Beh, a parte il Gaijin smash, sembrano dei banalissimi suggerimenti che chiunque si trasferisca in un paese straniero dovrebbe seguire...e poi, a dirla tutta, non sono nemmeno d'accordo. Della serie, se voglio andare in Giappone e stare solo con stranieri, saranno fatti miei o no?! Più che "in media res" il mio motto è "vivi e lascia vivere"...ovvero, ognuno fa quel che gli pare, senza rompere le scatole agli altri
cercate il canale di "Dark Side of Japan" e capirete come stanno davvero le cose... fare carriera in Giappone? è più facile vincere 31 superenalotto di seguito...
Concordo in pieno con Hikari. Il Gaijin Smash è una cosa da evitare assolutamente. Le altre bene o male sono informazioni applicabili in tutti i paesi esteri. Una cosa che manca in questi punti è la raccolta di informazioni da avere prima di partire per l'estero, dato che molte persone oramai credono (grazie ad alcuni Youtuber italiani) che Shinjuku sia una città e non un quartiere di Tokyo.
Oggi fare carriera è difficile ovunque. A chi vive in Giappone, visto che ormai il lavoro precario è in aumento anche lì, è facile almeno trovare diversi lavori part-time seri che ti permettono di andare avanti, anche se durano pochi mesi, oppure è pieno di annunci di lavoro fregatura anche lì?
E' molto complesso se non quasi impossibile diventare giapponesi. Una persona europea può viverci 20,30, 40 anni e ancora essere percepita come straniera... Concordo che uno dei modi giusti per vivere in questo paese sia essere rispettosi delle tradizioni e della sensibilità di questo popolo senza mai trattarli dall'alto verso il basso come certi "gaijin" fanno... E' stato proprio questo modo di fare di noi occidentali ai tempi dei trattati ineguali del XIX secolo a scavare un solco tra le nostre due civiltà e creare le basi per questo dualismo di amore/odio che c'è oggi in Giappone verso di noi... Almeno, questa è la mia opinione...
Fuoco caldo, acqua bagnata! Questi sono consigli validi in tutto il mondo e fanno parte del comune buon senso, dal Giappone al Sud Africa...
ShinXela
- 8 anni fa
92
Io penso che quando ci si rapporta con una cultura diversa, ci si debba sempre porre con massimo rispetto ed umilta'. Non credo che la chiave di lettura risieda nel canale di qualche Youtubers, tanto meno in quello consigliato da ayami. Come si fa a dire "andate nel canale di tizio, e vi spieghera' com'e' il vero Giappone?" Per quanto riguarda il lavoro, facendo ricerche in maniera autonoma chiunque puo' appurare che si puo' fare "carriera" solo se altamente specializzati. Riguardo al trovarsi bene o male, tutto dipende dalle aspettative e dalla sensibilita' personali.
@ShinXela Io do ragione ad ayami per quanto riguarda la carriera in Giappone, invece. Poi dipende da cosa vuol dire per noi fare carriera e per come invece la intendono in Giappone... Mio fratello lavora là da quasi 10 anni, ci è andato tramite la multinazionale per cui lavora, per cui non ha dovuto avere lo sbatti che fanno tante persone che provano a cercare un lavoro direttamente da soli, ma dopo 10 anni di carriera è sempre allo stesso punto perché preferiscono "far salire di livello" i giapponesi piuttosto che uno straniero. Questo non vuol dire che sia una brutta cosa, ognuno a casa sua ragiona come gli pare ovvio, però credo anche sia brutto sentirsi negare qualcosa perché ti dicono chiaramente in faccia che preferiscono i lavoratori del proprio stesso paese (quando poi appunto si parla di una multinazionale, quindi hanno il 90% del personale straniero e dovrebbero essere "abituati"... mah!) Se poi invece per far carriera si intende trovare un posto fisso 'qualunque' e mantenerlo fino al momento della pensione è un altro discorso, ma "fare carriera" non significa avere un lavoro, vuol dire anche cercare di salire di grado con il corso degli anni e dell'esperienza, cosa che in Giappone difficilmente ti faranno fare se non sei un giapponese. Tra l'altro su Youtube anni fa c'era anche una ragazza, famosa che sicuramente qualcun altro conoscerà qui sul sito, si faceva chiamare Jun, che è tornata in Italia proprio perché dopo anni e anni di lavoro (che tra l'altro amava tantissimo) non vedeva appunto possiiblità di carriera e piuttosto che vivere una vita "monotona" e sempre uguale ha preferito tornare qui e provare a fare altro, nonostante là avesse il suo lavoro ben pagato, la sua casa e un lavoro sicuro (i suoi video comunque sono ancora tutti online per chi volesse andare a vederla, erano davvero interessanti)
ShinXela
- 8 anni fa
91
@NatsukiNagoya:
>però credo anche sia brutto sentirsi negare qualcosa perché ti dicono chiaramente in faccia che preferiscono i lavoratori del proprio stesso paese
Tendenzialmente è così anche qua, e in molti altri Paesi. Comunque io non ho detto che non sia vero che è difficile fare carriera in Giappone, ho sostenuto che non è impossibile affermarsi, a patto che si sia persone altamente qualificate. Sono casi rari di successo, ma le testimonianze in questo senso ci sono, anche nell'ambito del fumetto (vedasi il caso di un certo fumettista francese, di cui non ricordo il nome). Ad ayami ho contestato l'affermazione "andate sul canale di ..... per vedere come stanno davvero le cose", come se il punto di vista di UNA persona potesse essere preso come parametro assoluto di giudizio.
Seguivo anche il canale di Juu, certo. Il suo, come altri, sono esempi, testimonianze, che prendo in quanto tali, non certo come "le bocche della verità assoluta" da cui attingere per forgiare le mie opinioni. Ognuno racconta la sua esperienza, punto. Una cosa che, per esempio, ho notato scoraggiare molti italiani in Giappone, è la proverbiale freddezza dei giapponesi, specie nelle grandi città. A me questo "problema" non tangerebbe, essendo io stessa fredda, riservata, e a mio agio così. Per questo non prendo come parametro di valutazione l'esperienza degli altri. Prima di essere Italiana, io sono io. Per tantissimi aspetti, l'opposto dello stereotipo dell' "Italiano medio".
KUMA-29
- 8 anni fa
72
@ayami
Concordo in pieno e aggiungo che tanti furboni come Marco Togni e Company usano la grande onda "Cool Japan" per intortare le masse a favore del loro portafoglio.
Lavorare in Giappone avendo successo è possibile, però alle spalle bisogna avere un buon business plan e soprattutto un valido garante! Io ho anche amici Giapponesi che vivono a Tokyo e mi hanno detto che vogliono venire a lavorare in Europa, perchè in Giappone sei un mezzo schiavo anche con due lauree. Se posso dare un consiglio a chi vuole studiare una lingua straniera, consiglio di studiare cinese o coreano, dato che in queste nazioni il lavoro è più aperto verso gli stranieri con un profilo buono.
Sagge parole ShinXela sul discorso “opinioni personali” ma verosimile anche quel che dice NatsukiNagoya. A me basterebbe un lavoro stabile e una pensione, roba fantascientifica in Italia...
ShinXela
- 8 anni fa
71
>Marco Togni e Company
Mi sembra che loro sponsorizzino viaggi e basta, è palese, e non c'è nulla di male nel farlo. Quanto ai tuoi consigli su "meglio Cina e Corea, in quanto più aperti verso gli stranieri", meglio stendere un velo pietoso, dato che siamo sugli stessi livelli di accoglienza, specie riguardo alla Corea del Sud, ma non mi sorprendono provenendo da te. I tuoi commenti si assestano sempre sul "Giappone incubo", "Cina, ma soprattutto Corea del Sud, paradisi" (sto estremizzando ma fondamentalmente è così. Mi ricordi un utente con un nick simile che scrive su Il Fatto Quotidiano).
ShinXela
- 8 anni fa
80
E visto che a me piace supportare con DATI documentati quanto affermo, ecco quanto stanno bene i lavoratori stranieri in Corea del Sud:
>South Korea has the biggest wage gap between native and foreign-born workers among member countries of the Organization for Economic Cooperation and Development, a recent report showed.
>According to the Employment Outlook 2015 published by the Paris-based club of advanced countries, native-born workers received 55 percent higher wages than their foreign counterparts, the biggest gap among the surveyed 22 OECD nations.
Secondo un recente rapporto dell'OCSE, tra 22 nazioni considerate, la Corea del Sud vanta il più grande gap nei salari tra lavoratori autoctoni e lavoratori stranieri (ovviamente a svantaggio degli stranieri). Stanno messi proprio bene gli stranieri in Corea del Sud, ne?
Una nota di colore nostrano:
>Italy and Spain followed Korea on the list, with locals being paid 32 percent more than foreigners, according to the report.
Italia e Spagna hanno seguito la Korea sulla lista...siamo sempre tra i "migliori", insomma.
Il Giappone, assieme alla Polonia, è stato escluso dalla statistica per via del piccolo campione di lavoratori stranieri considerato, ma comunque entrambi i Paesi mostravano salari più alti per gli stranieri. E' una frase un po' vaga che non dice molto, ma vabbè.
>The data also showed that Poland and Japan paid higher wages to foreigners, but the OECD excluded these countries from its report due to the small sample sizes of foreign-born workers there.
Il punto di questo post risiede nell'assurdità di indicare la Corea del Sud come un Paese più favorevole ai lavoratori stranieri...non si sa su quali basi, davvero. Andiamo tutti a farci sfruttare in Corea del Sud, non si sa mai, tra varie peripezie potremmo diventare CEO di qualche chaebol.
Sul fatto che il Giappone accoglie stranieri altamente specializzati, anch'io ricordavo questa cosa, e in effetti ho trovato un articolo riguardo alle riforme alle leggi sull'immigrazione, avviate da Shinzo Abe nel 2014, per attirare un numero maggiore di stranieri, con ottime competenze in campo tecnologico e scientifico, che vogliono stabilirsi in Giappone.
Non credo che in Giappone, così come in nessun'altra parte del mondo, basti essere stranieri per poter fare gli insegnanti, di qualsiasi lingua poi... certo XD Ci vuole una qualifica specializzata e anche una discreta vocazione. Non è di sicuro un impiego tappabuchi che uno può fare come se fosse un lavoretto come commesso o cameriere. Se poi si intendeva (ma non credo) fare ripetizioni, la paga non è comunque sufficiente per poterci vivere. Il resto dei"consigli" sembra più che altro la fiera dello stereotipo, incluso anche il primo punto, che non succede soltanto in Giappone. Quanto al non fossilizzarsi, è normalissimo abituarsi ad un certo ambiente se ci si vive e la routine quotidiana prende gran parte della giornata. E sono convinto che ognuno sia pienamente libero di frequentare chi vuole, indipendentemente dalla nazionalità. Non è che uno in Giappone dopo aver conosciuto un tot di giapponesi e ha la possibilità di conoscerne degli altri dice. "No adesso basta coi nativi, è ora di conoscere un po' di stranieri per bilanciare". Certe cose mica si calcolano a tavolino.
In effetti Giappone non sarà un paese perfetto, ma pensare che la Corea del sud o la Cina siano paradisi è alquanto semplicistico... La società coreana non è meno rigida di quella giapponese e pone molto l'accento sulla tradizione. A dividere giapponesi e coreani è stato solo il recente passato coloniale e il ruolo avuto dal Giappone nel cercare di assimilare i coreani nel loro impero ma a parte questo i due paesi hanno radici culturali comuni e una parte del ceppo etnico giapponese discende (ma non ditelo mai a un giapponese) dai coreani. In realtà è provato che i coreani lavorano addirittura di più dei giapponesi quindi andando lì non è assolutamente vero che le cose potrebbero essere più facili o agevoli. Per quello che riguarda la Cina, non dimentichiamo che a dispetto della prosperità e del'apertura economica, dietro ciò si nasconde ancora la vecchia dirigenza marxista che chiude gli oppositori in campi di "rieducazione" (pure questa pretesa hanno) che sembrano usciti da un film dell'orrore e opprime le minoranze etniche... Un sistema di governo fuori dalla realtà del proprio paese, di cui ha cercato di distruggerne la cultura e le tradizioni. Tale sistema economico non si regge tanto sulla grande industria, quanto sull'appoggio dei contadini, che sono ancora la maggioranza della popolazione e verso cui il governo, sta bene attento a non provocare insoddisfazioni... Io starei cauto nel definire questo un paradiso e chi ci vuole andare stia molto attento a ciò che dice. Nell'andare in Asia bisogna ricordare che quello che di solito vediamo noi occidentali è solo una facciata moderna, dietro alla quale si nasconde una cultura diametralmente opposta alla nostra a cui di solito è difficile accedere, proprio perchè tendiamo a fermarci d'avanti alla facciata e crediamo che l'influenza occidentale li abbia resi simili a noi. Loro non sono come noi ed' è proprio questo che personalmente mi affascina del Giappone... E credo che medesimo sentimento lo provino i giapponesi nei nostri confronti. per quanto tu ci provi e credi di essere arrivato a capire, di colpo scopri qualcosa che non conoscevi e devi ripartire da capo. Come avevo già detto, a volte non basterebbe una vita per capire fino in fondo il Giappone. Mi si perdoni la banalità dell'esempio, ma rapporto tra noi e "loro" è molto simile a a quello che intercorre tra due innamorati, che a volte si attraggono e a volte si respingono... Sta a noi cercare di capirli e a loro capire noi eliminando ogni sorta di pregiudizio. Sembrerà una cosa quasi prevedibile da dire, ma alla fine a dividerci è solo questo...
KUMA-29
- 8 anni fa
31
ShinXela
Partendo dal dato di fatto che io non vedo la Korea del Sud come un paradiso (i suicidi sono anche maggiori del Giappone), ti faccio notare che in a Seoul puoi affittarti una camera senza avere dietro un garante. Anche per aprire un attività il governo aiuta molto gli stranieri con un programma di startup. Sei un ingegnere meccatronico o specializzato in biologia molecolare? Beh, se vai in Korea del Sud avrai sicuramente la vita più facile, perchè il sistema accoglie e tutela i lavoratori specializzati. In Giappone invece esiste una delle tante regole non scritte, che dice: "a parità di istruzione un Giapponese avrà sempre la priorità su uno straniero." Questo è dovuto a diversi fattori, tra cui che il Giappone è una nazione che non cresce da 30 anni... è normale che ci siano delle corsie preferenziali per i propri cittadini. La Korea del Sud invece è in piena crescita, è questo si traduce in una maggiore ricerca di personale qualificato. Non ti sta bene la cosa? pazienza
A differenza tua io ho amiche Coreane e parlandoci insieme mi hanno fatto capire tante cose belle e negative della loro cultura, però almeno sono un po' meno chiusi dei Giapponesi. Finisco consigliandoti di cominciare a bere dell'ottimo omija cha (tè rosso dai cinque sapori), perchè mi sembri un po' nervosa... su fatti una bevuta e rilassati
chalga (vai in pace)
ShinXela
- 8 anni fa
52
@Kuma: io sono calma, probabilmente al contrario di te. Ciò che non tollero è la disinformazione, come tu fai a causa del tuo soft spot per la Sud Corea. Detto questo, ho capito chi sei, quindi so già cosa aspettarmi dai tuoi post. Alle volti parli come un nazionalista sud-coreano. Ho già fatto il callo. Cordialità. E buona fortuna in Corea del Sud, Paese che ha basato il suo modello di sviluppo su quello giapponese, quindi ne condivide le medesime pecche. Oggi la Corea del Sud è il Giappone degli anni 80, e ovviamente si stanno palesando gli stessi limiti, nonché gli stessi problemi sociali.
NB Tranquillo che ci parlo coi coreani, non hai l'esclusiva.
lonOTTO
- 8 anni fa
40
@Hikari. Se stai solo con gli stranieri allora i giapponesi inizieranno a dire: "Eh ma questi stranieri non si integrano mai!". Stare solo con stranieri finirai per non integrarti,non imparare la cultura locale,la lingua e molto altro. Vivo in Germania da quasi 4 anni, e la maggioranza degli italiani (parlo di quelli che stanno qua da 40 anni) non sanno manco 2 parole di tedesco. Ovviamente la cosa vale anche per gli stranieri che abitano in Italia.
@Ayami. Dark Side of Japan si riferisce ai vecchi, ancora 10 o 5 anni e il Giappone cambierà radicalmente con i giovani al potere.
"...rispondere "terebi wa tabemasen", cioè "io non mangio la televisione" al funzionario della NHK (la Rai giapponese) che bussa alla vostra porta per riscuotere il canone."
Ah, a loro il canone non lo mettono nella bolletta dell'elettricità? Si vede che in Giappone il televisore non è considerato una specie di grossa lampadina, come da noi.
Non disprezzo il Giappone né tanto meno lo adoro, perché in qualunque paese c'è sempre sia la persona vomitevole(75% della popolazione di qualsiasi paese) sia la brava persona(25% di qualsiasi paese). Io sono nichilista attivo, non ho sogni. Andrei in Giappone solo per conoscere la sua storia.
Articolo molto interessante. Dunque anche in Giappone gli stranieri sfruttano il loro stato per fare i furbetti, e anche in Giappone ci sono quelli che fanno gruppo solo con i loro connazionali e difficilmente si aprono ad altre nazionalità ed etnie ma soprattutto alla gente del posto, come qua in Italia... Beh, sinceramente, se andassi a vivere all'estero dico, è chiaro che se trovassi un Italiano mi farebbe piacere, è come avere un pezzo di casa tua anche se è lontana migliaia di chilometri, ma a me piace conoscere gente nuova, il loro modo di pensare, la loro cultura, il loro cibo, d'altronde sono sempre cresciuta tra stranieri essendo mia madre straniera e anche molti dei miei parenti e amici di famiglia! Comunque, riguardo al dibattito "far carriera all'estero", io penso che far carriera sia sempre molto difficile, devi essere veramente bravo e talentuoso o altamente specializzato nel tuo campo e allora sì, ti pigliano e magari ti fanno diventare qualcuno, anche sponsorizzandoti più del necessario, se no, se sei uno qualunque, rimarrai uno qualunque, qui come altrove, bisogna comunque farsi il mazzo. Però è anche vero che in Italia non valorizzano cultura e ricerca, si sa, quindi all'estero magari se sei davvero bravo o se hanno altri parametri ti prendono più facilmente, ti valutano per le tue doti effettive, non stanno più a guardare se sei straniero, anche se purtroppo quel marchio, dello straniero, te lo terrai sempre addosso finché vivrai in quel dato Paese, succede anche qua, ti riterranno sempre un gradino sotto, il che è brutto, certo, perché siamo tutte persone, la dislocazione geografica, il colore della pelle, la lingua, la cultura ci dividono ma alla fine siamo tutti sullo stesso piano, penso, ma ciononostante penso anche che sia giusto dare prima il lavoro a quelli del posto.
"Paese che vai, usanza che trovi." il rispetto, prima di tutto, in Giappone come ovunque altrove. Ognuno di noi reca in sé delle tracce incancellabili, legami al nostro paese d' origine. Siamo tutti uomini, è ovvio, ma è altrettanto normale che ognuno si formi grazie al paese in cui nasce, con le sue usanze e tradizioni. Quindi credo sia importante essere aperti ma al tempo stesso non cancellare del tutto le proprie radici a favore di quelle del luogo in cui stiamo trascorrendo un certo momento della nostra vita.