Tatsuki Fujimoto Short Stories 22-26: prima di guardarsi indietro - Recensione
Con questo concludiamo il viaggio di queste storie brevi, per ora
di Alex Ziro
Ora è il momento portarci avanti con Tatsuki Fujimoto Short Stories 22 – 26, volume unico edito da Star Comics contenente quattro storie brevi scritte dall’autore tra i 22 e i 26 anni; l’opera è stata seguita da Short Stories 17-21 (cliccando QUI potrete leggere la recensione) e il 28 ottobre uscirà l’ultimo passo di questo viaggio, ovvero Look Back. Ovviamente non possiamo dimenticare la prima serie dell’autore, ovvero Fire Punch (sempre edito da Star Comics) e Chainsaw Man (edito da Planet Manga), serie in corso che ormai tutti conoscerete di cui l’anime inizierà il prossimo 10 ottobre su Crunchyroll.
Dell’opera è presente una edizione regular a € 5,90 (brossurato con sovraccoperta, 11.5x17) e un’edizione deluxe a € 10,90 (cartonato, 15x21).
Storie Normali
In questo volume vediamo un Fujimoto più comprensibile, tra questi quattro one-shot possiamo scrutare senza alcun problema i primi mattoni di Chainsaw Man e di Look Back, tra l’altro in maniera piuttosto palese. Non diciamo completamente addio alle assurdità, e del resto non potrebbe mai essere altrimenti con questo autore, ma allo stesso tempo lo stile è ormai ben definito, sia nel disegno che nella scrittura, non ci sono particolari sperimentazioni tipiche di un autore nel pieno del suo caos artistico interno (come nel primo volume) ma anzi Fujimoto a tratti spinge se stesso per cercare di essere più “normale”; a volte questo tentativo rappresenta un chiaro fallimento ma ci dà almeno modo di sottolineare che c’è poco di normale nello sforzarsi di apparire tali.
Il seguente è, come detto, un volume più accessibile ai più ma questo è davvero qualcosa di positivo?
La Rapsodia delle Sirene è la “storia normale” per antonomasia, pubblicata su Jump SQ dopo che la redazione lo sfidò a scrivere, appunto, una storia normale. Ovviamente non può essere poi così normale ma la storia d’amore tra un ragazzino e una sirena, con i suoi toni "dolci" e molto adolescenziali non è tra quelle cose che ci si aspetta da Fujimoto. Tra le otto storie presenti nei due volumi è quella che personalmente mi dice meno, ci sono troppe incongruenze narrative (che non elencherò per evitare inutili spoiler) e tutto sommato si nota qualche sforzo di troppo per vincere la sfida, rasentando a tratti la banalità. La definirei la storia “meno à la Fujimoto” tra quelle presenti o per meglio dire è magari un lato della sua personalità che verrebbe meglio fuori in altri modi, anche a livello artistico è meno inspirato del solito e per quanto non sia di certo una brutta storia è un qualcosa senza la quale avremmo potuto vivere lo stesso. Magari i vari haters di Fujimoto invece diranno che è la cosa migliore che abbia mai fatto (non che per apprezzarlo dobbiate odiarlo, per carità).
La Sindrome Che Mi Fece Risvegliare Donna è un hentai. Cioè, non lo è, non si vede assolutamente nulla di che, se non un sedere e manco nudo, ma la trama è quella di TSF Monogatari, per citarne soltanto uno, che è un trope abbastanza classico nel mondo hentai. Toshihide, un normalissimo liceale, tutto d’un tratto si risveglia “donna” e questo crea una gran confusione nella sua vita, a partire dal suo animo come una novella Principessa Zaffiro che non comprende a pieno quale sia la parte di sé che davvero rappresenta il suo essere (… ok, ora posso tornare a parlare di hentai). I suoi compagni se la vogliono fare bellamente, comportandosi in maniera molto aggressiva ma dato che questo un hentai non lo è davvero allora Toshihide viene salvata dal fratello della sua ragazza… ma anche questo porterà ancora più caos nella sua psiche, perché lui è un gran figo. Se devo essere sincero anche nella storia precedente qualche fetish sessuale del giovane Fujimoto veniva fuori e qui diciamo che il tutto è spiattellato senza alcun timore di smentita. Per quanto non si possa definire di per sé una storia normale è comunque una storia che un lettore più navigato ben conosce, a modo suo anche questa rimane molto dolce ma almeno è una dolcezza maggiormente contestualizzata allo stile dell’autore.
Scuse Alla Fidanzata
Quel che sappiamo però è che per lui l’importante è approfittare di questa pubblicazione per chiedere scusa alla propria fidanzata per averle mentito anni prima a riguardo di quella gastroenterite causata dall'aver mangiata quel fundulo, da lui allevato e mangiato quando ormai era gettato per terra e preda di formiche. Gesto nato non per follia ma perché vedere il suo “cadavere” diventato un banchetto senza'anima, gli fece provare per la prima volta affetto per il pesce d’acqua dolce da lui allevato, come se ci fosse del pentimento per non avergli dato il giusto affetto quando era in vita o magari una macabra attrazione per la morte che ha messo il suo cuore in una condizione molto strana, facendolo reagire d'impulso. Un uomo a modo suo puro ma probabilmente un po’ fuori di testa, che viene rimproverato di continuo e che reputa la postfazione di una raccolta di sue storie il posto migliore per confessare l'imbarazzante misfatto e chiedere scusa.
Signorina lo perdoni, è anche per queste cose che lui è speciale.
Nayuta, La Ragazza Della Profezia arriva e il salto di qualità è incredibile. Ribadisco che le ultime due storie le considero le migliori tra le otto; troviamo ormai un Fujimoto pronto a stare a pieno diritto tra i grandi del suo tempo, un’opera che può essere sua e solo sua, una dolcezza (sì, anche questa volta) fraterna che adesso sì che esprime la totalità del suo estro. Nayuta è ovviamente un personaggio degno di Chainsaw Man, non credo che ci possano essere dubbi a prescindere, il caos che porta, la follia (lucida o primordiale) dietro molte sue azioni sono un forte richiamo ad alcuni dei temi preferiti dell’autore, così come gli esseri umani sono pronti a gettare tra le fiamme ciò che non apprezzano e mai volenterosi di comprendere davvero ciò che hanno di fronte, spinti dal terrore dell’ignoranza, è un qualcosa che ben conosciamo e possiamo apprezzare. Un’opera più complessa delle altre, artisticamente di livello eccelso e l’intreccio narrativo è senza dubbio il più raffinato tra tutte; la storia tra una ragazza-demone che riesce solo a comunicare tramite parole che richiamano la distruzione e suo fratello, un ragazzo normalissimo che deve sacrificare di tutto per difendere sua sorella da un mondo che nutre un grande terrore verso di lei.
La Sorella Maggiore è la conclusione perfetta. Cambiamo completamente stile, troviamo un Fujimoto più contemporaneo per quella che lui definirà “l’opera alla base di Look Back”, infatti siamo lontani dalla distruzione e dalla follia delle sue serie, adesso troviamo un’introspezione realistica e toccante. Due sorelle frequentano l’Accademia di Belle Arti, la più piccola ha vinto un primo premio ritraendo nuda la sorella maggiore, la quale è estremamente imbarazzata dato che il quadro (enorme) viene appeso a scuola e visto da chiunque, cosa c’è davvero dietro questo gesto? Mi dispiace non poter mettere per bene il nudo che ritrae la protagonista, non per motivi pruriginosi ma perché conoscendo quel che c’è dietro questo quadro (che come sempre, non spoilererò) rende ancora più d’impatto l’opera. Una parte di me vorrebbe dire che La Sorella Maggiore sia il one-shot migliore tra quelli che abbiamo avuto il piacere di vedere in questi due albi; vedere per la “prima volta” la forza comunicativa di Fujimoto esplodere senza esplosioni, divertirci senza l’assurdo ma con un candido rapporto tra due sorelle che hanno problemi a comunicare le proprie emozioni è qualcosa di speciale, e del resto Fujimoto è sempre abbastanza bravo a raccontarci di artisti in preda alle proprie emozioni e con atteggiamenti fuori dalle righe. Altro punto in comune con Look Back è anche la presenza di due ragazze diametralmente opposte ma estremamente simili, tanto per ricordarci che Tatsuki Fujimoto ha troppe sfaccettature per essere contenuto in un solo personaggio
Non vorrei ripetermi troppo, tra i due articoli è stato detto molto ma quando entriamo dentro l’animo di una persona è giusto anche avere rispetto e non spingersi troppo oltre, che ogni lettore abbia la sua versione e anche la sua avversione se questa è la sua inclinazione. Abbiamo visto tutto e di più di Fujimoto, sappiamo come sia cresciuto ma sappiamo anche che è cresciuto ancora, come avremo modo di vedere quando uscirà anche Look Back, quella che potrebbe anche essere considerata la sua consacrazione definitiva.
Posso solo ribadire l'ottimo lavoro fatto con l'edizione deluxe cartonata, essendo identica alla precedente con cover metallizzata con effetto lucido.
Dopo aver percorso tutta questa strada ha davvero ancora senso guardarsi indietro? Forse è questa la più grande forza di Tatsuki Fujimoto che nonostante tutto, nonostante tutto ciò che abbiamo letto e scoperto, ci sarà sempre qualcosa di nuovo da scoprire di lui. Io sono molto, molto, felice di aver avuto modo di conoscerlo meglio, conscio di non conoscerlo davvero per nulla.