Manga Hanasaka-jijii
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Introduzione
È un racconto molto semplice, ma il quale lascia spazio a molteplici e diverse interpretazioni. Una peculiarità che salta all'orecchio è il fatto che questo è un cortometraggio muto, poiché risale all'anno 1928, e all'epoca nessuno aveva pensato di introdurre il comparto sonoro nel mondo cinematografico, nonostante ci fossero molti pionieri che allora ci stavano lavorando ed erano in competizione riguardo questo aspetto.
Sinossi e interpretazioni
Come detto poco fa, la storia è molto semplice, ma, nella sua semplicità, lascia spazio a molte interpretazioni, e quindi risulta difficile contestualizzarla e incastonarla nel grande e immenso mosaico di storie che la affiancano. Tuttavia, qui cercheremo di fornire una contestualizzazione e un'interpretazione pertinenti e in linea con quelli che sono i motivi fiabeschi e favolistici di uno dei generi letterari più intrisi di misteri e segreti.
La storia potrebbe riguardare un artigiano incapace, il quale crede di essere furbo, imitando e copiando le idee degli altri, nella speranza di fare grossi guadagni nel più breve tempo possibile. Dapprima, gli viene l'idea di imitare un cercatore d'oro, che si serve di un cane per fiutare i tesori. Purtroppo, questa idea va a rotoli, e l'artigiano se la prende con il povero cagnolino, finendo per ucciderlo. In seguito, il perfido artigiano ha l'idea di spiare anche un suo collega più anziano che sta preparando una ricetta speciale per far sbocciare dei fiori nel giardino del palazzo del signore locale, al fine di ingraziarselo e avere un lavoro.
Il perfido artigiano decide di copiare l'idea dell'anziano, ma invece di produrre la ricetta che fa sbocciare i fiori, produce un'oscurità senza fine, che è il riflesso della malvagità del suo cuore. Si presenta al cospetto dello shogun, e dopo aver assistito alla prova impeccabile dell'egregio anziano, decide di sabotarla, per fare colpo sul signore, ma senza pensare alle conseguenze che il potere che ha prodotto può avere: infatti, l'oscurità distrugge sì i fiori, ma minaccia anche i dignitari e lo stesso signore, il quale, furioso verso il perfido artigiano per averlo quasi ucciso, lo fa giustiziare.
Grafica
La grafica è in bianco e nero e presenta sfortunatamente molte sbavature e imprecisioni, e risulta inoltre molto sfocata, segno che non è stata curata nei minimi dettagli. Tuttavia, risulta abbastanza chiara per farci capire il contesto della vicenda e il suo sviluppo. Tutte le riprese sono in secondo piano, poiché per l'epoca in cui questo cortometraggio è stato realizzato non c'era ancora la conoscenza, e quindi anche le competenze e gli strumenti adeguati, per effettuare dei primi piani sui personaggi e le ambientazioni. Ne consegue che le riprese erano caratterizzate ancora da secondi piani oltretutto sfocati e privi di una consistente definizione e precisione nei dettagli. I disegni sono ancora piuttosto macchinosi nei movimenti, e questo conferisce alla vicenda un ritmo narrativo molto rallentato. Nonostante ciò, questo permette allo spettatore di prendersi il proprio tempo, al fine di immedesimarsi nella vicenda e comprenderne il nocciolo.
Non c'è un comparto sonoro, quindi questo film risulta muto. I dialoghi sono messi nelle immagini alternate alle scene della vicenda.
Messaggi
Questa vicenda è una sorta di monito a tutti coloro che credono di poter sempre ricorrere a delle scorciatoie per ottenere grandi risultati, e che soprattutto sono mossi da un'indole maligna votata a ferire il prossimo e fargli del male, nonché e soprattutto dall'invidia e dal fatto di non voler accettare i propri errori, fallimenti, frutto della propria inesperienza e incapacità, e/o peggio ancora la tendenza a voler scaricare le proprie colpe sul prossimo. Questo ci viene reso chiaro dall'oscurità che il perfido artigiano produce più o meno involontariamente, e che è il riflesso del cuore malvagio e impuro. Mentre, al contrario, i fiori dell'artigiano anziano sono il frutto non solo della sua esperienza, ma prima di tutto della sua bontà d'animo.
Giudizio finale
Una fiaba che ci aiuta a riflettere su noi stessi e ci invita a guardarci allo specchio, per capire dove e come sbagliamo, e come provare a cambiare noi stessi in meglio, per cambiare la vita del prossimo in meglio e soprattutto guardarci dall'usare scorciatoie nella speranza di ottenere successo in fretta e furia, per poi arrabbiarci con gli altri e scaricare su di loro le nostre colpe e la nostra negligenza.
Voto: 8,5
Introduzione
È un racconto molto semplice, ma il quale lascia spazio a molteplici e diverse interpretazioni. Una peculiarità che salta all'orecchio è il fatto che questo è un cortometraggio muto, poiché risale all'anno 1928, e all'epoca nessuno aveva pensato di introdurre il comparto sonoro nel mondo cinematografico, nonostante ci fossero molti pionieri che allora ci stavano lavorando ed erano in competizione riguardo questo aspetto.
Sinossi e interpretazioni
Come detto poco fa, la storia è molto semplice, ma, nella sua semplicità, lascia spazio a molte interpretazioni, e quindi risulta difficile contestualizzarla e incastonarla nel grande e immenso mosaico di storie che la affiancano. Tuttavia, qui cercheremo di fornire una contestualizzazione e un'interpretazione pertinenti e in linea con quelli che sono i motivi fiabeschi e favolistici di uno dei generi letterari più intrisi di misteri e segreti.
La storia potrebbe riguardare un artigiano incapace, il quale crede di essere furbo, imitando e copiando le idee degli altri, nella speranza di fare grossi guadagni nel più breve tempo possibile. Dapprima, gli viene l'idea di imitare un cercatore d'oro, che si serve di un cane per fiutare i tesori. Purtroppo, questa idea va a rotoli, e l'artigiano se la prende con il povero cagnolino, finendo per ucciderlo. In seguito, il perfido artigiano ha l'idea di spiare anche un suo collega più anziano che sta preparando una ricetta speciale per far sbocciare dei fiori nel giardino del palazzo del signore locale, al fine di ingraziarselo e avere un lavoro.
Il perfido artigiano decide di copiare l'idea dell'anziano, ma invece di produrre la ricetta che fa sbocciare i fiori, produce un'oscurità senza fine, che è il riflesso della malvagità del suo cuore. Si presenta al cospetto dello shogun, e dopo aver assistito alla prova impeccabile dell'egregio anziano, decide di sabotarla, per fare colpo sul signore, ma senza pensare alle conseguenze che il potere che ha prodotto può avere: infatti, l'oscurità distrugge sì i fiori, ma minaccia anche i dignitari e lo stesso signore, il quale, furioso verso il perfido artigiano per averlo quasi ucciso, lo fa giustiziare.
Grafica
La grafica è in bianco e nero e presenta sfortunatamente molte sbavature e imprecisioni, e risulta inoltre molto sfocata, segno che non è stata curata nei minimi dettagli. Tuttavia, risulta abbastanza chiara per farci capire il contesto della vicenda e il suo sviluppo. Tutte le riprese sono in secondo piano, poiché per l'epoca in cui questo cortometraggio è stato realizzato non c'era ancora la conoscenza, e quindi anche le competenze e gli strumenti adeguati, per effettuare dei primi piani sui personaggi e le ambientazioni. Ne consegue che le riprese erano caratterizzate ancora da secondi piani oltretutto sfocati e privi di una consistente definizione e precisione nei dettagli. I disegni sono ancora piuttosto macchinosi nei movimenti, e questo conferisce alla vicenda un ritmo narrativo molto rallentato. Nonostante ciò, questo permette allo spettatore di prendersi il proprio tempo, al fine di immedesimarsi nella vicenda e comprenderne il nocciolo.
Non c'è un comparto sonoro, quindi questo film risulta muto. I dialoghi sono messi nelle immagini alternate alle scene della vicenda.
Messaggi
Questa vicenda è una sorta di monito a tutti coloro che credono di poter sempre ricorrere a delle scorciatoie per ottenere grandi risultati, e che soprattutto sono mossi da un'indole maligna votata a ferire il prossimo e fargli del male, nonché e soprattutto dall'invidia e dal fatto di non voler accettare i propri errori, fallimenti, frutto della propria inesperienza e incapacità, e/o peggio ancora la tendenza a voler scaricare le proprie colpe sul prossimo. Questo ci viene reso chiaro dall'oscurità che il perfido artigiano produce più o meno involontariamente, e che è il riflesso del cuore malvagio e impuro. Mentre, al contrario, i fiori dell'artigiano anziano sono il frutto non solo della sua esperienza, ma prima di tutto della sua bontà d'animo.
Giudizio finale
Una fiaba che ci aiuta a riflettere su noi stessi e ci invita a guardarci allo specchio, per capire dove e come sbagliamo, e come provare a cambiare noi stessi in meglio, per cambiare la vita del prossimo in meglio e soprattutto guardarci dall'usare scorciatoie nella speranza di ottenere successo in fretta e furia, per poi arrabbiarci con gli altri e scaricare su di loro le nostre colpe e la nostra negligenza.
Voto: 8,5