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Irene Tempesta

Episodi visti: 4/4 --- Voto 7,5
Il manga "Pet Shop of Horrors" dell'autrice Matsuri Akino, da cui fu tratto questo anime del 1999 dal titolo omonimo, fu pubblicato in Giappone nel 1995. All'epoca fu la Dynamic, oggi Dynit, a portare sullo schermo e in DVD questa mini-serie di soli quattro OAV di una ventina di minuti ciascuno, tutte puntate autoconclusive.
Forse il successo non fu tale in patria da ampliarlo di più episodi, seguendo il manga, che invece si conclude con dieci volumi e avrà addirittura un sequel e un prequel. Un vero peccato, perché mette curiosità seguire le vicende, e oggi, finalmente, a distanza di decenni dall'uscita in Italia di questo anime, esce anche il manga omonimo, questa volta edito da Star Comics.

La trama ruota attorno a un singolare negozio di animali esotici gestito da un certo Conte D, a Chinatown, San Francisco. Questo misterioso, gentile, e a tratti inquietante Conte dai lineamenti androgini vende animali che solo agli occhi dei clienti prendono sembianze umane, a volte anche di persone a loro care.
Eppure, queste non sono creature comuni: il Conte, prima della vendita pone sempre tre condizioni che, se vengono disattese, portano di solito alla morte violenta dei suddetti clienti, venendo uccisi dai loro stessi animali.
L'agente Leon Orcot segue questi casi di morti violente e sospette che accomunano tutte il Conte D, avendo spesso le intuizioni giuste, ma non trovando mai le prove per incolpare il negozio. In realtà, ogni episodio, autoconclusivo con una storia diversa, ha una sua morale finale, e a volte i temi trattati sono interessanti, evocativi e profondi, tutti inerenti alla natura umana, alla sua complessità e alle sue contraddizioni.
Classificato come horror, in realtà non contiene molte scene splatter, a volte il senso di inquietudine c'è, ma niente di sconvolgente. Questa serie tende più a voler far riflettere sulla natura umana.
In definitiva, ha una trama non banale, anche se non eccelsa, comunque più interessante di tanti titoli sul mercato, peccato per la brevità di soli quattro OAV.

Il doppiaggio è fatto benissimo, e anche la colonna sonora è azzeccata, e trasmette le emozioni giuste.
Le animazioni sono degli anni '90 e vanno prese per quel che sono, tuttavia, per gli standard dell'epoca, sono molto buone.

Finalmente è uscito anche il manga, che sarà completo in dieci volumi, perciò questa serie sarà un'ottima introduzione, per poi passare all'approfondimento della trama con la sua controparte cartacea.
Lo consiglio a chi ama le trame maledette, condite da mistero e una ricerca dell'animo umano.


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Gustavo69

Episodi visti: 4/4 --- Voto 6,5
Forse la prima volta che ho sentito parlare di questa serie fu quando vidi per caso il relativo trailer su una videocassetta Dynamic Italia. Devo ammettere che non mi impressionò più di tanto, tanto da farmi chiedere perché Dynamic l'avesse doppiato e commercializzato in Italia. Forse avevano qualche mezza idea di pubblicare anche il manga da cui era tratto (Dynamic l'aveva già fatto con "Il destino di Kakugo" e "Golden Boy", in fondo). Invece, questo "Pet Shop of Horrors" non solo era alquanto sconosciuto fuori dal Giappone, ma lo era anche la sua autrice (che dopo vari decenni comunque non è stata ancora pubblicata da noi). Strano dunque voler pubblicare un'opera così poco commerciale, di soli quattro episodi (tutti autoconclusivi, per fortuna), di genere "horror, ma non troppo" (nel senso che ci sono certamente scene voltastomaco, ma con il contagocce, e soprattutto nel primo episodio).

Tutte le storie ruotano intorno a questo negozio di animali gestito da un certo "conte D", che non si capisce se è un vampiro o cosa, ghiotto di dolci e che ama vendere animali esotici alle sue vittime... ehm, ai suoi clienti. Ogni volta detta tre condizioni però, condizioni che, se vengono disattese, portano di solito alla morte violenta dei suddetti clienti, venendo uccisi da questi "animali". Oltre al conte D, personaggio ricorrente è un giovane detective che vuole smascherare i loschi traffici del conte, ma ogni volta rimane a un palmo di naso. Alcuni episodi sono un po' ridicoli, come il primo ad esempio, altri invece sono molto più interessanti e anche inquietanti, tant'è che, arrivati al quarto episodio, quando la serie comincia a ingranare, sembra un po' un peccato che sia già conclusa. Fosse stata una serie di tredici/ventisei episodi, forse l'avrei apprezzata di più, ma così rimane un po' l'amaro in bocca, perché ci troviamo di fronte all'ennesima opera monca. Se non altro, fa un po' venire voglia di leggere il manga.


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Torom

Episodi visti: 4/4 --- Voto 7
Un vero peccato che questa serie sia così breve e fondamentalmente priva di trama, perché parte da un'idea interessantissima ed è realizzata in modo eccelso, con delle atmosfere incantevoli e una bellissima colonna sonora. Ottimo anche il doppiaggio, con un Francesco Bulckaen che riesce a rendere davvero a fondo il fascino e il magnetismo dell'androgino Conte D.

Per quanto basato su un manga di una relativa ma comunque consistente lunghezza e mai arrivato in Italia, è stato scelto di trasporre in anime solo quattro brevi capitoli, e di creare fondamentalmente una mini-serie priva di trama e composta di episodi auto-conclusivi. Avrebbero potuto senz'altro sfruttare molto di più e molto meglio questo materiale, perché dotato di grande fascino e capace di affrontare temi davvero interessanti e profondi (per una volta parliamo di vera profondità, e non della sterile masturbazione mentale tipica di molti anime che vogliono pretenziosamente risultare profondi o filosofici, riuscendo solo ad annoiare e irritare).

L'unica cosa che non ho apprezzato dal punto di vista artistico sono i montaggi video delle sigle, di quella finale perché è semplicemente insipido, e di quella di testa perché trovo che gli inserti di video della band autrice della canzone non c'entrino nulla (non mi piacciono le ibridazioni tra animazione e riprese reali, cosa che ho trovato odiosa anche in "The End Of Evangelion"). Per il resto, è un anime che fa del suo comparto artistico il suo maggior punto di forza, insieme all'impatto emotivo delle brevi storie narrate.

Il mio 7 sarebbe stato facilmente un 8, ma anche oltre, se la serie fosse stata sviluppata di più e se, anziché consistere di episodi auto-conclusivi, avesse avuto uno sviluppo narrativo.


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kirk

Episodi visti: 4/4 --- Voto 7
Tratto da un manga josei pubblicato nel 1995 che è durato dieci volumi, ci troviamo di fronte a una selezione di quattro episodi trasformati in una serie di quattro OAV di circa ventiquattro minuti ciascuno.
Tutto parte da un negozio di animali (il pet shop del titolo) situato in una Chinatown di una città americana... Perché degli horrors? Perché gli animali venduti portano disgrazia a chi li compra. Il gestore, un giovane ragazzo dalle sembianze androgine, fa loro firmare un regolare contratto: chi non lo rispetta troverà la morte! Questo ragazzo tra l’altro ha un occhio di un colore e uno di un altro, colori che variano negli episodi. Gli animali che gli acquirenti vedono come esseri umani sono degli esemplari rari di conigli, sirene, basilischi e kirin; troviamo delle visioni leggermente splatter, ma niente che spaventi veramente, ci sono invece risvolti psicologici e ogni episodio racconta di un amore malato che porta sempre all’omicidio di una vittima/carnefice di sé stesso... A indagare su questi casi è l’agente Leon Orcot, che sospetta che dietro il negozio ci sia qualcosa di losco e che il gestore come minimo sia implicato in un giro di droga.
Pur non essendo un capolavoro, ammetto che è una serie discreta: un sette pieno!


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alessiox1

Episodi visti: 4/4 --- Voto 8,5
"Pet Shop of Horrors" è una miniserie OAV in quattro puntate, tratta da un manga josei.

La storia parla di un negozio di animali situato nella Chinatown di San Francisco, il cui proprietario è un misterioso e giovane uomo, dall'aspetto molto androgino, ovvero il Conte D.
Nel corso degli episodi molti dei suoi clienti moriranno in strane circostanze legate agli animali che ha venduto; a indagare sulla faccenda ci penserà il poliziotto Leon Orcot.

A dispetto del nome non ho trovato particolarmente horror l'anime, sì ci sono le morti e lo splatter, ma non così tanto, e non c'è quella sensazione di paura e inquietudine che un horror dovrebbe trasmettere (anche se è tetro e cupo in molti momenti); le cose che mi hanno particolarmente colpito sono la profondità dell'anime e le discussioni sui sentimenti degli esseri umani e sui loro legami.
Gli animali che vende il Conte D nel corso degli episodi sono animali particolari, o meglio i proprietari li vedono esteticamente diversi rispetto agli altri: un coniglio viene visto come una bambina, una murena gigante come una sirena e così via. Ogni episodio ha una morale, per così dire, e devo dire che ci sono scene molto toccanti e profonde, a mio avviso.
Episodio un po' diverso è quello finale, ma solo come tipologia, perché per il resto forse è quello più profondo di tutti e che mi ha colpito di più.

Per quanto riguarda le animazioni, considerando che parliamo di un anime di vent'anni fa, direi che sono promosse a pieni voti.
Le musiche mi sono piaciute molto, pure questo aspetto promosso.
Sulla caratterizzazione dei personaggi, direi che è uno dei punti di forza dell'anime, soprattutto per quanto riguarda le "vittime"; avrei voluto però sapere di più sul Conte D, ma, vista la brevità dell'opera e anche il fatto di voler mantenere un alone di mistero su di lui, questo non è stato possibile.

In conclusione, "Pet Shop of Horrors" è un ottima seria OAV, ma che purtroppo soffre l'estrema brevità dell'opera; le do un voto così alto anche perché quest'opera mi ha toccato nel profondo, e non sono molte le serie che riescono in ciò, soprattutto dopo averne viste così tante.
Voto finale: 8,5


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Scarlett7

Episodi visti: 4/4 --- Voto 6
Ho cominciato questa mini-serie senza alcuna aspettativa. Essendo composta da quattro OAV, ho pensato fosse qualcosa di introduttivo e che tutte le puntate fossero autoconclusive. Questo almeno fino all'episodio 4. Ma procediamo con ordine.

La storia racconta di un peculiare negozio nella Chinatown di Los Angeles, dove un 'soggettone' (perché è un 'soggettone'), il Conte D, vende animali di ogni tipo ai suoi clienti. Finché si limitasse a vendere animali, non ci sarebbe alcun problema! Ma il Conte D vende anche altre creature con fattezze umane che fanno tutto, fuorché del bene al proprietario. Il compratore, una volta acquistato l'animale, deve soddisfare le tre clausole previste dal contratto che, in alcuni casi, cambiano, ma obiettivamente sono sempre le stesse: dare da mangiare all'animale solo il cibo consigliato, non mostrarlo ad altre persone, non lasciarlo solo per troppo tempo, ergo non trascurarlo. Se, per un motivo o per un altro, il compratore non dovesse rispettare queste clausole, il negozio non si assumerebbe alcuna responsabilità (il Conte D se ne lava le mani!) e ciò che lo attende sarebbe un triste destino (nella maggior parte dei casi).

I quattro episodi di circa ventiquattro minuti sono molto interessanti e abbastanza scorrevoli. Personalmente ho notato che la puntata era finita solo quando è arrivata la spiegazione finale. Finale che ti trasmette sempre qualcosa, perché il bello della serie è che c'è una morale dietro ogni vicenda. Il Conte D con i suoi "animali" svela i segreti e i sentimenti più profondi dell'animo umano, mettendo il "povero malcapitato" dinanzi alla cruda realtà, e il destino che lo attende è quasi sempre morte certa a causa del suo errore (crudele ma giusto).
Oltre alle varie vicende, credo che la chicca di questa serie sia proprio il Conte D, un personaggio molto particolare, l'ho definito un 'soggettone' perché dietro quell'alone di mistero si nasconde un amante dei dolci che ti permette persino di provare empatia!
A controbilanciare, troviamo Leon Orcot, poliziotto di Los Angeles, dall'abbigliamento molto sobrio... insomma, quale poliziotto se ne va in giro con maglie da due soldi con sopra stampata una stella? Ci vorrebbero davvero Enzo e Carla qui a rimproverarlo con "Ma come ti vesti?", perché è davvero osceno! Osceno come il suo colore e taglio di capelli! E' davvero un rozzo che mi fa molto divertire, è stato aggiunto proprio per smorzare i toni cupi della serie, è evidente. Come si fa a non amarlo quando dubita dei racconti del Conte D, definendoli assurdi e paranormali? ("Ma non diciamo assurdità! Mi prendi in giro?") E quando vuole per forza indagare sul negozio di animali, perché c'è qualcosa di sospetto lì, e inizialmente pensa che D contrabbandi droga, senza sapere che è qualcosa di peggio? E quando parla con la sua collega e il suo capo e sputazza il cibo che sta mangiando? Non è possibile detestare questo personaggio né il Conte D. Li amo entrambi!

Purtroppo la mini-serie si è conclusa con l'episodio quattro... un episodio davvero ingiusto! La puntata scorreva normalmente, finché non è finita senza alcun finale, niente episodio autoconclusivo, e lì ci sono rimasta un bel po' male! Anche perché l'unico modo per sapere come finisce questa benedetta puntata è leggere il manga (non mi dispiace, però lasciare una puntata a metà è un po' bruttino!).

Dal punto di vista grafico, i disegni sono abbastanza curati e non tanto male, nonostante il fatto che non riuscissi proprio a guardare il Conte D con quelle unghie così curate e gli occhi che cambiavano colore ad ogni puntata.
La opening e la ending non erano nulla di speciale, quindi non mi hanno impressionata.


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ryo79

Episodi visti: 4/4 --- Voto 6
Tratto da un manga di successo, "Pet Shop of Horrors" è un anime horror molto raffinato che punta più sull'atmosfera e l'esoterismo che su espliciti contenuti splatter. Nonostante i disegni e le animazioni non siano di altissima qualità, la realizzazione artistica è molto raffinata. Il character design è ben curato, così come lo sono le ambientazioni. Il fascino di questa mini-serie non risiede nella qualità grafica, bensì nella sceneggiatura che, supportata da un'ottima regia, coinvolge subito lo spettatore catturandone l'attenzione. Per certi versi ricorda molto serie come "The Hunger" e "Ai confini della realtà". In ogni storia, i protagonisti fanno di tutto pur di ottenere quello che vogliono, spesso con tragici risultati. Purtroppo, la serie è stata concepita in soli quattro episodi e non viene approfondita per niente. Non si viene a sapere nulla sul negozio di animali o sul Conte D che, interpretando il ruolo del narratore (un po' come Terence Stamp in "The Hunger"), accompagna lo spettatore dalla presentazione dell'acquirente, attraverso la storia, fino alla tragica e inevitabile conclusione. Tirando le somme, si tratta di un anime gradevole, anche se a tratti un po' stereotipato.


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SweetBeast

Episodi visti: 4/4 --- Voto 9
Sicuramente uno dei miei anime preferiti!
Non sono mai stata amante dell'horror, ma credo che qui non si parli di semplice paura. La sottigliezza psicologica e l'originalità ne fanno davvero un prodotto interessante. I messaggi che trasmette, soprattutto con crudezza, sono sottili e permeati da un'atmosfera magica e onirica. Potrebbero considerarsi fiabe, che però hanno una tragica conclusione. Pare inevitabile questo destino di morte e smarrimento e la cosa rende ansioso anche lo spettatore che deve assistere impotente. I personaggi sono di forte spessore e l'inventiva che si respira ad ogni episodio è davvero ammaliante. Splendido: un manga che dopo il primo episodio (il più forte a mio parere) accalappia e si affina, acquisendo sempre maggiore eleganza. La versione DVD è stata davvero ben curata e anche il doppiaggio italiano è stato di mio gusto. Mi spiace solo per il numero esiguo di episodi, ma forse proprio questa essenzialità lo fa risaltare ancor di più. Assolutamente consigliato, ma con qualche riserva alle persone facilmente impressionabili.


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Nyx

Episodi visti: 4/4 --- Voto 9
Benvenuti nel negozio di animali del Conte D. Siamo a Chinatown. Qui sono raccolti oggetti rari e preziosi, che vanno oltre a ciò che gli uomini possono credere o immaginare... Certamente questa sera lor signori potranno trovare l'animale che desiderano.

Nei 4 OAV contenuti nei due DVD che completano l'edizione animata italiana vengono trattate 4 storie diverse. Quattro clienti che si rivolgono al misterioso negozietto di animali acquistando creature decisamente fuori dalla norma. Base comune di tutti i racconti sono l'amore e il mistero.
L'amore di due genitori disperati per la scomparsa della figlia adorata.
L'amore non corrisposto fonte di inganno, odio, pentimento o vendetta.
L'amore che può portare al suicidio.
L'amore che può portare al sacrificio.
Ma anche l'avidità, l'ambizione, la solitudine, la disperazione...

Gli animali acquistabili dal Conte D possono dare gioia o dolore, felicità o sofferenza, ma in ogni caso portano a galla le "colpe" dei loro "proprietari. Tutte le storie trattate finiscono per rivelarsi delle vere e proprie profondissime lezioni di vita. Tutti i racconti hanno a che fare col mistero, l'occulto e/o la mitologia, come nel caso dei racconti sulle sirene, della mistica Medusa (capace di tramutare in pietra chiunque col solo sguardo) o del Kirin, essere legato alla mitologia cinese che lo descrive come una sorta di unicorno squamato capace di esaudire qualsiasi desiderio di questo mondo e fonte sia delle più grandi "fortune" che delle più gravi disgrazie, a seconda dei desideri di chi ne riceveva i poteri. Chi lo riceve è destinato a diventare un grande "condottiero".

I genitori degli esseri umani sono davvero capaci di un amore "cieco" e profondo nei confronti dei figli. Mi chiedo dove risieda, nel pianto di una donna, la linea di confine che separa le lacrime autentiche da quelle mendaci.
Prendiamo le sirene, per esempio. Pur di ottenere ciò che bramano certo non esiteranno a versare lacrime. Si narra che le lacrime versate da una sirena si trasformino in perle... ma se così fosse non troveremmo anche tra queste vane imitazioni di poco pregio?

Non solo le trame ma anche le frasi ed i dialoghi sono di livello elevato e profondo. Siamo veramente al cospetto di un piccolo grande capolavoro. Se vi fosse stato un ipotetico seguito, magari trattando allo stesso modo ulteriori miti e leggende, io credo ne sarebbe uscita un'opera più unica che rara, che non sarebbe certo passata tanto inosservata come sfortunatamente è stato per questi 4 OAV, che in ogni caso avrebbero meritato molta più fortuna.

Un'opera eccelsa che sfortunatamente in Italia abbiamo modo di apprezzare unicamente in formato digitale e solamente con questi quattro OAV distribuiti dalla Dynit in due DVD acquistabili ormai a meno di 15 euro cadauno. Oltre a contenuti assai profondi l'opera può contare su una soundtrack assai valida.
In madre patria in versione cartacea sono uscite due serie da 10 volumetti ciascuno. Un vero "crimine" editoriale non averla proposta anche da noi!


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ivan180378

Episodi visti: 4/4 --- Voto 7
Il breve anime non concluso, composto da soli quattro episodi di circa venti minuti ciascuno, è ambientato in epoca moderna, negli Stati Uniti, a ChinaTown. Qui si trova un negozio di animali (il Pet Shop appunto) particolarmente suggestivo, sia per l'arredamento, sia per il look del proprietario. Tra gli animali in vendita, ve ne sono alcuni particolari, riservati a una clientela selezionata. Tali animali hanno la particolarità di avere le sembianze della persona cara che, per qualche ragione, non c'è più. Non si capisce se questo effetto sia dovuto a delle droghe inalate all'interno del negozio, o se sia reale. Infatti, ripeto, la serie non ha conclusione. I proprietari di questi animali con fattezze posticce umane, avranno tutti sgradevoli sorprese... Non vi rivelo oltre per non togliervi il gusto della visione.

Sostanzialmente è un anime discreto. Il titolo trae un po' in inganno, poiché non si tratta propriamente di un vero horror, quanto di un anime sovrannaturale/psicologico. Gli episodi sono carini, ma è difficile giudicare oltre, proprio perché non vi è alcuna conclusione, ma resta in sospeso. Il voto scema a 7 anche per questo. Ma anche per alcune scivolate. Ad esempio la sigla di testa non è azzeccata, dato che è un anime lento, psicologico, d'atmosfera. Cosa c'entra dunque quella sigla così ritmata? Inoltre quella specie di pipistrello "Pokemon", amico del Conte, è una caduta di gusto ridicola. Il detective co-protagonista è troppo archetipico e caricaturizzato.
Quindi, in sintesi, Pet Shop of Horrors è un anime discreto, che val la pena di essere visto. Ma se ve lo perdete non è grave.


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MangaItalia

Episodi visti: 4/4 --- Voto 8
Benvenuti nel negozio di animali del conte D. Qui sono raccolti oggetti rari e preziosi, che vanno oltre a ciò che gli uomini possono credere o immaginare...
Era il 1999 e gli otaku giapponesi poterono godere di questa fantastica serie horror, che è uno dei capi dei capi del suo genere a parer mio, dove ogni episodio è auto-conclusivo, e dove lo stesso, è iniziato sempre dall'incipit sopracitato.
Il fatto però che siano episodi auto-conclusivi, quattro per la precisione, non significa che la serie non abbia una trama su cui si poggia, anzi tutt'altro.

Siamo a Chinatown, dove da un po' di tempo accadono misteriosi omicidi e dove le vittime stesse periscono in modo atroce. Le indagini, condotte dall'agente Leon e dalla bella Jill, sua segretaria, portano ad un negozio di animali, il cui proprietario risulta essere il conte D.
Questo negozio vende animali di ogni tipo e di specie rara. Durante i vari episodi il suddetto negozio venderà una tigre, un coniglio "umano", una sirena-squalo, una medusa dell'antica mitologia greca e un "kirio" sotto forma di un innocuo bambino.
L'agente sospetta del negozio perché, guarda caso, le vittime avevano appena comprato dal suddetto negozio uno di questi strani animali, ma l'accusa viene subito smontata dato che non sembra venga violata alcuna legge. Il bello di tutto questo pandemonio assurdo è che Leon è ben lontano dal farsene una ragione, ed è convinto che il conte D tutto sommato c'entri in qualche modo anche se il conte nega ogni responsabilità facendo firmare ai clienti un regolare contratto.

Analizzando i protagonisti, si ha la netta impressione che Leon, sia il meno carismatico, o comunque il più debole psicologicamente, cosa che lo rende un protagonista atipico che non riesce a far valere le sue ragioni. Jill si limita a fare il suo compito di aiutante segretaria degnamente, come ruolo di coprotagonista. Il conte D, sembra invece, fare il ruolo di protagonista-antagonista, che gli riesce alla perfezione, con quell'aria misteriosa, quasi inquietante, ma non solo. Non è piatto psicologicamente perché riesce a smontare quasi subito tutte le accuse che gli vengono fatte con una calma senza paragoni. Tuttavia questo conte, ha un debole per i dolci smisurato e Leon lo capisce. Per questo cerca di corromperlo per farsi dare informazioni utili nella risoluzione dei vari casi. Il conte dal canto suo ricambierà molto affettuosamente facendo vedere il suo lato umano.

Graficamente la serie si presenta molto bene con animazioni fluide e non statiche al passo coi tempi per l'epoca, nonostante il character design dei personaggi non sia eccelso.
Per quanto riguarda il comparto sonoro abbiamo due splendide sigle di apertura e chiusura: la prima, molto ritmata, è "Jikuu Ryokou"; la seconda, più melodica e romantica, è intitolata "Melody Ending".
I temi trattati in questo anime spaziano dal misticismo come forma di adorazione, all'amore come sentimento profondo, per finire poi nell'horror più splatter. Proprio per questo Pet Shop of Horrors è una serie consigliata ad un pubblico maturo.
Il doppiaggio italiano sembra essere accettabile, anche se si poteva fare di più sul personaggio di Leon. In definitiva è una serie che consiglio ma solo agli amanti dell'horror-splatter.

Possiedo il box Dinyt che ci offre l'anime in varie lingue con sottotitoli annessi oltre a più formati audio disponibili, un fornito comparto extra tra
cui sigla di testa e di coda,senza crediti, trailer promozionale italiano, settei interattivi dell'autore e vari trailers.
I titoli degli episodi sono i seguenti: "Figlia"; "Delizioso"; "Disperazione"; "Doppio".
Alla prossima recensione.


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M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 4/4 --- Voto 6
"Pet Shop of Horrors" nasce da un manga omonimo di Matsuri Akino, che si incentra sul genere horror ed offre parecchi spunti interessanti. La serie animata presenta fin da subito i suoi pregi e difetti: gli uni evidenziabili nei disegni abbastanza eleganti, nell'atmosfera dark e nei plot intriganti delle rispettive puntate; gli altri costituiti da animazioni piuttosto legnose, dalla lentezza di alcune fasi della sceneggiatura e dal fatto che la storia stessa non presenti né un inizio né una fine. In realtà gli OAV sarebbero dovuti essere, originariamente, ben più di quattro, in modo da restare più idoneamente in tema con la versione cartacea e comporre per intero il filo del discorso. Si tratta in sostanza di "episodi", nel vero senso del termine, aventi ognuno una vicenda interessante da raccontare.

Tra i personaggi non si evidenziano particolari figure se non quella del Conte D, vale a dire il gestore di uno strano negozio di animali, situato nella Chinatown di Los Angeles, quel "negozio d'animali degli orrori" che resta poi fondamentale emblema dell'opera. I suoi cuccioli, unici e particolarissimi, vengono venduti solo a una clientela selezionata, che li acquista per rimpiazzare i cari perduti: genitori rimasti senza figli, innamorati abbandonati dal compagno, e così via. Ma per avere tali creature bisogna pagare un prezzo molto alto, che nulla ha a che fare con il denaro. Indagando su una serie di strani incidenti che coinvolgono degli animali, il detective Leon (figura alquanto anonima, ma mai quanto la sua collega...) giunge nel negozio del Conte D. I suoi iniziali sospetti, relativi a un'attività gestita dalla mafia, lasciano ben presto spazio a ipotesi ben più inquietanti...

In conclusione, "Pet Shop of Horrors" si conferma come una serie più o meno intrigante, in linea con i requisiti di fine anni '90, penalizzata tuttavia da una scarsa longevità.


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Hikaru_Hitachiin

Episodi visti: 4/4 --- Voto 9
PetShop Of Horrors è un anime stupendo, di cui sono stato costretto a guardare i quattro OAV tutti di fila.
Il protagonista della serie è l'eccentrico e molto effeminato Conte D, proprietario d'un misterioso negozio d'animali al centro di China Town, ogni giorno sempre impegnato con nuovi ed intricati casi misteriosi scaturiti dalla vendite, per la maggior parte, dei suoi animali.
I tratti sono quelli di uno shojo, mentre molte volte la trama si fa horror.
Un anime che riesce a fare una perfetta miscela dei due.
Inoltre gli animali venduti prendono i tratti, per chi le compra, di una persona cara da poco deceduta.
Inoltre tramite un contratto devono rispettare tre punti, se no moriranno.
Naturalmente nessuno rispetterà questi tre punti.
Della serie sono stati prodotti e distribuiti quattro OAV, ognuno riprendente un determinato periodo del manga, come episodio a sé stante.
In origine gli OAV dovevano essere molti di più, di conseguenza è impossibile comprendere la storia completa tramite la sola visione dei prodotti animati, benché egregiamente disegnati ed adattati.
Comunque è un anime che consiglio a tutti voi.

Koji_77

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Koji_77

Episodi visti: 4/4 --- Voto 7
<b>Tolti riferimenti ad altre recensioni</b>

Prodotto del quale sono stato soddisfatto tutto sommato, anche se non c'è una vera e propria fine, nel senso che non sappiamo cosa capiterà in futuro al negozio di animali, al venditore ed al detective che cerca di capire cosa succede alle "vittime" che hanno tutti in comune una cosa:
Aver comprato qualcosa dal nostro fantomatico NEGOZIO.

L'anime è scorrevole e abbastanza interessante e raggiunge il suo scopo, quello di avere l'attenzione dello spettatore ;).
I fondali sono spesso curati anche se credo si potesse fare di meglio ed il design è buono, anche se non è il genere di design che preferisco onestamente.
Le musiche sono nella media, non eccezionali, allo stesso tempo sono azzeccate e ben amalgamate con alcune situazioni che troviamo nell'anime. Di sicuro non è un capolavoro né nel suo genere né in generale, però credo che meriti attenzione, in quanto particolare la trama.

Trama

Un venditore cinese gestisce un negozio e la particolarità degli animali che vende sembra essere quella di far avverare dei piccoli sogni, ma bisogna stare attenti perchè a volte i sogni portano a vedere una realtà distorta, la quale può rappresentare una pericolosa e cruda realtà.
Abbiamo un detective cerca di indagare su alcuni delitti, e le vittime hanno tutte in comune lo stesso negozio dove hanno fatto acquisti.

Da qui in poi si sviluppa la trama su un genere leggermente horror/soprannaturale.

Vi consiglio di vederlo ;)
Koji