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Nyx

Episodi visti: 13/13 --- Voto 3
Se qualcuno mi venisse a dire che disprezzo quest'opera solo perché non sono stato in grado di capirla appieno non lo potrei certo contraddire! Mouryou No Hako si è rivelata una delle serie più ingarbugliate e complesse, nonché assurde, che abbia mai seguito. La narrazione non scorre affatto liscia e lineare vi sono balzi da una situazione all'altra e parliamo di fasi tutte molto lente, pesanti, noiose e perlopiù incomprensibili. A peggiorare il tutto una caratterizzazione dei personaggi "strana" si tratta di personaggi abbastanza carismatici eppur (sebbene possa sembrare un'enorme contraddizione) non riescono a restare in mente, ci si scorda da dove venivano, il loro ruolo e talvolta li si confonde l'un con l'altro. Gente che va, gente che viene...

La trama di quest'opera, un giallo con risvolti paranormali ambientato negli anni '50, presentava notevoli potenzialità ma è stata sviluppata in modo incomprensibilmente lento e tedioso, difficilissimo da decifrare. Sono riuscito ad arrivare fino alla fine solo facendo ricorso a tutta la pazienza e la forza di volontà di cui sono capace ma mai prima d'ora mi era successo d'incontrare tanta fatica e di dover impiegare tanto tempo per portare a termine un'opera di soli 13 episodi.
Per capirlo meglio sarebbero necessarie ulteriori visioni ma la voglia di ricominciare quest'agonia è finita molto al di sotto dello zero, dovrebbero pagarmi profumatamente per convincermi a riguardarmelo! Ce l'ho messa tutta per riuscire ad entrare nelle meccaniche narrative ma è servito a poco, diversi dettagli, anche importanti, mi sono rimasti oscuri ed altri non sono risultati affatto di mio gradimento, è capitato persino che quando incominciavo a comprendere e apprezzare una certa fase questa veniva "chiusa" in modo brutale per passare a risvolti diversi, spesso incomprensibili. Narrativamente parlando quest'opera meriterebbe il voto minimo assoluto e ripeto, non certo per le idee a monte che, sfruttate in modo diverso, avrebbero reso quest'anime molto più godibile.

Una nota di merito va al comparto grafico, curato dalle Clamp per quanto riguarda il chara dei personaggi. Normalmente il loro stile non mi piace affatto, ma in questo caso è stato svolto un ottimo lavoro. Bellissime anche le ambientazioni, i fondali e i giochi di luce, tutto molto azzeccato al fine di ricreare atmosfere a dir poco suggestive.
Proprio in virtù di questi ultimi pregi non riesco a calcare troppo la mano sul voto, avesse avuto carenze anche a livello grafico non ci sarebbe stato veramente nulla da poter salvare. L'idea di base era ottima, ma la narrazione è pesantissima e complicatissima. A parte questo, qualche scelta, specie nel finale, può esser persino definita grottesca. Mouryou no Hako è un'occasione clamorosamente mancata, aveva le carte in regola per far nascere un mezzo "capolavoro" ma con una narrazione di questo tipo la mia valutazione non può che andare in direzione completamente opposta.
Fatevi un favore, evitatelo!


 3
Melany

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
Cerco di farmelo piacere, tale 'Mouryou no Hako', adattamento del romanzo giapponese di genere poliziesco dai toni misteriosi e sovrannaturali, scritto da  Natsuhiko Kyogoku. Ohibò, i tredici episodi che compongono il suddetto anime sono un'agonia. Dài, adesso migliora, subentrerà un colpo di scena mozzafiato che renderà la narrazione avvincente e i personaggi avranno più spessore. Macché.
Tralasciando il prologo e l'epilogo, su cui ritorneremo, le rimanenti puntate hanno ben poco di interessante. Non è tanto la storia a essere noiosa, che vista nell'insieme non è malaccio, e l'elemento fantascientifico non dispiace, poiché contribuisce a costruire una trama complessa. Non è neppure l'animazione, questa veramente gradevole per i colori nitidi e i fondali suggestivi; magari il chara design, curato dalle celebri Clamp, con le tipiche caratteristiche dei personaggi tutti longilinei e taluni anche bishounen, può far storcere il naso a chi non digerisce il tratto delle autrici, specie chi non apprezza lo stile di disegno in 'Code Geass'. Ma nulla di grave, si tratta di un aspetto secondario. Le musiche sono abbastanza evocative, sebbene non siano nulla di eclatante. E dunque, cosa non va in 'Mouryou no Hako'?

È il ritmo di narrazione, troppo spenta e lenta, inspiegabilmente soporifera. In genere la struttura irregolare, dagli eventi scollegati e dalle sequenze disordinate, è tra gli espedienti più affascinanti di un'opera. In 'Baccano', per esempio, la narrazione atipica e la moltitudine di personaggi intrecciati sono le peculiarità meglio riuscite della serie, merito anche del ritmo frizzante nonché intrigante. Tutto ciò non vale per 'Mouryou no Hako'. Anzi, in questo caso, i punti sopracitati sono l'anello debole. Un'accozzaglia di personaggi mediocri, gran parte di essi sbucati dal nulla - guarda caso tutti interessati e coinvolti nel medesimo caso -, e nessuno dei quali viene approfondito bene o che colpisca lo spettatore. Costui, giunto alla settimana puntata è più addormentato che sveglio. Inoltre i troppi avvenimenti e i troppi fatti divergenti, ricordiamo, dal ritmo paurosamente noioso, mettono a dura prova la pazienza di chiunque. Per non parlare dei dialoghi incredibilmente prolissi, che almeno servissero a qualcosa, no, il più delle volte sono dialoghi inutili. Meno vaniloqui e una riduzione dei passaggi futili avrebbero sicuramente giovato alla serie.

Per fortuna, non tutta la fatica e il tempo spesi per la visione di 'Mouryou no Hako' sono sprecati. Come accennato, il primo episodio è assai intrigante, quasi impressionante pur essendo assurdo. L'amicizia tra le due ragazze è appassionante, delicata e purtroppo effimera. Difatti, la morte incombe su una delle due studentesse, finita sotto i binari di un treno. Da qui si aprono le indagini per appurare la verità: Kanako è morta a causa di un incidente o per omicidio? È un vero peccato che nella parte centrale dell'anime molte informazioni ottenute non erano affatto necessarie alla risoluzione del caso. Vabbé, dei difetti ne abbiamo già parlato in abbondanza.
Orbene, arrivati alla fase cruciale, nell'ultimo episodio, la serie finisce con il botto. Il ritmo accelera, i dialoghi sono più incisivi, una successione di colpi di scena, i fatti che all'inizio sembravano non avere un senso logico alla fine ce l'hanno, benché non tutti i quesiti vengono chiariti. Sì, insomma, è una conclusione che non delude, ma alcune uscite, anzitutto quelle della presunta sorella di Kanako, possono essere considerate come trovate ridicole di una soap opera.
Il significato della parola 'Mouryou' contenuta nel titolo viene spiegato in maniera esauriente nel corso della serie: per semplificazione il Mouryou è lo spirito maligno. È una serie che dovrebbe coinvolgere, ma ahimè, non ci riesce pienamente.
C'è di meglio. Ma anche di peggio. Cinque.


 3
AmarantaKiller

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
<b>[Attenzione, possibili lievi spoiler.]</b>

Mouryou no hako è il titolo di un anime del 2008, composto da 13 puntate, tratto dal romanzo di Natsuhiko Kyogoku. È stato realizzato dallo studio Madhouse e le musiche dell'opening e dell'ending sono del gruppo giapponese Nightmare, che già abbiamo conosciuto con l'anime Death Note.
Sicuramente si tratta di un'opera destinata a un pubblico adulto, sia per la sua complessità, sia per il contenuto abbastanza forte.

Si tratta di un poliziesco-giallo d'epoca, ambientato negli anni '50. Tutto inizia quando il detective Kiba inizia ad indagare sull'incidente di una ragazzina, Kanako, che è stata spinta sui binari mentre un treno era in transito. Testimone dell'accaduto è una sua amica, Yoriko, che adora Kanako. Entrambe hanno un rapporto che va oltre la semplice amicizia tra adolescenti, spirituale, intenso. Kanako viene trasportata prima in un'ospedale e subito dopo in uno strano laboratorio a forma di scatola, dove sopravvive miracolosamente.
A questo punto prende il via un'iperbolica indagine che coinvolge alcuni personaggi dotati, come Eno-san, Toriguchi e soprattutto l'enigmatico Kyougokudou. Quest'ultimo rappresenta la vera e propria memoria storica delle storie di demoni e divinità, un erudita che parla di esoterismo, di spiritualità, attraverso la lunga serie di riferimenti a testi realmente esistenti e che trattano tali materie. Va un po' per le lunghe, ma questo excursus filologico a me è sembrato molto interessante.
Oltre ai detective e ai poliziotti, personaggio chiave è uno scrittore, che viene coinvolto nelle indagini e a cui viene affidato l'incarico di leggere una prima parte di un manoscritto, che si intitola "La ragazza nella scatola", che in qualche modo rivela alcuni dei retroscena che le indagini porteranno alla luce. Questo personaggio, attraverso l'immedesimazione, riesce a farci entrare, o per meglio dire, a farci provare le inquietudini evocate, le ossessioni, le paure e la follia di questo scritto.

La trama via via si arricchische di elementi abbastanza sconvolgenti, come di scatole che contengono arti, corpi smembrati, di demoni invocati come il Mouryou, del quale è ossessionata la madre di Yoriko e si infittisce, inoltre, grazie alla comparsa di personaggi loschi e misteriosi.
Con il procedere delle puntate, bisogna prestare grande attenzione alla storia, non distrarsi mai, altrimenti si rischia di perdere il filo narrativo. Anche io a metà anime mi sentivo abbastanza persa, ho fatto lo sforzo di arrivare fino alla conclusione, la quale disvela perfettamente tutto ciò che apparentemente sembra non avere un senso e vale proprio la pena di vederla. È inaspettata e chiarisce anche il significato del Mouryou, che in qualche modo si è impossessato dei protagonisti, che convulsamente si sono lasciati travolgere dal caso.

FranP

 4
FranP

Episodi visti: 12/13 --- Voto 9
Cominciamo dallo scandalo: l'unico modo per vedere il finale di questa storia complicatissima (e sperare di capirci qualcosa) è guardarsi l'episodio direttamente in giapponese con la fronte sudata e il dizionario in mano, dato che il fansub è fermo da un anno al penultimo, dico PENULTIMO episodio. Lungi da me discutere l'operato di chi lavora gratis per passione, ma cribbio: in questo caso è come offrire un tacchino arrosto a un orfanello di Dickens e poi negarglielo con una pernacchia! Non Si Fa, proprio come non si strappano le ultime due pagine del giallo Mondadori del papà... Se nella storia c'è mai stata una serie che per la complessità della trama e la narrazione complessa e frammentaria aveva bisogno di un finale che tirasse le fila, era questa, e proprio all'ultimo episodio il gruppo di sottotitolatori doveva sciogliersi...
Egoistici rancori a parte, si tratta di qualcosa di molto speciale. Una serie molto adulta, raffinata, colta, basata su un romanzo di spessore. L'atmosfera rétro, indimenticabile, è a metà strada tra Millennium Actress e un romanzo di Natsume Sooseki, autore peraltro ricordato in ben due episodi e citato indirettamente nelle lunghe conversazioni divaganti con gatto che sbadiglia sulla veranda. Incidentalmente, quasi tutto lo sviluppo della storia è basato sul dialogo, quindi: 1. astenersi ragazzini e amanti dell'azione a tutti i costi; 2. li mortacci a chi ha tradotto così bene le incredibili pappardelle erudite del penultimo terzo (a dir poco meravigliose!) salvo lasciar perdere proprio il finale, tutto basato, appunto, sulla parola.
Lo stile grafico non è dei miei preferiti, ma da molti è stato particolarmente apprezzato: in ogni caso è lavoro di qualità. Le musiche sono ottime. La regia è davvero raffinata, piena di tocchi di classe e fantasia.
Molto difficile capirci qualcosa senza riguardarlo due volte: molti nomi, sviluppo per nulla lineare (è un complimento), una quantità di non detto di poco inferiore alle cose dette, che sono almeno il 90% della sostanza.
Insomma, chi ama il lato più adulto e meno immediato dell'animazione giapponese non può, arrivato alla 12° puntata, che innalzare una preghiera accorata & lacrimosa: qualcuno ci perda una settimana, un mese, ma traduca l'ultimo episodio! I primi 10 euro ce li metto io, via alla colletta...

<b>NdNaco: c'è un gruppo che lo sta traducendo, piano piano. In ogni caso, vedrai la fine quanto prima, senza pagare. Quindi, non disperare! XD</b>

travellerKino

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travellerKino

Episodi visti: 5/13 --- Voto 9
Yoriko e Kanako sono due giovani studentesse di liceo nel Giappone degli anni '50. Anche se molto diverse per condizione sociale e carattere le due ragazze molto presto diventano amiche e con il passare del tempo si trovano a condividere un sentimento molto più profondo e complicato dell'amicizia.
Durante uno dei loro tanti incontri Kanako rimane coinvolta in un terribile incidente ferroviario ed in fin di vita viene trasportata presso il più vicino ospedale.
Trovandosi casualmente sul treno dell'incidente è il detective Shutaro Kiba a raccogliere le prime dichiarazioni dell'unico testimone oculare Yoriko Kusumoto. Le deliranti affermazioni della ragazza incuriosiscono subito il detective, infatti dopo aver appreso dai parenti della vittima che Kanako era sul punto di ereditare l'intero patrimonio della sua ricchissima famiglia, Kiba decide di occuparsi del caso.
Sadayuki Murai coadiuvato da Ryosuke Nakamura, mette insieme una sceneggiatura lucida ed intelligente e sfruttando l'instabilità emotiva dei personaggi gioca continuamente con la capacità di comprensione dello spettatore, attirandolo in un labirinto di allucinazioni, incubi e situazioni grottesche.
Il male nello scrigno altro non è che la follia quotidiana concepita dalle tenebre dell'animo umano.
Ancora una volta Madhouse dimostra di non guardare con superficialità alle serie tv e prendendosi anche qualche rischio, visto il confronto con un live-action ed un manga di successo, si rivolge sempre più apertamente verso un pubblico maturo.