in maniera più o meno testuale).
Per riassumere, i suoi libri non mi piacciono perché sono eccessivamente calcolati, soprattutto per veicolarli verso il pubblico maschile, e ciò di per sé non è un disvalore, intendiamoci, però comporta l'adozione di stereotipi discutibili, o per lo meno di dubbio valore visto che non sono giustificati abbastanza, quali: il protagonista 'self-made-man' in senso moderno, le comprimarie femminili prive di cervello e volontà che non sia quella sessuale infusa loro dall'autore (l'unica eccezione è forse una bimba in Dance Dance Dance, ma essendo minorenne ci mancherebbe pure che si conceda anche lei!), lo sfruttamento di un mondo onirico fine a se stesso (in Kafka sulla spiaggia, Dance Dance Dance, e, mi pare di capire dall'introduzione, in parte anche il nuovo fiammante 1Q84), la ripetizione degli stessi immutabili clichés, l'apparenza di bieco mercenario che mi comunica Murakami persona, e che non si attenua (anzi, forse si accentua) leggendo testi più autobiografici come l'Arte di correre.
In tutto ciò, c'è naturalmente il rovescio della medaglia, che è quello che mi porta a leggerlo nonostante tutto: il modo di scrivere. E' una caratteristica propria della letteratura giapponese di tutti i tempi, a mio avviso, ma trovo che in lui ciò raggiunga l'apice: parlo della scorrevolezza del testo. Tramite l'utilizzo di immagini e metafore ancorate a esperienze quotidiane, i giapponesi riescono a veicolare messaggi profondi, per nulla banali e da sempre inconsciamente conosciuti dal lettore allo stesso tempo. E' una caratteristica straordinaria secondo me, ed è per questo che non riesco a rinunciare a leggere i suoi libri, e progetto di leggermi anche 1Q84 non appena trovo il tempo libero."
In linea di massima concordo che è sopravvalutato, per quanto stilisticamente meriti la lettura. Per me, l'unico autore di letteratura giapponese moderna e contemporanea davvero geniale e meritevole è Yukio Mishima, punto. La Yoshimoto è ancora più sopravvalutata e commerciale di Haruki s seguito della svolta melensa delle sue ultime opere. L'intervista completa me la godo per intero più tardi, ora vado un po' di fretta.
non ti odio anche se sei spietato col mio idolo, faccio solo una precisazione: della corposa produzione di Murakami hai citato due titoli decisamente atipici: Sotto il segno della pecora, anche se è stato ripubblicato di recente, fa parte del primo periodo dello scrittore, quello hard boiled, uno stile che ha abbandonato da anni; Norwegian wood è un romanzo assolutamente a sè stante, da considerarsi un caso a parte che non rientra nel modo più assoluto nei canoni di questo scrittore, sia per lo stile che per i contenuti. In ogni caso è uno dei suoi maggiori successi a livello mondiale, in patria ha vinto il prestigioso premio Tanizaki e ha consacrato Murakami nell'olimpo dei più grandi di sempre.
e il racconto procede dividendo fra i capitoli dedicati ad Aomame e quelli dedicati a Tango, due realtà parallele, due mondi opposti
Vedo che la struttura è simile a "La fine del mondo e il paese delle meraviglie"... se devo essere sincero però, ho sempre trovato insensato l'alternare di capitoli che riprendono situazioni diverse... perchè proprio quando una parte inizia a coinvolgere e raggiunge il giusto pathos, bam, ecco che si cambia punto di vista, il pathos riparte da 0 e così via. E' una struttura che va a inficiare la scorrevolezza di un libro e che a volte (Ciclo dell'eredità su tutti >.>) diventa davvero frustrante. Trovo molto più azzeccato ad esempio il modo di fare di Tolkien, dove per mezzo libro racconta le avventure di Frodo e Sam, e per l'altra metà gli affari di Aragorn, Gandalf e co.
Comunque di questo autore ho letto solo "La fine del mondo e il paese delle meraviglie", che fra i titoli importanti dell'autore non viene nemmeno citato... devo supporre che sia quindi uno dei suoi peggiori? Eppure mi è piaciuto molto.
@Sert @Bob71 per l'intervista bisogna ringraziare la redazione di Repubblica che ha fatto un bel lavoro davvero ( e la redazione interna che mi supporta nei miei strafalcioni!) Riprenderla appena è stata resa disponibile è stato un dovere. Avrei voluto trovare qualche recensione video oppure delle interviste all'autore in Italiano ma non mi pare ce ne siano.
Il libro, sono perfettamente d'accordo con @£ady K. costicchia un pò ma è dovuto all'edizione nella collana SuperCoralli, una fra le collane più prestigiose dell'editore...( forse costicchia troppo per questo periodo), mi sono chiesto subito, quanto intendano far pagare il terzo tomo...Come volume, @Shaoranlover mi sà che dovrei seguire di più le schede molto bella la tua nota critica che coglie alcuni dei punti deboli di questo autore per altri versi davvero bravo e veramente interessante ( consiglio di prendere e saltare a piè pari ogni pagina con le scene di sesso, non aggiungono e tolgono nulla al testo)
Anche questo volume ha gli stessi problemi che la nostra amica ci propone ?
Adoro Murakami, è un autore molto particolare, le sue opere sono numerose, ma hanno SEMPRE la stessa trama, sono tutte variazioni di uno stesso tema -> "il/la protagonista, in qualche modo estraneo alla vita comune, ama una donna, che si perde in una dimensione arcana, onirica, nascosta... un "sottomondo", e lui/lei deve mettersi in viaggio per raggiungerlo e tentare di ritrovarla, pur essendo combattuto/a nei sentimenti che ha verso una terza persona, caratterialmente antitesi dell'amata."
Riuscire a scrivere una nutrita schiera di romanzi trattando sempre la stessa linea narrativa (e senza stancare mai i lettori!) trovo richieda un abilità davvero fuori dal comune.
Superfluo dire che acquisterà anche quest'ultima sua creazione.... ^_-
@Araldo degli inferi: neanche io ti odio e sai perchè? 1. Ci mancherebbe solo odiare una persona per le sue opinioni. 2. Non hai dato alcuna argomentazione.
@Franzelion: E' una delle prime opere di Murakami e, forse, una di quella con lo stile più "grezzo" nonostante sia già molto personale. La struttura che hai esposto è comune denominatore di tutti i suoi romanzi ma trovo che sia molto interessante: infatti, i capitoli si chiudono sempre con un momento di tensione e riescono nell'intento di far proseguire la lettura fino ai due capitoli successivi. Murakami ripete questa struttura alternandola, praticamente sblocca il classico effetto del "Un altro capitolo e poi basta"
Purtroppo, non ho potuto far a meno di confrontare tutte le sue opere con Dance Dance Dance, nonostante non ve ne sia ragione. Ritengo che rimanga insuperato.
Non so, io la critica più grossa che faccio a Murakami è che in molti suoi libri (li ho letti quasi tutti, almeno quelli pubblicati qui da noi, mi mancano giusto un paio di saggi e Afterdark) la storia, intesa come racconto coerente con un filo logico, un inizio e una fine, è un accessorio per presentare una serie di suggestioni. E queste suggestioni sono affascinanti, ok, ma faccio sempre più fatica a venire a patti col senso di incompiuto che mi lascia questo autore. Troppo facile scrivere storie così, senza preoccuparsi di dare struttura e senso alla trama.
@Franzelion; Personalmente, "La fine del mondo e il paese delle meraviglie" è il mio romanzo preferito di Murakami; è in un certo qual modo atipico, dato che ha una struttura narrativa compiuta, con una trama che si rivela pian piano fino ad arrivare ad una chiara conclusione, mentre di norma le opere di Murakami hanno una struttura più indefinita, con finali aperti e linee narrative di cui restano sconosciuti i retroscena e i reali significati....
La trama mi intriga, e ho appena letto la preview. Anche qui, come in Norwegian Wood, ci sono molti riferimenti culturali interessanti. Lo proverò a leggere sicuramente.
Beh non conosco quest'autore ma la trama è molto interessante e la preview stuzzicante... 20 euro non sono pochi per le mie tasche, ma è un libro da 700 pagine quindi ci sta... magari farò un salto in biblioteca fra un po' di tempo se ce l'avranno..
@Uccello Gira-Viti Ma è solo una mia impressione o "L'Uccello che Girava le viti del Mondo" assomiglia un sacco al tuo nick ??!?
@GeassOfLelouch: Murakami è un autore prolifico, puoi trovare molte sue opere in libreria, a prezzi più abbordabili, per farti un idea del suo stile. ^_-
domanda: se Murakami è sopravvalutato, cos'è fabio volo, cos'è faletti, cos'è vespa, cosa sono tutti sti fenomeni che di colpo pubblicano libri? sono felice di aver letto mishima nello stesso messaggio/creatore di flame a inizio commenti. è il mio autore giapponese preferito. ma da qui a paragonare Murakami a Mishima è come se mi paragonassi Omero a Fabio Volo. due autori che hanno scritto e vissuto epoche diverse, e chi conosce (A FONDO) Mishima sicuramente capirà. Insomma qua c'è un'intervista e io che trovo? commenti di che con la news nulla han a che fare (non tutti ma ci sono).
Murakami è un grandissimo autore, forse uno dei pochi scrittori Giapponesi più conosciuti al di fuori della loro patria. E' semplicemente geniale: capace di risvegliare qualcosa di sensazionale ed incredibile nel lettore. Fortunatamente, l'ho già ordinato; mi arriverà a breve. Non vedo l'ora di poterlo leggere.
Oddio, ma state davvero paragonando Banana Yoshimoto a Murakami?
Sono pronta a rituffarmi nell'Universo Murakami. Aspettavo con trepidazione l'uscita italiana di 1Q84. Ecco la mia personale classifica dei libri letti di Murakami (il mio autore preferito in assoluto, che ha superato di gran lunga il mio iniziale amore per la Yoshimoto, che peraltro è un pò "involuta" negli ultimi libri): - Norwegian wood. E' il libro più realistico di Murakami. Bellissima trasposizione cinematografica presentata lo scorso anno e mai arrivata sui grandi schermi italiani... che vergogna (mi sono dovuta "accontare" della versione giapponese con sottotitoli in inglese) - La fine del mondo e il Paese delle meraviglie: fantastico. Il continuo passaggio dal mondo "reale" (per quanto di possa parlare di "reale" in un libro di Murakami) al "paese delle meraviglie" è molto interessante. Non si riesce a smettere di leggere.... e si continua a fare elucubrazione mentali che più contorte non si può. Una chicca: la città cinta da mura invalicabili che si vede in Haibane renmei è ispirata al libro di Murakami. - L'uccello che girava le viti del mondo: altro tuffo in un mondo reale/surreale in cui non si capisce più dove finisce il sogno e inizia la realtà. Ed ecco il pozzo, luogo di buio profondo, e nel buio profondo, simbolo delle paure più inconscie, si aggirano spesso i personaggi di Murakami. - Kafka sulla spiaggia: il vecchietto che parla con i gatti e il camionista che gli dà un passaggio sono tra i personaggi più divertenti che abbia mai incontrato. Ma anche tutti gli altri personaggi sono indimenticabili. - La donna addormentata e i salici ciechi: una raccolta di racconti in cui ci si imbatte nei temi portanti delle tematiche di Murakami: la solutidine (in effetti, tutti i protagonisti dei vari libri sono persone estramamente sole, che si muovono da sole in un modo incomprensibile), le storie più surreali (quasi deliranti) e le storie invece più realistiche e profonde ("La lucciola" è un racconto da cui poi si svilupperà tutto "Norwegian wood"). - After dark: un pò corto.... rispetto agli altri... e meno sviluppato.
Cosa dire, alla fine di questo mio sproloquio? Se dovessi descrivere un libro di Murakami a qualcuno che non lo conosce avrei delle difficoltà, lo ammetto. Il termine che più mi viene in mente, e che in effetti ho usato spesso, è surreale, però non è quel surreale che ti allontana dai personaggi facendoteli sentire "lontani" perchè vivono in una sorta di Universo per certi versi parallelo; anzi, Murakami riesce a rendere realistiche le storie più irreali, forse per l'attenzione ai particolari, ai piccoli gesti quotidiani (un pò come la Yoshimoto.... o forse è più in generale una caratteristica della letteratura e cinematografia orientale, al di là dei singoli autori), ai sentimenti, anche estremi, dei personaggi. E poi, c'è una caratteristica di Murakami che mi piace un sacco: l'ironia, quell'ironia tagliente che i suoi personaggi tirano fuori nelle situazioni più impensate. Riassumendo: l'irreale che diventa reale, ecco come riesco a descrivere Murakami.
Grazie per aver parlato di 1Q84!!!!! Una notizia del genere mi fa un sacco piacere, e anche tutti i commenti al seguito
@ Dartes. Murakami e Yoshimoto sono competamente due generi diversi. Io personalmente ho amato la Yoshimoto (e la amo ancora... anche se gli ultimi libri non mi hanno entusiasmata granchè) ed amo Murakami. Non penso che uno escluda l'altro. Ho notato, in entrambi gli autori, una particolare sensibilità verso la descrizione dei più semplici atti quotidiani: anche la semplice descrizione di un bollitore di the in una giornata di pioggia è qualcosa che mi da una sensazione piacevolissima. Forse, questa delicatezza e attenzione per le piccole cose è una più generale caratteristica del mondo orientale? Anche Miyazaki è maestro in questo. O registi del calibro del coreano Kim Ki Duk e del cinese Wong Kar Wai. Al loro confronto, spesso, gli autori/registi occidentali mi sembrano... frettolosi (senza generalizzare tutti, ovvio)... o semplicemnte ..... diversi, senza voler necessariamente fare un paragone nel senso di meglio/peggio. Più in generale, il mondo Orientale e la sua filosofia è diverso da quello Occidentale.... OK, scoperta dell'acqua calda
@BioNeon Tempo fa ho letto "La solitudine dei numeri primi", vincitore del premio Strega. Se è sopravvalutato Murakami, allora, cosa dovremmo dire di Giordano. E per fortuna che quel libro avrebbe dovuto essere il top della letteratura italiana... povera letteratura italiana. Ma qua si aprirebbe un dibattito troppo complesso e che non sono in grado di affrontare.
Io l'ho preso alla Feltrinelli con lo sconto del 25%...sti ca**i che prendevo mezzo libro a prezzo pieno. xD E' ancora lì in attesa di essere scartato (ed a dire il vero, non ho grandi aspettative, e forse è un bene). Prima ho da leggere Nel segno della pecora (uscito in contemporanea con 1Q84 in versione brossurata; sempre di Murakami ovviamente...peccato che sia solo il terzo di una trilogia mai pubblicata in italiano), La città dei clown ed il quarto libro delle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Insomma, aspetterà. Comunque, al pari di Murakami, al momento, vedo solo Natsuo Kirino.