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bob71

Episodi visti: 1/9 --- Voto 9
Correva l’anno 2003 quando venne distribuito nel circuito homevideo The Animatrix, antologia che riuniva l'eccellenza del cinema di animazione nipponico alla corte degli allora fratelli Wachowski, reduci dallo straordinario successo di The Matrix, il film di culto che aveva rilanciato il genere cyberpunk sulla ribalta planetaria. La co-produzione nippo-americana, fra Warner Bros., Square USA, Madhouse e Studio 4°C, racconta attraverso nove corti (della durata di circa 10 minuti) i retroscena del film, inclusa la guerra originale tra l'umanità e le macchine che ha portato alla creazione di Matrix, oltre a fornire nuovi personaggi e storie secondarie che ne espandono l'universo.
L'ambizioso progetto fu fortemente voluto dai fratelli Wachowski, qui in veste di produttori e sceneggiatori, da sempre appassionati amanti di anime giapponesi da cui avevano attinto a piene mani per molte delle idee di Matrix. Dei nove corti in sala ne è passato solo uno, proiettato prima del film L’acchiappasogni, si intitola L'ultimo volo della Osiris. Il secondo Rinascimento parte 1 e 2 e Storia di un ragazzo furono invece messi a disposizione on-line come antipasto prima dell’uscita di Matrix Reloaded (il secondo film della trilogia). Sui restanti episodi si tenne uno stretto riserbo fino al 3 giugno, data dell’uscita del DVD nei negozi di videonoleggio.
Con questa elaborata strategia di marketing, che comprende anche il videogame Enter the Matrix, The Animatrix si inserisce quindi a pieno titolo all’interno della saga canonica. La produzione è costata diversi milioni di dollari per ognuno dei 9 corti presenti nel DVD e gli autori reclutati hanno potuto utilizzare le tecnologie più avanzate per dare sfoggio di ogni tipo di effetto speciale in CGI, cercando di sfruttare al meglio le potenzialità di questo mezzo. Uno degli aspetti più significativi dell’antologia riguarda infatti l’altissimo livello tecnico e l’uso innovativo del computer unito all’animazione tradizionale. Per quanto riguarda la colonna sonora, molte musiche caratterizzate da un sound techno/industrial/metal sono mutuate direttamente dal film, con l’aggiunta di brani extra di artisti del calibro di Tosca, Richard Dorfmeister, Juno Reactor, Death in Vegas e tanti altri.
L’ultimo volo della Osiride, scritto dai fratelli Wachowski e diretto da Andy Jones, è girato interamente in CGI. Esteticamente molto affine al gusto occidentale, mostra una grafica poligonale che rasenta il fotorealismo con effetti avveniristici per l’epoca. La storia in sé non offre grandi spunti, oltre al fatto di inserirsi narrativamente come prequel del film Matrix Reloaded e punto di partenza del videogame Enter The Matrix, risultando scontata e un po’ banale in confronto agli altri episodi della serie. Come in Final Fantasy VII - The Spirits Within, opera dello stesso regista, l’episodio rischia di rimanere confinato nello sterile esercizio di stile, inoltre la piatta espressività dei personaggi da l'impressione di essere invecchiata male e che per migliorare la performance degli attori digitali si dovrà fare ancora molta strada.
Il secondo Rinascimento parte 1 e 2, scritto dai fratelli Wachowski e diretto da Mahiro Maeda, è diviso in due episodi per un totale di circa 20 minuti. Si tratta di un vero e proprio antefatto che va all’origine della saga raccontandoci la storia della rivoluzione delle macchine contro l’umanità e la genesi di Matrix, una sorta di metafora perversa in cui i robot sono oppressi, sfruttati e ridotti a una minoranza discriminata e perseguitata dagli umani. La cifra stilistica del regista Mahiro Maeda, noto soprattutto per la serie Blue submarine n.6, consiste proprio nella fusione di computer grafica e disegno tradizionale. In questo caso, con un budget superiore rispetto all’anime succitato, riesce ad ottenere un miglior risultato visivo consegnandoci un affresco distopico affascinante che ricorda molto Metropolis di Rintaro e Otomo, in particolare per i fondali scenografici, il design dei robot e le monumentali scene di massa.
Storia di un ragazzo, scritto dai fratelli Wachowski e diretto da Shinchiro Watanabe (Cowboy Bebop, Sakamichi no Apollon, Space Dandy), è l’episodio che più romanticamente conserva l'espressività del disegno manuale, con le linee di contorno lasciate volutamente sporche e poco definite. Il racconto ha una struttura circolare che si apre e si chiude su un volo surreale e narra la storia di un ragazzo che riesce a liberarsi dalle catene di Matrix per pura fede in Neo (qui doppiato da Keanu Reeves), sottolineando il messaggio messianico e salvifico di fondo. La sequenza d’azione principale riprende a grandi linee l’inseguimento degli agenti nell’ufficio di Neo, qui in versione scolastica, inoltre il ragazzo è lo stesso che incontra Neo appena tornato a Zion in Matrix Reloaded ed è l'unica persona nel mondo di Matrix che è stata capace di liberarsi dalla matrice autonomamente, senza l'aiuto di nessuna pillola rossa.
Ne Il programma Yoshiaki Kawajiri (La città delle bestie incantatrici) dirige un racconto di ambientazione medievale giapponese proprio come nel suo più celebre Ninja Scroll. La location (un magnifico paesaggio invernale tra foreste di bambù e castelli fortificati) è in realtà una simulazione virtuale in cui Cis, aspirante soldato di Zion nei panni di una guerriera ninja, viene addestrata e chiamata a scegliere tra l'amore e la fedeltà alla causa del genere umano. Visivamente sofisticato, mostra accesi contrasti cromatici, un elegante tratto grafico tendente alla stilizzazione e spettacolari fondali ispirati alle antiche stampe ukio-e. Il regista mette in scena un tesissimo e iper dinamico scontro tra samurai in cui il computer si nota più che altro nella fluidità degli sfondi tridimensionali.
Scritto da Yoshiaki Kawajiri e diretto da Takeshi Koike (Redline, Lupin III – La donna chiamata Fujiko Mine), Record del mondo narra la storia di Dan, corridore afroamericano che punta a battere il record mondiale dei 100 metri e con la pura forza della determinazione agonistica riesce ad avere una visione mistica che va oltre il mondo di Matrix. Durante una gara egli infatti riesce a rompere quella simulazione che, come un velo di Maya, occulta i destini degli esseri umani. Tratto grafico duro e spigoloso, che in alcune scene rasenta l’astrazione, per dei personaggi dai fisici deformati che si muovono come automi in una arena spettrale dai colori superflat. La storia, che ricalca a grandi linee un altro soggetto di Kawajiri (L'uomo che correva, dall'antologia Manie-Manie: I racconti del labirinto), anche in questo caso si chiude con un drammatico unhappy end.
Koji Morimoto, direttore delle animazioni del capolavoro Akira, firma il corto forse più bello ed emozionante: Aldilà. La storia è ambientata in un’anonima periferia dove una casa stregata e magica diventa il terreno di gioco preferito di un gruppetto di ragazzini. In realtà la casa rappresenta un bug di Matrix dove le leggi della fisica non funzionano e tutto sembra possibile, ma stanno per arrivare i debugger... Questo episodio conferma l'esistenza di programmi esiliati (come nel caso dell'"oracolo") presenti in Matrix che hanno rifiutato la cancellazione e che si sono nascosti. Il racconto riesce efficacemente a mescolare le dimensioni del reale e del virtuale in una sorta di realismo magico che ricorda molto Magnetic Rose (film tratto dall’antologia Memories, diretto dallo stesso Morimoto e sceneggiato da Satoshi Kon). Le animazioni sono molto fluide e naturali, il tratto morbido è perfetto per i personaggi adolescenti e la colorazione è vivace e brillante. La storia non è mai scontata e ci regala momenti di pura magia, inoltre si chiude con un senso di perdita tutt'altro che banale.
Ancora Shinichiro Watanabe dirige Detective Story in un bianco e nero che si ispira al cinema noir degli anni '40. La voce off introduce le vicende del detective privato Ash, che viene incaricato di catturare la pericolosa Trinity (doppiata da Carrie-Anne Moss), hacker circondata da un’aura di mistero e di morte, tutti i detective che avevano accettato il caso in precedenza sono infatti spariti, morti suicidi o impazziti. Partendo da alcuni indizi sulla storia di Alice nel Paese delle Meraviglie, Ash inizia a rintracciare tutti gli hacker che hanno avuto a che fare con Trinity riuscendo infine a incontrarla su un treno. Questo episodio indica come una delle versioni precedenti di Matrix fosse stata modellata sugli anni '40. Qui i toni sono un esplicito omaggio al genere hard boiled alla Philip Marlowe, il tratto grafico è più marcato e deciso rispetto a Storia di un ragazzo, e la messa in scena ostenta una patina sgranata old style di notevole attrattiva, anche se utilizza una gamma di personaggi e situazioni che sono puri stereotipi.
A chiudere il DVD è Immatricolato, scritto e diretto da Peter Chung (Alexander, Aeon Flux). Una sonda-robot di Matrix viene catturata da un gruppo di ribelli. Gli uomini vi si immergeranno in una simulazione virtuale tentando di istruire la macchina sulla condizione umana e sul libero arbitrio, in una riflessione sul rapporto di interdipendenza uomo-macchina dal punto di vista della macchina. Nell'episodio si sperimenta la commistione di diverse tecniche di computer grafica con un design dei personaggi stilizzato e deformed. Misterioso e filosofico, è sicuramente il segmento più specificamente cyberpunk di tutta la raccolta. La sequenza totalmente priva di dialoghi in cui il robot si ritrova catapultato in un cyberspazio immaginario e lisergico è molto straniante, ma è soprattutto il finale a rimanere impresso nella memoria: l'immagine del robot che medita sull'amore e contempla il mare al tramonto è pura poesia, e un ottimo epilogo per la rassegna.
Insomma, dal punto di vista tecnico/artistico siamo di fronte a un prodotto di primissimo piano, che ha visto i migliori talenti dell'animazione nipponica mettersi alla prova con la CGI per spingerla ai massimi livelli di sperimentazione. Per quanto riguarda le sceneggiature l’andamento è più altalenante, si sente un po’ la mancanza di un’idea veramente forte, di un lampo di originalità, rimanendo il tutto vincolato nel bene e nel male al mondo di Matrix, con solo alcuni acuti abbastanza memorabili. Sicuramente i fratelli Wachowski hanno in qualche modo saldato il debito di idee verso il mondo degli anime, quanto meno riconoscendo a diversi autori la possibilità di esprimersi in un progetto di portata mondiale e con un notevole budget a disposizione.
Film consigliato agli appassionati di fantascienza animata che avranno modo di ammirare alcuni saggi mirabili di virtuosismo tecnico, ai fan di Matrix che qui troveranno nuovi spunti e variazioni sul tema della loro serie preferita, e infine a quei neofiti abbastanza curiosi che volessero approcciarsi alla gloriosa letteratura cyberpunk magari partendo da The Animatrix per poi risalire la corrente fino a William Gibson passando per Ghost in the Shell e Blade Runner.


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Pan Daemonium

Episodi visti: 9/9 --- Voto 9
Probabilmente deluderà i cultori di "Matrix", non essendo un allargamento della trama, quanto un utilizzo della trama dei Wachowski per fini direi differenti, ma chi, come me, è qui quasi meramente per la piega sperimentale e visionaria che l'opera ha preso, non potrà che essere ardentemente colpito ed emozionato da "Animatrix".
Ci sono effettivamente, come tutte le creazioni, soprattutto quelle fatte in comune, degli alti e bassi, ma gli alti predominano - d'altronde "Animatrix" è un prodotto targato quasi al 70% "Studio 4°C", che è sempre sinonimo di garanzia.
Va preso per quel che è: un insieme eterogeneo di corti diretti da registi piuttosto sconosciuti alcuni, molto famosi altri, prodotti da case di grande rilievo (Madhouse, Studio 4°C) e assolutamente slegati gli uni dagli altri, persino dalla trama principale di "Matrix", i cui protagonisti sono quasi del tutto assenti.
Sostanzialmente trattasi di un guazzabuglio dedicato a una figura intermedia tra il cultore assiduo, che non gradirà per l'eccessiva mancanza di legame con il filone principale, e il totale novello, incapace probabilmente di capire quale sia la base concettuale su cui si sviluppa tale albero sperimentale.


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Ulquiorra47

Episodi visti: 9/9 --- Voto 8
Ecco qui una raccolta di episodi anime di uno dei film che più ha fatto la storia del cinema, "Matrix".
Le trame sono scollegate tra loro, ma sono tutte influenti nell'universo a cui appartengono; l'episodio più importante è senza dubbio quello che spiega il passato tra macchine e uomini, molti messaggi vengono trasmessi e molte spiegazioni vengono date, tuttavia quelli più significativi a mio parere sono stati quelli incentrati sulla volontà umana. Notiamo come non sia stato solo il protagonista a superare le leggi di questo mondo virtuale, ma di come anche persone ancora chiuse dentro questo sistema riescano a superare regole imposte da qualcun altro, una tematica molto collegata anche alle versioni cinematografiche e davvero importante.

La grafica è molto godibile, mi ha sorpreso molto il character design della samurai che si allenava nel programma struttura e anche quello di diversi personaggi; per essere un'opera animata del 2003 non mi sembra niente male, visto che riesce a risultare visivamente bella anche vista a tanti anni di distanza.

Quindi quest'anime non è altro che una raccolta di pezzi di vita e storia di un universo realizzato ottimamente; chi già adora la trilogia troverà ciò che cerca in "The Animatrix", infatti alcuni degli episodi qui raccontati sono davvero fondamentali per comprendere il passato che nelle altre opere viene sono accennato.
Voto: 7/8


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ALUCARD80

Episodi visti: 9/9 --- Voto 6
Ciò che colpisce a mente fredda è come questo prodotto composto da ben nove mini-cortometraggi animati, sfornato fra il primo e il secondo Matrix, non si limitò a fare da “apripista” preparatore per gli spettatori che pagarono il biglietto di “Matrix Reloaded”, ma si dimostrò quasi più valido del secondo capitolo dell’ormai celeberrima fantascientifica serie che il pubblico attendeva con trepidazione.

Il primo Matrix penso sia stato talmente celebrato e osannato che ormai non v’è bisogno di spendere altre parole a riguardo, tuttavia è sempre bene ricordare come dopo quel capolavoro di mistero, fantascienza ed effetti speciali le scene d’azione siano cambiate se non radicalmente, almeno in parte, importando l’innovativo (al tempo) sistema di bullet time attorno alla scena su cui era incentrata l’azione stessa (e che verrà applicato in maniera profonda e metodica anche nel mondo dei videogiochi), figlio di una computer grafica giunta ormai a livelli impensabili rispetto a dieci anni fa.
Il film dei fratelli Wachowski rivoluzionò il genere con una trama sorprendente e un innovativo modo di regalare emozioni allo spettatore. Peccato che nel secondo e nel terzo capitolo della trilogia la trama si sacrificò per un più banale e purtroppo inaspettato - e spero non intenzionale - scopo, ovvero concentrare tutto sugli effetti speciali, capaci di divorare addirittura gli attori stessi e divenire i veri protagonisti di una storia che non aveva più niente da dire.
Mentre la saga del grande Matrix scadeva in quei luoghi comuni dei film fantascientifici che tanto era riuscita a eludere nel primo memorabile episodio, venni a conoscenza di questi nove cortometraggi davvero interessanti, ricchi di spunti e godibili sia dal punto di vista tecnico sia a livello di trama.

Non si tratta certo di capolavori che hanno segnato la storia dell’animazione, ma sia per la loro durata limitata, sia per il tratto d’autore sempre vario (più artisti hanno preso parte alla realizzazione di questi), sia per l’introduzione di nuovi personaggi – nonostante alcuni rimangano marginali e privi di una qualsivoglia sostanza e carattere – Animatrix offre un’alternativa divertente e caotica a quella che diverrà una saga partita con una trama oscura e tenebrosa, angosciante e strepitosa, e finita in un’americanata che tanto ricorda i voli e le esibizioni sovrumane di Superman.
Ogni episodio di Animatrix propone un punto di vista differente del mondo artefatto e semicibernetico dove Neo e compagni combattono per la sopravvivenza; una sorta di spaccati per così dire “quotidiani”, storie di ordinaria follia e di morte, scorribande e grovigli psicologici capaci d'intrattenere lo spettatore più di quanto si possa sospettare. Nonostante ciò, considerando il prodotto nel suo insieme, non si rivela nulla di eccezionale, piuttosto qualcosa adatto a chi già conosce la saga.
Consigliato ai fans della serie.


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npepataecozz

Episodi visti: 9/9 --- Voto 7
"Matrix" è certamente uno dei film "culto" per gli appassionati di fantascienza; i due seguiti che sono stati proposti a distanza di alcuni anni sono invece il perfetto esempio di come sia possibile rovinare una storia perfetta.
Ovviamente in questa sede non è opportuno, a parte il vago accenno, soffermarsi sulle vicende dei vari film, in quanto queste vanno trattate in sede di critica cinematografica. E' importante però, per dare una giusta collocazione a questo "Animatrix", sottolineare che anch'esso deve essere considerato a tutti gli effetti come parte integrante della saga e non solo perché i vari episodi di cui si compone sono stati ideati dagli stessi creatori delle tre pellicole, ma anche perché alcuni dei personaggi e degli eventi qui presenti verranno ripresi dagli ultimi due film.

Come si sarà già compreso, quest'anime va collocato tra il primo e il secondo film della serie. Ricordo di averlo visto per la prima volta poco dopo la sua realizzazione e ciò fece crescere a dismisura la mie aspettative (poi deluse) per il seguito, che ormai si annunciava prossimo. In verità la qualità dei nove episodi di cui si compone Animatrix non è costante ma passa da autentici gioiellini a brevi storie senza grandi motivi d'interesse.
Tra i migliori corti vanno segnalati quelli relativi agli eventi che hanno determinato lo scontro tra umani e macchine; eventi che erano già stati raccontati nel primo film ma che qui vengono ripresi e mostrati in misura più dettagliata. Le maggiori responsabilità della degenerazione degli eventi vengono attribuite agli esseri umani; questo, se da un lato era già stato confessato da Morfeus e compagni, dall'altro sembra un po' confondere lo spettatore in quanto lo status quo viene rappresentato semplicemente come il risultato naturale di un'azione di autodifesa delle macchine e ciò, a mio avviso, cozza un po' con lo spirito di un film in cui tocca agli uomini fare la parte delle vittime e lottare per la propria sopravvivenza.

Quanto agli altri episodi, alcuni possono essere considerati come dei prequel alle successive due uscite cinematografiche; altri risultano carini da vedere e nient'altro; altri ancora sono, invece, abbastanza stucchevoli.
Considerando anche la pessima qualità degli ultimi due film, il progetto Animatrix va considerato sicuramente come degno di lode; anzi è un peccato non si sia investito ulteriormente in esso, in quanto le sue potenzialità risultano molto evidenti. A ogni modo Animatrix ottiene il mio plauso e un valutazione positiva (ma si poteva fare molto meglio).


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ryujimihira

Episodi visti: 9/9 --- Voto 8
Animatrix è una serie di 9 cortometraggi prodotti da diversi studi d'animazione, sopratutto giapponesi, ognuno dei quali narra gli eventi che girano attorno alla trilogia dei film di The Matrix.
La produzione, sebbene variegata da stili e approcci tecnici diversi, è costellata da una forte impronta della cultura giapponese nelle trame di ogni episodio.

Pur non introducendo particolari rilevanti per la trama del film originario, i corti portano allo spettatore diverse realtà perfettamente integrate con l'universo di Matrix. In alcuni casi, come ne "Il Secondo Rinascimento", si viene catapultati in un incipit di un'altra opera (oltretutto successiva e di un certo successo) come "Io robot". Quindi The Animatrix non è una semplice operazione per appagare i fan, ma ha diverse idee ben esposte e realizzate. Alcuni esempi: ne "L'ultimo volo dell'Osiris" si potrà invece ammirare una secondo me splendida realizzazione tecnica (a opera dello stesso team dei FMV dei giochi della serie Final Fantasy) scaturito semplicemente da un interrogativo nella trama: " come sanno gli umani del piano delle macchine per distruggerli?". Per non parlare poi di "World record", dove è impressa con notevole forza e impeto il raggiungimento di un obiettivo di un semplice umano: abbattere un limite fisico.

Insomma, per me non mancano l'azione, la frenesia, e sopratutto la qualità tecnica a tutti e 9 i cortometraggi. Da tenere presente però che non si tratta di un anime "completo e finito" e che è rivolto principalmente a chi conosce e/o ha apprezzato la saga di Matrix. E' consigliato, ma non per tutti.


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Limbes

Episodi visti: 9/9 --- Voto 6
Prendendo come base la logica di Matrix, sotto la supervisione dei fratelli Wachowski sono stati costruiti i nove episodi che formulano il polinomio Amimatrix, i cui spezzoni selezionati singolarmente potrebbero essere considerati tanti spin off della trilogia – e dell’operazione commerciale, diciamocela tutta – dei suddetti fratelli che, ispiratisi per più di un paio d’idee all’animazione giapponese, e a una delle sue colonne più grandi, per omaggiarla, o semplicemente perché così girava loro, hanno voluto aggiungere altre declinazioni collaterali al loro fortunatissimo pargolo, chiamando anche dei nomi non da poco alla creazione dei tasselli del progetto. Quel che ne è venuto fuori è una macedonia d’animazione che va dal 3D alla ricerca stilistica pura e al cui interno, in mezzo a degli esperimenti non proprio riusciti, si può trovare anche qualche perla, e non solo di ricerca grafica.

E se l’inizio di Andy Jones non è per niente incoraggiante, trattandosi di un’inutile americanata i cui passaggi si possono leggere alla lettera dopo i primi venti secondi senza nemmeno bisogno di un oracolo per la loro banalità, risultando irritanti in quasi tutti i punti e gli aspetti, compreso quello dell’elaborazione in una CG tutt’altro che impeccabile, tuttavia non ci si deve scoraggiare. Se infatti si prosegue la visione il primo “+” arriva subito dopo con quel "Secondo Rinascimento" (parte 1 e 2) di Mahiro Maeda che è un condensato di citazioni filmiche, e non solo, messo in scena con una bravura che sopperisce anche alla realizzazione tecnica non perfetta. Il corto rivela attraverso delle immersioni psichedeliche in un db non meglio precisato tutte le tappe che collegano il prima e il dopo l’avvento delle macchine, visualizzando tutti i passaggi accennati nel "The Matrix" originale. Il lavoro su animazioni e disegni dello Studio 4°C è accettabile, ha dei vertici visionari che spiazzano e propongono dei trip informatico-lisergici decisamente riusciti, ma le sequenze principali, cioè quelle del soggetto vero e proprio, sono sufficienti e tranne alcuni fondali, che strizzano anch’essi l’occhio a importantissimi predecessori, si attestano nella norma svolgendo il loro compito in modo onesto e nulla più.

È a questo punto che entra in scena il primo nome di peso, cioè Shinchiro Watanabe, il quale ritornerà anche con un altro episodio ed è l’unico a cui a quanto pare è stato concesso (o è l’unico che l’ha deciso) di avvalersi di nomi e camei animati dei celeberrimi protagonisti dei film hollywoodiani, ovvero Neo, nick e voce che aleggiano in modo ossessivo e guidano il ragazzo al centro di "Kid’s Story", e Trinity, della quale mi occuperò a tempo debito. Perché due righe vanno spese su Kid’s Story, probabilmente il più impattante fra tutti i corti del progetto sul piano dell’originalità visiva, sperimentale nel senso più assoluto e positivo, e su quello dell’attenzione maniacale alla resa di quest’ultima, che è allo stesso tempo grezza e limpidissima, schizzata da un’evoluzione di tracce e colorata splendidamente, oltre che valorizzata da luci sapienti e dalla ricchezza del dettaglio delle scene. Non si può trovare una collocazione che non sia ibrida per questo video che sembra affine – e in effetti può ricordarla parecchio – alla grafica di David Carson. La storia descritta da tale comparto scenico d’eccezione non è altro che una copia liceale di parte dei trascorsi di Neo, e pure qui l’interesse maggiore sta nella sensazione di deja vu e realtà dubbia che Watanabe è riuscito a rendere grazie all’atmosfera ricreata dalle immagini e dalle sequenze, anche molto adrenaliniche, e soprattutto grazie alla sua gestione registica consumata che insinua la percezione di una verità onirica in tutto il nastro della narrazione e delle scene che la mostrano.

Ed è molto probabile che il fascino che potrebbero avere alcune soluzioni cromatiche del quarto episodio, "Program", diretto da Yoshiaki Kawajiri, sia smorzato dal fatto che il corto segue quello di Watanabe. Tuttavia il comparto tecnico è più che discreto anche se non brilla per i disegni né per la regia. Ciò è strano visto il nome in ballo tuttavia ambedue sono buoni, seppur privi di "autorialità" o di grande personalità. Nel complesso dunque si lascia guardare senza affanni e, in virtù di fondali e abbinamenti dalle tinte cariche e dai forti contrasti, vivacizza l’allenamento virtuale che invece era insopportabile ne "L’ultimo volo dell’Osiris" di Jones.
Allenamento fisico che ha un certa attinenza con il successivo "World Record" di Takeshi Koike, altro episodio non molto riuscito che tratta del superamento dei propri limiti fisici e del risveglio dentro un incubo amniotico, visualizzati in passaggi che sarebbero anche potuti essere interessanti, dato che l’idea di fondo non era niente male, se non fossero stati trasposti in una realizzazione forse troppo americanizzata, nel senso di slow motion insistiti e pedanti e figure e ambienti troppo laccati, sproporzionati e grotteschi.

Tuttavia l’episodio è una tappa obbligata verso il vero gioiello di Animatrix, verso il corto che da solo giustifica la visione di tutto il progetto: "Beyond", un pomeriggio oltre il tessuto delle cose, oltre il sogno a occhi aperti, guardando dall’orlo di una porta in bilico fra la “realtà” e il codice. C’è tanto in Beyond, soprattutto tantissima classe registica e scrittoria, entrambe di Koji Morimoto, che accompagnato dallo Studio 4°C, il quale stavolta regala una prestazione di ben altro spessore, passeggia su terreni labili ed enigmatici e con uno stile abbagliante, allo stesso tempo elegante e leggerissimo, offre squarci di paradossi visivi dagli echi "magrittiani". Affascinante l’ambientazione cadente e irreale, curata in modo splendido, e sensazionali le inquadrature, ricercate eppure mai leziose, sempre facili, e le sequenze, surreali, che dalle prime sono osservate e in cui si muovono i ragazzi, i protagonisti di Beyond. Sono questi ultimi che esplorano e giocano nella luce e nella sostanza del reale, e nelle loro azioni e nel loro scrutare sono contenuti sottopelle significati altri, concetti volatili e sottili che non possono mai essere messi a nudo, ma che restano in sospensione e si avvertono come delle vibrazioni appena percepibili nello spettro del visibile, come dei segreti filigranati sub limen. Tutto nel corto è significante e imprigiona l’occhio e l’occhio dietro l’occhio, l’occhio della mente, nel suo miraggio, nel suo sguardo dentro una realtà allucinatoria, virtuale e tangibile contemporaneamente.

Poi c’è di nuovo Watanabe, e sempre lo Studio 4°C, e c’è un "Detective Story" dal sapore retrò e dalla sperimentazione grafica meno estrema ma sempre al centro dell’attenzione del corto, che s’impernia sulla mitologia creatasi intorno al personaggio di Trinity e propone una veste inaspettata per la stilistica "matrixiana", qui abbandonata da Watanabe in favore di un look da noir anni ’40 che include anche il restyling delle forme tecnologiche e si scontra proprio con l’estetica tipicamente futuribile della Trinity animata. La narrazione però è accattivante e fra richiami iconici, e sonori, al cinema poliziesco, e a un certo jazz caro al regista, si lascia seguire con gusto e pur non esibendo tematiche di spessore propone un protagonista fortemente caratterizzato e carismatico che regge senza problemi il ruolo solitario per lui scelto. Ultima parziale nota positiva, questa, prima di quello che è forse lo specchio della dualità di tutto il progetto: "Matriculated", il quale è, come The Animatrix visto nella sua totalità, ambivalente e oscillante fra genio e insulsaggine, visto che la filosofia profonda e interessantissima dell’episodio è slegata dalla veste visiva abborracciata nelle animazioni e nella CG e fastidiosa nel character design spigoloso e disarmonico. Demerito di Peter Chung, regista qui e character design in quell’"Alexander" cui Matriculated è accomunabile per l’eccentricità, brutta, della figurazione.

Tutta questa discussione per dire che, in definitiva, è impossibile ottenere un risultato univoco da una funzione che ammette tante soluzioni quante sono le sue incognite, terribilmente eterogenee e dai valori disparati. Il che è già indice della non riuscita del progetto, risultante dall’accostamento di fattori il cui unico denominatore comune è la derivazione da un immaginario commercializzato e banalizzato e già svilito dai suoi stessi creatori: troppo poco per mantenere una coerenza di fondo, un’unitarietà d’intenti che dovrebbe sempre ricondurre a un’unica direttrice le diverse coordinate espressive, che altrimenti restando autosufficienti sgretolano la struttura in particelle ottime e pessime valutabili nell’insieme secondo una media che non può andare oltre la sufficienza.


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Shaggy

Episodi visti: 9/9 --- Voto 8
Una buona animazione di contorno alla trilogia di matrix; spiega alcune situazioni solo accennate nel corso della saga:
- chi è il ragazzo che sta sempre attaccato a neo?
- perchè l'umanità è "coltivata" dai robot?
- perchè il cielo è oscurato?
- che allenamento psicologico affrontano coloro che entrano in matrix?

a queste ed altre domande si può trovare risposta in questi episodi racchiusi in animatrix. personalmente lo trovo un buon lavoro di grafica, e un ottimo legante alla storia originale.

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 9/9 --- Voto 9
Questo Animatrix, come atmosfera e pathos, lascia indietro di chilometri il secondo e terzo capitolo della saga dei fratelli Wachowski. La realizzazione degli episodi va da "molto buona" ad "eccezionale". Molti degli antefatti di Matrix sono spiegati in modo favoloso. Altre storie vedono piccoli cameo dei protagonisti Trinity e Neo. Animatrix è assolutamente imperdibile se vi è piaciuto Matrix (senza necessariamente aver visto i due seguiti). L'unico vero problema è proprio questo: se non avete visto il primo film della trilogia capirete molto poco di questi cortometraggi.
Pillola rossa o pillola blu?

Doppio T

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Doppio T

Episodi visti: 9/9 --- Voto 9
Magnifico! Personalmente non ho apprezzato molto (anzi, per nulla) la trilogia dei fratelli Wachosky. Ma separiamo le trame degli episodi da quella della serie principale, cosa si ha? Una stupenda antologia di Anime, come è difficile trovarne. Le realizzazioni tecniche degli episodi sono eccellenti, così come le trame. Colpisce soprattutto l' episodio "The Second Renaissance", in cui ancora una volta vediamo al lavoro l'inarrivabile stupidità umana...

the pixel

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the pixel

Episodi visti: 1/9 --- Voto 6
Penso che questo film abbia pregi e difetti: tra i primi direi che aggiunge qualcosa in più all'universo di Matrix e che come qualità tecnica in certi punti è veramente notevole.
Venendo ai difetti, purtoppo il film mi ha annoiato parecchio. Un paio di episodi sono belli veramente, ma gli altri sono troppo piatti.
Forse è il fatto che ci sia così tanta disomogeneità tra i disegni e le trame, ma ho sentito la mancanza di un filone che tenesse unito l'insieme del film.

Dany

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Dany

Episodi visti: 9/9 --- Voto 7
Devo dire che a parte un paio di storie, la/le opere/a di questi autori vari mi è piaciuta abbastanza, anzi, devo dive che ho apprezzato di granlunga questo "animatrix" que i seguiti cinematografici, delle schifezze totali!!!!!!! Comunque per gli amanti del (primo) mitico Film e per gli animaniaci che amano le coproduzioni USA/JAP quest'opera è da avere. Ps: se non avete visto i seguiti cinematografici NON FATELO!!!!!! Immaginatevi voi il seguito, sicuramente la vostra fantasia sarà migliore di quella delle "TESTE D'UOVO" di Hollywood.......

AngeL

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AngeL

Episodi visti: 9/9 --- Voto 9
Un bellissimo e centrato anime di contorno e di (molti) chiarimenti sulla ormai mitica storia di matrix. Ottima la scelta dello stile delle animazioni per questo cofanetto di cortometraggi. Da vedere assolutamente per gli appassionati e maniaci (come me) della completa comprensione del grande programma in cui viviamo.

RoLLo

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RoLLo

Episodi visti: 4/9 --- Voto 6
Per me il voto lo tiene su l' aspetto tecnico, a volte veramente bello ed originale. In particolare mi piace moltissimo il terzo episodio "A Detective Story". Ha un' atmosfera bellissima. Mai visto niente di simile.
Per quanto riguarda invece i contenuti dei primi 4 episodi siamo nella più pura spazzatura commerciale. Sono tutti piuttosto banali e molto prevedibili. Il primo ed il quarto sono esageratamente violenti, gli altri 2 non dicono molto..... insomma un vero schifo.
Sono cmq da guardare perchè sono gratuiti e tecnicamente realizzati bene, ma spero riuscirete a coglierne il taglio prettamente commerciale e a tenerne conto nei vostri giudizi.