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HakMaxSalv92

Episodi visti: 1/1 --- Voto 9
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Introduzione, sviluppo e conclusione

Un piccolo/grande capolavoro della tradizione favolistica giapponese che racconta e illustra uno dei temi "apparentemente" più semplici, ma al quale dà un senso di profondità, completezza, esaustività e vitalità come pochi al mondo. "Suteneko Tora-chan" parla dei temi dell'accettazione, della convivenza e del rispetto reciproco a partire da un altro tema apparentemente semplice da descrivere, ma il quale risulta essere invece più complesso, profondo e articolato di quanto non sembri, ovvero la famiglia. Che cos'è una famiglia? Come si sviluppa una famiglia? Quale valore o valori le attribuiamo? Quali sono i problemi e gli ostacoli che devono essere affrontati per giungere all'accettazione e convivenza con i propri famigliari? Queste sono solo alcune delle domande che ci possiamo porre in merito alla questione. Qui vengono forniti alcuni esempi di vita quotidiana di una famiglia, la quale, nonostante i battibecchi tra i fratelli e le sorelle, sa di non poter fare l'uno a meno degli altri e/o delle altre. Questo lo dimostra intraprendendo anche un viaggio personale alla scoperta di sé stessi, e quindi alla constatazione della verità che, solo stando uniti, si può sopravvivere alle difficili e ardue prove della vita.

Tora è un piccolo tigrotto abbandonato a sé stesso, il quale viene adottato da una madre di tre gattini. I tre fratelli sono inizialmente riluttanti ad accettarlo, e gli fanno i peggiori dispetti possibili. Ma Tora dimostra di essere paziente e perseverante nella fiducia che gli viene mostrata dalla sua nuova mamma. Invidiosi e gelosi di questo, i tre fratelli provano a cacciarlo dalla casa; in particolare, una delle due sorelle, Miike-chan, prova invidia e scappa di casa, convinta che sua mamma non le voglia più bene. Tora, scoperta l'assenza della sorellastra, avverte gli altri due e la mamma. Tora segue le tracce di Miike per riportarla a casa, ma lei si intestardisce e si rifiuta di tornare a casa. Questo suo atteggiamento di risentimento si manifesta con una tempesta che funge da avvertimento per la piccola gattina e la invita a riflettere sul suo comportamento sbagliato. Resasi conto del suo errore, Miike segue Tora sulla strada per il ritorno, ma i due finiscono in un torrente che converge in una cascata violenta. Tora fa di tutto per impedire di cadere, e alla fine i due si salvano e ritrovano la strada per tornare a casa.

Comparto grafico e sonoro

La grafica è in bianco e nero, però risulta essere molto ben impostata e curata. La qualità è di livello molto alto per il periodo in cui questo cortometraggio è stato realizzato. Le immagini sono nitide, chiare e sono molto fluide, il che conferisce alla vicenda una spontaneità di altri tempi, che oggi è invece un po' appesantita dalla CGI. Il comparto sonoro è grandioso: i motivetti sono semplicemente fantastici e contribuiscono a far in modo che lo spettatore si immedesimi nell'ambientazione mista tra campagna e bosco, che fa pensare a una sorta di piccola arcadia caratterizzata da scene di vita quotidiana, semplici, ma non con questo meno fantastiche, segno di una volontà di tornare allo stato di natura contro l'avanzare sempre più costante del progresso scientifico e tecnico.

Messaggi

I messaggi sono svariati. Il primo è sicuramente quello legato all'accettazione del diverso e del non abbandonare qualcuno a sé nel momento del bisogno; ciò può essere ottenuto attraverso una convivenza quasi sempre difficile e che non promette risultati immediati, bensì necessita di tempo, pazienza e perseveranza per la sua concretizzazione. Il terzo messaggio è quello inerente al sostegno reciproco nei momenti di difficoltà, specie quando non si sa come reagire a un problema che apparentemente non esiste, ma che in realtà esiste, però nella nostra mente, che molto spesso trova la sua soluzione nelle avversità più grandi.

Influenza su altre opere posteriori, punti in comune e differenze

Questo racconto è una sorta di anticipazione de "Gli Aristogatti", il quale ne riprende i contenuti, ma ci aggiunge l'elemento del cattivo malintenzionato e introduce un tema più maturo, che è quello legato al possesso e alla paura di perdere qualcosa di materiale che caratterizzano i malintenzionati, elementi i quali risultano qui invece assenti, in quanto qui il tema principale è quello legato al concetto di sostegno.
Altro elemento comune è il temporale che ne "Gli Aristogatti" funge da elemento della manifestazione dell'ira divina di fronte a uno scempio come quello dell'abbandono, con l'aggravante della premeditazione, mentre qui funge da ammonimento e intimazione al ravvedimento. Un altro elemento comune è il cane: ne "Gli Aristogatti" i cani, Napoleone e Lafayette, sono l'avvertimento al cattivo Edgar che compie un gesto di tradimento nei confronti della sua signora e dei suoi gatti. Invece qui il cane svolge il ruolo di primo avvertimento nei confronti del protagonista a ritornare sui suoi passi, prima che sia troppo tardi.

Giudizio finale

Un piccolo spaccato di vita che ci porta verso un viaggio dentro noi stessi e ci porta a capire che dobbiamo essere vigili e attenti a ciò che accade dentro e fuori di noi, ma che ci fa anche capire che quelli che ci vogliono bene non ci lasciano mai.

Voto: 9