Zenshu
“Zenshu”, anime originale dell’inverno 2025 prodotto da MAPPA, mi ha incuriosito soprattutto grazie al doppiaggio italiano portato su Crunchyroll. Ho deciso di vederlo, e devo dire che dal punto di vista tecnico è impeccabile: visivamente affascinante, con animazioni splendide e grande cura stilistica. Purtroppo, sul piano narrativo si rivela debole e, alla fine, dimenticabile.
Dispiace, perché l’idea di partenza era davvero intrigante: Natsuko, un’animatrice in crisi creativa, si ritrova catapultata all’interno del suo film preferito. Un’avventura che mescola realtà e finzione, con l’ambizione di raccontare sia il percorso di crescita dell’artista, sia il suo tentativo di cambiare il destino dei personaggi del film. Qui, Natsuko entra in contatto con i membri della “Nine Soldiers”, un gruppo impegnato nella lotta contro i Void. Ma presto la protagonista si impone come deus ex machina, risolvendo tutto da sola, mentre i comprimari diventano spettatori passivi.
La storia alterna buone trovate a sviluppi evitabili, inserendo anche citazioni e fanservice da opere come “Tiger Mask”, “Sailor Moon” e i classici robottoni. Tuttavia, la crescita dei personaggi appare disordinata, priva di una direzione chiara. Natsuko, invece di evolvere, resta ferma in un ciclo narrativo ripetitivo e incoerente. Solo in ritardo, con alcuni flashback, emergono le sue insicurezze, ma appaiono fuori tempo massimo e inserite in modo forzato.
Anche i “Nine Soldiers”, in particolare Luke, risultano dimenticabili. Solo Justice riceve un minimo di approfondimento. Natsuko diventa la loro stampella narrativa: interviene, risolve, e toglie spazio alla loro evoluzione. Il suo rapporto con Luke, culminato in una dichiarazione d’amore improvvisa, è poco credibile: lo nota davvero solo nell’episodio delle terme, e tutto accade troppo in fretta.
In sintesi, “Zenshu” è un anime visivamente magnetico ma narrativamente fragile. Una gioia per gli occhi, ma una storia che, appena la si scava un po’, mostra la sua superficialità. Un altro brillante esercizio tecnico firmato MAPPA, ma anche un altro originale dimenticabile dello studio.
Dispiace, perché l’idea di partenza era davvero intrigante: Natsuko, un’animatrice in crisi creativa, si ritrova catapultata all’interno del suo film preferito. Un’avventura che mescola realtà e finzione, con l’ambizione di raccontare sia il percorso di crescita dell’artista, sia il suo tentativo di cambiare il destino dei personaggi del film. Qui, Natsuko entra in contatto con i membri della “Nine Soldiers”, un gruppo impegnato nella lotta contro i Void. Ma presto la protagonista si impone come deus ex machina, risolvendo tutto da sola, mentre i comprimari diventano spettatori passivi.
La storia alterna buone trovate a sviluppi evitabili, inserendo anche citazioni e fanservice da opere come “Tiger Mask”, “Sailor Moon” e i classici robottoni. Tuttavia, la crescita dei personaggi appare disordinata, priva di una direzione chiara. Natsuko, invece di evolvere, resta ferma in un ciclo narrativo ripetitivo e incoerente. Solo in ritardo, con alcuni flashback, emergono le sue insicurezze, ma appaiono fuori tempo massimo e inserite in modo forzato.
Anche i “Nine Soldiers”, in particolare Luke, risultano dimenticabili. Solo Justice riceve un minimo di approfondimento. Natsuko diventa la loro stampella narrativa: interviene, risolve, e toglie spazio alla loro evoluzione. Il suo rapporto con Luke, culminato in una dichiarazione d’amore improvvisa, è poco credibile: lo nota davvero solo nell’episodio delle terme, e tutto accade troppo in fretta.
In sintesi, “Zenshu” è un anime visivamente magnetico ma narrativamente fragile. Una gioia per gli occhi, ma una storia che, appena la si scava un po’, mostra la sua superficialità. Un altro brillante esercizio tecnico firmato MAPPA, ma anche un altro originale dimenticabile dello studio.
Figlia dello studio Mappa, "Zenshu" riempie di aspettative il pubblico ancor prima dell'uscita, sfociando però in un mare di delusione per la gran parte degli spettatori che si son fermati ai primi episodi.
Dopo essersi diplomata al liceo, Natsuko Hirose inizia la sua carriera come animatrice, e poco dopo debutta come regista. Il suo primo anime diventa un enorme successo, tanto da innalzare copiosamente le aspettative di quello che sarà il suo prossimo progetto, una commedia romantica incentrata sul primo amore! Non essendo mai stata innamorata, la protagonista fa fatica a comprendere il concetto di primo amore e, di conseguenza, non riesce a creare lo storyboard. Un giorno, sviene mentre lavora allo storyboard e si sveglia nel mondo del suo film anime preferito, "Storia di un declino", capendo così che ci troviamo dinnanzi a un... isekai! Un problema? Per molti sì, per chi ha un po' di cervello da capire che non conta la copertina ma tutta la storia scritta no.
"Zenshu" ha un grosso difetto, i primi episodi possono risultare lenti, senza una strada precisa da percorrere, ma in realtà creano le fondamenta di quello che sarà il fulcro dell'opera, ovvero la storia d'amore tra Natzuko e Luke, il protagonista di "Storia di un declino", oltre a porre le basi per quel che sarà la svolta drammatica dell'opera, perché sì, nonostante ci viene spiegato con molta leggerezza sin dall'inizio che "Storia di un declino" abbia un finale drammatico, solo negli ultimi episodi si cominciano a notarne le conseguenze.
Inutile parlare della scenografia, è Mappa. Per quanto riguarda i personaggi, mi sono lentamente innamorato di Natzuko per tutta la visione, è un personaggio che ho adorato sempre, anche con i suoi difetti lampanti, sarà perché mi ricorda incredibilmente sia di design sia caratterialmente Saiki Atsumi, la cantante della opening di quest'opera, "Zen" (andate ad ascoltare Band Maid, perché è una band fenomenale). Il resto del cast è apprezzabile, ma non così tanto.
La storia scorre abbastanza bene dopo la prima metà, non mi sorprendo che molti lo abbiano 'droppato' ancor prima di arrivare al fulcro della storia.
La colonna sonora è abbastanza solida, l'opera ha un inizio e un finale. È deludente? Non proprio. Poteva esser fatto meglio? Senza dubbio. Inoltre, per ogni episodio sono presenti innumerevoli citazioni ad altre opere statuarie, anche nel finale stesso.
Tirando le somme, a me è piaciuto, tanto, mi sono emozionato, tanto, ma sono abbastanza sicuro che non per tutti possa esser così. Per il resto, è un'opera che si fa vedere molto piacevolmente, quindi non vedo perché non darle una possibilità.
Voto: 8.5! L'opening magistrale di Band Maid e la protagonista che mi è piaciuta tanto hanno influito positivamente ad aumentare la mia valutazione.
Dopo essersi diplomata al liceo, Natsuko Hirose inizia la sua carriera come animatrice, e poco dopo debutta come regista. Il suo primo anime diventa un enorme successo, tanto da innalzare copiosamente le aspettative di quello che sarà il suo prossimo progetto, una commedia romantica incentrata sul primo amore! Non essendo mai stata innamorata, la protagonista fa fatica a comprendere il concetto di primo amore e, di conseguenza, non riesce a creare lo storyboard. Un giorno, sviene mentre lavora allo storyboard e si sveglia nel mondo del suo film anime preferito, "Storia di un declino", capendo così che ci troviamo dinnanzi a un... isekai! Un problema? Per molti sì, per chi ha un po' di cervello da capire che non conta la copertina ma tutta la storia scritta no.
"Zenshu" ha un grosso difetto, i primi episodi possono risultare lenti, senza una strada precisa da percorrere, ma in realtà creano le fondamenta di quello che sarà il fulcro dell'opera, ovvero la storia d'amore tra Natzuko e Luke, il protagonista di "Storia di un declino", oltre a porre le basi per quel che sarà la svolta drammatica dell'opera, perché sì, nonostante ci viene spiegato con molta leggerezza sin dall'inizio che "Storia di un declino" abbia un finale drammatico, solo negli ultimi episodi si cominciano a notarne le conseguenze.
Inutile parlare della scenografia, è Mappa. Per quanto riguarda i personaggi, mi sono lentamente innamorato di Natzuko per tutta la visione, è un personaggio che ho adorato sempre, anche con i suoi difetti lampanti, sarà perché mi ricorda incredibilmente sia di design sia caratterialmente Saiki Atsumi, la cantante della opening di quest'opera, "Zen" (andate ad ascoltare Band Maid, perché è una band fenomenale). Il resto del cast è apprezzabile, ma non così tanto.
La storia scorre abbastanza bene dopo la prima metà, non mi sorprendo che molti lo abbiano 'droppato' ancor prima di arrivare al fulcro della storia.
La colonna sonora è abbastanza solida, l'opera ha un inizio e un finale. È deludente? Non proprio. Poteva esser fatto meglio? Senza dubbio. Inoltre, per ogni episodio sono presenti innumerevoli citazioni ad altre opere statuarie, anche nel finale stesso.
Tirando le somme, a me è piaciuto, tanto, mi sono emozionato, tanto, ma sono abbastanza sicuro che non per tutti possa esser così. Per il resto, è un'opera che si fa vedere molto piacevolmente, quindi non vedo perché non darle una possibilità.
Voto: 8.5! L'opening magistrale di Band Maid e la protagonista che mi è piaciuta tanto hanno influito positivamente ad aumentare la mia valutazione.