La storia di Genji: impressioni sul manga tratto dal capolavoro della letteratura giapponese

E' il romanzo moderno più antico del mondo: la sensei Waki Yamato lo traduce in uno shojo manga dal fascino immutabile, in una splendida edizione per J-Pop Manga

di zettaiLara

Ogniqualvolta vi è un sentimento appassionato a guidare pensieri, azioni e creazioni, si riesce ad avvertirlo fin da subito, distintamente. Prendere in mano il primo volume di Asaki Yumemishi - La storia di Genji di Waki Yamato restituisce questa identica sensazione: nell'evocare amori e intrighi della corte imperiale dell'epoca Heian di mille anni addietro, il primo dei sette tomi di grande formato adatta in una mirabile versione manga l'antico romanzo Genji Monogatari di dama Murasaki Shikibu, celebrato fin dai tempi e sino ai giorni odierni.
 
Genji e Asakiyumemishi

Sfogliarne le pagine, affacciarsi al contesto storico e sociale di un'epoca -percepita oggi così lontana e per certi versi ancora serrata-, lasciarsi ammaliare dalla suggestiva bellezza delle sue tavole, appare tutto quasi alla stregua di un incanto. Ciò consente al lettore di addentrarsi un passo dopo l'altro in un mondo remoto con una facilità sorprendente e un'intensità emozionale e artistica che lascia esterrefatti.
Non è da meno il contributo dell'editore J-Pop Manga che, nel proporre l'opera sinora inedita a partire dal 30 settembre 2025 in una lussuosa edizione, rende a sua volta altrettanto onore alle due stimate autrici: ne veicola l'ardore e l'evidente predilezione della maestra Yamato, stimolata sin da gioventù da un romanzo ritenuto tra i più antichi del mondo per caratteristiche e contenuti, tributandone al contempo l'eredità millenaria di Murasaki Shikibu, con una delle opere più chiacchierate e 'virali' di sempre.
 
Nel narrare la vita e i tanti amori di Genji lo splendente, o Hikaru Genji, come viene ribattezzato uno dei figli dell'imperatore del Giapponem che è il protagonista principale della storia, si schiudono come petali anche le vicende personali delle numerose dame da lui corteggiate; i personaggi di un così ampio circondario si intervallano e si accavallano, si susseguono, scompaiono e riappaiono, mentre Genji e le sue amanti maturano esperienze sentimentali e consapevolezze interiori, tanto struggenti quanto dolenti.
L'amore e il desiderio, la sofferenza e il piacere, l'attesa e la frustrazione, l'angoscia e le invidie, la paura e il rancore ordiscono un variegato ensemble di emozioni, come un filo rosso che attraversa e unisce le diverse parti dell'opera.
 
Alla pari di un quadro impressionista, anche ne La storia di Genji la percezione della sua complessa struttura avviene su più livelli: se da vicino si può dunque cogliere il dettaglio della pennellata infusa dall'autrice ma non la maestria della composizione complessiva di fondo, essa si svela pian piano solo allontanandosi e ampliando lo sguardo. E' così che si realizza appieno la vivida portata della rappresentazione della corte del periodo Heian (794 - 1185 d.C.), con le sue regole, le etichette e le cerimonie, fra lo scandire del tempo e delle stagioni, nella fugacità che permea ogni cosa.
 
asakiyumemishi cerimonia

Varcare il portale per tale mondo non significa vedersi garantito un accesso automatico ad ogni sua sfumatura stilistica, da tanto l'opera è ricca di rimandi, citazioni e riferimenti impliciti ai linguaggi e codici comportamentali specifici utilizzati in quel periodo. Vi era poi un contesto culturale che ancora non si è stati in grado di svelare interamente, malgrado l'ampiezza e il rilievo degli studi condotti in merito, tanto da filologi nipponici di ogni epoca quanto da estasiati ricercatori occidentali. Questi ultimi sono venuti a conoscenza del romanzo da centocinquant'anni appena, a partire cioè dall'apertura del Giappone al mondo con la rapida modernizzazione indotta nell'era Meiji dal 1868.
Ai loro occhi, La storia di Genji è definibile come il primo esempio di romanzo psicologico al mondo, connotato cioè da una sensibile introspezione sulle emozioni che motivano le azioni dei personaggi, per tramite delle quali essi crescono e mutano nel tempo.
 

Alla visione psicoanalitica dell'occidente, in oriente si preferisce invece guardare al Genji come all'opera che meglio riesce ad esprimere la malinconica bellezza della transitorietà e dell'impermanenza delle cose, il cosiddetto 'mono no aware'.
 
"La vostra gentilezza e delicatezza sono soltanto apparenza.
In voi avverto qualcosa, come un fuoco che arde feroce...
e che non può fare a meno di bruciare voi stesso e gli altri.
Mi spaventa, eppure mi affascina..."

Oborozukyo

Immerso da sempre in un territorio fragile e mutevole, nel quale paesaggi incantevoli e luoghi di raro splendore si alternano di frequente a terribili devastazioni naturali di ogni sorta, il popolo giapponese ha lungamente imparato a far propria la necessità di cogliere frammenti di bellezza e goderne la straordinarietà ogni volta che sia possibile.
E' un concetto peraltro magnificamente rappresentato nel fiore di ciliegio, divenuto in più occasioni un implicito simbolo del Sol Levante, la cui caducità ne segna il momento al contempo più elevato e delicato. Forse non è un caso che anche la sensei Yamato adotti proprio i suoi eterei petali rosati per lo sfondo della magnifica illustrazione che campeggia nella copertina del primo volume di Asaki Yumemishi - La storia di Genji: 'non farò sogni effimeri' è d'altronde la traduzione letterale del suo titolo, in una scelta d'intenti fortemente simbolica, come esplicato nell'appassionata postfazione del professor Luca Milasi presente a fine volume. Un approfondimento, il suo, che denotano una intensità e uno spessore culturale tali da validare già da soli l'investimento nell'opera.
 
asakiyumemishi petali sakura

In qualunque modo si cerchi pertanto di provare a definire e contestualizzare l'importanza che La storia di Genji riveste da secoli negli ambiti più disparati della storia, della cultura e della società nipponica e non solo, rimane comunque arduo modellarne i confini.
Di certo la fama dell'opera originale, scritta poco dopo l'anno mille dalla dama Murasaki Shikibu nell'ambito della corte dell'imperatrice Shōshi, è tale da aver lungamente e largamente oltrepassato l'arcipelago del Sol Levante, affacciandosi persino nel nostro Paese sul finire degli anni '50.
La prima versione in italiano risale all'anno 1957 per Einaudi, tradotta tuttavia dalla lingua inglese e in maniera solo parziale; il rifacimento dal giapponese antico e in versione integrale avviene a distanza di sessant'anni, nella straordinaria ri-edizione curata dalla professoressa e ricercatrice Maria Teresa Orsi nel 2015, ancora una volta per Einaudi.

Le ragioni che spiegano una tale fascinazione globale sono molteplici, e tutte ben radicate: le appassionate vicende di Genji si svolgono quasi interamente nell’antica città imperiale di Kyōto, capitale del Giappone per oltre un millennio all’epoca conosciuta come Heian-kyō, ovvero 'capitale della pace e della tranquillità'. La città era stata modellata con una pianta reticolare sulla base della struttura di due città cinesi, tra cui l'antica capitale Chang'an; ciò accadeva poiché in quel periodo l'influenza della cultura cinese in Giappone era preponderante, al punto che la lingua più nobilitata era quella che prevedeva l'uso dei caratteri cinesi, o kanji, una prerogativa elitaria prettamente maschile. Alle donne di corte veniva richiesta e impartita in ogni caso un'istruzione eccellente, ma che doveva comunicare con i caratteri fonetici giapponesi anziché cinesi, i cosiddetti 'kana', si limitava a certi ambiti -come per l'appunto quello della letteratura e della poesia- e non poteva oltrepassare comunque mai il livello di quella degli uomini.
La letteratura delle donne appariva più fiorente che mai, tanto che la maggior parte delle opere letterarie Heian erano redatte in kana poiché rivolte a un pubblico soprattutto femminile: nella prosa si trattava perlopiù di 'nikki', ovvero un genere di diari autobiografici sulla vita di corte, oppure di 'monogatari', cioè racconti di narrativa più o meno estesi.
 
asakiyumemishi wakamurasaki

In un tale contesto, il Genji Monogatari di Murasaki Shikibu assomma delle caratteristiche che lo fanno assurgere a brillante eccezione senza pari, accanto alla sua talentuosa autrice: grazie a una fortunata condizione familiare, la donna poteva contare su un livello di istruzione elevatissimo e non convenzionale,  più unico che raro, che comprendeva tra le altre cose una profonda conoscenza della lingua cinese, con risvolti che confluiscono interamente nei suoi scritti.
Murasaki non è né la prima né l'ultima nobile autrice a cimentarsi con un monogatari, tuttavia è proprio il suo romanzo quello di cui lo stesso imperatore diviene fan e di cui attende con impazienza la stesura di nuovi capitoli; si tratta degli stessi capitoli che Murasaki elargisce agli amici in cambio della possibilità di vederli trascritti e ricopiati più volte, per essere diffusi il più possibile a corte. L'opera riscuote così fin da subito apprezzamento e conosce una sempre maggiore popolarità, alla stregua di un remoto antenato dei romanzi d'appendice ottocenteschi.

Al suo Genji, Murasaki deve probabilmente persino il soprannome con cui è nota nel mondo: a corte era ritenuto volgare chiamare le persone con il vero nome di nascita, e dunque agli uomini ci si rivolgeva facendo riferimento al loro rango, alle donne attribuendo invece loro un riferimento legato ad abiti, residenze o altro, sino alla posizione sociale di un parente naturalmente maschio. Nel caso di Murasaki (ovvero 'viola'), il 'nome d'arte' attribuitole costituirebbe sia un riferimento al clan di nascita di appartenenza dei Fujiwara (il carattere di 'fuji' è quello del glicine, di colore violetto), sia una citazione a 'waka Murasaki', una delle figure chiave del suo celebrato romanzo. 
Per la stessa ragione, anche nel Genji i personaggi non conoscono nome proprio, bensì piuttosto una lunga serie di attribuzioni e appellativi, non sempre facili da individuare e distinguere.
 
asakiyumemishi bluwaka

In qualità di donna che accanto ad altre scrittrici dell'epoca Heian ha saputo contribuire non poco allo sviluppo della lingua giapponese in forma scritta, Murasaki è un'autrice influente in vita e ancor di più dopo la sua scomparsa: conoscere La storia di Genji è un requisito essenziale per poeti e autori venuti dopo di lei, per grandi scrittori antichi e contemporanei, così come per gli studiosi che vi si approcciano a scopo critico e gli innumerevoli artisti che ne hanno tratto ispirazione nei secoli. Dai rotoli illustrati alle stampe di massa degli ukiyo-e, dal teatro a oggetti di uso comune nelle corti imperiali e shogunali successive, sino a contaminazioni culturali di ogni tipo che arrivano a includere film, anime e manga, è ben comprensibile per quale ragione il romanzo sia ritenuto l’opera più rappresentativa della letteratura classica nipponica.

Nell'anno 1009 La storia di Genji appariva già come romanzo in prosa completo, un lungo testo composto da 54 capitoli scritti in lingua giapponese da mano femminile, un'opera che si fa strada rapidamente quale oggetto di curiosità popolare, di commenti e di studi critici. E' il complesso romanzo che scrittori del calibro di Akiko Yosano, Fumiko Enchi, Jun'ichirō Tanizaki e Yukio Mishima vogliono cimentarsi a tradurre in giapponese moderno, seguiti poi da esimi colleghi occidentali. In sintesi, si tratta del più antico romanzo 'moderno' del mondo, che non smette di suscitare attenzione né di fungere da vero e proprio paradigma cui guardare e prendere ispirazione.
 
asakiyumemishi capigliature

E' facilmente intuibile, pertanto, come dal canto suo nemmeno la maestra Waki Yamato sia l'unica a trasporre in manga un tale caposaldo letterario; e tuttavia, in un curioso parallelismo con quanto accaduto per Murasaki e la sua opera, grazie alle sue caratteristiche è proprio l'Asaki Yumemishi di Yamato a divenire la più autorevole tra le varie opzioni. Il manga conosce largo apprezzamento e meritata fortuna, trasformandosi a sua volta in un grande classico da collocare accanto al suo illustre 'genitore'.
Dopo il debutto nel 1979, esso viene pubblicato fino al 1993 all'interno della rivista shojo Mimi di Kodansha, concludendosi con 13 tankōbon e la ragguardevole cifra di 18 milioni di copie vendute nel solo Giappone.
Quando la Yamato ne inizia la stesura, la donna è un'autrice già nota e stimata grazie al suo Haikarasan ga tōru - Una ragazza alla moda, che le vale l'assegnazione del primissimo Kodansha Manga Award per la categoria shojo, proprio nel bel mezzo di un nuovo afflato del movimento di liberazione femminista in Giappone, nonché di un momento di grande trasformazione e rinnovamento per lo shojo manga tutto.
 
asakiyumemishi luna

Asaki Yumemishi - La storia di Genji non è quindi una banale riduzione a fumetti che si limita a scarnificare e semplificare, quanto piuttosto un'opera capace di veicolare l'intero apparato stilistico e narrativo messo in piedi da Murasaki Shikibu, attraverso la versatilità del linguaggio visivo e testuale dello shojo manga.
Non soltanto dunque il susseguirsi delle vicende amorose di Genji intese come atti e fatti, bensì anche e soprattutto il denso trasporto emotivo e psicologico, la raffinatezza dei costumi, la laboriosità della comunicazione e il tremendo fascino che ne permea ogni aspetto.
 
"Se voi siete una dea celeste, io sono Tsukuyomi, lo spirito della luna.
Perché mai provare vergogna, se è solo la luna a vedervi in viso?"

Kiritsubotei

Se la grammatica del periodo Heian appariva estremamente complessa, la Yamato adotta un linguaggio cortese dai toni posati e deferenti, che la traduzione in italiano sa rendere con accortezza e meticolosità. La scorrevolezza della lettura non ne viene intaccata in alcun modo, ma certo l'incontro che avviene tra il manga e il lettore tra le pagine de La storia di Genji denota un approccio sensibilmente inconsueto: il tempo viene scandito diversamente nell'anno Mille, e la Yamato riesce nella non facile impresa di restituirne in maniera vivida la delicata percezione.
Il suo fluire è più lento, contraddistinto da un alternarsi delle stagioni che i personaggi avvertono chiaramente, per un'armonia tra uomo e natura tale da non essere ancora andata del tutto smarrita, persino nel Giappone odierno.
 
"Prima che me ne potessi accorgere,
il vento reca già con se l'odore dell'autunno...."

Genji

E' una lettura da assaporare senza fretta, permettendo così a ciascuna delle tante figure della storia di farsi conoscere adeguatamente; il loro approfondimento caratteriale si comprende in maniera graduale, con cenni che li svelano un po' per volta con attenzione e un certo grado di mistero, in maniera non dissimile da quanto concedono i jūnihitoe, ovvero le vesti a dodici (o più) strati delle nobildonne dell'epoca. Strati e colori, infatti, solevano venire sovrapposti e intersecati secondo accordi che richiamassero flora e fauna, unitamente alla distinta personalità di ogni donna, recitando un ruolo non indifferente nel languido e sofisticato gioco della seduzione.
 
asakiyumemishi padre

Si tratta di personaggi che destano attenzione anche perché ben lontani dall'apparire noiosi: pur se ad esempio il protagonista Genji non è il figlio eletto dell'imperatore, perché non nato dalla consorte principale, egli è comunque il frutto di un grandissimo amore. Fin dall'infanzia il giovane è connotato da una grazia, una leggiadria e un'avvenenza senza pari, che gli garantiscono di interloquire con acume e prontezza, e impediscono di contro al suo fine intelletto di venire stuzzicato dalla bieca ignoranza.
Arguzia e curiosità caratterizzano così la maggior parte degli scambi di battute tra i personaggi, talora non privi anche di momenti di una certa ilarità.
 
"Non sta bene restare sempre accanto a qualcuno
finché uno dei due non si stanca."

Genji

In qualità di agile ponte di accesso a un'opera così complessa, il manga può contare inoltre sul potente stile grafico della sua affermata autrice, capace di prestarsi con la massima duttilità a renderne la raffinata bellezza e l'espressività emotiva.
Le composizioni delle figure esili ed elegantissime delle sue tavole evocano le antiche illustrazioni dei rotoli emakimono, attingendo al contempo a profusione dagli stilemi dello shojo manga. Esso prende forma attraverso cesellati dettagli nelle decorazioni dei kimono, in una varietà incredibile di ornamenti definiti interamente a mano, anziché tramite l'applicazione di retini o di effetti grafici come avviene nei manga più moderni; lo si osserva poi anche nel particolareggiato disegno delle fluenti capigliature femminili, tutte apparentemente identiche nel consueto stile Heian, e nondimeno in grado di catturare invariabilmente l'attenzione di chi ne osserva ammirato la straordinaria minuzia. 
 
asakiyumemishi capelli

Fiori, petali e foglie accompagnano l'allestimento delle pagine del manga, strutturate con vignette ordinate in forma varia, che non dimenticano mai gli spazi da dedicare agli elementi della natura, e che si distendono talora anche in tavole singole o doppie prive di gabbie; queste ultime restituiscono un maestoso impatto visivo, evidenziando nello stesso tempo la grande capacità narrativa e di sceneggiatura dell'autrice.
Più che tendere alla resa della tridimensionalità, il suo disegno sposta il focus quasi interamente sulla traduzione grafica dei suggestivi ambienti di corte e sull'effetto che le emozioni suscitano nei corpi e sui volti dei personaggi, in tal senso sempre magnificamente eloquenti.
 
asakiyumemishi danza

Difficile poi non soffermarsi più del dovuto sulle numerose tavole a colori presenti nel manga e rese in maniera straordinaria nell'edizione italiana: disseminate in varie parti del volume, dalle pagine introduttive ai capitoli intermedi e sino alla galleria finale, esse appaiono talmente vivide da sembrare quasi emergere dalla stampa e prendere vita tridimensionale. Di petali e tessuti si riesce quasi ad avvertire trama e morbidezza, con ricami a momenti palpabili, degli elementi luminosi dei disegni si avverte il distinto bagliore che va oltre la carta.
 
asakiyumemishi genji petali

La pregiata edizione italiana riprende la versione nipponica del 2021 e consta di sette volumi di formato 15 x 21 cm di oltre 400 pagine cadauno, di agile sfogliabilità, che raccolgono due dei tankobon originali dell'opera; essi sono proposti a 16,50 euro, per un rapporto di qualità/prezzo piuttosto allettante in virtù dell'estrema cura con cui la pubblicazione è stata pensata.
I tomi sono stampati su una bella carta bianca priva di trasparenze o sbavature, che conferisce delicato risalto tanto ai toni di nero quanto alle splendide tavole illustrate. Oltre alla già citata postfazione di Milasi, in appendice al volume è presente anche un ampio comparto di note a titolo di ulteriore approfondimento; nelle pagine non si rinvengono refusi.
Una volta spogliato della sua sovraccoperta patinata opaca, con stampa anche a pantone oro e una costina che anticipa una illustrazione componibile, il volume si presenta di color dorato e decorato a tema floreale, richiamando ancora una volta l'accordo dell'opera con il suo contesto.
 
Murasaki Uji

Il ricordo di Murasaki rivive oggi in una bella statua collocata nella cittadina di Uji, poco distante da Kyoto, senza temere lo scorrere del tempo, ma recenti e rispettosi omaggi al Genji e alla sua scrittrice si ritrovano ad esempio nel manga Ooku - Le stanze proibite di Fumi Yoshinaga, ma anche nella serie TV Chihayafuru: full circle, ispirata all'omonimo manga di Yuki Suetsugu e disponibile su Netflix.
E' sempre un uomo del clan dei Fujiwara a redigere infatti la raccolta di poesie brevi conosciuta come Hyakunin Isshu, la quale funge da base per l'antico gioco tradizionale di carte del karuta, a sua volta primo vero attore in Chihayafuru. Il drama Full Circle richiama un vivace parallelismo tra la giovane protagonista e la sua concorrente, accostate nientemeno che a Murasaki Shikibu e alla rivale di sempre Sei Shonagon, entrambe presenti con un loro componimento all'interno della prestigiosa raccolta di poesie.
 
asakiyumemishi intro
 
Presenza costante tanto nel Giappone di ieri quanto in quello di oggi, La storia di Genji di Murasaki Shikibu risplende dunque con somma grazia anche attraverso il manga Asaki Yumemishi - La storia di Genji di Waki Yamato, un racconto monumentale a opera di un'autrice a dir poco straordinaria: la Yamato è stata capace di vincere una sfida considerevole, traducendo in un incredibile shojo manga un romanzo talmente articolato che anche in epoca moderna esso non smette di ammaliare studiosi e artisti di ogni grado e provenienza.
Grazie alla minuziosa cura profusa nell'edizione italiana del manga da parte di J-Pop e agli inediti e apprezzati approfondimenti, Asaki Yumemishi - La storia di Genji è un'occasione rara, insolita e preziosa per aprire la soglia a un Giappone che diversamente potrebbe rischiare di rimanere troppo distante e complesso, fuori dalla nostra portata.
Una pregiata opportunità per accogliere due immensi capolavori in uno, e ritrovarsi così tutt'a un tratto nel bel mezzo di un sogno, ma stavolta decisamente non effimero.
 

La storia di Genji  1

Dal talento di Waki Yamato ("Una ragazza alla moda"), una delle mangaka più amate di sempre, arriva un fumetto leggendario, che adatta con grazia e maestria quello che viene considerato il primo romanzo della letteratura giapponese, il "Genji monogatari" (“Il racconto di genji”) di Murasaki Shikibu, capolavoro assoluto dell’XI secolo. Per ragioni politiche Genji, figlio dell’imperatore e di una sua consorte, viene fatto adottare da un clan esterno alla famiglia imperiale ed è costretto a iniziare la sua carriera a corte come semplice funzionario. Tra amori, dolori e intrighi di palazzo, ha così inizio la leggenda di uno dei più grandi seduttori del mondo letterario, le cui storie affascinano i lettori dopo oltre mille anni.

Opera:  La storia di Genji
Editore: JPOP
Nazionalità: Italia
Data pubblicazione: 01/10/2025
Prezzo: 16,50 €


Totale voti:   8  0  0


Sonoko

Ho atteso per anni di leggere quest'opera e non sono rimasta affatto delusa. L'edizione poi è stupenda, anche per le meravigliose tavole a colori. Waki Yamato è, ora a maggior ragione, la mia mangaka preferita!

 24/10/2025

zettaiLara

Difficile limitarsi a un cenno sintetico di apprezzamento quando tra le mai si ha qualcosa di così inconcepibilmente bello, dopo averlo sognato e desiderato tanto a lungo. Immenso l'approfondimento di Milasi. Un sogno, ma stavolta non effimero. Chapeau.

 18/10/2025

ningyo-hime

C'è tanta bellezza, in questo volume, il mio primo approccio al Genji. Complimenti a Waki Yamato per aver trasposto con maestria un'opera letteraria tanto complessa in manga. Edizione J-Pop meravigliosa, curata e ricca di approfondimenti.

 18/10/2025

stelladicarta

Stupendo primo volume, ottima edizione con bellissime illustrazioni a colori sia in mezzo che a fine volume. Meravigliosi i disegni della Yamato.

 12/10/2025

annadaifan

Gli amori sofferti e spesso proibiti di Genji si susseguono in un racconto poetico e pieno di fascino. Ottima edizione con stupende tavole a colori. Consiglio la lettura a piccoli passi considerando l'elevato numero di personaggi.

 12/10/2025

kirk

Frutto dell'amore dell'imperatore con una dama di basso rango assistiamo agli intrighi (perlopiù amorosi) del principe spendente (Hikaru) Genji. Il grande romanzo dell'inizio dello scorso millenio riproposto da Waki Yamato

 02/10/2025

2247

Riduzione forse più famosa di uno dei pilastri della letteratura asiatica. Grazie alla forza espressiva shojo, prendono vita atmosfere soffuse di un'epoca in cui si dialogava in versi, nonché figure archetipiche come l'edipico Genji o la gotica Rokujo.

 10/10/2025


Altri Voti



Titolo Prezzo Casa editrice
La storia di Genji  1 € 16.50 JPOP
La storia di Genji  2 € 16.50 JPOP
La storia di Genji  3 € 16.50 JPOP



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