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Ozu76

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

"The Saintʼs Magic Power is Omnipotent" era un anime isekai che avevo scartato dal mazzo. La storia non mi sembrava travolgente, e mi ero fatto un'idea che onestamente non era esatta. Quando ho notato che ne avevano proposto anche una seconda stagione, mi sono incuriosito e l'ho recuperata.

Come animazione, e in generale come comparto tecnico, l'opera si lascia guardare, visivamente mantiene un decoro sopra la sufficienza.

Sulla trama diciamo che qualche cliché non ce lo evitiamo, ma bene o male risulta leggermente originale.
L'ambientazione è questo mondo in stile '700/'800 europeo con qualche abbozzo fantasy e la magia. In questo mondo, una particolare nebbia oscura, o miasma demoniaco che dir si voglia, evoca sempre più mostri, ed è il motivo per cui i reali del regno di Slantania utilizzano un'evocazione magica, per portare nel regno una "Santa" in grado di esorcizzare mostri ed eradicare la nebbia malefica. Ma qualcosa va storto... o meglio, dal nostro mondo vengono evocate due ragazze anziché una! La ragazzina Aira e la giovane impiegata Sei.
Il principe incaricato della gestione, in maniera piuttosto inspiegabile e unilaterale decreta Aira come la Santa, e ignora la povera Sei (forse per il suo aspetto occhialuto e dozzinale); quest'ultima, segregata nel castello a vivacchiare senza nessun incarico e condannata a non poter più tornare indietro (a quanto pare, l'evocazione è irreversibile), poco alla volta deve reinventarsi in questo mondo e, previa una sua certa passione per la botanica, trova impiego nell'Istituto di ricerca per pozioni e medicinali, mentre l'altra ragazza viene presa sotto l'ala protettiva del principe ereditario e iscritta all'Accademia di magia, per risvegliare il proprio status di Santa. Più passa il tempo, più Sei inizia a legare rapporti con vari personaggi, e appare subito evidente che la ragazza ha un dono particolare nel creare pozioni curative, con un'efficacia superiore a qualsiasi altro, e mostra particolare predilezione per la magia curativa. Non ci vorrà poi molto per accorgersi che in realtà è lei ad avere i poteri della "Santa", mentre l'altra ragazza Aira è sì portata per la magia, ma non mostra nessuna affinità al ruolo che le competerebbe, ma sempre in maniera del tutto inspiegabile il principe continua ad incaponirsi nel perseverare sulla scelta fatta. Naturalmente, questo porterà Sei a vivere sempre più intensamente e anche con gioia la sua nuova vita, e Aira a vivere isolata e pressata da un ruolo che non le compete.
Essenzialmente, tutta la prima stagione è questa, sino alla scoperta pubblica che c'è stato un errore, e bla, bla, bla!
Tutta questa seconda stagione è concentrata invece sul ruolo di Sei, che, oramai conclamata Santa, si muove per bonificare il regno, e successivamente sull'infausto compito di trovarle una sistemazione matrimoniale, una volta concluso il suo ruolo, con qualche nobilotto del regno che ambisce ad acquisire status politico e sociale.
In tutto questo, naturalmente, quest'anime pare sin da subito indirizzato a un pubblico giovane femminile, e malgrado la presenza di un harem inverso (ovvero tutte le persone che ruotano intorno a Sei sono bei ragazzotti bellocci e scapoli), appare piuttosto banale che il ruolo di spasimante piuttosto corrisposto spetti al giovane biondo e munito di occhi azzurri, comandante della terza armata, Albert, anch'esso nobile rampollo.

Non c'è molto più di quanto raccontato in questi ventiquattro episodi: pur trattandosi di una serie godibile, i ritmi sono blandi, le vicissitudini all'acqua di rose, pochi e iniqui i conflitti. Si tratta di un fantasy con molto buonismo, molto garbato e poco stringente, piuttosto noioso, se vogliamo metterla così. Non è brutto, ma mi sarei aspettato una trama un po' più complessa e con qualche intrigo, invece tutto scivola via sempre senza patemi e sussulti. Ho capito che si tratta pur sempre di uno shoujo, ma non vedo perché, se indirizzato a un pubblico adolescente femminile, debba essere così pacato e poco ambizioso!
Se almeno la componente slice of life o romantica fosse più incisiva, penso che si sarebbe potuto parlare di un buon anime.
Nemmeno quella che è la storia di avvicinamento tra Sei e Albert pone qualche sussulto! I due pare subito evidente che si piacciano, ma, pur non essendo dei ragazzini (nella storia dovrebbero entrambi avere oltre i vent'anni), si comportano come scolaretti timidi, impacciati e imbranati al primo amore, e si trascinano con questa pantomima per tutte e due le serie inutilmente, per poi chiudere il cerchio solo nel finale.
Quello che mi è piaciuto, ma ritengo sia anche un limite, è la troppa gentilezza e garbatezza della storia.
Decisamente diventano troppi ventiquattro episodi dove non succede praticamente nulla di eclatante o avventuroso!