La definizione di indie game è volutamente fumosa data dall'industria dei videogiochi che ci tira a palla su indie come "parola-buco nero" per ragioni di marketing. Indie o indipendente, dovrei dire "gioco pagato di tasca propria."
Se io e mia mamma facciamo un gioco di carte con 3mila euro è indie; se io e la mia famiglia al settimo grado, 300 persone, facciamo un gioco di carte con 300 milioni euro è indie.
Clair Obscur: Expedition 33 NON è un gioco indie, perché lo pubblica Kepler Interactive, che è un'azienda che pubblica giochi.
"Debut indie game" è una categoria puzzona, perché è volutamente vaga. Può significare sia che il gioco è il tuo primo gioco, sia il tuo primo gioco da indipendente. Nella seconda, alla larga, Megabonk ci entra. Come il citato prima Clair Obscur.
Io, personalmente, sono molto radicale e talebana: un gioco indipendente è un gioco a cui l'industria ha detto no e te lo finanzi da sola perché ci credi fortissimo, come Megalopolis di Coppola che ha floppato di merda e lui se lo è autofinanziato perché tutti sapevano avrebbe fatto cagare.
I giochi indipendenti sono ottimi perché spesso l'industria non si vuole prendere grossi rischi, ed è giusto premiare chi rischia e crea buoni prodotti. Mia opinione.