Lupin III – The First : intervista al regista Takashi Yamazaki

Il regista di Stand By Me Doraemon ma anche di live action come Parasyte ha voluto una storia "stile 007"

di Hachi194

Dopo la recensione del film vi proponiamo l'intervista al regista Takashi Yamazaki che, dopo Stand By Me Doraemon e Dragon Quest: Your Story , firma adesso Lupin III – The First, nei cinema dal 27 febbraio e già candidato a "Miglior Film d’Animazione" alla 43esima edizione dei prestigiosi Japan Academy Awards (si terranno il 6 marzo 2020).

Il regista fu già da noi intervistato nel 2015 (potete leggere l'articolo qui) durante il Far East Film Festival dove presentava i due lungometraggi: Parasyte, part 1 e Parasyte, part 2.


Si dice che Lupin III le piaccia fin da bambino, è vero?

Da piccolo andai a trovare dei parenti nella loro casa di Yokohama. Lì vidi per la prima volta un filmato di Lupin, ne rimasi scioccato, pensai: “Che animazione adulta. La metropoli sembra davvero straordinaria!”, le impressioni che la città e Lupin mi avevano fatto divennero un tutt’uno, e dentro di me Lupin diventò un simbolo metropolitano. Meraviglioso fu anche il senso di festa che mi trasmise il trailer di Lupin III – La pietra della saggezza (1978), che ricordo di essere andato a vedere in un cinema di Nagano, la mia città natale, emozionato perché finalmente Lupin arrivava al cinema! In seguito, mi rimasero particolarmente impresse le opere del regista Hayao Miyazaki, come Lupin III – Il castello di Cagliostro (1979) e gli episodi della serie televisiva "Albatros, le ali della morte" e "I ladri amano la pace".
 
Lupin III – The First : intervista al regista Takashi Yamazaki

Ci racconta nel dettaglio come è arrivato a partecipare a questo progetto in qualità di regista e di sceneggiatore?

All’inizio sono stato coinvolto come consulente all’opera, ma poco dopo mi è stato chiesto se avessi voluto provare a esserne il regista. La vedevo molto difficile, visto che lavoro per lo studio Shirogumi, e non per Marza Animation Planet, che effettua la produzione delle animazioni principali di quest’opera, ma Lupin era già nel mio cuore, e siccome non capita tutti i giorni l’occasione di occuparsi di questo personaggio, non ho voluto perderla e mi detto: "Lo voglio fare". In questi anni sono andato allo studio Marza Animation Planet una volta la settimana, sempre facendo meeting con tutti i team uno di seguito all’altro: l’art team, l’animation team, l’asset team… Insomma, tornavo ogni volta a casa stanco morto!

Con quali immagini nella mente ha scritto la sceneggiatura?

Per un film live action giapponese difficilmente si può realizzare una storia ambientata in diverse parti del mondo, ma per un film in computer grafica diventa possibile, e ho voluto provarci. Essendo la storia ambientata non in un luogo immaginario, ma in diversi paesi all’estero, ho voluto descrivere l’azione come se si sviluppasse in tutto il mondo, "stile 007". Poi ho inserito, per dargli importanza, le simpatiche consuetudini di Lupin, ad esempio il suo cavallo di battaglia, i travestimenti, o gli inseguimenti senza successo di Zenigata.

E cosa ci dice rispetto alla creazione del personaggio di Laetitia?

Volevo renderla una persona a cui si illuminano gli occhi quando racconta ciò che le piace. In particolare, volevo farle luccicare gli occhi quando inizia a raccontare di archeologia, perché si capisca che le piace davvero. Ma poi ho pensato di realizzare una storia in cui questi suoi sentimenti sono tenuti a freno e in cui Lupin l’aiuta a liberarli. In realtà nella prima bozza Laetitia era molto più forte. Sapeva anche combattere corpo a corpo!
 
Lupin III – The First : intervista al regista Takashi Yamazaki

Visto che ha realizzato dodici sceneggiature e tre story reel, mi sembra che stavolta abbia affinato parecchio la storia, vero?

Marza è un’azienda che utilizza questo metodo realizzativo stile Hollywood, una delle ragioni per cui ho voluto partecipare al progetto. Non si seguono i "classici" passaggi per cui si riceve la sceneggiatura, si scrive lo storyboard illustrato e infine si produce la CG, ma si reitera un processo che prevede di realizzare elaborati story reel, contenenti anche le voci dei doppiatori, e poi mostrarli a diverse persone, a un focus group. Per cui anche nella sceneggiatura si tiene conto delle opinioni di diversi spettatori. Per questo film ho infatti la sensazione di aver realizzato l’opera applicando qualcosa di vicino al principio della collegialità.

A quest’opera hanno partecipato anche animatori leggendari che hanno avuto a che fare con Lupin fin dall’inizio?

Su alcune scene, non su molte, hanno partecipato anche animatori leggendari. È stato divertente, perché grazie ai loro disegni veniva spontaneo dire: "Questo è Lupin". Poter lavorare con simili animatori e con i doppiatori originali di Lupin, per un vero fan come me è stata una grande fortuna.
 
Lupin III – The First : intervista al regista Takashi Yamazaki

E la musica è del signor Yūji Ōno

Sono stato felice anche di questo! Io appartengo alla generazione dei film Kadokawa, Inugami-ke no ichizoku (La famiglia Inugami, 1976), Ningen no shōmei (Prova di umanità, 1977), Yasei no shōmei (Prova di selvatichezza, 1978), le cui musiche sono state realizzate dal signor Ōno... Mi piacciono tantissimo i brani di quel periodo. Naturalmente mi piacciono tantissimo anche i brani di Lupin III, e poiché entrambi hanno rappresentato il mio imprinting, poter lavorare insieme al signor Ōno e a Lupin è stato come un sogno. Piacendomi particolarmente Honō no takaramono (Il tesoro della fiamma), motivo conduttore de Il castello di Cagliostro, ho fatto al signor Ōno l’assurda richiesta: "Per favore, superi “Honō no takaramono"", e mi sono fatto comporre da lui il motivo conduttore di Lupin III – The First. Sono felice che abbia realizzato un brano così bello.

Il regista con tutto lo staff dei doppiatori giapponesi del film
 
E gli scambi di opinioni con il Maestro Monkey Punch?

Purtroppo non sono riuscito a incontrarlo. Pensavo di poterlo fare quando avesse visto l’opera completata, è stata una vera sfortuna. Ma siamo comunque riusciti a collaborare: è intervenuto nei punti essenziali, vedendo i personaggi e leggendo la storia, ma mi ha lasciato piena libertà di produzione, e da lui ricevevo sempre messaggi del tipo: "Mi affido a lei" o "Attendo con gioia". Considero davvero un onore l’aver potuto partecipare al nuovo format 3DCG come ultimo tassello della genealogia di Lupin III, che ha generato più di un capolavoro.

Infine, che messaggio vorrebbe lanciare ai fan?

Sarei felice se riusciste a divertirvi in modo puro, perché mi sono sforzato il più possibile per avvicinarmi al Lupin che si trova nei cuori di voi tutti, riempiendo il film dell’eleganza e della bellezza della Lupin Family.


Fonte Consultata:
Pressbook

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